L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Slides tratte da: Andrea Resti Andrea Sironi Rischio e valore nelle banche Misura, regolamentazione, gestione Egea, 2008 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze AGENDA • Il VaR nell’ipotesi di distribuzione normale dei rendimenti • La sensibilità delle posizioni in portafoglio ai fattori di mercato • Il mapping delle posizioni di rischio • Limiti e riepilogo • Esercizi © Resti e Sironi, 2008 2 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze La misurazione dei rischi di mercato • L’approccio varianze-covarianze è quello più diffuso presso le istituzioni finanziarie per la misurazione dei rischi di mercato, per una serie di motivi: semplicità in termini di onerosità dei calcoli è la versione originale dei modelli VaR presenza di una banca dati (RiskMetrics originariamente sviluppata dalla banca statunitense J.P. Morgan), che si basa sull’approccio in esame • Tale approccio presenta però diversi svantaggi, legati alle ipotesi teoriche alla base dell’intera metodologia: la distribuzione dei rendimenti dei fattori di mercato; la sensibilità delle posizioni in portafoglio al variare dei fattori di mercato. © Resti e Sironi, 2008 3 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Var nell’ipotesi di distribuzione normale dei rendimenti Data 1-giu-98 2-giu-98 3-giu-98 4-giu-98 5-giu-98 8-giu-98 9-giu-98 10-giu-98 11-giu-98 12-giu-98 15-giu-98 16-giu-98 17-giu-98 18-giu-98 19-giu-98 22-giu-98 23-giu-98 24-giu-98 25-giu-98 26-giu-98 29-giu-98 30-giu-98 1-lug-98 2-lug-98 3-lug-98 rt 0,01% 0,21% -0,96% 1,11% 1,72% 0,17% 0,24% -0,55% -1,60% 0,39% -2,01% 0,98% 1,78% -0,07% -0,52% 0,24% 1,46% 1,19% -0,32% 0,35% 0,47% -0,41% 1,29% -0,19% 0,47% Data 6-lug-98 7-lug-98 8-lug-98 9-lug-98 10-lug-98 13-lug-98 14-lug-98 15-lug-98 16-lug-98 17-lug-98 20-lug-98 21-lug-98 22-lug-98 23-lug-98 24-lug-98 27-lug-98 28-lug-98 29-lug-98 30-lug-98 31-lug-98 3-ago-98 4-ago-98 5-ago-98 6-ago-98 7-ago-98 © Resti e Sironi, 2008 rt 0,47% -0,23% 1,01% -0,67% 0,50% 0,07% 1,06% -0,24% 0,78% 0,23% -0,22% -1,62% -0,09% -2,11% 0,09% 0,57% -1,50% -0,45% 1,56% -1,97% -0,74% -3,69% 0,86% 0,76% -0,02% Data 10-ago-98 11-ago-98 12-ago-98 13-ago-98 14-ago-98 17-ago-98 18-ago-98 19-ago-98 20-ago-98 21-ago-98 24-ago-98 25-ago-98 26-ago-98 27-ago-98 28-ago-98 31-ago-98 1-set-98 2-set-98 3-set-98 4-set-98 7-set-98 8-set-98 9-set-98 10-set-98 11-set-98 rt -0,58% -1,32% 1,42% -0,86% -1,14% 1,95% 1,60% -0,29% -0,59% -0,95% 0,64% 0,43% -0,80% -3,91% -1,49% -7,04% 3,79% -0,38% -0,83% -0,86% 2,51% 2,45% -1,70% -2,62% 2,90% Data 14-set-98 15-set-98 16-set-98 17-set-98 18-set-98 21-set-98 22-set-98 23-set-98 24-set-98 25-set-98 28-set-98 29-set-98 30-set-98 1-ott-98 2-ott-98 5-ott-98 6-ott-98 7-ott-98 8-ott-98 9-ott-98 12-ott-98 13-ott-98 14-ott-98 15-ott-98 16-ott-98 rt 2,03% 0,77% 0,75% -2,58% 0,12% 0,37% 0,56% 3,48% -2,22% 0,19% 0,38% 0,03% -3,10% -3,06% 1,63% -1,41% -0,40% -1,42% -1,16% 2,57% 1,34% -0,29% 1,07% 4,09% 0,85% Rendimenti logaritmici giornalieri di un indice di borsa (Mib30) relativi ad un periodo di 100 giornate 4 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Var nell’ipotesi di distribuzione normale dei rendimenti • I rendimenti sono calcolati come: St St rt ln St ln St 1 ln Valore dell’indice al giorno t St 1 St 1 • Alcuni dati riassuntivi: Media Deviazione standard () Asimmetria Curtosi in eccesso Numero di giorni in cui |rt| > Numero di giorni in cui rt < - Massimo Minimo -0,03% 1,65% -0,69 -0,13 23 12 4,09% -7,04% • Con una posizione lunga sul mercato azionario, in ben 12 giorni su 100 si sarebbero conseguite perdite superiori alla deviazione standard © Resti e Sironi, 2008 5 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Var nell’ipotesi di distribuzione normale dei rendimenti • La distribuzione di probabilità dei rendimenti logaritmici, attraverso un grafico a istogrammi: Come si vede, non è irragionevole ipotizzare che i dati in questione provengano da una distribuzione normale 25 20 Effettiva Normale 15 10 5 0 © Resti e Sironi, 2008 6 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Var nell’ipotesi di distribuzione normale dei rendimenti • La distribuzione normale si caratterizza per due soli parametri: la media e la deviazione standard. • La funzione di densità di probabilità di una variabile casuale x distribuita normalmente è data da: media nx; , 1 2 deviazione standard 2 • La funzione di ripartizione della normale (probabilità che x assuma valori inferiori o uguali ad una certa soglia u) è data da: 2 x u N (u; , ) n x; , dx u 1 2 2 e 2 e x 2 dx • Tale formula è molto utile per calcolare la probabilità associata ad un livello dei rendimenti. La probabilità che rt sia inferiore a u=1,62% si dovrebbe calcolare: N (u; , ) N (1,62%;0,03%,1,65%) © Resti e Sironi, 2008 84,12% 7 2 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Var nell’ipotesi di distribuzione normale dei rendimenti • E’ possibile calcolare le probabilità associate a una data soglia anche facendo ricorso alla distribuzione normale standard (cioè con media 0 e deviazione standard 1) ed alla sua funzione di densità cumulata N(zα;0,1): u u N (u; , ) N ;0,1 N N ( z ) Per utilizzare la funzione di densità cumulata standard è necessario sostituire u con zα: z u u z • Utilizzare la funzione di ripartizione normale standard è vantaggioso perché essa dipende solo da α. • C’è quindi una corrispondenza biunivoca tra i valori di zα ed i corrispondenti livelli della probabilità, indipendentemente da μ e σ della variabile considerata © Resti e Sironi, 2008 8 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Var nell’ipotesi di distribuzione normale dei rendimenti • La distribuzione normale dei rendimenti consente di tradurre un livello di probabilità (α) in un fattore z, cui corrisponde una soglia massima u per rt Probabilità, ≡N(z) 99,99% 99,98% 99,97% 99,87% 99,90% 99,50% 99,38% 99,00% 98,00% 97,72% 97,50% 97,00% 96,00% 95,00% 93,32% 84,13% © Resti e Sironi, 2008 3,719 3,500 3,432 3,000 3,090 2,576 2,500 2,326 2,054 2,000 1,960 1,881 1,751 1,645 1,500 1,000 Ad esempio la probabilità di ottenere un rendimento inferiore alla media, aumentata di tre volte la deviazione standard è pari al 99,87%; di conseguenza, la probabilità di ottenere un rendimento superiore a tale soglia è circa pari a 0,13%. 