made in italy (2007) Babilonia teatri. made in italy (2007)

Titolo || Babilonia Teatri, made in italy (2007) - presentazione
Autore || Valentina Solinas
Pubblicato || Il rapporto tra l’attualità e il teatro e lo studio dei nuovi linguaggi attraverso la performance the end, tesi di laurea,
Università degli studi di Pisa, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di laurea in Cinema, Musica, Teatro, a.a. 2012-2013, rel. A.
Barsotti.
Diritti || © Tutti i diritti riservati.
Numero pagine || pag 1 di 3
Archivio ||
Lingua|| ITA
DOI ||
made in italy (2007)
Di Valeria Raimondi ed Enrico Castellani
Con Enrico Castellani, Paolo Facchini, Luigi Ferrarini, Riccardo Sielli e Luca Scotton
Collaborazione artistica di Stefano Masotti e Vincenzo Todesco
Scene, costumi, luci e audio Babilonia Teatri
Organizzazione Babilonia Teatri e BaGs Entertainment
Grafiche di Franciu
Produzione Babilonia Teatri
Collaborazione Operaestate Festival Veneto
Con il contributo di Comune di Bologna, Regione Emilia Romagna
Patrocinio Emilia Teatro Teatro Fondazione
Promozione BaGs Entertainment www.bagsentertainment.com
Residenza artistica Babilonia Teatri e La Corte Ospitale
Pinocchio è un progetto di Babilonia Teatri e “Gli Amici di Luca” laboratorio teatrale presso la “Casa dei Risvegli Luca
De Nigris” realizzato col contributo della Fondazione Alta Mane-Italia
Anteprima alla Casa dei Risvegli Luca De Nigris, Ospedale Bellaria 7-8-9 ottobre 2012, 7 ottobre 14° edizione della
Giornata nazionale dei Risvegli per la ricerca sul coma, Bologna
debutto teatrale Teatro Storchi di Modena, 8-9 dicembre 2012
Premio Associazione Nazionale dei Critici di Teatro 2013
Babilonia teatri. made in italy (2007)
di Valentina Solinas 1
made in italy è lo spettacolo che determina la nascita dello stile dei Babilonia Teatri; l’opera viene realizzata per il
concorso al Premio Scenario dell’edizione 2007 2, e si compone di otto azioni sceniche, interrotte da due stacchi musicali e un
cambio di scena a scena aperta. Come per Panopticon Frankenstein, anche per il secondo spettacolo del gruppo, si attinge
dall’attualità, solo che in questo caso gli elementi vengono estratti dagli usi e i costumi borghesi, e dalle incoerenze, le
fissazioni, gli eccessi, il consumismo mediatico e il razzismo.
Lo spettacolo nasce da un episodio reale, successo a Valeria Raimondi in una pizzeria di Verona; gli autori raccontano che
la co-fondatrice dei Babilonia Teatri si trovava nel locale, mentre la televisione della sala trasmetteva la notizia
dell’abbattimento del muro che separa il quartiere marocchino dal resto della città di Padova. L’artista fu spettatrice di scene di
esplosioni di rabbia, insulti e bestemmie, verso gli immigrati, e uscì dalla pizzeria sconvolta. Il bisogno di esternare la propria
rabbia verso la chiusura mentale della città veneta viene espresso in made in italy, che dedica un intero quadro scenico al
problema razziale e all’ottusità della mentalità paesana. Lo spettacolo è realizzato usando pochi oggetti di scena; alcuni tratti
direttamente dal quotidiano come i nani da giardino su cui si costruisce il quadro finale; altri sono fabbricati dagli artisti con
fili luminosi colorati: ad esempio la mela rossa mordicchiata, simbolo del peccato, e posta alle spalle degli autori nella scena
d’apertura; dove Raimondi e Castellani evocano le figure bibliche di Adamo ed Eva.
Il “blob teatrale” prende forma attraverso la composizione di quadri scenici nei quali confluiscono diversi elementi, come
la parlata di strada, il gesto rozzo, la musica, il ballo scomposto e liberatorio, l’illuminazione.
La musica e il suono.
Un esempio che dà il tono pop allo spettacolo sono le registrazioni in diretta radiofonica del funerale di Pavarotti e della
partita della nazionale ai mondiali di calcio 2007. Sono usate in due scene dello spettacolo, rispettivamente nella quinta e la
sesta che si concentrano esclusivamente sull’azione e l’immagine visiva. In pieno stile pop sono le canzoni degli stacchi
musicali di gruppi rock teen-idol rappresentanti della cultura adolescenziale, come Prozac+, Steve Rogers Band e il cantautore
Antonello Venditti 3.
