1 LA MOBILITÀ ARTICOLARE – PARTE 1 Giancarlo Togliatti Preparatore portieri Aurora Pro Patria 1919 – settore giovanile Proposta di lavoro: la mobilità articolare legata all’allenamento del portiere Premessa: Durante i suoi interventi il portiere è molte volte costretto a compiere movimenti che esaltano fortemente la sua capacità di allungamento muscolare e di mobilità articolare. In particolar modo, vengono sollecitate le articolazioni della spalla e dell’anca, ma questi movimenti devono essere supportati dalla colonna vertebrale, la quale permette quelle veloci flessioni ed estensioni del busto per eseguire i gesti tecnici in maniera più fluida e scorrevole. Ma, per permettere al nostro portiere di arrivare a compiere la bella parata su cosa dobbiamo lavorare? Tralasciando le capacità psichiche sulle quali non abbiamo l’intenzione di soffermarci in questa proposta di lavoro, dobbiamo concentrarci sull’allenamento delle capacità fisiche e tecniche, ed in particolar modo, su quelle esercitazioni che possono dare al portiere un elevato grado di elasticità muscolare ed articolare che poi influenzano, positivamente, il movimento tecnico rendendolo fluido ed economico. Inoltre bisogna tener ben presente che le capacità coordinative (che supportano mirabilmente la tecnica), sono direttamente correlate alla mobilità articolare. Per il portiere non è possibile superare il livello tecnico medio se non si migliora l’ampiezza funzionale generale del proprio corpo. Le capacità tecniche da sole, non sono sufficienti a migliorare il rendimento anche se possono ottimizzare gli interventi sulla palla. Infine e ultima ma non certo per importanza una buona mobilità articolare riduce notevolmente le probabilità di lesione muscolo tendinee. Vediamo ora cosa si intende per MOBILITÀ ARTICOLARE: La mobilità articolare è la capacità di compiere movimenti, del corpo intero o dei singoli segmenti, nella massima ampiezza consentita dalle strutture anatomiche costituenti le articolazioni interessate al movimento stesso. La mobilità è una capacità strutturale in quanto dipende dalla struttura anatomofisiologica del soggetto. La mobilità articolare è considerata anche una capacità ibrida, ossia tanto condizionale in quanto condizionata dalla integrità anatomica delle articolazioni, dal giusto grado di estensibilità delle fibre muscolari e dalla assenza di retrazioni tendinee legamentose, quanto coordinativa perché dipendente dalla coordinazione (da fattori nervosi). La mobilità articolare è la qualità motoria essenziale per la corretta ed economica esecuzione di ogni movimento; è quindi basilare per l’applicazione e lo sviluppo di tutte le altre qualità motorie. Essa è fondamentale perché garantisce l'efficienza della struttura corporea per l'applicazione delle capacità coordinative e condizionali, affinché non ci siano delle limitazioni nell’ esecuzione di movimenti. In qualsiasi gesto sportivo sprecare energie solo per vincere delle resistenze intrinseche, dovute ad una scarsa estensibilità muscolare, limita l'atleta nel risultato sia dal punto di vista metabolico che coordinativo. Quindi inutile è allenare la forza, la resistenza o la velocità se prima non mettiamo il portiere nelle condizioni di poterle utilizzare in maniera ottimale. FATTORI CHE CONDIZIONANO LA MOBILITÀ ARTICOLARE La mobilità articolare è condizionata da diversi fattori e precisamente: Apport Magazine - Pag.1 2 A. dal tipo di articolazione. L’articolazione del cingolo scapolo\omerale (la spalla) è più mobile dell’articolazione del ginocchio; B. dalla forma dell’articolazione. Che dipende sia dalla costituzione individuale di ciascuno (fattori genetici), sia dal vissuto corporeo (si è modellata grazie all'uso e agli stimoli ambientali); C. elasticità degli annessi articolari. Ogni articolazione presenta delle strutture di tessuto cartilagineo fibroso (legamenti,capsule articolari…) che la rendono più o meno elaborata (es. articolazione del ginocchio presenta tutti i tipi di annessi). Questo tipo di tessuto è inerte cioè non può contrarsi, ma possiede un certo grado di elasticità se non viene sollecitato si