USA Far West - Un mondo di viaggi

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USA Far West
Postato da Pocahontas - 2009/01/02 10:04
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Per la serie “I viaggi disegnati da chi se ne intende”, segnalo diversi itinerari, di vario genere e lunghezza, sperimentati e
descritti da Marta Miuzzo, grande esperta del continente nordamericano e coautrice delle guide USA e Canada di
Livingston & Co.
PANORAMICA DEL WEST
I viaggi di Marta Miuzzo ©
Itinerario di 10 giorni da Los Angeles a Los Angeles
1o giorno: Los Angeles - Phoenix, km 622
Giornata di trasferimento un po' lunga e, a volte, noiosa che dà tuttavia l'idea della vastità del territorio americano: i grandi
spazi sono una delle caratteristiche degli USA.
Uscendo da Los Angeles si prende la direzione est per imboccare l'autostrada I-10 che la collega a Phoenix, capitale
dell'Arizona. Prima di raggiungere il deserto, si passa accanto alla valle di San Bernardino, fiancheggiata da basse
montagne che, in inverno, richiamano sciatori. L'autostrada passa da Palm Springs, un'oasi trasformata in sofisticato
centro termale grazie alla presenza di sorgenti calde, molto frequentato in inverno. Nella tranquilla cittadina immersa
nelle palme da dattero non si contano le ville lussuose e sono una trentina i campi da golf.
Più avanti, ecco Indio, grande produttrice di datteri, e Blythe, l'ultima cittadina californiana, dove termina il deserto di
Coachella.
Subito dopo si attraversa il Colorado per poi entrare in Arizona.
Si passa quindi accanto a Quartzsite, villaggio che deve il nome ai giacimenti di quarzo della zona: fra gennaio e
febbraio qui si svolge un grande mercato delle pietre.
Superata la centrale nucleare di Palo Verde si arriva a Phoenix.
L’immensa città, grazie al clima caldo-secco si è imposta come località di villeggiatura per anziani, ma poi non ha smesso di
ingrandirsi richiamando attività industriali, elettroniche e aerospaziali in primo luogo. Non ha un vero centro, essendo
costituita da tante città satelliti. Scottsdale è il quartiere elegante che dispone di ottimi alberghi e di straordinarie strutture
sportive.
2o giorno: Phoenix - Grand Canyon, km 350
Uscendo da Phoenix ci si ritrova in uno straordinario deserto dove crescono enormi saguari, i cactus tipici dell'Arizona.
Dopo un tratto pianeggiante, la strada comincia a salire e la vegetazione cambia: gli arbusti e le piante del deserto
lasciano il posto ai verdi boschi di conifere dell'altopiano della Valle Verde, a 1000 metri di altitudine.
Una sosta si impone a Montezuma Castle, il sito archeologico dove si possono ammirare alcuni esempi di costruzioni
rupestri risalenti all'epoca d'oro della cultura preistorica indiana. Nei secoli XI e XII gli indiani Sinagua all’interno di
caverne naturali della roccia, 30 metri sopra il torrente Beaver, eressero edifici di più stanze su cinque piani, ben riparati
e protetti. Come tutti gli indiani preistorici, anche i Sinagua scomparvero misteriosamente verso il 1300.
Lasciata la Valle Verde si entra in una stupenda zona scelta per ambientarvi molti film western: un'ampia vallata con
verdi boschi frammisti a rosse formazioni calcaree dalle forme bizzarre che si stagliano contro il cielo blu. Sedona,
ridente villaggio raccolto attorno alla sua strada principale, sta nel mezzo di questo paesaggio.
Da Sedona la strada comincia a salire con una serie di tornanti che permettono di superare lo stretto Oak Creek Canyon
e di raggiungere l'altopiano del Coconino a 2300 metri. Qui, circondata da una bella foresta di pini ponderosa, si trova
Flagstaff, importante stazione sciistica ai piedi dei Picchi di San Francisco e vivace centro universitario. Famosi sono il
suo Centro di Astrogeologia, usato per l'allenamento degli astronauti, e l'Osservatorio Lowell che nel 1934 scoprì il
pianeta Plutone.