9 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Var nell’ipotesi di distribuzione normale dei rendimenti • Se la finalità è determinare le perdite potenziali ogni posizione è esposta solo a metà degli eventi racchiusi nella sua distribuzione. • Le posizioni lunghe sono esposte al rischio di rendimenti inferiori a quelli attesi (metà sinistra della distribuzione), mentre le posizioni corte sono esposte al rischio di rendimenti superiori a quelli attesi (metà destra della distribuzione). • Ad esempio se si vuole isolare il α=5% di rendimenti più bassi, si sceglierà zα -1,65 e quindi il valore soglia è u = +z 0,03% 1,65 1,65% 2,69% Si tratta dunque della massima perdita probabile, in un arco di tempo pari a un giorno (gli rt sono giornalieri), al livello di confidenza 1-α del 95%. Var al 95% © Resti e Sironi, 2008 10 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Var nell’ipotesi di distribuzione normale dei rendimenti Il VaR è stato espresso in termini di perdita percentuale: per conoscere la perdita assoluta sarebbe sufficiente moltiplicarlo per il valore di mercato, VM, del portafoglio di azioni del Mib30 posseduto =N(z)=5% (probabilità) dalla banca VaR95% =-2,72% uz 2,69% (soglia) © Resti e Sironi, 2008 =E(rt)=+0,03% (rendimento atteso) 11 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Var nell’ipotesi di distribuzione normale dei rendimenti • L’approccio varianze-covarianze viene sovente utilizzato ipotizzando che i rendimenti dei fattori di mercato abbiano media nulla • Con riferimento a orizzonti temporali giornalieri, studi empirici dimostrano che la miglior previsione del rendimento futuro non è il rendimento medio storico ma un valore nullo • Poiché i rendimenti passati non sono indicativi dei rendimenti futuri, è più ragionevole affidarsi a stime indipendenti dai dati storici. • Si può quindi imporre uguale al tasso risk-free o, per orizzonti temporali brevi, si può ipotizzare che sia pari a zero • Anche se si ritiene media μ diversa da zero, ci si può concentrare solo sulla perdita inattesa In ogni caso u diventa © Resti e Sironi, 2008 u 0 z z z 12 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Var nell’ipotesi di distribuzione normale dei rendimenti • Nel nostro esempio (slide 10-11), ipotizzando una media nulla si ottiene: u 0 z z 1,64 1,65% 2,72% • Se VM fosse pari a 1000 euro, il VaR al 95% sarebbe 27,2 euro • In generale il VaR è così ottenibile: VaR VM z VM z Il VaR è quindi il prodotto di tre elementi: 1. il valore di mercato della posizione (VM); 2. un fattore scalare |z| che consente di ottenere una misura di rischio corrispondente al livello di confidenza desiderato; 3. la volatilità stimata dei rendimenti del fattore di mercato (). © Resti e Sironi, 2008 13 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze La scelta del livello di confidenza • Si è visto che maggiore è l'intervallo di confidenza 1-α, maggiore risulta essere |zα| e, a parità di altre condizioni, il valore a rischio • Se la banca si dota di una quantità di capitale proprio pari al VaR, un livello di confidenza elevato implica ovviamente un grado di protezione maggiore Minor probabilità di ottenere perdite superiori al capitale • La variabile critica nella scelta dell'intervallo di confidenza è il grado di avversione al rischio della singola istituzione finanziaria. Maggiore l’avversione al rischio, più sarà elevato |zα | • Tale scelta condurrà a scartare numerose alternative di investimento, caratterizzate da un VaR eccessivo rispetto al rendimento atteso e il premio al rischio richiesto dagli azionisti sarà minore © Resti e Sironi, 2008 14 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze La scelta del livello di confidenza • Un’interessante modalità di determinazione dell’intervallo di confidenza è quella proposta dalla Bank of America e riconosciuta dagli organi di vigilanza • Bank of America ha deciso di detenere una quantità di capitale, quantificata attraverso un modello VaR, sufficiente per preservare il proprio rating AA3 (probabilità annua media di insolvenza = 0,03%) Classe di Moody’s Aaa Aa1 Aa2 Aa3 A1 A2 A3 Baa1 Baa2 Baa3 Ba1 Ba2 Ba3 B1 B2 B3 rating Probabilità di insolvenza a 1 anno () 0,001% 0,01% 0,02% 0,03% 0,05% 0,06% 0,09% 0,13% 0,16% 0,70% 1,25% 1,79% 3,96% 6,14% 8,31% 15,08% © Resti e Sironi, 2008 Livello di confidenza (1-) 99,999% 99,99% 99,98% 99,97% 99,95% 99,94% 99,91% 99,87% 99,84% 99,30% 98,75% 98,21% 96,04% 93,86% 91,69% 84,92% Il livello di confidenza sarà quindi pari a 99,97% e |zα| sarà 3,43 Livelli di confidenza impliciti nelle probabilità di insolvenza a un anno relative alle diverse classi di rating 15 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze La scelta del livello di confidenza • Le banche caratterizzate da un rating migliore dovrebbero dotarsi, a parità di altre condizioni, di maggiore patrimonio Rabobank Rating (Standard & Poor's) AAA AA+ BoS Bnp Santander Natixis ING SG HSBC BBVA Intesa SP HBOS Calyon RBS Lloyds Deutsche Unicredit AA AAA+ A Commerz 6,00 7,00 8,00 9,00 10,00 11,00 Come si vede dalla figura a fianco tale relazione vale per i principali gruppi bancari europei non in modo “esatto” Il giudizio delle agenzie di rating può essere influenzato anche da altre variabili (ad esempio, le aspettative circa un possibile sostegno pubblico in caso di crisi) Tier 1 capital © Resti e Sironi, 2008 16 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze La scelta dell’orizzonte temporale di riferimento • Per la scelta dell'orizzonte temporale devono essere presi in considerazione tre fattori: 1. il grado di liquidità del mercato di riferimento della singola posizione. Il VaR rappresenta una perdita massima solo se la posizione può essere ceduta entro l’orizzonte di rischio 2. la dimensione della posizione assunta. La possibilità di liquidare un investimento senza subire perdite dovute all’ampliamento del bid/ask spread dipende anche dalla sua dimensione 3. holding period della singola posizione. Le posizioni di trading devono essere valutate con un orizzonte temporale più breve delle posizioni considerate di investimento © Resti e Sironi, 2008 17 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze La scelta dell’orizzonte temporale di riferimento • La stima della volatilità per intervalli di tempo prolungati comporta problemi dovuti alla scarsità di dati. Ad esempio per un orizzonte temporale