Relazione (Word)

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L'Impero Ottomano
e la caduta di Costantinopoli
Davide Laconca
III Scientifico Scienze Applicate
28/03/2014
Professor Marchis
Relazione di Storia
III Scientifico S.A.
Relazione di Storia
Laconca Davide
L'IMPERO OTTOMANO
L'Impero Ottomano era uno stato turco musulmano che durò dal 1300 al 1922. «Ottomano» deriva
dal turco osmanlï «appartenente a Osman», dal nome di Osman I Ghazi, fondatore della dinastia
ottomana. Nel suo momento di massima estensione, comprese la Penisola Balcanica, Costantinopoli
e due terzi del territorio dell’islam (restarono indipendenti dagli ottomani la Persia, l’Afghanistan,
l’India settentrionale, il Turkestan e il Marocco).
L’impero Ottomano è considerato come lo stato successore e continuatore di quello turcomusulmano dei Selgiuchidi, che dominò l’Anatolia nel XI-XII sec.
Iniziato il periodo di decadenza dei Selgiuchidi, acquistarono crescente autonomia degli stati minori
turchi formatisi nelle diverse regioni dell’Asia Minore. Tra di essi c'era il principato che fu detto
degli Osmanli, nella regione tra Angora e Bursa, che allargò i suoi confini a scapito degli altri stati
con esso confinanti. Nel 1299 il sultano selgiuchide Ala ud-Din III conferì a Osman il governo
delle terre conquistate. Bisogna anche considerare che i turchi avevano già ordinamenti sociali e
civili.
OSMAN I
Osman I (Osmân Gâzî) figlio di Ertugrul, il quale avrebbe guidato in Anatolia la tribù Kay, nacque
nel 1258 e morì nel 1326, fu il capostipite della dinastia ottomana e il primo sultano dell'Impero
ottomano. Era un uomo abile e dotato di grande perspicacia politica, riuscì a estendere il suo potere,
fino a formare un grande e potente impero.
ASCESA POLITICA DI OSMAN I
Alla fine del XIII secolo, in Anatolia si era creato un vuoto di potere. L'Impero Bizantino, in
declino, aveva perso tutti i suoi possedimenti anatolici dopo la battaglia di Manzikert del 1071.
Di conseguenza, la regione era frazionata in molte tribù in lotta fra loro e Costantinopoli, ed era
estremamente vulnerabile a eventuali attacchi.
Attorno al 1290, Osman alla guida dei guerrieri Ghazi, ossia combattenti per l’islam, ottenne il
controllo di alcune terre nel nord-ovest dell'Anatolia, poco a sud di Bursa. La Bursa era il punto di
maggior tensione con il confine bizantino, che cercava di stroncare il piccolo regno turco. Dopo
aspri combattimenti si giunse alla supremazia regionale di Osman, avviato a consolidare un potente
stato.
Osman si dimostrò molto capace nel consolidare la base di potere costituita dalle masse di
musulmani che affluivano nel suo piccolo regno anatolico in fuga dalle invasioni mongole nelle
terre orientali. Osman dichiarò l'indipendenza del suo regno dai turchi Selgiuchidi nel 1299.
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MURAD I INIZIA LA CONQUISTA DEI BALCANI
Il successore di Osman I fu Orkhan (1326 - 1359), che prima di morire attraversò lo stretto dei
Dardanelli, aprendo così nuove vie all'espansione imperiale al successore, suo figlio Murad I. Egli
consolidò le basi dello stato ottomano e grazie a suo padre Orkhan, ebbe la possibilità di espandersi
nei Balcani. Ma per pianificare la conquista di questo territorio, gli serviva una testa di ponte.
Murad I considerando l'inadeguatezza della sua flotta (marina ottomana), decise di conquistare la
città di Gallipoli.
Gallipoli era sotto il controllo dei bizantini, difesa da fortificazioni. Pronte a impedire il
perforamento del territorio europeo, da parte degli ottomani; infatti nei primi attacchi gli ottomani
furono sempre sconfitti.
Nel 1354 Gallipoli fu colpita da un forte terremoto, che costrinse gli abitanti della città ad evacuare.
Gli ottomani approfittarono dello scompiglio per conquistare la città. Gli ottomani fecero di
Gallipoli una roccaforte importante per il loro impero, e per la futura espansione in Europa.