Il parco del Grand Canyon si trova 120 km a nord della città.
3o giorno: Grand Canyon - Page - Bryce Canyon, km 440
Passando dall'Arizona allo Utah, dove vige il fuso orario delle Montagne, si perde un’ora.
Ancora panorami spettacolari. La strada che collega il Grand Canyon a Page, dopo aver attraversato il Piccolo Colorado
e toccato la punta settentrionale del Deserto Dipinto, entra nella grande riserva indiana Navajo. Il territorio è desertico e
si vedono rare abitazioni, ma alcuni nativi compaiono lungo la strada per vendere i loro prodotti artigianali.
Usciti dalla riserva si sale fino ad arrivare in vista del lago Powell, il grande bacino artificiale (3000 km di coste) formatosi
in seguito alla costruzione della diga Glen sul fiume Colorado. Le acque del fiume, di un blu intenso, fanno un bel
contrasto con le rocce rosa dei canyon allagati e il paesaggio che ne risulta è decisamente suggestivo. Page è una
cittadina moderna, sorta dove erano le baracche degli operai che avevano lavorato alla diga.
Da Page la strada corre pianeggiante e in un'ora e mezzo si raggiunge Kanab, minuscolo villaggio sorto ai piedi di rosse
montagne utilizzate per ambientarvi scene di film western. Da qui si ricomincia a salire per raggiungere l'ultimo gradino
geologico (2700 metri di altitudine), dov’è il Bryce Canyon.
4p giorno: Bryce Canyon - Zion N.P. - Las Vegas, km 350
In Nevada vige l'orario del Pacifico, quindi si deve riportare l'orologio indietro di un'ora. Prima di far questo però, si
attraversa il Parco Zion percorrendo la panoramica strada n.9.
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A St. George ci si immette di nuovo su un' autostrada che, in un paesaggio di ondulato deserto, porta velocemente alla
mecca del gioco d’azzardo e del divertimento.
5o giorno: Las Vegas - Mammoth Lakes, km 550
Giornata di trasferimento abbastanza faticosa, ma interessante.
L'itinerario può variare secondo la stagione: in primavera e in autunno è possibile attraversare la Valle della Morte; in
estate è assolutamente sconsigliabile. Anche la sosta a Mammoth Lakes può essere sostituita con Fresno se le condizioni
di innevamento del Tioga Pass non permettono il transito. Qui seguiamo l'itinerario estivo.
Si lascia Las Vegas in direzione nord lungo l’autostrada che attraversa il deserto dell'Amargosa passando accanto alle
basi Nellis e Mercuri, note perché vi si effettuarono esperimenti nucleari sotterranei.
Sulla sinistra, al di là dei monti dell'Amargosa, si allunga la Valle della Morte. La strada tocca rari e minuscoli villaggi,
supera Goldfield, dove ci sono ancora miniere in attività, poi Tonopah, che è l'unico centro di una certa importanza.
Attraversato il confine con la California, la strada corre ancora in zona desertica, ma comincia a salire sensibilmente
mentre appaiono in lontananza le montagne della Sierra Nevada. Poi incominciano a vedersi campi coltivati e il
paesaggio cambia completamente. La strada che sale verso Mammoth Lakes si snoda ai piedi della Sierra Nevada,
attraversa ridenti località di villeggiatura e poi punta ai campi da sci che circondano Mammoth Lakes.
6o giorno: Mammoth Lakes - Yosemite N.P., km 167
Vicino a Mammoth Lakes c'è un lago interessante per il suo ecosistema e per le formazioni tufacee che emergono
dall'acqua. Lo si vede bene da Lee Vining, prima di iniziare la salita del Tioga Pass. La bella strada segue il percorso di
una pista indiana scoperta solo nel 1852 dal battaglione Mariposa che inseguiva gli indiani del valoroso capo Tanaya. Si
raggiunge così quota 3300 metri, dove si trova l'entrata est del Parco Yosemite, per poi proseguire fra prati fioriti, laghi,
foreste ed enormi monoliti granitici.
7o giorno: Yosemite N.P - San Francisco, km 350
Si lascia il parco uscendo da ovest o da sud, superando le ultime propaggini della Sierra Nevada occidentale che
digradano verso dolci colline punteggiate da enormi querce californiane.
