Percorso formativo per educatori in tema di affettività e sessualità Approfondimento Antropologia della sessualità umana dott.ssa Anna Rita Capozza Chiari Maglie, 5 novenbre 2016 INTRODUZIONE Da un punto di vista antropologico, parlare di sessualità o di vita sessuale significa parlare dell'uomo, coglierlo nella sua intimità e nella sua essenza, che lo caratterizzano nel suo modo di essere qui nella storia in tutte le sue espressioni, dalle più intime alle più appariscenti, e lo collocano in tale ambito come maschio e come femmina. La sessualità, pertanto, quale modo di essere e di esprimersi dell'uomo qui nella storia, va interpretata e colta alla luce di una corretta comprensione dell'uomo stesso. Non è indifferente, quindi, la visione dell'uomo che le varie antropologie ci offrono e ci hanno offerto nel corso dei secoli, poiché da questa ne scaturisce la sua comprensione e, di conseguenza, l'interpretazione del senso della sua sessualità stessa. La sessualità non è una realtà semplice e lineare; presenta connotati complessi e per essere correttamente elaborata, bisogna fare riferimento alla conoscenza dei meccanismi e delle dinamiche che la connotano e, più radicalmente, dei diversi significati umani che ad essa afferiscono. Quanto più conosciamo la sessualità tanto più ci rendiamo conto di non conoscerla, perché proprio da queste conoscenze viene emergendo il carattere di enigmaticità o di mistericità che la contraddistingue; o, forse, perché le nuove conoscenze acquisite ci rendono edotti dello stretto legame che essa dice alla persona (e dunque al mistero che le è proprio). SESSUALITÀ - DUE ATTEGGIAMENTI CONTRAPPOSTI: Il primo, ereditato dal passato, consiste nell'approccio essenzialmente tabuistico-negativo con il quale si è per molto tempo guardato alla sessualità. L’influenza del dualismo antropologico del platonismo e del neoplatonismo, sul cristianesimo, che pure veniva da una visione dell'uomo, quella ebraica, profondamente unitaria, è stata grandissima, soprattutto nei primi secoli ed ha lasciato una traccia profonda anche sugli sviluppi dottrinali successivi, contribuendo a diffondere una concezione negativa e pessimistica della sessualità. Il secondo atteggiamento di segno opposto, direttamente riferibile alle dinamiche proprie dell'attuale sistema culturale e che potremmo definire permissivo-consumistico, è invece del tutto recente: va infatti fatto risalire alla cosiddetta 'rivoluzione sessuale' che si è sviluppata, a partire dagli anni '60. - Si trattava di reagire a secoli (anzi millenni) di repressione della sessualità, che avevano finito per mortificare espressioni di grande rilievo per la vita dei singoli e delle relazioni umane: liberare la sessualità diventava pertanto un compito carico di riflessi positivi per la stessa liberazione della società. Questi due atteggiamenti sono compresenti dentro ciascuno di noi, in quanto proveniamo tutti, per un verso, da una cultura che ha tabuizzato la sessualità e ci portiamo dentro, in un certo senso in modo ancestrale, residuati di quella cultura, per altro verso, siamo tutti, nello stesso tempo, inseriti nell'attuale contesto culturale e respiriamo l'atmosfera di permissivismo consumistico che lo caratterizza. Questo ci aiuta a capire, che il discorso rimane aperto a successivi sviluppi e comprensioni. Due sono i pericoli che vanno superati: Il primo è la tendenza a una forma di riduttivismo, oggi diffuso - quello per il quale la sessualità è ricondotta alla sola genitalità - che induce a interpretare il comportamento sulla base della sola pressione degli istinti. Il secondo è quello di incorrere in una forma di spiritualismo di stampo dualista, che mette radicalmente tra parentesi l'aspetto fisico della sessualità e tende perciò ad ignorarne le dinamiche fisiologiche. Paradossalmente i due atteggiamenti descritti, per quanto di segno opposto, convergono nell'interpretare la sessualità come realtà essenzialmente corporea, che viene come tale o radicalmente esaltata o, all'inverso, radicalmente tabuizzata. Nell'un caso e nell'altro sussiste dunque l'incapacità di guardare alla