di un anno occorrerebbe un campione sia sufficientemente ampio di 20 o 30 osservazioni annuali. Impossibilità di reperire i dati o scarsa significatività degli stessi • È possibile utilizzare la volatilità giornaliera per stimare la volatilità di periodi più prolungati, ipotizzando che i rendimenti giornalieri rg siano variabili 2 casuali indipendenti e identicamente distribuite, con media g e varianza g rT T r g g 1 Rendimento relativo a un periodo di T giorni, distribuito normalmente con 2 2 media T T g e varianza T T g • La deviazione standard è quindi T g T © Resti e Sironi, 2008 18 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze La scelta dell’orizzonte temporale di riferimento • La volatilità mensile può essere ottenuta da quella giornaliera: T G 22 giorni di mercato aperto • Tale formula è basata sull’ipotesi di indipendenza seriale dei T rendimenti giornalieri, cioè la variazione verificatasi il giorno t è indipendente da quella relativa al giorno t-1 e non influenza quella relativa al giorno t+1 • Spesso le variazioni dei fattori di mercato sono caratterizzate da un fenomeno di autocorrelazione, in particolare nelle fasi di tensione dei mercati, per diversi motivi: 1. in caso di fluttuazioni fra quotazioni denaro e lettera, si può registrare una correlazione seriale negativa, senza che il prezzo di equilibrio subisca alcuna variazione; 2. discontinuità nelle negoziazioni (correlazione positiva); 3. i fattori strutturali di alcuni mercati influenzano il modo in cui le informazioni si riflettono nei prezzi. © Resti e Sironi, 2008 19 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze La scelta dell’orizzonte temporale di riferimento S&P Mib Effettiva Stimata Errore CAC40 Effettiva Stimata Errore S&P500 Effettiva Stimata Errore FTSE100 Effettiva Stimata Errore Volatilità giornaliera Volatilità settimanale Volatilità mensile 0.73% 1.54% 1.63% -0.09% 2.69% 3.24% -0.55% 0.86% 1.74% 1.92% -0.18% 2.78% 3.65% -0.86% 0.69% 1.42% 1.53% -0.12% 2.12% 2.97% -0.85% 0.69% 1.41% 1.54% -0.13% 2.04% 2.96% -0.92% Verifica basata sulle ultime 1.000 quotazioni giornaliere (corrette per gli split e i dividendi) disponibili al 1 giugno 2007 © Resti e Sironi, 2008 • Nella tabella sono riportate le stime della deviazione standard giornaliera, settimanale e mensile relative ai rendimenti di cinque indici azionari nel biennio 1995-1996. • Vengono stimate le deviazioni standard settimanali e mensili sulla base dei dati di rendimento settimanali e mensili e le si confronta con quelle ottenute dalla volatilità giornaliera • I risultati sono accettabili per quanto riguarda la volatilità settimanale, gli errori sono più evidenti nel caso della volatilità mensile 20 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze La sensibilità delle posizioni ai fattori di mercato • Il fattore di rischio può non coincidere con il rendimento di portafoglio e la sensibilità delle variazioni di valore della posizione al fattore di mercato può non essere unitaria. • Il VaR è quindi: VaR VM z VaR VM z VM z1 Se è positivo coefficiente rappresentativo della sensibilità del valore di mercato della posizione a variazioni del fattore di mercato © Resti e Sironi, 2008 21 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze La sensibilità delle posizioni ai fattori di mercato: un esempio • Misuriamo il VaR di una posizione in buoni del Tesoro decennali con valore nominale pari a 1 milione di euro e prezzo pari a 105 • Utilizziamo come fattore di mercato (rt) le variazioni giornaliere assolute (non logaritmiche) del tasso interno di rendimento (yield to maturity, y) dei titoli di Stato decennali (Δy) • In realtà normalmente le banche usano come fattore di rischio l’intera curva dei tassi zero coupon α=1% • Livello di confidenza selezionato = 99% |zα| = 2,326 • Volatilità del tasso interno di rendimento VM VM DM y © Resti e Sironi, 2008 * σΔy = 0,15% Una variazione di Δy si trasmette al valore della posizione attraverso la duration modificata 22 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze La sensibilità delle posizioni ai fattori di mercato: un esempio • Il VaR della posizione è quindi: VaR VM DM z y VM DM z y VaR 1.050.000 (7) 0,15% (2,326) 25.644,15 •Il coefficiente di sensibilità δ è dato da –DM, cioè dalla duration modificata cambiata di segno •Questa misura di rischio non solo riflette la sensibilità del prezzo dei titoli a variazioni dei tassi di interesse, ma anche la volatilità di tali variazioni. © Resti e Sironi, 2008 23 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il VaR di portafoglio • È necessario tenere conto non solo delle volatilità dei singoli rendimenti, ma anche delle covarianze • Ipotizzando che ogni i-esima posizione risenta di un diverso i-esimo fattore di mercato, la variazione percentuale del valore di tale posizione sarà: VM i vmi i ri VM i • La sua volatilità sarà: vm i i i • La covarianza sarà invece: 2vm , vm i , j vm vm i , j i i j j i © Resti e Sironi, 2008 j i j 24 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il VaR di portafoglio • Consideriamo un portafoglio P comprendente N posizioni, dove VMi è la consistenza della i-esima posizione N N 2VM VM i VM j 2vm , vm VM P VM i vmi P i 1 variazione percentuale varianza deviazione standard delle variazioni (assolute) di valore del portafoglio P N N 2 VM P i j N VM i VM j i , j i i j j VM P i 1 j 1 i 1 j 1 N N VM i 1 j 1 i VM j i , j i i j j • Poiché i fattori di rischio sono, per ipotesi, distribuiti normalmente, anche la variazione di valore del portafoglio è distribuita secondo una normale © Resti e Sironi, 2008 25 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il VaR di portafoglio • Il VaR associato ad un certo livello di confidenza c può dunque essere ricavato moltiplicando VM VaRP z VM P N N VM i 1 j 1 i, j i P VaRP z VM P per un opportuno |zα|: N N i 1 j 1 z VM i VM j i , j i i j j 2 z i i VM j z j j N N i 1 j 1 i, j VaRi VaR j j i VaR j • In presenza di delta negativi: VaRP i , j VaRi i j i 1 j 1 • Se tutti i fattori di rischio fossero perfettamente correlati il VaR complessivo N N coinciderebbe con la somma dei VaR individuali. N Dato che ρi,j 1 © Resti e Sironi, 2008 VaRP VaRi i 1 Il VaR calcolato con l’approccio parametrico è una misura di rischio subadditiva. 