Lezione 8 - dipartimento di economia e diritto

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Lezione 8
Le politiche commerciali II
Slide 9-1
Road Map
§ Altri strumenti di politica commerciale
§ Gli effetti della politica commerciale: una sintesi
§ Introduzione
§ Le ragioni a favore del libero scambio
§ Le ragioni contrarie al libero scambio fondate su
§
§
§
considerazioni di benessere nazionale
Politica commerciale e distribuzione del reddito
Politica commerciale e negoziati internazionali
Sommario
Slide 9-2
Altri strumenti di Politica commerciale
Tabella 8-2: Livello medio delle barriere non
tariffarie nel mondo – tasso di copertura
1984
Media Paesi Industrializzati (23):
1988
1993
1996
nd
16,7
12,4
nd
Unione Europea
nd
26,6
23,7
19,1
Giappone
nd
13,1
12,2
10,7
Stati Uniti
nd
25,5
22,9
16,8
29,8
32,7
8,1
nd
Asia dell’Est (10)
23,2
7,1
3,6
nd
Asia del Sud (5)
47,6
33,6
20,4
nd
Africa Sub-Sahariana (26)
32,7
47,1
8,8
nd
Medio Oriente e Africa del Nord (15)
27,3
41,9
21,1
nd
Economie Europee in Transizione (4)
39,3
62,8
nd
nd
America Latina (20)
25,1
23,4
1,7
nd
Media Paesi in Via di Sviluppo (80):
Note: tra parentesi tonda il numero di paesi considerati
Fonte: Hoekman B., English P., Mattoo A. (eds), Development, trade and the WTO: a Handbook,
The World Bank, 2002 (Table A.4)
OECD, Indicators of tariff & non-tariff trade barriers, 1997 (Table 5.1)
Slide 9-3
Altri strumenti di Politica commerciale
§ I sussidi all’esportazione: la teoria
• Sussidio all’esportazione
– Pagamento del governo a favore di un’impresa o di un
operatore che trasporta il bene all’estero
– Quando il governo offre un sussidio all’esportazione, gli
operatori esportano il bene fino a che il prezzo domestico
eccede il prezzo estero dell’intero ammontare del sussidio.
– Può essere specifico o ad valorem.
Slide 9-4
Altri strumenti di Politica commerciale
Figura 8-11: effetti di un sussidio all’esportazione
Prezzo, P
S
PS
Sussidio PW
P*S
a
c
b
e
d
f
g
D
= guadagno del produttore
(a + b + c)
= perdita del consumatore
(a + b)
= costo del sussido
per il governo
(b + c + d + e + f + g)
Quantità, Q
Esportazioni
Slide 9-5
Altri strumenti di Politica commerciale
• Un sussidio all’esportazione provoca l’aumento dei
prezzi nel paese esportatore e la loro diminuzione nel
paese importatore.
• Inoltre, e al contrario di un dazio, un sussidio
all’esportazione peggiora la ragione di scambio.
• Un sussidio all’esportazione genera dei costi che sono
inevitabilmente superiori ai corrispondenti benefici.
Slide 9-6
Altri strumenti di Politica commerciale
Figura 8-12: la Politica Agricola Comune europea
Prezzo, P
S
Prezzo di
sostegno
Prezzo
nell’UE
in
assenza
di
importazioni
= costo del sussidio
per il governo
Prezzo
mondiale
D
Quantità, Q
Esportazioni
Slide 9-7
Altri strumenti di Politica commerciale
§ I contingentamenti delle importazioni : la teoria
• Un contingentamento delle importazioni è una
restrizione diretta alla quantità importata di un bene.
– Esempio: gli Stati Uniti hanno un contingentamento
delle importazioni di formaggio straniero.
• La restrizione è spesso applicata mediante la
concessione di licenze a gruppi di operatori o di
imprese.
– Esempio: soltanto alcune compagnie commerciali sono
abilitate ad importare formaggio.
