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Pubblicato il 14 Maggio 2012
L'imbalsamatore di Giorgio Battistelli ha chiuso il Today di Ferrara M usica
Lenin e Passannante strani parallelismi
servizio di Athos Tromboni
FERRARA - Strani parallelismi. Fantasiosi. Forse fantascientifici. Da una parte Vladimir Il'ič Ul'janov
Lenin (1870-1924), padre del comunismo sovietico; e dall'altra Giovanni Passannante (1849-1910),
anarchico repubblicano di Salvia di Lucania, Italia meridionale. La loro storia, anzi la storia romanzata
dei loro custodi post-mortem, costituisce il succo di due vicende diversissime ma sorelle nelle finzioni
teatrali che ne hanno dato il drammaturgo Renzo Rosso (per Lenin) e l'attore-autore Ulderico Pesce
(per Passannante). Il custode della salma mummificata di Lenin, l'imbalsamatore Alessio Miscin,
dialoga col morto ma a un certo punto la salma stessa si polverizza e le circostanze costringono
l'imbalsamatore a suicidarsi per sostituirsi al Lenin mummificato, affinché le rinsecchite sembianze
sopravvivano insieme al mito. Il custode del cranio di Passannante, un carabiniere meridionale in
servizio al Museo criminologico di Roma con l'incarico di rabboccare (innaffiare...) la formalina nel vaso in cui era conservato
il cervello dell'anarchico, si convince della mostruosità del suo incarico e ancor più della mostruosità del trattamento riservato
all'anarchico lucano sia in detenzione sia in morte. Entrambi,
l'imbalsamatore Miscin e il Carabiniere innaffiatore, nel dialogare col
morto, scoprono l'impossibilità di una contrapposizione efficace
all'arroganza del potere; ed entrambi avranno una crisi esistenziale,
distruttiva per l'autostima dell'io in sé, ma salvifica per la coscienza.
Ecco il parallelismo: ma nelle viscere di chi scrive queste considerazioni il
parallelismo converge, non all'infinito, bensì nella musica di Giorgio
Battistelli scritta per il monologo di Renzo Rosso, L'imb alsamatore, e
perfettamente intonata anche per suonare la vicenda del Carabiniere
innaffiatore.
Perché ne sono caratteristiche il grottesco, l'ironia luciferina, il richiamo ad
atmosfere musicali tipicamente novecentesche, la citazione di
L'Internazionale (Compagni avanti! Il gran Partito noi siamo dei lavorator...), il dark, l'underground, i sapori stravinskijani e
quelli della musica popolare salentina o lucana incastonata nei valzer di campagna: questi sono gli elementi che
consentono l'interscambiabilità dei testi a fronte di un'unica musica. Non si adombrino né Rosso, né Battistelli, per questa
nostra convintissima impressione.
L'abbiamo
maturata
durante
lo
spettacolo andato in scena nel teatro
Comunale, per la rassegna "Today" di
Ferrara
Musica,
penultimo
appuntamento
della
stagione
concertistica 2011/2012.
L'abbiamo maturata insieme ad
un'altra convinzione: cioè che la
musica
di
Battistelli
per
L'im b alsam atore possa reggere da
sola anche sotto la forma di suite
strumentale, come tante musiche di
scena di tanti celebrati autori.
Battistelli scrive per un organico di 14
elementi, archi solo scuri (violoncelli e
contrabbassi), fiati fra i quali
prevalgono
gli
ottoni,
tastiera
elettronica e percussioni: proprio le
percussioni sono il cuore palpitante
della trama musicale e l'anima
congruente della parola recitata, in
uno spettacolo che è sottotitolato
"melodramma giocoso da camera". In
scena l'attore Paolo Calabresi interpreta l'imbalsamatore Miscin (e dentro di noi, in parallelo, sul piano distinto
dell'immaginazione, Ulderico Pesce fa capolino di tanto in tanto nelle vesti del Carabiniere innaffiatore). La recita procede
incunabolata fra ouverture, interludi, postludi e accenti accordali, con la nostra percezione che la musica non funga né da
commento, né da accompagnamento (l'attore recita, non canta) ma da tessuto autonomo e autosufficiente, abilitata sì alla
funzione descrittiva/evocativa, ma non succube di questa. Spettacolo di grande teatralità e livello assolutamente elevato,
maturato con il contributo di un'ottima esecuzione da parte dell'Icarus Ensemble, disposto in scena, e grazie al bravo direttore
Erasmo Gaudiomonte. Pochi gli spettatori in teatro, ma gli applausi erano convinti e giustamente dovuti.
Crediti fotografici Ufficio stampa Ferrara Musica
Nella miniatura in alto l'attore Paolo Calabresi
A sinistra cartolina ricordo della mummia di Lenin
A destra il compositore Giorgio Battistelli
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