ESABAC – Épreuve orale de langue et littérature – N°5 1 IL

ESABAC – Épreuve orale de langue et littérature – N°5
IL PAESAGGIO PER L’ESSERE UMANO
Documento N1:
Un giovane, Giovanni Drogo, appena diventato tenente, va
Fortezza Bastiani, vicino al confine.
a cavallo a raggiungere la
La fine della strada non si vedeva. Ogni tanto, ad una curva della valle, si scorgeva di
fronte, altissima, tagliata in coste precipitose, la via che si arrampicava a zig zag. Ci si
arrivava, si guardava allora in su, eccola ancora di fronte, la strada, sempre più alta. (...)
La valle adesso si stringeva, chiudendo il passo ai raggi del sole. Cupe gole laterali si
aprivano ogni tanto, ne scendevano venti gelidi, in cima si scorgevano ripidissimi monti a
cono; due tre giorni, si sarebbe detto, non bastavano a raggiungere la vetta, tanto
sembravano alti.(...) La strada era uscita nuovamente al sole, montagne succedevano a
montagne, adesso più ripide e con alcune pareti di roccia.
(...) Alzandosi sempre più la strada, gli alberi erano finiti, solo rari cespugli rimanevano qua e
là, per il resto prati riarsi, rocce, frane di terra rossa.
(...) L’aria era diventata più fresca, i fianchi delle montagne si arrotondavano, lasciando
presagire le creste finali. (...) Giovanni stava pensando alla vita che lo attendeva, si sentiva
estraneo a quel mondo, a quella solitudine, a quelle montagne.
Dino BUZZATI, Il deserto dei Tartari (1945)
Documento N°2:
Vari personaggi stanno aspettando la metropolitana. Il narratore presenta il luogo dove si
svolge la storia
La città è una città. Solida. Liquida gassosa. Sopra arterie d’asfalto sezionano pietra, vetro,
cemento, acciaio. Sotto, vene di plastica pulsano acqua, feci, energia, informazioni. Intorno
aria: condizionata dentro, addizionata fuori. Dappertutto un continuo viavai di corpi. Lungo
strade e attraverso stanze su e giù per corridoi, ascensori e scale mobili. Seguendo queste
sino in fondo, ci si inoltra nel buio. Nel buio rotto dagli squarci al neon delle stazioni. Nel buio
dove treni corrono veloci. All’ interno di una pausa luminosa, in ventuno aspettano il
prossimo convoglio. Nessuno conosce nessuno e perciò nessuno parla. Tutti aspettano
soltanto. (...)
Caratteri elettronici segnalano quanto resta da aspettare. Mancano meno di dieci minuti. Poi
il treno arriverà.
Giuseppe CULICCHIA Ambarabà (2011)
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ESABAC – Épreuve orale de langue et littérature – N°5
Documento N°3:
Carlo Carrà dopo la nebbia
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