DIPARTIMENTO ASSI - AREA FAMIGLIA
PROGETTO PINOCCHIO
ATTIVITA' PER LA PROMOZIONE DEL BENESSERE DEL BAMBINO IN
ETA' PRESCOLARE
A cura dei Consultori Familiari pubblici di Breno, Darfo B.T., Edolo
in collaborazione con le Scuole dell'Infanzia statali e paritarie della Valle Camonica
anno scolastico 2011-2012
SETTEMBRE 2011
1
Titolare del progetto
ASL di Vallecamonica Sebino, Dipartimento ASSI- Area Famiglia
Partners
Il progetto è realizzato dai Consultori Familiari dell'ASL di Vallecamonica-Sebino in
collaborazione con le Scuole dell'Infanzia statali e paritarie del territorio. Tale
collaborazione si realizza nello specifico attraverso la promozione nell'ambito scolastico
dei percorsi formativi rivolti agli insegnanti ed ai genitori.
Staff
Responsabile del progetto
Direttore Dipartimento ASSI - Aure Parolini
tel.0364/329432 – fax 0364/329284
Indirizzo e.mail: [email protected]
Professionalità impiegate
Referente tecnico per gli interventi di promozione della salute: Delfina Zendrini, assistente
sociale
Psicologi: Giuseppina Barcellini, Irene Benaglio, Genny Poetini, Arianna Savoldelli, Tiziana
Torri
2
PREMESSA
L’ingresso alla scuola dell'infanzia costituisce una fase del ciclo di vita in cui il bambino
affronta numerosi compiti e cambiamenti. L'adattamento alla scuola, la separazione dalle
figure genitoriali, l’integrazione con i coetanei, l’apprendimento di regole sociali, i
cambiamenti del proprio corpo, l'acquisizione di nuove autonomie sono solo alcune delle
sfide più importanti di fronte alle quali il bambino può sperimentare successo e
gratificazione personale, oppure evidenziare le prime difficoltà e frustrazioni. In alcuni casi,
queste diventano cause di eccessivi disagi e possono compromettere il normale sviluppo
della persona, sviluppando patologie quali disturbi dell'apprendimento, ritardi evolutivi,
problematiche emotive e comportamentali.
La scuola dell'infanzia rappresenta sicuramente il luogo primario per cogliere le modalità
di espressione delle difficoltà e il terreno più fecondo per prevenire precocemente lo
sviluppo di patologie psicologiche e per progettare i primi interventi educativi e didattici,
strettamente legati alle specifiche problematiche individuali ed al contesto di vita del
bambino. Inoltre, un intervento psicologico da parte di specialisti dell’età evolutiva è
indicato non solo in casi di disturbo conclamato ma anche a scopo preventivo, di diagnosi
e di sostegno.
Il Progetto Pinocchio presenta quest'anno diverse novità rispetto alle edizioni precedenti,
ma rimane fedele agli obiettivi prefissati, nell'intento di promuovere una forma di
prevenzione precoce e allargata, secondo una logica di rete, che vede protagonisti gli
insegnanti, gli operatori psico-sociali che operano nelle realtà territoriali e la famiglia.
Il progetto rappresenta, dunque, un qualificato approccio per identificare, contenere e
ridurre evoluzioni più gravemente disabilitanti che possono insorgere già nei primi anni
della scuola e che limitano la promozione dell'autonomia del bambino sotto il profilo
cognitivo, sociale e affettivo.
Il Progetto, descritto dettagliatamente di seguito prevede le seguenti sezioni
1. un escursus storico delle attività e degli esiti del Progetto Pinocchio dal suo nascere
fino ad oggi (2003-2011) corredata da una breve rassegna teorica inerente la
promozione della salute e la prevenzione dei disturbi dell'apprendimento
2. una sezione contenente la descrizione delle azioni previste e le principali
3
innovazioni relative alle strategie operative e alla metodologia utilizzata;
3. il piano di valutazione del progetto contenente gli indicatori di processo e di
risultato;
1. CONTESTO E STORIA DEL PROGETTO
Le attività del Progetto Pinocchio rispondono agli obiettivi di promozione della salute e
delle potenzialità affettivo relazionali e cognitive del bambino indicati nel Piano Integrato
Locale di Promozione degli Interventi di salute, adottato dall'ASL di Vallecamonica-Sebino
nel gennaio 2009 e nel quale confluiscono gli interventi di prevenzione e screening
realizzati dalle équipes multidisciplinari di operatori (assistente sociale, psicologo,
psicoterapeuta, ostetrica, ginecologo e pedagogista) dei Consultori Familiari di Edolo,
Breno e Darfo B.T. appartenenti all'Area Famiglia dell'ASL.
Questo progetto, realizzato dall'anno scolastico 2002/2003 in collaborazione con le Scuole
dell'Infanzia presenti sul territorio della Valle Camonica, è finalizzato alla promozione del
benessere del bambino in età prescolare, attraverso l'individuazione precoce di situazioni
di disagio, causa di difficoltà di apprendimento e/o di relazione. Gli interventi proposti si
sono realizzati sia in ambito scolastico, presso le Scuole dell'infanzia che hanno aderito al
progetto, sia presso le sedi consultoriali.
