Dal gruppo dei pari al gruppo deviante

annuncio pubblicitario
Università della Calabria
Dipartimento di Lingue e Scienze dell’educazione
Corso di laurea in scienze dell’educazione
Corso di Pedagogia della differenza
Dr.ssa Maria Sammarro - Dr.ssa Manuela Settimo
 L’aggregazione costituisce per l’essere umano
un’esperienza fondamentale: si nasce nella famiglia, la
formazione a scuola si realizza nel gruppo, i bambini
giocano nel gruppo, e così via. Da sempre, l’essere
umano è vissuto all’interno di un gruppo e
l’aggregazione consente ai soggetti di soddisfare i
propri bisogni biologici o psicologici che sarebbe
difficile soddisfare da soli.
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
 Le caratteristiche di un gruppo sono sintetizzabili nel seguente modo:
1. i membri del gruppo interagiscono e si influenzano a vicenda;
2. ogni membro deve rispettare le cosiddette norme di comportamento che
caratterizzano un determinato gruppo;
3. ogni membro in un gruppo gioca dei ruoli;
4. tutti i membri sono interdipendenti, cioè hanno bisogno l'uno dell'altro per
arrivare agli scopi che il gruppo si è prefissato.
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
 E’ possibile distinguere la tipologia di un gruppo valutando il numero dei
componenti.
 In primo luogo il termine gruppo deve essere contraddistinto da quello di coppia,
la diade, poiché all’interno di quest’ultima entrano in relazione solo due soggetti
(madre-figlio, moglie-marito, due amici). Quando si parla di gruppo si intende
un insieme di almeno tre soggetti – triade – poiché c’è la possibilità di creare
coalizioni.
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
 Il
gruppo
assume
un
significato
molto
importante
prevalentemente per il soggetto in età pre-adolescenziale ed
adolescenziale in quanto offre un’occasione di aggregazione più
importante.
 Il gruppo inteso come filtro dell’aggregazione tra i membri
(gruppo di pari) diventa il filtro fondamentale tra l’adolescente
e la società al di fuori del contesto familiare
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
 Una delle caratteristiche fondamentali dell’adolescenza è la
separazione dalla famiglia d’origine.
 Il soggetto che intorno ai 10 anni esce dalla famiglia per entrare nel
gruppo dei pari è portatore di precedenti disposizioni genetiche, livelli
di educazione e maturità, che hanno permesso la formazione di una
prima identità più o meno forte.
 Il gruppo dei pari è una forma di aggregazione sociale spontanea tipica
dell'età adolescenziale e giovanile che riveste una grande importanza
nel processo di crescita degli individui, una sorta di palestra per
imparare a divenire adulti.
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
 Le molle che spingono il soggetto ad entrare nel gruppo dei pari sono:
• Il bisogno di identificazione
• Il bisogno di sicurezza
• Il bisogno di attaccamento
• Il bisogno di potere
Sarà il gruppo dei pari, dunque, a dover soddisfare questi bisogni,
permettendo all’individuo di raggiungere quel minimo di autonomia che
gli consentirà di fare delle scelte , di uscire gradualmente dalla famiglia,
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
 In particolare, Ausubel sottolinea che il gruppo dei coetanei è la
maggiore istituzione formativa per gli adolescenti della nostra
cultura.
 Nel gruppo si condividono sentimenti, segreti, desideri,
problemi…
 Nel gruppo si sperimenta la competizione e la collaborazione, i
valori e le credenze.
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
 Nel momento in cui gli adolescenti avvertono il giusto bisogno di
prendere le distanze dalla famiglia e dalla scuola per cercare una propria
dimensione individuale più autonoma il gruppo offre accoglienza,
protezione e riconoscimento per la nuova identità che essi vanno
formando: ciò li aiuta a non sentirsi più figli o allievi ma individui liberi di
sperimentare nuove regole, nuovi modi di stare in relazione, nuove
dimensioni quali l'autonomia, l'espressività, l'affettività, la sessualità, la
creatività, l'affermazione personale.
 Il gruppo dei pari è insomma un ambiente aperto in cui è più facile
esprimersi e trovare le forme per esprimere la propria personalità, anche
contestando il mondo degli adulti.
 Parallelamente al bisogno di critica, cambiamento e crescita la vita di
gruppo soddisfa anche il bisogno di appartenenza ad una comunità in
cui specchiarsi e confrontarsi e da cui ricevere riconoscimento,
rassicurazione e sostegno.
