progetto pinocchio - ASL Vallecamonica

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DIPARTIMENTO ASSI - AREA FAMIGLIA
PROGETTO PINOCCHIO
ATTIVITA' PER LA PROMOZIONE DEL BENESSERE DEL BAMBINO IN
ETA' PRESCOLARE
A cura dei consultori familiari di Breno, Darfo B.T., Edolo
in collaborazione con le scuole dell'infanzia statali e paritarie della Vallecamonica
anno scolastico 2009 – 2010
OTTOBRE 2009
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Titolare del progetto
ASL di Vallecamonica Sebino, Dipartimento ASSI- Area Famiglia
Partners
Il progetto è realizzato dallo staff dell'ASL di Vallecamonica Sebino in collaborazione con le
Scuole dell'Infanzia statali e paritarie del territorio. Tale collaborazione si realizza nello
specifico attraverso la promozione nell'ambito scolastico dei percorsi formativi rivolti agli
insegnanti ed ai genitori.
1.Staff
Responsabile del progetto
Direttore Area Famiglia Aure Parolini
tel.0364/329432 – fax 0364/329284
Indirizzo e.mail: [email protected]
Coordinatore del progetto: psicologa Genny Poetini – Tel. 0364/772605
Professionalità impiegate
Referenti tecnici per gli interventi di promozione della salute: Marta Baisotti, psicologa
Delfina Zendrini, assistente sociale
Psicologi: Giuseppina Barcellini, Irene Benaglio, Simona Bontempi, Genny Poetini,
Arianna Savoldelli, Tiziana Torri
Pedagogista: Silvia Ballerini
Il concetto di promozione della salute
La carta di Ottawa (1986), sottoscritta dagli Stati appartenenti all’OMS, definisce la
promozione della salute come il processo che consente alle persone di esercitare un
maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla.
Questa definizione implica la creazione di ambienti che consentano di offrire un adeguato
supporto alle persone per il perseguimento della salute negli ambienti di vita e di lavoro e il
rafforzamento dell'azione delle comunità che devono essere adeguatamente sostenute per
poter operare autonome scelte per quanto riguarda i problemi relativi alla salute dei
cittadini che vi appartengono.
La promozione della salute mira soprattutto a raggiungere l'eguaglianza nelle condizioni di
salute. Il suo intervento si prefigge di ridurre le differenziazioni evidenti nell'attuale
stratificazione sociale della salute, offrendo a tutti eguali opportunità e risorse per
conseguire il massimo potenziale di salute possibile. Questo comprende: un saldo
radicamento in un ambiente accogliente, l'accesso alle informazioni, le competenze
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necessarie alla vita e la possibilità di compiere scelte adeguate per quanto concerne la
propria salute.
Per questo motivo, la promozione della salute non è responsabilità esclusiva del settore
sanitario, dovendo coinvolgere anche i settori che influiscono sulla salute stessa con un
approccio definito “intersettoriale” che preveda, cioè, l'intervento, la collaborazione e il
coordinamento di settori diversi dalla sanità quali l'istruzione, la cultura, i trasporti,ecc.
Le Linee Guida Regionali di prevenzione delle diverse forme di dipendenza inoltre,
prevedono lo sviluppo di interventi di “Prevenzione specifica differenziata per età e
differenti target di popolazione”.
In relazione a ciò, rispetto alle diverse forme di dipendenza nella popolazione
preadolescenziale e adolescenziale, viene messa in evidenza oltre all'esigenza di far
emergere la molteplicità dei fattori su cui intervenire per attuare politiche preventive nel
settore del disadattamento a livello individuale e di contesto e alla necessità di individuare
le metodologie e gli ambiti di intervento, l'importanza di intervenire precocemente quando
l'individuo è in fase evolutiva, dato che lo sviluppo di abitudini sane può appartenere al
percorso naturale di crescita.
E' inoltre accertato che “un intervento precoce sui fattori di rischio dei comportamenti
disadattivi ha un impatto maggiore rispetto ad un intervento operato successivamente,
modificando il percorso di vita di un ragazzo per portarlo dai problemi verso
comportamenti positivi” (Ialongo et al., 2001). A tale proposito, l'organizzazione Mondiale
della Sanità suggerisce di “realizzare un numero consistente di sessioni a carattere
educativo nei primi anni di scuola” (WHO, 2002).
2. Contesto e storia del progetto
Le attività del Progetto Pinocchio rispondono agli obiettivi di promozione della salute e
delle potenzialità affettivo relazionali e cognitive del bambino indicati nel Piano Integrato
Locale di Promozione degli Interventi di salute adottato dall'ASL di Vallecamonica-Sebino
nel gennaio 2009 e nel quale confluiscono gli interventi di prevenzione e screening
realizzati dalle équipes multidisciplinari di operatori (assistente sociale, psicologo,
psicoterapeuta, ostetrica, ginecologo e pedagogista) dei consultori familiari di Edolo,
Breno e Darfo B.T. appartenenti all'Area Famiglia dell'ASL.