Sul territorio della Valle Camonica sono presenti 67 scuole dell'infanzia, statali o paritarie.
In queste nove annualità del Progetto Pinocchio l'adesione delle scuole è oscillata da un
massimo di 45 Scuole aderenti ad un minimo di 39.
ADESIONE SCUOLE
N° SCUOLE ADERENTI
46
45
44
43
42
41
40
39
38
37
1
/2
0
1
0
0
2
0
1
9
/2
0
1
9
2
0
0
8
/2
0
0
8
0
0
2
0
0
7
/2
0
0
7
0
2
2
0
0
6
/2
0
/2
2
0
0
5
/2
4
0
0
2
0
6
0
5
0
0
4
0
3
0
0
2
2
0
0
2
/2
/2
0
0
0
3
36
ANNO SCOLASTICO
4
I bambini nati dal 1998 al 2006 e incontrati in questi anni sono stati ben 4369.
Gli psicologi dei Consultori Familiari dell'ASL hanno incontrato circa 500 bambini per ogni
annualità; il numero di bambini identificati a rischio di disadattamento per problematiche
legate agli apprendimenti e/o alla sfera emotiva nell'ambito delle attività di screening sono
riportati nel grafico seguente.
BAMBINI "A RISCHIO"
57
60
N° BAMBINI
50
33
40
23
30
16
20
10
24
15
21
15
0
03
05
07
08
04
09
10
06
20
20
20
20
20
20
20
20
/
/
/
/
/
/
/
/
02
03
04
05
06
07
08
09
20
20
20
20
20
20
20
20
ANNO SCOLASTICO
Nel corso degli anni, al progetto sono state apportate alcune modifiche in risposta
all'esigenza di una migliore analisi del contesto. Ad esempio, sono stati rivisti i criteri di
valutazione della produzione grafica dei bambini nei test e, nell'anno 2007-2008, è stato
effettuato un ampliamento dei criteri di inclusione nella categoria “bambini a rischio” e ciò
ha comportato un significativo aumento del numero di bambini inclusi nella suddetta
categoria. La maggiore sensibilità nelle rilevazione del disagio ha messo tuttavia in luce
dei “falsi positivi”, riconducendo ad una ulteriore revisione dei criteri stessi. I dati relativi
all'annualità 2010/2011 sono in fase di elaborazione e quindi non sono ancora definitivi.
Un dato in costante crescita e ritenuto molto importante è l'accesso spontaneo dei genitori
ai colloqui di restituzione.
Nel corso dei colloqui è stato possibile fornire una breve descrizione del livello di
adattamento intellettivo ed affettivo del bambino in funzione dell’età.
In tale occasione i genitori, oltre ad avere una restituzione di quanto emerso dal progetto
rispetto al proprio figlio, colgono l'opportunità per chiedere consulenze rispetto a problemi
di tipo educativo, richieste inerenti le tappe evolutive, problemi familiari o personali.
5
Il Consultorio viene percepito come una risorsa presente sul territorio e lo confermano gli
accessi di queste famiglie negli anni successivi, dove il Progetto Pinocchio viene indicato
come fonte di conoscenza del Consultorio.
180
160
140
120
100
80
60
40
20
0
159
160
168
156
164
104
51
45
20
02
/2
00
20
3
03
/2
20 004
04
/2
00
20
5
05
/2
20 006
06
/2
00
20
7
07
/2
20 008
08
/2
00
20
9
09
/2
01
0
N° GENITORI
COLLOQUI DI RESTITUZIONE AI GENITORI
ANNO SCOLASTICO
1.1. Il concetto di promozione della salute
La carta di Ottawa (1986), sottoscritta dagli Stati appartenenti all’OMS, definisce la
promozione della salute come il processo che consente alle persone di esercitare un
maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla.
Questa definizione implica la creazione di ambienti che consentano di offrire un adeguato
supporto alle persone per il perseguimento della salute negli ambienti di vita e di lavoro e il
rafforzamento dell'azione delle comunità che devono essere adeguatamente sostenute per
poter operare autonome scelte per quanto riguarda i problemi relativi alla salute dei
cittadini che vi appartengono.
La promozione della salute mira soprattutto a raggiungere l'eguaglianza nelle condizioni di
salute. Il suo intervento si prefigge di ridurre le differenziazioni evidenti nell'attuale
stratificazione sociale della salute, offrendo a tutti eguali opportunità e risorse per
conseguire il massimo potenziale di salute possibile. Questo comprende: un saldo
radicamento in un ambiente accogliente, l'accesso alle informazioni, le competenze
necessarie alla vita e la possibilità di compiere scelte adeguate per quanto concerne la
6
propria salute.
