DIPARTIMENTO ASSI - AREA FAMIGLIA PROGETTO PINOCCHIO ATTIVITA' PER LA PROMOZIONE DEL BENESSERE DEL BAMBINO IN ETA' PRESCOLARE A cura dei consultori familiari di Breno, Darfo B.T., Edolo in collaborazione con le scuole dell'infanzia statali e paritarie della Vallecamonica anno scolastico 2009 – 2010 OTTOBRE 2009 1 Titolare del progetto ASL di Vallecamonica Sebino, Dipartimento ASSI- Area Famiglia Partners Il progetto è realizzato dallo staff dell'ASL di Vallecamonica Sebino in collaborazione con le Scuole dell'Infanzia statali e paritarie del territorio. Tale collaborazione si realizza nello specifico attraverso la promozione nell'ambito scolastico dei percorsi formativi rivolti agli insegnanti ed ai genitori. 1.Staff Responsabile del progetto Direttore Area Famiglia Aure Parolini tel.0364/329432 – fax 0364/329284 Indirizzo e.mail: [email protected] Coordinatore del progetto: psicologa Genny Poetini – Tel. 0364/772605 Professionalità impiegate Referenti tecnici per gli interventi di promozione della salute: Marta Baisotti, psicologa Delfina Zendrini, assistente sociale Psicologi: Giuseppina Barcellini, Irene Benaglio, Simona Bontempi, Genny Poetini, Arianna Savoldelli, Tiziana Torri Pedagogista: Silvia Ballerini Il concetto di promozione della salute La carta di Ottawa (1986), sottoscritta dagli Stati appartenenti all’OMS, definisce la promozione della salute come il processo che consente alle persone di esercitare un maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla. Questa definizione implica la creazione di ambienti che consentano di offrire un adeguato supporto alle persone per il perseguimento della salute negli ambienti di vita e di lavoro e il rafforzamento dell'azione delle comunità che devono essere adeguatamente sostenute per poter operare autonome scelte per quanto riguarda i problemi relativi alla salute dei cittadini che vi appartengono. La promozione della salute mira soprattutto a raggiungere l'eguaglianza nelle condizioni di salute. Il suo intervento si prefigge di ridurre le differenziazioni evidenti nell'attuale stratificazione sociale della salute, offrendo a tutti eguali opportunità e risorse per conseguire il massimo potenziale di salute possibile. Questo comprende: un saldo radicamento in un ambiente accogliente, l'accesso alle informazioni, le competenze 2 necessarie alla vita e la possibilità di compiere scelte adeguate per quanto concerne la propria salute. Per questo motivo, la promozione della salute non è responsabilità esclusiva del settore sanitario, dovendo coinvolgere anche i settori che influiscono sulla salute stessa con un approccio definito “intersettoriale” che preveda, cioè, l'intervento, la collaborazione e il coordinamento di settori diversi dalla sanità quali l'istruzione, la cultura, i trasporti,ecc. Le Linee Guida Regionali di prevenzione delle diverse forme di dipendenza inoltre, prevedono lo sviluppo di interventi di “Prevenzione specifica differenziata per età e differenti target di popolazione”. In relazione a ciò, rispetto alle diverse forme di dipendenza nella popolazione preadolescenziale e adolescenziale, viene messa in evidenza oltre all'esigenza di far emergere la molteplicità dei fattori su cui intervenire per attuare politiche preventive nel settore del disadattamento a livello individuale e di contesto e alla necessità di individuare le metodologie e gli ambiti di intervento, l'importanza di intervenire precocemente quando l'individuo è in fase evolutiva, dato che lo sviluppo di abitudini sane può appartenere al percorso naturale di crescita. E' inoltre accertato che “un intervento precoce sui fattori di rischio dei comportamenti disadattivi ha un impatto maggiore rispetto ad un intervento operato successivamente, modificando il percorso di vita di un ragazzo per portarlo dai problemi verso comportamenti positivi” (Ialongo et al., 2001). A tale proposito, l'organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce di “realizzare un numero consistente di sessioni a carattere educativo nei primi anni di scuola” (WHO, 2002). 