ITTIOPATOLOGIA, 2011, 8: 53-62 Esposizione sperimentale a nonilfenolo di giovanili di tinca (Tinca tinca, Linnaeus 1758): rilievi istologici e determinazione dei livelli tiroidei Experimental exposure of juvenile tench (Tinca tinca, Linnaeus 1758) to nonylphenol: histological evaluation and thyroid hormone levels determination Rubina Sirri*, Luciana Mandrioli, Oliviero Mordenti, Albamaria Parmeggiani, Dino Scaravelli, Annalisa Zaccaroni Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, Facoltà di Medicina Veterinaria, Alma Mater Studiorum Bologna, Via Tolara di Sopra, 50 - 40064 Ozzano Emilia (BO). ______________________________ RIASSUNTO - Lo scopo del presente studio è stato valutare in giovanili di tinca (Tinca tinca) gli effetti del 4-nonilfenolo (NP), sostanza avente azione estrogeno-simile e classificata come interferente endocrino tiroideo. I soggetti, di circa 120 giorni post-schiusa e 500 mg di peso medio, sono stati esposti per 45 giorni a 25 e 100 µg/l NP in acqua. Sono state eseguite indagini istomorfologiche su tiroide, fegato e gonadi e sono stati determinati i livelli di triiodotironina (T3) e tiroxina (T4). In tutti i gruppi nelle sezioni istologiche i follicoli tiroidei si mostravano rivestiti da epitelio cubico basso e ripieni di colloide ed erano quindi riconducibili a follicoli normali; nei gruppi trattati vi era una maggior prevalenza di follicoli di piccole e medie dimensioni. Nel fegato la degenerazione idropica ha mostrato aumento della gravità in tutti i gruppi all’avanzare del periodo di esposizione, ma è tendenzialmente regredita durante il periodo di sospensione del trattamento. Nel tessuto gonadico non sono state riscontrate alterazioni istomorfologiche. Tutti i gruppi hanno evidenziato un calo dei livelli di T3 all’avanzare del periodo di esposizione; il gruppo 25 µg/l NP in particolare ha mostrato un drastico calo, mentre il gruppo 100 µg/l NP ha presentato un andamento opposto rispetto agli altri gruppi, con un picco nel punto di campionamento a 45 giorni di esposizione. Il T4 ha mostrato un andamento analogo al T3, ma il calo è apparso più marcato e precoce nel gruppo 100 µg/l NP. I risultati, ancorché preliminari, evidenziano che il NP sembra interferire con il metabolismo degli ormoni tiroidei, modificandone il bilancio. SUMMARY - The purpose of this study was to assess the effects of 4-nonylphenol (NP), a substance with estrogen-like action and classified as endocrine disruptor for thyroid, in juvenile tench (Tinca tinca). Subjects, approximately 120 days post hatch and 500 mg mean weight, were exposed for 45 days to 25 and 100 µg/l NP in water. Histological investigations were performed on liver, thyroid and gonads. The levels of triiodothyronine (T3) and thyroxine (T4) were determined. In all groups the histological sections showed normal thyroid follicles lined by a flattened epithelial layer and filled with colloid; in treated groups, there was a prevalence of small and medium follicles. Hepatic hydropic degeneration showed an increase in severity in all groups directly proportional to the exposure period, but it tends to decline during the suspension period. Gonadal tissue did not show histological alterations. All groups revealed a decrease of T3 levels directly proportional to the exposure period; the 25 µg/l NP group in particular showed a marked decline, while the 100 µg/l NP group showed an opposite trend compared to other groups, with a peak at 45 days of exposure. The T4 level showed a similar trend to T3, but the decline was more pronounced in the 100 µg/l NP group. The results, although preliminary, show that NP seems to interfere with thyroid hormone metabolism, modifying its balance. Key words: Nonylphenol; Environmental contaminant; Endocrine disruptor; Thyroid hormones; Histology; Tench; Juvenile; Fish; Teleost. ______________________________ * Corresponding Author: c/o Servizio di Anatomia Patologica Veterinaria, Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, Facoltà di Medicina Veterinaria - Alma Mater Studiorum, Bologna, Via Tolara di Sopra, 50 - 40064 Ozzano Emilia (BO). Tel.: 051-2097972; Fax: 051-2097968; E-mail: [email protected]. 