scaricato da www.sunhope.it Funzioni del pericardio • Fissaggio del cuore • Riduzione dell’attrito con gli organi circostanti Pericardite acuta • La pericardite acuta è una sindrome dovuta ad infiammazione del pericardio • Funzione di barriera contro infezioni e neoplasia • L’incidenza varia tra il 2 e il 6% dei reperti autoptici • Regolazione della circolazione (prevenzione della dilatazione acuta del cuore, accoppiamento diastolico dei ventricoli) • Viene diagnosticata clinicamente solo in circa 1 su 1000 ricoveri ospedalieri. Etiologia della pericardite acuta • Tumore maligno • Pericardite idiopatica • Uremia (IRC) • Infezione virale e batterica • Terapia anticoagulante • Dissecazione aortica • Procedure diagnostiche invasive • Malattie del connettivo • Sindrome postpericardiotomica • Trauma • Tubercolosi • Radiazioni • Mixedema • Postinfarto miocardico (Dressler) Etiologia della pericardite infettiva Virus: coxachie A o B, echovirus, influenzavirus, adenovirus, Epstein Barr virus, varicella, parotite, AIDS, mononucleosi. Micobatteri: micobatterio TBC, micobatterio avium, micobatterio intracellulare. Protozoi: toxoplasmosi, entamoeba histolytica, tripanosoma cruzii Miceti: candida, aspergilo, istoplasmi, blastomiceti, coccidii. Batteri: stafilococco, streptococco, gram-negativi, meningococco, pneumococco, salmonella, brucella, legionella, campylobacter, hemophilus… Rickettsiae Anaerobi: clostriduim, steptococci anaerobi 1 scaricato da www.sunhope.it Quadro clinico: segni e sintomi La diagnosi di pericardite • Dolore di tipo pericardico • Rumori da sfregamento pericardico • Segni ECGrafici, radiografici ed ecocardiografici Dolore toracico pleuropericardico: improvviso, prevalente al precordio ma ampiamente irradiato al collo, al dorso, alla spalla sn, al muscolo trapezio o al lato sinistro del collo. E’ di lunga durata (ore o giorni). E’ accentuato da atteggiamenti che non influenzano, invece, il dolore cardiaco di tipo ischemico: l’inspirazione profonda, la rotazione del tronco, la deglutizione, la tosse, il movimento delle braccia. E’ alleviato dalla posizione seduta e dall’inclinazione del busto in avanti. Soltanto la parte inferiore del pericardio parietale è dotata di sensibilità dolorifica, fornita dal nervo frenico. Parte del dolore è riconducibile al coinvolgimento di strutture limitrofe (pleure). Dispnea o tachipnea: prevalentemente antalgiche. Tosse secca. Tachicardia. Febbricola. Sfregamenti pericardici: (attrito tra i foglietti viscerale e parietale durante i movimenti cardiaci per la presenza di depositi di fibrina). Esiste una componente sistolica iniziale, praticamente costante. Meno frequenti sono: una componente telediastolica (riempimento lento, ossia contrazione atriale: 70% dei casi) ed una componente protodiastolica (riempimento rapido: 50% dei casi). Gli sfregamenti, caratteristici della fase iniziale, scompaiono o si attenuano se l’essudazione aumenta ed i foglietti pericarditi si allontanano. ECG nella pericardite acuta Modificazioni sequenziali (4 stadi) della ripolarizzazione ventricolare che riflettono la sofferenza degli strati subepicardici del miocardio. 1 - Sopraslivellamento del tratto ST diffuso a tutte le derivazioni, tranne V1 e aVR, dove può essere specularmente depresso. Questo aspetto dura alcuni giorni. Il PR può essere sottoslivellato in tutte le derivazioni, tranne che in aVR, dove è sopraslivellato. 2 - Il tratto ST torna all’ isoelettrica e l’onda T si appiattisce. 3 - Le onde T si invertono (questo aspetto dura settimane o mesi). 4 - Ritorno alla normalità. 