Per questo motivo, la promozione della salute non è responsabilità esclusiva del settore
sanitario, dovendo coinvolgere anche i settori che influiscono sulla salute stessa con un
approccio definito “intersettoriale” che preveda, cioè, l'intervento, la collaborazione e il
coordinamento di settori diversi dalla sanità quali l'istruzione, la cultura, i trasporti,ecc.
Le Linee Guida Regionali di prevenzione delle diverse forme di dipendenza inoltre,
prevedono lo sviluppo di interventi di “Prevenzione specifica differenziata per età e
differenti target di popolazione”.
In relazione a ciò, rispetto alle diverse forme di dipendenza nella popolazione
preadolescenziale e adolescenziale, viene messa in evidenza oltre all'esigenza di far
emergere la molteplicità dei fattori su cui intervenire per attuare politiche preventive nel
settore del disadattamento a livello individuale e di contesto e alla necessità di individuare
le metodologie e gli ambiti di intervento, l'importanza di intervenire precocemente quando
l'individuo è in fase evolutiva, dato che lo sviluppo di abitudini sane può appartenere al
percorso naturale di crescita.
E' inoltre accertato che “un intervento precoce sui fattori di rischio dei comportamenti
disadattivi ha un impatto maggiore rispetto ad un intervento operato successivamente,
modificando il percorso di vita di un ragazzo per portarlo dai problemi verso
comportamenti positivi” (Ialongo et al., 2001). A tale proposito, l'organizzazione Mondiale
della Sanità suggerisce di “realizzare un numero consistente di sessioni a carattere
educativo nei primi anni di scuola” (WHO, 2002).
1.2. Definizione del problema
L'incidenza di questi disturbi è stimabile attorno al 3-4 %, a seconda dell'età del bambino,
nonché dai criteri e dagli strumenti utilizzati dai ricercatori (Cornoldi, 2007). Si tratta di
valori importanti, perché questo significa che in media ci possiamo aspettare la presenza
di un alunno per classe con queste difficoltà.
Gli apprendimenti scolastici fin dalle prime classi richiedono l’integrazione di numerose
funzioni cognitive e percettivo-motorie: visione, udito, motricità, lateralizzazione, memoria,
elaborazione delle informazioni, processi associativi, ecc… Nei casi in cui il rendimento
scolastico sia deficitario, si può presumere che si possa trattare di disturbi che riguardano
specificatamente le capacità di apprendimento e non semplicemente di poca e inefficace
7
applicazione allo studio.
Tali disturbi rappresentano un fattore di rischio primario per la dispersione scolastica e
possono incidere complessivamente sul ben-essere della persona comportando, quindi,
non solo uno svantaggio scolastico, ma anche ripercussioni sullo sviluppo emotivo e
sociale del bambino, la perdita dell’autostima e della motivazione allo studio.
Quando un bambino con un quoziente intellettivo adeguato incontra tali difficoltà, spesso
in aggiunta si associano disagi emotivi che possono manifestarsi nei modi più vari,
dall'aggressività all'isolamento, da lievi tic a lievi balbuzie, sino alla depressione.
Vi sono a tale riguardo studi dai quali emerge come sia possibile individuare in bambini
con disturbo dell'apprendimento segnali che indicano un rischio di marginalità sociale e/o
di patologia psichiatrica (Biancardi, 1991, Cornoldi, 1991).
In un articolo di Stone e La Greca (1990) infatti si afferma che vi è una stretta relazione fra
momenti di apprendimento e occasioni sociali per la costruzione del concetto di sé.
Particolare interesse ha suscitato lo studio del rapporto tra difficoltà scolastiche e disturbo
depressivo (Masi, Favilla, Meucci, 2003). Un disturbo depressivo, variamente definito e
valutato, è ritenuto essere presente in soggetti con disturbo dell'apprendimento con una
frequenza da 3 a 6 volte superiore rispetto al gruppo di controllo con normale
apprendimento. Il rapporto tra disturbi depressivi, e più in generale disturbi psicopatologici,
e difficoltà scolastiche è particolarmente complesso, poiché disturbi emotivo-affettivi ed
intellettivi in età evolutiva sono strettamente intrecciati.
La relazione causale è potenzialmente bidirezionale e può essere interpretata secondo
diversi modelli teorici e concettuali (McGee et al., 1986; Masi, Pfanner, Marcheschi e Poli,
1998). Una difficoltà scolastica può essere causa e/o conseguenza di un disturbo emotivo;
in entrambe le condizioni una precoce e negativa influenza reciproca può attivare un
circolo vizioso che tende a perpetuarsi, aumentando in modo molto significativo il rischio di
una cronicizzazione del quadro psicopatologico.
Va specificato comunque che fattori, quali balbuzie o tic, non sono diagnostici per il
disturbo di apprendimento e possono identificare altre patologie, ma sono comunque un
segnale di disagio del bambino, da prendere sempre in considerazione.
E' importante quindi che la nostra attenzione si rivolga a questi fattori, che possono
rappresentare dei fattori di rischio per il bambino, ma anche e soprattutto al potenziamento
dei fattori protettivi ai quali il bambino è esposto.
