Carcinoma gastrico e della giunzione gastroesofagea Corso di Oncologia - Anno 2016 Antonio Frassoldati Caso clinico R.F., maschio, caucasico, anni 64 Comorbidità: •Reflusso gastroesofageo Terapia farmacologica domiciliare: •Inibitore di pompa (pantoprazolo) Anamnesi patologica: •Portatore di nefrolitiasi Caso clinico • Il paziente si presenta in Ambulatorio riferendo dispepsia e lieve disfagia per i cibi solidi da circa 6 mesi ??? Caso clinico Diagnosi differenziale (dispesia): •Gastrite acuta o cronica (Helicobacter Pylori) •Esofagite •Pancreatite •Neoplasia del tratto digerente superiore o del pancreas •Abuso di alcol o farmaci Caso clinico Diagnosi differenziale (disfagia): •Neoplasie del tratto digerente superiore •Stenosi infiammatorie •Diverticoli •Corpi estranei •SLA •Sclerodermia •Acalasia •Spasmo esofageo diffuso •Miastenia Ostruttiva Motoria (discinesie) Caso clinico Quali indagini eseguire per giungere alla diagnosi? Caso clinico • Esofagogastroduodenoscopia (EGDS) con eventuale biopsia • RX transito esofageo • Manometria esofagea • (TAC addome) Caso clinico Il paziente viene quindi sottoposto ad EGDS (Marzo 2014) Riscontro di stenosi non valicabile della regione cardiasica Caso clinico Durante EGDS la lesione riscontrata viene quindi sottoposta a biopsia con E.I: Adenocarcinoma infiltrante HER-2 3+ Cellule adenocarcinomatose Her-2 positività Fattori di rischio ambientali Fattori di rischio ambientali • Le popolazioni che migrano da zone di alta incidenza a zone di bassa incidenza mantengono il rischio della popolazione di origine, – 66-75% del rischio di sviluppare un carcinoma gastrico può essere ridotto con modificazioni della dieta • ò consumo di sali • ñ vegetali e frutta, in particolare quelli ricchi di Vit. C per l’inibizione della formazione degli addotti del DNA. • Cibi affumicati o salati: N-nitroso composti derivati dalla trasformazione dei nitrati, contenuti nelle acque e negli alimenti, in nitriti, con formazione di addotti del DNA. • Una dieta ricca di sali può portare a una irritazione della mucosa e indurre una gastrite cronica atrofica. • Obesità e reflusso gastroesofageo: elevato indice di massa corporea e un elevato consumo calorico sono stati associati con l´adenocarcinoma dell´esofago distale e del cardias. Infezione da Helicobacter pylori • L´Helicobacter pylori è stato isolato nel 1982 e riconosciuto come un carcinogeno umano nel 1994. Il rischio sembra incrementato fino a 5-6 volte per le neoplasie gastriche, sia adenocarcinomi sia linfomi. • Il preciso meccanismo non è chiaro, ma sembra legato all´aumento di incidenza di gastrite cronica atrofica • Produzione locale di nitrosamine • L´infezione non è correlata all´aumento del rischio per il carcinoma del cardias. Condizioni precancerose • Gastrite cronica: associata a un´aumentata produzione di ossidanti e nitriti. – Tipo A (autoimmune) si localizza prevalentemente nel fondo e si associa all´anemia perniciosa. • Adenomi e carcinomi gastrici sono tre-quattro volte più frequenti (corpo e nel fondo gastrico). – Tipo B (antrale) malattia a decorso clinico silente il cui esito finale è l´atrofia di grado più o meno elevato della mucosa à alterazione della secrezione acida à ñ pH gastrico à modificazioni della flora batterica con colonizzazione gastrica da parte di batteri anaerobi à produzione di N-nitroso composti. • Displasia gastrica: – Lieve, Moderata, Severa à alta probabilità di sviluppare un carcinoma, che risulta concomitante nel 60% dei casi e che si svilupperà entro 15 mesi in un rimanente 25%. Condizioni precancerose • Polipi gastrici: presentano caratteristiche adenomatose nel 20-30% dei casi e tendono a degenerare in carcinoma nel 6-60% delle casistiche. • Sindrome di Ménétrier: gastropatia cronica ipertrofica con un aumentato rischio di carcinoma gastrico. • Gastroresezione: rischio di carcinoma gastrico, particolarmente dopo 1520 anni da un intervento di Billroth II a causa del reflusso duodenale di sali biliari e succhi pancreatici responsabili della formazione di composti mutageni. Fattori genetici • Si stima che circa l´8-10% dei casi possano essere correlati a forme ereditarie. • In alcune famiglie sembra esistere un´aumentata incidenza di carcinoma gastrico e clusters familiari si osservano nel 12-25% dei carcinomi gastrici. Il rischio di sviluppare un carcinoma gastrico è 3 volte maggiore nei familiari di primo grado; il rischio incrementa ulteriormente quando più di un familiare di primo grado abbia sviluppato carcinoma gastrico ed è curiosamente maggiore quando era affetta la madre rispetto al padre. • Sono state segnalate mutazioni somatiche della E-caderina/CDH1 sul cromosoma 16q con caratteristiche autosomico-dominanti ad alta penetrazione (67-83%), alterazioni della p53, amplificazione e abnorme trascrizione del gene c-MET. • Il carcinoma gastrico è segnalato anche in caso di poliposi familiare e di sindrome di Lynch II (tumori dell’endometrio (50%), stomaco, piccolo intestino, ovaio, vie epato-biliari, uretere, pelvi renale). Sintomi e segni più frequenti Classificazione istologica secondo WHO La classificazione istologica secondo WHO divide in: •Adenocarcinoma intestinale diffuso – – – – Adenocarcinoma papillare: è caratterizzato dalla presenza di un asse fibrovascolare, rivestito da cellule epiteliali; il grado di atipia può raggiungere valori elevati; spesso presenta spiccata angioinvasività. Adenocarcinoma tubulare: presenta formazioni ghiandolari dai lumi più o meno dilatati dal muco di forma tubulare; le cellule di rivestimento di forma cubica o cilindrica sono tra loro coese e possono contenere mucina intracitoplasmatica. Adenocarcinoma mucinoso: presenta mucina extracellulare in più del 50% della neoplasia che tende ad accumularsi e a formare laghi di muco nell’interstizio; esiste una forma ben differenziata in cui strutture similghiandolari si perdono nei laghi di muco, e una forma poco differenziata in cui disperse nei laghi si ritrovano soltanto cellule isolate. Carcinoma a cellule ad anello con castone: è caratterizzato dalla presenza di cellule non coese, in cui il citoplasma è disteso e il nucleo appare dislocato eccentricamente dai granuli di mucina; le cellule possono formare cordoni e presentano un pattern di crescita di tipo “infiltrativo” evocando spesso un’intensa reazione desmoplastica. •Carcinoma adenosquamoso •Carcinoma epidermoide •Carcinoma a piccole cellule •Carcinoma Indifferenziato (non contiene strutture ghiandolari né produce mucina) Classificazione istologica secondo Lauren La classificazione istologica secondo Lauren è molto semplice e diffusa e divide il carcinoma gastrico in forma intestinale e forma diffusa: •Forma intestinale: consiste in un carcinoma differenziato che tende a formare strutture ghiandolari, le quali infiltrano la parete gastrica secondo un pattern di crescita prevalentemente espansivo. In questo gruppo vengono compresi i carcinomi tubulari, papillari e mucinosi ben differenziati della classificazione WHO. In genere le neoplasie di tipo intestinale derivano da lesioni precancerose, insorgono frequentemente nella regione antrale, sono più frequenti