LA SECONDA GUERRA MONDIALE  UNITÀ 10
1. 1939-40: LA GUERRA LAMPO
L'AGGRESSIONE DELLA POLONIA
L'1 settembre 1939 la Germania attaccò la Polonia e la costrinse alla resa nel giro di tre settimane. Il 3 settembre, la
Francia e la gran Bretagna dichiararono guerra alla Germania; e il 17 settembre, utilizzando il patto MolotovRibbentrop, l'unione sovietica iniziò l'occupazione della parte orientale della Polonia: cosi, lo stato polacco venne
diviso in due parti. Uno degli episodi più sanguinosi avvenne nella foresta di Katyn, in Russia, dove i sovietici uccisero
migliaia di polacchi e gettarono i corpi in fosse comuni.
Sul fronte orientale vi fu una fase di stallo. L'esercito franco-inglese e quello tedesco si fronteggiarono dietro le linee
difensive (SIGFRIDO tedesca e MAGINOT francese), senza combattere, per questo motivo fu chiamata la "strana
guerra" (drôle de guerre).
Nell'Europa orientale, l'armata rossa continuò la propria offensiva occupando la Lituania, la Lettonia e l'Estonia,
dopodiché. Decise di attaccare la Finlandia.
LA "GUERRA LAMPO"
Nella fase di stallo, i tedeschi riorganizzarono le proprie forze. Il 9 aprile 1940 la Germania attaccò e occupò la
Danimarca e la Norvegia. In questo modi coinvolse la Scandinavia nel conflitto, in modo da accerchiare la gran
Bretagna, e impadronirsi delle basi navali e delle miniere di ferro di quelle regioni. La Germania sembrava in grado di
realizzare una "guerra lampo" (blitzkrieg), poiché questa era l'unica strategia che offriva possibilità di successo alla
Germania: infarti, i tedeschi non avevano le risorse economiche per condurre una guerra di logoramento. Il 10
maggio 1940 (piano Manstein).
Le truppe tedesche invasero il Belgio e l'Olanda e puntarono su Parigi. Qui i francesi e gli inglesi si trovarono
accerchiati e con difficoltà riuscirono ad imbarcarsi a Dunkerque per ritirarsi in Inghilterra. L'esercito tedesco occupò
il nord della Francia e raggiunse Parigi il 14 giugno. Per la Francia si aprirono due possibilità o continuare il conflitto
con la Germania (suggerito da Reynaud) o scendere a patti con essa (suggerito da Henri-Philippe Pétain).
Prevalse la seconda ipotesi e Pétain iniziò le trattative con gli occupanti. L'armistizio tra la Francia e la Germania fu
concluso il 22 giugno 1940. Secondo le sue clausole, il territorio francese venne diviso in due parti:
 La Francia centro-settentrionale restò sotto l'occupazione tedesca.
 Nella parte centro-meridionale si costituì un governo collaborazionista con sede a Vichy e guidato da Pétain.
Ma il generale Charles De Gaulle (s’imbarca da Dunkerque), che si era rifugiato a Londra dopo la disfatta della
Francia, lanciò attraverso la radio inglese un invito ai "francesi liberi" affinché resistessero agli invasori.
L'INTERVENTO DELL'ITALIA
Nel 1939, Mussolini si era impegnato con il Patto d'acciaio ad aiutare la Germania in caso di guerra. Tuttavia l'Italia
non era pronta, perciò il governo nazista annunciò la NON BELLIGERANZA (non combattere): l'Italia non entrava in
guerra, ma nemmeno di manteneva neutrale.
I successi della Germania, però, indussero Mussolini a pensare che la guerra si sarebbe risolta in fretta a vantaggio
dei tedeschi e quindi partecipandovi avrebbe goduto anche l'Italia dei profitti della vittoria. Per. Questo motivo
Mussolini disse che l'Italia aveva bisogno "di qualche migliaio di morti da gettare sul tavolo della pace".
Il 10 giugno 1940, l'Italia entrò in guerra contro la Francia e l'Inghilterra. L'attacco alla Francia venne criticato dagli
avversari di Mussolini come una "pugnalata alla schiena".
LA DEBOLEZZA DELL'ITALIA
Mussolini aveva però sottovalutato la forza della gran Bretagna, inoltre, l'esercito italiano disponeva di armamenti
arretrati e insufficienti. Il primo tentativo fu quello di strappare Malta agli inglesi fallì. Dopo un iniziale successo,
l'attacco fu fermato.
Il fallimento più grave fu il tentativo di invasione della Grecia (28 ottobre 1940), ma l'esercito italiano venne
respinto e subì gravi perdite. Sia in Africa sia in Grecia solo l'intervento dei tedeschi (guidati dal generale Rommel,
definito la volpe del deserto) avrebbe consentito di riprendere la conquista.