2. Contesto e storia del progetto Le attività del Progetto Pinocchio rispondono agli obiettivi di promozione della salute e delle potenzialità affettivo relazionali e cognitive del bambino indicati nel Piano Integrato Locale di Promozione degli Interventi di salute adottato dall'ASL di Vallecamonica-Sebino nel gennaio 2009 e nel quale confluiscono gli interventi di prevenzione e screening realizzati dalle équipes multidisciplinari di operatori (assistente sociale, psicologo, psicoterapeuta, ostetrica, ginecologo e pedagogista) dei consultori familiari di Edolo, Breno e Darfo B.T. appartenenti all'Area Famiglia dell'ASL. Questo progetto, realizzato da sei anni in collaborazione con le scuole dell'infanzia 3 presenti sul territorio della Vallecamonica, è finalizzato alla promozione del benessere del bambino in età prescolare, attraverso l'individuazione precoce di situazioni di disagio, causa di difficoltà di apprendimento e/o di relazione. Gli interventi proposti si sono realizzati sia in ambito scolastico, presso le scuole dell'infanzia che hanno aderito al progetto, sia presso le sedi consultoriali. Sul territorio della Vallecamonica sono presenti 67 scuole dell'infanzia, statali o paritarie, che accolgono circa 2800 bambini tra i tre e i sei anni. Nell’anno scolastico 2007-2008, 41 scuole dell'infanzia pubbliche e paritarie, pari al 61 % del totale, hanno aderito alla campagna di prevenzione; sono stati interessati 421 bambini nati nel 2003, pari al 46% del totale dei nati nello stesso anno residenti in Vallecamonica, tenuto conto che non tutti i bambini frequentano la scuola dell'infanzia e che i bambini che partecipano al progetto sono il 90% dei frequentanti. Hanno risposto in maniera positiva 39 genitori dei bambini per i quali veniva proposto un approfondimento diagnostico, numero corrispondente al 68% dei bambini per cui è stato suggerito tale approfondimento. Le famiglie che hanno chiesto di incontrare gli psicologi dei consultori dell'ASL, per conoscere i risultati ottenuti dai propri figli nei tests somministrati, sono state 168, pari al 46% delle famiglie dei bambini che hanno aderito al progetto, in cui non sono stati identificati segni di disagio. Tale fase ha riscontrato un costante aumento delle adesioni: 45 genitori nella prima edizione 2002-2003 (8,39%) e 168 nell'anno scolastico 2007-2008 (46% sul totale). I dati relativi al progetto Pinocchio dell'anno 2008-2009 sono in fase di elaborazione. Gli psicologi dei Consultori Familiari dell'ASL hanno incontrato, nel corso dei sei anni di attivazione, circa 500 bambini per ogni annualità, nell'ambito delle attività di screening e, sono stati identificati mediamente, per ogni edizione, 28 bambini a rischio di disadattamento per problematiche legate agli apprendimenti e/o alla sfera emotiva, per i quali è stato proposto, direttamente ai genitori, un percorso di approfondimento delle dinamiche evolutive, sociali, emotive e familiari, che hanno contribuito all'insorgenza delle difficoltà evidenziate dallo screening. Nel corso degli anni, al progetto sono state apportate alcune modifiche in risposta all'esigenza di una migliore analisi del contesto. Ad esempio, sono stati rivisti i criteri di valutazione della produzione grafica dei bambini nei test e, nell'anno 2007-2008, è stato effettuato un ampliamento dei criteri di inclusione nella categoria “bambini a rischio” e ciò ha comportato un significativo aumento del numero di bambini inclusi nella suddetta 4 categoria. Grafico 1. distribuzione annua numero “bambini a rischio” BAMBINI A RISCHIO 100 90 80 NUM ERO 70 57 60 50 40 33 30 23 20 15 24 16 10 0 2002-2003 2003-2004 2004-2005 2005-2006 2006-2007 2007-2008 ANNUALITA' Definizione del problema L'incidenza di questi disturbi è stimabile attorno al 3-4 %, a seconda dell'età del bambino, nonché dai criteri e dagli strumenti utilizzati dai ricercatori (Cornoldi, 2007). Si tratta di valori importanti, perché questo significa che in media ci possiamo aspettare la presenza di un alunno per classe con queste difficoltà. Gli apprendimenti scolastici fin dalle prime classi richiedono l’integrazione di numerose funzioni cognitive e percettivo-motorie: visione, udito, motricità, lateralizzazione, memoria, elaborazione delle informazioni, processi associativi, ecc… Nei casi in cui il rendimento scolastico sia deficitario, si può presumere che si possa trattare di disturbi che riguardano specificatamente le capacità di apprendimento e non semplicemente di poca e inefficace applicazione allo studio. Tali disturbi rappresentano un fattore di rischio primario per la dispersione scolastica e possono incidere complessivamente sul ben-essere della persona comportando, quindi, non solo uno svantaggio scolastico, ma anche ripercussioni sullo sviluppo emotivo e sociale del bambino, la perdita dell’autostima e della motivazione allo studio. Quando un bambino con un quoziente intellettivo adeguato incontra tali difficoltà, spesso in aggiunta si associano disagi emotivi che possono manifestarsi nei modi più vari, 5 dall'aggressività all'isolamento, da lievi