BABY DON` T CRY - Solares Fondazione delle arti

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Teatro delle Briciole
Solares Fondazione delle Arti
BABY DON' T CRY
Ph©Marco Caselli Nirmal
un progetto di
Babilonia Teatri
a cura di
Valeria Raimondi ed
Enrico Castellani
piano luci
Babilonia Teatri e Emiliano Curà
scene
Babilonia Teatri e Lab TdB
Paolo Romanini
con
Marco Olivieri e Francesco Speri
con la collaborazione
Ilaria Dalle Donne e
Vincenzo Todesco
montaggio audio
Babilonia Teatri/Luca Scotton
musiche originali
Marco Olivieri
illustrazioni
Ilaria Dalle Donne
rivolto al pubblico dai 7 ai 10 anni
Il Teatro delle Briciole affida una produzione ad un gruppo
emergente della ricerca italiana, Babilonia Teatri, vincitrice
del premio Scenario 2007 con Made in Italy e del Premio
Speciale Ubu 2009.
Baby don’t cry si è sviluppato a partire da un lavoro di ricerca
diretto con i bambini di alcune scuole di Parma e affronta il
tema del pianto con un linguaggio teatrale pop-rock che è
la cifra stilistica originale del gruppo veronese.
Ph©Marco Caselli Nirmal
Si piange per paura, per tristezza, per capriccio.
Si piange di gioia. Si piange di felicità. Si piange di rabbia.
Si piange di dolore. Si piange di tristezza. Si piange per amore.
Un pianto disperato. Un pianto liberatorio.
Si ride di chi piange.
Si piange di chi piange. Per chi piange. Con chi piange.
Si piange da soli. Si piange abbracciati.
Le lacrime sono dolci e sono amare.
Gli occhi sono lucidi, sono rossi, sono gonfi.
Le guance bagnate, rigate, salate.
Piangere è da uomini o da donne?
Chi piange più forte?
Chi ha le lacrime più grosse?
Chi usa più fazzoletti?
Dove, come, quando, perchè, con chi si piange? Hai pianto?
Piangerai?
Ridere è il suo contrario?
Piangere è consolarsi, sfogarsi, curarsi.
Il pianto ci calma e ci dà sollievo.
Il pianto chiede ascolto, attenzione, calore.
Lo spettacolo racconta della libertà con cui i bambini sono in
grado di piangere.
Di parlare del loro pianto.
Di manifestarlo e non nasconderlo.
Di utilizzarlo come lingua, segnale, messaggio.
INTERVISTA a Enrico Castellani di BABILONIA TEATRI
Baby don’t cry è uno spettacolo che parla delle lacrime. Di come e perché si
piange nelle diverse età della nostra vita. A portarlo in scena è Babilonia Teatri,
giovane compagnia pluripremiata (dallo “Scenario” 2007 fino al recente premio
speciale Ubu) cui Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti ha deciso di
affidare questa nuova produzione rivolta ai bambini. Gli artisti di Babilonia teatri –
le cui “anime” sono Valeria Raimondi e Enrico Castellani – sono ormai noti al
pubblico parmigiano: qui hanno esordito al Premio Scenario infanzia nel 2006
arrivando in finale, per poi vincere l’edizione “maggiore” nel 2007. Sono poi stati
ospiti con “Made in Italy”, “Terminus” e “Pornobboy” nelle scorse edizioni delle
Briciole. Ora la loro graffiante sperimentazione si rivolge al teatro ragazzi, e lo fa
con un lungo lavoro di preparazione a stretto contatto con i bambini, sul tema del
piangere.
Qual è stato il vostro primo approccio alle tematiche di “Baby don’t cry”?
Il progetto nasce dalla voglia di creare uno spettacolo per ragazzi che affrontasse
un tema su quale non avessimo la possibilità di porci su un piano di superiorità
rispetto ai bambini, ma di condivisione e confronto – spiega Enrico Castellani –
Piangere è un’esperienza che appartiene a tutti, ma che nelle età della vita
assume significati e valori diversi. Prima di realizzare lo spettacolo abbiamo
incontrato bambini di Parma, dalla scuola materna fino alla quinta elementare, e
abbiamo scoperto che per loro il pianto non è in nessun modo un tabù. E’ anzi
materia di cui parlano con la massima libertà. Poi abbiamo provato a restituire
una “fotografia” che mettesse insieme punti di vista diversi. Ad esempio il pianto di
un neonato negli adulti provoca angoscia e nei bambini solitamente un sorriso.
Oppure, quando un bambino vede piangere un suo coetaneo prova un
sentimento di partecipazione, di compassione mentre se a piangere è un adulto
di solito genera in lui imbarazzo e paura.
Tutto questo lavoro come si è innestato sulla vostra cifra artistica?
Abbiamo cercato di creare uno spettacolo emozionale soprattutto attraverso la
musica; c’è un pianista che suon in scena e voci registrate di adulti modificate
come fossero di bambini. Questo ha creato musicalità e allo stesso tempo ha
consentito di non generare commozione per la voce del bambino, ma di prestare
attenzione a ciò che viene raccontato. Poi abbiamo voluto soprattutto indagare
le ragioni profonde per cui si piange nella società di oggi
Come cambia la vostra poetica quando vi rivolgete all’infanzia? E’ stata
un’occasione per provare a sperimentare un nuovo linguaggio: ci siamo concessi
una serie di giochi che di solito non utilizziamo. Abbiamo pensato alla possibilità
dei bambini di identificarsi in quello che viene raccontato attraverso tante piccole
storie. Senza snaturare il nostro modo di procedere che è molto frammentario,
abbiamo cercato di avere un occhio di riguardo e una dimensione di giocosità sul
palco.