 Non sempre però la trasgressione e la contestazione si orientano in
modo creativo, e talvolta prendono strade distruttive, come nel caso di
certe forme di contestazione che sconfinano nella violenza e nel
teppismo o nel caso dell'uso e abuso di sostanze tossiche (fumo, alcool,
droghe).
 È il caso della banda, intesa come “aggregazione patologica” di gruppo
in quanto mossa da meccanismi di coesione, e a volte di fusione, che
rispondono al bisogno di condividere le proprie frustrazioni, paure, ansie,
con gli altri membri del gruppo, attraverso l’identificazione proiettiva
precoce.
 Il passaggio all’acting-out, dunque, rappresenta un atto liberatorio, quasi
catartico: la violenza e la criminalità diventano un modo per catturare
l’attenzione dell’adulto e realizzare il bisogno di riconoscimento del
gruppo in pubblico, al fine di costruirsi una propria identità, sia pure
deviante
 Folla e comportamenti devianti
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
 IL MALESSERE GIOVANILE dinamico, in
continua trasformazione, è il
rappresentante di quell’indefinibile stato di
inquietudine, di turbamento, di sconforto
che può produrre risposte di Disagio e
portare il giovane verso una ricerca
compensatoria del piacere immediato.
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
DISAGIO = tipo di comportamento non adattativo e tendenzialmente
distruttivo, sia verso se stessi sia verso gli altri
Come si esprime il disagio?
• Patologia mentale
• Percorso sociale alternativo (violenza, conflitti, delinquenza)
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
Segnali premonitori del disagio:
 Scarso rendimento scolastico, pur studiando
 Ritardi o assenze scolastiche immotivate
 Difficoltà a seguire la disciplina scolastica o a stare seduto in classe
 Disturbi dell’ alimentazione: Anoressia, Bulimia
 Disturbi del sonno
 Abuso di alcool o di sostanze
 Comportamenti aggressivi e violenti verso animali e/o persone
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
Segnali premonitori del disagio:
 Tentativi di suicidio e comportamenti autolesivi
 Scarsa accettazione del proprio corpo
 Tic e movimenti involontari delle mani, del volto o del corpo
 Mancanza di amici
 Ipersessualità precoce ed indifferenziata
 Mancanza di relazioni con l’altro sesso
 Attitudine spiccata alla menzogna, simulazione e dissimulazione
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
 Il malessere, causa dell’interruzione o della
deviazione dell’itinerario formativo, rende
il giovane vittima del proprio disagio
conducendolo verso una dimensione
problematica e, nel caso-limite, verso un
processo di ghettizzazione e di criminalità
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
PATOLOGIA MENTALE
MALESSERE
DISAGIO
AGGRESSIONE
DELINQUENZA
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
DEVIANZA
 Lesioni personali ed omicidio
 Estorsioni, rapine, sequestri di persona
 Abusi sessuali, fisici e psichici
 Atti di terrorismo
 Atti di guerra non difensiva
AGGRESSIVITA’ E VIOLENZA ATTUATA
 La lotta dei gladiatori ed il circo nell’ antica
Roma
 La boxe e le varie forme di lotta attuale
 Bullismo
 Mobbing
 Violenza ed abuso sessuale tra partner
 Educazione e rieducazione violenta
 Pena di morte
AGGRESSIVITA’ E VIOLENZA SIMBOLICA
 Fiabe
 Sport vari di squadra ed il gioco del calcio
 Il rito e tradizioni
 Libri e Fumetti
 Fantasia
 Cinema e televisione
 Competitività
AGGRESSIVITA’ E VIOLENZA VIRTUALE
 Il videogioco
 Internet
 Realtà virtuale
 Aggressività Sistemica
 L’aggressività in una determinata società cresce
 con il crescere della popolazione,
 con il diminuire del lavoro e dei rapporti sociali,
 con il regredire della cultura e delle strutture e
 con l’aumentare della rapidità delle trasformazioni sociali;
 decresce, al contrario,
 con il diminuire della popolazione,
 con l’aumento del lavoro e dei rapporti sociali,
 con il progresso della cultura e delle strutture ed infine
 con la diminuzione delle trasformazioni sociali
AGGRESSIVITA’
ALTRO
PAURA DEL RIFIUTO E DELL’ALTRO
IMPOSSIBILITA’ DI RELAZIONE
INCAPACITA’DI SIMBOLIZZAZIONE
SCARSA UNITARIETA’ DELL’IO
IMPOSSIBILITA’ DI ASSIMILAZIONE DELL’ OMBRA
DISTRUTTIVITA’ ESPLOSIVA E COMPULSIVA
TRASFORMAZIONE IN AGITO E DELL’AGITO IN PIACERE
VIOLENZA, SANGUE, MORTE, ORGASMO
MINORE AUTORE DI
REATO
COINVOLGIMENTO CRIMINALE PROGRESSIVO
•Irregolarità del Comportamento
•Violenza in famiglia
•Precocità sessuale
•Uso di droghe
•Abbandono della casa
•Frequentazione di delinquenti
•Violenza verso gli animali
•Violenza verso i diversi
•Resistenza ed oltraggio a P.U.
