La carta di Smith ARIVERONAEST IZ3NPZ Ferdinando e 12/01/2010 La costruzione della carta di Smith Una impedenza Z è formata da due parti: la parte resistiva (si chiama anche parte reale) e la parte reattiva (la parte immaginaria). Queste due entità concorrono a formare, ambedue, l'impedenza, ma sono due entità diverse e come tali non si possono sommare assieme ; però si può indicare che l'impedenza è formata dalle due parti scrivendo Z = R + jX dove R è la resistenza (la parte reale), mentreX è la reattanza (la parte immaginaria). Il termine care che fra R ed X j sta ad indi- c'è uno sfasamento di 90°. In altre parole, l'impedenza deve essere rappresentata su un piano con due assi, in questo modo (vedi gura). In altre parole, si può pensare all'impedenza come ad un triandolo rettangolo, ed infatti se si vuole trovare il valore di 1 Z (il modulo), si deve usare la iz3npz La carta di Smith formula Z= p R2 + X 2 A ben guardare Ora, per costruire la carta di Smith, si immagini di prendere l'asse delle X, l'asse immaginario, e piegarlo no ad incontrare, nel punto più lontano, all'innito, l'asse delle R; e questo si faccia sia per la parte positiva che per la parte negativa dell'asse, come illustrato in gura. Allora il cerchio più esterno è l'asse immaginario, e quindi su questo la resistenza vale zero è la stessa formula per calcolare l'ipotenusa in un tri- angolo rettangolo Ecco allora come nasce la carta come la conosciamo; a questo punto è facile riconoscere che i cerchi rappresentano le resistenze e che gli archi sono le reattanze e che l'impedenza, come nel caso degli assi cartesiani, si trova all'incrocio fra la resistenza e la reattanza. Nella gura seguente, si può notare come la retta AA' sia a resistenza costante (lo spostamento nel verso orizzontale è sempre lo stesso in qualsiasi punto), e quindi, mappandola nella carta di Smith, diventa un cerchio. Lungo questo cerchio la resistenza è costante, e cioè ogni punto del cerchio rappresenta la stessa resistenza. La retta BB' rappresenta una reattanza costante; come si vede, nella carta, siccome deve raggiungere il punto innito a partire dal cerchio più esterno, diventa un arco di cerchio, e lungo questo arco di cerchio la reattanza è costante. ariveronaest 2 iz3npz La carta di Smith Uso della carta di Smith Due sono le regole fondamentali nell'uso della carta di Smith: 1. ogni componente viene trattato come un componente ideale, cioè una pura resistenza, una pura capacità o induttanza; 2. se si sommano componenti in serie, si considerano delle impedenze, mentre se sono in parallelo si considerano delle ammettenze (l'inverso dell'impedenza). L'ammettenza allora si scrive Y = con G la conduttanza e B 1 = G ∓ jB Z la suscettanza. Quando si parla di ammettenza, bisogna considerare una rotazione di fase di 180° (π ), nel senso che la suscettanza induttiva si indica con −j , mentre la reattanza induttiva si indica con +j . Vediamo come muoverci sulla carta se si deve analizzare il seguente circuito (i valori sono normalizzati a 50 Ω) x=0.9 x=−1.4 z x=1 00 0 11 1 b=−0.3 00 11 0 b=1.1 1 00 1 11 0 Dal circuito si vede che le reattanze in serie sono chiamate r=1 x (e sono positive b se induttive, negative se capacitive), mentre in parallelo sono indicate con (simbolo della suscettanza - positiva se capacitiva, negativa se induttiva). ariveronaest 3 iz3npz La carta di Smith Il nostro scopo è di trovare l'impedenza Z all'ingresso del circuito. Si parte da destra e sulla carta si individua il punto A 1+j1. Si deve aggiun- gere un elemento in parallelo, e quindi bisogna passare alle ammettenze. Per fare questo bisogna ruotare l'intero piano di 180° (in altre parole, si considerano invertiti i segni delle suscettanze, come già indicato nel