Anteprima Estratta dall' Appunto di Economia dell'innovazione Università : Università degli studi della Tuscia Facoltà : Sc.Politiche Indice di questo documento L' Appunto Le Domande d'esame ABCtribe.com e' un sito di knowledge sharing per facilitare lo scambio di materiali ed informazioni per lo studio e la formazione.Centinaia di migliaia di studenti usano ABCtribe quotidianamente per scambiare materiali, consigli e opportunità Più gli utenti ne diffondono l'utilizzo maggiore e' il vantaggio che ne si può trarre : 1. Migliora i tuoi voti ed il tempo di studio gestendo tutti i materiali e le risorse condivise 2. Costruisci un network che ti aiuti nei tuoi studi e nella tua professione 3. Ottimizza con il tuo libretto elettronico il percorso di studi facendo in anticipo le scelte migliori per ogni esame 4. Possibilità di guadagno vendendo appunti, tesine, lezioni private, tesi, svolgendo lavori stagionali o part time. www.ABCtribe.com ABCtribe.com - [Pagina 1] L' Appunto A partire dalla pagina successiva potete trovare l' Anteprima Estratta dall' Appunto. Se desideri l'appunto completo clicca questo link. Il numero di pagina tra le parentesi tonde si riferisce a tutto il documento contenente l'appunto. Sull'appunto stesso in alcuni casi potrete trovare una altra numerazione delle pagine che si riferisce al solo appunto. Grafico dei voti medi per questo esame: Grafico dei giorni medi per la preparazione di questo esame: Grafico Copyright © ABCtribe.com. Vietata la riproduzione. Grafico Copyright © ABCtribe.com. Vietata la riproduzione. Clicca qui per i grafici aggionati su Economia dell'innovazione >> ABCtribe.com - [Pagina 2] om La stabilizzazione del prezzo Una altro caso di interferenza diretta sulla determinazione dei prezzi è rappresentato dai programmi di stabilizzazione del prezzo, il cui scopo è quello di limitare nel tempo le fluttuazioni del prezzo di alcuni beni. L’autorità preposta al perseguimento di questo obiettivo doveva far sì che il prezzo si mantenesse entro certi limiti. Per giustificare gli interventi di stabilizzazione venne formulato il “teorema della ragnatela”, la quale individua la condizione in presenza della quale il prezzo tende ad essere stabile. Il “teorema della ragnatela” può più comprensibilmente essere designato come la “condizione di stabilità del prezzo di equilibrio”. Tutto parte da una particolare lettura del modello di mercato la cui idea centrale è che dal momento delle scelte di produzione a quello in cui l’offerta arriva sul mercato intercorre del tempo. Ad esempio il produttore di grano decide quanto produrre al momento della semina, ma il grano arriverà sul mercato alla fine dell’annata agraria. Il teorema della ragnatela Questa idea è quindi basata sulle seguenti ipotesi formali: 1. La quantità domandata di un certo prodotto al momento (t) (a parità di tutti gli altri parametri) è funzione del prezzo del bene nello stesso momento. Le decisioni degli acquirenti relative a quanto acquistare dipendono dal prezzo vigente al momento in cui tali decisioni vengono prese: più semplicemente chi compra decide quanto comprare in base al prezzo che trova sul mercato. 2. La quantità offerta al momento (t) è funzione del prezzo al momento (t-1) (dove t-1 indica l’inizio del ciclo di produzione e quindi nel nostro caso l’inizio dell’annata agraria). Quindi nel caso del grano la quantità di grano offerta in un dato momento non dipende dal prezzo in quel momento, ma dal prezzo del grano che vigeva al momento in cui si è deciso quanto produrre. rib e.c 3. la condizione di equilibrio è che la quantità domandata sia uguale alla quantità offerta: qdxt = f (pxt) >>> qsxt = g (pxt-1) >>> qdx = qsx La differenza tra questo modello e il consueto modello di mercato è che le variabili sono datate, viene cioè preso in considerazione uno sfasamento temporale per ciò che riguarda il prezzo rilevante della quantità offerta. Tenendo conto di queste ipotesi, il prezzo di equilibrio si dice: Ct stabile – se essendosi per cause accidentali allontanato dalla condizione di equilibrio, una volta rimossa la causa tende a ritornare al valore di equilibrio; AB metastabile - se essendosi per cause accidentali allontanato dalla condizione di equilibrio, una volta rimossa la causa tende a fluttuare intorno al valore di equilibrio, senza raggiungerlo mai; instabile - se essendosi per cause accidentali allontanato dalla condizione di equilibrio, una volta rimossa la causa tende a fluttuare con fluttuazioni sempre più ampie, che lo allontanano dalla posizione di equilibrio. Il teorema della ragnatela individua la condizione di stabilità del prezzo di equilibrio, individuando le condizioni in presenza delle quali si verificano i tre casi illustrati. L’analisi è basata sul confronto tra la pendenza della curva di offerta e la pendenza della curva di domanda, nell’intorno del punto di equilibrio (realmente è un confronto tra l’elasticità dell’offerta e l’elasticità della domanda): Prezzo stabile (fluttuazioni convergenti)– la pendenza della curva di offerta è maggiore della pendenza della curva di domanda, intorno al punto di equilibrio. Prezzo metastabile (fluttuazioni continue) – la pendenza della curva di offerta è uguale alla pendenza della curva di domanda, intorno al punto di equilibrio. Prezzo instabile (fluttuazioni divergenti) – la pendenza della curva di offerta è inferiore alla pendenza della curva di domanda, intorno al punto di equilibrio. Questa analisi teorica è difficilmente accettabile per una serie di