LA "BATTAGLIA D'INGHILTERRA"
Dopo la sconfitta della Francia, solo la gran Bretagna poteva continuare la guerra contro la Germania. Nel maggio
1940 divenne primo ministro Winston Churchill che aveva disapprovato la politica di appeasement. Hitler cercò. Di
aprire le trattative con la gran Bretagna, mostrandosi disposto a firmare la pace purché gli fossero riconosciute le
conquiste, ma Chirchill non era disposto ad accettare tale condizione, perciò Hitler proseguì l'offensiva militare. Tra
agosto e settembre 1940, i tedeschi tentarono la mossa decisiva: lo sbarco sulle coste britanniche, la cosiddetta
Operazione leone Marino. Ma per invadere la gran Bretagna era indispensabile distruggere l'aviazione inglese. La
RAF (royal air force), l'aviazione britannica e la LUFTWAFE, la forza aerea tedesca si scontrarono nella "battaglia
d'Inghilterra". Londra e altre città inglesi subirono drammatici bombardamenti. Ma la RAF riuscì a infliggere ai
tedeschi pesanti perdite. Perciò il 17 settembre Hitler dovette rinunciare al progetto di invadere la Gran Bretagna.
Con questa battaglia finisce l'illusione di una guerra lampo e si passa ad una guerra di logoramento.
Per i tedeschi il bilancio era comunque positivo: erano state compiute conquiste strategicamente importanti; l'Italia,
sebbene con risultati deludenti, si era schierata al fianco di Hitler; erano stati rafforzati anche i legami con il
Giappone, giungendo (27 settembre 1940) alla firma del patto tripartito.
2. 1941: LA GUERRA MONDIALE
LA GERMANIA A SOSTEGNO DELL'ITALIA
Nella primavera del 1941 la Germania fu costretta a intervenire a sostegno dell'Italia:
 Nel nord Africa, le truppe naziste, guidate dal generale Erwin Rommel, giunsero a pochi chilometri dal canale di
Suez.
 Nei Balcani, la Germania conquistò la Iugoslava, la Grecia e l'isola Creta e impose alleanze forzate a Romania e
Bulgaria.
L'Italia rinunciò a qualsiasi illusione di poter svolgere un ruolo autonomo nella guerra.
L'INVASIONE DELL' URSS
I motivi che inducono Hitler alla conquista dell' Unione Sovietica erano:
 I popoli slavi erano ritenuti inferiori.
 L' Unione Sovietica era la patria del comunismo e andava sconfitto.
 La Russia era un territorio ricchissimo di MATERIE PRIME (vero obiettivo, poiché la guerra oramai non é più
lampo e Hitler ne ha bisogno), di cui la Germania aveva bisogno per poter proseguire il conflitto.
Il 22 giugno 1941, la Germania invase la Russia seguendo il cosiddetto PIANO BARBAROSSA. Esso prevedeva
l'annientamento della resistenza nemica. All'impresa partecipò anche l'Italia inviando il CSIR (Corpo di Spedizione
Italiano in Russia). I sovietici persero, ma riuscirono a resistere. Col sopraggiungere del lungo e freddo inverno russo,
si passò dalla "guerra lampo" alla guerra di logoramento.
L' ATTACCO GIAPPONESE AGLI STATI UNITI
Negli anni Trenta, il Giappone aveva intrapreso una aggressiva politica espansionistica in Cina. Le conquiste misero il
Giappone in contrasto con la Gran Bretagna, la Francia e soprattutto gli Stati Uniti per il controllo del Sud-Est asiatico
e del Pacifico. Con l'Unione Sovietica, il Giappone strinse nell'aprile 1941 un patto di neutralità.
L'espansionismo nipponico era una tipica manifestazione di imperialismo ed era espressione di una nazione in lotta
contro l'ingerenza occidentale. Il Giappone diede fiato al nazionalismo asiatico, che avrebbe influenzato anche i
futuri assetti post-bellici. Nel luglio 1941, i Giapponesi occuparono l' Indocina francese. Gli stati uniti reagirono
imponendo il blocco delle esportazioni verso il Giappone: un provvedimento pesantissimo per uno Stato povero di
materie prime e deciso a sostenere una politica di grande potenza.
Il 7 dicembre 1941 i giapponesi attaccarono la flotta degli stati uniti ancorata a Pearl Harbor. Le navi statunitensi
furono quasi completamente distrutte.
Il giorno dopo, l' 8 dicembre, gli stati uniti e la gran Bretagna dichiararono guerra al Giappone, che veniva subito
sostenuto dalla Germania e dall'Italia: la guerra si era estesa a tutto il mondo.
 BATTAGLIA NAVALE
1. ATLANTICO (1939-1945): Italo-Tedeschi contro gli Alleati  vincono gli Alleati, i quali liberano anche il Nord
Africa.
2. PACIFICO (1941-1945): Giappone e USA  vince l’USA e il Giappone firma la resa.
LA FINE DELL' ISOLAMENTO DEGLI STATI UNITI
Negli anni trenta gli stati uniti avevano proseguito la propria politica di isolamento, ma il presidente Roosevelt nel
1940, si impegnò in senso opposto. Nel marzo 1941 venne approvata la Legge affitti e prestiti (contro
l’isolazionismo) attraverso la quale veniva fornito materiale bellico ai paesi antifascisti e soprattutto alla Gran
Bretagna.
