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L’Occhio Secco
A cura di: Alfredo Confalonieri
Ottico Optometrista - Dr. in Farmacia
03 Giugno 2014
spaziovisione.xoom.it
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MORFOLOGIA E FISIOLOGIA
LA SUPERFICIE OCULARE
La parte esposta dell’occhio, quella che si rende direttamente visibile nell’apertura delle palpebrale, viene
definita come superficie oculare.
Essa è l’area di contatto tra l’occhio e l’ambiente esterno e si compone di differenti strutture ognuna delle
quali, pur presentandosi apparentemente separata, è in stretta continuità anatomica e funzionale con le
altre.
In quest’area distinguiamo:
• I margini liberi delle palpebre.
• L’epitelio corneale ovvero lo strato più superficiale della cornea (che a sua volta è la parte anteriore trasparente dell’occhio, attraverso cui intravediamo l’iride colorata e la pupilla.
• L’epitelio congiuntivale, ossia lo strato più superficiale della congiuntiva bulbare peri-corneale; quest’ultima è una sottile tunica trasparente che inizia la dove si interrompe la cornea e si stende a rivestire la
parte esterna (bianca) del bulbo oculare.
• Il film lacrimale.
I MARGINI LIBERI PALPEBRALI presentano, presso il loro bordo posteriore le ghiandole di Meibomio, pro-
duttrici dello strato lipidico (cioè grasso) del film lacrimale.
L’EPITELIO CORNEALE è costituito, verso l’esterno, da cellule piatte ricoperte da minuscole propaggini, i
microvilli; essi favoriscono l’adesione del film lacrimale che altrimenti, tenderebbe a scivolare troppo rapidamente dalla superficie corneale.
L’EPITELIO CONGIUNTIVALE è ricco di ghiandole lacrimali accessorie sierose che producono quindi un
secreto di natura essenzialmente acquosa ed anche di ghiandole lacrimali accessorie mucose (secernenti muco proteine).
IL FILM LACRIMALE
è una sottile pellicola fluida in continuo ricambio che
si distribuisce su tutta la parte esposta dell’occhio e si
compone di due distinte porzioni:
• Uno strato più profondo semi solido, strettamente
sovrapposto all’epitelio corneale e a quello congiuntivale; prodotto dalle cellule epiteliali stesse; composto di glicoproteine ha la funzione di rendere l‘epitelio (per sua natura idrofobo) affine all’acqua.
• Uno strato superficiale semi liquido a sua volta
suddiviso in tre frazioni: frazione mucosa, frazione
acquosa e frazione lipidica.
LA FRAZIONE MUCOSA è la più profonda e viene se-
creta dalle cellule mucipare della congiuntiva; rende
più lavabile la superficie oculare, abbassando la tensione superficiale tra l’epitelio di cornea e congiuntiva
e la sovrastante frazione acquosa dello strato semi liquido.
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Costituita per la massima parte da acqua, LA FRAZIONE ACQUOSA è nettamente la parte più spessa del
film lacrimale; viene prodotta dalla ghiandola lacrimale principale e dalle ghiandole lacrimali sierose della
congiuntiva.
Contiene disciolti anche sali, alcuni acidi organici, amminoacidi e proteine (la cui funzione è principalmente antibatterica).
La frazione acquosa riduce gli attriti dei movimenti oculari e palpebrali, deterge e allontana le cellule morte, asporta le impurità dell'aria.
LA FRAZIONE LIPIDICA, composta da cere ed esteri di colesterolo, è lo strato più superficiale del film la-
crimale; viene prodotta dalle ghiandole palpebrali di Meibomio, è preposta alla stabilizzazione dell’intero
film lacrimale: esplica tale funzione formando una barriera lungo il bordo palpebrale, impedisce l'uscita
delle lacrime e mantiene l'idratazione della superficie oculare durante le ore di sonno, regola inoltre il tasso di evaporazione dello strato acquoso della lacrima stessa.
DINAMICA DEL FLUSSO LACRIMALERIMALE
Come già visto, le lacrime vengono continuamente prodotte e riversate nel sacco congiuntivale da una serie
di ghiandole; successivamente sono allontanate: circa il 25% per evaporazione, mentre il restante 75% è
drenato attraverso i puntini e i canalini lacrimali, per passare nel sacco lacrimale e infine nel condotto naso lacrimale.
Gli elementi dinamici di questo ciclo sono le ghiandole lacrimali, la gravità, l’evaporazione e la chiusura
ed apertura delle palpebre (o ammiccamento).
La chiusura e riapertura delle palpebre inoltre, ridistribuendo ripetutamente la lacrima sull’occhio, ne riorganizza la struttura stratificata (mucine/acqua/lipidi).
L’OCCHIO SECCO
I disturbi della lubrificazione della superficie oculare che genericamente indichiamo come “sindrome da
occhio secco”, originano da alterazioni della composizione del film lacrimale, o anche da una lacrimazione quantitativamente troppo scarsa.