26 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il VaR di portafoglio – Un esempio • Si supponga di voler stimare il VaR connesso a due posizioni in valuta, una lunga in dollari USA (€ 50 milioni ) e una corta in yen giapponesi (€ 10 milioni). • Volatilità dei tassi di cambio EUR/USD ed EUR/YEN pari a 2% e 3%, coefficiente di correlazione 0,6 • VaR della posizione lunga in dollari in milioni di euro (livello di confidenza 99.5%): VaRUSD VMUSD USD z USD 50 1 2,576 2% 2,576 • VaR della posizione corta in yen in milioni di euro (livello di confidenza 99.5%): VaRYEN VMYEN YEN z YEN 10 (1) (2,576) 3% 0,773 • δ = -1 perché, essendo una posizione corta, un aumento del fattore di mercato, ossia un apprezzamento dello yen, conduce ad una perdita © Resti e Sironi, 2008 27 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il VaR di portafoglio – Un esempio VaR di portafoglio: VaRP 2,576 2 (0,773) 2 2 2,576 (0,773) 0,6 2,201 Si tiene in esplicita considerazione il segno delle due posizioni. Infatti se l’euro si apprezza sul dollaro, creando una perdita, è probabile (il coefficiente di correlazione è positivo) che l’euro si apprezzi anche rispetto allo yen, mitigando la perdita su dollari. Il terzo termine sotto radice, quello legato alla covarianza tra guadagni/perdite sulle due posizioni, è infatti negativo © Resti e Sironi, 2008 28 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Approccio delta-normal e asset-normal • L’approccio delta-normal parte dalla distribuzione delle variazioni dei fattori di mercato e la “collega” alla distribuzione delle variazioni di valore delle posizioni in portafoglio attraverso opportuni coefficienti di sensibilità lineari 1 1 2 v 2 N N VaR1 VaR2 VaRN © Resti e Sironi, 2008 Vettore dei VaR relativi alle singole posizioni Matrice delle correlazioni fra i rendimenti dei fattori di mercato VaRP vCv 1 2 ,1 C N ,1 1, 2 ... 1 ... ... ... 1, N 2, N 1 VaR di portafoglio 29 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze L’approccio delta-normal e asset normal La distribuzione di probabilità delle variazioni di prezzo delle posizioni in portafoglio risulta normale, ed il VaR può essere calcolato utilizzando un opportuno multiplo a della deviazione standard Alternativamente è possibile utilizzare come fattori di rischio esclusivamente le variazioni logaritmiche dei prezzi delle attività finanziarie presenti nel portafoglio Ciò equivale a imporre che i prezzi delle attività in portafoglio seguano una distribuzione lognormale È l’approccio asset normal seguito da RiskMetrics © Resti e Sironi, 2008 30 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze L’approccio delta-normal e asset normal • Nell’approccio asset-normal, nel caso ad esempio di una posizione in bond, si dovrebbe utilizzare come fattore di rischio non le variazioni dello yield to maturity, bensì le variazioni logaritmiche del prezzo dell’obbligazione sul mercato secondario • Non viene così utilizzato alcun coefficiente delta per calcolare il VaR Rispetto all’approccio delta-normal, l’approccio asset-normal presenta il vantaggio di semplificare l’analisi, limitandosi a considerare come fattori di rischio i rendimenti unitari delle diverse posizioni © Resti e Sironi, 2008 31 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Mapping delle posizioni a rischio • Può accadere che il valore di mercato delle posizioni sia funzione di più variabili di mercato • Ad esempio nel caso di una banca tedesca che acquista un Treasury bond decennale statunitense. Il valore della posizione dipende da: tasso di cambio EUR/USD livello dei tassi di rendimento del dollaro • La stima del VaR nell’approccio varianze-covarianze prevede che le singole posizioni vengano scomposte in componenti elementari, tali che il loro valore dipenda dalle variazioni di un solo fattore di mercato. • Il rischio dell’intera posizione viene poi determinato aggregando i rischi delle componenti elementari sulla base delle correlazioni © Resti e Sironi, 2008 32 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Mapping dei titoli obbligazionari in valuta • POSIZIONE una banca tedesca investe 100 milioni di euro in un’ obbligazione in dollari USA avente duration modificata pari a 7 anni • La banca è esposta al rischio di cambio e al rischio di tasso sui dollari • POSIZIONI ELEMENTARI: una posizione a pronti (in contanti) in dollari per 100 milioni di euro una posizione in obbligazioni USA priva di rischio di cambio • I VaR delle due posizioni, immaginando che la volatilità delle variazioni del tasso di cambio EUR/USD sia pari al 2% e che il tasso d’interesse in dollari abbia una volatilità del 1%: VaR1 VM z 100 1 2,576 2% 5,152 VaR2 VM (MD) z 100 (7) (2,576) 1% 18,031 © Resti e Sironi, 2008 33 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Mapping dei titoli obbligazionari in valuta • Immaginando una correlazione positiva pari al 30% VaRP 5,1522 (18,031)2 2 5,152(18,031) 0,3 17, 202 VaR della posizione • E’ possibile dare una spiegazione più rigorosa dell’equivalenza tra l’investimento in un’obbligazione in valuta e le due componenti elementari • Il valore di mercato di una posizione di questo tipo rappresenta una funzione di due variabili: FX (il tasso di cambio euro/dollaro) e y (yield to maturity sulle obbligazioni in dollari) VM f ( FX , y) • Le variazioni di valore della posizione sono approssimabili, linearmente, con un espansione in serie di Taylor di primo grado: FX FX f yy f FX FX VM f FX f yy FX © Resti e Sironi, 2008 34 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Mapping dei titoli obbligazionari in valuta VM f FX FX f y VM DM la sensibilità di una posizione in valuta a variazioni percentuali nel tasso di cambio è data dal controvalore della posizione espresso in valuta stranera la sensibilità di una posizione in obbligazioni alle variazioni nel tasso d’interesse è data dal valore di mercato, cambiato di segno, moltiplicato per la duration • Vale quindi che: VM FX FX dVM FX VM DM r VM VM DM y FX FX FX • Le componenti in cui la variazione di valore su un’obbligazione è scomponibile corrispondono, in definitiva: alla variazione di valore su una posizione in valuta estera per contanti © Resti e Sironi, 2008 alla variazione di valore su una posizione in obbligazioni USA detenuta da un intermediario statunitense 35 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Mapping delle posizioni in valuta a termine • POSIZIONE una banca francese acquista