nelle aree ad elevata incidenza, interessano per lo più soggetti anziani e presentano una prognosi migliore. Classificazione istologica secondo Lauren • Forma diffusa: è caratterizzato dalla presenza di cellule poco coese tra loro con pattern di crescita di tipo infiltrativo, di solito non insorge nella regione antrale, è più frequente nei soggetti giovani e presenta, oltre che aspetti di tipo ereditario, una prognosi peggiore. Comprende il carcinoma a cellule ad anello con castone e il carcinoma mucinoso poco differenziato della classificazione WHO. Classificazione istologica secondo Lauren • Le neoplasie che presentano entrambe le due caratteristiche (intestinale, diffuso) vengono classificate come forma mista. N.B. È inoltre possibile attribuire agli istotipi un diverso pattern di diffusione metastatico, prevalentemente epatico per il carcinoma di tipo intestinale e con diffusione peritoneale (incluso il tumore di Krukenberg) per il tipo diffuso. HER-2 • Il recettore HER-2, anche detto ERBB2 o HER-2/neu, è un membro della famiglia dell’ErbB che comprende anche l’EGFR o ERBB1, l’HER3 o ERBB3 e l’HER-4 o ERBB4. Questi recettori sono strettamente correlati e cooperano nella regolazione di differenti processi cellulari quali la proliferazione, la differenziazione e la sopravvivenza. Adenocarcinoma gastrico e della giunzione HER-2 positivo L’iperespressione di HER2 è l’aspetto più interessante recentemente emerso sotto il profilo della caratterizzazione biologica dei tumori gastroesofagei e dello stomaco. Le forme intestinali secondo la classificazione di Lauren presentano un’iperespressione significativamente maggiore (32.3% vs 6%) di HER2 rispetto a quelle diffuse. N.B.: HER-2 rappresenta un target per la terapia a bersaglio molecolare!!! Classificazioni Classificazioni •Morfologiche: – Classificazione di Borrman – Classificazione di Ming •Istologica: – Classificazione secondo WHO – Classificazione secondo Lauren •Topografica: – Classificazione di Siewert •Molecolare: – Nuova classificazione nell’ambito del Cancer Genome Atlas Research network Classificazione macroscopica Classificazione di Borrmann Tipo I polipoide: tumore polipoide ben circoscritto alla base, che rappresenta il 7-8% di tutte le forme macroscopiche; Tipo II fungoide: tumore polipoide con marcata infiltrazione centrale, la base non è ben definita e presenta un’escavazione centrale, rappresenta il 30% di tutte le forme macroscopiche; Tipo III ulcerato: tumore ulcerato con margini infiltrati, può presentarsi sia come un’escavazione profonda a margini irregolari e sollevati sia come un’ulcera superficiale con ampia base, rappresenta il 30-40% dei casi; Tipo IV infiltrante: si manifesta con un’estesa infiltrazione di parete che provoca ispessimento e indurimento delle pareti e che può interessare diffusamente lo stomaco (linite plastica), rappresenta il 10-20% dei casi; Classificazione dell’adenocarcinoma della giunzione gastroesofagea (Siewert) Questo tipo di classificazione, specifica per l’adenocarcinoma della giunzione gastroesofagea, fu introdotta da Siewert e Stein nel ’98. Questo sistema classificativo riconosce tre distinte entità che si sviluppano entro 5 cm dalla giunzione gastroesofagea sia a livello gastrico sia a livello esofageo: •Tipo 1: adenocarcinoma dell’esofago distale che spesso origina da un’area di metaplasia intestinale (Esofago di Barrett) e può arrivare ad infiltrare la giunzione esofagogastrica dall’alto. •Tipo 2: adenocarcinoma del cardias, che origina dall’epitelio del cardias o da brevi segmenti di metaplasia