cover e quartanew 30-09-2005 11:11 Pagina 2 L’ O S S E R V A T O R I O I N T E R N A Z I O N A L E S U L L E T E N D E N Z E D E L R E T A I L E D E I C O N S U M I a cura di Thomas Bialas numero_otto Consumocrazia [ted. Konsum(enten-Dem)okratie, democrazia dei consumatori, 2005 /comp. dal lat. Consumere (consumare) e dal gr. Kratos (potere)] s.f. 1 forma di sistema consumistico in cui la sovranità risiede nel popolo dei consumatori che lo esercita eleggendo lo shopping a lui congeniale tramite prosumerismo (cfr.) e smart mobs community (cfr.) > c.diretta: libere comunità individuali interconnesse a movimenti e organi di shopping condiviso / > c.indiretta, rappresentativa: tramite associazioni consumatori e ong strutturate / > c.indotta, aziendale: on demand shopping, co-creazione prodotti e servizi, brand blogging e community marketing, open-source retail. 2 st. Dopo la dichiarazione universale dei diritti consumocratici del 2012, produzione, distribuzione e consumo si sono fusi in un sistema di pluralismo comunitario virale dove vige la co-creazione etim. Termine introdotto per la prima volta nel 2005 a FutureRetail 2020, memorie dal negozio del futuro: una mostra evento sulle tendenze del retail e consumi realizzata da nemolab (cfr.) e ExpoCts in collaborazione con GDOWEEK, POPAI e POLI.DESIGN e messa in scena alla Fiera di Milano durante Expo Trade 2005. 02-03 revoluzione 30-09-2005 11:17 Pagina 2 2 nextfuture consumocrazia (R)evoluzione Customer made (r)evolution 02-03 revoluzione 30-09-2005 11:17 Pagina 3 nextfuture 3 Fraternità > socializzazione > community retail da stato sociale a comunità sociale. I consumocratici si frequentano e confrontano sulle piattaforme di social networking. Le comunità tematiche (come aSmallWorld o Dogster) sono i luoghi del futuro per stringere amicizie e condividere interessi, passioni, consumi e raccomandazioni prodotti. Uguaglianza > accesso > relationship retail da “davanti alla legge siamo tutti uguali” a “davanti alla tecnologia siamo tutti uguali”. I consumocratici dialogano con le tecnologie interattive e mobili per ottenere informazioni e instaurare relazioni paritetiche e flessibili. Customer linking e on demand relation sono le parole chiave del futuro. High lights Da materialismo a naturalismo. Da potere d’acquisto a potere decisionale. La consumocrazia non è una teoria o utopia, ma un segnale forte che, partito dal basso, sta emergendo e contaminando la superficie del mondo globalizzato. In un mondo dominato da un’asfissiante burocrazia e controllo totale, il consumatore si libera e porta alle estreme conseguenze la liberalizzazione, liberalizzando il suo comportamento d’acquisto oramai imprevedibile e autoreferenziale (l’universo diventa youniverse). Il noto ritornello di una vecchia canzone “people have the power” diventa realtà grazie a Internet, al page ranking e linking e al mondo wi-fi. La rivoluzione è iniziata nel mondo dei media: i consumatori si trasformano in giornalisti e i blog in giornali che raccolgono milioni di notizie e lettori e in luoghi che spostano i consumi con recensioni e stroncature prodotti. Prossima tappa: da connecting people a connecting customer, da “noi siamo il media” (Wikipedia) a “noi siamo il negozio” (Ebay). La generazione digitale sarà la prima generazione di consumatori consumocratici. Una generazione che vuole e sa partecipare direttamente ai processi innovativi di prodotti, servizi e retail format. Il trend: da passivo ad attivo. Da disinformato a informato. Da isolato a coinvolto. In futuro, non ci sarà più un confine fra produttori, retailer e consumatori; ma alleanze fluide, per definire assieme concept di prodotto, caratteristiche del packaging, campagna pubblicitaria, format distributivi e gestione del punto Libertà > prosumerismo > open source retail da libertà di scelta a libertà di decisione. I consumocratici rappresentano la futura bottom-up-economy. L’impresa abbandona il closed source a apre le porte alla co-creazione con i consumatori. Canali di networking extraflessibili sostituiscono la vecchia organizzazione piramidale. Il retail diventa Linux oriented. TRIARTICOLAZIONE CONSUMOCRATICA FRA PRODUTTORE, RETAILER E CONSUMATORE 1. Libertà produce più consumi 2. Uguaglianza produce più fiducia 3. Fraternità produce più benessere 04-05 mercato 30-09-2005 11:17 Pagina 4 4 nextfuture consumocrazia Mercato Customer made marketing 04-05 mercato 30-09-2005 11:17 Pagina 5 nextfuture 