un milione di dollari a 6 mesi • La banca è esposta a 3 diversi fattori di mercato: il tasso di cambio a pronti e i tassi di interesse delle due valute relativi alla scadenza dell’operazione a termine • POSIZIONI ELEMENTARI: 3. Un acquisto di dollari a pronti, che annulla i flussi delle prime due operazioni Tasso di cambio a pronti euro/dollaro (S) 0,8 Tasso di interesse sull’euro a 6 mesi (id) 3,50% Tasso di interesse sul dollaro a 6 mesi (if) 2,00% Tasso di cambio euro/dollaro a 6 mesi (FT) 0,806 © Resti e Sironi, 2008 1. Un indebitamento in euro con scadenza pari a 6 mesi, che produce un uscita a termine di 1 milione di euro 2. Un investimento in dollari che produce a 6 mesi il capitale di 1 milione di dollari Dati delle variabili mercato Fattore di mercato Tasso di cambio spot EUR/USD* Volatilità 3% Correlazione con EUR/USD id if 1 -0,2 +0,4 Tasso di interesse EUR a 6 mesi (id)** 1,5% -0,2 1 +0,6 Tasso di interesse USD a 6 mesi (if)** 1,2% +0,4 0,6 1 *variazioni logaritmiche; **variazioni assolute 36 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Mapping delle posizioni in valuta a termine • Il valore delle tre componenti elementari in cui può essere scomposto l’acquisto di dollari a termine è il seguente: 1) VM 1 1.000.000 990.099 dollari 1 0,02 0,5 2)VM 2 VM1 S 990.099 0,8 792.079 euro 3) VM 3 VM 1 990.099 dollari • Il VaR connesso alle singole componenti elementari è il seguente: VaR1 990.099 (0,490) (2,326) 1,2% 13.549 VaR2 792.079 0,483 (2,326) 1,5% 13.353 VaR3 990.099 1 (2,326) 3% 69.099 © Resti e Sironi, 2008 37 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Mapping delle posizioni in valuta a termine • La prima posizione ha delta negativo, perché un investimento vale di meno in presenza di un rialzo dei tassi, mentre la seconda e la terza hanno delta positivo • Il primo e il terzo valore sono espressi in dollari, e devono dunque essere convertiti in euro al tasso a pronti ottenendoVaR1=10.839 e VaR2 55.280. • Il VaR complessivo è quindi: VaRP VaR12 VaR22 VaR32 2 VaR1 (VaR2 ) 1,2 2 VaR1VaR3 1,3 2 (VaR2 )VaR3 2,3 10.8392 13.3532 55.280 2 2 (10.839) 13.353 0.6 2 (10.839) 55.280 0.4 2 13.353 55.280 ( 0.2) Posizione Investimento USD Indebitamento EUR Acquisto USD a pronti © Resti e Sironi, 2008 VM 990.099 792.079 990.099 1,20% 1,50% 3,00% | z| 2,326 2,326 2,326 i 2,00% 3,50% - Duration 0,5 0,5 - DM 0,490 0,483 - 66.040 VaR 13.549 13.343 69.099 38 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Mapping dei forward rate agreements • POSIZIONE un FRA a tre mesi di 1 milione di euro con decorrenza tra tre mesi, sottoscritto il primo agosto 2007, tasso forward 5,136% Montante finale: 1.000.000 * (1 + 0,05136 * 92/365) = 1.012.946 euro • È un contratto che obbliga una controparte a versare, tra tre mesi, la somma di 1 milione di euro all’altra controparte, che si impegna a restituirla, tre mesi dopo, maggiorata di interessi al tasso forward concordato • POSIZIONI ELEMENTARI: 1. Debito a tre mesi con montante finale pari a un milione di euro 2. Investimento per sei mesi del capitale ottenuto dall’operazione sub 1 • In generale, se il FRA decorre al tempo f e termina al tempo m, è possibile “mapparlo” in due componenti elementari date da un debito da oggi a f, il cui montante corrisponde al capitale investito nel FRA © Resti e Sironi, 2008 un investimento da oggi a m, il cui montante corrisponde al montante del FRA 39 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Mapping dei forward rate agreements investimento 1m 1,013m 1,013m 1m 1-8-2007 debito 1-11-2007 1-2-2008 f m • Immaginando che i tassi spot a tre e a sei mesi siano pari, rispettivamente, al 5% e al 5,10% su base semplice, le componenti elementari saranno: Flussi di cassa oggi f m tasso durata (gg) 01/08/2007 01/11/2007 01/02/2008 1. Debito 5,00% 92 +987.554 -1.000.000 2. Investimento 5,10% 184 -987.554 +1.012.946 1 + 2 = FRA 92 0 -1.000.000 1.012.946 • Per calcolare il VaR del FRA sarà necessario calcolare VaR1 e VaR2 e combinarli conoscendo la correlazione storica tra le variazioni del tasso spot a tre mesi (primo fattore di rischio) e quelle a sei mesi (secondo fattore di rischio) © Resti e Sironi, 2008 40 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Mapping delle posizioni in titoli azionari • Una posizione azionaria presenta un valore di mercato sensibile a un solo fattore: il prezzo del titolo • Considerando ogni singolo prezzo azionario come un fattore di rischio si otterrebbe, nel caso di un portafoglio, un elevato numero di fattori di mercato dei quali stimare volatilità e correlazioni. • Le posizioni vengono aggregate sulla base della comune sensibilità a un unico fattore di mercato La singola posizione in un titolo azionario viene ricondotta a una posizione virtuale nei confronti del relativo mercato di borsa • La posizione i-esima viene “mappata” al relativo mercato azionario j-esimo sulla base del proprio coefficiente beta VM VM i i , j * i Valore della posizione virtuale sull’indice di borsa associata al valore di mercato VMi della posizione effettiva nel titolo i-esimo © Resti e Sironi, 2008 41 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Mapping delle posizioni in titoli azionari • ll VaR relativo alla posizione nel titolo azionario i-esimo diventa quindi: VaRi VM i i , j z j VM z j * i Deviazione standard delle variazioni (logaritmiche) dell’indice del mercato Coefficiente di sensibilità • Aggregando tutti i titoli quotati sul mercato j, si ha: VM j VM i* i j VM i i, j i j VaR j VM j z j z j posizione virtuale complessiva VM i i, j VaR complessivo i j • Per valutare vantaggi e limiti di questa metodologia di mapping, nella slides successive verrà calcolato il VaR di un portafoglio sia utilizzando il mapping che considerando come fattori di rischio i titoli stessi componenti il portafoglio © Resti e Sironi, 2008 42 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Mapping delle posizioni in titoli azionari • Il livello di confidenza selezionato per l’esempio è 99%, a cui si associa uno | zα| = 2,326 • Dati relativi a volatilità e correlazioni dei singoli titoli Titolo A Titolo B Titolo C Valore di Mercato (€ m) 10 15 20 Beta Posizione virtuale nell’indice (€ m) 1,4 1,2 0,8 Volatilità Indice Portafoglio 45 - 1,067 14 18 16 15,0% 12,0% 10,0% 48 7% - Correlazioni tra rendimenti logaritmici Titolo A 1 0,5 0,8 Titolo B 0,5 1 0 Titolo