53 ITTIOPATOLOGIA, 2011, 8: 53-62 INTRODUZIONE Gli ormoni tiroidei svolgono un ruolo essenziale nella regolazione dello sviluppo embrionale, del metabolismo e della riproduzione. Nei teleostei, al pari degli altri vertebrati, il controllo della secrezione tiroidea è regolato dall'ormone tireostimolante (TSH), che determina un rilascio in circolo prevalentemente di tiroxina (T4); i livelli di triiodotironina (T3) sono invece generalmente bassi e la conversione del T4 avviene principalmente a livello periferico (Eales et al., 1999). Ruolo fondamentale nell’omeostasi degli ormoni tiroidei è quindi svolto dagli enzimi deiodinasi, che sono responsabili della conversione del T4 in T3. L’alterazione del metabolismo tiroideo conseguente ad esposizione a contaminanti ambientali può manifestarsi a livello di sintesi, regolazione, metabolismo e attività degli ormoni tiroidei (Brown et al., 2004). In particolare, gli interferenti endocrini ambientali nelle acque possono comportare gravi alterazioni dello sviluppo larvale. Uno dei più comuni di questi composti è il nonilfenolo (NP), sostanza nota per la sua azione estrogeno-simile e dotato di attività di interferente endocrino tiroideo (Zaccaroni et al., 2009). Il NP proviene dalla decomposizione del nonilfenolo etossilato (NPE), tensioattivo non ionico ampiamente usato in pesticidi, spermicidi, vernici, agenti chimici, tessuti, materiale plastico e prodotti dell’industria cartaria. Poiché la trasformazione del NPE a NP avviene ad opera dei microrganismi nei processi di degradazione, queste due molecole arrivano all’ambiente acquatico tramite i reflui derivanti da impianti di depurazione delle acque o da scarichi fognari, oppure a causa del run-off dei terreni trattati con pesticidi. Inoltre, il NP, essendo lipofilo e persistente, tende ad accumularsi negli organismi acquatici come crostacei, molluschi e pesci, ma anche nel sedimento e nel particolato (John et al., 2000). Questa molecola è stata ampiamente studiata come responsabile degli effetti che esercita sulle gonadi e sul fegato; dati riguardanti gli effetti del NP sul bilancio degli ormoni tiroidei sono invece scarsi e contrastanti (Ishihara et al., 2003; Yamauchi et al., 2003; Schmutzler et al., 2004; Ghisari & Bonefeld-Jorgensen, 2005; Keen et al., 2005; McCormick et al., 2005; Razia et al., 2006). Sperimentazioni in vivo hanno dimostrato che il NP può inibire l’attività della perossidasi tiroidea che catalizza la iodinazione di T3 e T4 in ratti ovariectomizzati (Schmutzler et al., 2004). Keen et al. (2005), hanno evidenziato come l’alimentazione di salmonidi con 4-NP durante la smoltificazione non abbia influenzato significativamente i livelli plasmatici dei due ormoni tiroidei. Al contrario, McCormick et al. (2005), hanno dimostrato che l’esposizione intraperitoneale a NP nel salmone atlantico è in grado di indurre una diminuzione dei livelli di T4, senza produrre effetto sulle concentrazioni di T3. Considerando i molteplici ruoli svolti dagli ormoni tiroidei nella fisiologia dei pesci (riproduzione, crescita e regolazione della metamorfosi), lo scopo del presente studio è stato finalizzato alla valutazione degli effetti del 4-NP su tiroide, gonadi e fegato e alla determinazione dei livelli di ormoni tiroidei in giovanili di tinca (Tinca tinca), specie frequentemente usata come modello animale in studi tossicologici e metabolici (Gad, 2007). MATERIALI E METODI Ottocento soggetti, di circa 120 giorni post-schiusa e 500 mg di peso medio, sono stati esposti per 45 giorni a 25 e 100 µg/l NP in acqua. Le concentrazioni utilizzate sono state scelte, sulla base delle informazioni esistenti in letteratura, in modo da ricadere oltre la soglia di effetto, senza per altro risultare acutamente tossiche per i pesci (Brian et al., 2005; Meucci & Arukwe, 2005). Sono stati aggiunti un gruppo di controllo negativo (solvente etanolo) e uno di controllo positivo (propiltiouracile, PTU). Venticinque esemplari per gruppo sono stati prelevati ogni 15 giorni. 