I SINTOMI principali avvertiti in questo caso sono: bruciore o prurito agli occhi, uniti alla sensazione di avere granelli di sabbia negli occhi, spesso accompagnati da:
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Arrossamento oculare.
Sensazione di secchezza.
Ammiccamento molto rapido.
Sensibilità alla luce
Intolleranza alle lenti a contatto.
Intolleranza ai cosmetici.
Sensazione di pressione sugli occhi.
Pesantezza delle palpebre.
Facile affaticamento degli occhi.
Margini palpebrali infiammati.
Visione offuscata.
Occhi “incollati” al mattino.
LE CAUSE
Le cause della sindrome da occhio secco possono essere molteplici; talvolta ne sono responsabili alcune patologie di carattere generale ma più spesso, si delinea un evidente legame con fattori ambientali e con lo stile
di vita ed i ritmi di lavoro moderni, ad esempio:
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• Il lavoro al computer, al quale si associa una riduzione della frequenza del battito delle palpebre (diminuito anche a 7 battiti al minuto, anziché i 20/25 del ritmo normale).
• Il condizionamento ed il riscaldamento degli ambienti climatizzati o riscaldati, tipicamente secchi: perché l’aria secca e le correnti d’aria (negli uffici, su treni e aerei o in auto) fanno evaporare molto rapidamente il liquido lacrimale.
• I livelli di ozono troppo elevati, presenti soprattutto in città e nelle calde giornate estive, oltre ad essere
dannosi per l’apparato respiratorio, danneggiano l’integrità dello strato lipidico protettivo del film lacrimale.
• L’uso di lenti a contatto può enfatizzare i problemi di un film lacrimale già di per se instabile o con ridotto spessore, anche perché le lenti riscaldano la superficie dell’occhio accentuando l’evaporazione della
componente acquosa delle lacrime.
• Eye-liner ed ombretti, entrando a diretto contatto con la lacrima, possono comprometterne l’integrità e
anche, venendo applicati sulle palpebre, possono occludere le aperture delle ghiandole di Meibomio
che come noto, producono la componente lipidica del film lacrimale.
• Patologie come diabete, allergie, disturbi reumatici, malattie della tiroide, acne e neuro dermatiti, possono essere la causa primaria della sindrome da occhio secco.
• Interventi e trattamenti laser (sostituzione del cristallino per cataratta, chirurgia refrattiva) possono
comportare secchezza oculare transitoria che può perdurare anche per mesi.
• Lo strato mucoso e quello lipidico del film lacrimale, possono risultare danneggiati dall’assunzione di
farmaci quali: antidepressivi, analgesici, sonniferi, beta bloccanti, neurolettici, antistaminici, pillola anticoncezionale.
• Nelle donne, in particolare con la gravidanza o nella menopausa, possono verificarsi problemi di occhio
secco legati a fattori ormonali.
• Nell’adulto dopo i 60 anni è molto comune lo sviluppo di un deficit dello strato lacrimale acquoso.
• Le infiammazioni delle palpebre e più in generale del segmento esterno dell’occhio, implicano frequentemente anche alterazioni del film lacrimale.
LE CURE
Le due forme della sindrome da occhio secco, una provocata dalla ridotta produzione di fluido lacrimale e
l’altra da una eccessiva perdita della componente acquosa delle lacrime (legata ad una aumentata evaporazione dell’acqua dalla superficie dell’occhio) spesso coesistono tra di loro in proporzioni variabili, il che
rende più difficile la diagnosi e la conseguente scelta terapeutica.
Nella pratica si usano molto spesso prodotti ad utilizzo locale (soluzioni, gel, spray) scelti a seconda della
tipologia del caso e in relazione ai sintomi accusati dal paziente.
In base alla formulazione e alla loro azione, possiamo distinguerli in:
• Diluenti, in grado di allontanare le sostanze prodotte dal metabolismo delle cellule; hanno purtroppo un
breve tempo di durata.
• Stabilizzanti, in grado di aumentare la stabilità del film lacrimale.
• Di volume, in cui vi sono sostanze capaci di legarsi alla superficie oculare e di trattenere acqua.
• Correttive, in grado di correggere alcune caratteristiche fisiche della superficie oculare.
• Nutrienti che contengono alcune sostanze in grado di migliorare il trofismo dei vari epiteli che sono in
sofferenza.
Oltre all’uso di questi prodotti, quando la sindrome da occhio secco risulta intimamente connessa con l’ambiente e/o con lo stile di vita, diviene altresì importante intervenire modificando, laddove possibile, le inadeguatezze ambientali, così come gli eventuali comportamenti scorretti.
Va anche ricordato che quando la sindrome da occhio secco è secondaria a malattie dell’occhio o a patologie di carattere generale, la guarigione dalla patologia primaria risulterà determinante anche nella normalizzazione delle alterazioni del film lacrimale.
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