L'avvicinamento fra la gran Bretagna e gli USA si concretizzò nella redazione della CARTA ATLANTICA (agosto 1941,
venne firmata nell’Atlantico sulle nevi degli Alleati: Churchill e Roosevelt): nel documento si affermavano i principi di
collaborazione tra gli Stati e autodeterminazione dei popoli.
L'attacco giapponese di Pearl Harbor indusse gli Stati Uniti ad abbandonare definitivamente l'isolazionismo.
L'intervento in guerra determinò un forte sviluppo della produzione industriale.
 Hitler nel 1941 ha ancora la meglio e oltre a controllare l’Europa, controlla anche il pacifico.
3. IL DOMINIO NAZISTA IN EUROPA
LA SUPREMAZIA DELLA “GRANDE GUERRA”
Nel 1942 il dominio della Germania nazista in Europa raggiunse la massima espansione. Il nazismo voleva costruire
una "nuova Europa" basata sulla supremazia della Germania e sulla subordinazione dei popoli alleati e di quelli
sottomessi. Al vertice c'era la GRANDE GERMANIA, dopo si trovano i paesi satelliti e al di sotto i territori conquistati
militarmente. La supremazia doveva spettare alla "razza ariana". I popoli slavi dovevano fornire manodopera e le
risorse necessarie a sostenere l'economia del Reich.
LO STERMINIO DEGLI EBREI
Gli ebrei dovevano essere completamente sterminati e vennero costruiti più di 900 lager, campi di concentramento
e di sterminio in Germania, Polonia,Austria, Cecoslovacchia. I loro nomi sono: Auschwitz, Buchenwald, Mauthausen,
Dachau, Treblinka e molti altri.
In Germania gli ebrei erano stati sottoposti a discriminazioni e poi deportati nei campi di prigionia. Qui dovevano
lavorare fino allo sfinimento e morivano di fame, di stenti e di malattie. Quelli che non erano in grado di lavorare
venivano uccisi nella camere a gas.
Nel 1942 Hitler decise di mettere in atto la SOLUZIONE FINALE, cioè lo sterminio organizzato di tutti gli ebrei in
Europa. Si realizzò così l'OLOCAUSTO (sacrificio) o come preferiscono dire gli ebrei, la SHOAH (catastrofe, scongiura).
Si trattò di un vero e proprio genocidio, ossia dello sterminio di un intera popolazione.
Nei lager nazisti morirono circa 6 milioni di ebrei, per lo più russi, polacchi e tedeschi e oltre mezzo milione di zingari.
La ferocia del dominio nazista rendeva impossibile qualsiasi operazione, tanto che vi fu un tremendo massacro dive
fu repressa la sollevazione nel ghetto di Varsavia ( aprile 1943): su 450 000 persone i sopravvissuti furono solo
50 000.
LA RESISTENZA AL NAZISMO
In tutti i paesi occupati dai nazisti si svilupparono movimenti di opposizione e di liberazione.
La RESISTENZA al nazismo ebbe modalità, tempi ed esiti molto diversi. In Francia la reazione venne guidata dal
generale De Gaulle.
In Iugoslavia i partigiani comunisti di Tito riuscirono a cacciare i Tedeschi senza alcun aiuto esterno.
Nella stessa Germania una parte dell'esercito si oppose al regime arrivando a organizzare un attentato ad Hitler (20
luglio 1944) che però fallì. In Italia la resistenza fu un fenomeno complesso al cui interno si manifestarono profondi
contrasti politici.
Coloro che combatterono contro il nazismo, spesso miravano anche a realizzare (una volta finita la guerra) una
trasformazione politica della società. Si può dire che la resistenza fu una sorta di "laboratorio politico" decisivo per
gli assetti futuri delle nazioni liberate.
 La RESISTENZA al nazismo con l’obiettivo di denazificare l’Europa, vennero costituiti gli schieramenti della
guerra fredda.
 Il termine che indica la reazione dei tedeschi alla resistenza da parte dei partigiani è RAPPRESAGLIA, qui
non vengono presi di mira gli eserciti avversari, ma i civili, accusati di aver aiutato e nascosto i partigiani.
IL COLLABORAZIONISMO
Il collaborazionismo è il fenomeno che si verificò in opposizione alla resistenza e in tutti i paesi occupati vi erano
persone o gruppi che appoggiavano gli invasori.
Un esempio fu quello del norvegese Vidkun Quisling, che fu a capo del governo collaborazionista creato a Norvegia
nel 1942. Il termine quisling, da allora, fu usato per indicare il collaborazionismo più servile; infatti, anche i cittadini si
schierarono dalla parte dei nazifascisti ed erano animati, da una parte da un acceso antibolscevismo, dall'altra parte
dalla volontà di "collaborare" con un nemico che ormai ritenevano vincitore.
4. 1942-43: LA SVOLTA  Nella prima guerra mondiale l’anno della SVOLTA fu il 1917; nella seconda
guerra mondiale, con il termine svolta, si intende quel periodo in cui le sorti della guerra
iniziano a capovolgersi.
