LA MEDICINA NUCLEARE Che cos’è? E’ una branca della medicina che utilizza farmaci con basse dosi di radiazioni (chiamati radio farmaci) sia per la diagnosi che la terapia di alcune patologie. Si avvale soprattutto di radionuclidi artificiali (atomi radioattivi) che possono essere introdotti nell’organismo umano in vari modi tra cui aerosol, soluzione o sospensioni. Una volta dentro il corpo si comportano come traccianti funzionali e consentono studi diagnostici. Oppure si concentrano in tessuti patologici permettendone il riconoscimento. I radionuclidi sono legati a diverse sostanze chiamate radiomarcate che, in seguito alla loro somministrazione, partecipano ai processi metabolici allo stesso modo di quelle assunte a livello fisiologico. Attraverso l’uso di apposite strumentazioni e macchinari è possibile individuare la distribuzione del radiocomposto, seguire il suo percorso nell’organismo e “fotografare” l’organo o l’apparato in esame valutando al tempo stesso le funzionalità. La medicina nucleare è una specialità in grande evoluzione e viene utilizzata per la diagnosi e cura di molte patologie in oncologia, endocrinologia, infettivologia, ortopedia e cardiologia. Spesso rappresenta uno strumento di ricerca insostituibile. Come funziona un radiofarmaco? Si tratta di molecole che al loro interno possiedono almeno uno o più radionuclidi e vengono utilizzate sia a scopo diagnostico sia terapeutico. Il farmaco è composto da due parti: - il carrier: una molecola che svolge il ruolo di trasporto; - il nuclide radioattivo. Un radiofarmaco diagnostico consente di individuare la posizione precisa del carcinoma e quale comportamento biologico sta assumendo la patologia. Con queste informazioni è possibile per il medico individuare la terapia personalizzata per il singolo paziente. Le capacità di queste molecole di fissarsi sulle cellule tumorali può essere sfruttata anche per combattere la neoplasia. In questo caso si parla di radiofarmaco terapeutico il quale emette radiazioni che attaccano solo le cellule con cui viene in contatto. Una delle prime patologie ad essere curate con la medicina nucleare è stata il tumore della tiroide. La proliferazione di questo cancro può essere efficacemente contrastata con lo Iodio radioattivo (o Iodio 131) che viene utilizzato dopo la rimozione chirurgica della ghiandola. La sperimentazione di questi particolari medicinali è iniziata negli anni ‘40 negli Stati Uniti. In tempi più recenti, i radiofarmaci sono usati nella cura delle neoplasie del fegato. Attraverso l’iniezione di particelle nell’arteria epatica è possibile irradiare le cellule cancerogene. Nuove molecole sono allo studio, o sono già disponibili, per i tumori neuroendocrini, le metastasi del midollo osseo e il carcinoma della prostata. La medicina nucleare è sicura? I radio farmaci vengono solitamente somministrati tramite iniezione e le dosi di materiale radioattivo utilizzate sono molto basse (alcuni psicogrammi). Per questo il paziente rimane radioattivo per poco più di 24 ore. Il giorno successivo queste componenti sono eliminate dall’organismo attraverso feci e urine. Quindi chi assume radiofarmaci deve semplicemente seguire le normali norme igieniche e soprattutto lavarsi molto bene le mani prima e dopo essere andato in bagno. In questo modo è possibile eliminare liquidi e fluidi che possono avere al loro interno anche una piccolissima quantità di materiale radioattivo. Qual è il futuro della medicina nucleare? La disciplina è in continua evoluzione e grazie ad apparecchiature sempre più sofisticate, e a terapie innovative, è ormai in grado di diagnosticare e curare molte patologie Nei prossimi anni sarà possibile utilizzare materiale radioattivo con una capacità di irradiazione maggiore rispetto a quella attuale. Gli attuali radiofarmaci possiedono radionuclidi che, disintegrandosi, emettono particelle beta (elettroni). E’ stata, invece, dimostrata l’efficacia delle particelle alfa, le quali sono molto più pesanti e per questo sono in grado di erogare maggiori quantità di irradiazione. Si aprono così nuovi orizzonti nella terapia radio metabolica. La specializzazione ha, quindi, grandi capacità e molte potenzialità future. Nell’era della medicina personalizzata e dell’Imaging Multimodale con radiofarmaci, appare stringente la necessità di una costruttiva comprensione e collaborazione multidisciplinare, che guardi a percorsi diagnostico-terapeutici mirati con visione paziente-centrica.