tic a lievi balbuzie, sino alla depressione. Vi sono a tale riguardo studi dai quali emerge come sia possibile individuare in bambini con disturbo dell'apprendimento segnali che indicano un rischio di marginalità sociale e/o di patologia psichiatrica (Biancardi, 1991, Cornoldi, 1991). In un articolo di Stone e La Greca (1990) infatti si afferma che vi è una stretta relazione fra momenti di apprendimento e occasioni sociali per la costruzione del concetto di sé. Particolare interesse ha suscitato lo studio del rapporto tra difficoltà scolastiche e disturbo depressivo (Masi, Favilla, Meucci, 2003). Un disturbo depressivo, variamente definito e valutato, è ritenuto essere presente in soggetti con disturbo dell'apprendimento con una frequenza da 3 a 6 volte superiore rispetto al gruppo di controllo con normale apprendimento. Il rapporto tra disturbi depressivi, e più in generale disturbi psicopatologici, e difficoltà scolastiche è particolarmente complesso, poiché disturbi emotivo-affettivi ed intellettivi in età evolutiva sono strettamente intrecciati. La relazione causale è potenzialmente bidirezionale e può essere interpretata secondo diversi modelli teorici e concettuali (McGee et al., 1986; Masi, Pfanner, Marcheschi e Poli, 1998). Una difficoltà scolastica può essere causa e/o conseguenza di un disturbo emotivo; in entrambe le condizioni una precoce e negativa influenza reciproca può attivare un circolo vizioso che tende a perpetuarsi, aumentando in modo molto significativo il rischio di una cronicizzazione del quadro psicopatologico. Va specificato comunque che fattori, quali balbuzie o tic, non sono diagnostici per il disturbo di apprendimento e possono identificare altre patologie, ma sono comunque un segnale di disagio del bambino, da prendere sempre in considerazione. E' importante quindi che la nostra attenzione si rivolga a questi fattori, che possono rappresentare dei fattori di rischio per il bambino, ma anche e soprattutto al potenziamento dei fattori protettivi ai quali il bambino è esposto. “Il potenziale impatto dei fattori di rischio e dei fattori protettivi cambia con l'età e può agire a vari livelli quali l'individuo, la famiglia, la scuola, il gruppo dei pari e la comunità”. Si sottolinea che intervenire precocemente, ridurre i fattori di rischio e accrescere i fattori protettivi, comporta l'impiego di: • strategie di prevenzione universale, preferibilmente per la promozione dei fattori protettivi; • strategie di prevenzione selettiva e mirata prevalentemente alla riduzione dei fattori di rischio. 6 Progetto Albero degli zecchini: una prova di validità Nell'anno scolastico 2006-2007da parte dell'ASL di Vallecamonica Sebino è stato attuato anche uno studio pilota, l'Albero degli Zecchini, collegato al progetto Pinocchio. L'obiettivo primario del progetto Albero degli Zecchini è stato quello di valutare l'efficacia del Progetto Pinocchio sulla scorta della caratteristica di longitudinalità, ottenendo informazioni sia riguardo alle differenze individuali nello sviluppo delle abilità esaminate nei singoli bambini, sia riguardo all'esito degli interventi messi in campo precedentemente. Questo progetto ha interessato un campione costituito da 100 bambini, già sottoposti allo screening nel secondo anno di scuola dell'infanzia, frequentanti tre istituti comprensivi diversi, collocati rispettivamente in alta, media e bassa Valle Camonica. Gli strumenti utilizzati sono equiparabili a quelli utilizzati nel progetto Pinocchio: ai bambini sono stati somministrati dei test grafici (Test della figura umana di Machover, test della famiglia di Corman e Test dell'albero di Koch) e il test delle Matrici di Raven, ai genitori un questionario composto da 13 domande, volte a indagare gli aspetti più significativi della salute del bambino ed il raggiungimento delle specifiche tappe evolutive ed agli insegnanti una griglia di valutazione, studiata per permettere di ottenere una fotografia globale degli apprendimenti nelle principali aree di insegnamento scolastico. Il progetto Albero degli Zecchini ha ottenuto dei risultati significativi, in quanto 66 bambini dei 100 testati avevano partecipato al progetto Pinocchio nell'anno scolastico 2003/2004 e si è quindi riusciti a monitorare, a distanza di tempo, una parte dei bambini che avevano aderito alla precedente campagna di prevenzione, prendere visione di eventuali evoluzioni nel tempo o difficoltà che possono essere determinate dai normali processi maturativi. Di questi 66 bambini 4 rientravano nella cosiddetta “fascia a rischio”, ovvero in quel