MONTAGNA ITINERARIO 5 : ALPI E PREALPI GIULIE MOGGIO UDINESE – PONTEBBA – MALBORGHETTO-VALBRUNA – TARVISIO – LAGHI DI FUSINE - LAGO DEL PREDIL – SELLA NEVEA – CHIUSAFORTE – DOGNA - RESIA MOGGIO UDINESE. Moggio Udinese si è storicamente sviluppato attorno all’omonima Abbazia benedettina del 1119, oggi abitata dalle suore Clarisse. Dell'antico complesso fortificato rimane la cosiddetta torre delle Prigioni, oggi sede di mostre, il chiostro cinquecentesco e il battistero. Il Comune è situato all’imbocco della Val Aupa, la cui selvaggia bellezza si deve anche alle cime che vi si affacciano: la Creta Grauzaria a ovest, la Creta di Gleris e il massiccio Zuc dal Bôr a est. Arriviamo a Pontebba, all’ingresso della Val Canale, lunga conca attraversata dal fiume Fella che si estende in direzione ovest-est fino al valico italo-austriaco di Coccau, inserendosi tra i due incantevoli sistemi montuosi delle Alpi Carniche (Monte Osternig e Monte Poludnig) e delle Alpi Giulie (Jôf di Montasio, Jôf Fuârt, Jôf di Miezegnot). Il torrente Pontebbana, che divide in due l’abitato, è stato barriera politica e culturale tra la Val Canale (di lingua slovena e tedesca) e le altre valli friulane. Tale matrice germanica si ritrova nella tradizione folkloristica dei Krampus, gli uomini-caproni con maschere diaboliche che la notte dell’8 dicembre vanno a caccia di bambini "cattivi". Giungiamo ora a Malborghetto-Valbruna, dall’alto medioevo feudo dei vescovi tedeschi di Bamberga e centro economico per l’industria del legno e del ferro: da visitare il Palazzo Veneziano (XVII secolo), sede del Museo etnografico della Comunità Montana Canal del Ferro-Valcanale. In località Bagni di Lusnizza, sulla carreggiata dell’autostrada A23 (ma raggiungibile anche dalla statale Pontebbana) si trova il Museo della Foresta di Tarvisio, che è la più grande foresta demaniale d'Italia, parchi nazionali esclusi: 24.000 ettari di cui 15.000 ricoperti di boschi di pregio, sia per la varietà di specie, sia per lo sviluppo dello strato arboreo. Superata la bella Sella di Camporosso saliamo al Santuario alla Madonna del Monte Lussari verso la Cima del Cacciatore: da secoli questo tempio mariano è denominato "dei tre popoli" in quanto luogo d'incontro per le genti latine, slave e tedesche; naturalisticamente è meta imperdibile come punto di avvistamento straordinario di un vastissimo panorama alpino. Giungiamo quindi a Tarvisio, capoluogo della Val Canale e centro turistico invernale di grande attrazione, di cui andiamo a scoprire, addentrandoci in Valromana, i laghi della frazione Fusine, fra i più begli esempi di lago alpino collocati in un anfiteatro creato dalla dorsale del Picco di Mezzodì del Monte Mangart (oggi Parco naturale dei Laghi di Fusine). Torniamo quindi verso Tarvisio per piegare verso sud nella Val Rio del Lago, che percorriamo tutta diretti verso il secondo lago della Regione, il Lago del Predil, punto di interesse turistico grazie alla bellezza delle sue acque. Costeggiando la sponda destra del lago arriviamo alla nota località sciistica Sella Nevea, piccolo gioiello incastonato nel cuore delle Alpi Giulie tra la dorsale del monte Canin e il verde altopiano del Montasio (da cui la famosa DOP del formaggio tipico) sovrastato dalle cime Jôf di Montasio, Jôf Fuart e Cimone: siamo in Val Raccolana, che ci porta fino al capoluogo Chiusaforte, già alla congiunzione della stretta vallata del Canal del Ferro (nome derivante dagli storici commerci di metalli tra l’Austria e l’Adriatico). Torniamo per un breve tratto a nord ad esplorare il bel paesaggio montano della Val Dogna, dove molte borgate vicino al capoluogo Dogna hanno nome Chiout (il Chiôt è la stalla dei maiali in lingua friulana). Ultima tappa del nostro itinerario è la Val Resia (dal nome del torrente che la percorre) che si distende nel Parco delle Prealpi Giulie tra la catena dei Monti Musi, il Monte Plauris e il Monte Canin: è un ambiente straordinariamente incontaminato, ricco di biodiversità naturali (da visitare l’Ecomuseo) e le genuinità gastronomiche, tra cui in particolare il frico (frittata di formaggio) e da forno (i tipici grissini di Resia).