5 Procter & Gamble trasforma i giovani e le casalinghe in marketing partner con tremor.com e moms.tremor.com Apple Mercedes, Mazda, Nike invitano i consumatori a girare spot pubblicitari sui loro prodotti legalizza con iTunes un mercato (download music), voluto e sperimentato dai consumatori Coca-Cola Philips gestisce un forum di discussione sui prodotti con il corporate blog Streamium Café crea un’imponente brand community virtuale con cokefridge.com Nokia, Mazda, Lipton e Kraft Lovemarks è un portale che mette in contatto i brand con i consumatori fanno giocare i consumatori con il brand advergaming Coop Pepp-a-spot permette ai consumatori di votare e giudicare gli spot pubblicitari con il latte in polvere a basso prezzo entra in un mercato già aperto dai consumatori con i gruppi di acquisto Tivo Starbucks si fa pubblicità gratuita sui media con consumatori famosi come Madonna, fotografati dai paparazzi è un videoregistratore che rende interattiva la fruizione della pubblicità con opzione on-demand advertising obttv introduce il concept di pubblicità documentaristica open source, coinvolgendo i consumatori sulla brand experience High lights L’unione fa la forza. Un vecchio detto viene rispolverato e reso attuale dal customer made trend. Da segmentazione a frammentazione, a coinvolgimento. Frequentare i consumatori anziché convincerli. Il marketing classico e la comunicazione unidirezionale sono morti. Si passa dall’Io al Tu per arrivare al Noi coinvolgente del marketing tribale e comunitario, del prosumersimo, del trendscouting di giovani consumatori che partecipano al gioco del mercato. In una parola: democratizzazione del marketing. Protagonista il consumatore in persona, spesso al soldo di aziende e retailer. Sempre più settori e aziende sperimentano sofisticate piattaforme e comunità interattive di co-marketing e co-advertising con i consumatori, per lanciare e testare prodotti sul mercato, ma soprattutto per creare relazione e avere uno scambio di input. In Usa, i bambini diventano promoter per lanciare prodotti sul mercato (come il network Best friends forever). Iniziative peer-to-peer (il simile consiglia il simile), che puntano sull’aggregazione e promozione tribale e sul fatto che i consumatori sono ben disposti ad acquistare prodotti e servizi da amici e parenti. Poi c’è il corporate blogging. “I blog cambieranno il vostro business” titola la copertina di un recente Business Week. Non a caso aziende come Procter&Gamble, Boeing, Nike o Philips giocano ora la carta dei brand blog per instaurare un rapporto paritetico e informale con i consumatori. Tutto questo ricorda molto la strategia B2B, ma in versione bottom-up. Prossima tappa: da consulente di marketing a consumatore di marketing. Con tutto ciò che implica. 06-07 prodotto 30-09-2005 11:16 Pagina 6 6 nextfuture consumocrazia Prodotto Customer made product 06-07 prodotto 30-09-2005 11:16 Pagina 7 nextfuture 7 eMachineshop realizzazione e consegna a domicilio di prodotti disegnati dai consumatori Mycereal Millstone composizione personalizzata di cereali della multinazionale General Mills miscele di caffè su misura con tanto di nome e marchio del consumatore Kaiser Beer Mama’s Choice birra brasiliana co-creata secondo le indicazioni di 11 mila consumatori linea di baby food della Olvarit realizzata secondo i gusti e le indicazioni delle mamme General Motors Mattel nuovo fidanzato di Barbie progettato in base ai suggerimenti di 2 milioni di ragazzine partecipazione diretta dei consumatori alla co-creazione di un nuovo modello d’automobile Produzionidalbasso Reflect piattaforma innovativa di progettazione che trasforma in azionisti i consumatori cosmetici con personalizzazione, ingredienti e marchio, venduti, fino ad oggi, in 3,5 milioni di pezzi World Design Team Connect + Develop piattaforma di open innovation e co-progettazione nuovi prodotti della Procter&Gamble 120 mila consumatori hanno partecipato al forum Boeing online per indicare il loro aeroplano dei sogni Ikea fiffigafolket BMW Customer Innovation Lab sito di co-progettazione di nuovi modelli e servizi concorso lanciato da Ikea per raccogliere dai consumatori nuove idee di prodotto High lights I consumocratici di domani sono quelli che già oggi vivono perennemente in connessione. Utilizzare la rete per distribuire consigli o richieste è il loro passatempo preferito. Ovvio, che la connected innovation o chat line innovation sia pane per i loro