ENTE BENEFICIARIO FEDERSVILUPPO ASSOCIAZIONE REGIONALE DEL PIEMONTE BOLLETTINO INFORMAZIONI ZOOTECNICHE N° 02/15 REDATTO DALL’AREA TECNICA. Torino, 06 ottobre 2015. 10135 Torino - Via Pio VII, 97 – tel. 0116177211 Cristoforo Cresta Tel 0116177275 e-mail: [email protected]. BLUE TONGUE (SIEROTIPO 8) IN FRANCIA: I CASI SALGONO A 95, 33 I FOCOLAI 05.10.2015 Le Autorità francesi hanno notificato in data 11/09/2015 il primo focolaio di Blue tongue (BT) da sierotipo 8 (BTV8). La data in cui è stato emesso il sospetto risale al 21/08/2015. Al 1/10/2015, sono stati notificati 95 casi totali (85 bovini e 10 ovini) distribuiti in 33 focolai nelle Regioni centrali della Francia, nell’area del Massiccio Centrale. Ulteriori approfondimenti diagnostici ed epidemiologici sono in corso. Il BTV8 ha circolato precedentemente in Francia negli anni 2006 - 2010. La Francia ha messo in atto tutte le misure di salvaguardia previste dalla normativa vigente al fine di evitare un’eventuale diffusione del virus. Il BTV8 non è attualmente presente in Italia, per cui il Ministero della salute con nota 23549 del 16/09/2015 ha raccomandato, alle Regioni e Province autonome, di rafforzare le attività di vigilanza permanente e di effettuare in modo puntuale i campionamenti previsti dal Piano nazionale di sorveglianza BT al fine di rilevare precocemente un’eventuale introduzione e circolazione del BTV8 sul territorio nazionale e limitarne la diffusione. Nella nota sopra menzionata si richiede inoltre di assicurare, nei tempi e nei modi previsti, l’aggiornamento in BDN delle movimentazioni degli animali introdotti negli ultimi 60 giorni dalle aree di restrizione per consentire, al Ministero della Salute e al Centro di Referenza Nazionale delle Malattie Esotiche (CESME), di individuare tempestivamente le aree maggiormente interessate dall’introduzione degli animali e di elaborare eventuali strategie di monitoraggio straordinarie. Fonte: Izs Abruzzo e Molise. LINGUA BLU LA FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI La febbre catarrale degli ovini o bluetongue è una malattia virale delle pecore, che si diffonde attraverso la puntura di insetti. Minuscole zanzare, i culicoidi, così piccole da attraversare le normali reti antizanzare, dopo aver succhiato il sangue di animali malati o portatori, sono in grado di trasmettere l’infezione ad altri allevamenti. I venti possono trasportare gli insetti per lunghe distanze, favorendo la diffusione geografica della infezione. In Italia la malattia è arrivata nel 2000, probabilmente a partire dal continente africano, e ha interessato inizialmente le isole maggiori e la Calabria. Nonostante le misure adottate (limitazione degli scambi di animali, vaccinazioni), l’infezione ha continuato a risalire la penisola, fino a interessare tutto il sud e il centro: e’ arrivata alle porte della Liguria, con l’interessamento della provincia di Massa. Dal 2006 la bluetongue del tipo 8 si è diffusa nel nord Europa, in Olanda, Belgio, Germania, Francia ed ha coinvolto la Bulgaria. Questo tipo è particolarmente patogeno per i bovini. L’eventuale introduzione della malattia in Piemonte causerebbe danni economici eccezionalmente gravi, poiché il commercio di ruminanti dovrebbe subire rigide restrizioni in vaste aree. La malattia è chiamata bluetongue, che significa lingua blu, a causa di uno dei sintomi che può provocare nelle PECORE, la specie colpita più frequentemente. La malattia inizia con la febbre e uno stato di malessere e deperimento di alcuni soggetti del gregge. Si possono notare segni caratteristici: infiammazioni e ulcere nella bocca e intorno alla bocca; scolo nasale di muco o pus e formazione di croste al musello; gonfiore della testa: le labbra e la lingua possono diventare tumefatte e cianotiche; zoppie dovute a lesioni all’attaccatura degli unghielli; indebolimento e distacco del vello; emorragie visibili sotto la pelle, soprattutto sul ventre. Ci può essere una certa mortalità, fino