2 scaricato da www.sunhope.it ECG nella pericardite acuta ECG nella pericardite acuta •Frequente è la tachicardia sinusale. •A volte è presente aritmia da fibrillazione atriale o flutter atriale. •E’ presente alternanza elettrica nel caso di estesi versamenti o tamponamento cardiaco. •Non compaiono onde q, a meno che non sia presente anche infarto miocardico. Rx torace Rx torace Il ruolo della radiografia toracica è divenuto secondario dopo l’avvento dell’ ecocardiografia. Fino a 250 cc di liquido possono essere presenti in pericardio senza alterazioni radiologiche significative. La classica immagine del “cuore a fiasco” è tipica dei versamenti cospicui o del tamponamento cardiaco. La radiografia del torace può dare informazioni sulla etiologia sottostante la pericardite acuta (TBC, polmonite batterica, neoplasia) 3 scaricato da www.sunhope.it Ecocardiogramma Ecocardiogramma E’ la metodica più sensibile e specifica nella diagnosi di versamento pericardio e nella valutazione della sua importanza emodinamica (tamponamento cardiaco). Caratteristico è lo spazio ecoprivo osservabile dietro la parete posteriore del ventricolo sinistro dalla proiezione parasternale o avanti alle sezioni destre dalla proiezione sottocostale. Un versamento circonferenziale con ampiezza in diastole superiore a 1 cm viene ritenuto significativo. La pericardite postpericardiotomica •10-40% dei pazienti dopo interventi cardiochirurgici. •Infrequente nei bambini < 2 anni. •Rilevata da 1 settimana a 2 mesi dopo l’ intervento. •Accompagnata a versamento pleurico in 1/3 dei casi. •Il liquido pericardio è spesso sieroematico con elevata conta leucocitaria. •In circa l’1% dei casi è complicata da tamponamento cardiaco. •In circa lo 0,2% dei casi evolve tardivamente in pericardite costrittiva. La pericardite post-infarto miocardico acuto •Sfregamenti pericardici sono presenti nel 5-15% dei pazienti con IMA. •La pericardite si associa più frequentemente ad IMA molto estesi. •Prevalenza maggiore negli IMA anteriori. •Prevalenza maggiore nei casi di malattia trivasale. •Maggiore mortalità intraospedaliera. •Più rara nei pazienti sottoposti a trombolisi. 4 scaricato da www.sunhope.it Terapia della pericardite acuta •Raramente è possibile ricorrere ad una terapia etiologica (es. antibiotici nelle forme infettive). •L’uso degli analgesici-antipiretici (acido acetilsalicilico 650 mg p.o. 4-6 volte al giorno; indometacina 25-50 mg p.o. 4 volte al giorno) ed eventualmente dei cortisonici (prednisone 60 mg/die in due somministrazioni; poi scalare per 2-3 settimane) rappresenta la terapia di elezione nelle forme più comuni. •I cortisonici non dovrebbero essere utilizzati prima di tre settimane se si sospetta una viremia, per l’ effetto negativo da un punto di vista immunologico. Il tamponamento cardiaco Costituisce una vera e propria emergenza cardiologica. E’ caratterizzato da: • un aumento delle pressioni intracardiache • una riduzione critica del riempimento diastolico provocato da un eccessivo aumento della pressione intrapericardica • una riduzione della gittata cardiaca •Nella fase acuta non si dovrebbe fare uso di anticoagulanti. Cause di tamponamento cardiaco •Tumore maligno •Pericardite idiopatica •Uremia (IRC) •Infezioni batteriche •Terapie anticoagulanti •Aneurisma dissecante •Procedure diagnostiche invasive •TBC •Traumi •Pericarditi postpericardiotomiche Fisiopatologia L’aumento della pressione intrapericardica presente in caso di tamponamento cardiaco determina una diminuzione del volume ed un aumento della pressione nelle cavità cardiache. Ciò avviene prima nelle sezioni destre, che hanno una pressione minore, e successivamente nelle sezioni sinistre. La gittata sistolica si riduce. La frequenza cardiaca e la frazione di eiezione per compenso aumentano. Quando nonostante questo meccanismo compensatorio la gittata cardiaca comincia a diminuire, l’aumento delle resistenze periferiche tende a mantenere costante la pressione arteriosa (PA), riducendo però la perfusione di organi vitali. Nel momento in cui la pressione intrapericardica raggiunge valori critici, sia la gittata che la PA crollano drammaticamente. 