persona umana nella sua unità originaria e di considerare, di conseguenza, corporeità e spirito come dimensioni che devono essere pienamente integrate in essa. CHE COSA SI INTENDE PER "SESSO“ E PER "SESSUALITÀ”? • • Da un semplice punto di vista biologico potremmo definire il sesso come l'insieme dei caratteri anatomici e fisici che individuano l'uomo, distinguendolo in maschio e femmina, ognuno con funzioni proprie e caratterizzanti, per cui l'uomo viene immediatamente percepito come "maschio" o come "femmina” Quanto alla sessualità, essa potrebbe essere definita come l'insieme di caratteri e fenomeni che hanno attinenza con il sesso e che caratterizzano l'uomo non soltanto da un punto di vista somatico, ma anche psicologico, per cui l'uomo si comporta come maschio o come femmina e come tale si colloca all'interno della società e si relaziona. Più complessa è la comprensione della sessualità, che dal sesso deriva e ne è espressione. La complessità dipende proprio da quella dell'uomo, che variamente si esprime su tre livelli tra loro intersecantisi e condizionantisi e il gioco tra loro determina il dinamismo e la dinamica del vivere: livello somatico, psicologico e spirituale. La sessualità umana, pertanto, non può essere compresa soltanto nei ristretti limiti del dato biologico, ma abbisogna di una risposta multipla, che deriva dalle diverse discipline antropologiche. La sessualità è una dimensione della persona costituita da elementi: fisiologici – psicologici – spirituali. La caratterizza a livello: fisico – emozionale – razionale relazionale – spirituale. SESSUATI SI NASCE, SESSUALI SI DIVENTA DIMENSIONI COSTITUTIVE DELLA SESSUALITÀ 1. La dimensione personale La sessualità è una struttura essenziale, costitutiva della persona umana. Essa infatti, lungi dall'essere un momento o un aspetto particolare della persona, è una realtà che la coinvolge nella sua totalità, cioè in tutte le sue stratificazioni e lungo tutto il corso della sua storia, dall'inizio al termine. 2. La sessualità come linguaggio La sessualità è una forma di linguaggio attraverso la quale Si costruiscono le relazioni umane, soprattutto attraverso il linguaggio del corpo non come oggetto o strumento ma come appartenente al costituirsi della soggettività (il Leib e non il puro Korper). Le scienze umane hanno messo chiaramente in evidenza l'interazione esistente tra sviluppo dell'identità soggettiva e relazionalità: si diventa se stessi solo rapportandosi all'altro, o meglio inserendosi entro una rete di relazioni che concorrono a farci prendere progressivamente coscienza della nostra alterità. La sessualità è il tramite di questo processo; essa è una sorta di porta aperta sull'altro; è un dinamismo che spinge a uscire da se stessi per realizzarsi nell'incontro o nello sviluppo della vita relazionale. 3. La dimensione sociale La terza e ultima dimensione è la dimensione sociale. La sessualità, che è originariamente un'energia dell'io che apre l'io al tu, è anche la radice delle relazioni sempre più allargate che ciascuno di noi viene costruendo; si può dire che essa è un'energia sociale. Il rapporto con se stessi e con la propria identità, e le dinamiche affettive, che sono profondamente segnate dalla presenza della sessualità, giocano un ruolo determinante sulla formazione della persona e sulla sua possibilità di apertura al mondo esterno, perciò sulla sua capacità di corretto inserimento sociale. Giovanni Paolo II - ampia attenzione al tema della sessualità e della corporeità - indole sponsale del corpo - natura dialogica della sessualità nell’ottica del personalismo. IN PRINCIPIO È LA RELAZIONE … IL DONO il dono della vita Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.