Capitolo 1 Momento angolare Obiettivo di questo capitolo è quello di ricavare gli autovalori e gli autostati del momento angolare utilizzando un approccio algebrico a partire dalle relazioni di commutazione h i h i L x , Ly = i~Lz , Ly , Lz = i~L x , Lz , L x = i~Ly , (1.1) cioè, più sinteticamente h i Li , L j = i~ εijk Lk , (1.2) dove è sottintesa una somma sull’indice k (l’unico ripetuto a destra, mentre i e j sono fissati già a sinistra), e dove si è introdotto il tensore di Ricci, completamente antisimmetrico εi jk 1.1 1 = −1 0 se (i, j, k) = (x, y, z) o permutazioni cicliche ; se (i, j, k) = (x, z, y) o permutazioni cicliche ; altrimenti. Momento angolare orbitale Le relazioni di commutazione riportate qui sopra discendono dal fatto che il momento angolare è un vettore1 che fa da generatore delle rotazioni spaziali. Prenderemo quest’algebra come punto di partenza a partire dalla prossima sezione, prima però, in questa sezione, mostriamo che questa è proprio l’algebra “giusta” se si considera il momento angolare orbitale. Come vedremo, quello orbitale non è l’unico caso di momento angolare che si possa considerare, in quanto è perfettamente possibile utilizzare la stessa algebra per descrivere il momento angolare intrinseco (o di spin). Il momento angolare orbitale è definito tramite i vettori posizione e quantità di moto L = r × p, cioè L x = ypz − zpy , Ly = zp x − xpz , Lz = xpy − yp x . (1.3) L costituisce un vettore di operatori che soddisfa l’algebra (1.2). Questo si può dimostrare a partire dalle proprietà di commutazione delle componenti dei vettori posizione e quantità di moto. 1 in effetti, nella descrizione quantistica, un operatore vettoriale. 1 1. Momento angolare 2 dimostrazione Il punto di partenza della dimostrazione sono i commutatori fondamentali: x , y = y , z = [z , x] = 0 h i h i p x , py = py , pz = pz , p x = 0 h i i h x , py = x , pz = y , p x = y , pz = z , p x = z , py = 0 i h x , p x = y , py = z , pz = i~ . (1.4) Scriviamo per esteso il commutatore tra due componenti di L: h i h i L x , Ly = ypz − zpy , zp x − xpz = i i h h = ypz , zp x − zpy , zp x − ypz , xpz + zpy , xpz . (1.5) Questi commutatori si valutano utilizzando la relazione [ab , cd] = ac [b , d] + a [b , c] d + c [a , d] b + [a , c] db . Si vede immediatamente che solo il primo e l’ultimo termine dell’eq. (1.5) danno un contributo e che, in particolare, si ha h i L x , Ly = yp x pz , z + xpy z , pz = i~(xpy − yp x ) ≡ i~Lz . Le altre due relazioni si dimostrano in maniera analoga. Dunque, le osservabili corrispondenti a componenti diverse del momento angolare sono mutuamente incompatibili2 , in quanto la relazione di indeterminazione implica che le deviazioni standard di misure eseguite su due delle componenti debbano soddisfare ~ σLx σLy ≥ |hLz i| . 