Revenue sharing sugli spot L`affaire Google News

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Aziende&Mercati
NEWS
INDEX «SOSTENIBILE» PER TI
Telecom Italia è stata inclusa per la sesta volta
consecutiva nelle le categorie rilevanti del Dow Jones
Sustainbility, ossia nell’indice mondiale Djsi World e
l’europeo Djsi Stoxx. In particolare, il punteggio di
sintesi ottenuto quest’anno da Telecom Italia è stato
84, con cinque punti di miglioramento rispetto allo
scorso anno. L’inclusione avviene a seguito di un
rigoroso processo di valutazione dell’azienda svolto
da agenzie di rating specializzate che analizzano la
performance finanziaria e non finanziaria sulla base
di criteri di natura generale e settoriale. Tali criteri
riguardano, ad esempio, le relazioni con i clienti, la
gestione dei rischi, le strategie relative ai cambiamenti
climatici, la catena di fornitura e l’analisi degli impatti
socio-ambientali del business.
FASTWEB RINNOVA L’OFFERTA
Una chiavetta per navigare e il lancio della prima
pre-pagata. Sono solo alcune delle novità che
Fastweb ha pensato per il mercato residenziale
contenute nella nuova offerta appena annuciata.
”Joy Internet dove vuoi” è una soluzione completamente convergente e integrata. Con soli 29,90
euro al mese prevede una linea Adsl a 20 Mbps
a casa e la chiavetta Internet con 10 ore di traffico incluse per navigare a 7,2 Mbps in mobilità.
Novità anche sul fronte del mobile. I nuovi piani di traffico dati in mobilità rispondono alle diverse esigenze di
consumo, con offerte da 20 e da 200 ore di traffico dati
incluse. La nuova offerta voce Simpaty introduce per
la prima volta la prepagata Fastweb per la telefonia
mobile.
ACCORDO VODAFONE-TOMTOM
Informazioni su traffico e viabilità. Sono quelli
che TomTom e Vodafone offriranno ai loro utenti - a
seguito di un’intesa appena siglata - grazie al servizio
HD Traffic, il sistema di aggiornamento sulla viabilità
in tempo reale, fa parte dei Servizi TomTom Live, che
forniscono dati utili agli automobilisti per pianificare i
loro percorsi risparmiando
tempo, denaro e carburante. I servizi TomTom Live
saranno resi disponibili nel
nostro Paese a partire dalla
metà del 2010.
“Come
azienda leader nel settore
delle
telecomunicazioni,
guardiamo costantemente a
nuovi possibili sviluppi della
tecnologia mobile per offrire ai clienti utili innovazioni
per le loro esigenze quotidiane e di lavoro - sottolinea
Ferruccio Borsani (nella foto), direttore della divisione
Business di Vodafone Italia -. La nostra partnership con
TomTom ne è un esempio. Grazie a questa collaborazione potremo veramente aiutare le persone a gestire
al meglio il proprio tempo e i propri piani di viaggio, in
maniera semplice e con la massima affidabilità”.
BRENNERCOM IN GERMANIA
Brennercom, azienda alto-atesina di telecomunicazioni ha costituito Brennercom Deutschland con
sede a Monaco e un capitale sociale di 200.000
euro con l’obiettivo di rafforzare la posizione sull’asse
Milano-Monaco. “Molti clienti hanno manifestato interesse per i collegamenti internazionali. In Baviera ci
rivolgeremo al mercato business e carrier”, spiega il
presidente Ferdinand Willeit. “Dal 2007 siamo interconnessi direttamente tramite fibra ottica con il Milan
Internet Exchange di Milano. Ora - aggiunge l’Ad Karl
Manfredi - siamo presenti anche presso l’Internet
Exchange Point di Monaco di Baviera con possibilità
di estensione al De-Cix di Francoforte, il più importante
nodo Internet europeo”.
PRECISAZIONE
Si precisa che la funzione di Mario Casodi, citato
nell’articolo pubblicato a pagina 15 del numero 14
intitolato “Investimento IT, Cobit misura l’impatto in
azienda”, è di Responsabile della gestione del sistema
di controllo ITall’interno dell’ICT Governance di Enel.
Il responsabile dell’ICT Governance di Enel (funzione
erroneamente attribuita a Casodi) è Giovanni Mariani.
n°15. 14 settembre 2009
NEW BUSINESS, STRATEGIE, FINANZA
Il caso Fieg. Il diritto d’autore? Una scusa. In ballo c’è la pubblicità
Revenue sharing sugli spot
L’affaire Google News
ALESSANDROLONGO
È destinata a toccare i massimi sistemi dei rapporti tra vecchi e nuovi media
lʼistruttoria Antitrust su Google, partita su
denuncia della Fieg (Federazione italiana
editori giornalisti) contro Google News.
I temi sollevati sono due. Il primo: la
richiesta della Fieg dellʼintervento dellʼAntitrust e della Guardia di Finanza: per
sapere se il motore di ricerca discrimini i
siti di giornali che non vogliono apparire
su Google News. È una richiesta che
Fieg motiva con un ragionamento, che
è in realtà una questione più complessa
e importante: Google guadagna dalla
pubblicità tramite i siti degli editori senza
pagarli. Il primo punto sembra quindi di
facciata e il vero cardine della contesa è
il secondo: la ripartizione dei guadagni
pubblicitari in rete.