gruppo di alunni ai quali era stato consigliato un approfondimento diagnostico al fine di valutare in forma individuale difficoltà e possibili interventi. Di questi 4 alunni, 3 famiglie avevano risposto all’invito di prendere contatti con il servizio per l’approfondimento, ed era stato possibile lavorare con i genitori e con la scuola per studiare forme di intervento specifiche, mentre una famiglia non aveva accettato la proposta di approfondimento. Per i tre bambini per i quali è stato eseguito un approfondimento è stato possibile osservare un globale miglioramento delle prestazioni esaminate, mentre per l'alunno che non vi ha aderito si è osservata la permanenza di alcune difficoltà negli apprendimenti, rilevate sia nella somministrazione dei test che nella 7 valutazione degli insegnanti attraverso la griglia osservativa. Il Progetto Pinocchio 2009/2010 Alla luce delle Linee Guida Regionali di prevenzione delle diverse forme di dipendenza, per l'anno 2009-2010 si ritiene necessario potenziare la funzione preventiva della scuola e della famiglia, valorizzandone il compito educativo, attraverso lo sviluppo di programmi di intervento mirati. Per questo motivo si è ritenuto opportuno rivedere ed ampliare il Progetto Pinocchio, accostando allo screening effettuato sui bambini nati nel 2005, percorsi formativi con gli insegnanti e con i genitori. L'inserimento, all'interno del progetto, delle nuove proposte formative va a completare l'attività di screening ormai consolidata che ha permesso di costruire, nel corso del tempo, una buona collaborazione tra gli insegnanti, i genitori e gli operatori. L'obiettivo di lungo termine del percorso formativo rivolto agli insegnanti riguarda l'acquisizione di contenuti e strumenti che diventino patrimonio del gruppo docente delle scuole dell'infanzia, con l'obiettivo di favorire la formazione tra pari. Durante l'anno scolastico 2009/2010 l'organizzazione della formazione rivolta al gruppo docente terrà conto del numero di adesioni. Alla scuola si chiede inoltre di fare da tramite tra ASL e famiglia promuovendo la partecipazione e fornendo le informazioni ai genitori rispetto alla proposta formativa loro rivolta. Nel corso dell'anno si intende peraltro attivare un gruppo di lavoro composto da rappresentanti della scuola e dell'ASL con l'obiettivo di aprire un confronto su temi riguardanti le caratteristiche e i bisogni della popolazione prescolare, target principale del progetto Pinocchio. Il gruppo dovrebbe avere inoltre il compito di ideare degli interventi in risposta ai bisogni emersi, prevedendo il coinvolgimento della famiglia. Come sottolineato dalle Linee Guida Regionali di prevenzione per le diverse forme di dipendenza risulta maggiormente efficace realizzare programmi di prevenzione nel contesto scolastico in sinergia con gli interventi rivolti alle famiglie. 3. Obiettivi generali A partire da queste considerazioni, si individua il potenziamento dei fattori protettivi, oltre che il riconoscimento delle eventuali condizioni di disagio del bambino, come il comportamento rispetto al quale si intende agire. Sulla base dello schema proposto dal modello Precede-Proceed (Green LW e Kreuter MW,1999) si evidenziano tali fattori, raggruppandoli in: 8 fattori predisponenti: • stabilità famigliare • affetto e cura da parte dei genitori • controllo da parte dei genitori • bassa impulsività • facile temperamento • buona relazione con gli insegnanti fattori abilitanti: • accessibilità ai servizi da parte della famiglia e degli insegnanti • gruppo di lavoro ASL – Scuola fattori rinforzanti: • positive aspettative da parte dei genitori nei confronti della scuola e dei servizi • accesso al servizio al termine del progetto • supporto consistente da parte degli insegnanti • influenza del gruppo dei pari Gli obiettivi generali consistono quindi nel: – verificare se i bambini possiedono o meno le abilità strumentali richieste dalla fascia d'età e dal livello di scolarizzazione in cui il soggetto si trova – potenziare gli strumenti in possesso degli insegnanti per cogliere eventuali indici di disagio nei bambini – mettere in atto un'azione formativa sullo sviluppo di capacità educative tali da rafforzare i fattori protettivi connessi alla relazione genitore/figlio. 4. Destinatari e ambito I destinatari del progetto sono: • Bambini, nati nel 2005, frequentanti il II anno della scuola dell'infanzia • I genitori degli alunni frequentanti le scuole dell'infanzia • Gli insegnanti delle scuole coinvolte nel progetto. 