VI www.leggimionline.it - SPETTACOLO - 17 MARZO 2017 Due geni in mostra a Catania. Andy Warhol al Castello Ursino fino al 3 maggio, Escher a Palazzo della Cultura da domenica 19 marzo Da Andy Warhol a Escher, Catania è capitale dell'arte C atania - 58 opere in un crescendo di colori e di “pezzi” che incantano anche i più piccoli. In un sunto estremo è questo la mostra “Il genio di Andy Warhol” esposta nelle sale storiche del Castello Ursino. Inaugurata sabato 11 marzo, rimarrà esposta fino al 3 maggio per la gioia di grandi e piccini in ossequio a quel diktat di Warhol che voleva l'arte popolare (da qui Pop Art) cioè accessibile a tutti. Ritratti semplici e senza profondità in cui sono i colori sgargianti o i bianchi e neri accesi a fare la differenza, oppure ancora lustrini e punti luce che catturano e fanno rimbalzare la luce. Non si può rimanere indifferenti a effetti così evidenti. Bisogna amarle le opere di Andy Warhol e farlo non è per niente difficile. “Andy Warhol era il re della Pop Art che per lui significava amare le cose -ci spiega Eugenio Falcioni di EF Arte -. Ha vissuto in un'epoca industriale tanto che il suo sogno era quello di diventare una macchina. Ed è per questo che abbandona la profondità della visione a favore della semplicità. La sua carriera inizia come disegnatore per riviste importanti come Vogue, ad esempio, e poi è passato alla macchina fotografica ma in effetti non ha mai dipinto nulla. In questo consiste il suo voler essere una macchina. Ed ecco perché non c'è né un percorso da rispettare per ammirare queste opere ed è per questo che anche i bambini amano Warhol. Diverso è il discorso se invece parliamo di contenuti, in questa mostra - e per la seconda volta in Italia, precisa Falcioni - vengono esposti gli acetati. Sono quelle lastre che partivano dalla fotografia. Lui usava la polaroid. L'unica fotografica che si può definire “pezzo unico” perché non riproducibile. Da qui, dalla Polaroid, Warhol faceva i ritratti e il suo genio del colore esplodeva. Da qui la serie delle “Marilyn” con la versione rosa che è la più quotata. Anche se sono tutte belle le Marilyn, come lo è il ritratto di Liz Taylor”. E c'è altro in quelle 58 opere: un rarissimo Mao serigrafato su carta da tappezzeria, i flowers e gli inviti dedicati a Mick Jagger e una serie di cimeli di straordinario valore storico, tra i quali le chitarre firmate originali da Diana Ross e Michael Jackson con il mitico cappello bianco autografato, la Brillo Box, la bottiglietta in vetro argentato La cintur di Mohammed Alì con il suo autografo originale “A Catania avremo qualcosa in più, ne - commenta Orazio Licandro assesalcune opere particolari che provengosore alla Cultura di Catania – con due no da Roma e allargheranno l'esposiziograndi della storia dell'arte. Diversi tra ne meneghina”. loro ma che esercitano un'attrazione Andy Warhol finirà a maggio, cosa particolare nel pubblico giovanile e arriverà dopo? questo è un aspetto importante e anche “È in fase di allestimento una mostra la città è entrata in un circuito imporimportante con pezzi che appartengono tante di cui si parla positivamente”. alla collezione dei Benedettini, poco viUna frase per descrivere l'opera di sti e poco valorizzati”. Warhol. Sul museo Egizio cosa dice? “In lui c'è il genio e l'estro del“Non intendiamo alimenl'artista, la capacità di imtare polemiche, la sindamettere in un circuito ca di Torino ha dimoche si potrebbe definistrato di essere una re ragionamento artipersona intelligenstico, dei personagte e ha messo la gi del cinema coparola fine a queme Marilyn o delsta diatriba”. la politica come L'Egitto a CaMao. Ma ha anche tania arriverà? dato il suo estro a “Arriverà” conoggetti di uso quoclude Licandro. tidiano”. La mostra di Andy Ci sono punti di Warhol rimarrà espocontatto tra Warhol ed sta al Castello Ursino fiEscher? no al mercoledì 3 maggio, “Non faccio il critico ma Marilyn si può visitare tutti i giorni certamente se ne possono dalle 9-18. Il biglietto è di € 6 e comtrovare tanti, anche Escher era un genio prende il primo livello del Museo