Germania e Gran Bretagna annunciano sacrifici per contenere il

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Cameron: "Di fronte a noi anni di sacrifici" Annunci di tagli anche in Germania - Re... Pagina 1 di 2
ECONOMIA
L'EUROPA
Cameron: "Di fronte a noi anni di sacrifici"
Annunci di tagli anche in Germania
Il deficit publico inglese ha raggiunto i 156,1 miliardi di sterline nel 2009/2010, pari all'11,1 per cento
del Pil, un dato record. E a Berlino partito il vertice per stabilire i risparmi. Entro il 2014 meno 10mila
posti di lavoro nel pubblico impiego
LONDRA - La situazione è grave e il Regno ha più che mai bisogno di essere Unito, almeno
nel sacrificio. Secondo il neo premier conservatore David Cameron la Gran Bretagna va
incontro ad "anni di sacrifici", ha spiegato in un'intervista al Sunday Times. Per il capo del
governo britannico è una condizione necessaria per permettere di ridurre il deficit pubblico e il
peso "enorme" del debito.
"La qualità di un vero uomo di Stato è di assumere la buona decisione spiegando alla gente gli
obiettivi che ci sono dietro ai sacrifici", ha detto Cameron. "Un debito enorme deve essere
gestito. Incrociare le dita aspettando la crescita e sperando che scompaia non è una risposta",
e poi ha aggiunto: "il Paese è 'scoperto'. E gli interessi su questo scoperto si mangiano ciò che
la nazione avrebbe dovuto spendere per altro. Dobbiamo avere la gente dalla nostra parte nel
corso di questo difficile viaggio", ha proseguito il leader dei conservatori.
Secondo i dati dell'ufficio di statistica nazionale, il deficit pubblico inglese ha raggiunto i 156,1
miliardi di sterline nel 2009/2010, pari all'11,1 per cento del Pil, un dato record. L'economia
britannica si trova quindi in uno stato peggiore di quanto si fosse precedentemente pensato e i
tagli, quando arriveranno, saranno "dolorosi". E mentre il vicepremier Nick Clegg, leader dei
Liberaldemocratici, rassicura che i tagli non saranno selvaggi come al tempo della Thatcher,
Cameron incalza dicendo che "se non facciamo qualcosa finiremo per pagare degli interessi
sul debito di 50, 60, 70 miliardi di sterline. Sono cifre pazzesche, più di quanto spendiamo per
l'istruzione dei nostri figli o per la difesa della nazione".
Il premier ha poi attaccato le previsioni per la crescita economica - il 3 per cento nel 2011 stilate dal governo laburista: "Non ci sarà nessun trampolino per la ripresa", ha detto. Quindi la
cura, "Bisogna affrontare i conti dello stato sociale, del settore pubblico e la dimensione della
burocrazia accumulata in questi anni". Ed è proprio su questo punto che Clegg, a colloquio
con l'Observer, ha dispensato la sua dose di ottimismo. "Responsabilità nella spesa - ha detto
- non significa tornare agli anni Ottanta: noi faremo le cose diversamente, non permetteremo il
ritorno delle differenze tra nord e sud del Paese". Clegg ha poi ricordato che alcuni dei
pacchetti di riduzione della spesa pubblica più rigorosi sono stati recentemente portati avanti
da governi di "centro-sinistra" come i "socialdemocratici in Svezia, l'amministrazione di Clinton
i USA e i liberali in Canada".
Ma la crisi che attanaglia l'Europa fa arrivare anche in Germania, dopo gli annunci, il momento
delle scelte. A Berlino sono partiti i due giorni di consultazioni fra i vertici del governo di centro
destra di Angela Merkel per stabilire i tagli necessari alla spesa pubblica. "Dobbiamo fissare
punti importanti per lo sviluppo della Germania nei prossimi anni", ha dichiarato la Merkel. "E'
tempo di risparmi", le ha fatto eco il ministro degli Esteri Guido Westerwelle, leader del partito
liberale al governo con i cristiano democratici della Merkel.
Il piano, che sarà annunciato questa settimana, prevede ampi tagli nella spesa, che
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07/06/2010
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toccheranno anche i sussidi di disoccupazione e il sussidio di 184 euro al mese che viene
erogato alle famiglie per ogni bambino. Secondo fonti ben informate, si pensa di tagliare
almeno 10 mila posti di lavoro nel pubblico impiego entro il 2014 e di ridurre gli stipendi a chi
rimarrà al lavoro. Secondo il ministro delle Finanze Wolfgang Schaueble, che partecipa al
vertice, "bisogna cambiare rotta in tempo per evitare ripercussioni terribili".
(06 giugno 2010)
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07/06/2010
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