intestinale a livello della giunzione esofago gastrica. •Tipo 3: adenocarcinoma dello stomaco sottocardiale che può infiltrare la giunzione gastroesofagea o l’esofago distale dal basso. Classificazione dell’adenocarcinoma della giunzione gastroesofagea (Siewert) La classificazione di Siewert ha importanti implicazioni terapeutiche. Le vie di drenaggio linfatico sono diverse per il tipo 1 rispetto al tipo 2 e 3: infatti il drenaggio linfatico del basso esofago si porta sia in direzione cefalica (all’interno del mediastino) sia in direzione caudale (verso l’asse celiaco); contrariamente il drenaggio linfatico della zona cardiale e delle regioni sottocardiali è diretto verso l’asse celiaco, l’ilo splenico e i linfonodi paraaortici àPer il tipo 1 è richiesta un’esofagectomia àPer i tipi 2 e 3 possono essere trattati con una gastrectomia estesa transaddominale (resezione di stomaco e esofago distale intraddominale). Classificazione molecolare (TGCA) Recentemente è stata proposta una nuova classificazione delle neoplasie gastriche in relazione ad un ampio studio molecolare su oltre 290 tumori primitivi dello stomaco nell’ambito del Cancer Genome Atlas Research Network. I risultati consentirebbero di individuare 4 sottogruppi: 1.tumori positivi per EBV (Epstein-Barr Virus), 2.tumori con instabilità dei microsatelliti (definiti ipermutati, hypermuated), 3.tumori genomicamente stabili (GS, genomically stable), 4.tumori con instabilità cromosomica (CIN, Chromosomal INstability). Classificazione molecolare (TGCA) Classificazione molecolare (TGCA) Questi sottogruppi differiscono non solo per l’assetto biomolecolare, ma anche per numerose varianti clinico-patologiche (sede, età di insorgenza, istotipo predominante) e potrebbero suggerire un approccio terapeutico diverso basato su diversi target attivati. Naturalmente al momento attuale questa classificazione non riveste alcun ruolo nella pratica clinica, ma rappresenta esclusivamente una importante area di ricerca. Classificazione molecolare (TGCA) Fattori di rischio Fattori Predisponenti •Dieta povera in proteine animali, frutta, verdura e Vitamine •Scarsa disponibilità della refrigerazione ed eccessivo consumo di cibi conservati contenenti nitriti e nitrati, salati, affumicati •Gastrite cronica atrofica, ipocloridria •Infezione da Helicobacter Pylori •MRGEàEsofago di Barrett •Resezione gastrica tipo Billroth II •Fattori genetici Caso clinico Una volta ottenuta la diagnosi istologica, quali indagini sono necessarie per la stadiazione? Caso clinico -Ecografia addome/Rx torace -TAC addome/torace, RMN -Esami Ematochimici con CEA, CA 19.9 -Ecoendoscopia -(Laparoscopia) -(PET) Caso clinico Il nostro paziente ha eseguito TAC torace/addome con mdc: Stenosi serrata dell’esofago distale da parte di un grossolano ispessimento parietale che coinvolge il cardias stesso, linfonodi (24x11mm) a livello della regione cardiasica, corpo pancreatico e tripode celiaco, cT3N3M0 Stadiazione (AJCC 7° Edizione 2010) Tumore Primario •Tx : non determinabile •T0 : assenza di tumore •Tis: carcinoma in situ •T1 : invasione di lamina propriasottomucosa •T2 : invasione della muscolare propria •T3 : infiltrazione della sottosierosa •T4 : infiltrazione della sierosa (4a) o strutture adiacenti(4b) Linfonodi regionali •Nx: non determinabili •N0: assenza di metastasi •N1: da 1 a 2 linfonodi •N2: da 3 a 6 linfonodi Metastasi a distanza •Mx: non determinabili •M0: nessuna metastasi •M1: presenza di metastasi Stadiazione (AJCC 7° Edizione 2010) Prognosi • In base alla profondità di infiltrazione nella parete