2 1.2 Il modulo quadro del momento angolare Consideriamo il modulo quadro del vettore momento angolare, dato dalla quantità L2 = L2x + Ly2 + Lz2 . Questa osservabile è compatibile con ciascuna delle tre componenti di L in quanto commuta separatamente con ognuna di esse: h i h i h i L2 , L x = L2 , Ly = L2 , Lz = 0 . (1.6) dimostrazione h L2 , Lz i = i h i L2x , Lz + Ly2 , Lz = h i h i L x L x , Lz + L x , Lz L x + Ly Ly , Lz + Ly , Lz Ly = = i~(−L x Ly − Ly L x ) + i~(Ly L x + L x Ly ) = 0 . = h (1.7) Analogamente si dimostrano le altre due relazioni. Dunque si possono cercare autostati simultanei per L2 e una delle componenti, ad esempio Lz . Siano ~2 λ e ~µ gli autovalori3 di questi due operatori relativi all’autostato (comune) |λ, µi. In altri termini, supponiamo che esista un ket |λ, µi t.c. L2 |λ, µi = ~2 λ |λ, µi , Lz |λ, µi = ~µ |λ, µi . (1.8) A partire da questa definizione, dovremo trovare quali sono i possibili valori per λ e µ, e quale sia la forma dell’autostato corrispondente. 2a 3I meno che il valor medio della terza componente non sia nullo fattori ~ sono inseriti in modo che µ e λ siano adimensionali. 1. Momento angolare 1.3 3 Operatori di salita e discesa Avendo scelto di diagonalizzare L2 e Lz , conviene usare le altre due componenti di L per costruire due nuovi operatori, detti di salita e discesa, dati da: L± = L x ± iLy t.c. (L+ )† = L− . (1.9) Questa coppia di operatori soddisfa h i L2 , L± = 0 , Lz , L± = ±~L± . (1.10) dimostrazione La prima è evidente: L± sono combinazioni lieari di L x e Ly , i quali commutano con L2 , pertanto anche L± lo fanno. Per la seconda: h i h i Lz , L x ± iLy = Lz , L x ± i Lz , Ly = i~Ly ± i(−i~L x ) = ±~(L x ± iLy ) ≡ ±~L± . (1.11) Pur non sapendo ancora cosa siano λ, µ, |λ, µi, possiamo ottenere altri autostati di L2 e Lz applicando L± a |λ, µi. Consideriamo infatti i due stati (non normalizzati) L+ |λ, µi e L− |λ, µi. Si può dimostrare che per essi valgono le relazioni L2 (L± |λ, µi) = ~2 λ (L± |λ, µi) , Lz (L± |λ, µi) = ~(µ ± 1) (L± |λ, µi) . (1.12) (1.13) Dunque, L± |λ, µi sono due autostati di L2 con lo stesso autovalore ~2 λ che corrispondeva a |λ, µi e sono autostati di Lz con autovalori ottenuti da ~µ aggiungendo o sottraendo ~. Quest’ultimo fatto è all’origine del nome operatori di salita e discesa. dimostrazione Per dimostrare la prima delle due relazioni occorre utilizzare il fatto che L± commutano con L2 : L2 L± = L± L2 . Utilizzando questa relazione, si ha, infatti L2 (L± |λ, µi) = L± L2 |λ, µi = L± ~2 λ |λ, µi = ~2 λ (L± |λ, µi) . Per dimostrare la seconda relazione, usiamo invece Lz L± = L± Lz ± ~L± = L± (Lz ± ~) , che permette di scrivere: Lz (L± |λ, µi) = L± (Lz ± ~) |λ, µi = L± (~µ ± ~) |λ, µi = ~(µ ± 1) L± |λ, µi . (1.14) Come conseguenza di tutto questo, abbiamo che, fissato un autostato comune a L2 e Lz , |λ, µi, l’azione di L+ oppure di L− porta ad altri autostati con lo stesso autovalore di L2 , e autovalori di Lz modificati: • |λ, µi è autostato di Lz con autovalore ~µ • L± |λ, µi è autostato di Lz con autovalore ~(µ ± 1) ; • (L± )2 |λ, µi è autostato di Lz con autovalore ~(µ ± 2); • (L± )3 |λ, µi è autostato di Lz con autovalore ~(µ ± 3); • ....... Tuttavia, questa sequenza non può continuare indefinitamente, ne’ verso l’alto ne’ verso il basso, in quanto l’autovalore di Lz elevato al quadrato deve essere sempre minore di quello di L2 . Ciò accade perché L2 = L2x + Ly2 + Lz2 e inoltre perché L2x D E D E e Ly2 sono operatori positivi, perciò L2 ≥ Lz2 . Prendendo il valor medio sugli autostati elencati sopra, si ha λ ≥ µ2 , λ ≥ (µ ± 1)2 , λ ≥ (µ ± 2)2 , ... 