GOTTFRIED LEIBNIZ - appunti scuola superiore

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GOTTFRIED WILHELM LEIBNIZ
INTRODUZIONE:
Secondo Spinoza il mondo segue un ordine geometrico.
Secondo Leibniz quest’ordine esiste, ma è anche il frutto di una libera creazione di Dio.
La filosofia di Leibniz deve dunque conciliare queste due affermazioni: l’una
meccanicistica, l’altra finalistica.
VITA:
Gottfried Wilhelm Leibniz nasce a Lipsia nel 1646, e si laurea in giurisprudenza.
Successivamente, a Norimberga, si avvia verso la ricerca naturalistica. Sempre in questa
città diventa consigliere del principe elettore di Magonza.
Nel 1672 viene inviato in missione diplomatica a Parigi, per distogliere il re Luigi XIV dal
proposito di invadere l’Olanda e invogliarlo a conquistare l’Egitto. Qui Leibniz ha modo di
conoscere gli uomini più famosi del suo tempo e di ampliare la sua cultura scientifica.
E’ in questo periodo che egli scopre il CALCOLO INTEGRALE che, sebbene già trattato da
Newton, Leibniz elabora indipendentemente e più semplicemente.
In seguito, diventa bibliotecario del duca di Hannover, che gli affida numerosi incarichi,
amplia le sue conoscenza e compie un lungo viaggio di tre anni in Germania e in Italia.
Sebbene proveniente da una famiglia protestante, Leibniz auspica inoltre la riunione tra
la Chiesa protestante e quella cattolica, cosa che invece si rivela inattuabile.
Muore nel 1716.
Fu un uomo di grandi progetti e si dedicò a molti problemi. Le sue opere riguardano un
po’ tutte le scienze, per questo possiamo dire che fu una mente universale.
Tra le sue opere più importanti ricordiamo “Saggio di teodicea”, che tratta della bontà di
Dio, della libertà dell’uomo e del perché del male.
LA FILOSOFIA:
Per Leibniz l’ordine del mondo esiste, tuttavia esso non è necessario: è libero ed
organizzato SPONTANEAMENTE.
La filosofia di Leibniz è dunque finalizzata a dimostrare questo concetto.
Leibniz sostiene che nulla accade che sia ASSOLUTAMENTE IRREGOLARE: se si
tracciano dei punti a caso, esiste una linea costante che vi passa nell’ordine in cui la
mano li ha tracciati. In una linea retta o circolare è per esempio possibile trovare
l’equazione comune a tutti i loro punti, in virtù della quale tutti i mutamenti stessi della
linea sono spiegati. Allo stesso modo è il mondo: in qualunque modo esso sia stato fatto
da Dio, risulta sempre ordinato.
Per Spinoza, dunque, nel mondo c’è un solo ordine, che è Dio stesso. Per Leibniz, invece,
il mondo è frutto di una scelta di Dio che, tra i vari ordini con cui poteva crearlo, ha
scelto il migliore.
Questa conciliazione tra finalismo e meccanicismo è la stessa che Leibniz auspica anche
in campo politico e religioso.
VERITA’ DI RAGIONE E DI FATTO:
Leibniz sostiene che ordine non significa NECESSITA’, in quanto la necessità non esiste
nel mondo reale, ma solo in quello della logica.
Nel mondo esistono due tipi di verità:
1) DI RAGIONE (esempio: il triangolo ha tre lati), che sono necessarie (ed infatti non
riguardano il mondo reale). Esse ripetono nel predicato ciò che già si desume nel
soggetto. Sono verità infallibili, e seguono il principio di identità e di non contraddizione.
Tuttavia non dicono nulla riguardo la realtà esistente. Sono INNATE, e quindi non sono
chiare e distinte, ma confuse. Sono piccole percezioni, come le piccole venature sulla
statua di Ercole: bastano pochi colpi di martello ed esse sono delineate. Nel caso delle
verità di ragione, il martello sarebbe l’esperienza, che riesce a renderle chiare e distinte,
sebbene esse siano PRINCIPI PRIMI e quindi non derivano dall’esperienza.