C 0,8 0 1 © Resti e Sironi, 2008 43 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Mapping delle posizioni in titoli azionari • Calcoliamo ora il VaR nelle due modalità (in milioni di euro) VaR j z j VM i i , j 2,326 0,07 48 7,817 Con mapping i j Senza mapping VaRP VaRA2 VaRB2 VaRC2 2VaRAVaRB A, B 2VaRAVaRC A,C 2VaRBVaRC B ,C 9,589 • Il VaR ottenuto applicando la metodologia di mapping (€7.817.000) risulta inferiore a quello fondato sulle volatilità dei rendimenti dei singoli titoli e sulle relative correlazioni (€9.589.000). VaR dei singoli titoli VaR del portafoglio Titolo A Titolo B Titolo C Con il mapping Con volatilità e correlazioni 3,490 4,187 4,653 7,817 9,589 © Resti e Sironi, 2008 44 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Mapping delle posizioni in titoli azionari • La tecnica mapping descritta si fonda sull’ipotesi che la variabilità del rendimento di ogni singolo titolo azionario possa essere interamente spiegata dalla variabilità del rendimento dell’indice di mercato il rischio di un titolo azionario è dato dal solo rischio sistematico il rischio sistematico può essere colto adeguatamente mediante il beta, cioè tramite un modello unifattoriale quale il CAPM Possibili errori di stima nel caso in cui: • Il portafoglio in esame abbia un limitato numero di i titoli (la diversificazione non è sufficiente a eliminare il rischio specifico dei titoli) • Il rischio sistematico di un titolo azionario è più correttamente colto da un modello multifattoriale come l’APT © Resti e Sironi, 2008 45 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Il Mapping dei titoli obbligazionari • Il rischio di un titolo obbligazionario può essere modellato utilizzando lo Yield to Maturity come unico fattore di rischio (coefficiente di sensibilità duration modificata) • Una banca che detiene nel proprio portafoglio molte obbligazioni dovrebbe dunque utilizzare un numero assai elevato di fattori di rischio • Normalmente le banche preferiscono non utilizzare come fatto di rischio i tassi interni di rendimento, bensì i tassi zero coupon legati ad un insieme predeterminato di scadenze, che rappresenta la term structure • Ciò significa che un Treasury bond va scomposto nei suoi flussi di cassa elementari che vanno successivamente tradotti (clumping) , in flussi di cassa “fittizi” associati ai nodi della term structure. © Resti e Sironi, 2008 46 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze L’approccio varianze-covarianze: riepilogo e principali limiti • L’approccio parametrico ipotizza che le variazioni dei fattori di rischio siano distribuite secondo una normale con varianza nulla e volatilità stabile nel tempo; nell’approccio asset normal tale ipotesi è applicata direttamente alle variazioni dei prezzi • Le variazioni di valore delle posizioni vengono derivate da quelle dei fattori di rischio attraverso coefficienti lineari (delta) le posizioni complesse vengono suddivise in componente elementari tramite le tecniche di mapping • Le variazioni di valore di un portafoglio di posizioni e/o componenti elementari sono ottenute in modo parametrico, utilizzando la matrice delle correlazioni tra le variazioni dei fattori di rischio. Di conseguenza anche il VaR è ottenuto in modo parametrico, moltiplicando la deviazione standard per un coefficiente |zα| © Resti e Sironi, 2008 47 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze L’approccio varianze-covarianze: riepilogo e principali limiti I limiti di tale approccio sono 3: 16% 14% azioni % di casi 12% materie prime 10% 8% 6% 4% 607 543 479 415 351 288 224 96 32 160 -32 -96 -160 -224 -288 -351 -415 -479 -543 0% -607 2% cambi 2. Portafoglio: Sono definiti come variazioni dei prezzi (asset normal) come variazioni nelle variabili di mercato (delta normal) e la loro distribuzione è ipotizzata normale. Le singole posizioni vengono mappate ai fattori di rischio sulla base di flussi di cassa virtuali e di coefficienti lineari (delta). Il rischio di portafoglio è stimato in base alla matrice delle correlazioni © Resti e Sironi, 2008 indipendenza seriale della distribuzione dei rendimenti dei fattori di mercato •Linearità dei Variazioni di valore del portafoglio (euro, valore centrale) tassi 1. Fattori di rischio: •Ipotesi di 3. Misure di rischio: Il VaR è generato rapidamente come multiplo (|z|) della deviazione standard. profili di payoff delle posizioni di rischio •Distribuzione normale dei rendimenti dei fattori di mercato 48 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Limiti: l’ipotesi di distribuzione normale • Le distribuzioni empiriche dei rendimenti presentano generalmente delle code più spesse ("fat tails") di quelle di una distribuzione normale. leptocurtosi La probabilità che si verifichino variazioni di prezzo lontane dal valore medio è più elevata di quella implicita in una distribuzione normale • Le variazioni di prezzo delle attività finanziarie sono distribuite in modo non perfettamente simmetrico: negative skewness Si possono riscontrare più osservazioni all’estremo sinistro della distribuzione rispetto che all’estremo destro • Il problema delle fat tails è forse il più serio fra quelli menzionati: La probabilità di conseguire perdite superiori al VaR parametrico calcolato, ad esempio, con livello di confidenza del 99% è in realtà superiore all’1%. © Resti e Sironi, 2008 49 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Limiti: l’ipotesi di distribuzione normale • In ogni caso i rendimenti di un portafoglio diversificato il cui valore dipende da un numero elevato di fattori di mercato fra loro indipendenti sono comunque distribuiti secondo una normale I fattori di mercato però non sono, in generale, indipendenti e tendono a muoversi in modo correlato Soluzioni sostituire la distribuzione normale con altre distribuzioni, ad esempio con la distribuzione t di Student e le misture di normali © Resti e Sironi, 2008 le misure di VaR parametriche basate sulla normale vengano corrette per tenere conto della skewness e della curtosi della distribuzione empirica dei rendimenti 50 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Limiti: l’ipotesi di distribuzione normale • La distribuzione t di Student è caratterizzata da code più spesse rispetto alla distribuzione normale Migliore approssimazione dei movimenti del mercato • La distribuzione t di Student è una