5 scaricato da www.sunhope.it Fisiopatologia Fisiopatologia L’aumento della pressione di riempimento del ventricolo destro si accompagna necessariamente ed un aumento della pressione venosa centrale. L’insorgenza del tamponamento dipende da: • volume di liquido • distensibilità pericardica • velocità di accumulo del liquido intrapericardico Nel tamponamento pericardico è conservato il normale aumento della ritorno venoso sistemico al cuore durante l’insirazione, poichè la caduta inspiratoria della pressione intratoracica è trasmessa allo spazio pericardico e quindi all’interno delle camere cardiache destre (diagnosi differenziale con la pericardite costrittiva). Il polso paradosso E’ una esagerata riduzione della pressione arteriosa periferica (di 10 mmHg o più) in corso di inspirazione. Piccoli volumi che si raccolgono rapidamente (traumi chiusi o rotture di aneurismi) possono dare tamponamento, mentre grossi volumi che si raccolgono lentamente (pericardite cronica) e distendono progressivamente il pericardio possono essere meglio tollerati. In caso di tamponamento cardiaco, per la presenza di elevati regimi pressori intrapericardici, il riempimento dei due ventricoli è competitivo. In inspirazione l’aumento del VTD del VD avviene a spese del VS e si accompagna ad una riduzione della gittata sistolica del VS e ad un sensibile calo (> 10 mmHg) della PA. In condizioni normali la pressione intrapericardica è di –3 mmHg in inspirazione (quando la pressione intratoracica diminuisce) e di +1 mmHg in espirazione. Nel corso della inspirazione vi è un aumento del ritorno venoso sistemico al cuore destro ed un aumento del volume telediastolico del VD. Il volume telediastolico del VS, invece, rimane invariato o si riduce lievemente con l’ inspirazione. Pertanto, negli individui normali vi può essere una lieve riduzione della pressione arteriosa periferica (massimo 5 mmHg) durante l’ inspirazione. espirazione inspirazione 6 scaricato da www.sunhope.it ECG nel tamponamento cardiaco Quadro clinico del tamponamento cardiaco • Pressione venosa sistemica elevata (turgore giugulare) • Polso paradosso Tachicardia Alternanza elettrica totale (interessa il QRS, l’ onda P e l’ onda T) • Tachipnea (> 20 atti respiratori/min) • Tachicardia • Toni cardiaci ovattati • Progressivo calo della pressione arteriosa PRE - EVACUAZIONE LIQUIDO • Sfregamenti pericardici (rari) • Contrazione della diuresi POST – EVACUAZIONE LIQUIDO Rx torace: tamponamento cardiaco Ecocardiogramma •E’ la metodica più sensibile e specifica nella diagnosi di tamponamento cardiaco. •Entità del versamento e sua localizzazione (circonferenziale o saccato) •Collasso diastolico dell’ atrio destro e sinistro •Collasso protodiastolico del ventricolo destro 7 scaricato da www.sunhope.it Collasso diastolico dell’ atrio destro. Importante versamento pericardico circonferenziale Proiezione 4 camere apicale. Proiezione 4 camere sottocostale. VERS VD VS AD AS VERS Cateterismo cardiaco Terapia del tamponamento cardiaco •Evacuazione del liquido pericardio (pericardiocentesi con ago per via sottoxifoidea) oppure drenaggio chirurgico in anestesia generale per via sottoxifoidea. •Evitare beta-bloccanti e diuretici (un tono adrenergico adeguato ed una elevata pressione di riempimento sono indispensabili per un accettabile compenso cardiocircolatorio). 8 scaricato da www.sunhope.it La pericardite cronica costrittiva Dopo l’ evacuazione di una adeguata quantità di liquido: Scomparsa del polso paradosso • Rappresenta una complicazione del processo di cicatrizzazione conseguente alle lesioni del pericardio sia infiammatorie che neoplastiche o emorragiche. Aumento della PA Aumento della portata cardiaca • Il pericardio è trasformato in un involucro rigido, una sorta di scatola indeformabile, che interferisce con il nomale riempimento diastolico del cuore. Riduzione della frequenza cardiaca Aumento della gittata sistolica • Può realizzarsi lentamente nel corso degli anni e comporta una fusione tra epicardio e