stabilizza su una determinata lunghezza, mentre più è sollecitato più diviene elastico. Mentre l'assenza di movimento porta ad una conseguente rigidità (esempio immobilizzazione da gesso) che richiede un lungo periodo di rieducazione; D. dall’elasticita' dei muscoli. I muscoli agiscono sulle articolazioni, quindi la mobilità è legata al grado di elasticità dei gruppi muscolari e all'equilibrio tono\rilasciamento che si ha a livello muscolare. Se altero questo rapporto di equilibrio i piani articolari si possono modificare e portare ad una mobilità scorretta (es. se i muscoli rimangono sempre in accorciamento perdono elasticità, se rimangono in allungamento perdono tono); E. nella forza dei muscoli. La mobilità è inversamente proporzionale alla forza muscolare: più la struttura muscolare è forte più il gioco articolare è limitato, quindi bisogna trovare un equilibrio tale che l'aumento di forza non faccia diminuire la mobilità; F. dal sistema nervoso centrale. Che permette di mutare le capacità di estensibilità dei muscoli e l'alternanza di agonisti e antagonisti; G. dall’economicità' del gesto. Conciliando la mobilità ed economicità del gesto si sfrutta la massima ampiezza di movimento possibile affinché il gesto tecnico sia economico; H. dalla temperatura esterna ed interna. Più la temperatura è bassa meno mobilità abbiamo. E’ quindi importante il riscaldamento attraverso il quale portiamo la temperatura interna ad un livello ottimale, rendendo la muscolatura “pronta” ad uno sforzo più intenso; I. dal periodo della giornata. Al mattino la mobilità è inferiore in relazione anche alla temperatura; J. dall’attività’ fisica svolta. Un buon riscaldamento attivo determinerà un notevole aumento della mobilità, mentre un intenso allenamento la diminuirà; K. dall’età del soggetto. Bisogna tenere ben presente che la mobilità articolare è una delle prime qualità che può essere sviluppata ma anche una delle prime a regredire se non adeguatamente stimolata. L'atleta in età giovanile solitamente ha una elevata mobilità congenita dovuta ad una fisiologica lassità capsulo-legamentosa ed a una elevata elasticità muscolare. Con la crescita, in seguito ad un aumento dell'ipertrofia muscolare ed a una retrazione dei tessuti capsulolegamentosi, la mobilità articolare, se non sufficientemente stimolata, oltre a non migliorare regredisce. L. le tappe dello sviluppo. Tralasciamo la tappa (0-6 anni) periodo in cui si registra il livello di flessibilità più elevato. E cominciamo analizzando lo sviluppo dai 7 agli 11 anni (categorie primi calci – pulcini) dove pur essendo ancora buona, subisce una diminuzione. E’ necessario perciò iniziare ad allenarla. Dagli 11 ai 14 anni (esordienti – giovanissimi) la mobilità rimane ai livelli precedenti solo se adeguatamente stimolata. Questa è l'età più favorevole per l'incremento di tale qualità (fase sensibile). Arriviamo al periodo della prepubertà e pubertà (allievi-berretti) dove continua una tendenza progressiva di sviluppo di tale capacità se adeguatamente stimolata (il punto massimo è 18 – 20 anni) altrimenti si ha una regressione che inizia verso i 10 anni, e che diviene massima intorno ai 15 - 16 anni, dove si ha una regressione del 50% dovuta ad un progressivo Apport Magazine - Pag.2 3 aumento della forza. E' importante sviluppare la mobilità prima che si completi la maturazione del soggetto, in modo da non danneggiarlo sul piano funzionale e strutturale. LA VERIFICA E LA VALUTAZIONE DEL PORTIERE Per una razionale programmazione il preparatore ha la necessità di conoscere la forza, la velocità e l’ampiezza muscolo-articolare così da poter pianificare le sedute di allenamento e, successivamente, conoscere lo stato di forma, stabilire nuovi carichi di lavoro, verificare gli effetti degli esercitazioni ed eventualmente modificare gli esercizi. Ora, per quanto riguarda i test di mobilità articolare suggerisco il test dello sgabello e della bacchetta. TEST DELLO SGABELLO Obiettivo: Valutazione della massima flessibilità Attrezzatura: Sgabello al cui piano di appoggio corrisponde lo zero di un tabellone centimetrato; la parte