(Gn 1,27)1 il dono della corporeità Per i cristiani il corpo è il luogo dell’adempimento della volontà di Dio. Vivere la condizione umana è vivere la Corporeità “Il creatore ha assegnato come compito all’uomo il corpo” . (Giovanni Paolo II Catechesi sull’amore umano) “Il corpo che noi siamo, ma che non viene da noi, è la nostra in-scrizione originaria nel senso della vita” . (Luciano Manicardi – Il corpo). Cristo ha operato la salvezza facendo del suo corpo un’offerta,un dono. Il corpo umano, nel mistero della creazione, è non soltanto sorgente di fecondità e procreazione, ma racchiude fin da principio la capacità di esprimere l’amore: quell’amore nel quale l’uomopersona diventa dono ed attua il senso stesso del suo essere ed sistere. Giovanni Paolo II il dono della relazionalità “Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio dare un aiuto che gli sia simile”. il dono della sessualità Nella Bibbia alla differenza sessuale si accenna soltanto a proposito dell’uomo e della donna. E appare subito dopo che s’è detto che l’uomo è immagine di Dio. (Gn 1,27) 1 Maschio e femmina li creò: questa espressione segue immediatamente l'altra: "a immagine di Dio li creò". L'immagine di Dio sembra trovare concretezza nell'uomo proprio in quel suo essere "maschio e femmina". Una mascolinità e una femminilità che caratterizzano l'uomo non soltanto nel suo modo di porsi nell'ambito della storia, ma costituiscono anche la base fondamentale delle sue relazioni sociali e ne fanno un essere socievole, chiamato alla comunione nell'unione della sua mascolinità e femminilità. Mascolinità e Femminilità, inoltre, sono i due principi cosmici della vita, che trovano la loro origine in Dio stesso. Dio è "maschio e femmina" allo stesso tempo, per questo crea l'uomo come maschio e come femmina, definendolo sua immagine e a lui somigliante. Significa che l’uomo e la donna sono immagine di Dio non già nonostante, ma proprio in forza della differenza sessuale. Il dono della Comunione che si fa accoglienza aperta alla Fecondità “Maschilità” e “Femminilità” sono dono che permettono all’uomo e alla donna di uscire dalla loro solitudine e di comunicare l’uno all’altra la ricchezza della loro vita, sia a livello fisico, che psichico e spirituale. Una comunione che chiama alla fecondità, non intesa solo in senso biologico, ma nel suo significato più profondo di carattere antropologico, cioè come spinta al servizio degli altri e, in senso più allargato, all'impegno nei confronti della società. Il dono della trascendenza Siamo chiamati a salire oltre i limiti sensoriali dello spazio e del tempo…! LA DIFFERENZA SESSUALE: UNA DIMENSIONE IRRINUNCIABILE DELL’IO L’ uomo è unità duale uomo-donna “A Sua immagine maschio e femmina li creò” Gn.1,27; Del tutto identici nell’umanità “Questa volta essa è carne della mia carne ed osso delle mie ossa” Gn. 2,23; Irriducibilmente differenti nella fisionomia sessuale “Maschio e Femmina” Gn 1,27 . L’uomo e la donna diventano quello che sono unicamente nella reciprocità di un “faccia a faccia” corporeo che li impegna l’uno all’altra. La differenza sessuale è Un limite , in quanto l’amore svela l’esperienza della mancanza Una risorsa , in quanto l’altro, destandone il desiderio, lo chiama al dono di sé per spalancarlo alla vita. La differenza sessuale dice che la relazione non è qualcosa di estrinseco ed accidentale, ma qualcosa di intrinseco, di costitutivo. L’uomo e la donna sono nella loro individualità: Compiuti a livello di persona, ma diventano Completi nella relazione nell’affidamento reciproco. La relazione aiuta a conoscere la propria identità La donna “aiuta” l’uomo a conoscere la verità del proprio essere-maschio L’uomo “aiuta” la donna a conoscere la verità del proprio essere-femmina Indipendentemente dal fatto che vivano il matrimonio (S. Grygiel) Unità e complementarietà nell'ambito della sessualità sta a denunciare che né l'uomo, né la donna bastano a se stessi, ma che in essi è inscritto un "deficit naturale" che li spinge a cercarsi ("ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile" -Gn.2,20), a trovarsi ("questa volta essa è carne della mia carne e osso delle mie ossa"Gn.2,23), poiché per sentenza divina: "Non è bene che l'uomo sia solo; gli voglio fare un aiuto che gli sia simile" Gen. 2,18. "Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne" (Gen. 2,24). 