•Vandalismo
•Furto
•Borseggio
•Spaccio di droghe
•Ricettazione
•Reati ecologici
•Possesso di armi
•Scippo
•Reati sessuali
•Utilizzazione da parte
del sistema criminale
•Rapina
•Sequestro di persona
•Traffico di droghe
•Omicidio
•Delitti mostruosi
 Condotte contro le norme, i valori ed i
principi della comunità sociale
“Il termine devianza si riferisce alla condotta che la gente di un gruppo
considera tanto pericolosa o imbarazzante o irritante da punire con
sanzioni speciali gli individui che la esibiscono.
La devianza non è proprietà inerente ad un tipo particolare di
comportamento: è una proprietà conferita a quel comportamento dalla
gente che viene in contatto diretto o indiretto con essa.
Il solo modo in cui un osservatore può dire se o no un dato tipo di
comportamento è deviante, quindi, è di apprendere qualcosa circa i
valori culturali di coloro che vi reagiscono […]”
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
Devianza
Comportamento che si allontana in modo più o meno pronunciato dai
modelli sociali dominanti.
E’ un concetto normativo e relativo.
DISFUNZIONALE: assume un carattere di pericolosità
nei confronti del sistema sociale (delinquenza),
FUNZIONALE: possibilità di innovazione – valvola di sfogo
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
Emile Durkheim:
“Non bisogna dire che un atto urta la
coscienza comune perché è criminale,
ma che è criminale perché urta la
coscienza comune.
Non lo biasimiamo perché è un reato, ma
è un reato perché lo biasimiamo”…
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
In sintesi si può asserire che:
• Il crimine nasce dal singolo individuo che viola o devia
dalla norma (legge)
• Il crimine rappresenta la frattura delle regole sociali
• Il crimine è una convenzione sociale e come tale
mutevole col succedersi delle culture
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
 La devianza è un concetto di natura sociale, mentre la criminalità è
un concetto di natura giuridica.
Tutti i criminali possono essere ritenuti
devianti, mentre non tutti i devianti sono
necessariamente criminali
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
 DEVIANZA Qualunque comportamento che viola, infrange o si
discosta da qualunque norma
 DEVIANZA SOCIALE Qualunque comportamento che viola,
infrange o si discosta dalla norma sociale (consuetudini, costumi,
mode, precetti morali, valori culturali, etc)
 CRIMINALITA', DELINQUENZA, REATO Qualunque
comportamento che viola, infrange o si discosta dalla norma
penale (codificata o no)
 MALATTIA Qualunque situazione, condizione o comportamento
che viola la norma biologica ( fisiologica, strutturale, sintomatica,
eziologica)
 IMMATURITA’ Qualunque situazione, condizione o
comportamento che si discosta dalla norma biologica, psicologica
e comportamentale in relazione ad un’ età precoce inferiore a
quella che definisce la maturità
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
 DISTURBO MENTALE può essere costituito da una o più
delle seguenti quattro:
 Situazioni, condizioni o comportamenti che violano
la norma biologica
 Situazioni, condizioni o comportamenti che violano
la norma psicologica
 Situazioni, condizioni o comportamenti che violano
la norma sociale e/o penale
 Situazioni, condizioni o comportamenti che non
violano alcuna norma, ma che sono etichettati come
tali dal gruppo sociale dominante
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
 L’uomo ha istinti aggressivi e passioni primitive che
portano
 allo stupro, all’incesto, all’omicidio; sono tenuti a freno,
in
 modo imperfetto, dalle
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
 La definizione di reato è normativa, ciò significa
che è determinata per convenzione e varia di volta in
volta secondo i tempi, i luoghi, i valori culturali e le
organizzazioni sociali dominanti
 Il reato è tutto ciò che è definito tale dalla legge
penale
 la legge penale a sua volta è espressione della
ideologia prevalente e dei valori particolarmente
tutelati in un determinato contesto storico
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
Teoria ecologica
 La causa della condotta criminale è
rappresentata dall'esposizione a particolari
condizioni di influenzamento ambientale,
legate al vivere in zone squalificate ad alta
concentrazione criminale.
