LE INTOLLERANZE ALIMENTARI: DALL`EVIDENZA

LE INTOLLERANZE ALIMENTARI:
DALL’EVIDENZA MICROSCOPICA
ALLA PRATICA CLINICA
Ten. Colonnello Medico Dott. Mauro De Fulvio
Specialista in Igiene e Medicina Preventiva
Capo Reparto del Policlinico Militare di Roma
Ospedale Militare Celio
Piazza Celimontana 50
00184 Roma
Tel. 06/701961
Le Intolleranze alimentari:
dall’evidenza microscopica alla pratica clinica
T.Col.me DeFulvio dott.Mauro, Magg.me Elisio dott.Maurizio
1. INTRODUZIONE
1.1-Una esperienza pluriennale
Come Servizio Analisi, nell’ambito del Dipartimento di Diagnostica del Policlinico
Militare Celio di Roma, ci occupiamo dal 2000 di Intolleranze alimentari.
La necessità di seguire il continuo evolversi delle possibilità diagnostiche che la
ricerca propone ci ha portati, primi tra gli ospedali capitolini, ad eseguire presso la
nostra struttura gli esami sulle intolleranze alimentari utilizzando la metodica del
CYTOTOXIC TEST.
L’attività ormai pluriennale nel campo delle intolleranze, svolta esaminando negli
anni un campione sostanzialmente eterogeneo e quindi rappresentativo per sesso,
fasce di età e sintomatologia accusata, ci ha permesso di valutarne la validità in
termini di benefici sulla qualità della vita dei pazienti che vi si sono sottoposti.
1.2-Presupposti e frontiere
L’evidenza
microscopica
della
selettiva degenerazione leucocitaria e del
deimpilamento delle emazie,che osserviamo nei vetrini contenenti sangue dei pazienti
a contatto con specifici allergeni alimentari, rappresenta il presupposto da cui partire
per interpretare un fenomeno per molti versi ancora non chiaro nella sua
eziopatogenesi e nei meccanismi patogenetici che innesca poi a livello sistemico.
Il ruolo di processi immunitari cellulo-mediati e citotossici diretti, piuttosto che
l’eventuale presenza di reazioni basate su meccanismi umorali sul modello delle
allergie, sono attualmente motivo di dibattito.
Nell’ambito della pratica medica ospedaliera molto spesso, a fronte di diete
d’astinenza somministrate verso alcuni alimenti sulla base dell’analisi microscopica,
non si è poi in grado di indicare al paziente la tipologia di beneficio che ne scaturirà;
frontiera di conoscenza è costituita quindi, oltre che dalla sopracitata necessità di
chiarezza nel determinismo della “fenomeno disreattività”, dalla possibilità di
individuare eventuali correlazioni tra tipologia di sintomi accusati e alimenti
individuati come citotossici in ambito microscopico.
1.3-Limiti e potenzialità
A fronte di un approfondimento scientifico sul fenomeno delle disreattività alimentari
che deve proseguire ed affinarsi, i presupposti perché l’analisi delle intolleranze
alimentari sui pazienti abbiano davvero un senso ed una efficacia sono:
9 l’informazione sanitaria
9 lo screening preventivo
9 univocità della metodica
1.3a-informazione sanitaria
Come spesso avviene nei casi in cui non vi è una adeguata informazione sanitaria o
addirittura c’è disinformazione, il paziente tende a rivolgersi all’analisi per qualsiasi
tipo di disturbo, quasi fosse una panacea per ogni male, anche in presenza di quadri
nosologici di complessa natura ed a volte non relazionabili a problematiche di
intolleranza alimentare. Una volta svolta l’analisi, anche nei casi attinenti alla
problematica della disreattività, appare necessaria, ai fini del conseguimento di un
risultato clinico, la corretta e puntuale informazione del paziente sulla rigorosità della
condotta dietetica richiestagli, essendo la dieta d’astinenza ben più severa di quella
ipocalorica (non prevedendo ne pause ne deroghe).
