LWG Cap. 3: Concorrenza, Monopolio, Concorrenza Monopolistica A.Baldini1 1 SOSE, M.Causi2 Dipartimento di studi aziendali Roma Tre 2 Dipartimento di economia Roma Tre March 8, 2017 A.Baldini, M.Causi La teoria neoclassica dell’impresa La teoria neoclassica dell’impresa vede l’impresa come un agente nel mercato. Essa ha l’obiettivo di massimizzare i suoi profitti minimizzando i propri costi. Un settore economico, non è altro che la somma dei comportamenti delle singole imprese. A diversi economisti si deve la teoria neoclassica dell’impresa Smith: la mano invisibile è la capacità degli imprenditori (guidati dal mercato) di posizionarsi in quei settori in cui esistono margini di profitto. Cournot: la curva di domanda dei beni come funzione decrescente dei prezzi. Marshall: “forbice” tra domanda ed offerta, elasticità, distinzione tra breve e lungo periodo. John Bates Clark: teoria della concorrenza perfetta. A.Baldini, M.Causi Le forme di mercato A.Baldini, M.Causi Concorrenza perfetta: ipotesi Compratori e venditori “atomistici” No barriere all’entrata/uscita No differenziazione del prodotto Informazione perfetta: nessun costo di transazione per acquisire informazione No costi di trasporto Imprese indipendenti Tutto questo porta all’ipotesi di imprese price taker: il mercato decide il prezzo e le imprese decidono la quantità da produrre dati i loro input produttivi. A.Baldini, M.Causi Elasticità al prezzo Se l’impresa decidesse di vendere il proprio prodotto ad un prezzo diverso da quello del mercato, diminuendolo o aumentandolo, andrebbe incontro a perdite sistematiche oppure non venderebbe il proprio prodotto. In Concorrenza, la funzione del prezzo è una funzione che può essere vista come orizzontale, e l’elasticità al prezzo come una elasticità infinita: all’aumentare (diminuire) infinitesimo del prezzo la quantità venduta diminuirebbe (aumenterebbe) di moltissimo. 1 1 = P ∗ 1− = P ∗ (1 − 0) = P P ∗ 1− |ε| |∞| A.Baldini, M.Causi Concorrenza perfetta nel breve periodo Ipotesi Ogni impresa usa un fattore di capitale consistente con la minimizzazione dei costi medi di lungo periodo, o la produzione alla scala efficiente minima (SEM) di lungo periodo. Costi fissi = 0 =⇒ CVMe = CMeBP Impresa pre-entrata e post-entrata Problema dell’impresa: 0 maxx Π = maxy (py − c(y )) =⇒ p − c (y ) = 0 RMa = CMaBP =⇒ P = CMaBP A.Baldini, M.Causi Concorrenza perfetta nel breve periodo A.Baldini, M.Causi Concorrenza perfetta nel lungo periodo A.Baldini, M.Causi Monopolio Ipotesi Compratori Atomistici, un solo venditore. La domanda dell’impresa è la domanda del settore, e il livello di produzione scelto dall’impresa determina la produzione del mercato. Barriere all’entrata insormontabili. Extraprofitto senza minaccia e no equilbri pre-post entrata. Bene o servizio venduto è unico, non ci sono sostituti. Differenziazione prodotto è completa Informazione perfetta o imperfetta Localizzazione geografica, elemento di monopolio (costi di trasporto eccessivi per andare da un altro venditore). Problema dell’impresa: maxy Π = maxy r (y ) − c(y ) = maxy p(y )y − c(y ) = 0 0 = p(y ) + p (y ) ∗ y − c (y ) = 0 A.Baldini, M.Causi Monopolio Nell’assunzione di equilibrio secondo la quale i ricavi marginali devono essere uguali ai costi marginali, il problema del monopolista (che fissa il prezzo) vede l’influenza di due fattori. p(y ) ossia gli incassi addizionali ottenuti dalla vendita di un’ulteriore unità di bene 0 p (y ) ∗ y il minor incasso determinato da fatto che una quantità maggiore di bene viene venduta ad un prezzo inferiore. I costi marginali devono uguagliare la somma di questi due effetti. I costi a cui avviene la produzione non sono i costi minimi possibili (scala efficiente minima). A.Baldini, M.Causi Monopolio (caso lungo periodo) A.Baldini, M.Causi Efficienza e benessere sociale Punto di partenza del dibattito: l’allontanamento dalla concorrenza perfetta produce una perdita di efficienza: le imprese producono una quantità di output inferiore ad un prezzo maggiore. Nella figura che segue si mostra il confronto tra concorrenza e monopolio con Rendimenti di scala costanti =⇒ CMeLP=CMaLP Nel caso di rendimenti di scala a U nel lungo periodo, il monopolista non riesce a produrre al costo minimo possibile (figura monopolio) mentre l’impresa concorrenziale vi riesce. A.Baldini, M.Causi Monopolio A.Baldini, M.Causi Indice di Lerner L’impresa che si allontana dalla concorrenza avrà di conseguenza dei prezzi maggiori dei costi marginali. Da qui Lerner elaborò una misura di potere di mercato, il potere dell’impresa di determinare il prezzo al quale venderà il prodotto. P − CMa P L’indice di Lerner assume valori tra 0 (concorrenza) e 1 (più è vicino a 1, più segnala la presenza di dinamiche anticompetitive). Con alcune semplici manipolazioni si può vedere come, in equilibrio, può essere facilmente espresso in termini del reciproco dell’elasticità rispetto al prezzo L= 1 P P P − RMa 1 RMa = P 1 − =P− =⇒ P −RMa = =⇒ = |ε| |ε| |ε| P |ε| A.Baldini, M.Causi Definizioni Prezzi più alti per un bene diminuiscono il “benessere” dei consumatori ma aumentano quello dei produttori. Se dovessimo fare un’analisi complessiva dei vantaggi/svantaggi che una forma di mercato comporta per l’insieme degli agenti economici dovremmo parlare di Benessere sociale. Efficienza allocativa: quando non esiste alcuna possibile riallocazione delle risorse suscettibile di migliorare la situazione di un agente senza peggiorare la situazione di un altro agente. Condizione necessaria è il beneficio marginale della produzione di un bene per la società uguagli il costo marginale. Il prezzo di mercato è interpretato come una misura del valore di un’unità marginale di prodotto. Se P=CMa=⇒efficienza allocativa. A.Baldini, M.Causi Definizioni L’ efficienza produttiva è determinata da due componenti, l’efficienza tecnica e l’efficienza economica. Efficienza tecnica: se l’impresa in questione produce la quantità di output massima possibile con determinate quantità dei fattori. Graficamente un’impresa è tecnicamente efficiente se produce esattamente un monte quantità uguale a quello della frontiera della funzione di produzione. Efficienza economica: se l’impresa ha selezionato la combinazione dei fattori che le permette di produrre il suo attuale livello dell’output al minor costo possibile dati i prezzi prevalenti dei fattori disponibili per l’impresa. A.Baldini, M.Causi Efficienza allocativa A.Baldini, M.Causi Surplus consumatore e produttore Surplus consumatore: differenza tra l’ammontare che la somma dei consumatori sarebbe disponibile a pagare e la differenza che effettivamente paga (schema iniziale A+B+C) Surplus produttore: Compenso che i produttori ricevono una volta remunerati i loro costi di produzione tra i quali il profitto normale (nessuno in concorrenza perfetta). Con concorrenza: Benessere sociale =A+B+C Con monopolio : Benessere sociale = A+B C= deadweight loss, ossia perdita secca di benessere. A.Baldini, M.Causi Efficienza allocativa e produttiva A.Baldini, M.Causi Surplus consumatore e produttore Inefficienza produttiva del monopolista: essendo appagato dal non avere rivali nel mercato, sceglie di produrre a costi marginali più elevati rispetto a quelli efficienti. La curva dei costi medi e marginali di lungo periodo si alza rispetto alla prima. F+H+K= deadweight loss, ossia perdita secca di benessere. A.Baldini, M.Causi Monopolio Naturale Il monopolio è sempre meno efficiente della concorrenza perfetta? No. Il Monopolio naturale è quella situazione nella quale i costi medi di lungo periodo sono decrescenti per l’intera gamma delle produzioni possibili. In altre parole, quando la produzione di un bene è prodotta in maniera più efficiente da un’unica impresa più grande anzichè da due o più imprese si ha un monopolio naturale, come nel caso dei servizi pubblici locali. Perchè succede questo? Cruciale è la presenza di “reti” o “infrastrutture” tali da rendere molto più efficiente la produzione integrata in un’unica azienda piuttosto che la produzione di servizi diversi in più aziende. Si pensi ad esempio alla produzione di elettricità per un comune, oppure al settore dei trasporti (porti o aeroporti). In questa situazione spesso la massimizzazione del profitto può divergere dal soddisfacimento del benessere sociale. Il prezzo voluto per il pubblico potrebbe essere più basso di quello fissato con criteri di massimizzazione del profitto. A.Baldini, M.Causi Monopolio Naturale A.Baldini, M.Causi Concorrenza Monopolistica Forma di mercato che si colloca tra la concorrenza perfetta e il monopolio. Numerosi compratori e venditori atomistici No barriere di entrata e uscita Beni e servizi prodotti non sono omogenei: differenze reali o fittizie, ma percepite dai consumatori. Informazione perfetta o imperfetta: se le differenze di prodotto sono reali allora info imperfetta. Localizzazione geografica: caratteristica che differenzia il prodotto da territorio a territorio. Ogni impresa cerca di massimizzare il suo profitto. A.Baldini, M.Causi Concorrenza Monopolistica Queste ipotesi assicurano che esista un certo grado di discrezionalità dell’impresa nel fissare il prezzo. Esiste quindi un certo grado di potere di mercato delle imprese che operano in un tale mercato, e a differenza della concorrenza se aumenta (diminuisce) il prezzo non rischia di perdere tutti i clienti. Funzione di domanda inclinata negativamente: stesso principio dell’uguaglianza tra ricavi e costi marginali. Un’impresa non deve uguagliare solo il prezzo ai costi marginali, ma deve anche tenere conto dell’effetto della variazione dei costi sul prodotto. Non c’è più la domanda del mercato (imprese con prodotti distinti) ma RMa e RMe. A differenza del monopolio produttori e compratori atomistici e la possibilità di entrata nel mercato fanno sì che gli extraprofitti si annullino. A.Baldini, M.Causi Concorrenza Monopolistica A.Baldini, M.Causi Concorrenza Monopolistica L’impresa entrante fa annullare gli extraprofitti portando a far coincidere l’incrocio tra i CMaBP e i RMaBP con il punto di tangenza tra i RMeBP e i CMeBP. L’impresa rappresentativa non produce alla scala efficiente minima ed ottiene solo un profitto normale. Il prezzo a cui l’impresa vende è maggiore del costo medio minimo. Inefficienza allocativa e perdita di benessere rispetto alla concorrenza. A.Baldini, M.Causi