Murad I, dopo aver conquistato Gallipoli, si lanciò contro l'esercito serbo dello zar Lazzaro.
Sbaragliandolo nel 1389 in Kossovo. La vittoria ottomana fu totale, ma Murad e lo zar serbo
persero la vita.
BAYAZID AMPLIA I TERRITORI OTTOMANI
L'erede di Murad I fu il figlio maggiore Bayazid, soprannominato il Fulmine per le sue folgoranti
azioni militari. Un anno dopo la morte del padre Bayazid aveva già conquistato i principati
indipendenti della costa egea di Sarukhan, Aydin, Mentesa e una parte di Isfendijar.
Nel 1393 Bayazid, dopo la presa di Tirnovo, sconfisse definitivamente i bulgari e ne occupò il
regno. Un anno dopo assediò Costantinopoli, ma non riuscì a vincere la resistenza dei bizantini.
Per liberare Costantinopoli e frenare l’espansione turca si formò una lega cristiana costituita da
ungheresi, sotto il re Sigismondo, da Valacchi, comandati dal principe Mircea, da nobili di Francia
e di Germania, da Cavalieri teutonici, i quali assediarono Nicopoli. Il sultano Bayazid si portò
subito ad affrontarli in quella località con forti truppe e vassalli serbi, vinse la battaglia (28
Settembre 1396).
Le truppe devastarono il sud dell'Ungheria e giunsero fino alla regione austriaca della Stiria. La
città Nicopoli venne ridotta a vassallo ottomano. Il Regno d'Ungheria divenne la nuova frontiera per
l'impero ottomano. Dopo questa vittoria, l'Europa orientale, gli Ungheresi e il mondo cristiano
furono in pericolo.
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GUERRA DI SUCCESSIONE AL TRONO DOPO LA MORTE DI BAYAZID
Con lo scopo di arrestare l'espansione degli Ottomani, alcuni regni cristiani cercarono di stringere
un'alleanza con il turco-mongolo Tamerlano, fondatore della dinastia timuride che da tempo
premeva sul fianco orientale dell'impero ottomano. I re di Castiglia e di Francia inviarono anche
degli ambasciatori alla corte di Tamerlano, per stipulare i patti per l'alleanza. Ma Tamerlano non
aveva bisogno di interventi diplomatici occidentali per invadere l'impero ottomano, perché aveva
già deciso di conquistarlo. Bayazid dopo aver conquistato la città di Nicopoli, si sarebbe diretto
verso Costantinopoli, se i mongoli di Tamerlano non avessero attaccato l'impero ottomano.
Tamerlano, dopo aver preso la Persia e la Siria, occupò Sivas nel 1401 e fece uccidere Ertoghrul,
figlio di Bayazid, che la difendeva. Bayazid venne sconfitto ad Angora nel 1402 da Tamerlano che
lo fece prigioniero, poi conquistò Smirne, devastò l’Anatolia e fece ritorno nell’Asia centrale. Dopo
la ritirata dell'esercito mongolo, i figli di Bayazid furono lasciati illesi, ma scoppiò una lotta
fratricida che durò un ventennio tra gli eredi di Bayazid, morto prigioniero nel 1403 ad Ankara, per
la successione al trono. Da queste lotte, che misero i figli del "fulmine" l'uno contro l'altro, uscì
vincitore Maometto I.
MAOMETTO I E IL PERIODO DI NON BELLIGERANZA
Dopo aver schiacciato la strenua resistenza del fratello Musa, Maometto I ,descritto dagli scrittori
ottomani come secondo fondatore dell’impero, diventò sultano nel 1413 e intraprese il compito di
ricostruire il potere ottomano.
Egli riprese Smirne dall’usurpatore Giuneid, estese le conquiste a sud e occupò Samsun e il
territorio circostante sul Mar Nero. Nel contempo Venezia e gli Stati cristiani dell’Egeo avevano
stretto una lega contro i turchi e il capitano veneto Pietro Loredano il 29 Maggio 1416 distrusse a
Gallipoli nei Dardanelli una flotta ottomana. Ciò non impedì a Maometto I e a Venezia di
concludere nello stesso anno un accordo amichevole, mirante soprattutto a salvaguardare il traffico
veneziano in Levante. Questo fu il primo importante atto diplomatico tra Venezia e i turchi
ottomani.
