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S
in alute
QUALI RISCHI CI SONO NEL MODELLO
DI SESSUALITÀ FORNITO DALLA TV?
• Esibizione e oggettualizzazione del corpo.
Il mezzo televisivo utilizza spesso il corpo (specie
quello della donna) per fini soprattutto commerciali
legati all’incremento dell’audience televisiva o alla
vendita di un prodotto.
Nella pubblicità la donna spesso non è un soggetto
che spiega o presenta un prodotto, ma è già in
a questo principio esistono delle eccezioni. Se, ad esempio un bambino
già nell’età scolare non ha ancora
chiesto nulla, si può pensare che ci
siano dei motivi che gli impediscono di porre le domande necessarie.
Altro aspetto fondamentale di cui
tenere conto, soprattutto con i bambini più piccoli, è che, nel periodo
in cui il bambino fa le prime domande, ha già le sue idee sul funzionamento del corpo. Ad esempio una
bambina può pensare che la mamma sia incinta perché ha mangiato
troppo. Perciò è sempre utile sondare le idee dei bambini, prima di sovrapporvene di nuove, generando
confusione. Ad esempio rispetto alla
domanda “Da dove escono i bambini?” può essere utile chiedere: “E tu
da dove pensi che escano?” oppure
“Prova tu ad indovinare e poi ti aiuterò a scoprirlo”.
Due aspetti ci sembrano importanti:
1. sapere ascoltare con tatto e non
deridere le idee dei figli. Se vogliamo che i bambini ci confidino i loro
pensieri, dobbiamo essere particolarmente attenti a non farli sentire
sciocchi quando li espongono.
2. scegliere parole adatte alle loro
capacità di comprensione, ma senza
ricorrere a comunicazioni fantasiose
o stucchevoli.
Sembra che a fronte di una maggiore stimolazione culturale in
campo sessuale non corrisponda
un aumento di dialogo con gli
adulti. Una ricerca americana dice infatti che genitori e figli dialogano otto minuti al giorno, meno
del tempo che si passa davanti allo specchio...
Il processo di maturazione personale ha diverse componenti: cognitiva,
affettiva, relazionale e sociale e alcune di esse hanno subito in questi an-
qualche modo il prodotto, l’oggetto da conquistare
e consumare.
• Proposta di ideali di femminilità e virilità irraggiungibili.
Questi corpi perfetti, magri o atletici sono
spesso occasione di conflitto interiore per gli adolescenti e così sempre più spesso si incontrano ragazzine che si torturano con le diete o ragazzi che
faticano nelle palestre per acquisire un corpo sempre più “vendibile” sul mercato delle relazioni.
ni una forte accelerazione. Le capacità cognitive dei piccoli si sono sviluppate in modo sorprendente, ma
ciò non significa che i nostri bambini siano nel complesso più maturi,
anzi la componente emotiva e sociale ha subito un forte rallentamento.
Perciò anche nel campo della sessualità i bambini ricevono una
quantità notevole di informazioni
che li rende precocemente esperti in
questo campo. Il rischio è quindi
che i nostri figli sappiano già tutto,
ma in modo confuso. E soprattutto
non c’è la maturità emotiva indispensabile per rielaborare queste
informazioni ed integrarle nella personalità. Da qui l’importanza del
dialogo e... otto minuti sono veramente pochi! Certo, è vero che le comunicazioni dei media sono molto
attraenti, ma la comunicazione dal
vivo è senz’altro più forte e coinvolgente.
È vero, ma come fare per superare il pudore del bambino e l’imbarazzo dell’adulto? Spesso confusioni, curiosità e fantasie dei
bambini rimangono inespresse...
Può succedere di non sentirsi del
tutto pronti per parlare con i nostri
bambini di questi temi e questo è
normale. Molto spesso ci mancano
le parole adeguate per chiarire concetti, anche complessi, in modo
semplice e accessibile.