Questo progetto, realizzato da sei anni in collaborazione con le scuole dell'infanzia
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presenti sul territorio della Vallecamonica, è finalizzato alla promozione del benessere del
bambino in età prescolare, attraverso l'individuazione precoce di situazioni di disagio,
causa di difficoltà di apprendimento e/o di relazione. Gli interventi proposti si sono
realizzati sia in ambito scolastico, presso le scuole dell'infanzia che hanno aderito al
progetto, sia presso le sedi consultoriali.
Sul territorio della Vallecamonica sono presenti 67 scuole dell'infanzia, statali o paritarie,
che accolgono circa 2800 bambini tra i tre e i sei anni.
Nell’anno scolastico 2007-2008, 41 scuole dell'infanzia pubbliche e paritarie, pari al 61 %
del totale, hanno aderito alla campagna di prevenzione; sono stati interessati 421 bambini
nati nel 2003, pari al 46% del totale dei nati nello stesso anno residenti in Vallecamonica,
tenuto conto che non tutti i bambini frequentano la scuola dell'infanzia e che i bambini che
partecipano al progetto sono il 90% dei frequentanti.
Hanno risposto in maniera positiva 39 genitori dei bambini per i quali veniva proposto un
approfondimento diagnostico, numero corrispondente al 68% dei bambini per cui è stato
suggerito tale approfondimento.
Le famiglie che hanno chiesto di incontrare gli psicologi dei consultori dell'ASL, per
conoscere i risultati ottenuti dai propri figli nei tests somministrati, sono state 168, pari al
46% delle famiglie dei bambini che hanno aderito al progetto, in cui non sono stati
identificati segni di disagio. Tale fase ha riscontrato un costante aumento delle adesioni:
45 genitori nella prima edizione 2002-2003 (8,39%) e 168 nell'anno scolastico 2007-2008
(46% sul totale).
I dati relativi al progetto Pinocchio dell'anno 2008-2009 sono in fase di elaborazione.
Gli psicologi dei Consultori Familiari dell'ASL hanno incontrato, nel corso dei sei anni di
attivazione, circa 500 bambini per ogni annualità, nell'ambito delle attività di screening e,
sono stati identificati mediamente, per ogni edizione, 28 bambini a rischio di
disadattamento per problematiche legate agli apprendimenti e/o alla sfera emotiva, per i
quali è stato proposto, direttamente ai genitori, un percorso di approfondimento delle
dinamiche evolutive, sociali, emotive e familiari, che hanno contribuito all'insorgenza delle
difficoltà evidenziate dallo screening.
Nel corso degli anni, al progetto sono state apportate alcune modifiche in risposta
all'esigenza di una migliore analisi del contesto. Ad esempio, sono stati rivisti i criteri di
valutazione della produzione grafica dei bambini nei test e, nell'anno 2007-2008, è stato
effettuato un ampliamento dei criteri di inclusione nella categoria “bambini a rischio” e ciò
ha comportato un significativo aumento del numero di bambini inclusi nella suddetta
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categoria.
Grafico 1. distribuzione annua numero “bambini a rischio”
BAMBINI A RISCHIO
100
90
80
NUM ERO
70
57
60
50
40
33
30
23
20
15
24
16
10
0
2002-2003 2003-2004 2004-2005 2005-2006 2006-2007 2007-2008
ANNUALITA'
Definizione del problema
L'incidenza di questi disturbi è stimabile attorno al 3-4 %, a seconda dell'età del bambino,
nonché dai criteri e dagli strumenti utilizzati dai ricercatori (Cornoldi, 2007). Si tratta di
valori importanti, perché questo significa che in media ci possiamo aspettare la presenza
di un alunno per classe con queste difficoltà.
Gli apprendimenti scolastici fin dalle prime classi richiedono l’integrazione di numerose
funzioni cognitive e percettivo-motorie: visione, udito, motricità, lateralizzazione, memoria,
elaborazione delle informazioni, processi associativi, ecc… Nei casi in cui il rendimento
scolastico sia deficitario, si può presumere che si possa trattare di disturbi che riguardano
specificatamente le capacità di apprendimento e non semplicemente di poca e inefficace
applicazione allo studio.
Tali disturbi rappresentano un fattore di rischio primario per la dispersione scolastica e
possono incidere complessivamente sul ben-essere della persona comportando, quindi,
non solo uno svantaggio scolastico, ma anche ripercussioni sullo sviluppo emotivo e
sociale del bambino, la perdita dell’autostima e della motivazione allo studio.