8
“Il potenziale impatto dei fattori di rischio e dei fattori protettivi cambia con l'età e può agire
a vari livelli quali l'individuo, la famiglia, la scuola, il gruppo dei pari e la comunità”.
Si sottolinea che intervenire precocemente, ridurre i fattori di rischio e accrescere i fattori
protettivi, comporta l'impiego di:
•
strategie di prevenzione universale, preferibilmente per la promozione dei fattori
protettivi;
•
strategie di prevenzione selettiva e mirata prevalentemente alla riduzione dei fattori
di rischio.
2. AZIONI PREVISTE
2.1. Progetto Pinocchio 2011-2012: un progetto che cresce
Già a partire dall'anno scolastico 2009-2010, alla luce delle Linee Guida Regionali di
prevenzione delle diverse forme di dipendenza, si è ritenuto necessario potenziare la
funzione preventiva della scuola e della famiglia, valorizzandone il compito educativo,
attraverso lo sviluppo di programmi di intervento mirati.
Per tale motivo, sono stati attivati dei percorsi formativi rivolti agli insegnanti ed ai genitori
dei bambini che frequentano la Scuola dell'infanzia. L'inserimento, all'interno del progetto,
delle nuove proposte formative ha permesso di consolidare la collaborazione, costruita nel
corso del tempo, tra gli insegnanti, i genitori e gli operatori.
L'esperienza maturata in otto annualità del progetto ha messo in luce le competenze degli
insegnanti nell'individuare i segnali di disagio manifestati dai bambini e la capacità di
rapportarsi con i genitori in modo empatico, riconoscendo i bisogni del bambino e della
famiglia. Inoltre, si è consolidata una modalità di lavoro condivisa tra gli operatori coinvolti
nell'azione preventiva, tanto da pensare di poter introdurre dei cambiamenti strutturali
all'interno del progetto, per rinforzare le competenze delle professionalità coinvolte. I tempi
sembrano ora maturi per un'evoluzione che vada oltre lo screening svolto su ogni
bambino, ma che miri più al potenziamento delle risorse del singolo che manifesta dei
disagi all'interno del gruppo classe.
9
I cambiamenti salienti di questa annualità possono quindi essere così riassunti:
–
sospensione dello screening rivolto a tutti i bambini di 4 anni nelle modalità sinora
utilizzate;
–
potenziamento degli interventi formativi con gli insegnanti;
–
potenziamento degli interventi di supervisione rivolti alla singola scuola;
–
potenziamento degli interventi di formazione rivolti ai genitori co-costruiti con gli
insegnanti.
2.2. Obiettivi generali
Sulla base del modello Preceded-Proceed (Green LW e Kreuter MW,1999) si evidenzia la
necessità di potenziare i fattori protettivi indicati nella tabella sottostante:
fattori predisponenti:
fattori abilitanti:
•
stabilità familiare
•
affetto e cura da parte
parte della famiglia e
parte dei genitori nei
dei genitori
degli insegnanti
confronti della scuola e
gruppo di lavoro ASL –
dei servizi
controllo da parte dei
•
genitori
•
bassa impulsività
•
facile temperamento
•
buona relazione con gli
•
•
accessibilità ai servizi da
fattori rinforzanti:
Scuola
insegnanti
•
•
positive aspettative da
accesso al servizio al
termine del progetto
•
supporto consistente da
parte degli insegnanti
•
influenza del gruppo dei
pari
Gli obiettivi generali consistono quindi nel:
–
verificare se i bambini possiedono o meno le abilità strumentali richieste dalla fascia
d'età e dal livello di scolarizzazione in cui il soggetto si trova;
–
potenziare gli strumenti in possesso degli insegnanti per cogliere eventuali indici di
disagio nei bambini;
–
mettere in atto un'azione formativa sullo sviluppo di capacità educative tali da
rafforzare i fattori protettivi connessi alla relazione genitore/figlio.
10
2.3. Obiettivi specifici
Rispetto agli insegnanti:
•
realizzare, all'interno del sistema scolastico, attività di prevenzione, osservazione e
individuazione di situazioni di disagio, in collaborazione con le famiglie;
•
realizzare un sistema di identificazione e di segnalazione del disagio in età
evolutiva;
•
favorire lo sviluppo di relazioni che sappiano valorizzare le potenzialità di ogni
alunno e che incidano sulla motivazione ad apprendere;
•
incrementare le competenze relazionali nell'ambito della classe.
Rispetto ai genitori:
•
promuovere, arricchire e sostenere il legame e le competenze genitorial;
•
promuovere i fattori di protezione per il bambino rispetto all'evoluzione
dell'adattamento sociale;
•
sensibilizzare rispetto ai fattori di rischio (comportamento aggressivo, scarse abilità
sociali e difficoltà scolastiche).
Rispetto ai bambini:
•
ridurre l'eventuale demotivazione all'apprendimento;
•
ridurre l'ansia di fronte all'esecuzione dei compiti;
•
costruire schemi e strategie di apprendimento specifici per le difficoltà rilevate;
•
sviluppare e potenziare memoria – attenzione – logica – semantica e aspetti spazio
temporali.