1. Momento angolare 4 Devono pertanto esistere due autostati, che chiamiamo |λ, µmax i e |λ, µmin i tali che a partire da essi non si possa salire o scendere, rispettivamente: L+ |λ, µmax i = 0 L− |λ, µmin i = 0 l’autovalore di Lz non può aumentare oltre ~µmax l’autovalore di Lz non può diminuire oltre ~µmin Nelle due sezioni successive dimostreremo che gli autovalori massimo e minimo, µmax e µmin , sono legati a λ. Per ottenere queste relazioni, però, ci occorrono due espressioni che leghino L2 a Lz e L± . Relazioni operatoriali tra L2 , Lz e L± Vale: (L+ + L− )2 (L+ − L− )2 1 − + Lz2 = L+ L− + L− L+ + Lz2 . 4 4 2 Inoltre vale il commutatore [L+ , L− ] = 2~Lz . dimostrazione L2 = L2x + Ly2 + Lz2 = h i h i h i [L+ , L− ] = L x + iLy , L x − iLy = −i L x , Ly + i Ly , L x = −i(i~Lz ) + i(−i~Lz ) = 2~Lz . Grazie a questa relazione di commutazione possiamo scrivere L+ L− = L− L+ + 2~ Lz , ma anche L− L+ = L+ L− − 2~ Lz . Usando queste relazioni nell’espressione per L2 , si ottengono 1.3.1 L2 = L− L+ + ~Lz + Lz2 (1.15) L2 = L+ L+ − ~Lz + Lz2 (1.16) Autovalore massimo della terza componente del momento angolare Per l’autoket |λ, µmax i vale L2 |λ, µmax i = ~2 λ |λ, µmax i , Lz |λ, µmax i = ~µmax |λ, µmax i . Usando la (1.15) si ha, pertanto ~2 λ |λ, µmax i = L2 |λ, µmax i = (L− L+ + ~Lz + Lz2 ) |λ, µmax i = (0 + ~2 µmax + ~2 µ2max ) |λ, µmax i , da cui λ = µ2max + µmax = µmax (µmax + 1) . 1.3.2 Autovalore minimo della terza componente del momento angolare Per l’autoket |λ, µmin i vale L2 |λ, µmin i = ~2 λ |λ, µmin i , Lz |λ, mmin i = ~µmin |λ, µmin i . Usando la (1.16) si ha, pertanto ~2 λ |λ, µmin i = L2 |λ, µmin i = (L+ L− − ~Lz + Lz2 ) |λ, µmin i = (0 − ~2 µmin + ~2 µ2min ) |λ, µmin i , da cui λ = µ2min − µmin = µmin (µmin − 1) . 1. Momento angolare 1.3.3 5 Autovalori del momento angolare Confrontando le due espressioni ottenute per λ, si ha µmax (µmax + 1) = µmin (µmin − 1) ⇒ due possibilità : µmin = µmax + 1 µmin = −µmax impossibile in quanto µmin < µmax Di conseguenza, posto µmax = l, abbiamo che µmin = −l e dunque • ~2 λ = ~2 l(l + 1) ; • µ, che è indicato più comunemente con la lettera m, varia tra µmin ≡ mmin = −l e µmax ≡ mmax = l; • gli autostati si possono etichettare tramite m ed l: |λ, µi = |l, mi. Ma poiché ~µmax e ~µmin sono gli autovalori corrispondenti agli autostati |l, µmax = li e |l, µmin = −li, e questi stati sono il primo e l’ultimo gradino di una scala che si può scendere (salire) a passi di ±~ applicando L− (o L+ , rispettivamente), occorre che si possa passare da −~l a +~l tramite un numero intero di salti. Ciò comporta che l deve essere un numero intero, oppure un semintero4 , cosicché i possibili valori per l sono 3 5 1 l = 0, , 1, , 2, , 3, . . . 2 2 2 Fissato l, gli autovalori di L2 ed Lz sono, rispettivamente ~2 λ = ~2 l(l + 1) e ~µ = ~m con m = −l, −l + 1, . . . , l − 1, l. Il numero totale di autostati con lo stesso autovalore di L2 (ma distinti dall’autovalore di Lz ) è 2l + 1. Note 1. l è detto numero quantico di momento angolare, mentre m è detto numero quantico magnetico; 2. si noti che gli autovalori sono stati ottenuti prendendo come ipotesi di partenza solo le relazioni di commutazione; 3. troveremo più avanti che il momento angolare orbitale ammette solo autovalori interi (l = 0, 1, 2, 3, . . .); viceversa, il momento angolare intrinseco (spin) può assumere tutti i possibili valori, sia quelli semi-dispari (corrispondenti ai fermioni) che quelli naturali (corrispondenti ai bosoni); 4. in particolare, l’elettrone ha un momento angolare di spin corrispondente ad l = 12 . 