ragioni: Non fornisce una spiegazione del perché il prezzo dovrebbe spostarsi dall’equilibrio; in assenza di motivazioni bisogna supportate che il prezzo di equilibrio venga mantenuto. L’analisi utilizza un apparato statico per uno studio dinamico, basando il teorema sull’ipotesi che le curve non si modifichino nel tempo; tuttavia sia le condizioni della domanda, sia quelle dell’offerta sono soggette a cambiamenti nel tempo. L’analisi presuppone l’assenza di aspettative oppure la “perfetta stupidità”, da parte dei produttori, visto che il teorema da per scontato che i produttori prendano le loro decisioni di anno in anno come se il prezzo formatosi sul mercato in un dato momento non dovesse mai cambiare; le cose non stanno così, Economia dell’innovazione 26 di 51 ABCtribe.com - [Pagina 3] perché quando si passa da una situazione statica ad una dinamica bisogna introdurre le aspettative, ma in questo caso il teorema non reggerebbe. I programmi di stabilizzazione del prezzo Come già detto il “teorema della ragnatela” è il supporto teorico ai programmi di stabilizzazione del prezzo, che hanno lo scopo di impedire deviazione eccessive del valore fissato per un determinato bene, mantenendo l’oscillazione del prezzo entro certi limiti. Per evitare che il prezzo diventi troppo alto oppure che diventi troppo basso, l’ente preposto al mantenimento deve disporre di stock del bene in questione: Quando il prezzo tende ad essere troppo alto, attinge lo stock di cui dispone e immette sul mercato un certa quantità di bene: somma quindi la sua offerta, all’offerta di mercato così da contenere l’ascesa del prezzo. Quando il prezzo tende ad essere troppo basso, acquista una certa quantità di bene (stoccandolo): somma quindi la sua domanda, alla domanda di mercato, così da contenere la discesa del prezzo. In questo modo: l’ente rende meno scarso il bene in periodi di scarsità, attingendo alle sue scorte e immettendole sul mercato; AB Ct rib e.c om l’ente rende meno abbondante il bene in periodi di abbondanza, ricostituendo le sue scorte nei periodi di ampia disponibilità. Acquistando quando il prezzo è basso e rivendendo quando il prezzo è alto, l’ente riesce a stabilizzare il prezzo. La stabilizzazione funziona se l’ente opera nelle due direzioni, o meglio se una volta vende e poi la volta successiva compra. Se operasse esclusivamente in una direzione si ricadrebbe nell’ipotesi di prezzo minimo oppure nell’ipotesi di prezzo massimo. Le obiezioni più importanti al programma nascono proprio da queste ultime considerazioni. Cioè se l’ente responsabile del programma acquistasse quando il prezzo basso e vendesse quando il prezzo alto, allora sarebbe un ente che produrrebbe utili e quindi il programma sarebbe in grado di autofinanziarsi. Già, ma se il programma di stabilizzazione produce utili, perché affidarlo ad un ente pubblico ? Se fosse possibile guadagnarci l’operazione verrebbe condotta direttamente dagli “speculatori”, cioè da coloro che sono specializzati nell’arbitraggio dei prezzi. E poi, se i programmi di stabilizzazione operassero come previsto, gli enti incaricati dovrebbero essere in attivo, ma l’esperienza ci dice che questo non accade e che tutti i programmi si chiudono in passivo. La realtà invece ci dice che l’applicazione di un programma di stabilizzazione del prezzo finisce per ricadere nel meccanismo del prezzo minimo. Infatti anche quando si riconosce che questi programmi sono dannosi, essi non vengono abbandonati per le stesse ragioni già citate nel caso del prezzo minimo. Soggetto alle forti pressioni dei produttori, l’ente tende a stabilizzare il prezzo ad un livello alto e in questo caso si finisce per ricadere nell’ipotesi di “prezzo minimo” perché l’ente è costretto continuamente ad acquistare. Le operazioni di stabilizzazione diventano asimmetriche, l’ente procede sempre nella stessa direzione e finisce in passivo. 8. Prezzi relativi ed elasticità L’elasticità della domanda La legge della domanda ci ha permesso di individuare la direzione dell’influenza del prezzo sulla quantità domandata: la variazione della quantità domandata ha luogo in senso inverso alla variazione del prezzo. Questa legge non ci consente di determinare la misura di tale influenza, sappiamo come la quantità varia in funzione del prezzo, ma non sappiamo quanto. Per fornire questa risposta dobbiamo ricorrere al concetto di elasticità della domanda, la quale misura la reattività della quantità domandata alle variazioni di prezzo. Esistono diverse misure dell’elasticità, ma in questa analisi faremo riferimento ad una sola di questa, il coefficiente di elasticità puntuale, che misura l’elasticità in un determinato punto della curva di domanda. Il coefficiente di elasticità puntuale della domanda rispetto al prezzo è il rapporto tra la variazione relativa (o percentuale) della quantità e la variazione relativa (o percentuale) del prezzo: E = - (dq/q) : (dp/p) = - (dq/dp) x (p/q) (dove “dq” è la variazione della quantità, “q” è la quantità originaria; “dp” è la variazione del prezzo e “p” è il prezzo originario. Trattandosi della misura dell’elasticità in un punto, le variazioni sono infinitesime) Il coefficiente di elasticità puntuale è uguale al rapporto tra la variazione della quantità e la variazione del prezzo, che moltiplica il rapporto tra prezzo e quantità. Economia dell’innovazione 27 di 51 ABCtribe.com - [Pagina 4] Questo documento e' un frammento dell'intero appunto utile come anteprima. 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