22 [email protected] www.corrierecomunicazioni.it Aziende&Mercati NEWS INDEX «SOSTENIBILE» PER TI Telecom Italia è stata inclusa per la sesta volta consecutiva nelle le categorie rilevanti del Dow Jones Sustainbility, ossia nell’indice mondiale Djsi World e l’europeo Djsi Stoxx. In particolare, il punteggio di sintesi ottenuto quest’anno da Telecom Italia è stato 84, con cinque punti di miglioramento rispetto allo scorso anno. L’inclusione avviene a seguito di un rigoroso processo di valutazione dell’azienda svolto da agenzie di rating specializzate che analizzano la performance finanziaria e non finanziaria sulla base di criteri di natura generale e settoriale. Tali criteri riguardano, ad esempio, le relazioni con i clienti, la gestione dei rischi, le strategie relative ai cambiamenti climatici, la catena di fornitura e l’analisi degli impatti socio-ambientali del business. FASTWEB RINNOVA L’OFFERTA Una chiavetta per navigare e il lancio della prima pre-pagata. Sono solo alcune delle novità che Fastweb ha pensato per il mercato residenziale contenute nella nuova offerta appena annuciata. ”Joy Internet dove vuoi” è una soluzione completamente convergente e integrata. Con soli 29,90 euro al mese prevede una linea Adsl a 20 Mbps a casa e la chiavetta Internet con 10 ore di traffico incluse per navigare a 7,2 Mbps in mobilità. Novità anche sul fronte del mobile. I nuovi piani di traffico dati in mobilità rispondono alle diverse esigenze di consumo, con offerte da 20 e da 200 ore di traffico dati incluse. La nuova offerta voce Simpaty introduce per la prima volta la prepagata Fastweb per la telefonia mobile. ACCORDO VODAFONE-TOMTOM Informazioni su traffico e viabilità. Sono quelli che TomTom e Vodafone offriranno ai loro utenti - a seguito di un’intesa appena siglata - grazie al servizio HD Traffic, il sistema di aggiornamento sulla viabilità in tempo reale, fa parte dei Servizi TomTom Live, che forniscono dati utili agli automobilisti per pianificare i loro percorsi risparmiando tempo, denaro e carburante. I servizi TomTom Live saranno resi disponibili nel nostro Paese a partire dalla metà del 2010. “Come azienda leader nel settore delle telecomunicazioni, guardiamo costantemente a nuovi possibili sviluppi della tecnologia mobile per offrire ai clienti utili innovazioni per le loro esigenze quotidiane e di lavoro - sottolinea Ferruccio Borsani (nella foto), direttore della divisione Business di Vodafone Italia -. La nostra partnership con TomTom ne è un esempio. Grazie a questa collaborazione potremo veramente aiutare le persone a gestire al meglio il proprio tempo e i propri piani di viaggio, in maniera semplice e con la massima affidabilità”. BRENNERCOM IN GERMANIA Brennercom, azienda alto-atesina di telecomunicazioni ha costituito Brennercom Deutschland con sede a Monaco e un capitale sociale di 200.000 euro con l’obiettivo di rafforzare la posizione sull’asse Milano-Monaco. “Molti clienti hanno manifestato interesse per i collegamenti internazionali. In Baviera ci rivolgeremo al mercato business e carrier”, spiega il presidente Ferdinand Willeit. “Dal 2007 siamo interconnessi direttamente tramite fibra ottica con il Milan Internet Exchange di Milano. Ora - aggiunge l’Ad Karl Manfredi - siamo presenti anche presso l’Internet Exchange Point di Monaco di Baviera con possibilità di estensione al De-Cix di Francoforte, il più importante nodo Internet europeo”. PRECISAZIONE Si precisa che la funzione di Mario Casodi, citato nell’articolo pubblicato a pagina 15 del numero 14 intitolato “Investimento IT, Cobit misura l’impatto in azienda”, è di Responsabile della gestione del sistema di controllo ITall’interno dell’ICT Governance di Enel. Il responsabile dell’ICT Governance di Enel (funzione erroneamente attribuita a Casodi) è Giovanni Mariani. n°15. 14 settembre 2009 NEW BUSINESS, STRATEGIE, FINANZA Il caso Fieg. Il diritto d’autore? Una scusa. In ballo c’è la pubblicità Revenue sharing sugli spot L’affaire Google News ALESSANDROLONGO È destinata a toccare i massimi sistemi dei rapporti tra vecchi e nuovi media lʼistruttoria Antitrust su Google, partita su denuncia della Fieg (Federazione italiana editori giornalisti) contro Google News. I temi sollevati sono due. Il primo: la richiesta della Fieg dellʼintervento dellʼAntitrust e della Guardia di Finanza: per sapere se il motore di ricerca discrimini i siti di giornali che non vogliono apparire su Google News. È una richiesta che Fieg motiva con un ragionamento, che è in realtà una questione più complessa e importante: Google guadagna dalla pubblicità tramite i siti degli editori senza pagarli. Il primo punto sembra quindi di facciata e il vero cardine della contesa è il secondo: la ripartizione dei guadagni pubblicitari in rete. AllʼAntitrust spetterà il