Progetto QUANTICA: caratterizzazione dei parametri bioumorali correlati all’insorgenza di malattie cardiovascolari, del profilo metabolomico e di quello di espressione genica. L’alimentazione è in grado di modificare profondamente lo stato di salute degli individui e della comunità. Nei Paesi industrializzati l’elemento più importante del fattore nutrizionale è sicuramente la relazione con le malattie cardiovascolari, la prima causa di morte e disabilità (Keys et al., 1986). La possibilità di individuare con certezza le relazioni esistenti tra abitudini alimentari e malattie cardiovascolari è un elemento fondamentale nell’attuazione di precise strategie preventive primarie, dirette a tutta la popolazione, e/o secondarie, idonee a migliorare lo stato nutrizionale del soggetto già affetto da questo tipo di patologie. Negli ultimi anni numerosi studi epidemiologici hanno evidenziato con chiarezza come l’abituale consumo di carboidrati e di alimenti, derivanti dalla famiglia delle graminacee, sia fortemente correlato con una ridotta incidenza di malattie cardiovascolari e/o tumorali (Truswell, 2002; Tavani et al., 2003). Le più importanti società scientifiche, attraverso le linee guida nutrizionali dirette alla popolazione per un’ottimale prevenzione primaria delle malattie croniche, hanno posto i carboidrati in generale ed il pane e la pasta in particolare al primo posto nella piramide di consumo (http://www.inran.it; World Health http://www.healtherius.gov/dietaryguidelines). Organization Queste Study indicazioni Group. prendono 2003; spunto dall’elevata mole di dati sull’effetto benefico dell’abituale utilizzo di una moderata quantità di carboidrati in una dieta equilibrata nei riguardi delle malattie croniche invalidanti. Una recente revisione sistematica di Hu e coll. (2003) ha rivelato con chiarezza una significativa inversa correlazione tra il consumo di carboidrati e il rischio di malattie cardiovascolari. L’effetto benefico di questi tipi di alimenti sembra essere dovuto alla loro tipica composizione (McKevith, 2004). Diversi studi hanno dimostrato come gli alimenti contenenti graminacee presentano un’elevata presenza di sostanze antiossidanti naturali, quali i flavonoidi e i fenoli, insieme ad alcune vitamine con elevato potenziale antiossidante quale la vitamina E, rendendo così ragione del possibile beneficio che l’assunzione regolare di questi cibi ha nei riguardi dell’apparato cardiovascolare (Kwawi Adom e Hai Liu, 2002; Paradiso et al. 2006).. Inoltre, i carboidrati raffinati, tra cui il pane, che è il maggior esponente, presentano un’elevata presenza di vitamine del gruppo B, soprattutto B6 e acido folico (Fenech et al. 2005), vitamine importanti per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, sia come cofattori fondamentali del metabolismo della metionina che come fattori indipendenti, insieme ad altre sostanze benefiche per la salute, quali l’acido alfa-linolenico e i fito-estrogeni (Kwawi Adom et al., 2003). Di recente scoperta è la conoscenza che le proprietà funzionali delle proteine del grano dipendono fortemente dalla loro composizione chimica, che a loro volta è influenzata dal genotipo, dal sistema colturale, così come dalle diverse caratteristiche ambientali (Kwawi Adom et al., 2003; Slavin, 2004; Mangavel, 2002). Perciò, a parte il processo d’integrazione funzionale del grano utile per ottenere alimenti così detti nutraceutici e per ottenere cereali arricchiti di acido folico, la valorizzazione e la ripresa di antiche filiere alimentari hanno ottenuto notevole interesse nel campo della ricerca nutrizionale applicata alla medicina clinica. A tale riguardo, recentemente, è stato riportato come la differente composizione biochimica di alcuni alimenti finiti sia inoltre significativamente differente in relazione alla tipologia di preparazione, cottura e mantenimento del pane (Dinelli et al., 2007). Alcune ricerche hanno riportato che varietà antiche di frumento contengono una maggiore quantità di acido folico biodisponibile rispetto alle varietà moderne oggi coltivate (Fenech et al. 1999; Piironen et al., 2008). La quantità di acido folico contenuta nel grano sembrerebbe essere significativamente più elevata di quella presente nella frutta e nella verdura, contribuendo per circa il 50% delle raccomandazioni giornaliere di questa vitamina per la prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari. Pertanto, sembra essere di notevole importanza l’identificazione di filiere naturalmente più ricche di queste sostanze benefiche per la salute, al fine di raggiungere, in