2.4. Destinatari del progetto
I destinatari diretti del progetto sono:
•
Gli insegnanti delle Scuole dell'infanzia
•
I genitori degli alunni frequentanti le Scuole dell'infanzia
I destinatari indiretti del progetto sono:
•
Bambini, nati nel 2007, frequentanti il II anno della Scuola dell'infanzia
11
2.5. Tipologie di attività
Il progetto prevede:
•
Formazione con gli insegnanti
La proposta formativa rivolta agli insegnanti per l'annualità 2011 – 2012 si pone nella
prospettiva della prevenzione primaria agendo sulla promozione del benessere globale
del bambino del secondo anno della scuola dell'infanzia, e secondaria, attraverso
l'individuazione dei segnali precoci di disagio.
Gli incontri hanno l'obiettivo di incrementare le competenze degli insegnanti riguardo al
potenziamento dei fattori di protezione nell'ambito della promozione della salute e della
prevenzione del disadattamento.
Si prevede l'attivazione di 3 moduli formativi da realizzarsi nelle zone dell'alta, media e
bassa Valle Camonica. Ogni modulo si svilupperà in 3 incontri di 2 ore ciascuno, con
cadenza quindicinale nei mesi di novembre/dicembre 2011. I gruppi saranno costituiti da
un minimo di 10 ad un massimo di 20 insegnanti.
Si prevede l'approfondimento di tematiche inerenti la valutazione, l'osservazione e
l'intervento sugli alunni allo scopo di progettare azioni psico-educative finalizzate a
garantire un armonioso sviluppo psicofisico del bambino.
1° modulo: “Bambini difficili o talenti nascosti?”
Insegnare è un grande atto d'amore che comporta uno sforzo in termini di energia fisica,
psicologica ed emotiva; chi insegna si trova ad assolvere, tutti i giorni, un compito tanto
piacevole e gratificante quanto delicato e faticoso.
L'insegnante si relaziona all'interno del gruppo classe con bambini con caratteristiche
individuali estremamente variabili: la tendenza all'isolamento, all'aggressività, la difficoltà
ad accettare le regole, la mancanza di autonomia, la paura, il bambino troppo buono e
quello oppositivo...
L' obiettivo di questi incontri è di sollecitare gli insegnanti ad assumere un punto di vista
che consideri la presenza di un bambino con le suddette caratteristiche nella classe come
un'occasione importante per riflettere e lavorare sulle diversità presenti in ciascun
individuo, sulla valorizzazione delle molteplici manifestazioni del comportamento umano,
sulla capacità di ciascuno di imparare ad andare incontro all'altro, accettandolo con tutte le
12
sue particolarità.
L'individuazione di strategie e attività concrete facilita ed agevola l'educatore nel compito
di far emergere le potenzialità e di far brillare quella stella che c'è in ogni bambino.
Le tecniche di modificazione del comportamento hanno trovato sempre maggior
applicazione nell'ambito scolastico, prevedono l'identificazione e descrizione dei fattori
ambientali che determinano comportamenti problematici, la scelta di un appropriata
strategia di intervento per la modificazione e la valutazione dei risultati.
In presenza di comportamenti disadattivi è molto importante cercare di capire che
significato ha quel determinato comportamento per quel bambino.
Nella maggior parte dei casi il comportamento-problema ha una funzione comunicativa e
solamente dopo averla compresa possiamo mettere in atto un intervento di modificazione
del comportamento. Attuare delle strategie senza aver compreso il bisogno e l'esigenza
sottostante porta a dei risultati parziali.
Una persona a cui viene attribuito un merito per l'efficacia del suo comportamento tenderà,
in contesti analoghi, a produrre quel comportamento, soddisfacendo così il proprio bisogno
di essere riconosciuto competente.
Il corso prevede una rassegna teorico-pratica delle seguenti tematiche:
•
accompagnare il bambino nel percorso di crescita;
•
distinzione tra comportamento patologico e normalità;
•
aspetti relazionali all'interno del gruppo classe;
•
strategie per la modificazione del comportamento (il costo della risposta, timeout,
rinforzo, token economy...)
Il corso prevede la trasformazione in lavori concreti delle indicazioni fornite dalla letteratura
e dalla ricerca sul campo. Nel contempo viene proposta un' attività che consenta di entrare
in contatto sia con il livello razionale che con quello emotivo relativo al valore del sintomo
espresso dal bambino.
2° modulo: I segni dell'anima
Il disegno del bambino è una forma di linguaggio attraverso cui egli esprime se stesso, il
proprio modo di essere e di vedere le cose che lo circondano. Dai disegni dei bambini
13
possiamo conoscere a quale stadio sia la loro maturazione intellettuale, che cosa essi
pensino di noi, del mondo, quali siano gli effetti dell’ambiente sulla loro evoluzione, infine,
quale sia la loro sensibilità, i loro atteggiamenti, le difficoltà emotive, i timori e i loro
desideri profondi. Il disegno della figura umana, il disegno della famiglia, dell'albero e della
casa, opportunamente utilizzati e analizzati secondo sistemi di decodifica scientifici,
possono diventare per gli insegnanti utili strumenti di lettura per meglio comprendere i
bisogni dei propri alunni, nelle aree del Sé e delle relazioni familiari.
