Qual'è la differenza tra i diversi sistemi di pagamento? Con le monete fisiche prima e ora anche con quella elettronica, è possibile acquistare beni e servizi in modi diversi: addebitando subito l'esborso (contanti o bancomat), oppure alla fine del mese o del periodo di rifermento (carta di credito), oppure ricaricandola preventivamente di denaro (carta prepagata), o anche ottenendo un prestito da restituire con gli interessi (carta revolving). LE APPLICAZIONI PRATICHE GLI ASSEGNI Gli intramontabili. Con un assegno si dà ordine alla banca di versare una certa somma di denaro a qualcuno. Per poterli usare bisogna essere titolari di un conto corrente; quindi chiedere un "libretto" di assegni al proprio istituto, depositando la propria firma per ridurre al minimo i rischi di falsificazione. Gli assegni sono strumenti di pagamento sostitutivi del denaro contante, perché pagabili "a vista" (chi li presenta in banca ha diritto ad essere pagato); possono essere "al portatore" (chiunque abbia l'assegno lo può incassare) e possono essere trasferiti ad altre persone (con la "girata", cioè una firma sul retro, se è indicato un beneficiario specifico). NON SOLO CONTO CORRENTE Modalità diverse per entrate e uscite. Tutti hanno un "conto corrente", o almeno ne hanno sentito parlare. Ma di cosa si tratta, esattamente? Un conto corrente è il servizio di base offerto alla clientela dalle banche, le quali si impegnano da un lato a raccogliere le entrate del cliente (come lo stipendio o la pensione) e dall'altro a facilitare i pagamenti delle spese quotidiane (bollette, condominio, bonifici). Il cliente versa o dà istruzioni alla banca di versare i soldi sul proprio conto; dopodiché, può attingere ai propri risparmi in qualsiasi momento attraverso lo sportello bancario, il bancomat, carte di credito, assegni e bonifici, senza aver necessità di portarsi dietro la moneta contante. Tutti gli strumenti di pagamento utilizzano come baricentro il conto corrente. Anche la carta di debito o bancomat, che permette di ritirare denaro contante dagli Atm e di pagare gli acquisti nei negozi; in questo caso il denaro prelevato viene addebbitato subito sul conto corrente. Diverso il caso della carta di credito: il cliente la usa per i suoi acquisti e successivamente, in genere alla fine del mese, l'istituto di credito addebita la somma delle spese sul suo conto corrente: un modo di procrastinare, anche se solo per pochi giorni, l'esborso del denaro in cambio dell'acquisto dei beni. Il fascino delle ricaricabili. Per capire la differenza tra acquisti a credito e a debito è sufficiente fare l'esempio pratico delle carte prepagate e delle carte revolving. Le prime sono sempre più popolari in Italia, soprattutto tra i giovani, che le usano per fare acquisti in tutta sicurezza su Internet o in vacanza. Funzionano secondo un meccanismo molto semplice: si “caricano” versando in anticipo alla banca una certa somma di denaro, senza bisogno di avere un conto corrente collegato. Successivamente, il proprietario potrà fare acquisti attingendo all'importo versato e senza poterlo superare. In pratica, si ottiene un credito verso la banca che si impegna a restituirlo; in questo modo non si paga alcun tipo di interesse. Si tratta di una modalità particolarmente utile in caso di furto o smarrimento della carta e che consente di evitare eccessi di spesa. Le carte revolving invece permettono di rateizzare i pagamenti e, in questo caso, è la banca che mette a disposizione del cliente una riserva di denaro; il titolare della carta decide quando e come attingervi per effettuare acquisti e pagare l'importo totale nel tempo attraverso rate mensili. È un prestito a tutti gli effetti che paga un tasso di interesse sulla somma da restituire, che può essere molto elevato. NORME CONTENUTE NEL DECRETO LEGISLATIVO 231/2007, E NEI SUCCESSIVI DECRETI LEGGE: N. 112 DEL 2008 E N. 78 DEL 2010. Il nostro ordinamento prevede regole importanti in materia di assegni, contante e libretti al portatore. Quest'ultimo decreto, in particolare (detto "Anticrisi"), ha abbassato a 5mila euro la soglia massima al di sopra della quale non è più possibile effettuare pagamenti in contanti o tramite titoli al portatore. Per quale ragione? Prima di tutto, la circolazione del contante può favorire il riciclaggio di denaro sporco e il finanziamento del terrorismo, rendendo più difficile tracciare i flussi di denaro. Gli assegni con beneficiario (quindi non "al portatore"), le carte di pagamento, i bonifici bancari offrono inoltre una maggiore trasparenza delle operazioni effettuate e permettono di tutelare meglio chi li utilizza a fronte di truffe, frodi e furti. Non solo: l'eccessivo utilizzo delle banconote determina anche dei costi amministrativi ed organizzativi non indifferenti dovuti proprio al trattamento di monete e banconote. PRESTITI PERSONALI E CREDITO AL CONSUMO. Capita di essere attratti da pubblicità che promettono offerte come: «compra oggi, paga fra un anno»? O di sentir parlare di finanziamenti «in 12 comode rate», a tassi zero o a condizioni iper-convenienti? Tutte queste forme di promozione rientrano nella più ampia categoria dei prestiti personali e del credito al consumo. Si tratta di finanziamenti promossi da banche o finanziarie e rivolti a consumatori per l'acquisto di beni e servizi o per altre esigenze di natura personale. Sono strumenti che per il cliente offrono il vantaggio di entrare subito in possesso dei beni, permettendogli di dilazionare nel tempo il pagamento. Pagamento che risulta (talvolta molto) più caro, rispetto all'acquisto dello stesso bene in contanti. Anche perchè quando si ricorre al credito al consumo per pagare un'auto o un altro qualsiasi prodotto, ci si imbatte spesso in spese (commissioni di apertura pratica o altro), oltre ai tassi di interesse, che complessivamente possono far lievitare notevolmente l'esborso finale. Molti gli indicatori di costo utili ad ottenere una valutazione del costo generale di queste forme di finanziamento ai consumi: il più indicativo è il Taeg (tasso annuo effettivo globale), che include anche le spese di apertura del contratto.