Quando un bambino con un quoziente intellettivo adeguato incontra tali difficoltà, spesso
in aggiunta si associano disagi emotivi che possono manifestarsi nei modi più vari,
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dall'aggressività all'isolamento, da lievi tic a lievi balbuzie, sino alla depressione. Vi sono a
tale riguardo studi dai quali emerge come sia possibile individuare in bambini con disturbo
dell'apprendimento segnali che indicano un rischio di marginalità sociale e/o di patologia
psichiatrica (Biancardi, 1991, Cornoldi, 1991).
In un articolo di Stone e La Greca (1990) infatti si afferma che vi è una stretta relazione fra
momenti di apprendimento e occasioni sociali per la costruzione del concetto di sé.
Particolare interesse ha suscitato lo studio del rapporto tra difficoltà scolastiche e disturbo
depressivo (Masi, Favilla, Meucci, 2003). Un disturbo depressivo, variamente definito e
valutato, è ritenuto essere presente in soggetti con disturbo dell'apprendimento con una
frequenza da 3 a 6 volte superiore rispetto al gruppo di controllo con normale
apprendimento. Il rapporto tra disturbi depressivi, e più in generale disturbi psicopatologici,
e difficoltà scolastiche è particolarmente complesso, poiché disturbi emotivo-affettivi ed
intellettivi in età evolutiva sono strettamente intrecciati.
La relazione causale è potenzialmente bidirezionale e può essere interpretata secondo
diversi modelli teorici e concettuali (McGee et al., 1986; Masi, Pfanner, Marcheschi e Poli,
1998). Una difficoltà scolastica può essere causa e/o conseguenza di un disturbo emotivo;
in entrambe le condizioni una precoce e negativa influenza reciproca può attivare un
circolo vizioso che tende a perpetuarsi, aumentando in modo molto significativo il rischio di
una cronicizzazione del quadro psicopatologico.
Va
specificato comunque che fattori, quali balbuzie o tic, non sono diagnostici per il
disturbo di apprendimento e possono identificare altre patologie, ma sono comunque un
segnale di disagio del bambino, da prendere sempre in considerazione.
E' importante quindi che la nostra attenzione si rivolga a questi fattori, che possono
rappresentare dei fattori di rischio per il bambino, ma anche e soprattutto al potenziamento
dei fattori protettivi ai quali il bambino è esposto.
“Il potenziale impatto dei fattori di rischio e dei fattori protettivi cambia con l'età e può agire
a vari livelli quali l'individuo, la famiglia, la scuola, il gruppo dei pari e la comunità”.
Si sottolinea che intervenire precocemente, ridurre i fattori di rischio e accrescere i fattori
protettivi, comporta l'impiego di:
•
strategie di prevenzione universale, preferibilmente per la promozione dei fattori
protettivi;
•
strategie di prevenzione selettiva e mirata prevalentemente alla riduzione dei fattori
di rischio.
6
Progetto Albero degli zecchini: una prova di validità
Nell'anno scolastico 2006-2007da parte dell'ASL di Vallecamonica Sebino è stato attuato
anche uno studio pilota, l'Albero degli Zecchini, collegato al progetto Pinocchio.
L'obiettivo primario del progetto Albero degli Zecchini è stato quello di valutare l'efficacia
del Progetto Pinocchio sulla scorta della caratteristica di longitudinalità, ottenendo
informazioni sia riguardo alle differenze individuali nello sviluppo delle abilità esaminate
nei singoli bambini, sia riguardo all'esito degli interventi messi in campo precedentemente.
Questo progetto ha interessato un campione costituito da 100 bambini, già sottoposti allo
screening nel secondo anno di scuola dell'infanzia, frequentanti tre istituti comprensivi
diversi, collocati rispettivamente in alta, media e bassa Valle Camonica. Gli strumenti
utilizzati sono equiparabili a quelli utilizzati nel progetto Pinocchio: ai bambini sono stati
somministrati dei test grafici (Test della figura umana di Machover, test della famiglia di
Corman e Test dell'albero di Koch) e il test delle Matrici di Raven, ai genitori un
questionario composto da 13 domande, volte a indagare gli aspetti più significativi della
salute del bambino ed il raggiungimento delle specifiche tappe evolutive ed agli insegnanti
una griglia di valutazione, studiata per permettere di ottenere una fotografia globale degli
apprendimenti nelle principali aree di insegnamento scolastico.
Il progetto Albero degli Zecchini ha ottenuto dei risultati significativi, in quanto 66 bambini
dei 100 testati avevano partecipato al progetto Pinocchio nell'anno scolastico 2003/2004 e
si è quindi riusciti a monitorare, a distanza di tempo, una parte dei bambini che avevano
aderito alla precedente campagna di prevenzione, prendere visione di eventuali evoluzioni
nel tempo o difficoltà che possono essere determinate dai normali processi maturativi.