al 30%, soprattutto negli agnelli. Non esiste alcuna terapia efficace contro la febbre catarrale degli ovini. I vaccini devono essere controllati per la loro innocuità e utilizzati solo in casi di necessità particolari (aree in cui la malattia è endemica) o per ragioni di polizia veterinaria (cosiddetta vaccinazione accerchiante). Una misura utile è la lotta agli insetti con prodotti di buona efficacia, che devono essere innocui per gli animali e persistenti. ATTENZIONE: I bovini e le capre si infettano ma spesso non mostrano nessun segno della malattia. I bovini infettati dal tipo 8 possono avere: erosioni e ulcere sul musello, sulla lingua e nella bocca; salivazione; ulcere del naso, scolo nasale, congiuntivite; infiammazione del cercine dello zoccolo; febbre e apatia. COME PROTEGGERSI DALL’INFEZIONE: TRE REGOLE D’ORO La prima regola è PREVENIRE: evitare di introdurre animali che provengono dalle regioni in cui la malattia è presente o soggetti di provenienza ignota. L’identificazione degli animali è fondamentale, così come la certificazione sanitaria: sono garanzie di origine importanti, ma non assolute. Da RICORDARE. Dalle zone colpite dalla malattia il commercio di bovini, ovini e caprini può essere vietato: è consigliabile non prendere accordi commerciali prima di avere verificato con il Servizio Veterinario che sia possibile acquistare animali fuori dal Piemonte. È sempre meglio informarsi con anticipo, perché è necessario assumere informazioni ufficiali dai Servizi Veterinari della zona di origine e controllare i requisiti previsti dalla regolamentazione. INTRODURRE ANIMALI CLANDESTINAMENTE COMPORTA GRAVI RISCHI SANITARI ED E’ UN COMPORTAMENTO PERSEGUIBILE PER LEGGE. La seconda regola è SEGNALARE: qualsiasi segno di anormalità delle pecore o dei bovini che possa far sospettare la malattia deve essere immediatamente segnalato al Servizio Veterinario dell’ASL. Non segnalare il fatto comporta la denuncia, pene molto severe e la perdita al diritto di tutti gli indennizzi previsti in caso di malattia. La terza regola è IGIENE: buone condizioni di pulizia e di igiene, con rimozione frequente del letame, e la lotta agli insetti riducono la possibilità di diffusione e la gravità della malattia. SE C’È UN FOCOLAIO DI FEBBRE CATARRALE …. La blue tongue potrebbe arrivare in Piemonte con il commercio clandestino di animali, causando un’emergenza. Se colpisse i bovini, potrebbe anche non esserci nessun segno di malattia: sarebbero le indagini di laboratorio a mettere in evidenza la presenza del pericoloso virus. Quando invece l’infezione interessa gli ovini, i sintomi sono in genere evidenti, ma il sospetto deve comunque essere confermato dal laboratorio. Le misure per arrestare la malattia sono problematiche: gli animali infetti vengono eliminati, ma questo non sempre è sufficiente perché i culicoidi possono aver diffuso il contagio agli allevamenti circostanti. Le autorità sanitarie decidono le misure da adottare verificando le informazioni che provengono dalla rete di sorveglianza permanente (allevamenti sentinella) e dai controlli straordinari eseguiti dai Servizi Veterinari nella fase di emergenza. Quando si verifica un focolaio, nella zona tutti gli scambi di bovini, ovini e caprini sono precauzionalmente vietati o rigidamente regolati. Per proteggere gli animali dal contagio, è anche necessario limitare l’esposizione agli insetti vettori, mantenendo una buona igiene, utilizzando insetticidi e ricoverando al chiuso gli animali dopo il tramonto, per quanto possibile. IN CIRCOSTANZE DI EMERGENZA È ASSOLUTAMENTE INDISPENSABILE ATTENERSI ALLE DISPOSIZIONI DEI SERVIZI VETERINARI, PERCHÉ SI POSSA RISOLVERE IL PROBLEMA E CHIUDERE IL CASO CON IL MINOR DANNO POSSIBILE PER TUTTI. Indennizzi adeguati ai prezzi di mercato sono previsti per tutti gli allevatori i cui capi sono abbattuti per ordine dell’autorità sanitaria. Fonte REGIONE PIEMONTE Assessorato alla Sanità – Direzione Sanità Pubblica