1.3b-screening preventivo
Per quanto sopra esposto, è importante una valutazione medica globale antecedente
allo svolgimento dell’analisi al fine di valutare, in relazione alla sintomatologia
presente, all’obbiettività rilevata ed al quadro clinico generale, l’attinenza e le
aspettative realisticamente riponibili nell’analisi da svolgere e la conseguente dieta da
somministrare.
1.3c-univocita’ della metodica
Sebbene gli interessi economici siano una realtà da non poter trascurare in nessun
ambito, la “moda” che negli ultimi anni ha riguardato il fenomeno delle intolleranze
alimentari, ha favorito (unitamente alla mancanza di informazione di cui sopra) lo
sviluppo di un “sottobosco” di metodiche di rilevazione poco attendibili, scarsamente
attendibili, in alcuni casi del tutto aleatorie.
Chiarire i limiti e le potenzialità dell’analisi riguardo la sua situazione al paziente,
attraverso una attenta valutazione preventiva, svolgere l’analisi microscopica con le
corrette metodiche, fornire i risultati e somministrare la dieta d’astinenza
illustrandone i principi cardine, sono a nostro giudizio i passi necessari affinché le
evidenze microscopiche da noi rilevate in sede ospedaliera possano divenire
fondamento terapeutico.
2. SCOPO DELL’INDAGINE
In relazione a quelle “frontiere di conoscenza” in precedenza citate, abbiamo mirato
la nostra indagine alla ricerca di un nesso sia pur ancora statistico, tra intolleranza ad
un alimento e tipologia di sintomatologia evidenziata durante la visita preventiva.
La regressione del sintomo, a seguito della dieta d’astinenza, sarà il necessario e
successivo step del nostro lavoro e sarà svolto nei tempi dettati dalla scadenza delle
diete d’astinenza.
La nostra indagine si prefigge dunque lo scopo di :
9 Evidenziare in che percentuale, i più comuni alimenti presenti nella
dieta, sono causa di intolleranza alimentare attraverso uno studio di
prevalenza che quantifichi l'entità
della disreattività verso i singoli
alimenti nel campione di pazienti esaminati con la metodica del
Cytotoxic-Test.
9 Effettuare uno studio pilota su di una popolazione accuratamente seguita
da un punto di vista clinico e di cui abbiamo compilato una apposita
scheda anamnestica (su base volontaria), che permetta di valutare il
dato percentuale di intolleranza ai singoli alimenti
in relazione a
variabili quali sesso, eta’, gruppo sanguigno, quadri clinici pregressi ed
attuali, sintomatologia accusata.
3.TEMPO DELL’INDAGINE E POP. INTERESSATA
Lo studio è stato effettuato presso il Policlinico Militare Celio (Servizio Analisi2)
L’indagine è stata svolta nei primi 4 mesi del 2004
Il campione da noi esaminato e’ composto da pazienti provenienti da:
9 reparti di degenza,
9 day hospital,
9 esterni aventi diritto su indicazione specialistica
L’intera popolazione in esame è stata valutata dal punto di vista medico-specialistico
in ambito ospedaliero prima di effettuare il test citotossico così da escludere la
possibilità di quadri sintomatologici riferibili a quadri chiaramente estranei a possibili
problematiche di intolleranza alimentare.
4.MATERIALI E METODI
4.1-Materiali
Il test dell’intolleranza alimentare è stato svolto mediante il Cytotoxic-test;
L'esecuzione del test è semplice, avviene tramite prelievo di una minima quantità di
sangue venoso raccolto in una provetta contenente citrato di sodio. Dopo averlo
centrifugato, ed averne estratto il buffy coat, l’operatore mette a contatto il sangue
prelevato, con degli estratti alimentari, osservando al microscopio le reazioni che
avvengono. In tal modo s'individuano quei cibi che determinano intolleranza
alimentare (valutabile in quattro diversi gradi di gravità).