Di questi 66 bambini 4 rientravano nella cosiddetta “fascia a rischio”, ovvero in quel gruppo
di alunni ai quali era stato consigliato un approfondimento diagnostico al fine di valutare in
forma individuale difficoltà e possibili interventi.
Di questi 4 alunni, 3 famiglie avevano risposto all’invito di prendere contatti con il servizio
per l’approfondimento, ed era stato possibile lavorare con i genitori e con la scuola per
studiare forme di intervento specifiche, mentre una famiglia non aveva accettato la
proposta di approfondimento. Per i tre bambini per i quali è stato eseguito un
approfondimento è stato possibile osservare un globale miglioramento delle prestazioni
esaminate, mentre per l'alunno che non vi ha aderito si è osservata la permanenza di
alcune difficoltà negli apprendimenti, rilevate sia nella somministrazione dei test che nella
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valutazione degli insegnanti attraverso la griglia osservativa.
Il Progetto Pinocchio 2009/2010
Alla luce delle Linee Guida Regionali di prevenzione delle diverse forme di dipendenza,
per l'anno 2009-2010 si ritiene necessario potenziare la funzione preventiva della scuola e
della famiglia, valorizzandone il compito educativo, attraverso lo sviluppo di programmi di
intervento mirati. Per questo motivo si è ritenuto opportuno rivedere ed ampliare il Progetto
Pinocchio, accostando allo screening effettuato sui bambini nati nel 2005, percorsi
formativi con gli insegnanti e con i genitori.
L'inserimento, all'interno del progetto, delle nuove proposte formative va a completare
l'attività di screening ormai consolidata che ha permesso di costruire, nel corso del tempo,
una buona collaborazione tra gli insegnanti, i genitori e gli operatori.
L'obiettivo di lungo termine del percorso formativo rivolto agli insegnanti riguarda
l'acquisizione di contenuti e strumenti che diventino patrimonio del gruppo docente delle
scuole dell'infanzia, con l'obiettivo di favorire la formazione tra pari.
Durante l'anno scolastico 2009/2010 l'organizzazione della formazione rivolta al gruppo
docente terrà conto del numero di adesioni.
Alla scuola si chiede inoltre di fare da tramite tra ASL e famiglia promuovendo la
partecipazione e fornendo le informazioni ai genitori rispetto alla proposta formativa loro
rivolta. Nel corso dell'anno si intende peraltro attivare un gruppo di lavoro composto da
rappresentanti della scuola e dell'ASL con l'obiettivo di aprire un confronto su temi
riguardanti le caratteristiche e i bisogni della popolazione prescolare, target principale del
progetto Pinocchio. Il gruppo dovrebbe avere inoltre il compito di ideare degli interventi in
risposta ai bisogni emersi, prevedendo il coinvolgimento della famiglia.
Come sottolineato dalle Linee Guida Regionali di prevenzione per le diverse forme di
dipendenza risulta maggiormente efficace realizzare programmi di prevenzione nel
contesto scolastico in sinergia con gli interventi rivolti alle famiglie.
3. Obiettivi generali
A partire da queste considerazioni, si individua il potenziamento dei fattori protettivi, oltre
che il riconoscimento delle eventuali condizioni di disagio del bambino, come il
comportamento rispetto al quale si intende agire.
Sulla base dello schema proposto dal modello Precede-Proceed (Green LW e Kreuter
MW,1999) si evidenziano tali fattori, raggruppandoli in:
8
fattori predisponenti:
•
stabilità famigliare
•
affetto e cura da parte dei genitori
•
controllo da parte dei genitori
•
bassa impulsività
•
facile temperamento
•
buona relazione con gli insegnanti
fattori abilitanti:
•
accessibilità ai servizi da parte della famiglia e degli insegnanti
•
gruppo di lavoro ASL – Scuola
fattori rinforzanti:
•
positive aspettative da parte dei genitori nei confronti della scuola e dei servizi
•
accesso al servizio al termine del progetto
•
supporto consistente da parte degli insegnanti
•
influenza del gruppo dei pari
Gli obiettivi generali consistono quindi nel:
–
verificare se i bambini possiedono o meno le abilità strumentali richieste dalla fascia
d'età e dal livello di scolarizzazione in cui il soggetto si trova
–
potenziare gli strumenti in possesso degli insegnanti per cogliere eventuali indici di
disagio nei bambini
–
mettere in atto un'azione formativa sullo sviluppo di capacità educative tali da
rafforzare i fattori protettivi connessi alla relazione genitore/figlio.
4. Destinatari e ambito
I destinatari del progetto sono:
• Bambini, nati nel 2005, frequentanti il II anno della scuola dell'infanzia
• I genitori degli alunni frequentanti le scuole dell'infanzia
• Gli insegnanti delle scuole coinvolte nel progetto.