2) DI FATTO: queste verità riguardano la realtà effettiva e non seguono il principio di non
contraddizione, ovvero il loro contrario è possibile. Seguono però il principio di RAGIONE
SUFFICIENTE, il quale afferma che nulla si verifica senza che sia possibile fornire uan
ragione che basti a spiegare perché è così e non in altro modo. Queste verità esistono e,
sebbene contribuiscano a creare l’ordine del mondo, non sono necessarie ma libere.
Ad esempio, perché tra tutti i mondi possibili questo è il solo reale? Il principio di ragione
sufficiente di questa scelta di Dio e che accompagna questa verità di fatto è che tra tutti
questo era il migliore possibile.
Esiste però anche una CAUSA FINALE: se Dio ha scelto il mondo migliore, è per un fine.
LA SOSTANZA INDIVIDUALE:
Nelle verità di ragione il soggetto è identico al predicato, e non si può perciò negare
questo predicato senza contraddirsi.
Nelle verità di fatto, invece, il predicato può anche essere negato. Perciò il soggetto deve
contenere la ragione sufficiente del suo predicato. Questo soggetto di una verità di fatto è
chiamato da Leibniz SOSTANZA INDIVIDUALE, la quale ha un significato così profondo
da far dedurre, partendo dal soggetto, tutti i suoi predicati. E’ l’essenza stessa del
soggetto, e i predicati si desumono dunque dalla sostanza individuale.
L’uomo, che non ha mai una nozione compiuta della sostanza individuale, è costretto a
desumere dall’esperienza e dalla storia i predicati di una sostanza individuale.
Dio invece conosce la ragione sufficiente di tutti i predicati di tutti i soggetti del mondo,
per cui sa in anticipo come ognuno di noi si comporterà nella sua vita. Questo non
significa che ognuno di noi sia obbligato a fare certe cose, ma solo che Dio è certissimo
che ci comporteremo in un certo modo poiché la nostra natura è quella e segue l’ordine
voluto da Dio.
LA FORZA:
Nel campo della fisica, Leibniz rinuncia alla costituzione atomistica della materia nel
formulare la LEGGE DI CONTINUITA’, secondo cui per passare dal piccolo al grande
bisogna passare attraverso infiniti gradi intermedi: il processo di divisione non può
dunque fermarsi ad elementi indivisibili (atomi), ma deve procedere all’infinito.
Inoltre egli rinuncia a vedere nell’estensione e nel movimento –elementi della fisica
cartesiana- gli elementi originari del mondo fisico. Per Leibniz l’elemento originario del
mondo fisico è invece la FORZA, giacchè il principio dell’immutabilità della quantità di
movimento di Cartesio risulta essere falso.
Ciò che resta invariabile non è infatti la quantità di moto ma la FORZA VIVA (cioè
l’energia cinetica), pari alla massa per la velocità al quadrato.
La forza è la possibilità di produrre un determinato effetto.
Movimento, spazio e tempo, invece, non sono reali, ma enti della ragione. Ciò che è reale
è solo la forza.
In altre parole, Leibniz accetta sì il meccanicismo cartesiano, e cioè il concetto che tutto
si spiega in funzione di figura e movimento, ma capisce anche che esse fanno capo a
qualcosa di superiore, che è appunto la FORZA.
La forza può essere ATTIVA e PASSIVA (quest’ultima è la massa del corpo, che fa
resistenza alla FORZA ATTIVA). La forza passiva, ridotta a forza, è dunque anch’essa
incorporea. Tutto è dunque spirito, poiché tutto è forza.
In questo modo Leibniz pone fine al DUALISMO CARTESIANO tra sostanza estesa e
sostanza pesante.
LA MONADE:
Leibniz, come dimostrato, sostiene che non vi è differenza tra res cogitans e res extensa, e
dunque l’“unico” è l’elemento che compone sia il mondo dello spirito che quello
dell’estensione.
Nel mondo metafisico l’essenza delle cose è la SOSTANZA INDIVIDUALE. Ma anche i
corpi fisici hanno una loro “forma sostanza” che corrisponde alla sostanza individuale: la
MONADE.
La monade è un atomo senza pareti, privo di estensione e spirituale.
La monade è eterna e indisgregabile: solo Dio può crearla o annullarla.
Ogni monade è diversa l’una dall’altra, e infatti in natura nessun essere è perfettamente
identico. Questo principio è ciò che Leibniz chiama IDENTITA’ DEGLI INDISCERNIBILI.
