I tagli alla scuola portano in piazza i docenti precari «Siamo all

I tagli alla scuola portano in piazza i docenti precari «Siamo
all'assurdo»
Decine di insegnanti hanno palesato i loro disagi Ritenuto positivo
l'incontro tenuto in prefettura
Salvatore Summaria
"La scuola lotta e resiste". Recitava così il volantino fatto circolare ieri
mattina dai sindacati di categoria davanti alla sede dell'Usp. Cgil, Cisl,
Uil, Gilta-Unams e Snals, avevano indetto un sit-in di protesta contro i
tagli alla scuola apportati dal governo, che non agevolano certo
l'inserimento dei cosiddetti precari, da anni alle prese con contratti a
scadenza. «Ci mancava solo la manovra finanziaria, adesso stiamo
veramente freschi», commentavano i diretti interessati. Forbice
ministeriale e manovra economica: questi i motivi che hanno portato in
piazza l'esercito dei prof. Tantissimi i partecipanti all'assemblea, tra
insegnanti e una folta delegazione del personale Ata. Tutti a
manifestare il proprio dissenso. «La situazione è drammatica – spiegava
Silvana Pastore, docente dell'infanzia – non bastavano i tagli, adesso
anche il decreto anticrisi penalizza il pubblico impiego e la scuola in
modo particolare. Quanto dobbiamo pagare ancora?». Serpeggiava la
disperazione ieri mattina dinanzi alla sede dell'ufficio scolastico. «Gli
alunni disabili tra poco resteranno senza l'insegnante di sostegno – ha
rimarcato Giancarlo Viola – tanto vale tenerli a casa questi ragazzi».
Luca Bruno ha invece puntato il dito contro l'Usp, «colpevole di non
impegnarsi abbastanza, quando il Provveditorato dovrebbe battersi
insieme a noi». Le tante voci del dissenso, insomma, raccolte intorno ai
sindacati di categoria, decisi a non mollare la presa. Già, perchè
secondo loro le scelte operate dal governo penalizzano principalmente
la Calabria. «La provincia di Cosenza – gridava dal suo megafono Pino
Assalone della Cgil – vive drammaticamente l'incertezza del futuro
scolastico che anche quest'anno è stato segnato da un taglio agli
organici non più sostenibile». E i numeri sono veramente allarmanti. Le
stime dicono che sul territorio bruzio si perderanno circa 500 posti tra i
docenti di ogni ordine e grado e che la scure si abbatterà anche sulla
testa del personale amministrativo. Altrettanto determinata Francesca
Guarasci della Uil, secondo cui il blocco degli scatti sugli stipendi
determinerà la paralisi totale nel mondo della scuola. Sulla stessa
lunghezza d'onda Antonio Altomare, sindacalista della Gilda-Unams.
«Non è più possibile, dopo decenni di lotte, rincorrere il posto a tempo
indeterminato. Ci sono insegnanti che vanno avanti con le supplenze
annuali. È assurdo». La mobilitazione di ieri ha avuto lo scopo di
sensibilizzare la classe politica su un problema non più rinviabile.
L'appello è rivolto soprattutto alle istituzioni locali, affinchè si facciano
portavoce delle esigenze di una terra che vive drammi atavici. «Il
blocco delle assunzioni, i tagli agli organici e adesso anche la manovra
finanziaria– hanno ripetuto in coro i rappresentanti delle sigle sindacali
– avvengono in un contesto territoriale, ambientale, strutturale e
sociale che dovrebbe indurre a una più attenta e approfondita analisi
prima di determinare tagli indiscriminati. Noi siamo convinti che la
provincia di Cosenza ha bisogno di investimenti in termini di scuole più
sicure, di più personale e di una maggiore offerta formativa».
Altrettanto diretto il commento di Franco Greco, presidente
dell'Associazione nazionale docenti. «È estremamente grave – ha detto –
constatare che il fardello dei tagli venga ancora una volta rovesciato
sugli insegnanti, i cui stipendi sono da tempo la cifra delle difficoltà in
cui versa questa categoria. I danni saranno irreversibili – ha proseguito
Greco – il blocco degli automatismi renderà inutile il periodo 2011-2013
ai fini della maturazione della classi e degli scatti di stipendio e
spingerà ancora di più gli insegnanti verso una condizione di degrado
economico e sociale che è indegna per un Paese civile». All'assemblea di
ieri ha preso parte pure Renata Garofalo, vice coordinatore regionale
dell'Anif. «I tagli? Non fanno altro che produrre classi numerose e questo
va a discapito della formazione». E ha ricordato come il 17 maggio
scorso il suo sindacato ha avuto un colloquio con l'assessore regionale
alla Cultura, Mario Caligiuri, riprendendo il discorso dei progetti
alternativi istituiti dalla Regione per andare incontro ai precari della
scuola. «Progetti utili, ma è mancato il coordinamento con l'Usp», ha
chiosato la Garofalo. Tutte rimostranze sottoposte al prefetto. Gli stessi
rappresentanti sindacali, infatti, ieri mattina hanno avuto un faccia a
faccia con il vice di Antonio Reppucci, Osvaldo Caccuri. La delegazione
sindacale era composta da Greco, Assalone, Guarasci, Altomare,
Giuseppe Stellato della Snals, Luigi Bifano e Luigi Pingitore della Cisl e
dal segretario regionale della Uil, Roberto Castagna. Quest'ultimo ha
anticipato che lunedì la triplice incontrerà per la prima volta, dal suo
insediamento, il governatore calabrese, Giuseppe Scopelliti, e in quella
occasione i sindacati sottoporranno i problemi della scuola
all'attenzione del presidente della Regione. Da parte sua Caccuri, a
nome del prefetto Reppucci, ha assicurato il massimo impegno,
sfruttando il canale governativo per illustrare a chi di competenza la
situazione di assoluta precarietà che vive la categoria degli insegnanti,
soprattutto in un territorio dalle mille contraddizioni. L'attesa
continua...