5. Obiettivi specifici
Rispetto ai bambini:
•
ridurre l'eventuale demotivazione all'apprendimento
9
•
ridurre l'ansia di fronte all'esecuzione dei compiti
•
costruire schemi e strategie di apprendimento specifici per le difficoltà rilevate
•
sviluppare e potenziare memoria – attenzione – logica – semantica e aspetti spazio
temporali
Rispetto ai genitori:
•
promuovere ed arricchire il legame e le competenze genitoriali
•
promuovere i fattori di protezione per il bambino rispetto all'evoluzione
dell'adattamento sociale
•
sensibilizzare rispetto ai fattori di rischio (comportamento aggressivo, scarse abilità
sociali e difficoltà scolastiche)
Rispetto agli insegnanti:
•
realizzare, all'interno del sistema scolastico, attività di prevenzione, osservazione e
individuazione di situazioni di disagio, in collaborazione con le famiglie
•
realizzare un sistema di identificazione e di segnalazione del disagio in età
evolutiva
•
ampliare le competenze sulle dinamiche dei piccoli gruppi e sugli strumenti di
comunicazione, con l'acquisizione di adeguate metodologie e tecniche di
comunicazione, di socializzazione e di apprendimento da applicare al gruppo classe
•
favorire lo sviluppo di relazioni che sappiano valorizzare le potenzialità di ogni
alunno e che incidano sulla motivazione ad apprendere
•
costruire se stessi come persone affettivamente significative e competenti
nell'interpretare i significati reali delle relazioni in classe
6.Tipologia delle attività
Il progetto prevede:
•
Attività di screening
In alternativa a programmi di intervento da attuarsi in una fase in cui il disturbo sia già
conclamato, rispetto alle difficoltà di apprendimento, si propone una campagna di
screening di primo livello, intendendo con ciò l’esame di un ampio gruppo di soggetti con
una serie di prove, in modo che i risultati costituiscano il primo passo verso
l’identificazione del disturbo e la formulazione della diagnosi.
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Lo screening di primo livello si differenzia quindi dalla diagnosi e, al tempo stesso, si
colloca come strumento di ricerca in grado di fornire informazioni che possono consentire
di trarre profili di sviluppo accurati.
L'attività di screening si rivolge ai bambini nati nel 2005 frequentanti il secondo anno della
scuola dell'infanzia delle scuole aderenti e consiste:
•
nella somministrazione all’interno della classe da parte dello psicologo, di alcuni
test grafici
•
nella compilazione da parte degli insegnanti del Questionario Osservativo per
l’Identificazione Precoce delle Difficoltà di Apprendimento (P.R. Corcella, M.L. Tretti,
A. Terreni, P.E. Tressoldi, C. Cornoldi, 2002).
•
nella compilazione da parte dei genitori di un questionario che consente di
effettuare una sintetica anamnesi relativa allo sviluppo psicoaffettivo del bambino e
fornisce, al tempo stesso, elementi di raffronto con la realtà rappresentata dal
bambino stesso
•
negli incontri di restituzione con gli insegnanti e con i genitori che ne faranno
richiesta
•
negli approfondimenti diagnostici proposti ai genitori dei bambini nei quali si sono
riscontrati eventuali segni di disagio.
Le tipologie di intervento proposte alle famiglie che aderiscono ai colloqui di
approfondimento, riguardano:
•
consulenza breve ai genitori senza il coinvolgimento del bambino, laddove venga
riscontrata una criticità a livello educativo
•
approfondimento diagnostico con coinvolgimento del bambino
•
interventi riabilitativi ed educativi mirati, con presa in carico dal servizio specialistico
(NPIA) previa valutazione dello psicologo del consultorio
•
Formazione con gli insegnanti
La proposta si pone nella prospettiva della prevenzione primaria, agendo sulla promozione
della motivazione all'apprendimento nell'alunno, attraverso un'azione formativa rivolta agli
insegnanti.
Si ritiene importante coinvolgere gli insegnanti perché la scuola dell'infanzia rappresenta il
luogo elettivo per cogliere le modalità di espressione del disagio cognitivo ed emotivo, il
terreno più fecondo per la progettazione di interventi educativi e didattici che prevedano il
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coinvolgimento di scuola e famiglia.
Gli incontri hanno l'obiettivo di perfezionare le competenze degli insegnanti riguardo al
potenziamento dei fattori di protezione relativamente alla promozione della salute e alla
prevenzione del disadattamento.
Si prevede l'attivazione di 3 moduli formativi da realizzarsi nelle zone dell'Alta, Media e
Bassa Vallecamonica. Ogni modulo si svilupperà in 5 incontri di 2 ore ciascuno, con
cadenza quindicinale a partire da gennaio 2010. I gruppi saranno costituiti da un minimo di
10 ad un massimo di 12 insegnanti.