pericardio. Ripresa della diuresi • In taluni casi la deposizione di calcio può contribuire all’ispessimento e all’irrigidimento del pericardio. Etiologia Fisiopatologia della pericardite costrittiva Idiopatica Terapia radiante Post pericardite essudativa Post-chirurgica Neoplastica Infettiva (TBC) Malattia connettivale Uremia • la rigidità del pericardio isola il cuore in maniera più o meno completa dalle variazioni di pressione intratoracica • aumento delle pressioni diastoliche in tutte e 4 le camere cardiache • in protodiastole il volume intracardiaco è minore di quello delimitato dal pericardio rigido e il riempimento protodiastolico avviene in modo molto rapido, per l’aumento della pressione venosa. Sarcoidosi Traumatica 9 scaricato da www.sunhope.it Fisiopatologia della pericardite costrittiva Sintomatologia della pericardite costrittiva • il riempimento rapido protodiastolico è bruscamente interrotto quando il volume intracardiaco raggiunge il limite costituito dal pericardio fibrotico (aspetto “dipplateau” delle curve di pressione ventricolare) • la pressione venosa giugulare non si riduce ma aumenta in inspirazione (segno di Kussmaul) perché le modificazioni pressorie intratoraciche non vengono trasmesse allo spazio pericardico ¾ Dispnea ¾ Astenia ¾ Distensione addominale ¾ Ortopnea ¾ Tosse • è presente il polso paradosso (meno accentuato rispetto al tamponamento) Segni clinici nella pericardite costrittiva Rx torace nella pericardite costrittiva • calcificazioni pericardiche (presenti nel 50% dei casi) ¾ Pressione venosa elevata (giugulari distese) ¾ Edema • vero e proprio guscio calcifico ¾ Epatomegalia ¾Ascite ¾ Versamento pleurico ¾ Segno di Kussmaul ¾ Knock pericardico (III tono protodiastolico) ¾ Polso paradosso ¾ Impulso precordiale diminuito 10 scaricato da www.sunhope.it ECG nella pericardite costrittiva TAC torace e RMN - Alterazioni aspecifiche dell’ onda T - Complessi di basso voltaggio - Difetto di conduzione intraatriale - Fibrillazione atriale (25%) - Flutter atriale (<5%) -Ipertrofia ventricolare destra (5%) TAC RMN Emodinamica nella pericardite costrittiva Ecocardiogramma - Pressioni atriali elevate ed uguali tra loro (15-25 mmHg) Ispessimento pericardico - Pressione ventricolare con aspetto “dipplateau” o a “radice quadrata” Eventuali calcificazioni - Equalizzazione di: pressione atriale dx, wedge e pressioni ventricolari in telediastole - rapido flusso protodiastolico (onda y) - inversione del flusso durante sistole atriale Dilatazione vena cava inferiore Doppler vena epatica: 11 scaricato da www.sunhope.it L’ endocardite infettiva Terapia della pericardite costrittiva E’ una malattia causata dall’ infezione microbica del rivestimento endoteliale del cuore. La lesione caratteristica è la vegetazione. L’incidenza è di 1.6 – 6 casi per 100.000 persone ogni anno. Diuretici: migliorano la congestione viscerale Antialdosteronici: potenziano l’ effetto diuretico e si oppongono all’ iperaldosteronismo secondario Pericardiectomia L’endocardite batterica acuta evolve nel giro di pochi giorni o 1-2 settimane. Il decorso clinico è rapido e le complicanze precoci. E’ provocata da patogeni primari aggressivi che possono invadere anche altre sedi corporee (es. Staphylococcus aureus). L’endocardite batterica subacuta evolve nel giro di settimane o mesi. Il decorso clinico è lento e le complicanze tardive. E’ provocata da patogeni poco aggressivi e a bassa virulenza, che hanno scarsa capacità di invadere altri distretti (es. Steptococcus viridans). Talvolta all’ interno del cuore si sviluppano delle vegetazioni sterili di natura prevalentemente trombotica (endocardite sterile o endocardite trombotica abatterica). Microaggregati piastrinici possono comparire su valvole normali o, più frequentemente, danneggiate. Rappresentano probabilmente il substrato iniziale della endocardite batterica. Microrganismi che più frequentemente