Inchiesta per settimanali
Grandi titoli sui giornali, servizi e approfondimenti su tutti i principali mezzi di comunicazione, poi più nulla, il silenzio
CHE FINE HA FATTO
L’INFLUENZA AVIARIA?
INDONESIA, 25 MAGGIO 2006. SETTE PERSONE APPARTENENTI
ALLA STESSA FAMIGLIA, INFETTATE DAL VIRUS
DELL’INFLUENZA AVIARIA, SONO DECEDUTE.
E’ in arrivo l’estate, e chi può comincia a progettare le proprie vacanze.
Attualmente non ci sono restrizioni ai viaggi nei paesi in cui si sono sviluppati
focolai di influenza aviaria. Chi ha intenzione di spingers i verso l’Oriente sarà
forse sfiorato dal pensiero dell’ormai noto virus H5N1
Nel nostro paese l’argomento, dopo la massa di informazioni della
primavera scorsa, è vissuto così: un trafiletto di poche righe da un paese
esotico, che interessa, forse, solo chi programma di recarsi in quelle zone
Virus che ha fatto così paura da conquistare addirittura il primo posto in un
del mondo
sondaggio sui temi sanitari in cima ai pensieri dell’opinione pubblica effettuato a
gennaio dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Allarmismo, psicosi, corse
pazze ai vaccini antinfluenzali. Sono passati pochi mesi da quel periodo e di
aviaria non si sente quasi più parlare. Perchè? Che ne è dei titoli a tutta pagina
Forse l’enfasi e il sensazionalismo diffuso dai media di qualche tempo fa sono
che trasmettevano terrore e diffondevano il panico per l’ormai famosa influenza
state poco sensate ed esagerate, sbagliato adesso non occuparsene più.
dei polli?
RACCOMANDAZIONI PER I
VIAGGIATORI CHE SI RECANO
IN ZONE AFFETTE DA
INFLUENZA AVIARIA
(OMS)
•
rispettare, al massimo, le regole igienicosanitarie
•
lavare spesso le mani con acqua calda e
sapone
•
non consumare carni crude o poco cotte;
•
evitare il contatto con animali vivi e morti
•
evitare zone rurali, fiere o mercati dove vi
sia commercio o esposizione di animali
Il Ministero degli Affari Esteri provvede ad un
puntuale aggiornamento del sito
(http://www.viaggiaresicurimae.aci.it) che
indica i paesi dove si registrano casi di aviaria
L’influenza aviaria non è scomparsa infatti, nonostante il silenzio stampa.
Una possibile spiegazione è che il boom mediatico dei mesi scorsi fosse
alimentato dagli interessi delle case produttrici di farmaci e vaccini.
Allerta rientrata, quindi?
La risposta è no. In una scala da 1 a 6, dove i primi due gradini individuano
la totale assenza di rischio di pandemia influenzale, oggi ci troviamo al
livello 3 (vedi tabella).
Si può anche pensare che ad enfatizzare il pericolo possano aver contribuito i
settori della ricerca che hanno visto crescere finanziamenti e posizioni
accademiche. Forse però la spiegazione è che i mezzi di comunicazione hanno
capito che scatenare il panico è inutile e hanno deciso di lasciare il fenomeno agli
FASE
OPERAZIONI IN CORSO
addetti ai lavori.
I FARMACI
Sono principalmente due:
•
•
PERIODO INTER
PANDEMICO
Oseltamivir (Tamiflu)
Zanamivir (Relenza)
Appartengono alla classe degli inibitori della neuroaminidasi,
cioè bloccano la capacità infettiva del virus.
Molto efficaci per la normale influenza, sembrano agire bene
anche sul virus H5N1, ma devono essere somministrati
velocemente, non più di 48 ore dalla avvenuta infezione.
Possono essere usati no solo per la cura, ma anche per la
profilassi nelle categorie a rischio (comprese le donne in
gravidanza).
Da non dimenticare gli antibiotici nei casi, molto frequenti,
in cui l’infezione virale viene complicata da infezioni
batteriche.
1
Un sottotipo di virus di influenza che provoca
l’infezione nell’uomo potrebbe essere presente
anche negli animali.
Basso rischio di trasmissione all’uomo.