1.4 Autostati e normalizzazione Preso l’autostato |l, mi, sappiamo che L± |l, mi ∝ |l, m ± 1i. Vogliamo trovare la costante di proporzionalità assumendo che |l, mi siano normalizzati. Per farlo, useremo le relazioni (1.15) e (1.16). Le costanti di proporzionalità, infatti, sono legate alle norme degli stati L± |l, mi dalle relazioni |l, m ± 1i = 1 L± |l, mi , ||L± |l, mi || dove ||L± |l, mi || = p (hl, m| L∓ ) (L± |l, mi) . Usando le (1.15) e (1.16), si ha ||L+ |l, mi ||2 2 ||L− |l, mi || = hl, m| L− L+ |l, mi = hl, m| L2 − ~Lz − Lz2 |l, mi = ~2 l(l + 1) − ~2 m − ~2 m2 = ~2 l(l + 1) − ~2 m(m + 1) = hl, m| L+ L− |l, mi = hl, m| L2 + ~Lz − Lz2 |l, mi = ~2 l(l + 1) + ~2 m − ~2 m2 = ~2 l(l + 1) − ~2 m(m − 1) Pertanto, l’azione degli operatori di salita e discesa è data da p L+ |l, mi = ~ l(l + 1) − m(m + 1) |l, m + 1i p L− |l, mi = ~ l(l + 1) − m(m + −1) |l, m − 1i (1.17) (1.18) Si noti che prendendo l’autovalore mmax = l nella prima di queste relazioni, oppure mmin = −l nella seconda, l’azione di L+ e quella di L− , rispettivamente, forniscono zero. 4 più correttamente, “semi-dispari”. 1. Momento angolare 1.5 6 1 2 Il caso dello spin Tutte le proprietà e le relazioni trovate in precedenza si applicano anche al caso del momento angolare di spin (tipicamente denotato tramite S, invece che L, con autovalori s ed m s , invece che m ed l). In particolare per s = 12 , si hanno due possibili stati E s = 21 , m s = + 21 L’autostato è 12 , 12 ≡ |↑i, t.c. + 1 1 3 = ~2 S , 2 2 4 2 + 1 , 1 , 2 2 + + 1 1 ~ 1 1 Sz , = , . 2 2 2 2 2 E s = 21 , m s = − 21 L’autostato è 12 , − 12 ≡ |↓i, t.c. + + 1 1 1 1 3 S 2 , − = ~2 , − , 2 2 4 2 2 Inoltre, posti S ± = S x ± iS y , si ha + + + 1 1 1 1 1 1 S + , − = ~ , , S + , = 0, 2 2 2 2 2 2 + 1 1 ~ S z , =− 2 2 2 + 1 1 S − , − = 0 , 2 2 + 1 , − 1 . 2 2 + + 1 1 1 1 S − , = ~ , − . 2 2 2 2 (1.19) Associando i due ket ai due vettori della base canonica, si ottiene una rappresentazione matriciale bidimensionale: + + 1 1 1 0 1 , 1 = |↑i −→ , , − = −→ |↓i 2 2 2 2 0 1 In questa rappresentazione, lo stato generico è rappresentato da un vettore ∈ C2 , α , |ψi = α |↑i + β |↓i −→ hψ| = α∗ h↑| + β∗ h↓| β −→ (α∗ , β∗ ) , mentre il generico operatore è rappresentato da una matrice 2 × 2: h↑| Ô |↑i h↑| Ô |↓i Ô −→ . h↓| Ô |↑i h↓| Ô |↓i In particolare, si ottiene immediatamente che S 2 e S z sono matrici diagonali (visto che la base che stiamo usando è proprio quella dei loro autostati): ! ! ~ 3 2 3 2 1 0 3 2 ~ 1 0 ~ 0 0 2 4~ = ≡ ~ ~ 1 , S −→ = ≡ σz . S 2 −→ z 3 2 0 1 0 0 − ~2 4 4 2 0 −1 2 4~ Inoltre 0 ~ , S − −→ 0 0 da cui usando S x = S + + S − /2 e S y = −i(S + − S − )/2, si ottiene ~ 0 1 ~ S x −→ ≡ σx , S y −→ 2 1 0 2 S+ −→ 0 ~ 0 , 0 ~ 0 2 i ~ −i ≡ σy . 0 2 Nelle relazioni appena scritte si sono introdotte quattro matrici (le tre matrici di Pauli e l’identità) che formano una base per l’insieme delle matrici 2 × 2: 0 1 0 −i 1 0 1 0 σx = , σy = , σz = , 1= . 