LA GUERRA NEL PACIFICO
L'entrata in guerra degli Stati Uniti determinò le prime sconfitte per gli eserciti del Patto Tripartito. Nei primi mesi del
1942 il Giappone ottenne successi straordinari e arrivò ad occupare territori vastissimi, ma gli Stati Uniti
rovesciarono la situazione e riportarono alcune importanti vittorie nel Mar dei Coralli (maggio 1942) , nei pressi
delle isole Midway (giugno 1942) e a Guadacanal, nelle isole Salomone (agosto 1942-febbraio 1943). Con queste
vittorie l'offensiva giapponese venne firmata e gli Usa iniziano a controllare il pacifico e ciò significa controllare
l'economia.
LA BATTAGLIA DI EL ALAMEIN
Anche nell'area dell'Atlantico si manifestò la superiorità degli alleati, qui i sommergibili tedeschi attaccavano le navi
che dagli Stati Uniti portavano rifornimento alla Gran Bretagna, ma gli Stati Uniti ebbero comunque la meglio, tanto
che una volta battuti i tedeschi nella "battaglia dell'Atlantico", gli Alleati si spostare in Africa.
In quest'area il generale Rommel era riuscito a entrare nel teritorio egiziano, qui il genrale inglese Bernard Law
Montgomery guidò la controffensiva alleata che culminó nella battaglia di El Alamein.
Gli Italo-Tedeschi furono sconfitti e dovettero ritirarsi. Nel maggio 1943 tutto il Nord Africa era nelle mani degli
Alleati.
 Non avevano i viveri ma riuscirono comunque a resistere per 7-8 mesi, poi vi fu lo sbarco a Pantelleria e
la successiva liberazione dell’Italia.
LA BATTAGLIA DI STALINGRADO
Sul fronte orientale, lo scontro tra Russi e Tedeschi diventava molto più lungo e difficile di quanto avesse previsto
Hitler.
Nel giugno 1942 la Germania lanciò un'offensiva con l'obiettivo di conquistare le regioni del Caucaso, ricche di
petrolio. All'impresa parteciparono anche 230 000 soldati italiani dell'ARMIR (Armata Italiana in Russia) da dove ne
tornarono solo 20 000, inviati da Mussolini per rafforzare il Corpo di Spedizione Italiano in Russia (CSIR). Ciò era un
contingente male equipaggiato e privo di armi adeguate, che andò incontro a una delle più grandi tragedie di questa
guerra.
Nel luglio 1942 iniziò la terribile battaglia di Stalingrado. La città venne assediata per sette mesi, nelle strade e nei
quartieri si svolsero dei combattimenti sanguinosi. Nel febbraio 1943 i sovietici costrinsero i tedeschi alla resa e così,
l'armata tedesca e italiana si ritirarono. A Stalingrado i Tedeschi subirono la più grande sconfitta dall'inizio della
guerra, capovolgendo le sorti del conflitto.
LO SBARCO ALLEATO IN ITALIA
Dopo la vittoria in Africa, gli Anglo-Americani avevano assunto il controllo del Mediterraneo e poterono aiutare
l'Italia. Il primo passo fu l'occupazione dell'isola di Pantelleria (giugno 1943). Poi, il 10 luglio, gli Alleati sbarcarono in
Sicilia; il 23 luglio occuparono Palermo e nel giro di un mese si impadronirono di tutta l'isola.
Gli Anglo-americani vengono accolti come liberatori e grazie al loro aiuto, il fascismo precipitò.
Nell'inverno 1942-43 varie città italiane furono colpite dai bombardamenti degli Alleati e ciò aumentò il malcontento
della popolazione. La protesta scoppiò nel marzo 1943, quando si verificarono scioperi degli operai a Torino, questi
erano i primi scioperi che si verificarono dall'avvento del fascismo e gli unici nell'Europa occupata.
LA CADUTA DEL FASCISMO
La caduta del fascismo non fu determinata dalle proteste popolari, nella notte tra il 24 e il 25 luglio 1943 il duce
venne messo in minoranza dal Gran Consiglio del fascismo. Il re Vittorio Emanuele III esonerò Mussolini dalla carica
di primo ministro e lo fece immediatamente arrestare. L'incarico di formare il nuovo governo venne affidato al
maresciallo Pietro Badoglio, mentre Mussolini veniva condotto prigioniero sul Gran Sasso, con questo l'apparato
fascista inizia a sfaldarsi.
Badoglio contattò gli Alleati e il 3 settembre 1943 a Cassibile, in Sicilia, firmó l'armistizio, che fu reso pubblico solo l'8
settembre. Ma, né alla popolazione né all'esercito vennero fornite le indicazioni necessarie per far fronte alla nuova
situazione.
Il re e Badoglio abbandonarono Roma per trasferirsi a Brindisi e mettersi sotto la protezione degli Alleati. Il 9
settembre gli Alleati sbarcarono a Salerno, ma la loro a avanzata venne fermata dai Tedeschi che si stanziarono
lungo la linea Gustav, a Cassino (Frosinone). Qui l'offensiva alleata venne bloccata fino alla primavera del 1944.