Per capire un disegno bisogna tenere in considerazione alcuni elementi essenziali quali:
l'atteggiamento verso il compito, il contenuto/i rappresentati, gli elementi, lo spazio
occupato nel foglio, il tratto della matita, la scelta dei colori e tanti altri dettagli che
richiedono esperienza, professionalità e molta prudenza nella decodifica, per evitare
interpretazioni erronee e superficiali.
Le informazioni ottenute dalla lettura e dalla codifica dei disegni devono tuttavia essere
integrate da ulteriori elementi raccolti da strumenti esistenti in letteratura (inventari,
questionari, schede di osservazione ecc.) che permettono di integrare e rafforzare le
ipotesi, secondo il criterio della concordanza degli indici diagnostici. In questo senso il
Questionario osservativo IPDA (Identificazione Precoce delle Difficoltà di Apprendimento,
Terreni et al. 2002) è uno strumento valido che permette la raccolta di informazioni
finalizzate ad avere un quadro più completo del livello raggiunto dai bambini rispetto ai
prerequisiti dell'apprendimento nelle varie aree indagate (comportamento, linguaggio,
metacognizione, prematematica, motricità).
Il corso prevede una rassegna teorico-pratica delle seguenti tematiche:
•
tappe di sviluppo del disegno infantile
•
“cosa” disegnano i bambini in età prescolare
•
il disegno come espressione di maturità intellettuale
•
manifestazioni di disordine emotivo-affettivo
•
manifestazioni di sentimento e tratti di personalità (autostima, sicurezza, conflitti )
•
disegno libero/disegno guidato, vantaggi e rischi
•
correlazione con altri strumenti operativi (IPDA)
Il corso prevede molti esempi pratici finalizzati ad una migliore comprensione delle basi
teoriche, l'esposizione e il confronto su casi concreti, oltre che la sperimentazione di
tecniche grafiche da parte degli operatori.
14
3° modulo: Le parole che aiutano
Il termine comunicare è collegato alla parola comune, che deriva dal latino comunicare
ovvero condividere; parlare di comunicazione efficace infatti significa parlare di relazioni
tra le persone, individui che scambiano senza sopraffazioni le proprie idee e pensieri
senza paura del giudizio o delle critiche.
È importante che la scuola dell'infanzia offra ai suoi alunni scambi comunicativi adeguati
all'età dei soggetti, accrescendo in loro curiosità conoscitiva e relazionale: i piccoli
imparando a comunicare, imparano a vivere e condividere nella società che li circonda.
Le insegnanti che svolgono un ruolo importante e delicato devono trasmettere ai bambini
non solo informazioni didattiche, ma norme di una buona comunicazione, ad esempio
dovrebbero saper insegnare loro ad esprimere efficacemente i propri bisogni, per risolvere
in maniera corretta le problematiche o disagi, senza ricorrere a violenze verbali o fisiche.
Il primo passo per approdare ad un buon intervento comunicativo è sicuramente quello di
conoscere ed utilizzare nei confronti dell'interlocutore alcune strategie per implementare
una comunicazione efficace: primo tra tutti l'ascolto attivo e l'uso dei messaggi io.
Queste due strategie insieme ad altre tecniche permettono di parlare ed esprimere le
proprie idee, i propri bisogni e necessità senza difficoltà, gettando così le basi per la
costruzione di un rapporto solido e duraturo.
Le barriere alla comunicazione efficace non si innalzano solo tra insegnanti e alunni, ma
talvolta anche tra insegnanti e genitori degli stessi bambini. All'ansia dell'insegnante, al
quale viene demandato il difficile compito di trasmettere informazioni sul bambino in un
modo rassicurante e comprensivo per il genitore, di fornire un quadro degli obiettivi
raggiunti, delle abilità conquistate, ma anche delle difficoltà incontrate durante il percorso
scolastico, si contrappone spesso la preoccupazione del genitore che si sente talvolta
“sotto esame” e giudicato nel proprio ruolo educativo. Sfida per ogni insegnante è di
costruire un rapporto di fiducia con ciascun genitore e creare lo spazio per
una
collaborazione attiva, finalizzata a predisporre un progetto educativo centrato sui bisogni
specifici di “quel bambino”, nel rispetto dei propri ruoli e della professionalità. Se a questo
quadro aggiungiamo l'intervento di un altro interlocutore (ad esempio l'operatore di un
servizio specialistico esterno alla scuola) allora il quadro si complica ulteriormente,
arrivando ad un livello di complessità che richiede ancora maggiore attenzione alle
dinamiche comunicative nella prospettiva di un lavoro di rete.