GAZZETTA DI PARMA, Francesca Benazzi
RASSEGNA STAMPA
“Spettacolo per l’infanzia dei geniali Babilonia Teatri. Partecipazione e
applausi a scena aperta.
Grande divertimento tra i bambini che componevano il pubblico del
Teatro al Parco la mattina per lo spettacolo dei geniali Babilonia Teatri,
uno dei gruppi dalla poetica più intensa, provocatoria, intelligente,
spiritosa , feroce degli ultimi anni: allegria e risate, voglia di
partecipazione con applausi a scena aperta anche se il tema,
esplicito, sottolineato, era proprio…il pianto! Rigorosa la coerenza
espressiva della compagnia, nei ritmi cadenzati, parole come
filastrocche, ironie e verità, scherzi e denunce resi indissolubili anche
nell’affrontare una creazione per le scuole: “Baby don’t cry” coinvolge
e travolge, lasciando però intanto depositare frasi che restano dentro,
parole sentite infinite volte, “ormai sei grande”, “capricci”, “asciugati
le lacrime”, permettendo insieme d’intuire, segretamente e
visibilmente, la possibilità di mescolare più stati d’animo, giocosità ed
energia, anche in chi, non vedendo, ha continuamente concreti
ostacoli da superare. Così anche sulla scena: senza rinunciare a lotte,
sfide, a terra come bambini, ma poi anche suonando in modo
trascinante.”
GAZZETTA DI PARMA, Valeria Ottolenghi
BABILONIA TEATRI
BABILONIA TEATRI è le persone che ci lavorano.
Da sempre Enrico Castellani, Valeria Raimondi ed Ilaria Dalle Donne.
Vincenzo Todesco, prezioso collaboratore artistico, occhio esterno e stimolo
di riflessione intellettuale.
Gianni Volpe per il contributo all'ideazione e realizzazione delle scene. Tutti i
tecnici che li accompagnano con professionalità e sensibilità:
Giovanni Marocco, Nicola Fasoli, Marco Spagnolli, Luca Scotton, Simone
Brussa e Mauro Faccioli.
Sara Toppan, Alice Castellani e Francesco Speri indispensabili supporti di
promozione e organizzazione. Gianni Franceschini e Viva Opera CIrcus che
ci stanno ospitando nella loro casa teatrale e che sono parte integrante del
nostro progetto artistico
Da un progetto del 2005 sulla guerra in Iraq intitolato Cabaret Babilonia è
nato il nome della compagnia: Babilonia Teatri.
Il primo spettacolo, Panopticon Frankenstein, è il risultato del lavoro svolto
all’interno del carcere di Montorio. Lo spettacolo nel 2006 è finalista della
prima edizione del Premio Scenario Infanzia e nel 2007 è vincitore di
Piattaforma Veneto di Operaestate Festival Veneto. Sempre nel 2007 la
compagnia debutta con Underwork-spettacolo precario per tre attori tre
vasche da bagno tre galline e vince l’undicesima edizione del Premio
Scenario con made in italy, che nel 2008 è stato in nomination ai Premi Ubu
come miglior novità italiana/ricerca drammaturgica.
Nel 2009 hanno debuttano due spettacoli: Pornobboy e Pop star.
Babilonia Teatri prova
al Teatro dell’Angelo
a Vallese di Oppeano
a fianco alla ex pizzeria la busa
Per un teatro pop.
Per un teatro rock.
Per un teatro punk.
BRANI DAL TESTO
e.
la volta che ho pianto di più eravamo al supermercato
mia sorella voleva le patatine
io volevo i pop corn
mio papà ci ha detto che dovevamo scegliere
io volevo i pop corn
mia sorella voleva le patatine
mio papà si è allontanato con il carrello
a me le patatine non mi piacciono
cioè mi piacciono di più i pop corn
ho dato un calcio a mia sorella
lei mi ha tirato i capelli
ci siamo buttati per terra
mio papà è tornato indietro
ha comprato un pacchetto di patatine e uno di pop corn
f.
la volta che ho pianto di più è stato quando sono arrivato in italia
avevo fatto tutto il viaggio con la nave
poi con il treno
quando sono arrivato ho pensato che la mia nonna non c'era
che era rimasta in albania e che io non la vedevo più
m.
la volta che ho pianto di più è stato quando ero a cortina
dopo la lezione col maestro di sci
siamo andati in piscina coperta
io volevo andare anche in quella scoperta che era calda col fumo
mia mamma me l'aveva promesso già dal primo giorno
ma poi non voleva mai
allora io mi sono messo a correre per andarci da solo e sono caduto
e.
la volta che ho pianto di più è stato quando pensavo che mio fratello era
morto
siamo usciti di sera con i suoi amici
poi lui si è picchiato con degli altri
poi noi siamo scappati
poi io sono passato veloce con la bici vicino a una fontana
mio fratello era per terra
uno di loro stava bevendo
io pensavo che era morto
Teatro delle Briciole
Solares Fondazione delle Arti
Parco Ducale, 1-43125 Parma
Tel. 0521/992044 993818
www.solaresdellearti.it/teatrodellebriciole
[email protected]
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