circuito), ma, prima, bisogna trasformare il punto A nel punto corrispondente alle ammettenze (punto A'). Questo si ricava facilmente segnando il simmetrico del punto A rispetto al punto 1 + j0. Ora bisogna ruotare sul cerchio a conduttanza costante di 0.3 in verso negativo (antiorario) per aggiungere l'elemento in parallelo, e si va a nire sul punto B. Ora dobbiamo aggiungere un altro elemento in serie, e questo ci obbliga a passare alle impedenze, ricavando il simmetrico del punto B (punto B'). Aggiungo, ruotando in senso antiorario (perchè negativo) sul cerchio a resistenza costante, la distanza corrispondente a 1.4 no a raggiungere il punto C. Ripasso, mediante trasformazione nel punto C', all'insieme delle ammettenze per sommare l'elemento di suscettanza 1.1 . Questa somma comporta una rotazione in verso orario, in quanto positiva, lungo il cerchio a conduttanza variabile; arrivo al punto D. Altra conversione nel campo delle impedenza (punto D') per sommare l'induttanza in serie con una rotazione sul cerchio a R costante di 0.9 no ad arrivare al punto z di valore il valore di Z = 10 + j25. z = 0.2 + j0.5, graco; ariveronaest che, denormalizzata, ci da Tutto questo percorso viene illustrato nel seguente 4 iz3npz ariveronaest La carta di Smith 5 iz3npz La carta di Smith La trasformazione di impedenza mediante la carta di Smith Quando si parla di trasformazione di impedenza bisogna sempre pensare che questo altro non è che un cambiamento guidato della relazione fra tensione e corrente in un determinato punto del circuito, in quanto l'impedenza è proprio il rapporto fra tensione e corrente V I Z= Questo processo di trasformazione, realizzato tramite la carta di Smith, può essere descritto come una serie di movimenti lungo cerchi o archi no ad arrivare al punto voluto (normalmente il punto 1 + j0 - punto che rappresenta l'impedenza caratteristica normalizzata). Considerando componenti ideali senza alcuna perdita (caso del tutto teorico), questa trasformazione di impedenza non comporta alcuna perdita di energia se si realizza l'adattamento di impedenza utilizzando solo induttanze e capacità . Consideriamo allora una rete a L costituita da sole reattanze; tutti i movimenti sulla carta avvengono solamente su cerchi a resistenza o a conduttanza (l'inverso della resistenza) costante; inoltre, il movimento nale, quello che realizza l'adattamento portando l'impedenza complessiva nel punto forza avvenire sul cerchio con r = 1 o con g = 1. 1 + j0, deve per In base a quanto detto il primo movimento, indotto dal componente più vicino al carico, deve portare ad incrociare uno dei due cerchi prima menzionati. É allora ovvio come la posizione del punto che rappresenta sulla carta l'impedenza normalizzata da adattare sia responsabile della scelta sia del tipo di collegamento (in serie o in parallelo al carico) sia del tipo del primo componente (induttanza o capacità). Esempio di adattamento. Si supponga di avere una impedenza di da adattare all'impedenza caratteristica 150+j0 Ω Z0 = 50Ω Si procede in questo modo: si calcola l'impedenza normalizzata z = 3 + j0 e si posiziona il punto sulla carta di Smith; si analizza se ci può essere un qualsiasi movimento su un cerchio a r costante che ci faccia incrociare il cerchio con r=1; visto che questo non è possibile, si passa a considerare le ammettenze: si traccia il cerchio tangente al punto 0 + i0 (punto più a sinistra) e pas- sante per il punto A dell'impedenza. Considerando le ammettenze, questo cerchio ha r = 0.33. che è proprio l'inverso di 3; questo cerchio incontra il cerchio di r = 1 in due punti B e C; sul cer- chio esterno si legge il valore della suscettanza corrispondente; per andare da A a B bisogna sommare al carico, in parallelo (e quindi si parla di 1 