Ai piedi della sierra inizia la fertile valle di San Joaquin che corre parallela alla costa del Pacifico dalla quale la separa la
catena costiera: vi si produce frutta e verdura. Le cittadine che si attraversano sono tutti ricchi centri agricoli e
commerciali..
Alla fine della fertile pianura si penetra un corridoio ventoso sfruttato per la produzione di energia eolica prima di
raggiungere Oakland, sulla sponda orientale della baia di San Francisco. La città è al di là del Bay Bridge.
8o giorno: San Francisco
Giornata dedicata alla visita della città.
9o giorno: San Francisco - Monterey, km 220
Per raggiungere Monterey da San Francisco ci sono diverse possibilità. Se la giornata è soleggiata e non c'è nebbia, la
strada costiera n.1 è certamente la più panoramica e interessante. Si esce dalla città con la 101 S, si percorre un tratto
della 208 e poi ci si immette sulla 1 S scendendo lungo la costa fino a Santa Cruz e alla baia di Monterey. Se c'è nebbia
è meglio restare all'interno e seguire la 208, una delle più belle autostrade d'America, il vecchio Camino Real che
percorse padre Junipero Serra, il frate francescano che, alla fine del XVIII secolo costruì le missioni californiane. Nel
primo tratto, questa strada costeggia la faglia di San Andrea, il punto dove la placca oceanica si scontra con quella
continentale provocando i terremoti dei quali è spesso vittima quest'area. Lungo la 208 si incontrano anche l'università di
Stanford, a Palo Alto, e la Sylicon Valley, il regno dell'informatica. Arrivati nella zona agricola di Santa Clara, si imbocca
la 17 S che si ricollega alla 1 sulla baia di Monterey, a Castroville, il centro di produzione dei carciofi.
Monterey, capitale della California messicana e importante porto per la pesca di sardine fino alla metà del XX secolo, è
oggi un centro di villeggiatura con un caratteristico porticciolo per imbarcazioni da diporto. Fu amata da Robert L.
Stevenson, l’autore dell'"Isola del tesoro", che visse qui per un certo periodo, e da John Steinbeck che qui ambientò alcuni
suoi romanzi. Conserva ancora diverse dimore storiche, ma il quartiere del porto, Cannery Row, è oggi turistico. A
Monterey potete visitare l'acquario.
Si percorre il lungomare di Pacific Grove fra vecchie casette, giardini fioriti, scogli e campi da golf dove pascolano i cervi,
per raggiungere la penisola ed entrare nel Parco di Del Monte dove si trova la famosa 17 Mile Drive, una bellissima
strada privata che collega Monterey a Carmel. Lungo il percorso si vedono vari campi da golf, sontuose ville un tempo
appartenute a noti attori del cinema, il centro golfistico di Pabble Beach e straordinari paesaggi marini. Si possono
effettuare diverse fermate per ammirare gli animali che vivono lungo la costa: leoni marini, cormorani, pellicani.
Carmel è un tranquillo villaggio sulla baia, abitato da artisti e diventato famoso quando Clint Eastwood ne divenne
sindaco. Interessante da visitare è la missione che si trova all'uscita del paese: una costruzione di stile spagnolo
incorniciata da cascate di fiori, ben tenuta e ancora funzionante. Era la preferita da padre Junipero Serra, il suo
fondatore, che qui riposa.
10o giorno: Monterey - Los Angeles, km 540
Da Monterey si imbocca la strada costiera che entra nella foresta di Los Padres, un fitto bosco di sequoie alle pendici
delle montagne di Santa Lucia, attraversa quindi Big Sur, zona di villeggiatura un po' fuori mano, famosa negli anni
Sessanta perché frequentata da intellettuali, e si snoda poi lungo il fianco delle montagne regalando stupendi scorci di
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mare.
A San Simeon le montagne finiscono e il paesaggio cambia completamente: le foreste e i ripidi pendii lasciano il posto a
un susseguirsi di colline dorate e di spiagge battute dal vento e frequentate soprattutto dai surfisti.
