Cambia il mondo, cambiano anche le forme di follia. E deve

Comunicato stampa
Verona, venerdì 10 giugno 2010, Sala Convegni della Gran Guardia. Ore 8.30-18.00
Cambia il mondo, cambiano anche le forme di follia.
E deve cambiare anche la psichiatria che le cura
Villa Santa Chiara compie 50 anni e festeggia con un evento formativo attraverso il quale intende
aprire un nuovo dibattito per avvicinare il mondo della follia al contesto socioculturale nel quale si
manifesta
La casa di cura privata ma convenzionata con il servizio sanitario nazionale, una delle S.p.a. più
importanti del veneto, specializzata nella cura dei disturbi psichici e all'avanguardia per l'uso di
terapie innovative, fu fondata nel 1961 dagli psichiatri
Cherubino Trabucchi e Bruno Maggioni.
Al convegno di Verona partecipano Antonio Andreoli, Vittorino Andreoli, Andreas Conca, Umberto
Galimberti, Pier Luigi Scapicchio e Daniela Rosi.
Coordina i lavori il primario della casa di cura, dott. Mario Giacopuzzi.
Verona - E' tra le poche cliniche in Italia a usare l'innovativa terapia virtuale (grazie alla ricchezza
di mezzi che mette a disposizione la tecnologia digitale) per la cura dei disturbi fobici, posttraumatici da stress e disturbi ossessivo-compulsivi.
E' anche tra le poche a sottoporre i propri pazienti (lo fa in sinergia con il Clinical Center for
Neuronanotechnology and Neurostimulation e con la Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore di
Milano, che utilizza lo stesso trattamento però solo in regime di day hospital) alla stimolazione
galvanica, cioè una terapia non invasiva e indolore destinata ai pazienti afflitti da depressione
maggiore (cioè la più grave) definiti farmaco-resistenti, sui quali, i farmaci antidepressivi
sperimentati non hanno dato alcun risultato. L'uso della stimolazione elettrica a basso voltaggio
rappresenta indubbiamente un'ulteriore tecnica terapeutica per la cura della depressione, quando il
farmaco non dà risposte significative.
Da anni usa la Stimolazione Magnetica Transcranica. E’ questa una tecnica innovativa applicata in
stretta sinergia con i laboratori di neuro-fisiologia e neuro-psicopatologia IRCCS del
Fatebenefratelli di Brescia. E' anche tra le poche strutture psichiatriche a usare la terapia della
“Sleep Deprivation” abbinata alla “Light Therapy”, un’altra cura d'avanguardia che aiuta i malati di
depressione grave ad uscire da una situazione di stallo, riacquistando momenti di eutimia. Questa
cura viene anche associata alla terapia farmacologia, per potenziarne gli effetti e ridurre il tempo di
latenza alla risposta farmacologica.
La casa di cura “Villa Santa Chiara”, immersa nel verde di Quinto di Valpantena (VR), alle pendici
delle Torricelle, è considerata un centro di riferimento per la depressione resistente. Ha 119 posti
letto autorizzati di cui 103 accreditati. Dal 2000 ha adottato il sistema di gestione della Qualità UNI
EN ISO 9001.2008 che garantisce la regolarità delle liste d’attesa (purtroppo i tempi di attesa sono
spesso superiori al mese) e certifica un alto valore di customer satisfaction.
Villa Santa Chiara, fondata nel 1961 dal prof Cherubino Trabucchi e dal dott. Bruno Maggioni
(entrambi psichiatri, il primo ampiamente noto e il secondo meno popolare ma con un posto di
rilievo nella storia dell'evoluzione psichiatrica) quest'anno compie 50 anni e ha deciso di
festeggiare la sua metà di secolo con un evento formativo, rivolto a medici e psicologi, dal titolo “La
Follia” (e un pay off che cita Samuel Beckett: “Si nasce tutti pazzi: alcuni lo restano”) al quale
partecipano come relatori, Antonio Andreoli, Vittorino Andreoli, Andreas Conca, Umberto
Galimberti, Daniela Rosi e Pierluigi Scapicchio. Ideatore e coordinatore dell'evento, l'attuale
primario della clinica, il dott. Mario Giacopuzzi, medico psichiatra e psicoterapeuta.
Un’iniziativa tutt'altro che autoreferenziale e autocelebrativa, ma di stimolo a ripensare alla
psichiatria oggi, tenendo in considerazione i mutamenti repentini della nostra società. Avrà luogo
il prossimo 10 giugno nella sala convegni della Gran Guardia di Verona. Sono invitati medici e
psicologi. “Un altro mondo, un altro destino. L’indomani della follia tra psichiatria, psicoanalisi e ricerca
clinica” è il titolo della relazione che terrà il professore della clinica psichiatrica universitaria di Ginevra,
Antonio Andreoli, che aprirà i lavori dopo i saluti dell'amministratore delegato dott. Ruggero Maggioni e
dell'assessore alla cultura Mimma Perbellini.
Sono proprio di questi giorni i dati forniti dal Censis che ridisegnano antropologicamente la
nostra società mettendo in risalto alcuni tratti che fanno discutere: dalla riduzione del
controllo delle pulsioni con aumento dell' aggressività, al boom di consumo di antidepressivi
registrato negli ultimi dieci anni con un raddoppio delle prescrizioni di psicofarmaci. Mentre l'Oms
(Organizzazione Mondiale della Sanità) ci ricorda che nel 2020 la depressione sarà la seconda
causa di malattia dopo le patologie cardiovascolari. Oggi in Italia sono 1,5 milioni gli italiani che
soffrono di depressione mentre 6 milioni sono stati afflitti almeno una volta, nel corso della loro
vita, da un episodio depressivo.