Civivisionario. Un uomo che legava insieco e la Pinacoteca. Per bambini minori me mille sue competenze tra queste la di 10 anni l'ingresso è gratis, ridotto per fisica e l'ottica. Oltre ovviamente questa gruppi e classi di studenti accompagnati tensione artistica molto forte”. da insegnanti € 2. La biglietteria chiuEscher arriva a Catania dopo essere de un'ora prima. stata a Palazzo Reale di Milano. È Monica Adorno uguale all'ultima tappa? I guantoni e i pantaloncini di Rocky Balboa della Coca Cola. E ancora le opere dedicate a Muhammad Ali e Rocky Balboa presentate con la cintura originale del titolo mondiale vinta da Cassius Clay, autografata dal pugile. Eppure Warhol non è l'unico nome famoso che avremo a Catania. Proprio domani si inaugura a Palazzo della Cultura la mostra di Maurits Cornelis Escher. Un bel modo di cominciare il 2017. “In effetti abbiamo avuto Ligabue e Chagall, ma di sicuro il 2017 inizia be- Elio Gimbo rivisita l'opera del drammaturgo cinquecentesco con gli attori di Fabbricateatro. In scena a Catania fino a domenica 26 marzo Il Principe di Machiavelli inaugura la Sala Di Martino “È più arduo onorare la memoria dei Senza Nome che quella delle personalità famose; la costruzione storica è grata alla memoria dei Senza Nome”. Con questa frase di Walter Benjamin iniziano le note di regia di Elio Gimbo che presentano lo spettacolo “Il Principe” in scena fino al 26 marzo nella Sala Giuseppe Di Martino di via Caronda 82 a Catania. “Un Principe deve prendere il Potere e mantenerlo; i suoi metodi saranno sempre giudicati onorevoli e lodati da tutti, perché il popolo bada sempre alle apparenze e al risultato”, diceva Niccolò Machiavelli. E Gimbo anche da lui prende ovviamente spunto e spiega che “ci sono tanti modi di lavorare teatralmente su un testo letterario, possono però essere riepilogati in due tendenze: lavorare per il testo e lavorare con il testo. Lavorare con il testo vuol dire scegliere un’opera letteraria senza mettersi al suo servizio ma per elaborarla come un cibo che alimenti una nuova creatura: lo spettacolo. Il testo letterario viene usato come una delle componenti che costituiscono la vita del gioco scenico; ciò che prima era un organismo autonomo e compiuto adesso è materiale pronto a mutare, immerso in un processo di scelte e visioni che gli erano lontane ma aprendosi nello stesso tempo a una rinnovata “leggibilità”; il teatro può ricollocare dentro la realtà un testo apparentemente fuori dalla realtà. “L’importanza di questo nuovo spettacolo è per Fabbricateatro doppia – scrive Gimbo - consolida la visione dei possibili rapporti fra teatro e letteratura italiana inaugurata con il leopardiano “Discorso su noi italiani” e, dall’altro lato, è la prima nuova produzione a vedere la luce in questa nostra nuova sala “Giuseppe Di Martino”. “Il Principe di Machiavelli è un’opera rivoluzionaria della letteratura italiana; è un trattato e non un testo poetico, si rivolge a iniziati di una nascente scienza della politica, in questo senso ha caratteristiche archetipiche nei confronti del “discorso sullo stato presente dei costumi degli italiani” di Leopardi; così ci è parso il punto di partenza adatto per una nuova creazione teatrale sull’antropologia culturale della società italiana che segua coerentemente “Discorso su noi italiani”. È impressionante come una condanna la descrizione machiavelliana della contiguità tra qualità personali e capacità di volgere gli eventi a proprio favore necessaria a dettare la carriera politica del perfetto leader italiano, della ricorrente necessità storica per una leadership autentica di dovere interpretare la differenza politica tra crudeltà necessaria e crudeltà gratuita. Nell’amoralità del testo si muove il montaggio delle azioni, accostandogli le nostre inquietudini di italiani contemporanei come materiale in grado di elaborare ”la fucina del diavolo” della teoresi machiavelliana. “Se in “Discorso su noi italiani” la partenza dell’azione scenica era una filantropica tavola imbandita, qui è il tradizionale nucleo primario della società italiana: la