5. Obiettivi specifici Rispetto ai bambini: • ridurre l'eventuale demotivazione all'apprendimento 9 • ridurre l'ansia di fronte all'esecuzione dei compiti • costruire schemi e strategie di apprendimento specifici per le difficoltà rilevate • sviluppare e potenziare memoria – attenzione – logica – semantica e aspetti spazio temporali Rispetto ai genitori: • promuovere ed arricchire il legame e le competenze genitoriali • promuovere i fattori di protezione per il bambino rispetto all'evoluzione dell'adattamento sociale • sensibilizzare rispetto ai fattori di rischio (comportamento aggressivo, scarse abilità sociali e difficoltà scolastiche) Rispetto agli insegnanti: • realizzare, all'interno del sistema scolastico, attività di prevenzione, osservazione e individuazione di situazioni di disagio, in collaborazione con le famiglie • realizzare un sistema di identificazione e di segnalazione del disagio in età evolutiva • ampliare le competenze sulle dinamiche dei piccoli gruppi e sugli strumenti di comunicazione, con l'acquisizione di adeguate metodologie e tecniche di comunicazione, di socializzazione e di apprendimento da applicare al gruppo classe • favorire lo sviluppo di relazioni che sappiano valorizzare le potenzialità di ogni alunno e che incidano sulla motivazione ad apprendere • costruire se stessi come persone affettivamente significative e competenti nell'interpretare i significati reali delle relazioni in classe 6.Tipologia delle attività Il progetto prevede: • Attività di screening In alternativa a programmi di intervento da attuarsi in una fase in cui il disturbo sia già conclamato, rispetto alle difficoltà di apprendimento, si propone una campagna di screening di primo livello, intendendo con ciò l’esame di un ampio gruppo di soggetti con una serie di prove, in modo che i risultati costituiscano il primo passo verso l’identificazione del disturbo e la formulazione della diagnosi. 10 Lo screening di primo livello si differenzia quindi dalla diagnosi e, al tempo stesso, si colloca come strumento di ricerca in grado di fornire informazioni che possono consentire di trarre profili di sviluppo accurati. L'attività di screening si rivolge ai bambini nati nel 2005 frequentanti il secondo anno della scuola dell'infanzia delle scuole aderenti e consiste: • nella somministrazione all’interno della classe da parte dello psicologo, di alcuni test grafici • nella compilazione da parte degli insegnanti del Questionario Osservativo per l’Identificazione Precoce delle Difficoltà di Apprendimento (P.R. Corcella, M.L. Tretti, A. Terreni, P.E. Tressoldi, C. Cornoldi, 2002). • nella compilazione da parte dei genitori di un questionario che consente di effettuare una sintetica anamnesi relativa allo sviluppo psicoaffettivo del bambino e fornisce, al tempo stesso, elementi di raffronto con la realtà rappresentata dal bambino stesso • negli incontri di restituzione con gli insegnanti e con i genitori che ne faranno richiesta • negli approfondimenti diagnostici proposti ai genitori dei bambini nei quali si sono riscontrati eventuali segni di disagio. Le tipologie di intervento proposte alle famiglie che aderiscono ai colloqui di approfondimento, riguardano: • consulenza breve ai genitori senza il coinvolgimento del bambino, laddove venga riscontrata una criticità a livello educativo • approfondimento diagnostico con coinvolgimento del bambino • interventi riabilitativi ed educativi mirati, con presa in carico dal servizio specialistico (NPIA) previa valutazione dello psicologo del consultorio • Formazione con gli insegnanti La proposta si pone nella prospettiva della prevenzione primaria, agendo sulla promozione della motivazione all'apprendimento nell'alunno, attraverso un'azione formativa rivolta agli insegnanti. Si ritiene importante coinvolgere gli insegnanti perché la scuola dell'infanzia rappresenta il luogo elettivo per cogliere le modalità di espressione del disagio cognitivo ed emotivo, il terreno più fecondo per la progettazione di interventi educativi e didattici che prevedano il 11 coinvolgimento di scuola e famiglia. Gli incontri hanno l'obiettivo di perfezionare le competenze degli insegnanti riguardo al potenziamento dei fattori di protezione relativamente alla promozione della salute e alla prevenzione del disadattamento. Si prevede l'attivazione di 3 moduli formativi da realizzarsi nelle zone dell'Alta, Media e Bassa Vallecamonica. Ogni modulo si svilupperà in 5 incontri di 2 ore ciascuno, con cadenza quindicinale a partire da gennaio 2010. I gruppi saranno costituiti da un minimo di 10 ad un massimo di 12 insegnanti. • Formazione con i genitori