Il meccanismo che causa lo scatenamento di un'intolleranza alimentare si deve
ricercare nell'alterata reazione del sistema immunitario. Il sistema di difesa
dell'organismo in presenza di alcuni alimenti, per lui estranei e dannosi, reagisce
immediatamente provocando danni ai Globuli Bianchi. Tali danni possono andare da
una semplice vacualizzazione sino alla citolisi (disgregazione dei Globuli Bianchi).
Per quanto sopra esposto quindi il test Cytotossico consiste in pratica nel porre a
contatto il siero e i leucociti del paziente con gli estratti alimentari.
Benché siano presi in considerazione anche gli effetti sui globuli rossi e sulle
piastrine, il parametro senz’altro più importante è l’osservazione di eventuali
modificazioni strutturali citoplasmatiche a carico dei granulociti neutrofili.
I risultati vengono quindi quantificati su una scala che va da uno a quattro, a seconda
della gravità della reazione:
Primo grado: normali
Secondo grado: reazione moderata (aumento del volume cellulare con aspetto
rotondeggiante) e formazione di vacuoli all’interno delle cellule
Terzo grado: reazione grave (interruzione della membrana citoplasmatica cellulare)
Quarto grado: reazione estrema (disgregazione della cellula)
Il kit diagnostico per intolleranze alimentari e’ composto da 17 vetrini, su ogni
vetrino si trovano gli antigeni essiccati di 3 alimenti.
Il totale delle sostanze riportate e’ di 51 alimenti
4.2-Metodi
Per quanto concerne invece la modalita’ di raccolta dati utilizzata per condurre lo
studio:
9 La scheda di rilevazione(Allegato 1) dei dati anamnestici è stata compilata dal
medico all’atto della visita medica precedente il prelievo.
9 La compilazione della scheda è stata svolta su base volontaria e dopo
adeguata informazione sul trattamento delle informazioni in ottemperanza alla
legge 675/1996 sui dati sensibili.
9 Per evitare possibili
difformità nella interpretazione del quadro
microscopico,le letture dei pazienti appartenenti allo studio sono state
effettuate da un unico medico.
9 I quadri “borderline” con alterazione morfologiche delle cellule di lieve
entita’ tali da poter essere riferibili ad “artefatti”occorsi nella preparazione,
non sono stati considerati.
Allegato1
Scheda Informativa
La presente scheda informativa viene somministrata su base volontaria ai pazienti
che si sottopongono ai test per intolleranza alimentare ed ai sensi della legge
675/1996 i dati sensibili saranno trattati in modo da garantire la riservatezza.
Eta’
1-10
11-20
21-30
31-40
41-50
51-60
61- 80
Sesso
Maschile
Femminile
Gruppo Sanguigno :
Specificare(se noto) il gruppo di appartenenza__________________________
Patologie diagnosticate in passato(se presenti tra quelle menzionate):
• Gastrointestinali:
esofagiti-gastriti Malattie infiammatorie intestino:colite ulcerosa,chron,poliposi
Colon irritabile
• Respiratorie:
asma bronchiale
riniti allergiche
Specificare (se nota) la allergia a POLVERI o POLLINI_____________________________
•
Dermatologiche:
eritemi ricorrenti
eczemi ricorrenti
Segni e Sintomi attualmente accusati:
9 Variazione ponderale di peso: specificare
(aumento) (diminuzione)
9 digestione rallentata.
9 alterazioni dell’alvo:
specificare
(diarrea) (stipsi)
9 stanchezza cronica.
9 Cefalea.
9 Eritemi/rush cutanei.
9 ALTRO(specificare)_________________________________________________
_________________________________________________________________
5.RISULTATI
5.1 Indagine di Prevalenza
-Composizione per Età, Sesso, Gruppo sanguigno
Lo studio è stato svolto su
130
pazienti appartenenti ad entrambi i sessi e
rappresentanti diverse fasce d’età; la composizione per sesso del campione esaminato
è risultata essere la seguente:
COMPOSIZIONE PERC. DEL CAMPIONE PER SESSI
30%
70%
maschi
femmine
Netta appare la predominanza del sesso femminile nel campione sottoposto ad
analisi.