ammettenze ) una BL = 0.47 Ω−1 ; l'opposto per andare da A a C. 1 Le ammettenze in parallelo si comportano come le resistenze in serie; si sommano direttamente ariveronaest 6 iz3npz La carta di Smith Il fatto di aver scelto il cerchio delle ammettenze implica di dover usare il primo elemento della rete ad L in parallelo al carico, e questo elemento sarà o una induttanza, nel caso del punto B, o una capacità, se si sceglie il punto C. Ora, per avere un perfetto adattamento, l'impedenza complessiva della rete deve essere pari ad 1 e quindi bisogna annullare la parte reattiva dell'impedenza trovata, aggiungendo in serie una reattanza opposta. sul cerchio delle impedenze r = 1 Gracamente si salta e si trova, appunto, che aggiungendo una reattanza opposta a quella rappresentata dal punto in cui ci si trova, si realizza un perfetto adattamento Ecco allora che se si considera il percorso A -B - punto centrale il circuito 11 00 00 11 00 11 00 11 diventa Naturalmente questa è una soluzione per una singola frequenza in quanto i componenti hanno l'esatta reattanza solo alla frequenza di lavoro Si è visto che il valore della suscettanza Calcolo dei componenti della rete BL = 0.47 Ω−1 . Questa deve essere prima 2 −1 denormalizzata BL = 0.47 · 0.02 = 0.0094 Ω e poi invertita, ottenendo un valore di XL = 106.4 Ω da collegare in parallelo è pari a 2 Se l'impedenza caratteristica vale Z0 = 50 Ω il suo inverso Y0 = ariveronaest 7 1 50 = 0.02 iz3npz ariveronaest La carta di Smith 8 iz3npz La carta di Smith Ecco che scegliendo, ad esempio, una frequenza di 10 MHz, si ottiene una in- X 2·π·f = 1.69 µH . Nel punto B la reattanza vale che, normalizzata, diventa 1.4 · 50 = 70 Ω corrispondente ad una capacità duttanza in parallelo di L= 1.4 Ω di 227 pF . Si può usare anche la carta di Smith delle impedenze (senza fare ricorso alla carta doppia), procedendo come illustrato in gura. Il punto A rappresenta l'impedenza normalizzata da adattare; visto che non si ha nessuna possibilità di lavorare con le impedenze, passo nel punto A' (ammettenza normalizzata da adattare). Mi sposto lungo un cerchio a conduttanza costante no ad incrociare il cerchio di raggio 1 (conduttanza pari ad 1). Due sono i punti possibili, o B o C, in dipendenza di quale vogliamo sia l'elemento in parallelo al carico. Scelto ad esempio il punto B (e quindi si parla di suscettanza positiva, e quindi di un condensatore in parallelo), passo a trasformare questa ammettenza nella corrispondente impedenza, punto B'. Come deve essere, il punto B' cade sul cerchio con r = 1. Il valore della sua parte immaginaria (notare che ora è negativa - giustamente in quanto si tratta di un condensatore) indica la reattanza del condensatore. La somma di una reattanza uguale ed opposta porta il punto B' nel punto di adattamento 1 + j0. Notare che la ro- tazione nale, dal punto B al punto d'adattamento, avviene in verso orario, verso positivo, ad indicare appunto che si sta sommando una reattanza induttiva (il secondo elemento della rete a L è cioè una induttanza). ariveronaest 9 iz3npz ariveronaest La carta di Smith 10 iz3npz La carta di Smith Le linee come elementi circuitali Molte volte c'è la necessità di sostituire elementi concentrati con spezzoni di linea di determinata lunghezza e propriamente terminati. Questi calcoli si possono facilmente fare con la carta di Smith. Ad esempio, uno spezzone di linea da 600 Ω, 3 16 · λ e terminato da un cortocircuito viene visto in questo modo: si parte dal punto A 0 + j0 ( il punto del cortocircuito che rappresenta lungo il carico della linea) e si procede verso il generatore di una lunghezza pari a 3 16 · λ = 0.1875 · λ. Si arriva nel punto B; leggendo sul cerchio esterno la sua reattanza si trova che vale j2.4; denormalizzandola