Rassegna stampa Rassegna-stampa-30-novembre-2016 Rassegna stampa Rassegna-stampa-28-novembre-2016 Scavi a Paestum Molti di voi assoceranno al nome della città di Paestum i tre splendidi templi di ordine dorico, uno dedicato alla dea Hera ma meglio conosciuto come “Basilica” poiché svolgeva questa funzione in età romana; quello centrale sempre dedicato ad Hera ma noto come “tempio di Nettuno” e poi il più piccolo, il tempio di Atena (tutti e tre i templi sono anche visitabili all’interno per volontà del nuovo direttore della zona archeologica, il dott. Gabriel Zuchtriegel). Ma grazie all’esperienza di alternanza scuola-lavoro, organizzata dal nostro liceo in collaborazione con la Società Friulana di Archeologia, ho avuto il piacere di scoprire molte nuove cose riguardo questa perla dell’antichità. La città che oggi si trova tra la Costiera Amalfitana ed il Cilento venne fondata verso il 600 a.C. per opera dei Sibariti che costruirono circa a venti kilometri più a nord, sulla foce del fiume Sele, un tempio, anch’esso dedicato ad Hera che segnò per i secoli successivi il confine dell’area di competenza della città ma di cui oggi non rimane traccia. Nel V secolo la città raggiunse il suo massimo splendore: proprio in questo periodo si costruirono i monumentali templi. Ma nel 410 a.C. presero il sopravvento sulla città i Lucani, una popolazione locale che produsse i più particolareggiati vasi e le più variopinte camere funerarie; inoltre tale popolazione cambiò il nome della città da in Poistom. Nel 273 a.C. i Romani si impadronirono di Paestum che divenne da subito di centrale importanza poiché prima fornì a Roma molte navi usate durante la Prima Guerra Punica e poi fece da scalo logistico dopo la disfatta di Canne. Durante l’età romana furono completate numerose opere pubbliche che ancora oggi possiamo visitare come l’anfiteatro, il foro e tutti i quartieri residenziali. In età augustea Paestum si fece conoscere per “la rosa di Paestum” che pare fiorisse solamente due volte l’anno e con cui si producevano i preziosi profumi. Tale pianta era rinomata a tal punto che è citata sia da Virgilio nel libro IV delle Georgiche sia da Plinio Il Vecchio che le definisce di iocundis odoris. Oggi, dopo molti secoli , si sta tentando di ricoltivare questo fiore con un rosaio piantato proprio innanzi al tempio di Nettuno. La città declinò a causa di un fiume che scorreva nei pressi dei nuclei abitativi e che, essendo le sue acque ricche di calcare, aveva la capacità di pietrificare ogni cosa in breve tempo. La bellezza dei templi era nota soprattutto nei paesi anglosassoni tanto che fu tappa del così detto Grand Tour che fu percorso anche da personalità influenti come Goethe e Nietzsche. La scoperta della città è da attribuire a Carlo III di Borbone intorno alla metà del’700 ma gli scavi iniziarono durante il periodo fascista poiché due archeologi che non aderivano agli ideali di quel tempo furono mandati in esilio proprio a Paestum. Il 9 settembre 1943 nella città sbarcarono gli americani che scelsero come base logistica il tempio di Nettuno: in vari filmati dell’epoca è possibile vedere soldati che si allenano in quella che oggi è l’area archeologica e che, mediante un filo metallico, appendono i propri tra le colonne dell’edificio sacro. Noi tra il 22 settembre ed il primo ottobre ci siamo occupati di ripulire dalle erbacce quella che fu l’area residenziale in età romana: in particolare abbiamo ripulito “la casa dall’impluvio di marmo”. Il giorno 28 settembre, in una caldissima giornata, abbiamo avuto il piacere di visitare la città di Pompei. Concludo ringraziano i professori che ci hanno accompagnato ma sopratutto il dott. Massimo Lavarone che ci ha impartito con le sue sapienti parole tutte queste nozioni di storia riguardo questa magnifica città greco-romana Rassegna stampa Rassegna-stampa-25-novembre-2016 Rassegna stampa Rassegna-stampa-24-novembre-2016 Rassegna stampa Rassegna-stampa-23-novembre-2016 Rassegna stampa Rassegna-stampa-22-novembre-2016 Prova di greco con sensori antistress Anche il “Gazzettino” parla di noi >> Rassegna stampa Rassegna-stampa-21-novembre-2016 Ricordando pre’ Checo Anche oggi il Messaggero veneto parla di noi >>