denti. Non aspettavano altro. Le aziende sveglie lo hanno intuito e si adeguano: da produrre per il consumatore a produrre con il consumatore, da mass customization alla futura self customization. L’endemica saturazione del mercato e calo dei consumi impone un approccio completamente nuovo: coinvolgere i consumatori nei processi innovativi di prodotti e servizi per definire assieme caratteristiche, qualità, design e prestazioni. Detto in altri termini: fidelizzazione tramite co-progettazione. Una rivoluzione senza precedenti. Secondo l’Economist Intelligence Unit, la co-creazione con i consumatori è la vera sfida che attende imprese e retailer da qui al 2010. Non a caso le aziende più accorte e trend oriented hanno già accolto la sfida e trasformato l’impresa in un open source network, dove spesso le idee dei consumatori contano più di quelle dei dipendenti. Prossima tappa: customer fab-labs. Il consumatore non acquista più il prodotto ma solo la licenza per l’autoproduzione e realizza a casa propria occhiali, telefoni, bicchieri, scarpe e accessori per la casa con i 3D-Creator. Visionario? Per niente. Il Media Lab del Massachusetts Institute of Technology (il leggendario MIT) ha inventato una macchina per la fabbricazione rapida di stoviglie grande quanto una lavatrice che realizza piatti, tazze e pentole, con design personalizzabile, in tempi ultra rapidi (90 secondi). D’accordo, è solo un prototipo, ma capace di annunciare scenari suggestivi: da personal computer in tutte le case a personal fabricator in tutte le case. Mini fabbriche (home fabbing) a disposizione di tutti. A quel punto, a cosa serve il negozio? 08-09 denaro 30-09-2005 11:16 Pagina 8 8 nextfuture consumocrazia Denaro Customer made money 08-09 denaro 30-09-2005 11:16 Pagina 9 nextfuture 9 ioffer trading community per negoziazione prezzi fra consumatori e retailer H&M e Norda Bank Toyota madri danesi hanno a disposizione passeggini gratis, tappezzati di pubblicità studenti americani affittano la propria fronte per pubblicizzare modello d’auto Ci Host Adnoodle consumatori americani ricevono un dollaro al minuto per essere disturbati dal telemarketing consumatore gira il mondo con tatuaggio sulla nuca rasata con logo del provider americano eBay coBRANDit in Usa 750 mila consumatori considerano eBay la principale fonte di reddito offre 50 dollari a chiunque invii un breve filmato domestico incentrato sui prodotti dei suoi clienti ohMyNews Nu.nl 26 mila cittadini collaborano a pagamento ai contenuti della rivista online l’agenzia giornalistica olandese paga i consumatori 60 euro per ogni foto pubblicata Cafepress e Zazzle Zopa piattaforme di realizzazione e vendita di prodotti progettati dai consumatori 26 mila consumatori sono associati alla prima community bank per il prestito di denaro fra privati Scoopt Liberty Drive paga i consumatori 100 euro al mese per tappezzare l’auto di pubblicità agenzia media specializzata nella vendita di foto e video amatoriali a stampa e tv High lights Da “pago alla cassa” a “batto cassa”. I consumocratici scoprono che consumare non significa solo spendere, ma anche guadagnare. Portare alle estreme conseguenze la logica del consumismo: se tutto è merce anch’io sono merce, se tutto è commercio anch’io sono commercio. Il consumatore diventa testimonial volontario e retribuito di pubblicità e promozione prodotto, diventa mini imprenditore e trasforma la propria esistenza in una piccola attività commerciale (secondo uno studio di Mastercard in Usa sono già attivi 5 milioni di consumatori imprenditori), diventa banchiere e sfida il mercato finanziario con prestiti autogestiti. La prima banca dei consumatori è già attiva in Inghilterra. Si chiama Zopa e propone lo scambio di denaro con libera contrattazione del tasso d’interesse fra privati. Innovazioni che stravolgono le vecchie regole del gioco. Le stesse banche si adeguano e trasformano i propri pomposi e rigidi istituti in money shops extraflessibili (come Wamu) e il denaro in un prodotto qualsiasi da promuovere con offerte speciali e personalizzate. Intanto la eBay generation cresce. Il famoso sito di aste e compravendita online sta diventando una vera e propria fonte di reddito per molti consumatori. Secondo il Centre for Economics and Business Research (CEBR) in Inghilterra già oltre 50 mila consumatori arrotondano il proprio stipendio grazie a eBay. Anche il pricing diventa consumocratico. Il department store tedesco Quelle introduce il concept di customer power shopping: i consumatori che si aggregano in gruppo d’acquisto ottengono cospicui sconti. Come in rete, dove si stanno diffondendo le comunità di negoziazione: il consumatore sceglie un prodotto, fa un’offerta e contratta direttamente con il retailer o produttore collegato. Prossima tappa: consumatori dettano il prezzo e le condizioni di pagamento. 