54 ITTIOPATOLOGIA, 2011, 8: 53-62 I rimanenti sono stati mantenuti in acqua pulita per ulteriori 15 giorni e sottoposti alle medesime indagini. Ad ogni campionamento sono stati registrati peso e lunghezza di ogni singolo esemplare, per il calcolo dell’indice di condizione k (peso (gr) x 100/lunghezza (mm)3). Per l’istologia i soggetti sono stati fissati in toto in formalina tamponata al 10% e processati secondo la metodica istologica di routine; le sezioni istologiche così ottenute, tagliate al microtomo ad uno spessore di 3 µm, sono state colorate con Ematossilina-Eosina. Durante l’osservazione dei preparati istologici sono stati contati i follicoli tiroidei e al numero totale di follicoli tiroidei presenti nella sezione è stato attribuito un punteggio crescente di 1, 2 o 3, in base al diametro. Gli epatociti sono stati valutati per la presenza di lesioni degenerative a cui è stato attribuito un punteggio crescente (0, 1, 2), in base alla gravità. Le gonadi sono state esaminate per eventuali lesioni degenerative e/o anomalie di sviluppo. Le analisi dei livelli di ormoni tiroidei (T3 e T4) sono state eseguite su omogenato dell’intero animale applicando la metodica di Crane et al. (2004) modificata (l’omogenato è stato estratto con miscela di etanolo al 95% contenente 1 mM di PTU). Il dosaggio degli ormoni tiroidei è stato effettuato con la tecnica del dosaggio radioimmunologico (RIA) utilizzando kit del commercio (DRG International). L’analisi statistica dei dati è stata condotta sia sui dati biometrici che sui risultati analitici (concentrazioni di T3 e T4) e istologici. I confronti relativi all’indice k sono stati eseguiti per ogni punto sperimentale utilizzando il test t di Student, mentre per gli altri parametri è stata applicata un’analisi della varianza (ANOVA). Infine, relativamente al punteggio del diametro dei follicoli tiroidei, i dati ottenuti sono stati valutati mediante analisi delle componenti principali (PCA). RISULTATI Il calcolo dell’indice di condizione k ha evidenziato nel gruppo di controllo un valore k notevolmente inferiore rispetto a quello dei gruppi trattati solo a 15 giorni di trattamento (Figura 1). Figura 1 – Il calcolo dell’indice di condizione K ha evidenziato come il gruppo di controllo presenti un valore K notevolmente inferiore (p<0,01) solo a quello dei gruppi trattati per 15 giorni. Ai successivi punti di campionamento i valori dell’indice si equiparano tra i vari gruppi e non è più possibile evidenziare differenze statisticamente significative. Figure 1 – Condition factor K calculation showed a significantly lower value (p<0.01) in the control group with respect to groups treated for 15 days. In the other sampling points the K values are similar among the various groups and did not show statistically significant differences. 55 ITTIOPATOLOGIA, 2011, 8: 53-62 Ai successivi punti di campionamento i valori dell’indice si equiparano tra i vari gruppi e non è più possibile evidenziare differenze statisticamente significative. Nelle sezioni istologiche di tiroide di soggetti sottoposti a 15, 30 e 45 giorni di trattamento in tutti i gruppi i follicoli tiroidei erano normali, mostrandosi rivestiti da epitelio cubico basso e ripieni di colloide (Figura 2). 