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
Teoria della disorganizzazione sociale
 La condotta criminosa è stimolata dalle condizioni
di disorganizzazione sociale
(instabilità dei valori culturali, mutamenti profondi
delle strutture sociali, disfunzione degli strumenti
del controllo sociale, conflitto di norme, obiettivi
non raggiungibili dalle masse, socializzazione
difettosa, sanzioni deboli o inefficaci per
disfunzione del sistema penale)
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
Teoria dei conflitti culturali
 La condotta delinquenziale può essere stimolata dai conflitti
culturali che possono opporre due sistemi culturali contigui
e contrastanti (mancata integrazione di una parte degli
immigrati, da aree rurali o da altri paesi e da altre culture)
Teoria delle associazioni differenziali
 Una persona diventa criminale, a parità di condizioni socio-
economiche quando si trova inserita in un gruppo ove vi sia
un eccesso di definizioni favorevoli alla violazione della legge
rispetto a quelle sfavorevoli. La condotta criminale è un
comportamento appreso. Contagio per frequentazione con
individui o gruppi già criminali.
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
Teoria dell’identificazione differenziale
 L'apprendimento della criminalità non avviene
tanto per l'intensità, la durata, la priorità e
l'anteriorità dei contatti interpersonali quanto per il
processo psicologico di identificazione con il
modello criminale
Teoria sottoculturale
 La criminalità può essere intesa come espressione di
una particolare sottocultura delinquenziale o
violenta
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
Teoria dell’anomia
 In una società anomica non esiste più equilibrio tra
le norme e le mete istituzionalmente suggerite ed i
mezzi leciti proposti e forniti per raggiungerle,
conseguentemente viene stimolata la non
osservanza delle norme che regolano le modalità
per conseguire le mete strutturali
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
Teoria non direzionale
Quali sono i fattori?
 A parità di condizioni socio-economiche solo alcuni
soggetti reagiscono con la condotta criminale ai
fattori disturbanti ambientali, ciò avviene per la
prevalenza di alcuni fattori personali e familiari
 Irrequietezza, energia, impulsività, estroversione,
aggressività, distruttività.
 Ostilità, antagonismo, rancore, rivendicatività, sospettosità,
bisogno d'affermazione, desiderio d'avventura
 Carenza di adeguatezza dei genitori e dell'ambiente
familiare
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
Teoria dell’etichettamento
 La criminalità non è altro che il risultato della reazione sociale. Il
deviante è tale non perché commette certe azioni, ma perché la
società etichetta come devianti quelle azioni: con la reazione
sociale che conferisce la qualifica di deviante, la devianza viene
creata in un certo senso dalla società stessa, la quale ha bisogno
della devianza esplicita per mascherare un altro tipo di devianza
tipica delle classi più abbienti.
 Colui che è definito come deviante tende a stabilire la sua condotta
in una carriera di questo tipo: ciò comporta l'assunzione di ruolo
ed il sentimento dell'identità personale diviene, quindi, quello di
un Io deviante.
 La stigmatizzazione di devianza fa sì che il soggetto che si è
comportato in un certo modo finisca per riconoscere se stesso
nell'etichetta che gli è stata posta e non modifichi più la sua
condotta
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
 Fobia e il rifiuto della scuola
 Disturbi delle condotte alimentari
nel senso di anoressia o bulimia
 Disturbi del sonno
 Atteggiamento doppio (possessivo
e tiranno in famiglia, inibito e
conformista nell’ambiente
esterno)
 Timidezza patologica
 Atteggiamento e comportamento
ribelle ed irriducibile
 Insicurezza nei rapporti con i
coetanei e crisi di identità
adolescenziale
 Intellettualizzazione come forma
di compenso
 Tendenza alla nevrosi reattiva
d’ansia o depressivo-fobica
 Dispersione scolastica
 Impossibilità di accesso al mercato
del lavoro
 L’ abuso di alcool, di droghe e la
tossicodipendenza
 La devianza minorile
 L’accentuarsi delle manifestazioni
trasgressive
 La difficoltà di amicizia e di
aggregazione in gruppi
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
 Disturbi dell'Apprendimento: caratterizzati da un funzionamento
scolastico che è sostanzialmente inferiore a quanto ci si
aspetterebbe data l'età cronologica, la valutazione psicometrica
dell'intelligenza, e un’educazione appropriata all'età del soggetto.