Intanto, il 12 settembre 1943, i tedeschi liberarono Mussolini dalla prigionia del Gran Sasso e pochi giorni dopo il
duce costituì a Nord un nuovo stato fascista sottomesso alla Germania, la Repubblica Sociale Italiana (RSI), con
capitale a Salò (sul lago di Garda) e questo è un governo collaborazionista.
Da questo momento iniziò in Italia la lotta di liberazione.
5.
1944-45: LA VITTORIA DEGLI ALLEATI
L’AVANZATA DEGLI ALLEATI
Nel 1944 gli eserciti anglo-americani proseguirono la loro avanzata. In Italia gli alleati sfondarono la linea Gustav e
liberarono Roma (4 giugno). I tedeschi furono costretti a ritirarsi verso nord e si stanziarono lungo la linea gotica,.
Che andava da Rimini a La Spezia. Ma l'avanzata degli alleati si fermò per l'inverno e riprese a primavera.
Nell'area del pacifico gli stati uniti costrinsero i giapponesi ad abbandonare tutti i territori occupati.
Sul fronte orientale, intanto, proseguiva l'avanzata sovietica.
 La pianura padana è importante per le industrie e per l’atterraggio degli aerei.
LO SBARCO IN NORMANDIA
Il 1944, per gli Alleati, fu l’anno dell’apertura in Europa di un secondo fronte dopo quello italiano. La decisione fu
presa nella Conferenza di Teheran in cui si incontrarono Stalin, Churchill e Roosevelt; i tre alleati scelsero di attuare,
nella primavera del 1944, uno sbarco in Normandia, nel Nord della Francia: l’operazione Overlord. Nella notte tra il 5
e il 6 giugno, sotto il comando del generale americano Dwight Eisenhower.
I tedeschi, che si aspettavano uno sbarco a Calais e avevano concentrato le loro forze lì, resistettero, ma dopo due
mesi di combattimenti gli Alleati riuscirono a sfondare le difese tedesche e dilagarono nel Nord della Francia. Un
secondo sbarco di truppe americane venne effettuato in Provenza il 15 agosto (operazione Dragon). Il 26 agosto
1944 gli alleati e il generale De Gaulle entravano trionfanti a Parigi; a metà di settembre, la Francia era
completamente libera.
LA RESA DELLA GERMANIA
La Germania fu sottoposta da parte degli alleati a continui bombardamenti che distrussero completamente alcune
città, come Dresda e Amburgo, ma né i bombardamenti né le vittorie degli alleati convinsero Hitler alla resa il fuhrer
ordinò alla Germania la MOBILITAZIONE TOTALE, chiamando alle armi anche i giovanissimi. In questo modo
l’avanzata degli alleati venne ritardata di qualche mese.
Nella primavera del 1945 la Germania si trovò presa tra due fuochi: a ovest gli Anglo-americani, a est i sovietici. Il 7
marzo 1945 le truppe alleate superarono il reno ed entrarono in Germania. Intanto l’armata rossa entra in Austri e il
13 aprile giunge a Vienna.
Il 25 APRILE 1945 le avanguardie americane si incontrarono con le avanguardie sovietiche presso il fiume Elba. Negli
stessi giorni l’Italia venne liberata e i tedeschi iniziarono la ritirata. Il 30 aprile Hitler si suicidò, proprio mentre i russi
stavano entrando a Berlino. Il suo successore, l’ammiraglio Karl Donitz, firmò il 7 maggio 1945 la RESA SENZA
CONDIZIONI. Per la Germania la guerra si concludeva con circa sei milioni di morti.
 Battaglia delle Ardenne, dove gli Usa hanno subito moltissime perdite, perché avevano le divise estive e
per sopravvivere al freddo dell’inverno (non pensavano di metterci così tanto) utilizzano le divise
invernali tedesche e per questo motivo molti alleati vennero uccisi.
 Inoltre, gli Stati Uniti portavano e “donavano” pane bianco, cioccolato, sigarette e penicillina ai popoli.
LA SCONFITTA DEL GIAPPONE
Nel 1945 la guerra però proseguiva nell’Oceano Pacifico. I giapponesi resistettero affidandosi anche ai kamikaze,
piloti suicidi che si lanciavano sulle navi nemiche con aerei carichi di esplosivo, ma il Giappone venne comunque
sconfitto. Il 12 aprile 1945 il presidente Roosevelt morì e gli succedette Harry Truman, il quale decise di piegare
definitivamente il Giappone usando la bomba atomica. Lo scopo era quello di dimostrare al mondo la superiorità
militare raggiunta dagli Stati Uniti.
Il 6 agosto 1945 una bomba atomica rase quasi completamente al suolo la città giapponese di Hiroshima. Il 9 agosto,
la stessa sorte toccò a Nagasaki. Il giorno prima, l’8 agosto, l’Unione sovietica aveva dichiarato guerra al Giappone,
aprendo le ostilità in Manciuria e in Corea. Al Giappone non restava che chiedere la resa senza condizioni che venne
firmata il 2 settembre 1945.
Era la fine della seconda guerra mondiale, che provocò 50 milioni di morti.