A San Luis Obispo si entra nella zona vinicola della California meridionale che termina con le montagne di Santa Ynez.
La strada torna quindi lungo il mare a nord di Santa Barbara, l'elegante stazione balneare considerata la "Riviera
d'America". La sua atmosfera ispano-moresca, la bella missione francescana, l'elegante edificio del tribunale dalla cui
torre si gode una straordinaria vista panoramica, il caratteristico porticciolo e l'ampio lungomare hanno fatto di Santa
Barbara un luogo ricco di fascino.
Proseguendo verso sud, se si resta lungo la costa si vedono le piattaforme petrolifere istallate a pochi metri dalla
spiaggia.
Los Angeles è vicina, appena oltre le famose spiagge di Malibù.
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Re:USA_Far West
Postato da Pocahontas - 2009/01/02 10:09
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WESTERN
I viaggi di Marta Miuzzo ©
Itinerario di 13-14 giorni da Denver a Colorado Springs
1o giorno: Denver
Denver è detta la “Regina delle pianure”, ma sorge a 1630 metri in un vasto altopiano alle pendici delle Montagne
Rocciose, fiancheggiata dalla parte occidentale da alte guglie e profonde gole. Il Centro Civico, disegnato sul modello di
Washington D.C., è un insieme di prati e giardini nei quali sono collocati gli edifici pubblici fra i quali spicca il Capitol
costruito nel 1894, con la grande cupola ricoperta d'oro (dalla terrazza panoramica si gode lo stupendo scenario delle
Montagne Rocciose. Notevole è anche la US Mint, la zecca che conia oltre cinque miliardi di monetine all'anno. Il
quartiere che affascina maggiormente i turisti è Larimer Square, il vecchio centro, ristrutturato, dove è stata ricreata un
po' dell'atmosfera vecchio west e dove si svolge la vita notturna.
2o giorno: Denver - Glenwood Springs, km 240
Lasciando Denver, ci si dirige a ovest sulla comoda I-70 e si entra nell'incantato mondo delle Montagne Rocciose. La 70
è strada paesaggisticamente stupenda che percorre ampie vallate e salendo passa accanto a laghi e cascate, attraversa
foreste e sfiora profondi abissi. Questo territorio è chiamato “Le 50 miglia della cintura d'oro”: vi si incontrano vecchie città
minerarie diventate ghost town, ma ancora in grado di raccontare la dura vita dei cercatori d'oro. La zona è frequentata
dagli appassionati di sport invernali che qui trovano numerose e ampie piste da sci, ottima organizzazione, natura
incontaminata e tanti comfort.
Denver confina con Golden, località sviluppatasi lungo il torrente Clear come campo base dei pionieri nel 1859. Fu la
capitale dei territori del Colorado nel 1862 e conserva ancora una scuola mineraria importante.
Più avanti si incontra Evergreen, la capitale dell'abete, dove nel 1859 si insediarono i primi taglialegna che fornivano il
legname usato per la costruzione delle miniere.
Idaho Springs ha sorgenti minerali calde già apprezzate dagli indiani Ute che abitavano queste zone.
Georgetown è antico centro minerario che conserva le sontuose case vittoriane che i ricchi proprietari di miniere d'oro e
d’argento si costruirono nel XIX secolo. Si susseguono poi famose località turistiche fra le quali spiccano Keystone, Vail,
elegante cittadina frequentata dal bel mondo, e Glenwood Springs, famosa per le sue grandi piscine di acque minerali
aperte tutto l'anno. La cittadina si trova alla confluenza dei fiumi Roaring Forck, Crystal e Colorado, perciò uno degli sport
più popolari qui è il rafting.
A 16 km, due splendidi laghetti formati dall'erosione, Hanging Lake e Spouting Rock, possono regalarvi qualche ora di
relax.
3o giorno: Glenwood Springs - Moab, km 310
La I-70 continua verso ovest seguendo il corso del fiume Colorado. Dopo Grand Junction, così chiamata perché qui si
uniscono il Gun nison e il Colorado, si entra nel Colorado National Monument.
Seguite i 35 km della Rim Rock Drive, una bella strada panoramica che vi permette di ammirare la Grand Valley dall'alto.