 I disturbi specifici sono: Disturbo della Lettura, Disturbo del
Calcolo, Disturbo dell'Espressione Scritta
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
 Disturbo delle Capacità Motorie: questo include il Disturbo dello
Sviluppo della Coordinazione, che è caratterizzato da
coordinazione motoria sostanzialmente inferiore rispetto a quanto
previsto data l'età cronologica e la valutazione psicometrica
dell'intelligenza del soggetto.
 Disturbi della Comunicazione: questi disturbi sono caratterizzati
da difficoltà nell'eloquio o nel linguaggio e includono il Disturbo
dell’Espressione del Linguaggio, il Disturbo Misto dell’Espressione e
della Ricezione del Linguaggio, il Disturbo della Fonazione, la
Balbuzie.
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
 Disturbi Generalizzati dello Sviluppo: questi disturbi sono caratterizzati
da gravi deficit e compromissione generalizzata di molteplici aree dello
sviluppo. Queste includono la compromissione dell'interazione sociale
reciproca, la compromissione della comunicazione e la presenza di
comportamento, interessi, e attività stereotipati.
 I disturbi specifici sono il Disturbo Autistico, il Disturbo di Rett, il
Disturbo Disintegrativo della Fanciullezza, il Disturbo di Asperger,
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
 Disturbo di Asperger
 Compromissione qualitativa nell’interazione sociale, come manifestato da almeno 2
dei seguenti:
1. marcata compromissione nell’uso di diversi comportamenti non verbali come lo
sguardo diretto, l’espressione mimica, le posture corporee e i gesti che regolano
l’interazione sociale
2. incapacità di sviluppare relazioni con i coetanei adeguate al livello di sviluppo
3. mancanza di condivisione di gioie, interessi o obiettivi con altre persone
4. mancanza di reciprocità sociale o emotiva.
 Modalità di comportamento, interessi, e attività ristretti ripetitivi e stereotipati, come
manifestato da almeno uno dei seguenti:
1. dedizione assorbente ad uno o più tipi di interessi stereotipati e ristretti, che
risultano anomali o per intensità o per focalizzazione
2. manierismi motori stereotipati e ripetitivi (per es., sbattere o torcere le mani o le
dita o movimenti complessi di tutto il corpo
3. persistente eccessivo interesse per parti di oggetti
 Non vi è un ritardo del linguaggio clinicamente significativo
 Non vi è un ritardo clinicamente significativo dello sviluppo cognitivo o del
comportamento adattivo (tranne che dell’interazione sociale) e della curiosità per
l’ambiente nella fanciullezza.
 Disturbo Autistico
 A quanto già riportato per il disturbo di Asperger, ossia compromissione
qualitativa dell’interazione sociale e modalità di comportamento, interessi e
attività ristretti, ripetitivi e stereotipati vanno aggiunti i seguenti criteri:
 compromissione qualitativa della comunicazione come manifestato da
almeno 1 dei seguenti:
•
ritardo o totale mancanza dello sviluppo del linguaggio parlato (non
accompagnato da un tentativo di compenso attraverso modalità alternative
di comunicazione come gesti o mimica)
•
in soggetti con linguaggio adeguato, marcata compromissione della
capacità di iniziare o sostenere una conversazione con altri
•
uso di linguaggio stereotipato e ripetitivo o linguaggio eccentrico
•
mancanza di giochi di simulazione vari e spontanei, o di giochi di
imitazione sociale adeguati al livello di sviluppo;
 Disturbo di Rett
sviluppo prenatale e perinatale apparentemente normale
•
sviluppo psicomotorio apparentemente normale nei primi 5 mesi
dopo la nascita
•
circonferenza del cranio normale al momento della nascita
•
 Esordio di tutti i seguenti dopo il periodo di sviluppo normale:
•
•
rallentamento della crescita del cranio tra i 5 e i 48 mesi
perdita di capacità manuali finalistiche acquisite in precedenza tra i 5
e i 30 mesi con successivo sviluppo di movimenti stereotipati delle mani
(per es., torcersi o lavarsi le mani)
•
perdita precoce dell'interesse sociale lungo il decorso (sebbene
l'interazione sociale si sviluppi spesso in seguito)
•
insorgenza di andatura o movimenti del tronco scarsamente
coordinati
•
sviluppo della ricezione e dell'espressione del linguaggio gravemente
compromesso con grave ritardo psicomotorio.