2 2 La sessualità, dunque, mette in evidenza una vocazione alla reciprocità che punta alla complementarietà e comunione, quale integrale e reciproco dono di sé all'altro, così che i due diventino una sola carne. Colta in questo quadro, la sessualità diventa la strada maestra alla comunione integrale, rivelando in tal modo che in essa è stato iscritto un progetto di vita, che viene affidato alla libertà dell'uomo. Ma la libertà nell'uomo non è un dato di fatto, ma una conquista, che lo impegna nel corso di tutta la sua vita, poiché non c'è un momento in cui l'uomo può dichiararsi definitivamente libero. Ed è proprio nell'ambito di questo gioco di conquista che subentra sia l'educazione, la cui finalità è quella di "e-ducere" l'uomo dalla natura umana, che l'etica, la quale fornisce il quadro di valori entro cui l'uomo è chiamato a ritrovarsi e a ricomprendersi. METODOLOGIE D’ APPROCCIO ALL’ANTROPOLOGIA Metodologia essenzialistica, vede l’uomo composto da più essenze, la materia spirituale e la materia corporea. E’ la visione del dualismo che avevano i greci. Quando parliamo di essenza, il corpo è colto solo nella sua dimensione biologica, è il corpo che ho.(Korper) Metodologia esistenziale, guarda alla persona costituita da più elementi che si compongono per realizzarla nella sua uni-totalità. Quando mi pongo nell’ottica esistenziale, mi colgo nella mia uni-totalità personale, e non parlo del corpo che ho, ma del corpo che io sono, perché attraverso il corpo vivo la mia esperienza del qui e ora. (Leib) LE TRE FONDAMENTALI DOMANDE DELL’ANTROPOLOGIA Chi è l’uomo - Com’e l’uomo - Dov’è l’uomo? Chi siamo - Donde veniamo - Dove andiamo?3 L’UOMO È UN ESSERE RELAZIONALE APERTO IN AVANTI: • verso l’altro da sé il mondo • verso l’altro simmetrico a sé l’uomo • verso l’altro del tempo il futuro CON UNA DIREZIONE VERSO L’ALTO i valori che lo trascendono e il fondamento dei valori che è Dio “DIMMI QUALE È LA TUA ANTROPOLOGIA E TI DIRÒ QUALE È LA TUA MORALE” I comportamenti della persona scaturiscono dalla visione che essa ha dell’essere, della vita, dei significati profondi. Alla radice di ogni scelta c’è quindi un’antropologia sottostante che investe anche il significato dell’esistenza umana, del proprio modo di essere ed operare nel mondo e quindi la visione di sé stessi, della sessualità, della maternità e paternità e della stessa famiglia. Proprio perché l'antropologia si è ormai rivelata indispensabile all'etica, in quanto le fornisce una corretta comprensione dell'uomo, colto nel suo agire storico, è altrettanto importante scegliere un'antropologia che dia un'adeguata visione dell'uomo e lo sappia cogliere nella sua interezza e integralità. 3 "chi è l'uomo”? Nel corso della storia del pensiero l'uomo è stato variamente colto, da un lato, come regola assoluta, per cui egli è divenuto misura di tutte le cose dall'altro, l'uomo è stato definito incapace di cogliere la verità e il senso del suo vivere, cadendo in un vortice di dubbio esistenziale che lo ha gettato nell'angoscia. C'è, poi, chi lo considera come una pura materialità, associando il suo vivere alla pura animalità; c'è, ancora, chi esalta le sue funzioni spirituali al punto di disprezzare la sua corporeità, intesa come una qualità degradante dell'uomo stesso, da cui guardarsi e liberarsi attraverso estenuanti esercizi di ascesi, fino al suicidio. Visioni simili dell'uomo sono alquanto riduttive perché esaltano una parte del proprio essere a scapito dell'altra parte e, in tal modo, distruggono l'uomo nella sua essenzialità. L'uomo, al contrario, va colto nella sua interezza e nella integralità delle sue componenti. Carne e spirito non vanno tra loro contrapposte, ma integrate secondo la nota visione dell'antropologia ebraica, che vede l'uomo come "una carne spiritualizzata e uno spirito incarnato". Ciò significa che il corpo è vivificato dallo spirito, che trova nel corpo la sua capacità evolutiva ed espressiva. Non si tratta, comunque, di due realtà giustapposte, ma totalmente compenetrate l'una nell'altra, QUALE ANTROPOLOGIA? Antropologia edonistica - l’uomo è considerato centrale di piacere. Antropologia naturistica - l'uomo è visualizzato come un elemento di natura (materialismo biologismo). Antropologia “consumistica” - l’uomo come bene/soggetto/oggetto