sul valore di 600 Ω si ricava una reattanza induttiva di j2.4·600 = j1440. Sempre la stessa linea, considerata terminata a circuito aperto, ha un comportamento completamente diverso: si parte infatti dal punto C (punto a R = ∞); proseguendo verso il generatore della distanza corrispondente alla linea, si arriva al punto D, rappresentativo di una reattanza capacitiva (ci troviamo nel semicerchio inferiore) pari a−j0.41, quindi una reattanza capacitiva di −j246. Da notare che se si prolunga, nel λ , si ricade nel secondo caso, e questo 4 λ dimostra la capacità di trasformazione di una linea lunga 4. λ Si può osservare, inoltre, che se la linea è esattamente uguale a 4 o a multipli λ di 4 , la linea si comporta come un circuito risonante; in particolare, se si cade primo caso, la linea di trasmissione di 0 + j03 , la linea è un circuito risonante in serie4 , mentre se con R = ∞ , la linea risulta un circuito risonante parallelo. nel punto A sul punto Ecco sulla carta che cosa succede: 3 Questo 4 Infatti, vuol dire che la linea deve essere lunga un numero pari di λ4 proprio un circuito risonante serie ha resistenza pari a zero ariveronaest 11 si cade iz3npz ariveronaest La carta di Smith 12 iz3npz La carta di Smith Calcolo degli stub Primo esempio Lo stub è uno spezzone di linea, di una certa lunghezza, aperto o chiuso, inserito in un certo punto della linea di trasmissione, che permette al trasmettitore di vedere, no al punto di inserimento dello stub, la linea adattata. Quindi, per calcolare lo stub, si deve calcolare il punto di inserimento dello stub a partire dal carico; individuare il tipo di terminazione; calcolare la lunghezza dello stub Vediamo come si può procedere usando la carta di Smith per risolvere il seguente problema: su una linea di impedenza caratteristica si misura, sul TX, un ROS pari a 3.1:1, con il carico costituito da una antenna risonante. Si vuole adattare l'impedenza Soluzione Per procedere nella soluzione conviene ricavare la resistenza del carico, che, essendo un'antenna risonante, viene data dalla formula Rant = Z0 52 = = 16.8 Ω ROS 3.1 normalizzandola e riportandola sulla carta, si arriva al punto A Visto che lo stub va inserito in parallelo, conviene passare subito alle ammettenze, per cui si trova, dopo aver normalizzato il tutto, una ammettenza d'antenna pari a Y = 3.1 + j0 S (punto B). Lo stub va connesso in un punto della linea in cui la componente resistiva dell'impedenza sia pari alla impedenza caratteristica. Allora dal punto B (ammettenza del carico) vado verso il generatore no ad incontrare il cerchio di raggio 1 (è il cerchio che indica l'impedenza caratteristica normalizzata). Questo punto - punto C - si trova ad una distanza l2 di 0.82 λ verso il generatore a partire dal carico. La linea, in tal punto, ha una ammettenza pari a 1 − j1.2. Per un completo adattamento, bisogna an−j1.2 Ω−1 aggiungendo j1.2 Ω−1 di suscettanza nullare la componente reattiva capacitiva. ariveronaest 13 iz3npz ariveronaest La carta di Smith 14 iz3npz La carta di Smith Questo viene realizzato tramite lo stesso stub, calcolandone la lunghezza e la terminazione. Il punto D sulla carta rappresenta appunto i j1.2 Ω−1 di cui si ha bisogno; e questa deve essere l'impedenza d'ingresso dello stub, per cui, muovendosi nel verso del carico no ad incontrare il primo punto con resistenza nulla (altrimenti si introducono ulteriori resistenze, mentre, con il lavoro predente del punto C, si era appunto riusciti ad avere una resistenza pari a quella caratteristica), si arriva al punto λ, 0 + j0. mentre il punto, avendo ammettenza La distanza percorsa l1 è pari a 0.139 0 + j0, indica che lo stub deve essere aperto. Naturalmente, i calcoli fatti sono in base alla lunghezza d'onda λ, ma