“Viviamo sicuramente in un'epoca di passioni tristi, come sottolinea lo psichiatra argentino Miguel
Benasayag - spiega il dott. Giacopuzzi – “dove non ci sono grandi ideali, dove si è perso il senso
del desiderio e dove le pulsioni si trasformano direttamente in azioni perché diventa sempre più
labile la barriera fornita dai classici “freni inibitori”, quali la colpa, la punizione e l’etica. Anche il
vecchio conflitto tre le generazioni si è tramutato in conflitto di età all’interno di ciascuno di noi:
adolescenze prolungate, gioventù bruciate, maturità respinte, vecchiaie interminabili hanno
sconvolto le nostre esistenze un tempo prevedibili e programmate. In mancanza di “passioni forti”
crescono gli egoismi e si vive in un vuoto ideale ed etico, in un clima di disincanto, di noia e di
apatia. E’, insomma, una società “disperata” che genera nuove forme di disagio psichico che
richiedono nuovi strumenti di analisi e di cura.
“C’è qualcosa che non va e non appare, quindi, pleonastico un convegno in cui illustri relatori
stimolino la riflessione sul significato della follia nel momento attuale e sulle sue relazioni con
la neurobiologia, la filosofia, l’arte, la letteratura, la società e soprattutto con la psichiatria” ribadisce il dott. Giacopuzzi – “La follia è, infatti, legata, senza possibilità di divorzio, alla
psichiatria, ma la loro relazione è, secondo molti esperti, in profonda crisi”.
Il primario di Villa Santa Chiara, che in quest’occasione ha voluto dare spazio al sapere neuroscientifico e psicologico, per garantire terapie farmacologiche e psicologiche adeguate ed
aggiornate, tiene a sottolineare, in risposta ai dati resi noti dal Censis, che il raddoppio del
consumo di antidepressivi non significa raddoppio della depressione, ma denota una maggiore
attenzione verso pazienti ingiustamente trascurati, anche se non si può negare un certo uso
improprio di farmaci in situazioni che andrebbero affrontate con altri mezzi.
“La depressione in crescita non va sottovalutata come non va sottovalutato l'aumento dei malati di
Alzheimer, in carico attualmente alle famiglie che non sanno come affrontarli” - prosegue il dott.
Giacopuzzi – “In realtà la psichiatria, disciplina complessa ed ambigua sul piano epistemologico e
culturale, si trova ancora oggi in difficoltà a coniugare la sua dimensione medico-psicologica con la
funzione di controllo sociale che, dai tempi della sua origine, la collettività le demanda”.
Una giornata di grandi riflessioni dunque, ma una giornata attraverso la quale l'équipe medica di
Villa Santa Chiara porta tutto il suo bagaglio di esperienza, fatto all'insegna della passione verso le
forme più innovative della terapia psicologica e psichiatrica e contraria ai protocolli standardizzati.
“I disturbi psichici – spiega il dott. Giacopuzzi – sono sempre strettamente connessi alla persona
nella sua interezza. Quando curiamo, un paziente lo seguiamo nella sua totalità, a partire dalla sua
cultura personale, dall'ambiente in cui è inserito e dalle relazioni che lo caratterizzano. Da noi non
esistono pacchetti di cura standardizzati. I protocolli terapeutici, le linee guida, sono nella testa di
psichiatri e psicologi, ma i concreti interventi terapeutici sono centrati sulla persona e sulla
particolare situazione di disagio che il paziente sta attraversando”.
A Villa Santa Chiara arrivano pazienti da tutta la regione Veneto, ma un numero rilevante proviene
anche dalle regioni di confine e non solo(vedi tabella allegata), proprio perché qui si affrontano i
casi più complessi di depressione maggiore e lo si fa con approcci multidisciplinari. Si spera
vivamente di poter continuare le attività terapeutiche fin qui svolte. “Non posso comunque che
ringraziare gli interlocutori istituzionali per aver sempre riconosciuto la nostra indispensabile
funzione di integrazione alla sanità pubblica con la speranza che tanto impegno da noi profuso
continui a trovare consenso nella programmazione regionale. Devo, con orgoglio, dire che
l’impronta lasciata dai fondatori è stata sempre di riferimento anche per i medici che a loro sono
seguiti e che operano tutt’oggi.
“Dal suo canto l’Amministrazione cerca di mantenere prestigioso il livello della sede e continua ad
essere disponibile a tutti gli aggiornamenti terapeutici garantendo un profilo sempre attento
all’innovazione e all’avanguardia. Credo – conclude l’amministratore delegato - che lo testimonino
le oltre 1300 persone che annualmente si ricoverano per cure presso la nostra struttura, la
customer satisfaction dei dimessi, le liste di attesa che da 10 anni sono troppo lunghe e la forte
attrazione su pazienti che provengono da altre regioni (il 45% dei pazienti proviene da regioni
anche non confinanti)”.
Coordinamento ufficio stampa:
Patrizia Adami
Clab Comunicazione
Mob. 348 382 03 55
Rif Valeria Palombo
Mob. 338 977 55 03