modo salutare e con il solo utilizzo dell’alimentazione, il limite minimo di introduzione di alcuni componenti alimentari essenziali per la prevenzione delle malattie croniche invalidanti, e in particolare di quelle cardiovascolari (Slavin, 2004). Dati recenti derivanti da uno studio effettuato, presso l’Università di Firenze da Sofi et al. (2010), su pane dell’antica varietà di grano Verna, hanno evidenziato un miglioramento significativo dei parametri di rischio cardiovascolari quali il colesterolo totale, il colesterolo LDL e l’acido folico intraeritrocitario, dopo un periodo di intervento dietetico con il pane e la pasta derivati dalla varietà Verna. A tal riguardo, la moderna agricoltura, caratterizzata da sistemi colturali intensivi e dall’impiego di varietà moderne di frumento ad alte rese colturali, ha portato a un progressivo impoverimento del germoplasma coltivato, con la conseguente perdita di varietà locali a vantaggio di poche varietà moderne. Le alte produzioni delle moderne varietà di frumento richiedono, però, l’uso di alti “inputs” colturali in termini di fertilizzanti, fungicidi ed erbicidi, e di conseguenza alti costi di produzioni con alti rischi di inquinamento ambientale (Austin et al., 1980). La crescente sensibilità degli organi politici per l’inquinamento del suolo e delle acque e l’aumentata domanda dei consumatori di prodotti salubri hanno promosso, insieme ai risultati delle moderne ricerche agroecologiche, un grande interesse verso metodi di coltivazione a bassi inputs e verso la riscoperta e tutela di varietà vegetali antiche. A tal riguardo, la Regione Toscana, come altre regioni italiane, ha istituito una banca regionale del germoplasma al fine di tutelare le risorse genetiche autoctone mediante metodi di conservazione ex e in situ al fine di evitare contaminazioni alterazioni e distruzioni (http://germoplasma.arsia.toscana.it/Germo/). In Italia, esistono già numerosi esempi di valorizzazione di varietà antiche di frumento La valorizzazione è avvenuta su diversi fronti: sperimentazione, produzione e divulgazione. In merito alla sperimentazione, negli ultimi anni (2004-2007), sono state individuate alcune varietà di frumento antico che si adattano particolarmente bene alla produzione di pane con lievitazione naturale a base di pasta acida, e che permettono anche di conseguire produzioni discrete in zone collinari/montane. Obiettivo generale: Il progetto si propone come obiettivo generale l’organizzazione e la valutazione tecnicoeconomica di una filiera corta per la produzione di un pane ottenuto da farine da varietà antiche di frumento tenero e caratterizzato da un elevato contenuto di vitamine del gruppo B, B6 ed acido folico, importanti nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. A tale scopo il progetto si propone 3 obiettivi specifici: 1 - tecnico-agronomico: introdurre la coltivazione di alcune varietà antiche di frumento tenero che a livello sperimentale hanno mostrato ottime qualità produttive, salutistiche e tecnologiche; produrre farine ottenute da varietà antiche di frumento tenero coltivate secondo due sistemi colturali sostenibili (basso impatto ambientale e alto reddito) in modo da ottenere un pane ad alto contenuto di acido folico e con caratteristiche organolettiche apprezzate dai consumatori intervenendo sia sulla macinazione che sulla lievitazione naturale da pasta acida. 2 - socio-economico: individuazione delle tecniche di produzione e dei costi medi (modali) ad ettaro ed a quintale del frumento tenero di varietà moderne e confronto con i costi di produzione di varietà antiche a seconda delle diverse tipologie di produzione. La difficoltà attuale nel definire strumenti/procedure a copertura dei rischi di volatilità dei prezzi conduce al secondo obiettivo che consiste nel supportare la redazione di un contratto di filiera per l'acquisto di grano tenero coltivato in Toscana mediante il trasferimento di conoscenze sui costi di produzione nelle diverse tipologie produttive, sull’analisi delle serie storiche sia dei prezzi del frumento tenero nei mercati nazionali ed internazionali che dei prezzi dei principali fattori della produzione. 3 –nutrizionale sulle farine e clinico su un campione di pazienti: caratterizzazione del contenuto di vitamine del gruppo B (B6 e acido folico), dell’acido alfa-linolenico e dei fitoestrogeni sulle farine oggetto del trasferimento dell’innovazione; caratterizzazione dei parametri bioumorali correlati all’insorgenza di malattie cardiovascolari, del profilo metabolomico e di quello di espressione genica.