6. DALLA GUERRA TOTALE AI PROGETTI DI PACE
LA GUERRA TOTALE
La seconda guerra mondiale è intesa come:
- GUERRA TOTALE, perché fu un evento mondiale e fu combattuta su cinque continenti; inoltre, venne coinvolta la
popolazione civile: non esisteva più un fronte, tutti, militari e civili, si trovavano in prima linea. Negli Stati Uniti e
in Gran Bretagna, non ci furono difficoltà nella diffusione dei beni alimentari, lo stesso non si può però dire della
situazione per molti altri stati, dove la situazione si faceva sempre più grave a causa della diminuzione della
produzione agricola e la distruzione delle struttura di trasporto.
- GUERRA TECNOLOGICA, perché vennero utilizzati nuovi strumenti e soprattutto nuove tecniche d’attacco
sempre più distruttive; degli esempi sono: i radar, i sottomarini, i carri armati, i bombardamenti aereo e la
bomba atomica. Inoltre molte industrie vennero riconvertite per la produzione bellica e si fece ampio ricorso alla
manodopera femminile.
UNA GUERRA IDEOLOGICA
Durante la seconda guerra mondiale le motivazioni ideologiche degli Stati belligeranti vennero sostenute dai mezzi di
comunicazione, come il cinema e la radio. I nazisti sostenevano la superiorità della razza ariana; la loro avanzata,
veniva presentata come una vittoria contro le decadenti democrazie occidentali e la degenerazione bolscevica. Ciò
avveniva anche nell’Italia fascista e nell’imperialismo nipponico.
LA CARTA ATLANTICA
Le potenze alleate, si riunirono per firmare la Carta Atlantica. Questa fu firmata da Roosevelt e da Churchill
nell’agosto del 1941 e sancì la solidarietà ideale e politica tra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, tanto che
enunciarono in otto punti alcuni principi di ordine generale: il diritto dei popoli alla autodeterminazione, la
disponibilità a facilitare i rapporti di collaborazione commerciale tra gli Stati, l’auspicio di un disarmo generalizzato.
Gli Stati Uniti sconfessavano il loro isolazionismo e si mostravano intenzionali a svolgere un ruolo di guida
internazionale allo scopo di raggiungere e mantenere la pace. Il 26 gennaio 1942 ventisei Paesi si proclamarono
NAZIONI UNITE.
LA CONFERENZA DI TEHARAN
Verso la fine del 1943 la guerra era giunta ad una svolta favorevole per gli alleati, infatti si intensificarono i contatti
politici tra la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica per delineare il futuro assetto del mondo, per tale
motivo si tennero numerose conferenze.
Nel novembre-dicembre 1943 si svolse la conferenza a Teheran (Iran) a cui parteciparono Churchill, Roosevelt e
Stalin. Le decisioni che vennero prese furono: lo sbarco in Normandia; la creazione di un’organizzazione
internazionale a salvaguardia della pace; e Stalin ottenne delle assicurazione per i futuri confini dell’URSS, con tale
richiesta Stalin voleva proteggere il paese da aggressioni esterne; quanto alla Germania, fu deciso che sarebbe stata
divisa in zone di influenza sottoposte alla tutela o al controllo degli Alleati.
LA CONFERENZA DI YALTA
Churchill, Roosevelt e Stalin si incontrarono a Yalta (Crimea), nel febbraio 1945. Qui l’URSS si impegnò ad entrare in
guerra contro il Giappone e vennero prese una serie di decisioni:
- La Germania venne divisa in quattro zone di occupazione controllate dagli Stati Uniti, dall’Unione Sovietica,
dalla Gran Bretagna e dalla Francia.
- L’esercito tedesco doveva essere sciolto e doveva avvenire una “denazificazione” del Paese.
-
Vi fu il perseguimento giudiziario dei criminali nazisti.
La Germania doveva pagare i danni di guerra.
Venne dichiarato il principio “atlantico”, diritto per i paesi liberati di autodeterminare il proprio futuro
ordinamento politico.
La conferenza di Yalta divenne il simbolo della spartizione dell’Europa in due aree di influenza: quella occidentale
sotto il controllo americano e quella orientale sotto il controllo sovietico. Questa fu solamente un’iniziativa che non
venne messa per iscritto, tuttavia tale divisione fu determinata dai carri armati sovietici che minacciavano i paesi
dell’Europa orientale e che solo un’altra guerra avrebbe potuto allontanare.
LA CONFERENZA DI POSTDAM
Quando Roosevelt morì, prese il suo posto Truman, il quale aveva un atteggiamento ben più rigido nella Conferenza
che si tenne a Potsdam (Berlino) nel luglio-agosto 1945.
A causa del disaccordo tra Gran Bretagna e Stati Uniti, venne deciso di non procedere allo smembramento della
Germania, mentre la Polonia si vedeva riconosciuti i suoi territori ex tedeschi e l’URSS una parte della Prussia
orientale e della Polonia orientale.
Ormai la solidarietà tra URSS e USA si stava incrinando e questa rivalità avrebbe portato in breve tempo alla “guerra
fredda”.