superiore allo zero viene indicata come zona negativa, quella inferiore come positiva. Descrizione: L'atleta dopo essere salito a piedi nudi sullo sgabello, deve flettersi il più possibile in avanti tenendo le gambe tese e facendo scorrere le mani sul tabellone centimetrato. Il movimento deve essere eseguito senza oscillazione del tronco. Il punto di massima flessione deve essere mantenuto per qualche secondo. TEST DELLA BACCHETTA Obiettivo: Valutazione della mobilità del cingolo scapolo omerale Attrezzatura: Una bacchett a di legno lunga un metro. Descrizione: L'atleta, dalla posizione seduta (per evitare una compensazione a livello lombare), impugna la bacchetta di legno. Da questa posizione, tenendo le braccia ben tese, esegue una circonduzione fino a toccare posteriormente il busto con la bacchetta. La prova viene ripetuta diminuendo progressivamente l'apertura dell'impugnatura. Infine, si misura la distanza tra le due mani. I TIPI DI MOBILIZZAZIONE Possiamo dividere la mobilizzazione in generale, statica, dinamica e specifica. La mobilizzazione generale riguarda la motricità giornaliera. La modalità statica è attinente al mantenimento di una posizione (stretching - allungamento), in cui il gruppo muscolare interessato viene allungato attraverso determinate posizioni per un tempo compreso fra i 20 e 40 sec al fine di consentire il riflesso inverso di stiramento. La modalità dinamica concerne l’esecuzione di un movimento si identificano nelle tecniche di allungamento balistico (elastico): il muscolo antagonista si allunga sollecitato dalla contrazione del muscolo antagonista – mobilità attiva. La modalità specifica relativa alla attività sportiva, alla fisioterapia, alla ginnastica riabilitativa. Esercizi di mobilizzazione sono tutti quelli che ricercano la massima ampiezza articolare, ma anche Apport Magazine - Pag.3 4 quelli che migliorano le qualità di elasticità ed estensibilità del muscolo. Lavorando con i bambini è consigliabile utilizzare esercizi di mobilizzazione attiva o mista, poiché quella passiva comporta il problema del dosaggio della forza. Entrando nel campo della specializzazione sportiva, è importante inserire allenamenti specifici per la mobilità nell'ambito della programmazione atletica generale, tenendo conto dell’attività sportiva specifica e dell'età degli atleti, senza trascurare però una mobilizzazione armonica di tutte le articolazioni, anche di quelle meno interessate. Il pieno possesso della mobilità articolare è una delle qualità fondamentali di cui un atleta deve disporre qualsiasi sia lo sport praticato. Vi sono sport che richiedono una mobilità di tipo dinamico, altri di tipo statico (ossia il mantenimento di determinate posizioni), sport che esaltano ed aumentano la mobilità (pattinaggio, nuoto, attrezzistica, danza, ritmica, ecc.), altri che ne turbano l'equilibrio (ciclismo, sci, ecc.). Le metodiche che si possono utilizzare per incrementare la mobilità articolare si possono così suddividere: - esercizi di flesso\estensione\inclinazioni\torsioni - movimenti con tempo di molleggio - movimenti di slancio - stretching ESEMPI DI ESERCIZI DI MOBILITÀ vediamo ora alcune posizioni di partenza corrispondenti alle azioni di mobilità e su quale parte del corpo vi è l’effetto principale della tabella sotto riportata. POSIZIONE DI PARTENZA In Piedi gambe leggermente divaricate, braccia tese. In Piedi gambe leggermente divaricate, mani alle spalle. In Piedi gambe leggermente divaricate, braccia tese. In Piedi gambe divaricate In Piedi gambe divaricate. AZIONE Circonduzioni delle braccia con mani alle spalle. EFFETTO PRINCIPALE Articolazione scapolo omerale (della spalla) Articolazione scapolo omerale (della spalla) Slanci delle braccia avanti alto e dietro alto (aiutarsi dietro unendo le mani) Articolazione scapolo omerale (della spalla) Flessioni del busto in avanti Articolazione della colonna vertebrale. Circonduzioni simultanea delle braccia. Slanci alternati delle gambe cercando di toccare le mani che restano parallele al suolo. In Piedi gambe divaricate Flessioni laterali del busto In Piedi gambe divaricate Rotazioni del