L`alimentazione tra storia e modernità

Riunione Rotary Club Messina – 16/10/2012
L’Alimentazione tra storia e modernità
Dai precetti religiosi all’attualità delle diete
La strada intrapresa dal Rotary Club Messina di coinvolgere i propri soci ha permesso di
organizzare, martedì 16 ottobre, una importante serata e affrontare un tema di particolare interesse:
“L’alimentazione tra storia e modernità. Dai precetti religiosi all’attualità delle diete”.
«Un argomento all’ordine del giorno, dieta e nutrizionismo fanno parte del nostro stile di vita», ha
affermato il presidente del club-service Giuseppe Santalco, introducendo il primo relatore, il prof.
Nino Ioli, ordinario di parassitologia clinica all’Università di Messina, docente fino al 2007 e autore
di oltre 240 pubblicazioni scientifiche. Rotariano da più 40 anni, è stato presidente del Rotary Club
Milazzo e insignito della Paul Harris.
Il socio Vito Noto ha presentato, invece, il dott. Gianluca Rizzo: messinese di 35 anni, nel 2003 si
laurea in scienze biologiche e ottiene l’abilitazione professionale; nel 2007 consegue il titolo di
dottore di ricerca in biologia e biotecnologie cellulari e vince la borsa di studio Telethon, mentre nel
2010 si iscrive all’ordine nazionale dei biologi, avvia a Messina l’attività libero professionale di
biologo nutrizionista e collabora come docente al centro studi Chiryo.
La relazione del prof. Ioli si sofferma sull’evoluzione dell’alimentazione, sulla quale però le
informazioni sono fornite dalle religioni, islam e cristianesimo: la prima vieta di assumere carne
suina, la seconda consiglia di evitare carne in determinati giorni dell’anno, circa 240, facendo
ricorso ad altri alimenti come il pesce. Una carenza di informazioni – spiega Ioli - dovuta alla
soppressione, a inizio ‘800, da parte di Gioacchino Murat, della Scuola medica salernitana che
raccoglieva nozioni della cultura medica araba, greca e romana. Nel Rinascimento, invece, si assiste
a cene abbondati e lunghe anche sette ore: tradizione che rimane nella nostra isola fino al ‘700 e
spesso si consumava tanto cibo da poter sfamare la popolazione siciliana.
Un alimento poco utilizzato erano le fave, vietate perché, nel VI secolo a.C., Pitagora aveva
osservato dei processi che presentavano crisi emoglobiniche, ma nel 1890 il medico italiano
Giovanni Montano studia il fenomeno e chiarisce il problema del favismo.
Solo nel 1950, dopo la guerra in Vietnam, con le autopsie sui soldati americani, sono state
riscontrate chiazze di lipidi nelle arterie, causa di alcune malattie come l’infarto del miocardio o
malattie del sistema nervoso e così nascono le cosiddette diete, come quelle per celiaci o glicemici.
Parte dall’etimologia di dieta, l’intervento del dott. Rizzo: non è soltanto una privazione, ma il
termine deriva dal sanscrito che implica la necessità di fare qualcosa. Ha anche una radice greca,
che considera la dieta uno stile di vita; un’origine latina, che fa capire che si estende nell’arco di
una giornata; e una germanica, che indica che esiste una decisione. Quindi, la dieta rappresenta
l’attuazione di una decisione dello stile di vita durante l’arco di una giornata.
Il dott. Rizzo ha presentato poi alcune delle diete più note: quella mediterranea, che è un’invenzione
americana dello scienziato Ancel Keys che affermò che l’incidenza di alcune patologie, come le
malattie cardiovascolari, era ridotta in paesi come Grecia e Italia dove si consumavano più cereali e
olio di oliva. Ma in America, la dieta venne fraintesa facendo aumentare il consumo di pasta e
carboidrati complessi. La dieta mediterranea, infatti, non consiste nel consumare solo pizza e pasta,
ma carboidrati integrali che erano presenti nella zona mediterranea. Dagli anni ‘70, si parla di diete
proteiche, in realtà a sfondo commerciale, perché anche se favorivano un dimagrimento immediato
rappresentano un’emergenza per il nostro corpo e, tornati alla normalità, si riacquistano i chili persi.
Una dieta che, invece, sta crescendo è quella vegetariana, sia come totale esclusione di cibi di
origine animale, come nel caso dei vegani, sia parziale, preferendo gli alimenti di origine vegetale a
quelli animali. Uno stile di vita antico, già trattato da Pitagora per aspetti etici, e che si diffonde
soprattutto per motivi salutistici.
Il dott. Rizzo ha concluso, quindi, con alcuni consigli per una corretta alimentazione: ridurre le
proteine, perché l’eccesso potrebbe danneggiare i reni, limitare le farine altamente lavorate
preferendo quelle integrali, evitare cibi confezionati perché pieni di sostanze nocive, riscoprire
cereali integrali come farro, kamut, orzo o avena.
Tante curiosità nel dibattito finale con i soci e ospiti, interessati a un tema importante per la salute
di tutti, e che si sono concentrati ancora sugli aspetti sia storici che nutrizionali, sulle diete e sul
consumo di pesce, alimento più sano e preferibile rispetto alla carne.
Infine, il presidente Santalco ha chiuso la serata donando al prof. Ioli e al dott. Rizzo il volume “I
Gesuiti a Messina”.
Davide Billa