•
Formazione con i genitori
I programmi di prevenzione indirizzati alla famiglia si pongono l'obiettivo di accrescere il
collegamento e sostenere le abilità dei genitori nell'educazione dei propri figli. Appare
particolarmente importante concentrare l'azione formativa sullo sviluppo di capacità
educative tali da rafforzare i fattori protettivi connessi alla relazione genitore/figlio. I fattori
protettivi genitoriali su cui centrare l'intervento risultano essere:
•
capacità assertive
•
capacità di comunicazione
•
ascolto empatico
•
presenza di buona autostima
•
capacità normativa
•
capacità di riconoscere i bisogni dei figli e di sostenerli nelle fasi di crescita
Si prevede l'attivazione di 5 moduli formativi per i genitori a partire dal mese di aprile 2010.
I moduli verranno attivati nelle zone dell'Alta, Madia e Bassa Vallecamonica, in base al
numero delle adesioni pervenute. Ogni modulo si svilupperà in 3 incontri di 2 ore ciascuno
con cadenza quindicinale. Il gruppo di ogni modulo sarà composto da un minimo di 10 ad
un massimo di 20 genitori.
8.Programma
Cronogramma
12
•
ottobre 2009: trasmissione progetto alle scuole dell'infanzia del territorio
•
novembre 2009: adesione alla parte formativa da parte delle scuole dell'infanzia;
creazione di un gruppo di lavoro, che si incontrerà periodicamente, costituito da un
rappresentante delle scuole dell'infanzia statali e un rappresentante delle scuole
paritarie presenti sul territorio, una psicologa e la pedagogista dell'ASL che si
occuperanno del progetto.
•
gennaio 2010: inizio formazione degli insegnanti
•
marzo 2010: inizio dell'attività di screening, da parte degli psicologi dell'ASL,
all'interno delle scuole dell'infanzia che hanno aderito al progetto
•
aprile 2010: inizio formazione genitori
•
maggio 2010: compilazione del questionario osservativo IPDA da parte degli
insegnanti;
confronto del gruppo di lavoro sui dati emersi e individuazione delle criticità e dei
punti di forza del progetto in prospettiva della successiva annualità
•
settembre 2010: l'invio da parte dell'ASL di una comunicazione scritta ai genitori dei
bambini in cui sono stati individuati eventuali segni di disagio con la proposta di un
approfondimento della valutazione
•
settembre/ottobre 2010: restituzione generale alle scuole, relativa all'attività di
screening. da parte delle psicologhe dell'ASL
•
ottobre/novembre 2010: attività di restituzione ai genitori che ne faranno richiesta
Strumenti e contenuti
La valutazione del livello di adattamento del bambino rilevata attraverso lo screening sarà
effettuata attraverso:
1. La somministrazione collettiva, attuata all’interno della classe da parte dello psicologo,
dei seguenti test grafici:
•
Test della figura umana di Machover
•
Family Test di Corman
•
Test dell’albero di Koch
La scelta di queste prove testologiche si fonda sul presupposto che il disegno rappresenta
uno strumento ampiamente collaudato rispetto allo studio dello sviluppo delle abilità
grafiche e del livello di maturazione intellettuale dell’individuo, nonché sull’assunto che
all’età di 4/5 anni i bambini sono già capaci di elaborare disegni complessi in grado di
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rappresentare il significato che la realtà ha per loro (Kellog). In aggiunta, tali test utilizzano
l’attività grafica come medium di trasmissione di sentimenti, affetti, pensieri e
rappresentazioni del soggetto.
La somministrazione delle prove testologiche e lo scoring dei risultati sarà effettuata,
secondo norme standardizzate, dagli psicologi dei consultori, così da garantire modalità e
criteri omogenei di presentazione e valutazione.
2. La compilazione da parte degli insegnanti del Test IPDA, Questionario Osservativo per
l’Identificazione Precoce delle Difficoltà di Apprendimento (Corcella, Tretti, Terreno,
Tressoldi, Cornoldi, 2002).
3. La compilazione da parte dei genitori di un questionario che consente di effettuare una
sintetica anamnesi relativa allo sviluppo psicoaffettivo del bambino e fornisce, al tempo
stesso, elementi di raffronto con la realtà rappresentata dal bambino stesso.
Per quanto riguarda la parte formativa rivolta ai genitori ed agli insegnanti si prediligerà
una metodologia interattiva e laboratoriale, corredata dagli aspetti teorici principali relativi
agli argomenti trattati.
La formazione con gli insegnanti prevede 5 incontri così strutturati:
Primo incontro: il benessere a scuola
In questo primo incontro verrà presentato il percorso, favorita la conoscenza tra i
partecipanti e verranno raccolte le aspettative.