Consensualmente al dato esaminato lo scorso anno le donne sembrano essere
maggiormente disposte a sottoporsi all’esame; alla luce dì questo dato il fattore
motivazionale sarà oggetto di indagine.
per quanto concerne le fasce d’eta’ :
distirbuzione per eta' del campìone
35
30
25
20
fasce eta
15
10
5
0
0-10
11--20
21-30
31-40
41-50
51-60
61-80
La “gaussiana” che emerge dal grafico evidenzia il maggior peso percentuale nel
campione delle fasce d’età intermedie con uno spostamento, in termini dì
rappresentatività, verso le età avanzate
Distribuzione del campione per fasce d'eta'
nei 2 sessi
100%
80%
60%
femminile
maschile
40%
20%
0%
0-10
11--20
21-30
31-40
41-50
51-60
61-80
alla luce del dato sopra graficamente esposto la componente maschile appare
mediamente più rappresentata nelle fasce d’età avanzate.
Per quanto concerne gli emogruppi di appartenenza, il dato percentuale evidenzia la
predominanza dei gruppi 0 rh+ e A rh+ ed una notevole componente di pazienti non
consapevoli del proprio gruppo di appartenenza.
comp.perc.del campìone per gruppo sanguìgno
25%
0+
0-
37%
A+
A5%
AB+
ABB+
B-
1%
4%
20%
NN NOTO
2%2%
4%
5.2-Sintomatologia (clinica)
Al fine di poter correlare l’intolleranza ad un cibo, evidenziata al microscopio, con
l’insorgenza o l’ingravescenza dì un quadro patologico presente, occorre studiare la
sintomatologia accusata dal campione;
¾ La sensazione di “gonfiore addominale” accompagnata spesso da digestione
rallentata e malessere generalizzato post prandiale, risulta essere la causa più
frequentemente alla base dell’effettuazione dell’analisi: quasi il 30% dei casi
(33% nel campione maschile e 25% in quello femminile).
SiNTOMATOLOGiA CHE PORTA ALL' iNDAGiNE
7%
4%
17%
9%
PESO
GONFIORE
ALVO
DERMATO
RESPIRAT
19%
29%
CEFALEA
ALTRO
15%
¾ in maniera forse sorprendente, quasi il 20% del campione arriva a svolgere
l’analisi a seguito di problematiche dermatologiche (la percentuale raggiunge
il 26% nella popolazione maschile)
sintomatologia nel campione femminile
5%
18%
9%
PESO
8%
GONFIORE
ALVO
DERMATO
RESPIRAT
CEFALEA
25%
17%
ALTRO
18%
sintomatologia nel campione maschile
2%
0%
12%
14%
PESO
GONFIORE
ALVO
DERMATO
26%
RESPIRAT
CEFALEA
39%
ALTRO
7%
¾ Nonostante la disinformazione sanitaria svolta da molte riviste di settore che
hanno portato alla ribalta l’analisi delle intolleranze come strettamente
correlata al conseguimento di un calo ponderale, la motivazione (almeno a
livello ospedaliero) risulta non essere preponderante (17%).
¾ Nel 4% dei casi la sintomatologia accusata è relazionabile a quadri multiformi
e difficilmente inquadrabili (difficoltà di concentrazione, amnesie, cistiti,
insonnia)
SINTOMI RIFERITI NEI 2 SESSI -dato percentuale100%
80%
60%
F
M
40%
20%
0%
PESO
ALVO
RESPIRAT
ALTRO
¾ Scomponendo il dato in base al sesso,si evidenzia come in quasi il 90% dei
casi nel campione in esame, le problematiche inerenti alterazioni dell’ alvo
(stiptico o diarrico), in assenza dì MICI, siano accusate dal sesso femminile.