dello stomaco il carcinoma si definisce come early gastric cancer (EGC) oppure advanced gastric cancer (AGC). – L’early interessa la mucosa o anche sottomucosa, presenta metastasi linfonodali nel 20% dei casi e comporta una prognosi favorevole (sopravvivenza a 5 anni è dell’80%). – I carcinomi che superano la sottomucosa sono definiti avanzati (AGC); hanno metastasi linfonodali nel 50% e sopravvivenza a 5 anni è 20%. Prognosi • Stadio I: tumore localizzato mucosa e sottomucosa; sopravvivenza a 5 anni elevata (80%) anche se presenti metastasi linfonodali. • Stadio II: tumore arriva alla muscolare e sierosa, ma non vi sono metastasi linfoghiandolari e non residua tessuto tumorale dopo resezione: sopravvivenza a 5 anni è 50%. • Stadio III: dimensioni del tumore sono simili al precedente ma c’è infiltrazione ad organi adiacenti e tumore primitivo e linfoghiandole interessate vengono completamente rimosse da intervento; sopravvivenza a 5 anni è 10% circa. • Stadio IV: escissione del tumore primitivo e/o delle linfoghiandole è incompleta e/o sono presenti metastasi a distanza; sopravvivenza a 5 anni è praticamente nulla. Sopravvivenza in base allo stadio Incidenza in base allo stadio Caso clinico Aprile-Giugno 2014à 3 cicli di chemioterapia preoperatoria sec. schema Cisplatino-5FluorouracileTrastuzumab con tossicità midollare (neutropenia G2) e gastroenterica (nausea G2) Bang YJ, Van Cutsem E, Feyereislova A, Chung HC, Shen L, Sawaki A et al (2010) Trastuzumab in combination with chemotherapy versus chemotherapy alone for treatment of HER2- positive advanced gastric or gastro-oesophageal junction cancer (ToGA): a phase 3, open-label, randomised controlled trial. Lancet 376:687–697 Caso clinico Giugno 2014àTAC t/a di ristadiazione: Risposta Parziale per cui dopo discussione con i colleghi chirurghi si opta per intervento chirurgico Caso clinico • Luglio 2014àEsofagectomia sec. Ivor-Lewis, linfoadenoctomia D1, pilorotomia e colecistectomia profilattica con E.I.: Adenocarcinoma esofago-gastrico G2 infiltrante la parete esofagea a tutto spessore e il tessuto fibroadiposo sottosieroso R0 ypT3 yN0 M0. • 21/08/2014àTAC t/a postoperatoria: No Evidence of Disease (NED) Problemi post-chirurgici • Sindrome post-esofago/gastrectomia: – Acuta: • Dumping syndrome, • Alterata digestione dei grassi, • Stasi gastrica, • Intolleranza al lattosio – Croniche • Anemia • Demineralizzazione ossea Dumping syndrome • Acuta:15–30 min dopo il pasto – Diarrea, – Senso di ripienezza, – Crampi addominali, – Vomito, – Spossatezza post-prandiale, flushing, brividi e sudorazione I sintomi sono dovuti alla perdita del reservoir gastrico con conseguente rapido arrivo nel piccolo intestino di materiale iperosmolare • Tardiva: 2-3 ore dopo il pasto – Stanchezza, – Sudorazione, – Nausea, – Senso di fame, – Ansia. Si pensa sia dovuta ad una ipoglicemia reattiva. Cibi e bevande ricche in zucchero possono esacerbare questa sintomatologia. Caso clinico • Settembre 2014-Novembre 2014: RT (4600 cGy in frazioni giornaliere di 200cGy) concomitante a Capecitabina 2000mg ben tollerato TAC torace/addome di ristadiazione ogni 6 mesi, l’ultima delle quali con quadro di Non evidence disease (NED) Terapia • Chirurgia àCurativa àPalliativa • Chemioterapia/radioterapia àCT Neoadiuvante àCT Adiuvante àChemioradioterapia adiuvante àChemioterapia nella malattia metastatica Chirurgia: Approccio curativo Gastrectomia totale o gastrectomia subtotale? • Neoplasie della regione antrale e del piloro: gastroresezione subtotale distale • Neoplasie del terzo medio: gastrectomia