L’imbarazzo dell’adulto porta a volte a ridicolizzare o sminuire i dubbi
del figlio, oppure a dare risposte banali, col rischio di interrompere lo
spiraglio di confidenza che il bambino ha aperto. Se si sente rifiutato o
se avverte il nostro desiderio di evadere la domanda, non ci darà un’altra chance. Ciò che può essere d’aiuto, allora, sono occasioni di confronto e scambio con altri genitori su
questo difficile compito educativo o
incontri di formazione ed approfondimento con la guida di esperti. Anche un libro da leggere insieme può
essere una mediazione che consente
di avviare il discorso con minor imbarazzo. Il testo è uno strumento
che, tuttavia, può e deve essere arricchito e personalizzato attraverso
il dialogo, nel quale il genitore può
raccontare le proprie esperienze e i
propri vissuti. Infatti per un figlio
può avere un valore unico sentirsi
narrare come è iniziata la storia
d’amore fra i propri genitori, le
emozioni e i sentimenti che hanno
accompagnato la sua nascita, le
paure e le speranze della loro adolescenza.
La mancanza di una comunicazione franca e diretta col genitore
porta il ragazzo a chiedere informazioni ai coetanei, oppure a tenere nascosti i propri dubbi. Quali rischi ci possono essere in questi atteggiamenti?
Il silenzio su questi temi fra genitori
e figli è senz’altro negativo perché
espone i ragazzi a paure, ansie e
sensi di colpa che rischiano di contribuire negativamente allo sviluppo
della personalità. Per quanto riguarda il gruppo dei coetanei, che pure è
una grossa risorsa, a volte il ragazzo
affronta il tema della sessualità per
stupire, essere riconosciuto come
grande, mettersi in mostra, e per
questo alcune informazioni vengono
ingigantite, drammatizzate, colorite,
con il rischio che possano nascere
notizie un po’ fantasiose, inquietanti, paurose o straordinarie. Pertanto
il rischio che il ragazzo corre è quello di avere del sesso un’idea riduttiva, parziale, se non addirittura connotata in modo negativo, spesso minaccioso.
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• Immagine dell’amore offerta soprattutto da alcune
trasmissioni televisive caratterizzata, oltre che una
totale mancanza della dimensione dell’intimità, dalla sua riduzione quasi esclusiva al momento dell’infatuazione e del corteggiamento.
È presente l’amore come conquista con tutte le sue
illusioni, mentre risulta totalmente assente l’aspetto
quotidiano dei piccoli gesti che fanno grande una
storia d’amore e che soprattutto le permettono di
durare nel tempo.
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Solo 50 anni fa in famiglia parlare di sessualità non era concepibile. Oggi tutto, informazione, TV
e pubblicità rimandano esplicitamente al sesso. Come può un genitore fronteggiare la situazione?
Ciò che il genitore può fare è aiutare
il proprio figlio ad uscire da un ruolo passivo e guidarlo a capire le parti più complesse, a commentare certe informazioni, a sdrammatizzare
qualche contenuto forte, limitare il
rapporto di dipendenza e ridare fiato alla fantasia. Bisogna saper proporre alternative, consapevoli che ci
sono aspetti dell’esperienza, culturali e affettivi, che i media possono
solo simulare, ma non dare. I ragazzi
si trovano spesso a contatto con notizie che li possono turbare o allarmare e c’è il rischio che prevalga il
lato oscuro della sessualità, il sesso
come prevaricazione, violenza,
sfruttamento. Notiamo anche un interesse dei media quasi esclusivo
per gli eventi straordinari: le eccezioni che agli occhi dei ragazzi diventano la regola.
Negli incontri che svolgiamo con gli
alunni delle scuole, spesso le domande dei bambini si riferiscono
proprio a questi aspetti: per esempio, i tentativi di separare i gemelli
siamesi o di mantenere in vita un
elevato numero di nati prematuri
con un peso ridottissimo.
Pertanto il nostro compito di adulti
è quello di chiarire e di ridimensionare e insieme aiutarli a cogliere e a
spostare il loro interesse su ciò che
di straordinario c’è nell’ordinario
(come la nascita di un bambino),
creandosi un’immagine buona della
sessualità, che la colleghi all’amore
e alla vita.
A cura di
Cristina Trombetti
N O I
RIUSCIAMO
A FARE
QUESTO
Giuliano Cristofaro, calvizie androgenetica, 33 anni, Reggio Emilia,
testimonianza autentica verificabile al tel. +39 348 8403602