I programmi di prevenzione indirizzati alla famiglia si pongono l'obiettivo di accrescere il collegamento e sostenere le abilità dei genitori nell'educazione dei propri figli. Appare particolarmente importante concentrare l'azione formativa sullo sviluppo di capacità educative tali da rafforzare i fattori protettivi connessi alla relazione genitore/figlio. I fattori protettivi genitoriali su cui centrare l'intervento risultano essere: • capacità assertive • capacità di comunicazione • ascolto empatico • presenza di buona autostima • capacità normativa • capacità di riconoscere i bisogni dei figli e di sostenerli nelle fasi di crescita Si prevede l'attivazione di 5 moduli formativi per i genitori a partire dal mese di aprile 2010. I moduli verranno attivati nelle zone dell'Alta, Madia e Bassa Vallecamonica, in base al numero delle adesioni pervenute. Ogni modulo si svilupperà in 3 incontri di 2 ore ciascuno con cadenza quindicinale. Il gruppo di ogni modulo sarà composto da un minimo di 10 ad un massimo di 20 genitori. 8.Programma Cronogramma 12 • ottobre 2009: trasmissione progetto alle scuole dell'infanzia del territorio • novembre 2009: adesione alla parte formativa da parte delle scuole dell'infanzia; creazione di un gruppo di lavoro, che si incontrerà periodicamente, costituito da un rappresentante delle scuole dell'infanzia statali e un rappresentante delle scuole paritarie presenti sul territorio, una psicologa e la pedagogista dell'ASL che si occuperanno del progetto. • gennaio 2010: inizio formazione degli insegnanti • marzo 2010: inizio dell'attività di screening, da parte degli psicologi dell'ASL, all'interno delle scuole dell'infanzia che hanno aderito al progetto • aprile 2010: inizio formazione genitori • maggio 2010: compilazione del questionario osservativo IPDA da parte degli insegnanti; confronto del gruppo di lavoro sui dati emersi e individuazione delle criticità e dei punti di forza del progetto in prospettiva della successiva annualità • settembre 2010: l'invio da parte dell'ASL di una comunicazione scritta ai genitori dei bambini in cui sono stati individuati eventuali segni di disagio con la proposta di un approfondimento della valutazione • settembre/ottobre 2010: restituzione generale alle scuole, relativa all'attività di screening. da parte delle psicologhe dell'ASL • ottobre/novembre 2010: attività di restituzione ai genitori che ne faranno richiesta Strumenti e contenuti La valutazione del livello di adattamento del bambino rilevata attraverso lo screening sarà effettuata attraverso: 1. La somministrazione collettiva, attuata all’interno della classe da parte dello psicologo, dei seguenti test grafici: • Test della figura umana di Machover • Family Test di Corman • Test dell’albero di Koch La scelta di queste prove testologiche si fonda sul presupposto che il disegno rappresenta uno strumento ampiamente collaudato rispetto allo studio dello sviluppo delle abilità grafiche e del livello di maturazione intellettuale dell’individuo, nonché sull’assunto che all’età di 4/5 anni i bambini sono già capaci di elaborare disegni complessi in grado di 13 rappresentare il significato che la realtà ha per loro (Kellog). In aggiunta, tali test utilizzano l’attività grafica come medium di trasmissione di sentimenti, affetti, pensieri e rappresentazioni del soggetto. La somministrazione delle prove testologiche e lo scoring dei risultati sarà effettuata, secondo norme standardizzate, dagli psicologi dei consultori, così da garantire modalità e criteri omogenei di presentazione e valutazione. 2. La compilazione da parte degli insegnanti del Test IPDA, Questionario Osservativo per l’Identificazione Precoce delle Difficoltà di Apprendimento (Corcella, Tretti, Terreno, Tressoldi, Cornoldi, 2002). 3. La compilazione da parte dei genitori di un questionario che consente di effettuare una sintetica anamnesi relativa allo sviluppo psicoaffettivo del bambino e fornisce, al tempo stesso, elementi di raffronto con la realtà rappresentata dal bambino stesso. Per quanto riguarda la parte formativa rivolta ai genitori ed agli insegnanti si prediligerà una metodologia interattiva e laboratoriale, corredata dagli aspetti teorici principali relativi agli argomenti trattati. La formazione con gli insegnanti prevede 5 incontri così strutturati: Primo incontro: il benessere a scuola In questo primo incontro verrà presentato il percorso, favorita la conoscenza tra i partecipanti e verranno raccolte le aspettative. Considerato che lo scopo del progetto è promuovere il benessere dei bambini, in questo