 Tra Truman e Stalin vi era un disaccordo che portò allo scoppio della guerra fredda, qui crebbe il rischio dello
scoppio di una terza guerra mondiale, poiché entrambe le nazioni hanno a disposizioni le armi belliche
distruttive (bombe atomiche). Per questo motivo nasce l’ONU (politica della pace); e vi fu la “Politica del
terrore”, dove vi era un continuo timore sulle eventuali ritorsioni ad un attacco. La crisi più grave si ebbe a
Cuba, dove gli URSS misero dei missili diretti verso gli Stati Uniti, infatti, nonostante tali paesi si trovano agli
estremi opposti del mondo, dispongono di basi militari nei paesi vicini da attaccare.
 Truman – Stalin – Churchill, vengono considerati i “grandi della terra”.
7. LA GUERRA E LA RESISTENZA IN ITALIA DAL 1943 AL 1945
LA SITUAZIONI DOPO L’ARMISTIZIO
L’8 settembre 1943 fu dato l’annuncio dell’armistizio che l’Italia aveva concluso con gli Anglo-americani. I tedeschi
catturarono migliaia di militari “allo sbando”, inviandoli nei campi di prigionia in Germania. In alcuni casi, come
avvenne a Corfù o a Cefalonia, le truppe italiane furono sterminata perché rifiutavano di arrendersi.
Alla fine di settembre 1943, dal punto di vista politico il paese era diviso in due:
- Il centro-nord era governato dalla Repubblica di Salò, fondata da Mussolini e sostenuta dai tedeschi, e definita
per disprezzo repubblichina dagli antifascisti.
- Il sud e parte del centro continuava a essere sotto il Regno d’Italia, appoggiato dagli alleati.
Ma con l’Italia divisa in due, gli italiani non sapevano a quale stato dovevano ubbidire, nacque così la RESISTENZA,
ovvero la lotta contro il nazifascismo che già si era sviluppata in altri paesi europei.
UNA RESISTENZA, TRE GUERRE
Alcuni italiani, specie tra i giovani, giudicarono un “tradimento” il voltafaccia della monarchia e della rottura
dell’alleanza con i tedeschi e si schierarono dalla parte di Mussolini, ciò significava mettersi dalla parte della dittatura
e di un regime impegnato a collaborare con i nazisti; altri scelsero di schierarsi contro i fascisti e contro i tedeschi,
divenendo “PARTIGIANI”. Così anche in Italia iniziò la RESISTENZA, dove si intrecciarono tre diversi conflitti:
- Una guerra patriottica, condotta per liberare il paese dai tedeschi.
- Una guerra civile tra i partigiani e i fascisti della Repubblica di Salò.
- Una guerra di classe, condotta soprattutto dai comunisti contro quei ceti che avevano sostenuto il fascismo.
LA FORMAZIONE DELLE BANDE PARTIGIANE
Fra il settembre e il dicembre 1943 diverse bande partigiane entrarono in azione al centro e al nord e ingaggiarono
scontri con i tedeschi e i reparti della repubblica di Salò. Le bande si infoltirono con l’arrivo di molti giovani che non
avevano risposto alla chiamata alle armi della repubblica, i cosiddetti “renitenti alla leva”.
I partigiani agivano con sabotaggi, azioni di disturbo, attentati a cui i tedeschi spesso risposero con feroci
rappresaglie, come accadde a Boves, presso Cuneo, dove il 19 settembre 1943 i tedeschi distrussero il paese e
uccisero 32 persone. Le bande partigiane erano composte da contadini, operai, studenti, appartenenti al ceto medio,
ufficiali e soldati del vecchio esercito italiano.
Inizialmente i gruppi partigiani si formarono in modo spontaneo e causale, poi si aggregarono in base
all’orientamento politico dei loro membri: le Brigate Garibaldi (comunisti); le Brigate Matteotti (socialisti); le Brigate
del popolo (democratici); Giustizia e Libertà (partito d’azione).
Oltre alle bande partigiano, agirono delle formazioni dette AUTONOME, che rifiutavano cioè il comando o
l’assimilazione a partiti.
LA COSTITUZIONE DEL CLN
Già dopo la caduta di Mussolini i partiti antifascisti avevano ripreso la loro attività. Dopo l’armistizio, nel settembre
1943, si costituì a Roma il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN); al Nord si costituirono diversi CLN locali, il
principale dei quali fu quello di Milano, denominato CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia).
Aderirono al CLN il partito comunista e quello socialista, il partito liberale, il partito d’azione, la democrazia cristiana
e la democrazia del lavoro, un partito appena fondato da Ivanoe Bonomi. Queste forze politiche erano accomunate
dall’ideale antifascista; i comunisti volevano una rivoluzione sociale e politica che avrebbe portato alla fine assoluta
del fascismo; i socialisti, volevano la ricostruzione del Paese; sia gli esponenti del Partito d’Azione sia i democratici
cristiani rifiutavano qualsiasi tipo rivoluzionario.
LA SVOLTA DI SALERNO
Gli esponenti della CLN erano divisi anche sulla questione istituzionale, cioè sulla sorte della monarchia italiana. I
comunisti e i socialisti volevano costruire in Italia una repubblica, senza quindi la presenza del re; mentre, i cattolici e
i liberali erano favorevoli al mantenimento della monarchia (ciò era sostenuta anche dagli alleati).