10-11 spesa 30-09-2005 11:13 Pagina 10 10 nextfuture consumocrazia Spesa Customer made shopping 10-11 spesa 30-09-2005 11:13 Pagina 11 nextfuture 11 Froogle motore di ricerca di Google per lo shopping e comparazione prezzi di prodotti venduti nei negozi Ranking Ranqueen 25 Records negozio che utilizza il meccanismo del voto per definire l’assortimento dei cd musicali negozio che basa l’assortimento sulla classifica dei prodotti più venduti e votati dai consumatori lugnet niketalk, mini2, ipodlounge community indipendente che raccoglie gli appassionati dei famosi Lego brand community fra consumatori per scambio di idee e consigli per l’uso dei prodotti Yes-its-free Audioscrobbler e Genielab uno dei tanti siti specializzati sul tema “tutto gratis” che le imprese utilizzano per i campioni prova sito di comparazione preferenze e gusti dei consumatori con raccomandazione prodotti StoryCode e Epinions Yub shopping social network cui aderiscono aziende come Sony, Apple, Target, Gap e Footlocker ritrovo virtuale per appassionati lettori con ranking e scambio opinioni su acquisto libri e riviste Tribe, Myspace, Friendster aSmallWorld community club esclusivo di condivisione interessi e shopping riservato ai top spender network di connessione fra consumatori per transazione prodotti e socializzazione High lights Da shopping a ranking. Classificare, comparare, giudicare, votare, recensire e suggerire cosa comprare e dove. Il consumocratico prende coscienza del proprio potere e lo mette a frutto inventandosi il connected shopping. Rompe l’isolamento e si circonda di persone che pensano, reagiscono, gioiscono e consumano come lui. In sostanza: consumismo partecipativo. L’idea di fondo: rientrare in un gruppo conviviale e di autodeterminazione dei consumi secondo propri modelli e principi, a volte, creando gruppi di acquisto per la spesa autogestita e on demand, ma molto più spesso aggregandosi in comunità che si focalizzano su un brand o tipologia di prodotti. Per aziende e retailer avere sottomano comunità indipendente di appassionati è un’opportunità straordinaria per monitorare il reale comportamento dei consumatori. Comportamenti che, ovviamente, stravolgono i consolidati approcci gestionali. Pubblicità e comunicazione classica perdono di significato: i consumatori si scambiano pareri e si orientano a vicenda. Il planetario successo di eBay e Amazon dipende in parte dal rivoluzionario posizionamento consumocratico. Il parere degli esperti (vedi critici) viene accantonato. Il simile racconta al simile perché comprare un prodotto. Il link di Amazon: “Clienti che hanno acquistato questo libro, hanno acquistato anche …” è un ottimo esempio di soft selling o meglio di customer made orientation. Il futuro potere dei consumatori di influenzare i consumi non va sottovalutato o snobbato. Un segnale educativo viene dagli Usa. L’azienda americana Kryptonite, famosa per i suoi costosi lucchetti hi-tech per bici, ha visto la sua reputazione andare a rotoli per colpa di un video amatoriale realizzato da un consumatore e diffuso sul blog engadget.com, punto di riferimento per gli appassionati di gadget tecnologici. La scena clou: il tanto decantato lucchetto si scassina con una semplice biro a sfera nel giro di pochi minuti. Danni stimati per 10 milioni di dollari e notizia rimbalzata sui principali media, fra cui il New York Times. Potenza del blog e del passaparola virtuale. 