Capitolo 3 Approfondimento 3.2 d La domanda, l’offerta e il mercato Se potessi avere mille lire al mese! In un recente passato la moneta contante era lo strumento di pagamento preferito (e unico) degli italiani. Attraverso fasi di recessione e di crescita dell’economia italiana si è arrivati all’emersione di nuovi strumenti di pagamento come le carte di credito. All’aumentare del reddito, la moneta contante sembrerebbe essere scomparsa dalle tasche degli italiani per lasciar spazio alle carte elettroniche. Molte ricerche economiche e sociologiche hanno commentato lo scarto tra il sacrificio reale e percepito del contante esistente in portafoglio e prelevato dal portafoglio e il sacrificio virtuale e modestamente percepito del prelievo in conto corrente, a scadenza. L’uso non controllato (o non morigerato) del pagamento tramite carte di credito ha portato una parte degli italiani all’indebitamento. La moneta è sicuramente diventata un bene inferiore tra i mezzi di pagamento oggi più diffusi. Peraltro, oggi i pagamenti avvengono non solo con riferimento a un conto corrente bancario positivo o con giacenza positiva a breve termine, ma, sempre più, ricorrendo al credito al consumo (2006 a + 17%, per un settore che ha toccato i 90 miliardi di euro) e, quindi, a un conto corrente bancario che non ha giacenza nel momento dell’effettuazione del pagamento virtuale o registra una giacenza solo in un termine futuro. Gli italiani non amano più avere in tasca un Verdi o un Monumento europeo! Tuttavia, non rischiano indebitamenti eccessivi? Quel contante che oggi sembra tanto un bene inferiore, inteso come strumento di pagamento, non potrebbe rivelarsi un bene di lusso in un futuro prossimo, poiché ne disporranno solo coloro che non si sono indebitati? Economia 4/ed David Begg, Gianluigi Vernasca, Stanley Fischer, Rudiger Dornbusch © 2011, McGraw-Hill