busto Due compagni di spalle, gambe divaricate uno distante dall’altro di un metro Due compagni di spalle, gambe divaricate uno distante dall’altro di un metro In Piedi gambe divaricate Ruotando il busto entrambi a dx (o a sx) toccarsi le mani o o scambiarsi un pallone Flettendo il busto in avanti toccarsi le mani sotto le gambe, poi flettendo il busto all’indietro toccarsi le mani in alto Rotazioni e flessioni del busto curando che l’azione sia laterale e non in avanti Posizione dell’ostacolista (seduti una gamba tesa l’altra flessa con ginocchio interno e gamba esterna (angolo gamba coscia di 90°) Flessione del busto in avanti cercando di avvicinare più possibile Seduti gambe divaricate Flessioni del busto in avanti In piedi fianco appoggiato ad un sostegno o ad un compagno, una gamba Aiutandosi con le mani sul collo del piede, portare la coscia indietro e mantenere la Apport Magazine - Pag.4 Articolazione dell’anca Articolazione della colonna vertebrale Articolazione della colonna vertebrale Articolazione della colonna vertebrale Articolazione della colonna vertebrale Articolazione della colonna vertebrale Articolazioni dell’anca (coxo-femorale) e del rachide (colonna vertebrale) Allungamento degli adduttori Articolazione dell’anca e del rachide Allungamento quadricipite 5 flessa, ginocchio all’arto portante arretrato rispetto In piedi un piede in avanti con la punta sollevata e con il tallone all’altezza della punta dell’altro piede posizione per 20” – 40” Flettere il busto lentamente e, raggiunto un livello di allungamento adeguato (tale da non produrre dolore) tenere la posizione per 20” – 40” Allungamento gastrocnemio IL RISCALDAMENTO Sono solito utilizzare per il riscaldamento esercizi di tecnica podalica. Tale scelta è motivata dal fatto che durante le gare le situazioni di tecnica podalica sono sempre maggiori e per il portiere è diventato obbligatorio avere almeno un’abilità podalica sufficiente per poter utilizzare con disinvoltura entrambi i piedi. In questa prima fase propongo della tecnica podalica che riguarda lo sviluppo di questa abilità che abbino a dei movimenti di mobilità articolare come torsioni, molleggi laterali, circonduzione del bacino, inclinazioni laterali o flessioni laterali. Due portieri P1 e P2, posti a 15 - 20 mt uno dall’altro, ognuno dietro la propria porticina di 4-5 mt., il portiere controlla il pallone e lo rende al compagno facendolo entrare nella sua zona delimitata dai coni. (figura 1) (FIGURA 1) Il controllo e la giocata possono essere inizialmente liberi (ricezione e trasmissione) lasciando il portiere libero di controllare e trasmettere la palla nel modo a lui più congeniale. Successivamente si chiede la trasmissione di interno, esterno, collo o interno collo a seconda di quanto precedentemente stabilito. Terminata la giocata il portiere esegue un movimento di mobilità articolare precedentemente stabilito. Lavorando sulla mobilità articolare e per dare un buon ritmo all’esercitazione chiedo la palla venga indirizzata in modo giocabile e rasoterra al compagno che la controllerà di interno o di esterno a seconda di quanto stabilito precedentemente e sempre a due tocchi (per permettere al compagno di effettuare il movimento articolare). Qualora l’esercitazione interessa più portieri chiedo nel caso la palla provenga dalla sinistra il portiere dovrà trasmettere la palla alla sua destra. Invece per la giocata a tre tocchi il controllo avviene come nella situazione dei due tocchi; il secondo appoggio serve per spostare leggermente la palla sul piede della giocata ed il terzo per giocare la palla. Esempio: il portiere (P) riceve palla dalla sua destra (P1), controlla con il sinistro, guida con il destro e trasmette con il terzo tocco di sinistro al compagno (P2). FIGURA 2 Qualora si voglia aumentare il ritmo esecutivo dell’esercizio e di conseguenza aumentare l’attenzione dei portieri si può chiedere la giocata di prima che può essere effettuata sia sul lato Apport Magazine - Pag.5 6 omologo o sul lato opposto come per effettuare un cambio di gioco di prima. Anche in questo caso come nelle precedenti giocate richiedo