56 ITTIOPATOLOGIA, 2011, 8: 53-62 Figura 2 – Tiroide. Sezioni istologiche di soggetti sottoposti a 15 giorni (A, etanolo; B, 25 µg/l NP; C, PTU; D, 100 µg/l NP) e 45 giorni di trattamento (E, etanolo; F, 25 µg/l NP; G, PTU; H, 100 µg/l NP). In tutti i gruppi i follicoli si mostravano rivestiti da epitelio cubico basso e ripieni di colloide (Ematossilina-Eosina, obbiettivo 40x). Figure 2 – Thyroid. Histological sections of subjects treated for 15 days (A, ethanol; B, 25 µg/l NP; C, PTU; D, 100 µg/l NP) and 45 days (E, ethanol; F, 25 µg/l NP; G, PTU; H, 100 µg/l NP). In all groups the follicles were lined by a flattened epithelium and filled with colloid (Hematoxylin-Eosin, 40x lens). L’analisi statistica condotta tramite PCA sul punteggio conferito al diametro dei follicoli tiroidei e al numero di follicoli presenti nella sezione ha evidenziato nel punteggio totale una maggior presenza di follicoli di piccole e medie dimensioni (punteggio 1 e 2) nei gruppi 25 µg/l NP e 100 µg/l NP (Figura 3). Standardized Biplot (t1 vs. t2) 5.00 -5.00 4.00 0.00 3.00 punteggio grandezza 2 35.00 6.00 -5.00 30.00 5.00 25.00 0.00 t2 4.00 20.00 2.00 5.00 3.00 15.00 10.00 15.00 5.00 10.00 2.00 20.00 25.00 5.00 n.follicoli nel campo 1.00 5.00 1.00 0.00 0.00 -5.00 10.00 0.00 15.00 -1.00 grandezza 1 grandezza 3 t1 Figura 3 – L’analisi statistica condotta tramite PCA sul punteggio conferito al diametro dei follicoli tiroidei e al numero di follicoli presenti nella sezione ha evidenziato nel punteggio totale una maggior presenza di follicoli di piccole e medie dimensioni (punteggio 1 e 2) nei gruppi 25 µg/l NP e 100 µg/l NP. Figure 3 – Statistical analysis conducted by PCA on the score given to the diameter of thyroid follicles and on the number of follicles in the section showed in the total score more follicles of small and medium size (score 1 and 2) in groups 25 µg/l NP and 100 µg/l NP. 57 ITTIOPATOLOGIA, 2011, 8: 53-62 L’analisi del punteggio conferito alla degenerazione idropica epatica ha mostrato un aumento della gravità in tutti i gruppi all’avanzare del periodo di esposizione; nei gruppi 100 µg/l NP e PTU il punteggio era più alto e quindi la degenerazione più grave. Tuttavia la degenerazione idropica, ad eccezione del gruppo PTU, tendeva a regredire durante il periodo di sospensione del trattamento, compatibilmente con il carattere di reversibilità di questo processo patologico (Figura 4). Figura 4 – L’analisi del punteggio conferito alla degenerazione idropica epatica ha mostrato un aumento della gravità in tutti i gruppi all’avanzare del periodo di esposizione; nei gruppi 100 µg/l NP e PTU il punteggio era più alto e quindi la degenerazione più grave. Tuttavia, ad eccezione del gruppo PTU, il processo degenerativo tendeva a regredire durante il periodo di sospensione del trattamento. Figure 4 – The analysis of the score given to the hepatic hydropic degeneration showed an increase in severity in all groups directly proportional to the exposure period; in 100 µg/l NP and PTU groups the score was highest and the degeneration more severe. However, with the exception of PTU group, the degenerative process tended to decline during the suspension period. Figura 5 – Tutti i gruppi hanno evidenziato un calo dei livelli di T3 all’avanzare del periodo di esposizione; il gruppo 25 µg/l NP in particolare ha mostrato un drastico calo, mentre il gruppo 100 µg/l NP ha presentato un andamento opposto rispetto agli altri gruppi, con un picco nel punto di campionamento a 45 giorni di esposizione. Figure 5 – All groups revealed a decrease in levels of T3 directly proportional to the exposure period; in particular the 25 µg/l NP group showed a marked decline, while the 100 µg/l NP group presented an opposite trend compared to other groups, with a peak at 45 days of exposure. 