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V. Solinas, Il rapporto tra l’attualità e il teatro e lo studio dei nuovi linguaggi attraverso la performance the end, tesi di laurea, Università degli
studi di Pisa, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di laurea in Cinema, Musica, Teatro, a.a. 2012-2013, rel. A. Barsotti.
made in italy è vincitore del Premio Scenario 2007 e del Premio Vertigine 2010.
I singoli usati sono: Acida, contenuto nel secondo album dei Prozac+, Acido acida, EMI Music, 1998. La band è inserita nel genere musicale pop
punk italiano. Per la baking band di V. Rossi, la Steve Rogers Band è stato scelto appositamente Alzati la gonna, considerato dalla critica
musicale uno tra i singoli più trash degli anni ‘80. La canzone è la prima track dell’album omonimo Alzati la Gonna, CBS, 1988. Il singolo del
Titolo || Babilonia Teatri, made in italy (2007) - presentazione
Autore || Valentina Solinas
Pubblicato || Il rapporto tra l’attualità e il teatro e lo studio dei nuovi linguaggi attraverso la performance the end, tesi di laurea,
Università degli studi di Pisa, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di laurea in Cinema, Musica, Teatro, a.a. 2012-2013, rel. A.
Barsotti.
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L’illuminazione.
La luce è una parte fondamentale per la struttura e l’effetto visivo delle singole scene, evidenzia i volumi dei corpi, come
nel quadro scenico d’apertura di Adamo ed Eva, in cui le figure nude e statiche dei performers ricordano le sculture in
poliestere a grandezza naturale dell’Iperrealismo americano dei primi anni Settanta. Gli artisti sono illuminati separatamente
nella scena successiva, in cui Raimondi e Castellani si collocano sui lati estremi del palco, e assumono la posizione di due
atleti pronti a partire per una gara di corsa. Altre scene sfruttano la luce piena come gli stacchi di musica e danza. Si usa
l’illuminazione dall’alto, ad esempio nella terza immagine, in cui gli artisti compongono l’icona cristiana della sacra famiglia,
e la conservano staticamente per tutto il quadro. Nella quarta scena si sfrutta la combinazione tra luce e oscurità, per appiattire
i volumi sullo sfondo e ridimensionare i corpi fino a farli sembrare figurine caricaturali, come fossero due personaggi delle
vignette fumettistiche.
L’enunciazione verbale e il testo.
La parola ha acquisito un ruolo fondamentale già da Panopticon Frankenstein, e in made in italy diventa un punto cardine.
L’intero testo s’innesta su un montaggio di frasi tratte dalla vita urbana: parlate di strada, luoghi comuni, dialetto veronese,
gossip giornalistico, invettive razziste; tutto frammentato e mescolato insieme, in un flusso ininterrotto di un discorso
pubblico, che parte dall’Italia del nord-est, ma che si estende a tutta la penisola. Ad esempio gli attacchi agli immigrati, uditi
nella pizzeria veronese sono espressi da Valeria Raimondi nella seconda scena: l’artista fa una riproduzione esatta delle
invettive razziste, esprimendole nel più stretto dialetto veronese, e omettendo volutamente le pause per la respirazione 4. La
scena della pizzeria è descritta dalla Raimondi tramite il flusso di parole, a ritmo serrato; lei si alterna al compagno, che con il
medesimo meccanismo, inizia un discorso sulla volgarità del linguaggio medio.
La parola chiave di made in italy è «trash», ripetuta per quattro volte di seguito nella chiusura della scena della sacra
famiglia, terzo quadro dello spettacolo, in cui il testo è costruito accostando associazioni di frasi contenenti il numero tre:
«siamo tre come i tre dell’Ave Maria i tre porcellini […] triveneto tricorno triplice intesa treppiede terno trash trash trash
trash»5. Il trash, il kitsch sono i termini che meglio potrebbero descrivere alcuni aspetti tipici della cultura della società di
massa, fissata con le notizie da rotocalco e dipendente della pubblicità benpensante e buonista, ma conosciuta all’estero per
l’uso smodato della bestemmia, concetto intorno al quale è costruito tutto il pezzo di Castellani della seconda scena, citata
sopra: «Ho sentito russi bestemmiare in italiano, croati, albanesi bestemmiare in italiano, tedeschi, austriaci, rossi, gialli neri,
bestemmiare in italiano, li ho sentiti parlare nella loro lingua, ma bestemmiare in italiano. Il Papa ce l’abbiamo noi, la
bestemmia pure» 6. Le parole dei Babilonia Teatri sono figlie di un presente transitorio, come il pezzo sullo spot d’Italia Uno:
«uno, due, tre, Italia uno, nuotando al mare, Italia uno, saltando sui tappeti elastici, Italia uno, disegnà su la schena con la
crema Italia uno» 7; la réclame è in voga dagli anni Novanta, ma fra qualche anno potrebbe suonare obsoleta.