Considerato che lo scopo del progetto è promuovere il benessere dei bambini, in questo
primo incontro verrà proposta un'attività di brainstorming relativa al concetto di benessere
e un'attività laboratoriale per stimolare la riflessione sul significato di questo concetto nella
società attuale.
L'attività sarà corredata da una parte teorica relativa al concetto di “promozione della
salute”.
Secondo incontro: l'abc della comunicazione
Alla scuola e all'insegnante spesso è dato il compito di costruire e comunicare saperi, al
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tempo stesso però gli insegnanti si trovano di fronte a difficoltà di interazione e
comunicazione sia con gli alunni sia con i genitori.
Per raggiungere e migliorare l’integrazione comunicativa verrà posta l'attenzione sui
processi di comunicazione (la comunicazione efficace, comunicazione verbale e non
verbale e comunicazione mirata).
La problematica centrale non sarà solo riferita alle modalità di comunicazione che si
adottano, ma alla scelta dei processi e degli ambienti di supporto che facilitano l’incontro,
lo scambio e il confronto fra tutti.
L'incontro prevede un lavoro individuale e in piccoli gruppi con la proposta di esercizi
comunicativi e di riflessione su situazioni reali.
Terzo incontro: l'osservazione in classe
In questo incontro, dopo aver ripreso brevemente i contenuti degli incontri precedenti,
verrà posta l'attenzione sulle diverse metodologie di osservazione, sottolineando
l'importanza di questa pratica sia nelle attività di sezione che nel gioco.
Attraverso delle situazioni stimolo verranno individuate, insieme ai partecipanti, le regole
dell'osservazione.
In questo incontro verrà introdotto l'utilizzo dell' IPDA, che è il Questionario Osservativo
per l'Identificazione precoce delle Difficoltà di Apprendimento, non solo per l'individuazione
di eventuali situazioni di disagio, ma anche come strumento di prevenzione.
Quarto incontro: la relazione a scuola
In questo incontro verrà posta l'attenzione sulle diverse tipologie di relazione che si
instaurano a scuola: insegnante-bambino, genitore-bambino e insegnante-genitore.
Essendo il destinatario finale e soggetto da tutelare il bambino, è importante che ognuna
di queste relazioni sia basata sulla lealtà e sulla chiarezza tra i vari interlocutori.
Attraverso una serie di esercitazioni pratiche verranno individuati i “compiti”dell'insegnante
e i “compiti del genitore”e, attraverso il confronto tra i partecipanti, sarà possibile far
emergere i diversi punti di vista per una visione globale del bambino.
Quinto incontro: lavorare per...
In quest'ultimo incontro verrà approfondito il difficile ruolo dell'insegnante chiamato, a
volte, a comunicare ai genitori problematiche relative al figlio. L'insegnante spesso si sente
solo ad affrontare le paure e le responsabilità che comportano situazioni di questo tipo, per
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questo risulta fondamentale il lavoro in sinergia con i colleghi e con le agenzie del
territorio.
L'incontro prevede l'utilizzo di simulazioni e giochi di ruolo che coinvolgano i partecipanti
nel duplice ruolo di insegnante e genitore, quale strategia principale per approfondire
questo tema.
L'ultima parte di questo incontro verrà dedicata alla compilazione del questionario di
gradimento relativo al percorso formativo proposto.
La formazione con i genitori prevede 3 incontri così strutturati:
Primo incontro: I bisogni dei genitori e i bisogni dei figli.
Obiettivo dell'incontro è quello di approfondire il tema dell'assunzione del ruolo genitoriale,
attraverso un lavoro di comprensione dei bisogni dei figli e dei significati che questi
veicolano. In particolare ci si pone di arrivare, da una parte, a considerare il bisogno non
solo come espressione di una mancanza ma anche quale potenziale spinta evolutiva,
dall'altra a rilevare come il ruolo genitoriale non si giochi nella scelta di saturare
immediatamente o disattendere i bisogni dei figli, quanto nella capacità di accoglierli (con
comprensione ed affetto) e dare loro un orientamento (valoriale e normativo).
Partendo da una attività in sottogruppi che aiuta i partecipanti a riflettere sui “bisogni di mio
figlio” si introduce una parte teorica riferita alla “piramide dei bisogni di Maslow“, arrivando
a spiegare come il bisogno fondamentale sia quello dell'accettazione incondizionata di ciò
che si è (diversa dall'approvazione di ciò che si fa) e come siano i genitori a rispondere a
questo bisogno, inviando messaggi di un certo tipo (messaggi positivi rispetto all'esistere e
messaggi positivi rispetto al fare).
Secondo incontro: la fiducia in se stessi e modelli di trasmissione ai figli.