provocano endocardite Streptococchi: Viridans, Bovis, Faecalis Stafilococchi: Coagulasi positivi, Coagulasi negativi Bacilli anaerobi: Gram-negativi Miceti Altri batteri Difteroidi Altri anaerobi Rickettsiae Clamidie Infezioni polimicrobiche 12 scaricato da www.sunhope.it I principali agenti responsabili di infezioni nosocomiali sono: stafilococchi, enterococchi, Candida e bacilli Gram-negativi. Lo Staphylococcus aureus è spesso associato a infezioni da ferite o da cannule. La Candida albicans in caso di alimentazione parenterale prolungata. L’endocardite batterica in assenza di cardiopatie accertate è più comune nei bambini al di sotto dei 2 anni e in caso di adulti che usino droghe per via endovenosa Età Rischio di endocardite infettiva in specifiche lesioni cardiache • Rischio elevato ¾ Protesi valvolari ¾ Endocardite pregressa ¾ Cardiopatie congenite cianogene ¾ Insufficienza o stenosi aortica Lesione < 2 anni 2-15 anni 15-50 anni >50 anni Tossicodip Non cardiopatie note 50-70 10-15 10-20 10 50-60 Cardiopatie congenite* 30-50 70-80 25-35 15-25 10 ¾ Stenoinsufficienza mitralica Malattia reumatica <1 10 10-15 10-15 10 ¾ PDA Cardiopatia degenerativa 0 0 <1 10-20 <1 ¾ Difetti interventricolari Cardiochirurgia 5 10-15 10-20 10-20 10-20 ¾ Insufficienza mitralica ¾ Coartazione aortica * Compreso prolasso mitralico Rischio di endocardite infettiva in specifiche lesioni cardiache • Rischio intermedio ¾ Prolasso mitralico con insufficienza ¾ Stenosi mitralica pura ¾ Valvulopatia tricuspidale ¾ Stenosi polmonare ¾ Ipertrofia settale asimmetrica (HCM) ¾ Alimentazione parenterale o sistemi di monitoraggio prolungati in atrio destro Rischio di endocardite infettiva in specifiche lesioni cardiache •Rischio basso – trascurabile ¾Prolasso mitralico senza insufficienza ¾Insufficienza valvolare lieve (solo eco) ¾ Difetto interatriale ¾ Placche aterosclerotiche ¾ Coronaropatia ¾ Sifilide aortica ¾ Protesi cardiache non valvolari ¾ Pacemaker-DEF ¾ Valvupolatia degenerativa dell’ anziano ¾ Lesioni cardiache corrette chirurgicamente 13 scaricato da www.sunhope.it La distribuzione delle vegetazioni Le manifestazioni cliniche dell’ endocardite • Infezione sistemica Fattori emodinamici predisponenti: •flusso ematico anomalo ad alta velocità •flusso da una camera ad alta velocità ad una a bassa velocità Sintomi: febbre, brividi, rigidità, sudorazione, malessere, astenia, torpore, delirio, cefalea, anoressia, calo ponderale, dorsalgia, artralgia, mialgia. Porte di ingresso: orofaringe, cute, vie urinarie, tossicodipendenza, infezioni nosocomiali. EO: Iperpiressia, pallore, calo ponderale, astenia, splenomegalia, anemia. •orifizio ristretto che crea un gradiente di P • Lesioni intravascolari Sintomi: dispnea, dolore, toracico, astenia focale, ictus, dolore addominale, arti freddi e dolenti. EO: Soffi, scompenso cardiaco, petecchie (cute, occhio, mucose), macchie di Roth (microemorragie retiniche con centro chiaro ed alone rosso vivo), noduli di Osler (eritematosi, soffici e dolenti, localizzati spesso ai polpastrelli), lesioni di Janeway (eritematose, piatte, non dolenti, localizzate alle palme delle mani e sulla pianta dei piedi), emorragie a scheggia, accidenti cerebrovascolari, aneurisma micotico, ischemia periferica, ematuria. Criteri clinici di Dukes per la diagnosi di endocardite infettiva Per formulare diagnosi di endocardite sono necessari: - 2 criteri maggiori, oppure - 1 criterio maggiore e 3 minori, oppure - 5 criteri minori. • Reazioni immunologiche Sintomi: Artralgie, mialgie, tenosinoviti. EO: artrite, uremia, anomalie vascolari, ippocratismo digitale, ematuria. 