L’azione.
Enrico Castellani classifica il lavoro dei Babilonia Teatri in un «teatro fisico di parola» 8, perché la comunicazione verbale
del gruppo veronese è sempre accompagnata dal gesto; azioni che descrivono immagini, come se fossero parole. Come se i
Babilonia Teatri comunicassero con i gesti e agissero con la voce; una deformazione della realtà, come nei quadri scenici dei
loro spettacoli.
Le azioni dei Babilonia Teatri sono poche ed essenziali, finalizzate a sottolineare un determinato concetto, o il più delle
volte sono inserite per interrompere la forma parlata 9.
In made in italy il gesto è forte, provocatorio, retorico, ed estremo; un po’ come succede negli spettacoli di Rodrigo
García, 10 un artista apprezzato e un po’ interiorizzato dal gruppo veronese, anche se, pur riconoscendo il loro consenso per il
regista argentino, i Babilonia Teatri dichiarano di non avere maestri diretti, ma di prendere spunti in maniera sparsa, da artisti
diversi fra loro, come Armando Punzo, René Pollesh, Pippo Delbono, Rodrigo García, e Teatro Sotterraneo per 11/10 in
cantautore A. Venditti è Dalla pelle al cuore, contenuta nell’album Studio, Heinz Music, 2007.
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Non ho potuto riportare l’esempio citato, in quanto sul copione presente sul sito ufficiale dei Babilonia Teatri, il testo di tutta la seconda scena
dello spettacolo è stato omesso, forse per un autocensura degli artisti.
made in italy, testo consultabile sul sito ufficiale dei Babilonia Teatri al link http://www.babiloniateatri.it/wordpress/?page_id=406.
Nella seconda scena entrambi gli artisti recitano un testo incentrato sul tema della bestemmia, per la Raimondi le parole sono estratte dal fatto
avvenuto nella pizzeria di Verona, mentre Castellani esprime l’abuso della parolaccia e della bestemmia in Italia. Le parole di quest’ultimo le ho
trascritte direttamente dalla visione di made in italy in video, scaricabile dal sito internet: https://vimeo.com/38123481
E. Castellani, V. Raimondi, made in italy, cit.
E. Castellani, intervista per The Rerum Natura al Palladium 2013, consultabile al link: http://www.youtube.com/watch?v=qWksdoi2eRU
J. Lanteri (a cura di), Iperscene 2, Editoria & Spettacolo, Riano 2009, p.102.
Rodrigo García (1964) è un regista, drammaturgo argentino, trapiantato a Madrid. Fondatore della compagnia spagnola Carniceria Teatro, è
vincitore del premio Nuove realtà teatrali, del Festival europeo Premio Europa per il Teatro, nell’undicesima edizione. La Carniceria Teatro è
attiva dal 1999, è ha prodotto ad oggi quindici spettacoli.
Titolo || Babilonia Teatri, made in italy (2007) - presentazione
Autore || Valentina Solinas
Pubblicato || Il rapporto tra l’attualità e il teatro e lo studio dei nuovi linguaggi attraverso la performance the end, tesi di laurea,
Università degli studi di Pisa, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di laurea in Cinema, Musica, Teatro, a.a. 2012-2013, rel. A.
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apnea.