12-13 negozio 30-09-2005 11:12 Pagina 12 consumocrazia Negozio Customer made retail 12-13 negozio 30-09-2005 11:12 Pagina 13 nextfuture 13 Referendum shop da punto di vendita a punto di vista. Il consumatore è chiamato a pronunciarsi su questioni come assortimento, allestimento, layout, servizi, orari e gestione pdv) con potere abrogativo (far sparire prodotti e servizi non graditi) e potere propositivo (far apparire prodotti e servizi graditi) Fabbing shop da luogo di aggregazione a luogo di creazione. Ovvero: la rivoluzione della iperpersonalizzazione. Negozi mini fabbrica, che realizzano prodotti su misura just in time, grazie alle future applicazioni di massa del rapid prototyping e manufactoring. Fluid shop da canale di diffusione a canale di fusione. Un punto di vendita fluido, mutevole e arrendevole. Concepito come un organismo vivente o interfaccia fra retailer e clienti. Fusione di virtuale e reale, di generi, stili, ambienti, prodotti e servizi. Il tutto in una logica on demand. High lights Mai sentito parlare di customer made shop, il negozio progettato dai consumatori in persona? Forse è ancora presto per una simile innovazione, ma alcuni segnali o meglio tentativi di approccio consumocratico sono già visibili nel retail. Qualche anno fa Sainsbury’s fece scalpore facendo progettare il suo nuovo concept store di Hazel Grove dai consumatori in persona. Risultato? Un concentrato di soluzioni e innovazioni che architetti e uomini del marketing forse mai avrebbero partorito. Come dire: chiedi e ti sarà detto come il cliente vuole il negozio del futuro. Per ora quasi un caso isolato. Perché architetti, progettisti, marketing manager ed esperti vari non hanno molta voglia di dare retta a dei semplici consumatori, se non tramite il manipolabile filtro dei focus group. Eppure la consumocratizzazione del punto vendita è una logica conseguenza dei vari customer made trend esplorati da Nemo. Approccio consumocratico significa anche cambio di mentalità. “Abbiamo il prodotto giusto per lei” diventa “cerchiamo insieme il prodotto giusto per lei”. Dialogo anziché monologo. Il negoziante diventa l’avvocato del cliente (customer advocacy) e suggerisce addirittura altri negozi dove trovare quanto cercato e desiderato (tecnicamente customer outsourcing e sharing). Tutto questo evoca il mondo di internet. Vero, ma è questa la chiave. La futura generazione digitale pretende che il negozio fisico sia una risorsa aperta. Clonare la rete virtuale e creare una sorta di doppio nella rete “reale”. Futuribile, ma inevitabile per stare sul mercato nel futuro. 14-15 layout 30-09-2005 11:12 Pagina 14 14 nextfuture consumocrazia Layout Customer made shop CONTAMINAZIONE SPAZIALE CREATIVA ESPLORAZIONE SENSIBILE COINVOLGIMENTO DECISIONALE DESTRUTTURAZIONE DELL’ESPERIENZA D’ACQUISTO IL DISEGNO DELLA CONSUMOCRAZIA SECONDO POLI.DESIGN 14-15 layout 30-09-2005 11:12 Pagina 15 nextfuture 15 High lights Prodotto cognitivo, sensibile, sperimentale, comprensivo, processuale, creativo, progressivo Comunicazione integrata, democratica, esperienziale, personalizzata, a rete, trasversale, narrativa Servizio trasparente, inclusivo, esperienziale, tecnologico, relazionale, laboratoriale, educativo, metastrutturale I diversi contributi sviluppati in questi ultimi anni, in relazione al tema dell’innovazione commerciale, sono tutti concordi nel riconoscere la dimensione esperienziale come fulcro attorno al quale il punto vendita si è trasformato in una vera e propria “piattaforma relazionale” (Pellegrini, 2001). Ma se nel concetto di “piattaforma relazionale” il punto di vendita assume un ruolo più “teatrale” di messa in scena del prodotto e del brand, in una visione evolutiva appare ipotizzabile una maggiore complessificazione che tenderà alla “messa in scena” della relazione stessa. O meglio, il grado di relazione oggi percepibile fra consumatore e impresa, che si attua in-store attraverso uno scambio emotivo fra consumatore e sistema prodotto (comunicazione, prodotto, servizio) tenderà, sempre più, alla spettacolarizzazione del rapporto fra consumatore/inventore e prodotto/ produzione, sempre in-store. L’interazione nello spazio di vendita sarà riferita anche, e soprattutto, al grado di coinvolgimento attivo del consumatore nell’esprimere le proprie scelte in relazione alla produzione del prodotto/servizio stesso. Il partecipare attivamente alla realizzazione del proprio artefatto aumenta quello “stato di flusso” (Csikszentmihalyi, 1990) in cui un individuo dirige la propria energia psichica in modo attivo verso un determinato scopo o oggetto e che contribuisce alla definizione di “Optimal experience”. Ecco il luogo dello scambio economico che si trasforma in uno spazio fluido, dai contorni sfilacciati che, attraverso un uso “sociale” della tecnologia, determina la costituzione di un “laboratorio della conoscenza”. Progetto grafico Walter Tinelli Via Brescia 53/65 Cernusco s/Naviglio Stampa Rotolito Lombarda Direttore Responsabile Luigi Rubinelli cover e quartanew 30-09-2005 11:11 Pagina 1 “Il futuro è già scritto. Leggetelo in anteprima” Firmato