Nessun caso umano.
2
Rischio aumentato di trasmissione all’uomo di
un virus influenzale diffuso negli animali
3
Infezioni nell’uomo da parte di un nuovo
sottotipo di virus influenzale. Trasmissione da
uomo a uomo assente o molto limitata:
sporadici casi provocati da un contatto molto
ravvicinato
ALLERTA
PANDEMICA
4
Aumentata trasmissione del virus da uomo a
uomo.
Epidemie circoscritte: il virus non si è ancora
adattato bene alla specie umana
5
Epidemie di vaste dimensioni, ma trasmissione
da persona a persona ancora localizzata: il
virus inizia ad adattarsi meglio alla specie
umana
Rafforzare il livello di preparazione e risposta
all’influenza
Ridurre al minimo il rischio di trasmissione
all’uomo.
In caso di passaggio dell’infezione all’uomo,
rilevare e documentare il più rapidamente
possibile la trasmissione
Assicurare individuazione rapida e precisa del
nuovo virus.
Garantire immediate capacità di rilevamento,
notifica e risposta già a partire dai primi casi
registrati
Contenere i focolai infettivi e rallentare la
diffusione della malattia. Obiettivo:
guadagnare tempo per mettere in atto le
contromisure, compreso lo sviluppo di un
vaccino
Contenere e rallentare la diffusione della
malattia.
Obiettivi: evitare una pandemia e guadagnare
tempo per attuare tutte le possibili
contromisure
6
Il virus si trasmette in tutta la popolazione
PANDEMIA
Minimizzare l’impatto della pandemia
MA ESISTE UN VACCINO?
Alessandro Zanetti, docente di Igiene
presso l’Università degli Studi di Milano,
ha collaborato con le massime istituzioni
sanitarie, dal Ministero della Salute
all’Organizzazione Mondiale della Sanità.
A lui abbiamo chiesto il punto della
situazione sull’influenza aviaria.
Qual è oggi il livello di allerta sull’aviaria?
Il problema non è ancora risolto. Il livello di allerta, stabilito
dalle grandi agenzie sanitarie, quali l’OMS, rimane lo stesso
della primavera scorsa (livello 3, ndr). Siamo in presenza di un
Un effettivo vaccino contro il virus pandemico ancora non
esiste.
I vaccini che ogni anno vengono prodotti contro il virus
stagionale dell’influenza non sono in grado di proteggere da
un’eventuale influenza pandemica.
Molti paesi stanno sviluppando vaccini contro il virus H5N1,
ma nessuno di questi è pronto per essere messo in commercio.
Inoltre in caso di scoppio della pandemia ci vorrebbero
comunque alcuni mesi prima di avere un vaccino disponibile,
dal momento che il vaccino deve essere specifico per quel virus,
nella sua ultima variante antigenica.
virus che sta cercando di colonizzare anche l’uomo, ma in questo momento gli mancano
ancora quelle capacità adattative per potersi trasmettere con grande facilità da persona a
persona.
Cosa si sa del caso della famiglia indonesiana (il più grande focolaio umano riportato
fino ad oggi, ndr)?
Un intero gruppo familiare di otto persone è stato colpito dal virus aviario e sette sono
morte. Quindi la mortalità in questo caso è molto elevata. Ha sollevato il primo e più
reale sospetto di contagio interumano, che al momento non è stato dimostrato.
Non significa però che il virus sia cambiato: anche se ci fosse stata un’infezione
interumana, manca comunque la capacità, da parte del virus, di uscire ed infettare altre
persone.
Perché i mezzi di informazione non parlano più di aviaria?
Io credo che l’informazione sia molto conformista: quando parte una notizia da un grande
giornale o da un grande telegiornale, si accodano e la notizia si autoalimenta. Oggi
l’influenza aviaria non è più un problema mediatico come lo è stato prima, ma la
macchina della sanità pubblica non si è fermata.
Sul web
www. ministerosalute.it
www.cdc.gov
www.who.int
In libreria
Tom Jefferson, David Frati, Emanuela Grasso
Aviaria, influenza dei polli?
Il Pensiero Scientifico Editore
Giulio Divo, Fabrizio Pregliasco
Influenza aviaria. La grande paura
Sperling Kupfer