AllʼAntitrust spetterà il difficile
compito di stabilire se Google abusi di
posizione dominante sul mercato pubblicitario online, togliendo spazi agli editori.
Questione complessa. È vero che sulla
versione italiana di Google News non
cʼè pubblicità (cʼè solo nella versione
Usa); è altrettanto vero, però, che Google
News contribuisce allʼecosistema che poi
porta traffico e quindi ricavi pubblicitari
al gigante della ricerca. Di contro, anche
se Google attira più traffico dei siti italiani dʼinformazione, Google News è meno
letto dei principali giornali online.
Il primo nodo sarebbe in realtà già
risolto - a conferma che non è il vero motivo del contendere. In una risposta alla
polemica Fieg, Google assicura di poter
eliminare, su richiesta dellʼeditore, il sito
dal portale News lasciandolo negli indici
del motore di ricerca.
A questa decisione Google è giunto
dopo aver perso una causa in Belgio contro la locale associazione degli editori,
che sollevava lo stesso problema di Fieg.
Libri digitali
NON SOLO ITALIA. La battaglia degli editori è partita dal Belgio ed è approdata anche in Francia
L’obiettivo è arrivare a un modello
che remuneri tutti gli attori in campo
Analoghe polemiche sono scoppiate in
Francia e hanno coinvolto anche la World
Newpaper Association. Già, la contesa nel
mondo ha almeno tre anni di vita. La Fieg
si è solo limitata a importarla in Italia.
Nellʼimmediato, spetta ai singoli editori fare un poʼ di conti e capire se conviene
restare in Google News.
Ma il nodo più grosso è quello che sta
più a cuore alle parti: se e come stabilire
nuove regole per condividere le entrate
pubblicitarie online? Agli editori restano
due strade. La prima è cercare di fare
cassa nellʼimmediato, a forza di senten-
ze di tribunale, obbligando Google a un
risarcimento (ci hanno tentato anche gli
editori belgi). Il che però precluderebbe
la seconda, cioè tentare la via di un accordo con Google, per fare una piattaforma
di notizie online che remuneri tutti gli
attori.
Ci sarebbe in realtà una terza via, ma
è la più complessa perché richiederebbe
accordi traversali tra editori avversari,
molto diversi per grandezza, interessi
economici e politici: mettere in piedi una
propria piattaforma antagonista a quella
di Google News.
Le obiezioni dellʼAie depositate alla Corte di New York
Sotto attacco anche Google Books
LʼAie contro Google Books. LʼAssociazione italiana editori ha presentato
nei giorni scorsi alla Corte di New
York le sue obiezioni sul progetto di
digitalizzazione di libri di Mountain
View. “Gli editori italiani sono contrari
a un regime speciale dei diritti dʼautore
a favore di una singola impresa - si legge
nella nota diffusa dallʼAie -. Per questo
denunciano i rischi di monopolio e scelte
tecnologiche inadeguate”. Le obiezioni
si riferiscono allʼaccordo transattivo
(Settlement) per chiudere la class action
tra Google e le associazioni di autori ed
editori americani per il servizio Book
Search, che coinvolge anche qualsiasi
opera libraria italiana disponibile sul
mercato Usa.
Il Settlement prevede che Google
possa digitalizzare e vendere in diverse
forme le opere fuori commercio a meno
che gli autori o gli editori non dispongano diversamente registrandosi in un
apposito Registro. “Ciò viola in più parti
la Convenzione di Berna sul diritto dʼautore - si legge nel testo inviato alla Corte
- che stabilisce il consenso preventivo per
qualsiasi utilizzo delle opere e che la tutela prescinda da qualsiasi registrazione”.
“Siamo di fronte a un accordo privato
che di fatto istituisce un regime speciale
di gestione dei diritti a favore di una singola impresa - sostiene lʼAie -. Il che è
senza precedenti, in quanto le eccezioni
del diritto dʼautore sono sempre stabilite
invece dalla legge e a favore del pubblico, non di un singolo. Un regime di
questo genere genera rischi concreti di
L’accusa: violata
la convenzione
di Berna in materia
di diritto d’autore
creazione di un monopolio nellʼeditoria
elettronica libraria. Altra clausola del
Settlement che non convince gli editori è
quella che attribuisce a Google un potere
totalmente discrezionale di escludere i
libri non graditi, cosa che aprirebbe la
strada a un monopolio.
Inoltre lʼapproccio di Google, che
accumula in unʼunica banca dati centrale oltre 60 milioni di record, sarebbe
foriero di errori. Aie, in unʼindagine, ha
rilevato tassi di errore fino allʼ81% nella
corretta individuazione della disponibilità commerciale dei libri. A supportare
la battaglia degli editori italiani anche la
Fep (Federazione editori europei) che ha
affermato che “Google Books non può
essere applicato in Europa” dove invece
è una “valida alternativa il progetto Arrow di digitalizzazione dei libri” voluto
dalla Ue e coordinato dallʼAie. La prima
udienza della Corte di New York è prevista il 7 ottobre.
Federica Meta