nella 5 realtà bisogna tenere conto non della lunghezza sica, ma di quella elettrica , e quindi bisogna considerare anche il fattore velocità. L'adattamente potrebbe anche essere fatto mediante elementi concentrati. Infatti si è trovato che occorre inserire, nel punto a 0.82 suscettanza capacitiva di capacitiva di 43.5 Ω. risulta una capacità j1.2 Ω−1 , λ dal carico, una che, denormalizzata, risulta una reattanza Se, ad esempio, si lavora ad una frequenza di 14,2 MHz, 6 di 258 pF. Scegliendo un condensatore variabile di 359 pF per le necessarie calibrazioni, si può realizzare l'adattamento voluto. N.B. Non va mai dimenticato di eseguire il calcolo della tensione massima pre- sente sul condensatore, calcolo che si può eseguire a partire dalla potenza E= p 2 · P · Z0 Secondo esempio Linea con impedenza caratteristica di 50 Ω, chiusa su un carico ZL = 60 + j70. Calcolare lo stub in modo da adattare il carico alla linea 60+j70 = 1.2+ 50 j1.4. Visto che lo stub va messo in parallelo, conviene passare alle ammettenze. Soluzione Si inizia normalizzando l'impedenza del carico zL = Fatto questo, e si è nel punto B, bisogna trovare il punto di inserzione dello stub, punto che deve avere la parte resistiva pari ad 1 (solo così si ha l'adattamento di impedenza). Quindi, partendo da B, si ruota in verso orario (verso il generatore) no ad incrociare il cerchio con r=1 - punto C. La distanza percorsa, in frazioni di λ, verso il generatore, indica in che punto bisogna inserire lo stub. Questo punto C ha parte reale che vale 1 (e questo va bene), ma ha una parte immaginaria, indicata sul cerchio esterno dal punto D. É questa parte immaginaria che bisogna 5 In un cavo, o in un qualsiasi mezzo diverso dall'aria, l'onda elettromagnetica viaggia più piano (come se si dovesse avanzare in un mezzo vischioso). Il segnale, quindi, compie un percorso sico più lento di quello elettrico: Tutto questo si traduce nel fatto che la lunghezza d'onda in un mezzo è data da c λ= f ·n dove n è il fattore velocità (per cavi coassiali è 0.66) 6 La formula per ricavare la capacità è C= ariveronaest Xc 2πf 15 iz3npz La carta di Smith annullare con una suscettanza uguale e contraria - punto D'. La distanza di D' dal punto estremo della carta più vicino a D' (o il punto contrario, quello più a destra targato ∞ + j∞ 0 + j0 o il suo ) viaggiando in direzione del carico, indica la lunghezza dello stub, mentre la natura del punto indica il tipo di terminazione dello stub (nel nostro caso il punto più vicino è ∞+j∞ e quindi lo stub deve essere chiuso dal cortocircuito. Ricordiamoci che il tutto è stato fatto mediante le ammettenze, e quindi una ammettenza innita comporta una impedenza nulla. ariveronaest 16 iz3npz ariveronaest La carta di Smith 17 iz3npz La carta di Smith Altro esempio sull'uso della carta di Smith Z0 = 100 Ω, luinga 15 cm, n pari a 0.5; è sottoposta ad un segnale RF di 400 MHz e carico ZL = 100 + j100. Bisogna trovare l'impedenza d'ingresso. Si abbia una linea con impedenza caratteristica fattore di velocità chiusa su un Soluzione Bisogna prima di tutto calcolare la lunghezza d'onda in quel tipo di linea λ= e cioè 37.5 cm. frazioni di λ c·n = 0.375 f Ora bisogna calcolare la lunghezza elettrica della linea in e quindi si trova le = lunghezza f isica 15 = = 0.4 λ 37.5 Per procedere, si calcola l'impedenza normalizzata e la si riporta sulla carte di Smith - punto A. Procedendo poi verso il generatore (ci si allontana dal carico) di una lunghezza pari a le 7 si ricava, sempre rimanendo sul cerchio a coeciente di riessione costante, l'impedenza d'ingresso rappresentata dal punto B. 7 Si deve sommare la misura in lunghezze d'onda individuata dal punto A con la lunghezza della linea - 0.4 λ. La somma da il valore di 0.562 λ. