2016-05-25 Il denaro è libertà coniata Care amiche, cari amici A Stoccolma si può pagare un venditore ambulante con una carta di credito. A Copenaghen è possibile acquistare un espresso con lo smartphone. A Helsinki, si può andare a fare la spesa, ma lasciare il portafoglio a casa. Se la Scandinavia è stata a lungo il luogo più privo di contanti del pianeta, ora la Danimarca sta valutando se andare un passo oltre, consentendo ai rivenditori di vietare del tutto le banconote. Per esperienza personale ho visto mio nipote “spagnolo” girare senza più un soldo in tasca, pagando tutto, anche il biglietto della metro, con il bancomat o la carta di credito. La domanda che mi pongo è: è questo il mondo ideale? Fino a poco tempo fa vi confesso che non ero contrario ad una eliminazione tout court del denaro contante. Le motivazioni erano quelle che conoscete già, quelle sbandierate dai Governi: lotta all'evasione fiscale, lotta al lavoro nero, contrasto della criminalità e del riciclaggio, facilità dei pagamenti elettronici. Tutte cose giuste, intendiamoci! E poi, dicono i favorevoli, se uno “non ha niente da nascondere” che problema ci sarebbe? Ma è altrettanto vero il contrario: se uno non ha niente da nascondere che problema c'è se effettua per contante parte dei propri pagamenti? Ora, a fronte di alcuni avvenimenti, qualche dubbio comincio ad averlo. Sia pure sottotraccia, da qualche anno è in atto, non solo in Europa, una discussione proprio sull'abolizione del denaro contante. E, guarda caso, i più strenui sostenitori della proposta sono le Banche centrali ed i Governi! Già questo fatto mi mette un po' in allarme. Se a questo aggiungiamo i tassi oramai negativi, il bail-in, la proposta di “guillotine” di cui vi parlavo ieri, la trasmissione obbligatoria delle movimentazioni bancarie al Fisco, l'abolizione delle banconote di grosso taglio, allora uno, anche se non malfidente per natura, è indotto a pensare che sotto sotto ci sia una “sorta di disegno”. E come insegnavano i nostri padri latini, la domanda è sempre la solita: “cui prodest”? A chi giova? Laicamente, ragioniamo un po' sulle diverse posizioni. Le ragioni dei “pro contante” Nella vita comune, l’utilizzo del denaro contante è una delle cose più normali che esista. La possibilità di utilizzare denaro contante per compensare transazioni commerciali, costituisce elemento di libertà di ogni essere umano, oltre che motore di sviluppo alla crescita economica e al benessere collettivo. L’utilizzo del denaro contante è semplice, è pratico, è efficace, è veloce e non è costoso. Questo, unito alla possibilità di utilizzare anche altre forme di pagamento che il progresso tecnologico ha reso disponibile, contribuisce ad elevare il grado di efficienza della società e delle pratiche commerciali le quali, a seconda dei casi, richiedono strumenti di pagamento più o meno consoni a talune tipologie di spese. Di colpo, grazie ad un atto normativo, il cittadino verrebbe privato oltre che di questa forma di libertà, cioè quella di utilizzare il contante, anche dell’unica forma di dissenso a sua disposizione nei confronti del sistema bancario: portare via fisicamente i soldi. Per contro, le banche verrebbero graziate in quello che per loro costituisce il vero e proprio incubo: la corsa agli sportelli. Altro problema da non sottovalutare, a mio avviso, è quello della privacy. Chi controlla i conti correnti e i portafogli controlla tutti gli aspetti della vita di un individuo. Può proporgli il genere di merci che sa che questi compra spesso; lo può inseguire con piani di accumulo e altre forme di stalking finanziario. Molti, ingenuamente, dicono: “Io non ho nulla da nascondere”. Ma per quale ragione dobbiamo mettere dentro le nostre famiglie una “scatola nera” che registra ogni movimento, sia pur minimo? Non vi spaventa un po’ questo controllo globale? Poi c’è il diritto di proprietà sui depositi, che è assai controverso. Il Governatore della Banca Centrale Europea ha chiarito recentemente che, in caso di difficoltà della Banca, i correntisti non sono “proprietari” del denaro depositato, ma solo “creditori”, e quindi corrono in pieno il rischio di credito. Data questa impostazione ideologica, finche ci sarà per il cittadini la possibilità di detenere parte dei propri soldi in contanti sarà almeno problematico per Stati o Istituzioni finanziarie imporre una qualche forma di “esproprio”; ma quando questo fosse vietato per legge chi potrebbe fermarli? L’eliminazione del contante potrebbe favorire la possibile nascita di monete non ufficiali, alternative e fuori controllo, qualcosa del genere dei mini assegni che cominciarono a circolare nel 1975. O semplicemente portare all' utilizzo di un'altra moneta, tipo il dollaro Usa. In estrema sintesi «l’abolizione del contante violerebbe la sovranità del consumatore, la libera scelta dei cittadini circa i loro strumenti di pagamento», magistralmente definita nella famosa frase dello scrittore russo Fëdor Dostoevskij, «Il denaro è libertà coniata» . Le ragioni dei “contro contante” C'è da dire che queste ragioni non vengono mai chiaramente esplicitate, e quindi bisogna procedere con una sorta di metodo deduttivo. Senza dubbio sta iniziando lentamente il processo silenzioso che dovrebbe portare all’abolizione del contante, come vogliono governi e banche centrali nell’era di tassi di interesse zero o negativi, per scongiurare una fuga di capitali dall’Europa degli investitori stranieri, e una corsa agli sportelli dei clienti bancari. Il sistema finanziario mondiale è in seria difficoltà. La probabilità che si arrivi al punto di rottura in modo repentino ed incontrollato è altissima. Occorre quindi che il “Potere” si cauteli per attutirne i devastanti effetti. Se per ipotesi, a seguito di qualche fallimento bancario o nazionale, si dovesse verificare una corsa agli sportelli, l’intero sistema salterebbe. Ecco quindi la necessità di poter controllare l’intera massa monetaria e, nel caso, sottrarne la disponibilità ai legittimi proprietari. La massa dei debiti, a livello mondiale, è tale da essere praticamente inestinguibile. La sua inevitabile crescita potrebbe raggiungere il punto in cui bloccherà la crescita economica, e quindi innescare una recessione a 2 cifre. Non esiste alcun modo per evitare questa evenienza se non il rapido e repentino abbattimento di questa massa di debiti. Che lo si faccia con l’emissione di nuova moneta, e quindi inflazionando quella esistente, oppure con una super patrimoniale che tagli del 50% tutti i depositi e gli asset finanziari, non cambia la necessità di avere il controllo totale di tutta la massa monetaria. Riassumendo, una politica monetaria di tassi negativi, sommata all’abolizione dei contanti, sarebbero l’ultimo disperato tentativo di banche centrali e governi per rilanciare crescita e ravvivare l’inflazione. Il piccolo problema è che facendolo, le autorità finiranno anche per assumere il controllo dei risparmi di una vita della gente comune. Come vi ho già detto, io adesso ho solo dei dubbi. Al momento lascerei comunque un po’ di moneta fisica per motivi “politici” e “culturali”. E’ bene che i cittadini “vedano” e “tocchino” un po’ di moneta, e non solo che sappiano della sua esistenza virtuale. Serve a marcare l’appartenenza alla cittadinanza, e quindi a cementare la società, perché no?, anche attraverso le immagini stampate sulla carta moneta, o coniate sul metallo. Tipo l'arpa celtica o l'Uomo vitruviano. Un abbraccio a tutti. Umberto Baldo