¾ Similmente il sintomo della cefalea, come motivo dì svolgimento dell’esame,
appare rappresentato solo nel genere femminile.
¾ Pur rappresentando solo il 30% del campione globale, la popolazione maschile
è coinvolta in più del 50% dei casi in cui l’indagine è svolta per problematiche
respiratorie.
5.3-Alimenti implicati (evidenza microscopica)
Dopo aver analizzato l’aspetto anamnestico mediante la raccolta dei sintomi e la
valutazione medica dei casi, si è passati allo studio statistico delle intolleranze
alimentari emerse dall’analisi microscopica dei vetrini effettuata mediante
CYTOTOXIC -TEST .
Gli alimenti più frequentemente risultati causa di intolleranza alimentare sono:
Grano T./D.
17 %
Arancio
14 %
Uova a./r.
13 %
Piselli
12 %
Latte
9%
Mais
9%
Carciofo
8%
9 Gli alimenti risultati più spesso causa di intolleranza sono in molti casi tra
quelli maggiormente presenti nella dieta giornaliera(grano t.,grano d.,latte,uova)
9 Notevole la percentuale con cui gli agrumi risultano causa di intolleranza
9 Particolare la notevole percentuale di casi di disreattività ad un alimento
come il mais non particolarmente rappresentato nella dieta; il dato è
consensuale a quello emerso nello studio su 600 pazienti effettuato negli anni
scorsi dal nostro Ospedale
UOMINI
grano t
grano d
Lievito
Latte alb
Latte cas
bovini
Maiale
coniglio
Agnello
Tonno
merluzzo
piselli
Mela
Banana
zucchero
Segale
Orzo
funghi
Cipolla
Aglio
tacchino
mandorle
Noci
camomilla
Prugne
Pesche
ananas
Riso
Mais
Soia
Uova a
Uova r
Pollo
pomodoro
Patate
peperoni
carciofi
Carote
Oliva
Caffe
Thè
Cacao
gamberi
Trota
salmone
Fragole
Ciliegie
ARANCIO
cavolfiore
Cicoria
ravanelli
DONNE
7
7
3
3
3
1
3
1
0
1
0
2
4
2
1
2
0
0
2
7
1
0
1
1
0
2
2
2
6
1
4
4
2
2
1
2
4
2
1
1
1
3
4
0
1
2
1
7
1
0
0
TOT
15
15
7
9
9
5
2
3
0
7
2
13
4
3
4
6
2
0
8
3
6
6
8
7
0
3
7
2
6
0
13
13
5
8
6
6
7
5
7
8
5
0
4
2
3
5
4
11
3
5
0
22
22
10
12
12
6
5
4
0
8
2
15
8
5
5
8
2
0
10
10
7
6
9
8
0
5
9
4
12
1
17
17
7
10
7
8
11
7
8
9
6
3
8
2
4
7
5
18
4
5
0
% sul campione
17
17
8
9
9
5
4
3
0
6
2
12
6
4
4
6
2
0
8
8
5
5
7
6
0
4
7
3
9
1
13
13
5
8
5
6
8
5
6
7
5
2
6
2
3
5
4
14
3
4
0
% uomini
32
32
30
25
25
17
60
25
##
13
0
13
50
40
20
25
0
##
20
70
14
0
11
13
##
40
22
50
50
##
24
24
29
20
14
25
36
29
13
11
17
##
50
0
25
29
20
39
25
0
##
% donne
68
68
70
75
75
83
40
75
##
88
##
87
50
60
80
75
##
##
80
30
86
##
89
88
##
60
78
50
50
0
76
76
71
80
86
75
64
71
88
89
83
0
50
##
75
71
80
61
75
##
##
Rappresentaz. Perc. per sesso neglì alìmentì pìu spesso causa dì
ìntolleranza
100%
80%
60%
D
U
40%
20%
0%
grano.t grano.d arancìo
uova a
uova r
pìsellì
latte
maìs
carcìofo
Nelle sottopopolazioni positive per gli alimenti maggiormente causa di intolleranza, i
2 sessi sono generalmente rappresentati cosi come nell’ intero campione (il sesso
maschile costituisce quindi il 20 -30% del totale).