• Per alcuni casi importanti, segnatamente lo zucchero e
l’abbigliamento, il diritto di vendere negli Stati Uniti
viene concesso direttamente al governo dei paesi
esportatori.
Slide 9-8
Altri strumenti di Politica commerciale
• Un contingentamento delle importazioni comporta
sempre l’aumento del prezzo domestico del bene
importato.
• I titolari delle licenze possono acquistare i beni
d’importazione e rivenderli ad un prezzo più alto sul
mercato domestico.
– I profitti realizzati dai titolari delle licenze sono noti
come rendite da contingentamento.
Slide 9-9
Altri strumenti di Politica commerciale
• Confronto di benessere tra dazio e
contingentamento delle importazioni
– La differenza risiede nel fatto che con un
contingentamento un governo non riceve alcun
gettito.
– Nel determinare i costi ed i benefici di un
contingentamento, è cruciale stabilire chi percepisce
la rendita.
– Quando i diritti per vendere sul mercato domestico
vengono assegnati ai governi dei paesi esportatori, il
trasferimento della rendita all’estero rende i costi del
contingentamento sostanzialmente pù alti del dazio
equivalente.
Slide 9-10
Altri strumenti di Politica commerciale
Figura 8-13: effetti del contingentamento statunitense sullo zucchero
Prezzo, $/tonnellata
Offerta
= perdita del consumatore
(a + b + c + d)
Prezzo nel mercato
U.S.A. = 466
Prezzo mondiale = 280
a
b
c
d
= guadagno del
produttore (a)
= rendita dal
contingentamento (c)
Domanda
5.14 6.32 8.45 9.26
Contingentamento:2.13
milioni di tonnellate
Quantità di
zucchero,milioni
di tonnellate
Slide 9-11
Altri strumenti di Politica commerciale
§ Restrizioni volontarie alle esportazioni
• Una restrizione volontaria alle esportazioni (VER) è
un contingentamento alle esportazioni amministrato
dal paese esportatore.
– E’ noto anche come accordo volontario di restrizione
(VRA).
• Le VER sono imposte dietro richiesta del paese
importatore e accordate dall’esportatore per evitare
altre restrizioni agli scambi.
Slide 9-12
Altri strumenti di Politica commerciale
• Una VER equivale ad un contingentamento in cui le
licenze siano assegnate ai governo esteri, pertanto è
molto costosa per il paese importatore.
• Una VER è sempre più costosa per il paese
importatore di un dazio che limiti le importazioni dello
stesso ammontare.
– Con una VER,il gettito del dazio equivalente si
trasforma in rendita realizzata da operatori esteri.
– Esempio: circa i 2/3 del costo gravante sui consumatori
statunitensi delle tre maggiori VER (su tessile, abbigliamento,
acciaio e automobili) consiste in rendite realizzate da operatori
esteri.
• Una Ver produce una perdita per il paese importatore.
Slide 9-13
Altri strumenti di Politica commerciale
§ Requisiti di contenuto minimo della produzione
• Un requisito di contenuto minimo della produzione è
una norma che richiede che una frazione predeterminata
di bene finale sia prodotta localmente.
– Tale frazione può essere specificata in termini di unità
fisiche o di valore.
• Leggi sui requisiti minimi di contenuto nazionale sono
largamente impiegate dai paesi in via di sviluppo nel
tentativo di indirizzare la propria struttura industriale
dall’assemblaggio verso la produzione di beni
intermedi.
Slide 9-14
Altri strumenti di Politica commerciale
• Le leggi sui requisiti minimi di contenuto nazionale
non generano né un gettito né una rendita da
contingentamento.
– Il prezzo finale del bene, osservato dai consumatori,
riflette una media tra i prezzi degli input importati e
quelli degli input prodotti localmente.
– Esempio: supponiamo che il 50% delle componenti usate dalle
imprese di assemblaggio debba essere di produzione locale. Il
costo delle componenti importate è di 6000$, mentre quello
delle componenti prodotte localmente è di 10,000$. Allora, il
costo medio delle componenti è pari a 8000$ (0.5 x 6000$ +
0.5 x 10,000$).
