PAGLIACCETTI RAFFAELLO (Giulianova 1839

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PAGLIACCETTI RAFFAELLO (Giulianova 1839 - 1900)
Raffaele Pagliaccetti, scultore di grande successo e di fama internazionale,
nonché pittore e disegnatore, nacque a Giulianova (Teramo) il 31 ottobre del
1839, da Andrea e Chiara Trifoni, famiglia di piccoli commercianti.
Da ragazzo trascorse le sue giornate nella bottega paterna a disegnare,
mostrando già in tenerissima età una certa inclinazione per l'arte. In questi
anni il pittore giuliese Flaviano Bucci e la moglie, consapevoli del suo
talento, gli impartirono lezioni di disegno avviandolo definitivamente sulla via
dell'arte, nonostante l'opposizione del padre che desidera fare di lui un ricco
commerciante. Sono anni pieni di studio intenso e di esercitazioni nel disegno.
A seguito delle ripetute pressioni esercitate sulla famiglia Pagliaccetti dai
coniugi Bucci e da altre personalità, tra cui il conte di Castellana e
l'ingegner Gaetano De Bartolomei, nel 1856 il giovane Raffaele venne finalmente
mandato a Roma per frequentare l'Accademia di Francia e, successivamente, quella
di San Luca.
Il soggiorno romano sarà fondamentale per la formazione del giovane artista.
Nel 1859 Raffaele tornò a Giulianova dove realizzò le sue prime opere in gesso,
e nel 1860 vinse il II premio della terza classe della Scultura.
La sua formazione artistica, basata sullo studio di modelli classici, lo
influenzò a tal punto che decise di cambiare il proprio nome da Raffaele a
Raffaello Pagliaccetti.
Oltre che alla scultura, in questo periodo l'artista si dedicò al disegno
realizzando numerosi acquerelli.
Nel 1861 si aprì a Firenze l'Esposizione Nazionale e, grazie ad un assegno
concessogli dall'Amministrazione Provinciale di Teramo, Pagliaccetti si recò a
visitarla per conoscere e confrontarsi con i maestri del suo tempo. Firenze lo
affascinò a tal punto che decise di stabilirvisi.
Qui nel 1862 incontrò Giovanni Duprè e frequentò l'entourage accademico
partecipando a numerose esposizioni dell'Accademia. I suoi lavori ottennero un
grande successo di criticae gli procurarono non pochi riconoscimenti: nel 1869
venne premiato con una medaglia d'oro all'Esposizione della Società Promotrice
delle Belle Arti di Napoli, nel 1873 partecipò all'Esposizioni dell'Accademia
fiorentina e all'Esposizione Universale di Vienna, dove ricevette un'altra
medaglia d'oro, e l'anno successivo l'Accademia Fiorentina delle Arti e del
Disegno lo ammise nel Consiglio degli Accademici di merito.
Furono anni di intenso lavoro e di successi, ma la stanchezza lo portò ad
accusare dei malori, tant'è che decise di far ritorno a Giulianova dove rimane
per diversi mesi.
Questo periodo è contraddistinto dalla produzione di numerosi disegni e dalla
realizzazione dei gessi che lo videro collaborare con la Manifattura Ginori di
Sesto Fiorentino, per la quale creò diverse opere in porcellana.
Nel 1880 il Comune di Giulianova affidò allo scultore l'incarico di erigere un
monumento in bronzo in onore di Vittorio Emanuele II a testimonianza dello
storico passaggio del Re a Giulianova prima di incontrare Garibaldi a Teano; per
quest'opera l'artista eseguì numerosi disegni e bozzetti, fino alla
realizzazione in bronzo avvenuta nel 1889 nella Fonderia di Pistoia. Il 25
luglio l'opera venne trasferita a Giulianova dove l'artista la accompagnò
rimanendovi diverso tempo per seguire da vicino le fasi di costruzione del
basamento a cui collaborerà anche manualmente.
Dopo il soggiorno giuliese, durato cinque mesi, nel 1890 l'artista tornò a
Firenze dove sposò Maria Niccoli.
Nel 1893 Pagliaccetti successe a Giovanni Dupré nella direzione dell'Accademia
di Belle Arti di Firenze, ma nella sua città adottiva non gli vennero più
commissionate opere e così nel 1897, sia per problemi economici che di salute,
l'artista la abbandonò definitivamente per far ritorno a Giulianova dove, oltre
a continuare il suo lavoro, realizzando numerose opere in terracotta, venne
eletto consigliere comunale.
E fu nella città natale che l'artista morì, la mattina dell'8 maggio del 1900,
probabilmente vittima di un attacco di cuore.
Tra le opere più note della sua vastissima produzione ricordiamo, oltre al
monumento a Vittorio Emanuele II, il busto in creta della Regina Margherita
(1867), la grande statua in gesso di Papa Pio IX (1877) e il busto in terracotta
raffigurante il Maresciallo Moltke (comandante dell'esercito prussiano).
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