Dai vari terrazzi panoramici potrete vedere Indipendence Rock, Window Rock, Red Canyon e altre montagne circondate
da prati fioriti e boschi di pini e ginepri.
Più oltre entrerete nello Utah e vi troverete su un altopiano desertico. Svoltate sulla 191 S e, dopo aver attraversato il
Colorado, sarete a Moab. Se arrivate prima del tramonto, vi consigliamo di entrare nel Parco degli Archi per godervi lo
spettacolo delle sue rocce rosse incendiate dal sole a Windows Section.
4o giorno: Moab - Lake Powell, km 453
La 191 continua verso sud attraversando una zona priva di interesse fino a Bluff dove si gira sulla 163 S che porta al
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confine con l'Arizona e all'ingresso della Monument Valley. Terminata la visita, sempre all'interno della grande riserva
Navajo proseguite sulla 163 fino a Kayenta dove prenderete la 160 W e infine la 98 che, salendo lungo il secondo
gradino geologico, vi condurrà in vista del lago Powell e a Page, la moderna cittadina sorta dove erano state sistemate le
baracche degli operai che lavorarono alla costruzione della diga Glen sul fiume Colorado.
All'interno della riserva indiana vige l'ora delle Montagne, come in Colorado, ma a Page e nel resto dell'Arizona il fuso è
quello del Pacifico, quindi un'ora in meno.
Gli interessati possono prevedere una giornata dedicata al lago che offre belle escursioni in battello di diversa durata. Un
giro di un'ora permette di vedere la baia di fronte a Wahweap Marina; giri di cinque o più ore conducono all'interno di
suggestivi fiordi e permettono di raggiungere il Rainbow Bridge, un grande arco di pietra modellato dall'erosione che gli
indiani considerano sacro. È anche possibile sorvolare il lago con piccoli aerei che decollano dall'aeroporto di Page.
Un'altra esperienza interessante può essere il rafting sul Colorado, nella zona dove non ci sono rapide e dove è quindi
possibile godere a pieno del paesaggio.
La ALT 89 dal lago porta al lato nord del Grand Canyon.
5o giorno: Lake Powell - Bryce - Kanab, km 358
In tre ore, salendo gradatamente verso l'ultimo gradino geologico, la 89 N (che nell'ultimo tratto diventa la 12) porta al
Bryce Canyon.
Qui dovete tornare al fuso delle Montagne, perciò perdete un'ora.
Per tornare a Kanab usate le stesse strade: ci vorrà circa un'ora e mezzo.
6o giorno: Kanab - Grand Canyon - Gray Mt, km 424
Rientrando in Arizona riacquistate l'ora persa.
La ALT 89 S passa da Fredonia, attraversa la bella foresta di pini dell'altopiano del Kaibab, percorre un tratto del Marble
Canyon, supera il fiume Colorado a Lees Ferry e prosegue verso sud rientrando nella riserva Navajo, arida e desertica
che confina, a sud, con il Deserto Dipinto.
Passato il Little Colorado, sarete a Cameron, antico Trading Post indiano: svoltate quindi sulla 64 W che vi riporterà
dolcemente verso i pini, all'ingresso est del Grand Canyon, bordo sud, a 2300 metri di altitudine.
Se volete fare una puntatina anche al bordo nord, a 2700 metri, dovete fare una deviazione di 140 km (andata e ritorno)
a Jacob Lake.
Gray Mountain, sulla 89, 13 km a sud di Cameron, è buon posto per pernottare.
7o giorno: Gray Mountain - Durango, km 477
Ripercorrete la 89 N per girare sulla 160 E che attraversa tutta la parte nord della riserva Navajo passando da Kayenta e
da Four Corners, il punto dove si toccano i confini di Arizona, Utah, New Mexico e Colorado.
Dopo Cortez inizia la strada che porta al Parco di Mesa Verde: da quel punto Durango dista 58 km.
8o giorno: Durango
La giornata è dedicata alla bella escursione a Silverton, antica città mineraria che si raggiunge con il vecchio trenino che
attraversa una stretta gola. Il treno percorre i 72 km lungo l'Animas Canyon in tre ore e mezzo. Si sale alla stazione di
Durango. A Silverton si può visitare il Museo Storico.