di consumo Antropologia utilitaristica - l’uomo è ridotto all’utile Antropologie dualistiche - esaltano solo una parte dell’essere uomo (corpo o anima) a scapito dell'altra parte. Sono alquanto riduttive e finiscono con il distruggere l'uomo nella sua nella sua essenzialitàessenzialità. antropologia umanistica e personalistica - Guarda all’uomo integrale: corpo-psiche-spirito. Fa emergere la centralità della persona come soggetto di diritti, che esige il rispetto della sua dignità, ma anche come mistero. Mette al centro la libertà dell'uomo, intesa come attitudine radicale e reale di riferirsi a un quadro di valori, e sollecita a canalizzare e valorizzare tutti gli impulsi dell'inconscio e le energie bio-psichiche dell'uomo vivente, finalizzandoli ai valori umani. A questa visione dell’uomo fa riferimento il Magistero della Chiesa. L’antropologia personalistica, mette al centro la libertà dell’uomo colto nella sua complessità e uni-totalità, come portatore di valori. Il suo benessere non passa solo attraverso la soddisfazione dei bisogni fisici, ma anche di quelli psichici e di quelli spirituali. Questa visione interpella la libertà dell’uomo nelle sue scelte fondamentali. E non lascia spazio per antropologie naturalistiche o dualistiche, poiché ciò che conta è soltanto l'uomo, colto nella sua integralità e unità. La sessualità, all'interno della concezione personalistica del vivere cristiano, si caratterizza come dono che si fa impegno di vita. L’Antropologia umanistica e personalistica, è la sola che risponde realmente ai bisogni profondi dell’essere umano a cui la sola scienza non può dare risposta.4 L’Antropologia umanistica e personalistica, coglie e supera i limiti dello scientismo e del biologismo, nella consapevolezza che all’uomo non basta il “dato”, egli cerca sempre il “significato”. I dati scientifici non sono in grado di spiegare l'identità ontologica dell'uomo. SESSUALITÀ E FECONDITÀ - TRA NATURA E CULTURA Natura: tutto ciò che esiste prima che l’uomo vi faccia qualcosa Cultura:l’ambiente artificiale che l’uomo sovrappone a quello naturale (linguaggio, idee, credenze, costumi, organizzazione sociale, procedimenti tecnici, valori) L’animale vive la sessualità come pura natura. L’uomo vive la sessualità come cultura. L’uomo umanizza la natura trasformandola in cultura 4 Le visioni dell'uomo, che esaltano solo una parte del suo essere a scapito dell'altra parte, sono alquanto riduttive e finiscono con il distruggere l'uomo nella sua essenzialità. L'uomo, al contrario, va colto nella sua interezza e nella integralità delle sue componenti. Carne e spirito non vanno tra loro contrapposte, ma integrate secondo la nota visione dell'antropologia ebraica, che vede l'uomo come "una carne spiritualizzata e uno spirito incarnato". Ciò significa che il corpo è vivificato dallo spirito, che trova nel corpo la sua capacità evolutiva ed espressiva. Non si tratta, comunque, di due realtà giustapposte, ma totalmente compenetrate l'una nell'altra, La sessualità umana non può essere guardata come un fenomeno che chiama in gioco solo aspetti istintuali, oppure come l'ambito di un totale arbitrio da parte dell'uomo. Essa è, dentro le sue dimensioni istintive e psicologiche, soprattutto un evento personale, nel quale sono inscritti significati intrinseci che l’uomo deve rispettare “con intelligenza e amore” per il suo stesso bene e la sua “gioia”. SESSUALITA’ E MAGISTERO DELLA CHIESA Due punti cardine del pensiero della Chiesa in ogni tempo RISPETTO DELLA VITA UMANA - Principio fondamentale SIGNIFICATO DELLA SESSUALITA’ - Quesito fondamentale Fin dal suo nascere, il cristianesimo si trovò di fronte a due correnti antropologiche: il naturalismo, che si caratterizzava per una visione positiva e accogliente del mondo fisico; Il dualismo che, invece, contrapponendo lo spirito alla materia, privilegiava il primo, considerando la seconda una sorta di prigione per l'anima, da cui liberarsi. Due correnti di pensiero queste che hanno influenzato la visione della sessualità nel mondo occidentale e che il cristianesimo, influenzato a sua volta dalla dicotomia