15
Il corso prevede una rassegna teorico-pratica delle seguenti tematiche:
•
la comunicazione: strategie e modalità per una comunicazione efficace
•
le barriere alla comunicazione
•
la comunicazione con il bambino
•
la comunicazione con i genitori
•
la comunicazione con i servizi
Il corso prevede l'alternanza di momenti teorici, riguardanti la descrizione di modelli
esplicativi della comunicazione, ad esercitazioni pratiche finalizzate a sperimentare gli
aspetti emotivi della stessa.
Supervisione
•
La supervisione si configura come una
risorsa fondamentale nella seconda fase del
progetto, uno spazio importante di dialogo e di confronto per gli insegnanti avente le
seguenti finalità:
•
condividere con le insegnanti la progettazione nell'ottica di una stretta
collaborazione tra Scuola e Consultorio;
•
fare emergere modalità operative che rispondano ai bisogni del proprio gruppo
classe;
•
individuare strategie operative alternative utili nella gestione del rapporto quotidiano
con l’alunno e la classe;
•
lavorare sull’attivazione di canali di comunicazione mirati a raggiungere più
efficacemente i bambini e le loro famiglie;
•
avviare un confronto utile sugli strumenti operativi e le modalità educative
necessarie, per affrontare le difficoltà legate alle varie fasi dello sviluppo (ritardi
evolutivi, comportamenti problema, difficoltà di apprendimento, strategie didattiche
personalizzate sul minore, ... );
•
facilitare l'espressione delle difficoltà incontrate nelle varie fasi e la risoluzione di
problemi, nonché la verifica del raggiungimento degli obiettivi.
La supervisione diventa quindi il naturale completamento della fase formativa, in quanto
permette di recuperare le abilità acquisite nella formazione nell'ambito dell'osservazione,
la valutazione e la comunicazione dei segnali di disagio nel bambino e di studiare modalità
16
operative più adatte alla specificità di ogni gruppo classe e di ogni singolo bambino.
Gli incontri vedono la presenza dello psicologo del Consultorio Familiare, che si occupa di
accompagnare gli insegnanti in un percorso condiviso di scambio e di confronto in due in
momenti definiti e strutturati del progetto:
1.
fase della programmazione degli interventi;
2. fase di raccolta e analisi dei dati.
Nella fase di programmazione (gennaio 2012) si intende condividere con le insegnanti la
stesura del progetto, definendo i tempi e gli strumenti necessari per il raggiungimento degli
obiettivi generali e specifici. Ogni scuola potrà definire quali strumenti utilizzare nell'ambito
di quelli sperimentati durante il corso di formazione e di tutte le tecniche validate per la
valutazione delle abilità del bambino di età 4-5 anni (IPDA, disegno, schede operative,
tecniche di osservazione, favole ecc).
Nella fase di raccolta e analisi dei dati (aprile 2012) si potrà utilizzare la supervisione
per entrare nel merito dell'osservazione e della valutazione dei singoli bambini, trovare un
valido aiuto nell'interpretazione di tali dati raccolti, un supporto nell'individuazione di
strategie di implementazione di abilità residue attraverso la strutturazione di percorsi
didattici alternativi. Si potranno inoltre vagliare le situazioni che necessitano di un
approfondimento psicodiagnostico, studiando modalità per facilitare il contatto tra famiglia
e Consultorio Familiare.
•
Approfondimento diagnostico
Le tipologie di intervento proposte alle famiglie che afferiscono al Consultorio nella fase di
approfondimento riguardano:
•
consulenza psicologica ai genitori, senza il coinvolgimento del bambino, laddove
venga riscontrata una criticità a livello educativo;
•
approfondimento diagnostico cognitivo e/o emotivo-affettivo con coinvolgimento del
bambino e dei genitori;
•
orientamento ad interventi riabilitativi ed educativi mirati.
Tali fasi si struttureranno necessariamente con la collaborazione delle insegnanti con cui si
prevede un raccordo continuo.
17
•
Formazione con i genitori
Anche per l'annualità 2011 – 2012, come per la precedente, il progetto Pinocchio prevede
un'azione specifica rivolta a tutti i genitori dei bambini frequentanti le Scuole dell'infanzia
del territorio.
Nell'ottica di dare sempre più rilievo al ruolo degli insegnanti e di rafforzare la partnership
tra Scuola e Consultorio Familiare, il Progetto Pinocchio 2011-2012 prevede la
programmazione di un evento formativo (in orario pomeridiano o serale) rivolto ai genitori,
condotto da un'equipe composta da 1 psicologo del Consultorio e 1 o più insegnanti della
scuola, al fine di arricchire l'offerta formativa attraverso l'apporto di professionalità
differenti.
La tematica oggetto dell'evento formativo verrà individuata in collaborazione con gli
insegnanti durante il percorso di supervisione, sempre rimanendo nell'ambito della
psicologia dell'età evolutiva e dell'educazione genitori figli.
