LWG Cap. 5: Oligopolio A.Baldini1 1 SOSE, M.Causi2 Dipartimento di studi aziendali Roma Tre 2 Dipartimento di economia Roma Tre March 19, 2017 A.Baldini, M.Causi Introduzione e variazioni congetturali L’oligopolio si basa sullo scarso numero di imprese presenti nel mercato sia dalla natura del prodotto. Imprese con prodotti omogenei sentono la presenza di altri concorrenti nel settore, e quando non c’è un mercato “atomistico” ci sono pochi concorrenti che lo contendono. Centrale è l’interdipendenza delle (poche) imprese: le azioni di un’impresa influenzano le azioni delle altre. Le imprese puntano sempre a massimizzare il profitto, facendo delle ipotesi sulle reazioni dei rivali (variazioni congetturali). Due estremi: 1 Azioni indipendenti: Ogni impresa giunge ad una decisione indipendentemente dalle decisioni delle altre. 2 Collusione pura: Più imprese creano una contrattazione tra loro per formulare una azione congiunta. A.Baldini, M.Causi Tipi di modelli 1 Modelli di determinazione del livello di produzione. 2 Modelli di determinazione dei prezzi. A.Baldini, M.Causi MODELLI DI DETERMINAZIONE DEL LIVELLO DI PRODUZIONE. A.Baldini, M.Causi 1) Duopolio di Cournot Ipotesi Due imprese con costo marginale nullo (esempio dei produttori di acqua minerale localizzati fianco a fianco e vicini alle fonti). Cma orizzontale e uguale a zero. Imprese decidono piani commerciali in sequenza. Ogni impresa ipotizza che l’altra mantenga il proprio piano di produzione al livello attuale. In altre parole ogni impresa ipotizza che la reazione dell’altra sia nulla (variazione congetturale nulla). RMe lineare e unità di misura per prezzo e quantità scelte in modo che varino tra 0 e 1. RMa lineare e negativa, interseca l’asse nel valore 1/2. A.Baldini, M.Causi Duopolio di Cournot A.Baldini, M.Causi Duopolio di Cournot Dinamica di aggiustamento. Impresa A inizia. RMa=CMa=0 =⇒QA =1/2 e PA =1/2. Impresa B entra e vede che QA =1/2. Ipotizza che QA rimarrà uguale a 1/2 e quindi sa che il suo spazio di produzione è massimo di (1-1/2)= 1/2, ma ad un prezzo =0. Seguendo la propria produttività marginale fisserà QB =1/4 e PB =1/4. Mercato è al livello QA + QB = 3/4 ed il P=1/4. A quel punto A si trova spiazzata dato che massimizzava il profitto ad un P=1/2. Ricomincia dallo spazio di mercato libero (3/4) e produce a QA =3/8 e PA = 3/8 B ricomincia dalla parte residua del mercato (1-3/8) = 5/8 così continua fino all’equilibrio, in cui entrambe le imprese massimizzano il profitto sotto l’ipotesi di variazione congetturale nulla. A.Baldini, M.Causi Duopolio di Cournot A.Baldini, M.Causi Curve di isoprofitto e funzioni di reazione Si ipotizza che il Costo Marginale delle imprese sia diverso da zero (ipotesi forte dell’equilibrio di Cournot). Curva di isoprofitto di A: Combinazione di qA e qB che massimizza il profitto dell’impresa A. Curva convessa verso l’asse di riferimento. Nella parte prima del massimo la produzione totale di A è piccola e poco elastica rispetto al prezzo: un aumento della produzione di A determina un aumento rilevante dei ricavi. Viceversa a destra del massimo: la produzione è rilevante e l’elasticità rispetto al prezzo alta. Un aumento della produzione di A determina una diminuzione dei ricavi rilevante. Per ogni dato valore di B (qB ) il valore al quale A massimizza il profitto è quel valore determinato dalla tangenza tra il valore qB e la curva di isoprofitto. Funzione di Reazione: il luogo dei punti in cui A massimizza il profitto date le quantità scelte da B. A.Baldini, M.Causi Curve di isoprofitto e funzioni di reazione A.Baldini, M.Causi Equilibrio Cournot-Nash Aggiungiamo la curva di reazione di B e la curva di isoprofitto di B, e siamo in un mercato in cui le imprese massimizzano il profitto sotto l’ipotesi di variazione congetturale nulla. Questo vuol dire che le imprese tendono a muoversi sulle loro curve di reazione. Il punto in cui le curve di reazione si incontrano è chiamato il punto di equilibrio di Cournot-Nash. 1 Di Cournot perchè è l’equilibrio in cui entrambe le imprese massimizzano il profitto, data la produzione dell’altra impresa.. 