platonica, Ha assorbito, diffuso e consolidato. L'antropologia paolina Paolo, di cultura ebraica, si Trova ad operare in mezzo alla cultura ellenistica e romana che, proprio in tema di sessualità e matrimonio, presentavano problematiche assai complesse, spaventosamente desolanti e decisamente lontane dal messaggio di Cristo. Qui Paolo si trova di fronte a due categorie di persone: i lassisti, che male interpretando la loro libertà acquisita in Cristo, vanno dicendo: "Tutto mi è lecito!". Essi, infatti, di cultura greca, che disprezzava il corpo, quale prigione dell'anima, non lo ritenevano rilevante nel loro rapporto con Cristo, per cui, mentre il loro spirito era rivolto a Cristo, il loro corpo poteva essere abbandonato alle forme più aberranti della sessualità. i rigoristi non sono da meno. Essi, infatti, partendo dalla medesima antropologia dualista dei lassisti, che vedeva lo spirito contrapposto al corpo, disprezzavano questo a favore dello spirito. Tale disprezzo si riverberava anche nell'uso del matrimonio. A questi Paolo ricorda che il corpo è per il Signore e che la novità di vita in Cristo coinvolge Integralmente l'uomo nella sua interezza. Questo "appartenere al Signore“ apre nuovi orizzonti e prospettive nella comprensione della sessualità, del corpo e del matrimonio. 5 Da Sant’Agostino (V sec.) alla Gaudium et spes (1965) Per Sant’Agostino L’atto sessuale è atto della natura a servizio della procreazione. XIII secolo - S. Tommaso d'Aquino (1224-1274), in tema di matrimonio e sessualità, riprenderà, con una puntualizzazione più equilibrata, la riflessione di S.Agostino. 5 Paolo insegna che il credente, in forza del battesimo, è stato accorpato a Cristo e, pertanto, gli appartiene totalmente. Per questo il corpo è per il Signore e non per l'impudicizia. E' proprio questo "appartenere al Signore" che apre nuovi orizzonti e prospettive nella comprensione della sessualità, del corpo e del matrimonio. Vivere la sessualità in questo ambito significa avere la coscienza che il nostro corpo, tutto il nostro essere è consacrato al Signore, mentre questo corpo è destinato alla risurrezione, cioè ad essere ricollocato nella vita stessa di Dio, da cui proviene. un Dio che ha assunto la carne umana e l'ha redenta. Una visione, quindi, del tutto positiva della creazione che dell'uomo. Una materia e una carne che vengono comprese come parti essenziali dell'uomo e del creato, che assorbiti nel Cristo morto-risorto, sono stati ricollocati nella stessa dimensione divina da cui provengono. Il pensiero tomista verrà ripreso dal Concilio di Trento (1545-1563 in cui confluisce tutta la dottrina e il pensiero precedente della Chiesa e riceverà una definitiva sistematizzazione dottrinale, che accompagnerà la Chiesa fino alle soglie del Vaticano II. “Semi di futuro” Sant’Alberto Magno (XIII sec.) Intuisce che nell’atto coniugale vi sia anche un significato “unitivo” oltre che procreativo FINE XV SECOLO - due posizioni: Concezione tradizionale - I rapporti sessuali sono leciti solo “ricercando positivamente la procreazione” Concezione nuova - I rapporti sessuali sono leciti solo “non escludendo positivamente la procreazione” I PASSI DELLA SCIENZA – I PASSI DEL MAGISTERO (vedi anche stralcio articolo all.) I PASSI DELLA SCIENZA (vedi allegato) 1677 – scoperta dello spermatozoo 1827 – scoperta dell’ovulo femminie 1924 – 1929 Nasce il concetto di “periodo fertile” I PASSI DEL MAGISTERO nel segno della CONTINUITA’ Due punti fermi nel tempo:Difesa della vita e ricerca del Significato della sessualità 1930 - CASTI CONNUBI Enciclica di Pio XI 1965 - Gaudium et spes Cost. Past. Conilio.Vat. II 1968 Humanae vitae Enciclica di Paolo VI 1981 – Familiaris consortio Esortazione apostolica di G.Paolo II 1995 - Evangelium vitae Enciclica di Giovanni Paolo II 2005 - Deus caritas est Enciclica di Benedetto XVI 2016 – Amoris laetitia Esortazione apostolica di Francesco CONCILIO VATICANO II Costituzione pastorale GAUDIUM ET SPES – 1965: accoglie la concezione personalistica dell’atto sessuale: atto della persona e non più atto della natura. C’è il riconoscimento della vera dignità