Dopo questo accordo, Maometto condusse la politica estera ottomana con prudenza. Rispettò lo
status quo1 sorto dopo la morte di Tamerlano e mantenne buone relazioni con il figlio, successore di
quest'ultimo, il pacifico Shah Rukh.
Maometto I sostituì le armi con la diplomazia anche nel caso di Bisanzio. Le sue relazioni con
l'imperatore Manuele II Paleologo erano eccellenti: come prova di buona volontà, si recò a visitarlo
nella corte di Costantinopoli.
Maometto I morì nel 1421 ad Adrianopoli e il suo successore fu il figlio Murad II.
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Con il termine "status quo" si può fare riferimento ad una situazione bellica o politica o di conflitto economico in un dato
momento.
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MURAD II INTRAPRENDE LE GUERRE CON L'UNGHERIA
La non belligeranza di Maometto I ebbe conseguenze nefaste per l'integrità di un impero cresciuto
con la forza delle armi.
Gli ottomani persero l'egemonia nell'Egeo, e dovettero passare molti anni prima che Murad II
riuscisse a restaurare la piena autorità ottomana nel grande impero.
Spinto dalla politica espansionistica della sua dinastia, Murad II, appena ventenne, fece dimenticare
l'inconsueto periodo di pace di Maometto I. Confermò la dominazione turca in Anatolia, tornò in
Europa e conquistò Salonicco (Tessalonica), difesa dai veneziani e dai greci (29 Marzo 1430),
e intraprese una guerra interminabile contro l'Ungheria.
Il coraggioso Giovanni Hunyadi, reggente d'Ungheria, si rivelò un nemico temibile. Nel 1442 vinse
a Hermannstadt le truppe di Murad, avanzò fino a Sofia, conquistò Mish e inflisse un'umiliante
sconfitta all'esercito ottomano nella battaglia di Jalowcz. La piega presa dagli eventi portò Murad II
a firmare una tregua di dieci anni, che ne durò a malapena uno. Lo stesso anno della stipulazione
della tregua, il 1444, gli ungheresi trasgredirono il patto. Simultaneamente, un esercito di crociati
marciò sulle coste del Mar Nero in aiuto della minacciata Bisanzio.
Nonostante la vittoria dei turchi, che nella battaglia di Varna (1444) sbaragliarono le truppe
ungheresi e gli alleati crociati, e uccisero il re Ladislao III d'Ungheria. Tuttavia Giovanni Hunyadi
non si diede per vinto. Immune dallo sconforto, riorganizzò un altro esercito, che questa volta fu
sconfitto ad Am-selfeld (1448). Giovanni Hunyadi uscì miracolosamente indenne dalla battaglia e
proseguì incessantemente alla sua lotta contro il successore di Murad II, il grande sultano Maometto
II il Conquistatore.
MAOMETTO II CONQUISTA COSTANTINOPOLI
L'ultimo assedio di Costantinopoli, capitale dell'Impero Romano d'Oriente, avvenne nel 1453.
L'esercito ottomano, guidato dal sultano Maometto II, conquistò la città il 29 Maggio, dopo circa tre
mesi di combattimenti.
Il sultano ottomano Maometto II, da poco salito al trono, giovane e ambizioso, organizzò l'assedio
con grandiosi preparativi. Innanzitutto nel 1452, fece costruire la fortezza di Rumeli-Hissan
nel Bosforo, in modo che la sua artiglieria ostacolasse i rifornimenti a Costantinopoli.
Si concentrò nella costruzione dei pezzi di artiglieria circondandosi di esperti europei e arabi,
creando così alcune tra le più potenti bocche da fuoco dell'epoca. La prima nave colpita da queste
artiglierie fu la nave veneziana condotta dal mercante Antonio Rizzo.
L'imperatore bizantino Costantino XI chiese aiuto agli altri stati cristiani per la difesa della città, ma
ottenne pochi rinforzi. La Repubblica di Venezia si schierò a favore di Bisanzio, dopo l'episodio
dell'affondamento dell'imbarcazione di Antonio Rizzo, ma lasciò tuttavia ai propri mercanti piena
libertà di decidere se rimanere neutrali o schierarsi a favore dei bizantini. Anche la Repubblica di
Genova mantenne un comportamento simile.
L'assedio iniziò nell'aprile 1453. Maometto II attaccò la città sia dalla terra che dal mare con un
esercito di 160.000 uomini mentre i bizantini erano meno di 7.000 uomini. Nel porto della città
erano ancorate 26 navi da guerra bizantine, la flotta ottomana ne contava 200.