2 Di Nash dato che quello che prendiamo ad esempio è un classico equilibrio in un gioco non cooperativo dal quale nessuna delle due imprese ha un incentivo a scostarsi. A.Baldini, M.Causi Equilibrio Cournot-Nash A.Baldini, M.Causi Equilibrio Cournot-Nash A.Baldini, M.Causi Critiche all’equilibrio di Cournot e la soluzione di Chamberlin Ipotesi di variazione congetturali nulle non credibile: ogni impresa fissa la produzione tenendo conto di una ipotesi che risulta smentita dalla reazione seguente dell’impresa. Imprese dovrebbero imparare dall’esperienza. Imprese non cercano giochi cooperativi o collusivi per massimizzare i profitti. Attenzione tutta volta sul livello di produzione anzichè sul prezzo. =⇒ Chamberlin: imprese riconoscono l’interdipendenza delle loro decisioni. A.Baldini, M.Causi 2) Chamberlin: massimizzazione congiunta del profitto Idea: le imprese si mettono d’accordo per ripartire tra loro la quantità prodotta come se il mercato fosse servito da un monopolista. Dato l’equilibrio di C-N, se entrambe le imprese diminuissero la produzione aumenterebbero i loro profitti. Nuova retta: QM QM è la retta sulla quale le funzioni di isoprofitto sono tangenti l’una all’altra. I punti in cui la retta tocca gli assi sono i punti in cui l’impresa sarebbe se operasse da monopolista. In qualsiasi punto intermedio la produzione è uguale a QM . Esiste un punto in cui la produzione di QM è ripartita equamente: soluzione di massimizzazione congiunta del profitto. Il risultato di Chamberlin non prevede collusione, ma semplice constatazione induviduale delle imprese della possibilità di ottenere un payoff più alto. D’altro canto la soluzione non prevede alcuna aggressione, deviazione (cheating) o pratica sleale: la soluzione non rappresenta pertanto un equilibrio stabile. A.Baldini, M.Causi Chamberlin: massimizzazione congiunta del profitto A.Baldini, M.Causi 3) Stackelberg: modello leader-follower Cournot assegna parità di status alle due imprese nel procedere verso l’equilibrio finale. In Stackelberg l’ipotesi di variazione congetturale nulla è abbandonata in A e mantenuta in B: A impara dalle decisioni pregresse. A sa che B reagirà con variazioni congetturali nulle, e quindi che qualsiasi scelta farà, B andrà sempre a collocarsi sulla sua funzione di reazione. A si collocherà automaticamente nel punto in cui il suo profitto sarà il più alto possibile sulla curva di reazione di B. La tangenza tra il punto di isoprofitto e la curva di reazione è il punto scelto da A. A è il first mover, o leader, colui che fa la prima mossa e si colloca direttamente sul punto di equilibrio. A esce premiata nel punto di equilibrio selezionato rispetto all’equilibrio di Cournot-Nash, mentre B è penalizzata. A.Baldini, M.Causi Stackelberg: modello leader-follower A.Baldini, M.Causi Stackelberg: modello leader-follower SA :A è leader e B è follower SB :B è leader e A è follower Se entrambe sono follower si arriva all’equilibrio di Cournot-Nash Se entrambe sono leader si arriva alla “guerra dei prezzi” in L qA = qBL . E’ un disequilibrio di Stackelberg, in cui vi è sovrapproduzione e le imprese sono costrette a ridurre i prezzi per vendere il prodotto =⇒ profitto inferiore a quello di Cournot-Nash, che può finire con un vincitore o con la collusione. A.Baldini, M.Causi MODELLI DI DETERMINAZIONE DEI PREZZI. A.Baldini, M.Causi Bertrand: la concorrenza di prezzo. Per Bertrand è il prezzo e non la produzione la chiave per comprendere le azioni delle imprese nel mercato. Impresa fissa il prezzo e vende quanto riesce. Variazione congetturale nulla del livello dei prezzi: ogni impresa pensa che l’impresa rivale non si scosterà dal livello prescelto del prezzo. Decisioni prese in sequenza Curva dei costi marginali