• E’ consentito alle imprese di soddisfare il requisito sui
contenuti minimi nazionali esportando, invece che
acquisendo componenti prodotte localmente.
Slide 9-15
Altri strumenti di Politica commerciale
§ Altri strumenti di politica commerciale
• Crediti agevolati all’esportazione
•
•
– Forma di prestito agevolato concessa agli acquirenti.
– Hanno gli stessi effetti di un normale sussidio
all’esportazione.
Politica delle commesse pubbliche
– Gli acquisti da parte del governo (o di imprese
soggette a specifici regolamenti) possono essere
indirizzati a beni di produzione locale, nonostante
siano più cari di quelli importati.
Regolamenti
– Talvolta i governi frappongono barriere sostanziali
agli scambi attraverso procedure doganali e
l’imposizione di determinati standard sanitari o di
sicurezza.
Slide 9-16
Strumenti di Politica commerciale
Tabella 8-3: Livello di protezione medio di varie
regioni importatrici (%)
Risorse
naturali
Europa dell’Ovest
America del Nord
Giappone
NICs
Cina
Asia del Sud
America Latina
Economie in Transizione
Africa Sub-Sahariana
Oceania
Africa del Nord e Medio
Oriente
Resto del Mondo
0
0.2
0
Prodotti
Prodotti
primari
agricoli
agricoltura trasformati
12.1
20.9
8.5
10
30
46
Tessile
e abb.
Manuf. Servizi
5.1
10.3
6
1.9
1.3
0.3
0
0
0
2.3
1.9
14.1
4.9
1.3
4.9
0
4
37.7
15.5
20.6
12.4
12.6
16.3
1.7
48.7
20.2
15.4
29.4
16.5
19.7
26.9
4.6
57.8
8
12.9
27.5
14.7
13.5
20.5
15.5
13.4
4.8
6.1
23.8
10.7
8.8
10.9
3.2
8
0
0
0
0.7
1
1.8
0
0.2
4.5
6.3
12.5
14.2
9.2
0
Nota: i dati di fonte GTAP sono relativi al 1997
Fonte: Cernat L., S. Laird, A. Turrini, How important are market access issues fro developing
countries in the Doha Agenda?, mimeo, July 2002, Trade Analysis Branch, UNCTAD (dati da
fonte GTAP5 database e UNCTAD TRAINS database).
Slide 9-17
Gli effetti delle politiche commerciali:
una sintesi
Tabella 8-1: effetti delle politiche commerciali alternative
Slide 9-18
Political Economy
§ Il libero scambio massimizza il benessere nazionale,
ma comporta effetti di redistribuzione del reddito.
• La più parte dei governi mantiene forme di restrizione
del commercio internazionale.
• Considereremo ora alcune delle ragioni per cui i
governi non dovrebbero fondare (e comunque non
fondano) le proprie decisioni sui calcoli costi-benefici
effettuati dagli economisti.
Slide 9-19
Political Economy
§ Quali ragioni avrebbero i governi per non interferire
nel commercio internazionale?
• Ci sono tre argomentazioni a favore del libero
scambio:
– libero scambio ed efficienza
– economie di scala nella produzione
– argomentazioni di natura politica
Slide 9-20
Le ragioni a favore del libero scambio
§ Libero scambio e efficienza
• L’argomentazione a favore del libero scambio fondata
sulla nozione di efficienza discende dal risultato
secondo cui, nel caso di un paese piccolo, il libero
scambio è semplicemente la politica commerciale
ottimale.
– Un dazio causa una perdita secca per l’economia.
– Lo spostamento da un equilibrio con dazio al libero
scambio elimina la perdita di efficienza e accresce il
benessere nazionale.