Ora, le monadi non possono influenzarsi a vicenda, ma sono come mondi chiusi privi di
“finestre”. Le altre monadi sono però presenti in ogni monade in modo IDEALE, al punto
da essere “uno specchio vivente dell’universo”.
La monade possiede la PERCEZIONE (anche senza la coscienza di percepire) e
l’APPETIZIONE (cioè il tendere da una percezione all’altra). La coscienza della percezione
è invece l’appercezione, e la possiedono solo le monadi più elevate.
Il grado di perfezione della monade dipende dai gradi delle sue percezioni. Per esempio
Dio è superiore a tutte le altre monadi perché le altre monadi rappresentano solo un
punto di vista del mondo: Dio, invece, tutti quanti. Inoltre li rappresenta con più
chiarezza. Le altre monadi sono invece confuse, come in uno stato di delirio o sonno.
La MEMORIA è posseduta anche dalle monadi animali. Anche loro possiedono un’anima
infatti, seppure semplice. La RAGIONE è invece propria degli uomini.
MATERIA:
Anche la materia è costituita dalle monadi, ed è perciò un aggregato di sostanze
spirituali, e per questo infinitamente divisibile.
E’ come un giardino di piante o uno stagno di pesci, solo che ciascun ramo di ogni pianta
è ancora una volta un giardino.
La materia può essere SECONDA, quando si intende un aggregato di monadi e PRIMA
quando si intende la potenza passiva (la forza di inerzia) presente nella monade. La
potenza passiva, nelle monadi superiori (come l’uomo) sono le percezioni confuse.
Il corpo degli esseri è dunque la materia seconda, un aggregato tenuto insieme
dall’anima (che è la monade dominante).
Anima e corpo seguono leggi indipendenti (l’anima segue il finalismo, mentre il corpo il
meccanicismo) e si distinguono solo nella loro capacità di percepire.
Non è possibile spiegare come le azioni del corpo influiscano sull’anima e viceversa.
Nasce allora il problema di determinare il rapporto tra anima e corpo.
Ma prima: come determinare la comunicazione tra le monadi, visto che le monadi sono
finestre chiuse, senza possibilità di comunicare direttamente?
Questo è possibile perché le monadi sono anche legate insieme, perché ognuna è un
aspetto del mondo, una rappresentazione meno chiara di tutte le altre. Sono come tante
vedute della medesima città, che insieme danno una veduta complessiva dell’universo,
espressa invece totalmente nella monade suprema, cioè Dio.
Ogni monade però rappresenta più distintamente il corpo che le si riferisce, ma siccome
esso rappresenta l’universo, rappresenta essa stessa l’universo.
Torniamo al problema del rapporto tra anima e corpo. Secondo Leibniz, possono esistere
tre spiegazioni:
1) Anima e corpo sono come due orologi che si influenzano l’un l’altro, ma questo non è
possibile perché essi seguono leggi eterogenee.
2) Allora può essere vera l’ASSISTENZA tra i due: sono due orologi cattivi messi in
armonia da un abile operaio in ogni istante. Ma questo prevede di introdurre un “deus ex
machina” in ogni evento naturale.
3) non resta che la terza opzione: i due orologi sono stati costruiti con tanta arte da
essere sempre d’accordo per il futuro (ARMONIA PRESTABILITA) pur obbedendo a leggi
differenti.
Il corpo non è quindi influenzato dall’anima: è solo per l’armonia prestabilita al momento
della creazione che anima e corpo si trovano in accordo in ogni istante.
Per cui la monade è totalmente INNATA, poiché non riceve niente dall’esterno, e così pure
le sensazioni e le verità.
La monade esce quindi dalla sfera di Dio, ma è una FULGURAZIONE CONTINUA di Dio,
limitata dalla sua imperfezione.
La filosofia di Leibniz diventa dunque SPECULAZIONE TEOLOGICA.
L’ultima parte della sua filosofia concerne dunque le prove relative all’esistenza di Dio,
finendo poi con le considerazioni sull’esistenza del male e della libertà.
(QUESTO TESTO E' STATO INVIATO E PUBBLICATO ANCHE NELLA SEZIONE APPUNTI
DEL SITO "SKUOLA.NET").
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