1 0 i 0 0 −1 0 1 Esercizio: commutatori h i Mostrare tramite la rappresentazione matriciale la relazione S x , S y = i~S z . soluzione Si ha S xS y = ~2 0 4 1 1 0 0 i ~2 −i i = 0 4 0 0 , −i S yS x = ~2 0 4 i −i 0 0 1 ~2 1 −i 0 = , 0 4 0 i 1. Momento angolare 7 pertanto, S xS y − S yS x = ~2 2i 4 0 ~ 1 0 = i~ −2i 2 0 0 ≡ i~S z . −1 Esercizio: austati di S x Ricavare autostati e autovalori dell’osservabile S x = ~2 σ x . soluzione Lavoriamo su σ x : det {σ x − λ1} = 0 ⇒ det −λ 1 1 = −λ ⇒ λ2 − 1 = 0 ⇒ λ = ±1 . Dunque gli autovalori di S x sono ± 2~ . Scriviamo gli autostati nella forma |x, ±i = α pm |↑i + β± |↓i . Sostituendo nell’equazione agli autovalori e utilizzando la condizione di normalizzazione |α+ |2 + |β+ |2 = |α− |2 + |β− |2 = 1, si ricavano 1 1 α− = −β− = √ α+ = β+ = √ , 2 2 ovvero 1 1 |x, +i = √ (|↑i + |↓i) , |x, −i = √ (|↑i − |↓i) . 2 2 1.5.1 Spin in un campo magnetico Se si considera una particella carica, al suo momento angolare è associato un momento di dipolo magnetico. In particolare, per lo spin µ=g q S, 2m (1.20) dove g è il fattore di Landé; per l’elettrone g ' 2. q è la carica della particella; m è la massa della particella. Classicamente, i momenti di dipolo magnetico tendono a stare allineati col campo magnetico. L’energia di un dipolo in un campo esterno è pari a −µ · B. Dunque, nella descrizione quantistica, la dinamica di una particella carica con spin, posta in un campo magnetico, è generata dall’Hamiltoniano H = −µ · B. Se B = (0, 0, B), si ha (prendendo q = −e per l’elettrone) H= dove ωc = geB 2m ge ~ ~ωc σz B = σz , 2m 2 2 è la frequenza di ciclotrone. Pertanto gli autostati dell’Hamiltoniano sono esattamente quelli di σz : • |↑i, con autovalore E↑ = ~ωc 2 , • |↓i, con autovalore E↓ = − ~ω2 c . In assenza di campo magnetico, questi due stati di spin sarebbero degeneri con energia nulla. 1. Momento angolare 1.6 8 Momento angolare orbitale - rappresentazione della posizione Nel caso del momento angolare orbitale, l’operatore L si ottiene dal prodotto vettoriale della posizione per la quantità di moto, L = r × p. Nella rappresentazione della posizione, in cui i ket di stato diventano delle funzioni d’onda, si può ottenere un’espressione esplicita per l’operatore differenziale che rappresenta L, utilizzando il fatto che l’operatore p è rappresentato da p = −i~∇. Il momento angolare ha una forma particolarmente semplice se si usano le coordinate sferiche r, θ, ϕ, invece di quelle cartesiane x, y, z. In particolare, il gradiente si scrive 1 ∂ 1 ∂ ∂ + ûθ + ûϕ , ∇ = ûr ∂r r ∂θ r sin θ ∂ϕ dove i versori sferici si scrivono tramite quelli cartesiani come ûr = sin θ cos ϕ û x + sin θ sin ϕ ûy + cos θ ûz (1.21) ûθ = cos θ cos ϕ û x + cos θ sin ϕ ûy − sin θ ûz (1.22) ûϕ = − sin ϕ û x + cos ûy (1.23) Nel prodotto vettoriale tra r e p, la componente radiale di p non contribuisce, pertanto ! ∂ 1 ∂ L = −i~ ûϕ − ûθ ∂θ sin θ ∂ϕ " ∂ 1 ∂ # = i~ − sin ϕ û x + cos ûy − cos θ cos ϕ û x + cos θ sin ϕ ûy − sin θ ûz ∂θ sin θ ∂ϕ da cui è immediato ottenere le tre componenti cartesiane di L espresse in coordinate sferiche: ! ! ∂ cos ϕ ∂ ∂ sin