Solo per Mais, arancio e Piselli il dato si discosta da questa proporzione:
¾ il sesso maschile costituisce il 50% del campione intollerante al mais ed ìl
40% dì quello intollerante all’ arancio
¾ la disreattività ad i piselli è data nel 90% dei casi da pazienti di sesso
femminile
Per quanto riguarda gli altri alimenti notiamo invece :
¾ La disreattività ad Aglio, maiale, mela con percentuali oscillanti tra il 50 ed il
70% riguarda pazienti di sesso maschile.
¾ la disreattività a tonno, noci, camomilla, oliva, caffè è nel 90% dei casi
presente nella componente femminile.
5.4-Correlazione tra sintomi ed alimenti
Esaminato il campione oggetto di studio dal punto dì vista dell’ età del sesso e della
sintomatologia e valutata la frequenza con cui i diversi alimenti sono causa dì
intolleranza nei 2 sessi, studieremo ora le correlazioni tra i sintomi accusati e le
intolleranze evidenziate (sia pur nei limiti e con le cautele che le dimensioni del
campione impongono) .
Nel grafico sotto esposto è evidenziato il dato percentuale di riscontro dei sintomi
indagati negli alimenti più frequentemente causa di intolleranza.
rappresentaz.perc. deì sìntomì neglì alìmentì pìu spesso causa dì
ìntolleranza
60
peso
gonfìore
50
alvo
dermatol
40
cefalea
resp
30
altro
20
10
0
grano.t
grano.d
arancìo
uova a
uova r
pìsellì
latte
maìs
carcìofo
Considerazioni:
¾ Evidente appare (grafico sottostante) la frequenza preminente del gonfiore
addominale (attestata su valori medi del 40% dei casi) nei pazienti con
intolleranze verso i principali alimenti coinvolti nei meccanismi citotossici.
perc. della sintomatologia negli alimenti piu' frequentemente causa di
intolleranza
60
50
40
peso
gonfìore
30
alvo
dermatol
20
cefalea
resp
10
altro
0
grano.t grano.d arancìo
uova a
uova r
pìsellì
latte
maìs
carcìofo
-10
Nel campione positivo ad alimenti quali Latte e Grano la sintomatologia riferita è
precipuamente caratterizzata da gonfiore addominale e diffIcoltà digestive (con
percentuali vicine al 50%)
Percentuali superiori al 50% in questo senso si riscontrano in alimenti quali
Caffè (68%), Camomilla (63%), Pomodoro (60%), Aglio (55%).
¾ Molto minore appare la percentuale di soggetti che lamenta disturbi dell’alvo
nel campione con risultata intolleranza al Grano ed al Latte; questi disturbi
sono invece presentì in percentuali elevate nei sottocampioni con accertata
disreattività verso riso (75%), carote (60%), cicoria (60%).
¾ In relazione a soggetti che lamentavano difficoltà nel calo ponderale(17%
dell’intero campione) a fronte dì una dieta ipocalorica gia in atto, notevoli
percentuali del sintomo sono state riscontrate nelle sottopopolazioni intolleranti
ad alcune frutte come pesca (60% dei casi) e fragole (45%) ed inoltre verso la
carne bovina (70%) e peperoni (50%)
¾ Consensualmente a quanto emerso nello studio condotto lo scorso anno
(percentuale di intolleranze verso il Carciofo nel campione totale del 4% a
fronte d una percentuale del 30% nel campione con MiCi), il carciofo appare
anche in questo studio causa di intolleranza nel 30% dei pazienti accusanti
sintomatologia a carico del digerente o con turbe dell’assimilazione; appare
invece in percentuali minime come causa di intolleranza nei pazienti accusanti
sintomatologie di diverso tipo.
