03._La_Medicina_nucleare

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LA MEDICINA NUCLEARE
Che cos’è?
E’ una branca della medicina che utilizza farmaci con basse dosi di radiazioni (chiamati radio
farmaci) sia per la diagnosi che la terapia di alcune patologie. Si avvale soprattutto di radionuclidi
artificiali (atomi radioattivi) che possono essere introdotti nell’organismo umano in vari modi tra
cui aerosol, soluzione o sospensioni. Una volta dentro il corpo si comportano come traccianti
funzionali e consentono studi diagnostici. Oppure si concentrano in tessuti patologici
permettendone il riconoscimento. I radionuclidi sono legati a diverse sostanze chiamate
radiomarcate che, in seguito alla loro somministrazione, partecipano ai processi metabolici allo
stesso modo di quelle assunte a livello fisiologico. Attraverso l’uso di apposite strumentazioni e
macchinari è possibile individuare la distribuzione del radiocomposto, seguire il suo percorso
nell’organismo e “fotografare” l’organo o l’apparato in esame valutando al tempo stesso le
funzionalità. La medicina nucleare è una specialità in grande evoluzione e viene utilizzata per la
diagnosi e cura di molte patologie in oncologia, endocrinologia, infettivologia, ortopedia e
cardiologia. Spesso rappresenta uno strumento di ricerca insostituibile.
Come funziona un radiofarmaco?
Si tratta di molecole che al loro interno possiedono almeno uno o più radionuclidi e vengono
utilizzate sia a scopo diagnostico sia terapeutico. Il farmaco è composto da due parti:
- il carrier: una molecola che svolge il ruolo di trasporto;
- il nuclide radioattivo.
Un radiofarmaco diagnostico consente di individuare la posizione precisa del carcinoma e quale
comportamento biologico sta assumendo la patologia. Con queste informazioni è possibile per il
medico individuare la terapia personalizzata per il singolo paziente. Le capacità di queste molecole
di fissarsi sulle cellule tumorali può essere sfruttata anche per combattere la neoplasia. In questo
caso si parla di radiofarmaco terapeutico il quale emette radiazioni che attaccano solo le cellule con
cui viene in contatto. Una delle prime patologie ad essere curate con la medicina nucleare è stata il
tumore della tiroide. La proliferazione di questo cancro può essere efficacemente contrastata con lo
Iodio radioattivo (o Iodio 131) che viene utilizzato dopo la rimozione chirurgica della ghiandola. La
sperimentazione di questi particolari medicinali è iniziata negli anni ‘40 negli Stati Uniti. In tempi
più recenti, i radiofarmaci sono usati nella cura delle neoplasie del fegato. Attraverso l’iniezione di
particelle nell’arteria epatica è possibile irradiare le cellule cancerogene. Nuove molecole sono allo
studio, o sono già disponibili, per i tumori neuroendocrini, le metastasi del midollo osseo e il
carcinoma della prostata.
La medicina nucleare è sicura?
I radio farmaci vengono solitamente somministrati tramite iniezione e le dosi di materiale
radioattivo utilizzate sono molto basse (alcuni psicogrammi). Per questo il paziente rimane
radioattivo per poco più di 24 ore. Il giorno successivo queste componenti sono eliminate
dall’organismo attraverso feci e urine. Quindi chi assume radiofarmaci deve semplicemente seguire
le normali norme igieniche e soprattutto lavarsi molto bene le mani prima e dopo essere andato in
bagno. In questo modo è possibile eliminare liquidi e fluidi che possono avere al loro interno anche
una piccolissima quantità di materiale radioattivo.
Qual è il futuro della medicina nucleare?
La disciplina è in continua evoluzione e grazie ad apparecchiature sempre più sofisticate, e a terapie
innovative, è ormai in grado di diagnosticare e curare molte patologie Nei prossimi anni sarà
possibile utilizzare materiale radioattivo con una capacità di irradiazione maggiore rispetto a quella
attuale. Gli attuali radiofarmaci possiedono radionuclidi che, disintegrandosi, emettono particelle
beta (elettroni). E’ stata, invece, dimostrata l’efficacia delle particelle alfa, le quali sono molto più
pesanti e per questo sono in grado di erogare maggiori quantità di irradiazione. Si aprono così nuovi
orizzonti nella terapia radio metabolica. La specializzazione ha, quindi, grandi capacità e molte
potenzialità future. Nell’era della medicina personalizzata e dell’Imaging Multimodale con
radiofarmaci, appare stringente la necessità di una costruttiva comprensione e collaborazione
multidisciplinare, che guardi a percorsi diagnostico-terapeutici mirati con visione paziente-centrica.
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