ϕ ∂ ∂ L x = i~ sin ϕ + , Ly = −i~ cos ϕ + , Lz = −i~ . ∂θ tan θ ∂ϕ ∂θ tan θ ∂ϕ ∂ϕ (1.24) (1.25) Nota Il fatto che la componente z di L abbia un’espressione estremamente semplice in coordinate sferiche è dovuto alla scelta dell’asse z come asse polare. A partire da L x e Ly , si ottengono facilmente le rappresentazioni degli operatori di salita e discesa come operatori differenziali: ! ∂ i ∂ L± = ±~e±iϕ ± . (1.26) ∂θ tan θ ∂ϕ In particolare, applicando in sequenza L+ ed L− si ottiene L+ L− = −~2 ! ∂2 1 ∂ 1 ∂2 ∂ + + + i , ∂ϕ ∂θ2 tan θ ∂θ tan2 θ ∂ϕ2 da cui, ricordando che L2 = L+ L− + Lz2 − ~Lz , si ottiene l’operatore differenziale relativo al modulo quadro del momento angolare come " ! # 1 ∂ ∂ 1 ∂2 2 2 L = −~ sin θ + . (1.27) sin θ ∂θ ∂θ sin2 θ ∂θ2 1.6.1 Autofunzioni del momento angolare Sappiamo già che esistono degli autostati comuni di L2 e Lz , con autovalori l ed m, rispettivamente. Nella rappresentazione della posizione, essi sono dati da funzioni d’onda (scritte in coordinate sferiche) dipendenti dalle variabili angolari θ e ϕ, dette armoniche sferiche: armoniche sferiche Ylm (θ, ϕ) = hθ, ϕ| l, mi , t.c. L2 Ylm = ~2 l(l + 1) Ylm , Lz Ylm = ~mYlm . L’equazione agli autovalori per Lz ha soluzione immediata una volta che si usi l’espressione differenziale per Lz Lz Ylm (θ, ϕ) = −i~ ∂ m Y (θ, ϕ) = ~m Ylm (θ, ϕ) , ∂ϕ l ⇒ Ylm (θ, ϕ) = flm (θ) eimϕ , (1.28) 1. Momento angolare 9 dove la dipendenza da θ della funzione flm non può essere stabilita dall’equazione relativa ad Lz , ma solo da quella relativa ad L2 . La richiesta “naturale” che Ylm (θ, ϕ) = Ylm (θ, ϕ + 2π) implica che m possa assumere solo valori interi, m = 0, ±1, ±2, ±3, . . .. Questa indicazione che i valori seminteri per m (e quindi per l) non siano ammissibili viene, in effetti, confermata quando si cerchi di risolvere l’equazione agli autovalori per L2 , che ammette soluzioni solo per l intero. Tuttavia, noi non seguiremo questa via per ottenere le armoniche sferiche; piuttosto partiremo dall’armonica con m = −l e poi otterremo le altre tramite applicazioni successive di L+ . 1.6.2 Armonica con numero magnetico minimo Cerchiamo l’espressione per l’armonica sferica con m = −l, Ylm (θ, ϕ) = fl−l (θ) e−ilϕ . Sappiamo che per essa devono valere le relazioni ∂ Lz Yl−l = −~l Yl−l , ovvero − i Yl−l = −lYl−l , ∂ϕ ! ∂ i ∂ L− Yl−l = 0 , ovvero − Y −l = 0 . ∂θ tan θ ∂ϕ l Da quest’ultima si ricava un’equazione per f (θ): tan θ d f (θ) = l f (θ) . dθ Questa equazione si semplifica ponendo z = sin θ, da cui df f =l dz z ⇒ f (z) = Nzl d dθ = dz d dθ dθ = cos θ f (θ) = N(sin θ)l ⇒ d dθ . Sostituendo si ottiene Yl−l (θ, ϕ) = N(sin θ)l e−ilϕ . ⇒ (1.29) La costante N, che assumiamo reale e positiva, si determina dalla condizione di normalizzazione: 1= Z 2π π Z dϕ 0 0 sin θ dθ |Yl−l |2 = N 2 Z 2π Z dϕ 0 π sin θ dθ(sin θ)2l = 2πN 2 Z 1 dw (1 − w2 )l = 2πN 2 22l+1 −1 0 (l!)2 . (2l + 1)! Dunque, in totale: Yl−l (θ, ϕ) 1.6.3 1 = l 2 l! r (2l + 1)! (sin θ)l e−ilϕ . 4π (1.30) Altre armoniche sferiche Le armoniche sferiche con numero quantico magnetico maggiore si ricavano dall’applicazione di L+ : Ylm+1 (θ, ϕ) = dove 1 L+ Ylm (θ, ϕ) √ ~ l(l + 1) − m(m + 1) (1.31) ! ∂ i ∂ + . L+ = e ~ ∂θ tan θ ∂ϕ iϕ