58 ITTIOPATOLOGIA, 2011, 8: 53-62 Nel tessuto gonadico non sono state riscontrate alterazioni istologiche. Tutti i gruppi hanno evidenziato un calo dei livelli di T3 all’avanzare del periodo di esposizione; il gruppo 25 µg/l NP in particolare ha mostrato un drastico calo, mentre il gruppo 100 µg/l NP ha presentato un andamento opposto rispetto agli altri gruppi, con un picco nel punto di campionamento a 45 giorni di esposizione (Figura 5). Il T4 ha mostrato un andamento analogo al T3, ma il calo è apparso più marcato e precoce nel gruppo 100 µg/l NP (Figura 6). Figura 6 – Il T4 ha mostrato un andamento analogo al T3 ma il calo è apparso più marcato e precoce nel gruppo 100 µg/l NP. Figure 6 – The T4 showed a similar trend to T3 but the decline appeared more pronounced in the 100 µg/l NP group. DISCUSSIONE E CONCLUSIONI I risultati, ancorché preliminari, evidenziano che il NP sembra interferire con il metabolismo degli ormoni tiroidei, modificandone il bilancio. Il gruppo esposto a più alto dosaggio ha mostrato infatti un picco del livello di T3 a 45 giorni di trattamento che, messo in relazione con il drastico calo mostrato dal T4 a 30 giorni potrebbe rappresentare l’effetto di un blocco della sintesi del T4 da parte della tiroide e di un conseguente aumento nella trasformazione di quest’ultimo a T3 da parte delle deiodinasi periferiche, al fine di sopperire al fabbisogno tissutale. La forma biologicamente attiva è infatti quella del T3, che si forma dalla deiodinazione della T4 a livello periferico da parte degli enzimi deiodinasi. Gli ormoni tiroidei sono coinvolti nei processi di sviluppo larvale in molte specie di teleostei, intervenendo in particolare nella metamorfosi post-schiusa. Per questo motivo gli stadi larvali e giovanili sono considerati molto più sensibili alla presenza di sostanze tossiche ambientali rispetto agli adulti. In base a queste considerazioni assume un particolare significato valutare gli effetti di molecole con ruolo di interferenti endocrini tiroidei nelle prime fasi di vita dei pesci (Crane et al., 2004; Norris, 2007). 59 ITTIOPATOLOGIA, 2011, 8: 53-62 In questo studio, l’andamento del T3 nel gruppo a più alto dosaggio potrebbe essere anche l’espressione di un’alterazione nell’accrescimento/metamorfosi dei giovanili di tinca provocato da un’interferenza con la sintesi/metabolismo degli ormoni tiroidei. La valutazione istologica del tessuto tiroideo è considerata uno strumento utile all’identificazione di fenomeni patologici correlati con l’alterazione della funzionalità della ghiandola tiroidea. Quando la tiroide è sottoposta a stimolazione è possibile riscontrare una serie di modificazioni istomorfologiche dose-dipendenti come aumento dell’altezza delle cellule epiteliali, incremento della vascolarizzazione, iperplasia dei follicoli, irregolarità del contorno dei follicoli e diminuzione della densità della colloide, accompagnata da numerose gocce endocitotiche di colloide ai bordi apicali delle cellule epiteliali dove i microvilli diventano più abbondanti (Eales & Brown, 1993). Con la presente sperimentazione è stato possibile contribuire all’approfondimento dello studio degli aspetti istomorfologici della tiroide nei pesci ossei, un tessuto di non semplice reperimento durante il campionamento in esemplari adulti e neppure in preparati istologici di larve o giovanili. Dati bibliografici descrivono patologie tiroidee per lo più di tipo proliferativo (Fournie et al., 2005). Nei pesci ossei la tiroide raramente è circoscritta da una capsula connettivale, pertanto i follicoli si rinvengono distribuiti in modo sparso nel tessuto connettivo della regione faringea, in vicinanza dell’aorta ventrale o della parete della cavità branchiale posteriore e sono spesso numerosi in prossimità della prima e della seconda arteria branchiale. Probabilmente proprio a causa della