L'autostima, il senso di valere, la fiducia in se stessi è il regalo più grande che i genitori
possono fare ai figli in quanto rappresenta l'attrezzatura fondamentale per entrare in
relazione con sé, con gli altri, con il mondo esterno, in modo sereno ed equilibrato.
Partendo da un lavoro individuale sull'autostima, si introduce una parte teorica
sull'argomento e si stimola la riflessione sulle modalità dei partecipanti di inviare messaggi
che contribuiscono alla costruzione della propria ed altrui autostima. Ci si avvale di una
seconda attività in sottogruppo, focalizzata sull'analisi degli atteggiamenti genitoriali che
facilitano lo sviluppo di una sana autostima nel figlio.
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Terzo incontro: compiti di sviluppo dei genitori nel ciclo di vita della famiglia
La parte teorica di questo incontro verte sul concetto fondamentale della funzione basilare
della famiglia: permettere, allo stesso tempo, l'appartenenza e la separazione, che non è,
come può sembrare, un paradosso, ma un difficile equilibrio, uno dei compiti più difficili dei
genitori. Si introduce un'attività individuale in cui ad ogni genitore si chiede di
rappresentare, attraverso l'utilizzo del disegno, gli spazi e i confini all'interno della propria
famiglia aiutandoli a riflettere sulla vicinanza e distanza tra sé e i figli e sulla capacità di
facilitare l'indipendenza degli stessi. La parte teorica verterà sulla teoria dell'attaccamento
di Bowlby e le tappe evolutive di Erickson .
9. Piano per la valutazione del progetto
Si prevedono due tipologie di valutazione: la valutazione di processo e la valutazione di
risultato.
Nella valutazione di processo si prevede una raccolta di dati relativi a indicatori volti a
fornire, in corso d’opera, informazioni sullo stato di avanzamento del progetto e sul
conseguimento degli obiettivi.
Indicatori di processo:
●
costituzione di un gruppo di lavoro ASL/ scuola, i cui indicatori saranno i verbali
degli incontri
●
numero delle adesioni degli istituti scolastici non inferiore al 50% della totalità degli
Istituti scolastici presenti sul territorio
●
numero dei bambini coinvolti non inferiore al 50% di coloro i quali rientrano nel
target
●
numero dei percorsi rivolti agli insegnanti attivati in numero uguale o superiore ai
previsti
●
numero dei percorsi rivolti ai genitori attivati in numero uguale o superiore ai previsti
●
congruenza tra le attività programmate e realizzate in riferimento ai tempi previsti
nel cronogramma. E' ammesso uno scostamento previsto tra i tempi programmati e
quelli effettivi non superiore a 30 giorni.
La valutazione di risultato prevede la rilevazione dei dati che consentono di rilevare i
risultati a medio e lungo termine.
Indicatori di risultato:
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●
grado di soddisfazione dei genitori, rilevato tramite questionario, rispetto al percorso
formativo.
●
grado di soddisfazione degli insegnanti, rilevato tramite questionario
●
numero di adesioni da parte dei genitori ai colloqui per la restituzione dell'esito della
valutazione non inferiore al 30% rispetto al totale dei bambini
●
numero di adesioni all'approfondimento diagnostico non inferiore al 50% rispetto al
totale dei bambini “a rischio”
●
raccolta del bisogno formativo e di proposte innovative per il target nel gruppo di
lavoro, da sviluppare negli anni successivi, i cui indicatori saranno i verbali.
9. Risorse
Per la realizzazione del progetto Pinocchio l'ASL mette a disposizione i materiali didattici e
i professionisti che si occuperanno dello screening e dei percorsi di formazione per
insegnanti e genitori.
La scuola mette a disposizione il proprio personale che si renderà disponibile all'utilizzo
del questionario IPDA e della promozione dei percorsi di formazione per i genitori,
fungendo da mediatrice tra ASL e famiglie, traducendo in indicazioni pedagogiche gli esiti
delle valutazioni psicologiche.
Le azioni previste dal progetto sono gratuite.
10. Piano di comunicazione
Al termine del progetto l'ASL produrrà una relazione finale che sarà trasmessa alle scuole
aderenti riguardante gli esiti del progetto, in cui verranno messi in particolare evidenza gli
obiettivi raggiunti, il rispetto dei tempi, gli indicatori di processo e di risultato.
Lo spazio dedicato ai progetti dell'Area Famiglia sul sito dell'ASL di Vallecamonica-Sebino
sarà aggiornato con la pubblicazione del nuovo progetto per l'anno scolastico 2009/2010.
Sarà pubblicato sul giornale trimestrale dell'ASL, a cura del coordinatore, un articolo che
presenti il contenuto e gli obiettivi del progetto, anche in riferimento ai risultati dei
precedenti anni.
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