Slide 9-21
Le ragioni a favore del libero scambio
Figura 9-1: la ragione a favore del libero scambio fondata sulla nozione
di efficienza
Prezzo, P
Prezzo
mondiale
più dazio
Prezzo
mondiale
Distorsione
nella
produzione
S
Distorsione
nel consumo
D
Quantità, Q
Slide 9-22
Le ragioni a favore del libero scambio
Tabella 9-1: costo stimato del protezionismo,
in percentuale del reddito nazionale
Brasile
(1966)
9,5
Turchia
(1978)
5,4
Filippine
(1978)
5,4
Stati Uniti
(1983)
0,26
Unione Europea
(1990)
2(cp); 7(ci)
Nota: cp = concorrenza perfetta; ci = concorrenza imperfetta
Fonte: per il Brasile: Bela Balassa, The Structure of Protection in Developing Countries,
Baltimora, The Johns Hopkins Press, 1971; per la Turchia e le Filippine: World Bank, The World
Development Report 1987, Washington,World Bank 1987; per gli Stati Uniti: David G. Tarr e
Morris E. Morkre, Aggregate Costs to the United States of Tariffs and Quotas on Imports,
Washington D.C., Federal Trade Commission, 1984; per l’Unione Europea: Patrick A. Messerlin,
Mesauring the cost of protection in Europe, Washington, Institute for International Economics,
2001.
Slide 9-23
Le ragioni a favore del libero scambio
§
Benefici aggiuntivi del libero scambio
• In paesi piccoli, la protezione dei mercati non consente
alle imprese di sfruttare le economie di scala.
– Esempio: nell’industria automobilistica, una scala di
assemblaggio efficiente dovrebbe produrre almeno 80.000
automobili all’anno.
– In Argentina, 13 imprese producono un totale di 166.000
automobili all’anno.
• La presenza di economie di scala induce scambi
•
internazionali che consentono una maggiore disponibilità
di varietà a prezzi inferiori.
Il libero scambio, come contrapposto ad un commercio
internazionale “regolato”, offre maggiori incentivi
all’innovazione e all’apprendimento.
Slide 9-24
Sommario
§ Un dazio determina un cuneo tra i prezzi domestici e
quelli esteri, aumentando il prezzo domestico, ma
meno del dazio (eccetto nel caso di un “paese
piccolo”).
• Nel caso di un “paese piccolo”, il dazio si riflette
completamente nei prezzi domestici.
§ I costi ed i benefici di un dazio o di altri strumenti di
politica commerciale possono essere misurati
mediante l’uso dei concetti di surplus del
consumatore e di surplus del produttore.
• I produttori domestici del bene ci guadagnano
• I consumatori domestici ci rimettono
• Il governo realizza un gettito
Slide 9-25
Le ragioni a favore del libero scambio
§ Le motivazioni politiche a favore del libero scambio
• Un impegno politico a favore del libero scambio nella
pratica può essere una buona idea.
• Nella realtà, le politiche commerciali sono dominate
da interessi particolaristici piuttosto che da un’analisi
dei costi e dei benefici conseguenti per la nazione.
Slide 9-26
Sommario
§ I costi ed i benefici di un dazio o di altri
strumenti di politica commerciale possono
essere misurati mediante l’uso dei concetti di
surplus del consumatore e di surplus del
produttore.
• I produttori domestici del bene ci guadagnano
• I consumatori domestici ci rimettono
• Il governo realizza un gettito
Slide 9-27
Sommario
§ Un sussidio all’esportazione causa una perdita
di efficienza in modo analogo rispetto ad un
dazio, ma amplifica questa perdita
deteriorando la ragione di scambio.
§ In presenza di contingentamenti o restrizioni
volontarie delle esportazioni, il governo non
realizza alcun gettito.
Slide 9-28
Sommario
§ Un approccio di Political Economy
§ Ci sono tre argomentazioni a favore del libero
scambio:
• i guadagni di efficienza dal libero scambio
• i guadagni aggiuntivi dalla economie di scala
• l’argomentazione di natura politica
Slide 9-29
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