primo incontro verrà proposta un'attività di brainstorming relativa al concetto di benessere e un'attività laboratoriale per stimolare la riflessione sul significato di questo concetto nella società attuale. L'attività sarà corredata da una parte teorica relativa al concetto di “promozione della salute”. Secondo incontro: l'abc della comunicazione Alla scuola e all'insegnante spesso è dato il compito di costruire e comunicare saperi, al 14 tempo stesso però gli insegnanti si trovano di fronte a difficoltà di interazione e comunicazione sia con gli alunni sia con i genitori. Per raggiungere e migliorare l’integrazione comunicativa verrà posta l'attenzione sui processi di comunicazione (la comunicazione efficace, comunicazione verbale e non verbale e comunicazione mirata). La problematica centrale non sarà solo riferita alle modalità di comunicazione che si adottano, ma alla scelta dei processi e degli ambienti di supporto che facilitano l’incontro, lo scambio e il confronto fra tutti. L'incontro prevede un lavoro individuale e in piccoli gruppi con la proposta di esercizi comunicativi e di riflessione su situazioni reali. Terzo incontro: l'osservazione in classe In questo incontro, dopo aver ripreso brevemente i contenuti degli incontri precedenti, verrà posta l'attenzione sulle diverse metodologie di osservazione, sottolineando l'importanza di questa pratica sia nelle attività di sezione che nel gioco. Attraverso delle situazioni stimolo verranno individuate, insieme ai partecipanti, le regole dell'osservazione. In questo incontro verrà introdotto l'utilizzo dell' IPDA, che è il Questionario Osservativo per l'Identificazione precoce delle Difficoltà di Apprendimento, non solo per l'individuazione di eventuali situazioni di disagio, ma anche come strumento di prevenzione. Quarto incontro: la relazione a scuola In questo incontro verrà posta l'attenzione sulle diverse tipologie di relazione che si instaurano a scuola: insegnante-bambino, genitore-bambino e insegnante-genitore. Essendo il destinatario finale e soggetto da tutelare il bambino, è importante che ognuna di queste relazioni sia basata sulla lealtà e sulla chiarezza tra i vari interlocutori. Attraverso una serie di esercitazioni pratiche verranno individuati i “compiti”dell'insegnante e i “compiti del genitore”e, attraverso il confronto tra i partecipanti, sarà possibile far emergere i diversi punti di vista per una visione globale del bambino. Quinto incontro: lavorare per... In quest'ultimo incontro verrà approfondito il difficile ruolo dell'insegnante chiamato, a volte, a comunicare ai genitori problematiche relative al figlio. L'insegnante spesso si sente solo ad affrontare le paure e le responsabilità che comportano situazioni di questo tipo, per 15 questo risulta fondamentale il lavoro in sinergia con i colleghi e con le agenzie del territorio. L'incontro prevede l'utilizzo di simulazioni e giochi di ruolo che coinvolgano i partecipanti nel duplice ruolo di insegnante e genitore, quale strategia principale per approfondire questo tema. L'ultima parte di questo incontro verrà dedicata alla compilazione del questionario di gradimento relativo al percorso formativo proposto. La formazione con i genitori prevede 3 incontri così strutturati: Primo incontro: I bisogni dei genitori e i bisogni dei figli. Obiettivo dell'incontro è quello di approfondire il tema dell'assunzione del ruolo genitoriale, attraverso un lavoro di comprensione dei bisogni dei figli e dei significati che questi veicolano. In particolare ci si pone di arrivare, da una parte, a considerare il bisogno non solo come espressione di una mancanza ma anche quale potenziale spinta evolutiva, dall'altra a rilevare come il ruolo genitoriale non si giochi nella scelta di saturare immediatamente o disattendere i bisogni dei figli, quanto nella capacità di accoglierli (con comprensione ed affetto) e dare loro un orientamento (valoriale e normativo). Partendo da una attività in sottogruppi che aiuta i partecipanti a riflettere sui “bisogni di mio figlio” si introduce una parte teorica riferita alla “piramide dei bisogni di Maslow“, arrivando a spiegare come il bisogno fondamentale sia quello dell'accettazione incondizionata di ciò che si è (diversa dall'approvazione di ciò che si fa) e come siano i genitori a rispondere a questo bisogno, inviando messaggi di un certo tipo (messaggi positivi rispetto all'esistere e messaggi positivi rispetto al fare). Secondo incontro: la fiducia in se stessi e modelli di trasmissione ai figli. L'autostima, il senso di valere, la fiducia in se stessi è il regalo più grande che i genitori possono fare ai figli in quanto rappresenta l'attrezzatura fondamentale per entrare in relazione con sé, con gli altri, con il mondo esterno, in modo sereno ed equilibrato. Partendo da un lavoro individuale sull'autostima, si introduce una parte teorica sull'argomento e si stimola la riflessione sulle modalità dei partecipanti di inviare messaggi che contribuiscono alla costruzione della propria ed altrui autostima. Ci si avvale di una seconda attività in sottogruppo, focalizzata sull'analisi degli atteggiamenti genitoriali che facilitano lo sviluppo di una sana autostima nel figlio. 