famiglia; Madre, Padre, Figlio, nell’azione scenica sviluppano un percor- so simbolico delle tradizionali trasmissioni familistiche del Potere italiano nel senso più contemporaneo possibile. “Il Principe” non ha una precisa centralità ideologica, Machiavelli procede per tesi ed antitesi, espone dialetticamente comparazioni di strategie opposte per raggiungere lo stesso obiettivo. Nel nostro spettacolo Il lavoro sul testo trasforma questa tecnica di scrittura in una dialettica teatrale tra battute e azioni, in grado di animare i personaggi in un gioco scenico ispirato dalla più scottante contemporaneità. “Mi fa un certo effetto oggi ripensare all’ansia con cui l’ingresso negli anni 2000 fu celebrato come un parto cesareo della Storia; un’epoca consunta doveva lasciare il posto ad una completamente nuova; pensata oggi con quei toni, la na- Le selezioni si terranno in diversi centri europei e il 22 aprile faranno tappa a Catania presso Scenario Pubblico, l'età minima richiesta è 20 anni Audizioni, MoDem Pro cerca 25 ragazzi con ottime basi di classico e contemporaneo Il Centro di Produzione della Danza Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza ha indetto le audizioni per accedere a MoDem PROfessional, percorso di approfondimento del linguaggio della Compagnia Zappalà Danza. Le audizioni si terranno nel mese di aprile in diversi centri europei e il 22 aprile fa tappa a Catania presso Scenario Pubblico. La chitarra e il cappello bianco di Michael Jackson MoDem PROfessional è rivolto a danzatori professionisti o che abbiano concluso il percorso formativo, ritenuti idonei a sviluppare il linguaggio della Compagnia Zappalà Danza e ad assimilarne il repertorio. È richiesta un’ottima base di classico e contemporaneo. MoDem PRO si svolgerà a Catania presso la sede della stessa compagnia tra settembre e dicembre 2017 e per un gruppo ulteriormente selezionato sono previsti altri due mesi di lavoro a gennaio e febbraio 2018 con due coreografi ospiti, per la realizzazione di nuove creazioni che debutteranno il 10 e 11 marzo 2018 nel cartellone ufficiale della stagione di Scenario Pubblico, ed eventualmente in altre piazze. Per l’edizione 2018 del Collettivo MoDem le creazioni saranno realizzate dal co- reografo slovacco Milan Tomášik, e da Maud de la Purification, già danzatrice storica della Compagnia Zappalà Danza. Il collettivo avrà inoltre modo di lavorare con Roberto Zappalà su una sua coreografia di repertorio, che sarà proposta nell’ambito della stessa serata a marzo. 25 è il numero massimo di danzatori che potranno essere ammessi, di età minima 20 anni. scita sembra essersi trasformata in un aborto, da allora al posto di una nascita siamo stati costretti a celebrare tanti funerali, tutti beninteso con la promessa di una resurrezione. “Il funerale di un secolo millenario è diventato il funerale dei libri, il funerale di una canzone, i funerali nel “Mare Nostrum”, il funerale della giovinezza, il funerale della vecchiaia, il funerale del socialismo, il funerale della democrazia, il funerale di un mito: la rivoluzione. In fondo non è strano che Il sentimento più connaturato al nostro presente sembra essere la nostalgia, applicata all’ottimismo falso o al pessimismo storico fa del funerale la festa finale dell’illusione. In fin dei conti Machiavelli con il suo libro è stato il preparatore di un campo di battaglia che da allora è ritornato spesso ad essere frequentato. Capisco solo ora perché questo nuovo spettacolo di Fabbricateatro mi è apparso talvolta solenne e definitivo come un funerale. Forse occorre naufragare davvero per decidere di salvarci. “Il naufragio del nostro mondo è accaduto senza una vera tempesta, in un mare in cui i nostri piedi toccano il fondo, possiamo farcela a tornare a riva ma abbiamo paura di farlo”. Conclude Gimbo. Sul palco della Sala Giuseppe Di Martino ci saranno Daniele Scalia, Antonio Starrantino, Sabrina Tellico e Alessandra Guglielmino. Gli spettacoli andranno in scena alle 21, la domenica alle ore 18. Biglietto intero € 8, ridotto studenti € 5. Info e prenotazioni anche whatsapp 347.3637379