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Con Costantinopoli si allearono solo 600 veneziani e 700 genovesi.
Maometto II pianificò l'attacco alle mura di Teodosio (Figura 1), che proteggevano il lato della città
non bagnato dall'acqua. La città era fortificata, con un fossato largo 18 metri e profondo 7, seguito
da un parapetto. Poi si incontrava un muro, detto Muro Esterno. Era alto 7 metri e spesso circa 3 e
vi si trovavano numerose torri. C'era ancora il Muro Interno, alto 12 metri e spesso un po' meno di 5
metri, munito di torri alte 16-18 metri.
Il sultano utilizzò anche i più grandi cannoni esistenti a quel tempo, e con essi tentò di aprire una
breccia nelle mura. Non ci riuscì perché le mura erano troppo spesse e anche perché le notevoli
dimensioni e i lunghi tempi di ricarica dei cannoni ne limitavano l'efficacia.
Anche i tentativi della flotta ottomana di entrare nel Corno d'Oro, l'insenatura in cui si trovava il
porto della città, furono ostacolati da una gigantesca catena che ne chiudeva l'ingresso. Allora il
sultano impose ai suoi uomini un'impresa colossale per aggirare la catena: fu costruita una
passerella di legno lunga due chilometri, sopra la quale gli schiavi spinsero a forza di braccia le navi
per raggiungere le acque dall'altra parte. Gli assediati, al vedere l'impresa, furono colti dal panico;
ma le navi ottomane furono affondate dalle navi veneziane.
A questo punto il sultano decise di assaltare e distruggere le mura, sapendo che i difensori bizantini
si sarebbero stancati prima delle sue truppe (che avevano ricevuto rinforzi).
L'attacco finale avvenne il 29 maggio. Gli Ottomani concentrarono i loro attacchi sulla Porta d'Oro,
nel settore più vulnerabile delle mura. Attorno all'una di notte fu inviata la prima schiera di
ottomani che venne respinta dai difensori bizantini. Allora il sultano ordinò l'attacco dei reparti con
maggiore abilità e muniti di equipaggiamento migliore, che riuscirono ad aprirsi un varco nella
linea di difesa bizantina. La breccia venne prontamente richiusa da Costantino, che accorse alla
testa delle sue guardie scelte, massacrando i nemici.
Maometto a questo punto decise di inviare le truppe d'elite, in assoluto i più temibili dell'impero:
"i giannizzeri". Dopo lo scontro, i bizantini, stremati dalla fatica, si ritirarono in città attraverso una
porta del muro interno. Privi di guida, i veneziani e i genovesi prima indietreggiarono e poi
fuggirono.
Costantino tentò di guidare un contrattacco, alla testa dei suoi uomini e degli spagnoli di
don Francisco di Toledo, ma scomparve nella mischia. Secondo la maggior parte delle fonti morì
combattendo valorosamente uccidendo 800 turchi. Il suo cadavere non fu mai ritrovato.
La chiesa Ortodossa lo considerò per il suo gesto, un santo e un martire.
La popolazione fu decimata dai vincitori, e le principesse della famiglia imperiale si rifugiarono in
Occidente.
La basilica di Santa Sofia, chiesa madre di tutta la chiesa ortodossa, fu trasformata in una moschea e
i magnifici mosaici dorati vennero coperti da uno strato d'intonaco.
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Laconca Davide
Figura 1
BIBLIOGRAFIA
Storia Universale, in "Il basso Medioevo", vol. 7, editorialSol90, Barcellona (Spagna), 2003.
SITOGRAFIA
Impero Ottomano, http://www.treccani.it/enciclopedia/impero-ottomano_(Dizionario-di-Storia)/
(15.03.2014).
Osman I, http://it.wikipedia.org/wiki/Osman_I (15.03.2014).
Osman I Ghazi, http://www.treccani.it/enciclopedia/osman-i-ghazi_(Dizionario-di-Storia)/
(15.03.2014).
Gallipoli, http://www.treccani.it/enciclopedia/gallipoli/ (15.03.2014).
Caduta di Gallipoli, http://it.wikipedia.org/wiki/Caduta_di_Gallipoli (15.03.2014).
Assedio di Costantinopoli, http://it.wikipedia.org/wiki/Assedio_di_Costantinopoli_(1453)
(15.03.2014).
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