dell’atto coniugale come gesto personale e momento di scambio nel dono di sé all’interno del matrimonio “Gli atti coi quali i coniugi si uniscono in casta intimità sono onesti e degni; compiuti in modo veramente umano, favoriscono la mutua donazione che essi significano ed arricchiscono vicendevolmente nella gioia e nella gratitudine gli sposi stessi.” (GS 49) PROCREAZIONE RESPONSABILE I coniugi “con umana e cristiana responsabilità e di comune accordo e con sforzo comune, si formeranno un retto giudizio: tenendo conto sia del proprio bene personale che di quello dei figli, tanto di quelli nati che di quelli che si prevede nasceranno; valutando le condizioni sia materiali che spirituali della loro epoca e del loro stato di vita; e, infine, tenendo conto del bene della comunità familiare, della società temporale e della Chiesa stessa. (GS 50) “Paolo VI si iscrive nella grande tradizione profetica del popolo eletto. Lo sguardo del profeta è rivolto sempre in lontananza; egli vede ciò che il popolo non vede, o non vuol Vedere.” (M. Schooyans) La sua HV nel 1968, anno di grandi cambiamenti, si pone come sfida all’assioma della nuova morale del “vietato vietare”, afferma con coraggio che l’etica edonistica non è buona per l’uomo. HUMANAE VITAE - ENCICLICA SULL’AMORE UMANO “Grande è l’opera di educazione, di progresso e di amore alla quale vi chiamiamo. Opera grande in verità, ne abbiamo l’intima convinzione, per il mondo e per la Chiesa, giacché l’uomo non può trovare la vera felicità, alla quale aspira con tutto il suo essere, se non nel rispetto delle leggi iscritte da Dio nella sua natura e che egli deve osservare con intelligenza e Amore”. (HV 31) I problemi sollevati dall’HV si collocano primariamente a livello antropologico e riguardano un “sapere sull’uomo” adeguato alla sua realtà integrale, per cui richiedono il ritrovamento di quell’antropologia adeguata che possa sostenere la valutazione etica. ATTUALITÀ DEL MAGISTERO DELLA CHIESA Le tematiche della vita occupano un posto centrale nella moderna “questione sociale” nell’ottica della costruzione della società secondo l’obiettivo del vero bene comune. L’importanza antropologica e sociale della sessualità deriva dal fatto che alla base della società non stanno semplicemente due individui asessuati, ma una coppia, un uomo e una donna che si accolgono reciprocamente e, donandosi, si aprono alla vita. SESSUALITA’ EVOLUZIONE DI “SENSO” dalla necessità di riprodursi, al desiderio di maternità e paternità Dare un senso al sesso: • A qualunque costo: la dimensione riproduttiva della sessualità, è il mandato più antico della sessualità • Fare sesso: la dimensione ludica della sessualità • Stare insieme: la dimensione sociale della sessualità, è il mandato di costruire una vita di relazione e dei legami sociali, • Fare l’amore: la dimensione semantica della sessualità. è il mandato di cercare dei significati per la nostra vita e di condividerli con qualcuno. Scopriamo che i corpi sono un luogo per incontrarci. È’ l’amore che si fa carne e ci comprende. In questo modo, suggerisce l’Antico Testamento, ci conosciamo. • Avere una storia: La dimensione narrativa della sessualità , vuole un tempo per il racconto, un passato da ricordare e un senso per il futuro. Vuole una storia. • Fare un bambino: la dimensione procreativa della sessualità, che trasforma una storia d’amore in un atto creativo, collaborando con la VITA perché ciò avvenga. Grazie per l’attenzione e Buon lavoro Anna Rita Chiari Altri Documenti del Magistero della Chiesa sul tema: - G.Paolo II: Catechesi sull’amore umano (1979-84); - G.Paolo II: Veritatis splendor (1993) nn.47-50; - G.Paolo II Lettera alle famiglie (1994) nn.6-17; - G.Paolo II Evangelium vitae (1995); - Congr.Dottr. Fede: Donum Vitae (1987) - Pont.Cons.per la Famiglia: Sessualità umana:verità e significato (1995) - Francesco – Amoris laetitia (2016) ALLEGATO (stralcio da un mio articolo pubblicato si NOTIZIEMMANUEL – bimestrale della Comunità Emmanuel settembre-ottobre 2016 – Lo allego nella speranza vi possa essere utile. I passi della scienza - i passi del Magistero della