La situazioni si sbloccò nel marzo 1944 quando il segretario comunista Palmiro Togliatti dichiarò in un discorso a
Salerno che per il momento era necessario unire tutte le forze per liberare l’Italia dai nazisti e a guerra finita, il
popolo avrebbe deciso attraverso un referendum se mantenere la monarchia o da vita ad una repubblica. La
proposta di Togliatti fu nota come la SVOLTA DI SALERNO.
Il re Vittorio Emanuele III accettò di affidare provvisoriamente i suoi poteri al figlio Umberto che assunse il ruolo di
Luogotenente Generale del Regno.
IL GOVERNO BONOMI
Nel giugno 1944 Roma venne liberata dagli Alleati; Badoglio si dimise e venne l’incarico di formare il nuovo governo
fu affidato a Ivanoe Bonomi. Gli obiettivi del governo di Bonomi furono:
- La defascistizzazione dello Stato.
- L’aiuto ai resistenti del Nord.
- L’acquisizione della massima autonomia possibile dalla amministrazione degli Alleati.
In realtà questo programma non venne pienamente attuato.
Intanto, la Repubblica di Salò non poteva contare né sul consenso popolare né sull’appoggio degli industriali e anche
la leva militare raccolse pochi consensi e molti giovani andarono ad ingrossare le file delle formazioni partigiane,
tanto che la Repubblica sopravvisse solo grazie all’appoggio naziste. La Repubblica di Salò inasprì la persecuzione nei
confronti degli Ebrei, tanto che il 30 novembre 1943 venne ordinato che tutti gli ebrei fossero internati in campi di
concentramento nazionali e poi trasferiti nei lager in Germania.
I SUCCESSI PARTIGIANI DEL 1944-45
Nel 1944 il numero dei partigiani aumentò e acquisirono il controllo di diverse zone del Paese, in particolare nella
vallate alpine. Sull’appennino modenese, nel maggio 1944, nacque la prima REPUBBLICA PARTIGIANA, quella di
Montefiorino. Nell’Ossola, in particolare, si ricostituirono dei sindacati e le scuole vennero riaperte con nuovi
programmi. Alcune città, come Firenze vennero liberate senza l’intervento anglo-americano.
Fra il 23-24 marzo a Roma si verificò un episodio drammatico. I partigiani compirono un attentato in cui uccisero 32
soldati tedeschi; per rappresaglia il giorno dopo i Tedeschi fucilarono 355 ostaggi presso la VIA ARDEATINA (FOSSE
ARDEATINE).
 I partigiani si travestono da spazzini e mettono delle bombe nei carretti della pulizia e le fecero esplodere in
Via Rasella, dove morirono 32 tedeschi. Hitler disse che per ogni tedesco morto dovevano essere uccisi 100
italini, ma si arrivò ad un compromesso e per ogni tedesco dovevano essere uccisi 10 uomini. Inizialmente
furono condannati tutti i prigionieri e presero tutte le famiglia che abitavano in via Rasella, ma queste
persone non erano abbastanza, per questo motivo fu formato un elenco e queste persone furono portate
alle fosse Ardeatine.
 I mediatori che avevano ridotto il numero dei civili da uccidere furono Papa Pio XII e il comandante
tedesco.
Ancora più spietata fu la strage attuata il 30 settembre a Marzabotto, dove più di 1800 civili vennero uccisi dai
tedeschi, accusati di proteggere e nascondere i partigiani. Roma venne libera il 4 giugno 1944.
IL DIFFICILE INVERNO
La resistenza visse il suo momento più difficile fra il 1944 e il 1945. La marcia delle truppe alleate verso nors si
arrestò sulla linea gotica per tutto l’inverno e parte della primavera.
Il 13 novembre il generale inglese Alexander comunicò che l’offensiva contro l’Appennino tosco-emiliano controllato
dai tedeschi veniva sospesa e invitò i partigiani a sospendere le operazioni, ma questi non obbedirono e la lotta per
la liberazione continuò. La situazione si fece difficile, sia perché gli aiuti inviati dagli alleati non sempre erano
sufficienti sia perché i tedeschi attuarono una violenta controffensiva che travolse la Repubblica partigiana
dell’Ossola.
LA LIBERAZIONE
Nella primavera 1945 gli alleati ripresero l’offensiva e aumentarono in qualità e in quantità i rifornimenti ai
partigiani, ai quali vennero paracadutate armi da combattimento e materiale per sabotaggio.
A metà aprile gli anglo-americani sfondarono la linea gotica e il 21 aprile entrarono a Bologna e il 25 aprile insorsero
Milano e Genova, tra il 26 e il 19 Torino.
Mussolini tentò di fuggire in Svizzera travestito da soldato tedesco, ma fu riconosciuto e il 28 aprile fu fucilato
insieme all’amante Claretta Petacci, nei pressi del Lago di Como. I loro cadaveri furono esposti a piazzale Loreto,
impiccati con i piedi. Hitler si suicida il 30 aprile. Scompaiono così i due dittatori che avevano trascinato l’Europa in
questo conflitto.