9o giorno: Durango - Santa Fè, km 378
La 550 W conduce ad Aztec, graziosa cittadina che conserva alcune rovine Anasazi ben tenute e perfettamente
restaurate. Da qui, la NM 44 E, seguendo le ultime propaggini delle Montagne Rocciose, conduce alla I-25 N che
raggiunge Santa Fè.
Nel primo tratto il paesaggio è arido e un po' noioso, ma verso la fine la strada attraversa alcune riserve indiane piuttosto
interessanti.
A Blanco potete fare una deviazione di un centinaio di km di strada prevalentemente sterrata e raggiungere il Chaco
Canyon, dove si trovano alcune fra le più interessanti rovine Anasazi, quelle del Pueblo Bonito. Fra i secoli XI e XII
Chaco fu un centro sociale, economico e religioso della più complessa e sofisticata società della regione.
In alternativa potete lasciare la 44 a Cuba e prendere la 126 E che vi permette di attraversare una bella foresta ed
entrare nel Bandelier National Monument, dove si trovano altre interessanti rovine Anasazi. Usciti dal parco, seguendo la
NM 4 E, arriverete a Los Alamos dove lo scienziato Robert Oppenheimer iniziò le sue ricerche sulla bomba atomica che fu
sperimentata il 16 luglio del 1945, 96 km a nord di Alamogordo e, tre settimane più tardi, su Hiroshima e Nagasaki.
Proseguite quindi attraverso una zona di pueblo, fra cui San Ildefonso, e, dopo aver attraversato il Rio Grande, svoltate
sulla 285 S.
10o giorno: Santa Fè
Giornata dedicata alla visita della città.
Santa Fè è l'antico cuore del New Messico e la sua attuale capitale. Qui era il mercato dove si incontravano gli indiani
che scendevano lungo il Santa Fè Trail e qui giunsero i nuovi coloni all'epoca dell'invasione del West. Da qui partiva la
ferrovia per l'estremo ovest del Paese.
Da queste parti la vita è stata dura, violenta, ma anche idilliaca, intensa, ricca di attività artistiche. Oggi Santa Fè è una
delle città più caratteristiche degli USA grazie alle sue connotazioni indie e coloniali spagnole armoniosamente integrate
fra loro. Qui la giornata trascorre in un soffio passeggiando fra la piazza e le vecchie strade dove eleganti negozi o
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semplici indiani offrono il fantasioso artigianato tradizionale: gioielli di turchese, ceramiche, ceste, dipinti di sabbia,
kachinas. Bellissima è la Canyon Road, antico sentiero indiano. Il centro degli artisti agli inizi del XX secolo è oggi una
elegante zona residenziale e turistica.
Le visite più importanti sono: il Palazzo del Governatore, la Cattedrale di San Francesco che conserva l'icona di legno
della Conquistadora, venerata in occasione del Corpus Domini, la Loretto Chapel con la originale scala a chiocciola di
legno priva di supporto centrale. Interessanti sono i musei, tutti allestiti in edifici vicini alla piazza centrale: da vedere
quello delle Arti e della Cultura Indiana.
11o giorno: Santa Fè - Taos, km 115
Gli indiani del New Mexico appartengono a tre gruppi fondamentali: Apaches, Navajo e Pueblo. Questi ultimi vivono qui
da più lungo tempo e con molta provabilità sono i discendenti degli Anasazi che coltivavano la valle del Rio Grande oltre
2000 anni fa e che hanno costruito i grandi centri di Chaco, Aztec e Bandelier. I Navajo e gli Apaches sono arrivati molto
più tardi, poco prima degli Spagnoli.
I Pueblo vivono in 19 gruppi distinti nella parte settentrionale del New Mexico, spesso vicino al Rio Grande. Conservano
antichi costumi, cerimonie e danze anche se hanno adottato il cristianesimo trovandolo affine alle loro credenze. Parlano
cinque diverse lingue e sono conosciuti per le loro bellissime ceramiche che variano da una tribù all'altra. Gli Zuni sono
particolarmente apprezzati per i loro gioielli di corallo, turchese e argento.