Disturbo Disintegrativo della Fanciullezza

Sviluppo apparentemente normale per almeno i primi 2 anni dopo la nascita, come manifestato
dalla presenza di comunicazione verbale e non verbale, relazioni sociali, gioco e comportamento
adattivo adeguati all’età.

Perdita clinicamente significativa di capacità di prestazione già acquisite in precedenza (prima dei
10 anni) in almeno due delle seguenti aree:
espressione o ricezione del linguaggio
capacità sociali o comportamento adattivo
controllo della defecazione o della minzione
gioco
abilità motorie
•
•
•
•
•

•
•
•
Anomalie del funzionamento in almeno due delle seguenti aree:
compromissione qualitativa dell’interazione sociale (per es., compromissione dei
comportamenti non verbali, incapacità di sviluppare relazioni con i coetanei, mancanza di
reciprocità sociale o emotiva)
compromissioni qualitative della comunicazione (per es., ritardo o mancanza del linguaggio
parlato, incapacità di iniziare o di sostenere una conversazione, uso stereotipato e ripetitivo del
linguaggio, mancanza di giochi vari di imitazione)
modalità di comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati, incluse
stereotipie motorie e manierismi
 Disturbi da Deficit di Attenzione e da Comportamento Dirompente: questa sezione
include il Disturbo da Deficit di Attenzione/lperattività, caratterizzato da
imponenti sintomi di disattenzione e/odi iperattività-impulsività. Sono previsti dei
sottotipi per precisare la sintomatologia prevalente: Tipo con Disattenzione
Predominante, Tipo con Iperattività/lmpulsività Predominanti, e Tipo Combinato.
 In questa sezione sono inclusi anche i Disturbi da Comportamento Dirompente: il
Disturbo della Condotta è caratterizzato da una modalità di comportamento che
lede i diritti fondamentali degli altri oppure le principali norme o regole sociali
adeguate alla età; il Disturbo Oppositivo Provocatorio è caratterizzato da una
modalità di comportamento negativistica, ostile e provocatoria.
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
 Disturbi da Tic: questi disturbi sono caratterizzati da tic vocali e/o motori.
 I disturbi specifici inclusi sono il Disturbo di Tourette, il Disturbo Cronico




da Tic Motori o Vocali, il Disturbo Transitorio da Tic e il Disturbo da Tic
Non Altrimenti Specificato.
I tic sono movimenti involontari rapidi, improvvisi e finalistici che
tendono a ripetersi con un ritmo irregolare e che si distinguono in semplici
e complessi:
I tic motori semplici includono: ammiccamenti, torsioni del collo, alzate di
spalle, smorfie del viso, colpi di tosse; mentre i tic vocali semplici
includono: raschiarsi la gola, grugnire, tirare su con il naso, sbuffare.
I tic motori complessi riguardano: movimenti mimici, saltare, toccare,
battere i piedi, odorare un oggetto; i tic vocali complessi riguardano, invece
la ripetizione di parole o di frasi fuori dal contesto, nei casi più gravi, la
coprolalia (uso di parole oscene) e l'ecolalia (ripetizione di suoni, parole o
frasi udite per ultime).
I tic nascono in risposta a fortissime sensazioni di necessità che
costringono il soggetto a compierli per abbassare la tensione. Il tic sarebbe
il risultato di uno stimolo sensitivo-sensoriale periferico, che generalmente
si riduce molto fino alla scomparsa durante il sonno o comunque in periodi
di tranquillità, mentre si accentua in presenza di stress.
 Disturbi della Nutrizione e dell'Alimentazione dell’infanzia o della
Prima Fanciullezza: questi disturbi sono caratterizzati da persistenti
anomalie della nutrizione e dell'alimentazione. I disturbi specifici
inclusi sono la Pica, il Disturbo di Ruminazione, e il Disturbo della
Nutrizione dell'Infanzia o della Prima Fanciullezza.
