Un sorriso di speranza, Clown Dottori in Abruzzo

Clown Dottori al terremoto? Con il cuore e senza calcoli politici...
La Federazione Internazionale "! Ridere per Vivere !" coordina la missione "Un
Sorriso di Speranza - Clown Dottori in Abruzzo", organizzata dalla Federazione
Nazionale Clown Dottori (F.N.C.)
! Ridere per Vivere ! rappresenta la realtà più importante nel panorama della
comicoterapia italiano.
Prima a portare in Italia (grazie al lavoro ventennale dei suoi fondatori Leonardo Spina e
Sonia Fioravanti) l'idea stessa del ridere terapeutico (gelotologia, dal greco ghelos, riso), si
impegna oggi, fortemente, nell'emergenza per il terremoto in Abruzzo, coordinando,
dapprima, per conto della Federazione dei Clown Dottori, una serie di altre realtà, come Il
Naso in Tasca (Piemonte); La Carovana dei Sorrisi, Magicaburla (Lazio); Castellinaria,
Tribù dei Nasi Rossi (Toscana); GAU (Friuli); Veronica Sacchi (Lombardia); Missione
Sorriso (Valle D'Aosta).
Attualmente ! Ridere per Vivere ! è impegnata - assieme all'Associazione Alice nel Mondo nella prosecuzione della missione sottoforma di campi estivi per bambini / ragazzi dal 0 ai
18 anni, il cosiddetto Campo del Giocomoto, cui accenneremo più avanti.
Tutte queste Associazioni impiegano i "famosi" Clown Dottori.
Costoro non sono medici, come erroneamente spesso si crede, ma operatori sociosanitari
(alcuni di loro medici, altri psicologi, esperti delle comunicazione, sociologi, educatori
ecc...) abituati ad operare sia negli ospedali pediatrici che in contesti diversi (con anziani,
diversabili, minori a rischio ecc...). Essi sanno come cambiare segno alle emozioni
negative, suscitare il sorriso ed il riso, agire morbidamente sulle relazioni umane, ascoltare
empaticamente le persone in difficoltà, creare le condizioni per la nascita del senso di
Comunità.
Inizialmente sotto l'egida della FNC, poi da sola ! Ridere per Vivere ! ha servito alcuni
campi di sfollati: Piazza d'Armi all'Aquila, Coppito, Piànola, Palombaia di Sassa e ha
compiuto "trasferte" in altre località.
La missione di FNC "Un sorriso di speranza" ha iniziato ad operare sul campo il 10 aprile,
giorno seguente ai funerali delle vittime del sisma; una scelta consapevole e di rispetto per
coloro che hanno perduto i propri cari; una scelta lontana dai riflettori della prima ora.
In effetti la figura del Clown Dottore ha avuto, nei primi giorni dell'emergenza, una forte
esposizione mediatica, dovuta all'arrivo del Ministro delle Pari Opportunità, Carfagna, al
campo dei media, Piazza d'Armi, con alcuni Clown Dottori al seguito.
Le critiche piovute da più parti sul Ministro vertevano sull'opportunità di portare, a macerie
ancora non del tutto esplorate e a vittime non ancora accertate, una figura comica così
fortemente caratterizzata.
Il premier Berlusconi in persona ha difeso la presenza dei Clown Dottori per dare supporto
ai bambini.
Ma questo non è del tutto vero e la presenza prima dei funerali era oggettivamente
inopportuna.
Intanto perché chi fa questo mestiere e si trova spesso ad operare nei territori di confine
tra la vita e la morte, sa che c'è un tempo per il dolore, un tempo per l'elaborazione di
esso (in cui non c'è niente da ridere) ed un tempo per tornare alle emozioni positive.
Secondariamente perché l'80% del lavoro dei Clown Dottori nell'emergenza sisma veniva
fatto con adulti.
L'uso strumentale che è stato fatto della figura del Clown Dottore non fa giustizia di quello
che costoro sono abituati a fare nei contesti ospedalieri e/o sociali, di quale e quanta
utilità terapeutica e riabilitativa si nasconda dietro a quei nasi rossi; di quale e quanta
professionalità bisogna avere per gestire le proprie e le altrui emozioni, in contesti di
frontiera: le oncologie pediatriche, i campi nomadi; i teatri di guerra del mondo; il
terremoto, appunto.
Ma cosa ha fatto, in concreto, il Clown Dottore in Abruzzo?
Innanzitutto ha condiviso la vita dei campi, dormendo in tenda, mangiando alla mensa
comune, integrandosi nella Comunità.
La mattina veniva effettuato il "giro tende" cioè si andava a trovare le persone a "casa"
con discrezione e morbidezza, spingendole ad aprirsi, a parlare, a raccontare la paura e
l'orrore, a sdrammatizzare, anche, se il caso.
Appena era possibile e appariva opportuno cercava di virare le emozioni verso il sorriso. In
questa operazione di contatto buffo e poetico, il Clown Dottore mette in relazione tra loro
gli inquilini della stessa tenda, o i vicini, cercando di creare quel senso di identità,
appartenenza e comunità che nell'emergenza è una delle risorse più importanti da
sfruttare per vivere meglio.
Questa operazione di ri-costruzione e ri-creazione della Comunità è riuscita soprattutto nei
campi più piccoli, più a misura d'uomo.
A Coppito, nel campo "Murata Gigotti" per esempio, grazie alla missione "Un Sorriso di
Speranza" è nata una rete che ha portato alla creazione dell'unica ludoteca del dopo
sisma, luogo incantato per l'infanzia e l'adolescenza, dove di mattina si fa Scuola Materna
ed il pomeriggio tantissime attività ludico-educative, premessa per l'attuale impegno nel
Campo del Giocomoto.
Nei campi come quello di Piazza d'Armi, dove la popolazione è eccessiva, il controllo è
ossessivo, le condizioni igieniche non certo sufficienti, le file per mangiare, lavare e fare
qualsiasi cosa, estenuanti e noiose... il Clown Dottore assume anche la veste di lubrificante
sociale, messaggero, cercatore di oggetti introvabili, cercapersone, furbo bypassatore di
ottuse burocrazie, uomo (donna) di cui fidarsi per un consiglio spassionato.
Qui il Clown è l'amico di tutti, l'unica persona di cui fidarsi veramente, perché è innocuo,
disarmato e disarmante e fa dell'umanità la sua stessa bandiera, senza calcolo, senza
doversi prendere necessariamente grandi meriti.
Per questi volontari, le emozioni positive che suscitano sono la vera ricompensa: il sorriso
di un bambino, la vecchietta che - aiutata - si riapre al mondo e torna a mangiare,
l'adolescente che si mette l'ombretto procurato "di straforo", il paziente psichiatrico che li
segue e diventa loro assistente... Le mille storie che giorno dopo giorno si dipanano in
questo crogiolo di umanità dolente lo vedono attivo protagonista di piccoli ma intensi
miglioramenti.
Nell'emergenza si è parlato di legioni di psicologi pronti ad ascoltare le storie più scioccanti
e drammatiche. Ma questi psicologi sono pochissimi e non sempre riescono a servire come
potrebbero. Spesso è proprio il Clown Dottore, che gira di tenda in tenda (e conosce le
persone) a segnalare la presenza di esseri umani in grave difficoltà, a descrivere al
professionista la situazione, la storia... Un vero e proprio triage, mutuato dalla grande
esperienza professionale che queste persone/personaggio maturano negli ospedali e nei
contesti sociali.
La missione di FNC si è conclusa il 9 giugno.