Lasciando Santa Fè con la 84 W si entra nel cuore del territorio pueblo. A Espagnola si imbocca la 68 E che corre lungo
il Rio Grande e che fra suggestivi paesaggi conduce a Taos, magica cittadina adagiata sul fianco occidentale delle
montagne Sangre de Cristo. Secondo una leggenda indiana, un'aquila ha deposto qui gli antenati più di 800 anni fa.
Il villaggio è molto bello, l'architettura particolare: sono costruzioni di adobe a più piani, addossate una all'altra e
collegate per mezzo di scale a pioli. Nella plaza si cedono tipici "horno", forni a forma di cupola che vengono utilizzati
ancora oggi. Ai turisti è vietato entrare nelle abitazioni, ma possono accedere alla plaza e al Centro Culturale.
Il Museo di Kit Carson ripercorre la storia della conquista del West e delle lotte contro i nativi. Kit Carson, arrivato a Taos
nel 1826, fu avventuriero, cacciatore, guida nelle battaglie contro gli indiani. Amico di Fremont, lo accompagnò in tutte le
sue spedizioni.
12o giorno: Taos - Colorado Springs, km 390
Si lascia Taos imboccando la US 64 in direzione est. La strada corre attraverso le propaggini sud-orientali delle
Montagne Rocciose fra paesaggi suggestivi e minuscoli paesi appollaiati sulle colline o circondati da fitti boschi.
Cimarron, cittadina di un migliaio di abitanti bagnata dall'omonimo fiume, deriva il nome, che in spagnolo significa
selvaggio, dal fatto che i primi coloni che vi si stabilirono erano allevatori attirati dal gran numero di cavalli selvatici
presenti nella zona. Si sviluppò un agglomerato rude e violento, con saloon frequentati da cowboy, fuorilegge, cacciatori,
commercianti e pionieri di ogni tipo. Il vecchio St James Hotel, restaurato, è lì a testimoniare quei tempi. Ironia della sorte,
oggi la cittadina è più nota perché i Boy Scouts d'America hanno la loro sede nei dintorni, nel ranch-castello Villa
Philmonte.
Da Cimarron a Raton, cittadina vittoriana diventata centro turistic, si percorre un pezzo del vecchio Santa Fè Trail, un
punto pericoloso dove le carovane dei pionieri venivano spesso attaccate da indiani e fuorilegge.
A Raton si imbocca la I-25 N e si inizia la salita verso il passo (2.600 metri) che porta in Colorado. Si continua verso nord
avendo sulla destra le infinite grandi pianure e sulla sinistra i maestosi picchi della catena Sangre de Cristo.
13o giorno: Colorado Springs
La prospera città è appollaiata lungo il Front Range delle Montagne Rocciose. Dedita all’alta tecnologia e importante sede
militare, dispone di sofisticate strutture sportive che permettono ai campioni olimpionici di allenarsi nei vari sport
invernali. I suoi dintorni offrono bellezze naturali che non temono confronti.
A sud, la Royal Gorge, vicino a Canon City (115 S, poi 50 W - 180 km andata e ritorno) è una delle gole più profonde del
Colorado: restringendosi, in alcuni punti, fino a 10 metri, la scavalca il ponte sospeso più alto del mondo. Si può scendere
al fondo, dove scorre il fiume Arkansas ben noto agli appassionati di rafting, con uno spettacolare trenino. Tutt'attorno le
rosse montagne Sangre de Cristo creano un'atmosfera irreale.
La zona di Cripple Creek-Victor, a sud-ovest di Colorado Springs (strada sterrata 122), fu uno dei centri minerari più
leggendari del Colorado e il suo Imperial Hotel è una reliquia dell'epoca. Un treno attraversa spettacolari scenari e
memorie storiche.
Più vicino alla città e quindi di facile accesso è il Pikes Peak. La cima si raggiunge con una comoda strada che parte da
Manitou Springs.
Vicino è anche il Garden of the Gods (il Giardino degli Dei), un parco con particolari formazioni rocciose delle epoche
paleozoica e aesozoica a forma di torre, pinnacolo e fungo.
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Generated: 9 June, 2017, 21:17
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