totale (possibile la resezione subtotale se i margini di resezione macroscopicamente liberi da malattia sono di almeno 5 cm) • Neoplasie del terzo superiore: gastrectomia totale • Neoplasie della giunzione esofago-gastrica: gastrectomia totale estesa ad un tratto di esofago di almeno 5 cm al di sopra della estensione macroscopica della neoplasia (preferibile un approccio combinato toracoaddominale). In alternativa: resezione gastro- esofagea (resezione polare superiore) con conservazione dei 2/3 inferiori dello stomaco ed anastomosi esofago-gastrica Chirurgia: Approccio curativo Linfadenectomia Linfoadenectomia D2: impatto positivo sulla prognosi con riduzione delle recidive nelle casistiche giapponesi e nelle casistiche dei centri Europei in cui si praticano linfoadenectomie > di D2 (Maruyama ‘93, Siewert ‘93, Picciocchi ‘96, Santoro’96, Cordiano ‘96 ) Due studi prospettico, a fronte di un aumento di incidenza di morbilità e mortalità tra D1 e D2, non ha dimostrato differenze tra i due gruppi in termini di sopravvivenza e ripresa di malattia a 5 anni (Bonenkamp et al NEJM ’99, Cuschieri et al Br J Cancer ’95) Chemioterapia neoadiuvante • Razionale 1-Down staging 2-Incremento delle resezioni curative 3-Migliore compliance al trattamento chemioterapico • Problemi 1-Ritardo della chirurgia in pazienti non responsivi alla chemioterapia 2-Stadiazione clinica dei pazienti 3-Presenza di sintomi Chemioterapia adiuvante Dagli studi clinici condotti fino agli anni 2000 sono emersi risultati discordanti a causa del basso numero di pazienti inseriti e dei regimi terapeutici utilizzati, considerati ormai superati Sono quindi state condotte delle META-ANALISI. La meta-analisi: •premette di rispondere ai quesiti non risolti dai singoli studi clinici •è uno studio clinico con: disegno, obiettivi, criteri di inclusione/esclusione •obiettivo: valutare le differenze in sopravvivenza globale osservate nei singoli studi aumentando però la potenza dello studio Chemioterapia adiuvante • Un trattamento adiuvante deve essere considerato in tutti i pazienti in buone condizioni generali II e III stadio (> T3 o N+) • Ad oggi la più utilizzata in Italia è la chemioterapia adiuvante, ma i dati scientifici supporterebbero maggiormente un approccio peri-operatorio (assolutamente da preferire nei casi localmente avanzati) • La chemio-radioterapia adiuvante dovrebbe essere riservata ai pazienti sottoposti ad una chirurgia subottimale e/o ad alto rischio di recidiva locale Malattia metastatica/Localmente avanzata • Numerosi farmaci attivi: Fluopirimidine, Cisplatino, Oxaliplatino, Taxani, Antracicline, Irinotecan, Trastuzumab [NB: Valutare l’associazione con RT o Chirurgia nei casi localmente avanzati inizialmente non-resecabili] • La terapia medica prolunga la sopravvivenza (mediana da 3-4 mesi a circa 1 anno) e migliora la qualità di vita nei pazienti metastatici • Le risposte sono però di breve durata ed é importante bilanciare potenziali benefici e tossicità (pz spesso con PS scaduto) Malattia metastatica/Localmente avanzata • Nei pazienti con buon PS ed assenza di rilevanti comorbidità preferire regimi di combinazione (platino + Fluoropirimidina +/- terzo farmaco quale TXT o Epidx) • Nei pazienti anziani o scarso PS preferire monoterapia con fluoropirimidine o BSC • Importante oggi valutare in tutti i pazienti metastatici l’espressione di HER-2 per definire se associare il Trastuzumab (Studio ToGa) • Considerare trattamenti di II-III linea (Irinotecan, Taxani) nei pz con buon PS e sopratutto se inizialmente responsivi Studio ToGA