difficile compito di stabilire se Google abusi di posizione dominante sul mercato pubblicitario online, togliendo spazi agli editori. Questione complessa. È vero che sulla versione italiana di Google News non cʼè pubblicità (cʼè solo nella versione Usa); è altrettanto vero, però, che Google News contribuisce allʼecosistema che poi porta traffico e quindi ricavi pubblicitari al gigante della ricerca. Di contro, anche se Google attira più traffico dei siti italiani dʼinformazione, Google News è meno letto dei principali giornali online. Il primo nodo sarebbe in realtà già risolto - a conferma che non è il vero motivo del contendere. In una risposta alla polemica Fieg, Google assicura di poter eliminare, su richiesta dellʼeditore, il sito dal portale News lasciandolo negli indici del motore di ricerca. A questa decisione Google è giunto dopo aver perso una causa in Belgio contro la locale associazione degli editori, che sollevava lo stesso problema di Fieg. Libri digitali NON SOLO ITALIA. La battaglia degli editori è partita dal Belgio ed è approdata anche in Francia L’obiettivo è arrivare a un modello che remuneri tutti gli attori in campo Analoghe polemiche sono scoppiate in Francia e hanno coinvolto anche la World Newpaper Association. Già, la contesa nel mondo ha almeno tre anni di vita. La Fieg si è solo limitata a importarla in Italia. Nellʼimmediato, spetta ai singoli editori fare un poʼ di conti e capire se conviene restare in Google News. Ma il nodo più grosso è quello che sta più a cuore alle parti: se e come stabilire nuove regole per condividere le entrate pubblicitarie online? Agli editori restano due strade. La prima è cercare di fare cassa nellʼimmediato, a forza di senten- ze di tribunale, obbligando Google a un risarcimento (ci hanno tentato anche gli editori belgi). Il che però precluderebbe la seconda, cioè tentare la via di un accordo con Google, per fare una piattaforma di notizie online che remuneri tutti gli attori. Ci sarebbe in realtà una terza via, ma è la più complessa perché richiederebbe accordi traversali tra editori avversari, molto diversi per grandezza, interessi economici e politici: mettere in piedi una propria piattaforma antagonista a quella di Google News. Le obiezioni dellʼAie depositate alla Corte di New York Sotto attacco anche Google Books LʼAie contro Google Books. LʼAssociazione italiana editori ha presentato nei giorni scorsi alla Corte di New York le sue obiezioni sul progetto di digitalizzazione di libri di Mountain View. “Gli editori italiani sono contrari a un regime speciale dei diritti dʼautore a favore di una singola impresa - si legge nella nota diffusa dallʼAie -. Per questo denunciano i rischi di monopolio e scelte tecnologiche inadeguate”. Le obiezioni si riferiscono allʼaccordo transattivo (Settlement) per chiudere la class action tra Google e le associazioni di autori ed editori americani per il servizio Book Search, che coinvolge anche qualsiasi opera libraria italiana disponibile sul mercato Usa. Il Settlement prevede che Google possa digitalizzare e vendere in diverse forme le opere fuori commercio a meno che gli autori o gli editori non dispongano diversamente registrandosi in un apposito Registro. “Ciò viola in più parti la Convenzione di Berna sul diritto dʼautore - si legge nel testo inviato alla Corte - che stabilisce il consenso preventivo per qualsiasi utilizzo delle opere e che la tutela prescinda da qualsiasi registrazione”. “Siamo di fronte a un accordo privato che di fatto istituisce un regime speciale di gestione dei diritti a favore di una singola impresa - sostiene lʼAie -. Il che è senza precedenti, in quanto le eccezioni del diritto dʼautore sono sempre stabilite invece dalla legge e a favore del pubblico, non di un singolo. Un regime di questo genere genera rischi concreti di L’accusa: violata la convenzione di Berna in materia di diritto d’autore creazione di un monopolio nellʼeditoria elettronica libraria. Altra clausola del Settlement che non convince gli editori è quella che attribuisce a Google un potere totalmente discrezionale di escludere i libri non graditi, cosa che aprirebbe la strada a un monopolio. Inoltre lʼapproccio di Google, che accumula in unʼunica banca dati centrale oltre 60 milioni di record, sarebbe foriero di errori. Aie, in unʼindagine, ha rilevato tassi di errore fino allʼ81% nella corretta individuazione della disponibilità commerciale dei libri. A supportare la battaglia degli editori italiani anche la Fep (Federazione editori europei) che ha affermato che “Google Books non può essere applicato in Europa” dove invece è una “valida alternativa il progetto Arrow di digitalizzazione dei libri” voluto dalla Ue e coordinato dallʼAie. La prima udienza della Corte di New York è prevista il 7 ottobre. Federica Meta