 L'Anoressia nervosa e la Bulimia Nervosa sono incluse nella sezione
"Disturbi dell'Alimentazione«
 Disturbi della Evacuazione: questo gruppo racchiude l'Encopresi, la
ripetuta evacuazione di feci in luoghi inappropriati, e l'Enuresi, la
ripetuta emissione di urine in luoghi inappropriati.
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
 Altri Disturbi dell'Infanzia, della Fanciullezza, o dell'Adolescenza: questo gruppo
comprende i disturbi che non sono inclusi nelle altre sezioni sopra elencate.
 Il Mutismo Selettivo è caratterizzato da una notevole incapacità di parlare in
specifiche situazioni sociali nonostante in altre situazioni parlare sia possibile e
nonostante lo sviluppo e la comprensione del linguaggio siano nella norma. Sono
bambini che a casa non stanno mai zitti, mentre fuori o in presenza di estranei, in
luoghi pubblici o in contesti sociali, come l'asilo o la scuola, non riescono a parlare.
 Non è un fenomeno dovuto a qualche disfunzione organica o a un'incapacità
correlata allo sviluppo, ma è un disturbo legato all'ansia. I bambini con Mutismo
Selettivo sono particolarmente sensibili e spesso il loro atteggiamento viene
interpretato come eccessiva timidezza.
 Il Disturbo di Ansia da separazione
 Il Disturbo Reattivo dell'Attaccamento dell'Infanzia o della Prima Fanciullezza
 Il Disturbo di Ansi di Separazione è caratterizzato da un'ansia eccessiva e inadeguata
•
•
•
•
•
•
•



rispetto il livello di sviluppo che riguarda la separazione da casa o da coloro a cui il
bambino è attaccato, come evidenziato da tre (o più) dei seguenti elementi:
malessere eccessivo quando avviene la separazione da casa o dai principali
personaggi di attaccamento o quando essa è anticipata col pensiero
persistente ed eccessiva preoccupazione per eventi spiacevoli che comportano
separazione dai principali personaggi di attaccamento (per es., essere smarrito o
essere rapito)
persistente riluttanza di andare a scuola o altrove per la paura della separazione
persistente paura o riluttanza a stare solo o senza i principali personaggi di
attaccamento a casa,
persistente riluttanza o rifiuto di andare a dormire senza avere vicino uno dei
personaggi principali di attaccamento o di dormire fuori casa
ripetuti incubi sul tema della separazione
ripetute lamentele di sintomi fisici (per es., mal di testa, dolori di stomaco, nausea o
vomito) quando avviene od è anticipata col pensiero la separazione dai principali
personaggi di attaccamento.
La durata dell’anomalia è di almeno 4 settimane.
L’esordio è prima dei 18 anni.
L’anomalia causa disagio clinicamente significativo o compromissione dell’area
sociale, scolastica (lavorativa), o di altre importanti aree del funzionamento
 Il Disturbo Reattivo dell'Attaccamento dell'Infanzia o della Prima Fanciullezza è
caratterizzato da una modalità di relazione sociale notevolmente disturbata e
inadeguata rispetto al livello di sviluppo, che si manifesta nella maggior parte dei
contesti ed è associata con un accudimento grossolanamente patogeno.
 Ci sono due tipi di sintomatologia clinica.
 Nel Tipo Inibito, il bambino è persistentemente incapace di dare inizio alla maggior
parte delle interazioni sociali: il bambino mostra modalità di risposta
eccessivamente inibite, ipervigili, o altamente ambivalenti (per es., attenzione
fredda, resistenza alle tenerezze o un misto di approccio ed evitamento).
 Nel Tipo Disinibito, vi è una modalità di attaccamento diffuso. Il bambino mostra
socievolezza indiscriminata o una mancanza di selettività nella scelta dei personaggi
di attaccamento.
 Per definizione, la condizione è associata ad un accudimento grossolanamente
patologico che può assumere la forma di persistente trascuratezza nei confronti dei
bisogni emotivi fondamentali del bambino di benessere, stimolazione, e affetto;
persistente trascuratezza nei confronti dei bisogni fisici fondamentali del bambino;
o ripetuti cambiamenti della persona che principalmente si prende cura del
bambino, che impediscono la formazione di legami stabili (per es., frequenti
cambiamenti dei genitori adottivi).