14 scaricato da www.sunhope.it Criteri minori Criteri maggiori • Emocolture positive - Microrganismi tipici presenti in 2 emocolture differenti (Str. Viridans, Staph. Aureus, enterococchi acquisiti in comunità, in assenza di un focolaio infettivo primario); oppure •Fattori predisponenti: patologia cardiaca a rischio, droghe e.v. - Emocolture persistentemente positive: •Fenomeni vascolari: embolie arteriose maggiori, infarti polmonari settici, aneurismi micotici, emorragie intracraniche, emorragie congiuntivali, lesioni di Janeway. A) 2 emoculture eseguite a > 12 ore di distanza B) almeno 3 emoculture eseguite ad 1 ora di distanza • Coinvolgimento endocardico (ecocardiografico) - massa intracardiaca caratteristica - ascesso - deiscenza di protesi valvolare - nuova insufficienza valvolare Criteri anatomopatologici di endocardite infettiva •Microrganismi: presenza dimostrata tramite colture o studi istologici di una vegetazione in situ o di una vegetazione embolizzata o di un ascesso intracardiaco •Lesioni patologiche: presenza di vegetazioni o ascessi intracardiaci confermata da studi istologici che mostrano endocardite in fase attiva. •Febbre >38 °C •Fenomeni immunologici: glomerulonefrite, noduli di Osler, macchei di Roth, fattore reumatoide +. •Microbiologia: emocolture positive ma non rispondenti ai criteri maggiori, evidenza sierologica di infezione da microrganismo compatibile. •Ecocardiogramma: compatibile rispondente ai criteri maggiori. con endocardite ma non Complicanze dell’ endocardite infettiva - Scompenso cardiaco - Embolia periferica - Anomalie di conduzione (BAV anche avanzati) - Manifestazioni neurologiche (infarto embolico o emorragia da embolia o aneurismi micotici) - Aneurisma micotico (danno della parete arteriosa per la risposta infiammatoria antimicrobica). 15 scaricato da www.sunhope.it Terapia dell’endocardite batterica E’ guidata dalle emocolture e dura almeno 4-6 settimane. Esempi da e La profilassi dell’ endocardite infettiva Le manovre di piccola chirurgia o le procedure odontoiatriche prevedono l’ utilizzo della terapia antibiotica a scopo profilattico in pazienti a rischio elevato (portatori di protesi valvolari, endocardite pregressa, cardiopatie congenite cianogene, insufficienza o stenosi aortica, insufficienza mitralica, stenoinsufficienza mitralica, PDA, DIV, coartazione aortica). Esempi pratici: - Procedure ORL o delle alte vie respiratorie: Amoxicillina 2 g p.o. 1 ora prima della procedura;Allergici alla penicillina: Clindamicina 600 mg p.o. 1 ora prima della procedura; - Procedure sull’ apparato genitourinario o gastroenterico: Ampicillina 2 g im o ev + Gentamicina 1.5 mg/kg im o ev 30 minuti prima della procedura; 6 ore dopo: Ampicillina 1 g im o ev. Allergici alla penicillina. Vancomicina 1 g ev lentamente + gentamicina 1.5 mg/kg im o ev da terminare 30 minuti prima dell’ inizio della procedura. 16 scaricato da www.sunhope.it Sopravvivenza nei pazienti con ipertensione polmonare Il cuore polmonare cronico Le pneumopatie parenchimali sono la causa più frequente di cuore polmonare cronico. Cause meno frequenti ma alquanto comuni sono i disturbi del sistema ventilatorio, del “mantice respiratorio” (parete toracica, diaframma) e del letto vascolare polmonare. Principali cause di cuore polmonare cronico • Malattie del parenchima polmonare enfisema bronchite cronica bronchiectasia fibrosi cistica fibrosi polmonare • Malattie dei vasi polmonari embolie polmonari multiple ipertensione polmonare primitiva connettiviti polmonari schistosomiasi anemia falciforme stenosi polmonari periferiche 100 Sopravvivenza (%) Il cuore polmonare cronico è ritenuto responsabile del 30-40% di tutti i casi clinici di scompenso cardiaco. Elevati valori di pressione polmonare sono legati ad un’aspettativa di vita più bassa nei pazienti con ipertensione polmonare e CPC. <25 P polmonare media Il termine cuore polmonare cronico descrive uno spettro di sindromi cardiopolmonari caratterizzate dalla presenza di ipertensione polmonare, ipertrofia e dilatazione ventricolare destra. 