Nella prima scena dello spettacolo Valeria Raimondi ed Enrico Castellani sono nudi: lei di tre quarti, lui di fronte,
entrambi si coprono le parti intime con le mani, e guardano verso la platea, con un viso totalmente inespressivo. Dietro di loro
la mela rossa luminosa, mordicchiata da un lato, emblema della trasgressione di Adamo ed Eva, scacciati dal paradiso terrestre
proprio per aver mangiato il frutto proibito. Nello spettacolo incarnano la faccia perbenista della borghesia, pronta a “giurare”
su una serie di principi con la stessa facilità con cui li trasgredisce. E infatti le figure di Adamo ed Eva sono icone, usate per
supportare un testo costruito intorno alla parola lo giuro: «giuro di esserti fedele, sempre, nella gioia, nel dolore, nella salute,
nella malattia, giuro che no lo savea, che no volea, che no gh’ero mia, giuro che smetto, giuro che ghe proo, giuro che non lo
faccio» 11. La peculiarità dell’attore svestito che espone un testo di tematica sociale lega made in italy a certi spettacoli di
Rodrigo García, come Arrojad mis cenizas sobre Mickey (2006) e Aproximación a la idea de la desconfianza (2006); dove in
entrambe le performance due attori, rispettivamente donna e uomo, raccontano fatti di vita, monologando nudi integralmente
di fronte al pubblico.
Le azioni più originali e significative di made in italy si trovano nella seconda scena, in cui Raimondi e Castellani si
collocano ai lati del palco e simulano la posizione di partenza per una corsa; si alzano a tempo di musica e raggiungono una
posizione contratta, contrapposta allo spettatore, come se lo volessero sfidare. Valeria Raimondi inizia la narrazione dei fatti
accaduti nella pizzeria di Verona e si alterna a Castellani che porta il discorso sulla bestemmia italiana. La posa assunta dai
performer ha una doppia funzione evocativa: da un lato richiama il ritmo sostenuto con cui gli artisti pronunciano il testo; e
dall’altro, il corpo in opposizione può rappresentare rifiuto per la mentalità della media italiana.
Negli stacchi musicali si crea un clima di festa, con balli liberi e scomposti ed air guitar 12, che riprendono gli stili di
Rodrigo García e del drammaturgo tedesco René Pollesch. Il gesto diventa grossolano e volgare, con chiari riferimenti
sessuali.
Secondo i Babilonia Teatri la migliore soluzione drammaturgica di made in italy è l’uso della registrazione radiofonica, in
sostituzione della voce. Novità che caratterizza tutta la seconda parte dello spettacolo e incrementa il movimento fisico. Il
quinto quadro scenico è basato sulle notizie di cronaca, riportate dai giornali, dopo la partita della Nazionale ai Mondiali
2007: Enrico Castellani imita i tifosi invasati, si spoglia nuovamente agitandosi tra i fiocchi di cotone bianchi; gesticola e urla,
fino ad assumere un colorito paonazzo, poi si sdraia sul palcoscenico stremato. La scena richiama ancora lo spettacolo Arrojad
mis cenizas sobre Mickey, di García, nel quale l’attrice nuda, cosparsa di un liquido appiccicoso, si riversa sul pavimento
coperto di cotone marrone.
Il passaggio dalla quinta alla sesta scena avviene “dissolvendo” la prima nella seconda come in un videoclip: Enrico
Castellani è sdraiato a terra immobile, ancora si porta addosso l’immagine del tifoso fuori controllo, quando Valeria Raimondi
inizia a spazzare il pavimento del palcoscenico per prepararlo alla cerimonia funebre del celebre tenore Luciano Pavarotti. In
sottofondo la registrazione della radiocronaca dei funerali, mentre il corpo immobile di Castellani è diventato la salma di
Pavarotti, osservato dalla moltitudine d’invitati famosi 13 (presenti più per ufficialità che per interesse). Tutta la scena è invasa
da un’ironia pungente all’insegna del trash, come le ali bianche sul corpo grossolano del tecnico luci, Luca Scotton 14. La
scena finale è un’installazione creata con i nani da giardino posizionati in modo da riempire lo spazio del palcoscenico; si
lascia uno dei nani accanto a Biancaneve, affinché le due statue di marmo prendano il posto degli autori, in un gioco
metaforico di meta-teatro. Davanti ai due simulacri, ci sono due microfoni da cui esce la voce registrata di Valeria Raimondi
ed Enrico Castellani; ormai assorbiti dalla loro stessa formula di stilizzazione e ridotti a un’evocazione.
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made in italy, testo consultabile sul sito ufficiale dei Babilonia Teatri, cit.
L’espressione inglese indica il gesto che imita il suonare la chitarra, senza averne una tra le mani.
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Gli invitati s’identificano nella sola figura di Valeria Raimondi, seduta di fronte alla salma di Pavarotti-Castellani, volge la testa verso il corpo
inerme, con occhiali neri agli occhi.
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Luca Scotton si occupa dell’illuminazione e dell’audio dei Babilonia Teatri dal 2006 con Panopticon Frankenstein, ed è tutt’ora con la compagnia.
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