mancanza della capsula connettivale, i follicoli tiroidei possono mostrare una distribuzione ectopica e localizzarsi pertanto nella tonaca vascolare oculare, nel rene, nella milza, nell’intestino, nel fegato, nel cuore e in altri tessuti. La presenza di tessuto tiroideo ectopico privo di connotazione patologica è stata riportata in numerose specie ittiche, compreso il carassio, il pesce sciabola, la trota ed il barbo. All’istologia i singoli follicoli tiroidei sono simili a quelli degli altri vertebrati, sono solitamente rotondi od ovali e bordati da un singolo strato di epitelio che può essere squamoso o cubico, a seconda del livello dell’attività metabolica della ghiandola (Fournie et al., 2005). Il centro di ciascun follicolo contiene il secreto costituito dalla colloide, rappresentato da proteine leganti gli ormoni tiroidei; la quantità di colloide varia a seconda dell’attività metabolica dei follicoli e del grado di produzione degli ormoni. La fisiologica deplezione di colloide, che prende avvio dalla periferia del follicolo, corrisponde istologicamente alla comparsa di vacuoli chiari e rappresenta l’espressione dell’attività metabolica della ghiandola (Leatherland, 1994). Le cellule parafollicolari (cellule C o cellule chiare) non sono presenti nella tiroide dei pesci (Fournie et al., 2005). In questo studio sperimentale condotto su giovanili di tinca i follicoli tiroidei sembravano tendere complessivamente ad una riduzione del diametro, mentre non si sono evidenziati fenomeni di ipertrofia-iperplasia dell’epitelio follicolare e/o una riduzione significativa della colloide. La riduzione del diametro dei follicoli tiroidei, maggiormente evidente nel gruppo a più alto dosaggio, potrebbe essere il risultato di una diminuita capacità biosintetica, che confermerebbe il drastico calo della concentrazione di T4. Poiché lo scopo della ricerca era valutare il possibile effetto del NP sul sistema endocrino in giovanili in accrescimento riproducendo una esposizione ambientale, si è deciso di non determinare i livelli residuali di NP nei tessuti. E’ pertanto possibile concludere che, in questo studio sperimentale, l’esposizione a NP ha determinato un rallentamento dell’attività biosintetica dei follicoli tiroidei (visibile attraverso il drastico calo di T4), con una parallela maggior attivazione delle deiodinasi periferiche, che per il periodo di esposizione e le concentrazioni utilizzate andrebbero considerate alla luce di una “manovra“ omeostatica dell’organismo, volta a compensare le richieste di giovanili in rapido accrescimento. 60 ITTIOPATOLOGIA, 2011, 8: 53-62 La presenza in questa specie, come in altre specie di teleostei, di follicoli tiroidei diffusi rende difficoltosa una valutazione istopatologica complessiva rispetto ad una ghiandola in toto. Ulteriori ricerche sono necessarie per stabilire se l’attività di interferente endocrino del NP sia legata semplicemente al rallentamento dell’attività biosintetica o se un maggior periodo di esposizione o una più alta concentrazione siano in grado di incidere irreversibilmente sull’attività tiroidea. BIBLIOGRAFIA Brian J.V., Harris C.A., Scholze M., Backhaus T., Booy P., Lamoree M., Pojana G., Jonkers N., Runnalls T., Bonfà A., Marcomini A. & Sumpter J.P. (2005). Accurate prediction of the response of freshwater fish to a mixture of estrogenic chemicals. Environ. Health Perspect., 113: 721-728. Brown S.B., Adams B.A., Cyr D.G. & Eales J.G. (2004). Contaminants effects on the teleost fish thyroid. Environ. Toxicol. Chem., 23: 1680-1701. Crane H.M., Pickford D.B., Hutchinson T.H. & Brown J.A. (2004). Developmental changes of thyroid hormones in the fathead minnow, Pimephales promelas. Gen. Comp. Endocrinol., 139: 55-60. Eales J.G. & Brown S.B. (1993). 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