80 25-30 60 30-45 40 20 >45 0 0 1 2 3 4 5 anni Principali cause di cuore polmonare cronico • Malattie della gabbia toracica poliomielite miopatie cifoscoliosi toracoplastica fibrotorace • Malattie delle vie aeree extratoraciche Stenosi tracheali Pickwick ostruttivo • Malattie del centro respiratorio Ipoventilazione alveolare idiopatica Pickwick centrale 17 scaricato da www.sunhope.it Quadro anatomico dell’ ipertensione polmonare primitiva Etiologia e fisiopatologia del cuore polmonare Pneumopatie parenchimali croniche riduzione letto vascolare Cifoscoliosi CHF ipoventilazione acidosi ipossiemia ipossiemia eritrocitosi eritrocitosi Cardiopatie congenite Ipert polm prim Aumento flusso ematico Ipertensione polmonare passiva Inversione shunt Riduzione anatomica vascolarizz. polmonare ipossiemia vasocostrizione eritrocitosi Ipertensione polmonare Cuore polmonare cronico ipossiemia ¾ Ispessimento (fibroelastosi) intimale con aspetto “a cipolla” ¾ Iperplasia muscolare della media (“muscolarizzazione” delle pareti arteriolari) ¾ Necrosi fibrinoide della media ¾Lesioni plessiformi: neoformazione di vasi che appaiono dilatati, a pareti sottili (emottisi), che partono dalle arterie polmonari muscolari ed originano per proliferazione endoteliale (arteriopatia polmonare plessogenica). Ipertrofia ventricolare destra Aspetto macroscopico del cuore di un paziente con ipertensione polmonare primitiva Lesioni plessiformi Quadro clinico Storia clinica: Dispnea da sforzo Dolore toracico da sforzo (simile ad angina) Inappetenza Aumento di peso Distensione addominale Palpitazioni VS VD Lipotimie o sincopi Cefalea 18 scaricato da www.sunhope.it Esame obiettivo generale Cianosi periferica e acrocianosi Ippocratismo digitale Turgore giugulare Ascite Congestione e dolorabilità epatica Reflusso epatogiugulare ECG nel Cuore Polmonare Cronico Onda P polmonare (II, III, aVF), deviazione assiale dx, prevalenza ventricolare dx (Rs in V1-V4 e R/S<1 in V5-6), T negative in V1-3, BBD. Frequenti le tachiaritmie sopraventricolari (FA, flutter atriale, tachicardia atriale ectopica). Obiettività cardiologia Impulso ventricolare destro II tono sdoppiato con aumento componente polmonare (P2) P2 palpabile III tono a destra Soffio sistolico da insufficienza tricuspidale Soffio protodiastolico da insufficienza polmonare RX torace Accentuazione interstizio peribronchiale, dilatazione AP e rami ilari principali, ridotta vascolarizzazione periferica. Ecocardiografia Scopo: valutare entità della dilatazione delle cavità destre, movimento paradosso del setto interventricolare, insufficienza tricuspidale (IT), ipertensione polmonare (calcolata dall’ IT), dilatazione dell’ asse epatocavale, valutazione funzione ventricolare dx e sn, valvulopatie sinistre associate, shunt, malformazioni congenite. 19 scaricato da www.sunhope.it Ecocardiografia Ecocardiografia normale CPC normale CPC Altre indagini strumentali 4 camere apicale Algoritmo terapeutico nel cuore polmonare cronico Prove di funzionalità respiratoria: quantificazione e definizione del tipo di insufficienza respiratoria. Emogasanalisi: in genere ipossiemia con o senza ipercapnia e acidosi respiratoria. Ventricolografia con radionuclidi: funzione ventricolare dx e sn. Scintigrafia polmonare: diagnosi di embolia polmonare. Angiografia polmonare: diagnosi di embolia polmonare, diagnosi di stenosi polmonari periferiche. Cateterismo cardiaco: Completamento diagnostico del quadro anatomico, tipo di risposta ai vasodilatatori, esclusione di stenosi o malformazioni dei vasi polmonari. 20 scaricato da www.sunhope.it Terapia medica del cuore polmonare cronico Diuretici Inotropi Furosemide Digossina Torasemide Dobutamina Metolazone Amrinone Bumetanide Milrinone Vasodilatatori ad azione diretta Isosorbide dinitrato Nitroglicerina Nitroprussiato Idralazina Diazossido Idroclorotiazide Ossido nitrico (NO) Ace-inibitori Ossigeno Prostaglandine Captopril PGE Enalapril Calcio-antagonisti Lisinopril Nifedipina Diltiazem Verapamil Prostaciclina Alfa-agonisti Tolazolina Fentolamina 21