al portiere esercizi di mobilità della parte alta. Infine per ultimo ma non certo importanza richiedo una comunicazione fra i portieri sia in fase di appoggio che in fase di trasmissione e ricezione. LA MOBILITA LEGATA ALLA TECNICA DEL PORTIERE PRESA DEL PALLONE RADENTE FRONTALE ESERCIZIO NR. 1 Nel primo esercizio i muscoli maggiormente interessati sono gli estensori delle cosce sul bacino e gli estensori del tronco. Il portiere parte da posizione eretta braccia in alto (foto 1) mani a pollici dentro e gambe divaricate. Da questa posizione esegue una flessione del busto in avanti ed una presa con i pollici esterni (foto 2 - 3) su una palla giocata radente dal Mr. e “risalita” la gioca palla all’allenatore e ritorna a vuoto per ripetere l’esercizio. FOTO 2 FOTO 1 FOTO 3 VARIANTE: la palla può essere giocata leggermente battuta o a mezza altezza. Anche in questi due casi le mani sono ancora a pollici esterni. Un ulteriore parametro importante su cui porre l’attenzione e che il portiere ricerchi la massima ampiezza articolare al fine di migliorane le qualità di elasticità ed estensibilità e che al ritorno della posizione iniziale con gli arti il più possibile allineati al fine di avere un giusto allineamento dell'asse corporeo. ESERCIZIO NR. 2 (PROGRESSIONE ESERCIZIO 1) Il portiere effettua due prese. Il primo intervento è come all’esercizio precedente (foto 4 e 5). Il secondo intervento consiste in una presa al viso con le mani a pollici interni, braccia distese in attacco verso la palla con i gomiti leggermente aperti e flessi (foto 6). Al termine del gesto il portiere può restituire la palla utilizzando varie soluzioni a partire dalla giocata con palla dietro la nuca (rimessa laterale) o dopo aver portato la palla al petto o ancora con una rotazione dietro avanti (mobilità scapolo omerale della spalla) alternando la mano destra la sinistra oppure utilizzando i tipi di rilanci consueti (bilanciere, giavellotto o laterale) ma senza far effettuare il movimento della gamba al fine di poter interagire sulla mobilità del tronco. FOTO 4 FOTO 5 Apport Magazine - Pag.6 FOTO 6 7 Anche se alleniamo la mobilità articolare bisogna tener presente che la presa è una dote fondamentale per un portiere ed è determinata dalla capacità prensile delle mani, costituita dal giusto equilibrio tra forza di chiusura delle dita, posizione delle mani e del corpo e sensibilità degli arti superiori. Per la presa alla figura la cosa importante è la salita parallela delle braccia e delle mani. La foto nr. 7 mostra una errata posizione delle mani. FOTO 7 Altro errore che ho riscontrato è il movimento delle mani del portiere cercano di afferrare la palla effettuando un movimento a forbice come si può osservare nella sequenza fotografica seguente: questo movimento porta al rischio che le mani vanno a sbattere sulla palla con il rischio che il pallone non venga bloccato o passi tra le mani mentre si stanno ricongiungendo ESERCIZIO NR. 3 Il nr. 1 con palla in mano gioca a due mani la palla al compagno (foto 8) esegue una flessione laterale del busto di 90° cercando di toccare o avvicinarsi il più possibile alla caviglia (foto 9 e 10) ritorna nella posizione frontale (foto 11 – 12) con l’accortezza di tenere le braccia e le mani in modo corretto (pollici dentro) ed esegue una presa frontale (foto 13). Poi restituisce la palla al compagno utilizzando la tecnica di rilancio precedentemente stabilita FOTO NR. 8 FOTO NR. 9 FOTO NR. 10 FOTO NR. 11 FOTO NR. 12 FOTO NR. 13 ESERCIZIO NR. 4 (PROGRESSIONE ESERCIZIO 3) Il portiere oltre la una flessione laterale e alla presa frontale (foto 14) esegue una flessione laterale di 90° sul lato opposto e tenendo le mani a pollici fuori (e più allineate possibili) raccogliere la palla lasciata cadere dal compagno (foto 18 e 19). Apport Magazine - Pag.7 8 FOTO NR. 14 FOTO NR. 15 FOTO NR. 16 FOTO NR. 19 L’esercizio viene ripetuto sul lato opposto. La palla viene giocata da una distanza breve. La risalita deve essere effettuata in modo rapido. La palla può essere giocata con traiettorie diverse e stabilite prima precedentemente. Apport Magazine - Pag.8