¾ Come in precedenza esposto circa il 20% del campione esaminato accusa una
sintomatologia dermatologica; in questo ambito riso, thè e gamberi appaiono
come gli alimenti più statisticamente correlati essendo presenti nel 50% dei
pazienti accusanti il sintomo. Da sottolineare che, tra ì pazienti in questione
basse percentuali di intolleranza sono state riscontrate verso alimenti come
grano e latte comunemente presenti nella dieta e, come precedentemente
sottolineato, maggiormente correlati al gonfiore addominale.
¾ La sintomatologia DERMATOLOGICA, motivo di analisi nell’intero campione
nel 20% dei casi, e’ invece accusata dalla componente maschile in quasi il 30%
dei pazienti. Nonostante la netta inferiorità del campione maschile in termini
numerici, alcuni alimenti sembrano essere motivo di intolleranza soprattutto in
questo sesso; la sottopopolazione intollerante a Maiale ed Aglio è costituita nel
60-70% dei casi da uomini; questi alimenti sembrano correlati alla
sintomatologia dermatologica in maniera notevole (40% dei casi). La
correlazione e convergenza di variabili quali alimento-sintomo –sesso possono
costituire uno spunto di riflessione.
sìntomatologìa associata
ad alìmentì frequentemente correlatì ad ìntolleranze nel sesso
maschìle
60
50
40
aglìo
30
mela
20
maìale
10
0
peso
gonfìore
alvo
dermatol
cefalea
resp
altro
-10
¾ In relazione alla cefalea, presente nel 7% dei casi nel campione, il sintomo
appare nel 45% dei soggetti intolleranti al tacchino e nel 30% dei soggetti
intolleranti al pomodoro. Consensuale appare a questo proposito il grafico
della distribuzione percentuale della sintomatologia nel campione intollerante
ai principali alimenti rappresentanti la famiglia delle solenacee.
distribuzione dei sintomi in paz. intolleranti alle solenacee
70
60
50
40
peperon
30
pomodor
20
10
0
peso
gonfìore
alvo
dermatol
cefalea
resp
altro
-10
¾ La sintomatologia respiratoria(presente nel 9% dei casi) appare correlata nel
12% dei casi all’intolleranza verso AGRUMI; la sottopopolazione positiva a
tali alimenti nel 25% dei casi presenta una sintomatologia respiratoria.
6. CONCLUSIONI
La remissione della sintomatologia a seguito della dieta d’astinenza somministrata
verso gli alimenti risultati citotossici all’analisi microscopica, sarà la prova del reale
ruolo di questi ultimi nell’eziopatogenesi del disturbo riferito; i primi riscontri in tal
senso saranno documentati a partire da metà Maggio(quando termineranno le prime
diete).
Ma già ora, dall’analisi dei dati in nostro possesso ed alla luce dello studio svolto lo
scorso anno, si delineano alcune conferme come la alta percentuale di intolleranze
verso alimenti comuni nella dieta es. GRANO o verso un alimento meno
rappresentato eppure ugualmente presente nelle casistiche di intolleranza come il
MAIS; il coinvolgimento preminente e quasi esclusivo di alcuni alimenti (carciofo)
nei casi di intolleranze con disturbi gastroenterici rappresenta una ulteriore conferma
del dato emerso lo scorso anno.
Spunti di ricerca possono essere inoltre la presenza di intolleranze ad alcuni frutti
(pesca e fragola) in soggetti con turbe dell’assimilazione, così come il ruolo giocato
da altri (agrumi) in quelle respiratorie.
Si tratta di indizi, elementi che possono divenire traccia di ricerca in un campo dove
la ricerca sarà necessaria per far uscire dalla penombra e dallo scetticismo che spesso
la avvolge, l’efficacia e la concretezza di una analisi i cui benefici sono da noi
empiricamente constatati a livello ospedaliero ormai da anni.