distribuzione con media zero, varianza unitaria, interamente definita da un parametro ν, denominato “gradi di libertà”, che controlla il grado di leptocurtosi. Minori sono i gradi di libertà, maggiore è lo spessore delle code Livello di Percentili associati al livello di confidenza confidenza t di Student con v gradi di libertà Normale c standard, zc v = 10 v = 9 v = 8 v = 7 v = 6 v = 5 99,99% 3,72 6,21 6,59 7,12 7,89 9,08 11,18 99,50% 2,58 3,58 3,69 3,83 4,03 4,32 4,77 99,00% 2,33 3,17 3,25 3,36 3,50 3,71 4,03 98,00% 2,05 2,76 2,82 2,90 3,00 3,14 3,36 97,50% 1,96 2,63 2,69 2,75 2,84 2,97 3,16 95,00% 1,64 2,23 2,26 2,31 2,36 2,45 2,57 90,00% 1,28 1,81 1,83 1,86 1,89 1,94 2,02 © Resti e Sironi, 2008 v=4 15,53 5,60 4,60 3,75 3,50 2,78 2,13 A parità di media e deviazione standard, una distribuzione t di Student produce stime di VaR più elevate di quelle di una distribuzione normale 51 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Limiti: l’ipotesi di distribuzione normale • Un'altra distribuzione di probabilità alternativa alla normale è la combinazione di più distribuzioni normali (“mixture of normals”), caratterizzate dalla medesima media ma con varianze differenti • La mistura di normali risulta idonea per catturare gli eventi eccezionali o estremi che una sola distribuzione normale non coglie adeguatamente, Risolve il problema delle fat-tails • E’ possibile utilizzare due distribuzioni normali, entrambe a media nulla, la prima con varianza modesta ( 12 ), la seconda con varianza assai più elevata ( 22 > 12 ). • Per ottenere la mixture of normals si attribuisce alle due distribuzioni una probabilità, attribuendo ai rendimenti del fattore di mercato una diversa probabilità di essere estratti da una delle due distribuzioni © Resti e Sironi, 2008 52 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Limiti: l’ipotesi di distribuzione normale Probabilità che il rendimento sia estratto dalla prima distribuzione r p r1 (1 p) r2 Probabilità che il rendimento sia estratto dalla seconda distribuzione Variabile distribuita come normale a media 2 zero e varianze pari 2 Variabile distribuita come normale a media zero e varianze pari 12 • Distribuzione mista che considera adeguatamente gli eventi estremi caratterizzati da una bassa probabilità di accadimento • La volatilità delle variabili finanziarie risulta influenzata da due tipi di fattori Fattori strutturali: incidono in modo permanente sul livello di volatilità © Resti e Sironi, 2008 Fattori ciclici influenzano più raramente il livello della volatilità: ad esempio i fenomeni di stacco dei dividendi 53 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Limiti: l’ipotesi di distribuzione normale • Alternativamente si può correggere le misure di VaR basate sulla normale, per renderle più coerenti con la distribuzione empirica dei rendimenti r Metodologia originariamente proposta da Cornish & Fisher nel 1937 • Il percentile z a viene corretto come segue: 1 2 1 3 1 z z z 1 S z 3z K 2 z3 5 z S 2 6 24 36 * excess kurtosis skewness n S r r i i 1 s (n 1) 3 n 3 K r r i i 1 s ( n 1) 4 4 3 deviazione standard campionaria © Resti e Sironi, 2008 la media (campionaria) dei rendimenti) 54 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Limiti: l’ipotesi di distribuzione normale • Considerando i dati della slide 4, il VaR al 99% è: VaR z 2,33 1,65% 3,85% • I dati sono caratterizzati da una skewness negativa, -0,69 e un excess kurtosis positivo 2,87. Correggendo za si ottiene: * z 1 1 2 3 2,33 2,33 1 (0, 69) 2,33 3 2,33 2,87 6 24 1 3 2 2,33 5 2,33 (0, 69) 2 3,32 36 • Il VaR al 99% diventa: © Resti e Sironi, 2008 VaR z* 3,32 1,65% 5,50% 55 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Limiti: l’indipendenza seriale dei rendimenti dei fattori di mercato • La volatilità dei rendimenti giornalieri può essere utilizzata per stimare la volatilità di orizzonti di rischio più prolungati, moltiplicando la prima per la radice quadrata del numero di giorni compresi nel nuovo orizzonte di rischio. • Questa soluzione è corretta se si assume che l’evoluzione dei fattori di mercato sia rappresentata da un moto browniano geometrico: variazione istantanea percentuale del fattore di mercato variazione infinitesimale del tempo dSt dt dWt St un processo di Wiener, ossia una variabile aleatoria normale con media nulla e varianza pari a dt Volatilità del fattore di mercato tasso di variazione annuo atteso del fattore di mercato © Resti e Sironi, 2008 56 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Limiti: l’indipendenza seriale dei rendimenti dei fattori di mercato • Proprietà del moto browniano geometrico: 1. il fattore di rischio S segue un percorso casuale coerente con l'ipotesi di efficienza debole del mercato (processo di Markov), ma caratterizzato da un rendimento atteso (drift) non nullo, pari a μ; 2. i rendimenti relativi a intervalli temporali diversi sono fra loro indipendenti (ipotesi di indipendenza seriale) e normalmente distribuiti; 3. la volatilità rappresenta un “disturbo”, o “noise”, di quello che altrimenti sarebbe un processo guidato unicamente dalla variazione attesa ; 4. il rendimento dell'attività finanziaria considerata ha una varianza costante, proporzionale al tempo ( © Resti e Sironi, 2008 2 dt). 57 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Limiti: l’indipendenza seriale dei rendimenti dei fattori di mercato • Le ipotesi della slide precedente sono spesso smentite dal comportamento reale delle variabili finanziarie: la varianza varia nel tempo l’indipendenza seriale dei rendimenti è ben di rado verificata (si veda la slide 20) © Resti e Sironi, 2008 58 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Limiti: l’ipotesi di linearità dei payoff e l’approccio delta-gamma • L’ipotesi di una relazione lineare fra le variazioni dei fattori di mercato e le variazioni del valore della posizione è scarsamente credibile Un caso tipico è quello dei titoli obbligazionari, dove l'ipotesi di linearità equivale a trascurare la convessità • Può essere resa più precisa l’approssimazione della funzione che lega il valore di mercato delle singole posizioni al valore dei fattori di rischio • Ciò equivale ad arrestare al secondo ordine, e non al primo, l’approssimazione in serie di Taylor della funzione Nel caso delle posizioni in opzioni si include anche il cosiddetto coefficiente “gamma” dell’opzione © Resti e Sironi, 2008 Nel caso dei titoli obbligazionari, si considera non solo la duration ma anche la convessità; Approccio “delta-gamma” 59 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Limiti: l’ipotesi di linearità dei payoff e l’approccio delta-gamma • Consideriamo la funzione VM(S), che lega il valore di mercato di una posizione al valore di un fattore di rischio S: dVM Approssimazione del primo ordine VM S dS dVM 1 d 2VM 2 2 VM S ( S ) S ( S ) dS 2 dS 2 2 Sviluppo del secondo ordine • È come se il valore di mercato della posizione fosse una funzione di due distinti fattori di rischio, ΔS ed il suo quadrato • L’aumento di precisione ottenuto con l’approssimazione delta/gamma è tanto maggiore quanto maggiore è lo shock del fattore di mercato e quanto maggiore è il grado di “curvatura” della posizione © Resti e Sironi, 2008 60 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Limiti: l’ipotesi di linearità dei payoff e l’approccio delta-gamma • Anche se lo sviluppo del secondo (o del terzo) ordine migliora la qualità dell’approssimazione, esso è comunque a una stima soggetta a errore • Nel caso delle opzioni la stima degli effetti di variazioni delle variabili di mercato si basa sui coefficienti delta, gamma, vega e rho Tali coefficienti sono meno efficaci in presenza di shock congiunti di più variabili Payoff Y A E X W © Resti e Sironi, 2008 B Prezzo dell’attività sottostante Nel caso di posizioni con payoff non-lineare, non-derivabile e non-monotòno, l’applicazione dell’approccio delta-gamma può condurre a risultati errati 61 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Limiti: l’ipotesi di linearità dei payoff e l’approccio delta-gamma • La figura della slide precedente mostra uno straddle acquisto di due opzioni, una call e una put, al medesimo prezzo di esercizio per un’aspettativa di aumento della volatilità • Immaginiamo che il valore corrente del fattore di rischio sia pari ad A (si veda la figura della slide precedente) • Il metodo delta-gamma coincide con un’approssimazione lineare, visto che la derivata seconda è nulla • In questo caso le perdite più elevate che il portafoglio può registrare non corrispondono a movimenti estremi dei fattori di mercato. La massima perdita si verifica se a scadenza l’attività sottostante l’opzione ha un valore pari al prezzo di esercizio, indicato con E © Resti e Sironi, 2008 62 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Limiti: l’ipotesi di linearità dei payoff e l’approccio delta-gamma • Un aumento del prezzo fino a E determinerebbe quindi una perdita pari (Y-X) Una variazione del prezzo di mercato dell’attività sottostante di entità doppia, da A a B, non comporterebbe una perdita doppia, bensì una perdita nulla • La perdita stimata con l’approccio delta normal (Y-W) sovrastimerebbe il VaR • Nel caso dell’approssimazione delta-gamma, la distribuzione delle variazioni del valore della posizione deriva dalla combinazione di ΔS (normale) ΔS2 (non normale e se ΔS è normale, è una Chi-quadro con un grado di libertà) la combinazione lineare tra le due distribuzioni è non normale © Resti e Sironi, 2008 63 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Alcuni pregi dell’approccio parametrico • Efficienza computazionale: il tempo di stima è molto limitato • Non richiede di esplicitare i modelli di pricing relativi a ogni strumento in portafoglio: non si basa sulla rivalutazione piena delle posizioni • Può essere applicato anche se i fattori di rischio non sono distribuiti normalmente, a condizione che essi siano sufficientemente numerosi e relativamente indipendenti fra loro © Resti e Sironi, 2008 64 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Esercizi/1 1. Un trader di una banca francese ha appena acquistato a termine yen giapponesi, contro euro, con consegna tra sei mesi. Quale tra le seguenti alternative rappresenta un mapping corretto della sua posizione? a) b) c) d) Acquisto spot di euro contro yen, indebitamento a sei mesi in yen, investimento a sei mesi in euro. Acquisto spot di yen contro euro, indebitamento a sei mesi in yen, investimento a sei mesi in euro. Acquisto spot di yen contro euro, indebitamento a sei mesi in euro, investimento a sei mesi in yen. Acquisto spot di euro contro yen, indebitamento a sei mesi in yen, investimento a sei mesi in euro. © Resti e Sironi, 2008 65 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Esercizi/2 2. Usando l’approccio parametrico, trovate il VaR del portafoglio rappresentato nella tabella seguente… a) b) c) … nell’ipotesi di correlazioni nulle; … nell’ipotesi di perfetta correlazione; … usando le correlazioni indicate nella tabella. Attività VaR Azioni (A) 50.000 Valute (V) 20.000 Obbligazioni (B) 80.000 © Resti e Sironi, 2008 (A,V) (A,O) (V,O) 0,5 0 -0,2 66 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Esercizi/3 3. Usando i dati mostrati nella tabella seguente, trovate il VaR parametrico, a un livello di confidenza del 99%, di un portafoglio composto da tre azioni (A, B e C), utilizzando alternativamente i seguenti tre approcci: a) b) c) usate le volatilità e le correlazioni dei rendimenti delle singole azioni; usate la volatilità del rendimento del portafoglio nel suo complesso (approccio portfolio normal); usate la volatilità dell’indice di mercato e i beta delle singole azioni (basati sul CAPM). © Resti e Sironi, 2008 67 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Esercizi/3 Commentate quindi le differenze tra i risultati ottenuti. Azione Azione Azione Portafoglio Indice di A B C mercato Valore di mercato (milioni di €) 15 15 20 50 - Beta 1.4 1.2 0.8 1.1 1 Volatilità 15% 12% 10% 9% 7% Correlazione con A 1 0,5 0,8 - - Correlazione con B 0,5 1 0 - - Correlazione con C 0,8 0 1 - - © Resti e Sironi, 2008 68 Rischio e valore nelle banche L’approccio parametrico o delle varianze-covarianze Esercizi/4 4. Una banca italiana ha acquistato a termine, con consegna a tre mesi, un milione di franchi svizzeri contro euro. Usando i dati di mercato sui tassi di cambio e di interesse (semplici) indicati nella tabella seguente, trovate le posizioni virtuali – e i rispettivi ammontari – a cui potrebbe essere mappato questo acquisto a termine. Cambio a pronto euro/franco svizzero 0,75 Tasso a tre mesi sull’euro 4,25% Tasso a tre mesi sul franco svizzero 3,75% © Resti e Sironi, 2008 69