 Il Disturbo da Movimenti Stereotipati è caratterizzato da
comportamento motorio ripetitivo, verosimilmente intenzionale, e
afinalistico, che interferisce notevolmente con le normali attività e a volte
può comportare lesioni corporee.
 I bambini o gli adolescenti possono presentare problemi che richiedono
attenzione clinica, ma che non sono definiti come disturbi mentali (per
es., Problemi Relazionali, Problemi Connessi a Maltrattamento o ad
Abbandono, Lutto, Funzionamento Intellettivo Limite, Problemi
Scolastici, Comportamento Antisociale nel Bambino o nell'Adolescente,
Problema di Identità).
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
 Tra i Disturbi psichiatrici dei minori nel DSM IV, il Disturbo della
condotta: una modalità di comportamento ripetitiva e persistente in
cui i diritti fondamentali degli altri o le principali norme o regole
societarie appropriate per l'età vengono violati, come manifestato dalla
presenza di tre (o più) dei seguenti criteri
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
Disturbo della condotta
Aggressioni a persone o animali
 1) spesso fa il prepotente, minaccia, o intimorisce gli altri
 2) spesso dà inizio a colluttazioni fisiche
 3) ha usato un'arma che può causare seri danni fisici ad altri (per es. un bastone,




una barra, una bottiglia rotta, un coltello, una pistola)
4) è stato fisicamente crudele con le persone
5) è stato fisicamente crudele con gli animali
6) ha rubato affrontando la vittima (per es., aggressione, scippo, estorsione, rapina
a mano armata)
7) ha forzato qualcuno ad attività sessuali
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
Disturbo della condotta
Distruzione della proprietà
 1) ha deliberatamente appiccato il fuoco con l'intenzione di causare seri danni
 2) ha deliberatamente distrutto proprietà altrui
Frode o furto
 1) è penetrato in un edificio, un domicilio o una automobile altrui
 2) spesso mente per ottenere vantaggi o favori o per evitare obblighi (cioè
raggira gli altri)
 3) ha rubato articoli di valore senza affrontare la vittima (per es. furto nei
negozi, ma senza scasso; falsificazioni)
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
Disturbo della condotta
Gravi violazioni di regole
 1) spesso trascorre fuori la notte nonostante le proibizioni dei genitori, con
inizio prima dei 13 anni di età
 2) è fuggito da casa di notte almeno due volte mentre viveva a casa dei genitori
o di chi ne faceva le veci (o una volta senza ritornare per un lungo periodo)
 3) marina spesso la scuola, con inizio prima dei 13 anni di età.
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
Disturbo oppositivo
compromissione clinicamente significativa del funzionamento sociale,
scolastico o lavorativo e che dura da almeno 6 mesi, durante i quali
sono stati presenti 4 (o più), ( o anche uno solo, ma molto frequente),
dei seguenti:
 1) spesso va in collera
 2) spesso litiga con gli adulti
 3) spesso sfida attivamente o si rifiuta di rispettare la/le richieste o regole degli





adulti
4) spesso irrita deliberatamente le persone
5) spesso accusa gli altri per i propri errori o il proprio cattivo comportamento
6) è spesso suscettibile o facilmente irritato dagli altri
7) è spesso arrabbiato e rancoroso
8) è spesso dispettoso e vendicativo
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
 aggressività lieve: il bullismo e i comportamenti di disturbo;
 aggressione fisica: l’attacco fisico e le violenze di gruppo;
 violenza: comportamenti di attacco personale e di violenza
sessuale.
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
MINORE AUTORE DI
REATO
COINVOLGIMENTO CRIMINALE PROGRESSIVO
•Irregolarità del Comportamento
•Ricettazione
•Violenza in famiglia
•Reati ecologici
•Precocità sessuale
•Possesso di armi
•Uso di droghe
•Scippo
•Abbandono della casa
•Reati sessuali
•Frequentazione di delinquenti
•Utilizzazione da parte
•Violenza verso gli animali
del sistema criminale
•Violenza verso i diversi
•Rapina
•Resistenza ed oltraggio a P.U.
•Sequestro di persona
•Vandalismo
•Traffico di droghe
•Furto
•Omicidio
•Borseggio
•Delitti mostruosi
•Spaccio di droghe
F. Bruno, Pedagogia sociale. Epistemologia, campo
e metodologia, Pensa Multimedia, Lecce, 2009
Scarica