La formazione con i genitori diventa uno strumento efficace nel sostenerli nel proprio ruolo
educativo e aiutarli a riflettere sull'importanza della prevenzione sin dalla Scuola
dell'infanzia e sulla necessità di saper cogliere in maniera opportuna segnali di disagio
provenienti dal comportamento dei propri figli.
La flessibilità nella programmazione dell'evento formativo e la capillarità dell'intervento che
verrà organizzato raggruppando scuole vicine territorialmente, renderanno la formazione
dei genitori uno strumento di integrazione tra Consultorio Familiare, Scuola e famiglia,
facilitando ulteriormente la comunicazione e il coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti nel
progetto.
18
AZIONI PREVISTE NEL PROGETTO PINOCCHIO ANNO 2011-2012
19
2.5 Programma
Cronoprogramma
•
ottobre 2011: trasmissione progetto alle Scuole dell'Infanzia del territorio
•
28 ottobre 2011 scadenza invio adesioni al Progetto da parte delle Scuole
•
novembre-dicembre 2011: formazione degli insegnanti
•
gennaio 2012: 1°supervisione agli insegnanti focalizzata sulla costruzione del
progetto
•
febbraio -marzo 2012: realizzazione fase di osservazione e valutazione degli alunni
da parte degli insegnanti
•
aprile 2012: 2° supervisione sui dati emersi e sulle valutazioni effettuate dalle
insegnanti
•
aprile-maggio 2012: incontro di formazione per genitori
•
maggio -giugno 2012: orientamento/accompagnamento ai Consultori Familiari delle
situazioni identificate a rischio.
•
da giugno 2012: approfondimento presso il Consultorio delle situazioni identificate
a rischio.
Strumenti
Gli strumenti per l'osservazione e la valutazione del comportamento degli alunni verranno
individuati dagli insegnanti che, tuttavia, potranno avvalersi della supervisione degli
psicologi del Consultorio per l'utilizzo e la spendibilità degli stessi.
3. PIANO PER LA VALUTAZIONE DEL PROGETTO
Si prevedono due tipologie di valutazione: la valutazione di processo e la valutazione di
risultato.
Nella valutazione di processo si prevede una raccolta di dati relativi a indicatori volti a
fornire, in corso d’opera, informazioni sullo stato di avanzamento del progetto e sul
conseguimento degli obiettivi.
Indicatori di processo:
●
numero delle adesioni delle Scuole d'Infanzia non inferiore al 50% della totalità
degli Istituti scolastici presenti sul territorio;
20
●
numero dei bambini coinvolti non inferiore al 50% di coloro i quali rientrano nel
target;
●
numero dei percorsi rivolti agli insegnanti attivati in numero uguale o superiore ai
previsti;
●
numero dei percorsi rivolti ai genitori attivati in numero uguale o superiore ai
previsti;
●
congruenza tra le attività programmate e realizzate in riferimento ai tempi previsti
nel cronoprogramma. E' ammesso uno scostamento previsto tra i tempi
programmati e quelli effettivi non superiore a 30 giorni.
La valutazione di risultato prevede la rilevazione dei dati che consentono di rilevare i
risultati a medio e lungo termine.
Indicatori di risultato:
●
grado di soddisfazione dei genitori, rilevato tramite questionario, rispetto al percorso
formativo.
●
grado di soddisfazione degli insegnanti, rilevato tramite questionario
●
numero di adesioni alla valutazione psico-diagnostica presso il Consultorio non
inferiore al 50% rispetto al totale dei bambini identificati dall'insegnante come
bisognoso di approfondimento.
●
raccolta del bisogno formativo e di proposte innovative per il target nel gruppo di
lavoro, da sviluppare negli anni successivi, individuato tramite questionario di
rilevazione della soddisfazione.
3.1. Risorse
Per la realizzazione del progetto Pinocchio l'ASL mette a disposizione i materiali didattici e
i professionisti che si occuperanno dello screening e dei percorsi di formazione per
insegnanti e genitori.
La scuola mette a disposizione il proprio personale che si renderà disponibile all'utilizzo
del questionario IPDA e della promozione dei percorsi di formazione per i genitori,
fungendo da mediatrice tra ASL e famiglie, traducendo in indicazioni pedagogiche gli esiti
delle valutazioni psicologiche.
Le azioni previste dal progetto sono gratuite.
21
3.2 Piano di comunicazione
Al termine del progetto l'ASL produrrà una relazione finale che sarà trasmessa alle Scuole
aderenti riguardante gli esiti del progetto, in cui verranno messi in particolare evidenza gli
obiettivi raggiunti, il rispetto dei tempi, gli indicatori di processo e di risultato.
Lo spazio dedicato ai progetti dell'Area Famiglia sul sito dell'ASL di Vallecamonica-Sebino
sarà aggiornato con la pubblicazione del nuovo progetto per l'anno scolastico 2010/2011.
Sarà pubblicato sul giornale trimestrale dell'ASL, a cura del coordinatore, un articolo che
presenti il contenuto e gli obiettivi del progetto, anche in riferimento ai risultati dei
precedenti anni.
*****************************************
22