16 Terzo incontro: compiti di sviluppo dei genitori nel ciclo di vita della famiglia La parte teorica di questo incontro verte sul concetto fondamentale della funzione basilare della famiglia: permettere, allo stesso tempo, l'appartenenza e la separazione, che non è, come può sembrare, un paradosso, ma un difficile equilibrio, uno dei compiti più difficili dei genitori. Si introduce un'attività individuale in cui ad ogni genitore si chiede di rappresentare, attraverso l'utilizzo del disegno, gli spazi e i confini all'interno della propria famiglia aiutandoli a riflettere sulla vicinanza e distanza tra sé e i figli e sulla capacità di facilitare l'indipendenza degli stessi. La parte teorica verterà sulla teoria dell'attaccamento di Bowlby e le tappe evolutive di Erickson . 9. Piano per la valutazione del progetto Si prevedono due tipologie di valutazione: la valutazione di processo e la valutazione di risultato. Nella valutazione di processo si prevede una raccolta di dati relativi a indicatori volti a fornire, in corso d’opera, informazioni sullo stato di avanzamento del progetto e sul conseguimento degli obiettivi. Indicatori di processo: ● costituzione di un gruppo di lavoro ASL/ scuola, i cui indicatori saranno i verbali degli incontri ● numero delle adesioni degli istituti scolastici non inferiore al 50% della totalità degli Istituti scolastici presenti sul territorio ● numero dei bambini coinvolti non inferiore al 50% di coloro i quali rientrano nel target ● numero dei percorsi rivolti agli insegnanti attivati in numero uguale o superiore ai previsti ● numero dei percorsi rivolti ai genitori attivati in numero uguale o superiore ai previsti ● congruenza tra le attività programmate e realizzate in riferimento ai tempi previsti nel cronogramma. E' ammesso uno scostamento previsto tra i tempi programmati e quelli effettivi non superiore a 30 giorni. La valutazione di risultato prevede la rilevazione dei dati che consentono di rilevare i risultati a medio e lungo termine. Indicatori di risultato: 17 ● grado di soddisfazione dei genitori, rilevato tramite questionario, rispetto al percorso formativo. ● grado di soddisfazione degli insegnanti, rilevato tramite questionario ● numero di adesioni da parte dei genitori ai colloqui per la restituzione dell'esito della valutazione non inferiore al 30% rispetto al totale dei bambini ● numero di adesioni all'approfondimento diagnostico non inferiore al 50% rispetto al totale dei bambini “a rischio” ● raccolta del bisogno formativo e di proposte innovative per il target nel gruppo di lavoro, da sviluppare negli anni successivi, i cui indicatori saranno i verbali. 9. Risorse Per la realizzazione del progetto Pinocchio l'ASL mette a disposizione i materiali didattici e i professionisti che si occuperanno dello screening e dei percorsi di formazione per insegnanti e genitori. La scuola mette a disposizione il proprio personale che si renderà disponibile all'utilizzo del questionario IPDA e della promozione dei percorsi di formazione per i genitori, fungendo da mediatrice tra ASL e famiglie, traducendo in indicazioni pedagogiche gli esiti delle valutazioni psicologiche. Le azioni previste dal progetto sono gratuite. 10. Piano di comunicazione Al termine del progetto l'ASL produrrà una relazione finale che sarà trasmessa alle scuole aderenti riguardante gli esiti del progetto, in cui verranno messi in particolare evidenza gli obiettivi raggiunti, il rispetto dei tempi, gli indicatori di processo e di risultato. Lo spazio dedicato ai progetti dell'Area Famiglia sul sito dell'ASL di Vallecamonica-Sebino sarà aggiornato con la pubblicazione del nuovo progetto per l'anno scolastico 2009/2010. Sarà pubblicato sul giornale trimestrale dell'ASL, a cura del coordinatore, un articolo che presenti il contenuto e gli obiettivi del progetto, anche in riferimento ai risultati dei precedenti anni. ***************************************** 18