identica tra le imprese. A.Baldini, M.Causi Bertrand: la concorrenza di prezzo. A inizia il gioco al prezzo PM di monopolio. B risponde al prezzo PM − ε e gli ruba i clienti. A risponde di nuovo con PM − 2ε. Il gioco va avanti fino a PC il prezzo di concorrenza perfetta al quale non esiste più incentivo a diminuire il prezzo. Nessuno vuole realizzare perdite sistematiche, e il mercato fissa il prezzo uguale al costo marginale al quale le imprese producono la metà della produzione per una. Le critiche alle variazioni congetturali nulle per il modello di Cournot valgono anche per il modello di Bertrand. Inoltre il modello sembra suggerire che non esistono casi intermedi tra il monopolio e la concorrenza perfetta, mentre questo dipende dal fatto che per ipotesi le due imprese producono prodotti identici. A.Baldini, M.Causi Bertrand: la concorrenza di prezzo. A.Baldini, M.Causi Leadership di prezzo Leadeship di prezzo (o politiche di prezzo parallele): modelli che cercano di replicare gli andamenti dei prezzi in industrie oligopolistiche, nelle quali spesso un leader inizia a cambiare i prezzi e viene seguito dagli altri. Tra questi abbiamo Leadership di prezzo dominante: Una impresa è “dominante” (leader) grazie alla sua efficienza o al suo comportamento aggressivo. Non c’è oligopolio in quanto non c’è interdipendenza: una impresa, con perfetta informazione, fissa il prezzo e le altre (una “frangia” competitiva di followers, price takers) seguono, per convenzione o per paura. Leadership di prezzo barometrica: l’impresa annuncia (per prima) una variazione di prezzo che sarebbe stata imposta dalla concorrenza. E’ semplicemente la prima ad annunciarla, e l’identità dell’impresa leader può cambiare nel tempo. Il leader agisce come “barometro”, interpreta le istanze del mercato. A.Baldini, M.Causi Teoria dei giochi Come si sistematizza un processo decisionale in condizioni di incertezza come quello dell’oligopolio? Con la teoria dei giochi. Un gioco è una situazione in cui due o più decisori devono scegliere tra possibili azioni. Può durare un periodo (gioco uniperiodale) o più periodi (gioco multiperiodali). Ogni giocatore ha una strategia, ossia un insieme di regole che gli indica come muoversi in corrispondenza di diverse circostanze. Ad ogni azione è associato un payoff, ossia un risultato numerico. Il gioco è a somma costante o non costante se la somma dei payoff dei giocatori è costante per qualsiasi esito oppure se dipende dalle azioni dei singoli. E’ a somma zero, se è un gioco costante in cui ad un vincitore corrisponde un perdente. A.Baldini, M.Causi Equilibrio di Nash, in strategia dominante L’equilibrio “Basso - Basso” è un equilibrio in strategia dominante, nel senso che si realizza indipendentemente dalla scelta dell’altro giocatore. E’ anche un equilibrio di Nash: nè A nè B possono migliorare la loro situazione data la strategia dell’altra impresa. Sia A che B stanno massimizzando il loro payoff sotto l’ipotesi (stabile) di variazione congetturale nulla. A.Baldini, M.Causi Dilemma del prigioniero E’ equilibrio In strategia dominante? E’ equilibrio di Nash? A.Baldini, M.Causi Dilemma del prigioniero Il dilemma del prigioniero è un gioco con un equilibrio di Nash ed in strategia dominante, ma con un payoff inferiore al caso che i prigionieri cooperassero. Tuttavia la strategia di cooperare è instabile per i forti incentivi a deviare dalla cooperazione! A.Baldini, M.Causi Altri tipi di giochi e strategie Strategie miste in giochi simultanei: quando non esiste una strategia dominante, ed i giocatori scelgono la migliore in modo casuale. Giochi sequenziali: finora i giocatori hanno preso le loro decisioni allo stesso istante (gioco simultaneo), ma possono prenderle anche periodo dopo periodo, come nei giochi sequenziali. Giochi ripetuti: lo stesso gioco si ripete per più di una volta, e l’impresa sceglie una strategia diversa turno dopo turno. A.Baldini, M.Causi