Chiesa L’uomo umanizza la natura trasformandola in cultura “Ogniqualvolta si tratta della vita umana, natura e cultura sono quanto mai strettamente connesse”. (GS 53) Nonostante i cambiamenti nella visione della sessualità umana, i due punti cardine sui quali si è incentrato, nel segno della continuità, il pensiero della Chiesa in ogni tempo sono: il rispetto della vita umana, dono di Dio, e la ricerca del significato della sessualità, alla luce della Parola e delle conoscenze delle scienze umane maturate nelle varie epoche. I PASSI DELLA SCIENZA L’idea che lo spermatozoo fosse già il figlio in seme (concezione presente anche nel mondo biblico) ha regnato per diversi secoli, supportata dalle conoscenze del mondo scientifico, tanto che, una volta scoperto nel 1677, lo spermatozoo cominciò ad essere rappresentato nelle incisioni dell’epoca come un omino in miniatura: l’homunculus. Anche dopo la scoperta dell’ovulo femminile, avvenuta nel 1827, si riteneva che dall’unione sessuale potesse sempre derivare una gravidanza. Se questa era la legge di natura, per i credenti scritta dal Creatore, era evidente che il fine primario dell’unione sessuale doveva essere la procreazione. La scoperta che rivoluzionò in mondo scientifico-sanitario fu quella del medico giapponese Kyusaku Ogino del1924, che sancisce la nascita del concetto di “periodo fertile” del ciclo femminile, in base al quale la possibilità di concepire è limitata a tale periodo. La scoperta di Ogino, confermata nel 1929 dalle ricerche dell’ Ostetrico austriaco Hermann Knaus, portò all’elaborazione di un metodo statistico atto a delimitare tale periodo per limitare le nascite. Oggi la possibilità di conoscere i tempi fertili si avvale di metodi più moderni ed efficaci, supportati pure da strumenti diagnostici, che trovano impiego anche per favorire il concepimento. I PASSI MAGISTERO DELLA CHIESA La scoperta dei ritmi di fertilità, che metteva in discussione la vecchia credenza, di una fertilità costante, supportata peraltro dalle conoscenze scientifiche del tempo, non poteva non suscitare domande in ambito magisteriale. Inizia così un lungo percorso di approfondimento sul significato della sessualità umana, regolata da leggi inscritte dal creatore sino ad allora sconosciute. Comincia a perdere valore la tesi di San’Agostino (V sec.) che aveva tenuto campo fino ad allora, secondo la quale l’atto sessuale è atto della natura ad esclusivo servizio della procreazione, e viene fuori la prima enciclica che si occupa esplicitamente dell’argomento: la “Casti connubi” di papa Pio XI del 1930 , proprio a ridosso della scoperta di Ogino. Vengono qui gettati i primi semi di riflessione che verranno ripresi e ufficializzati da papa Pio XII il 29 ottobre 1951, quando, durante un discorso rivolto all'Unione cattolica italiana delle ostetriche, si espresse sottolineando che "l'osservanza dei tempi infecondi può essere lecita sotto l'aspetto morale", al fine di regolare le nascite. Ma il percorso è ancora lungo, bisogna arrivare al 1965 per avere il pieno riconoscimento della vera dignità dell’atto coniugale. È la Gaudium et spes - Costituzione Pastorale del Concilio Vaticano II, che lo sancisce accogliendo la concezione personalistica dell’atto sessuale come atto della persona, come gesto personale e momento di scambio nel dono di sé all’interno del matrimonio, teso ad incarnare e promuove l’amore coniugale. Viene così definitivamente superata la vecchia visione che lo considerava come atto della natura ad esclusivo servizio della procreazione. Ormai la strada è aperta ai grandi documenti che sul tema dell’amore umano hanno preceduto, nel segno della continuità, ”Amoris laetitia”: Humanae vitae ( Enciclica di Paolo VI – 1968) - Familiaris consortio ( Esortazione apostolica di G.Paolo II -1981) Evangelium vitae ( Enciclica di Giovanni Paolo II -1995) - Deus caritas est ( Enciclica di Benedetto XVI – 2005), ai quali necessariamente va aggiunto l’ apporto fondamentale del Magistero ordinario del santo Giovanni Paolo II, con la ricchezza delle sue Catechesi sull’amore umano (1979-1984). Anna Rita Capozza Chiari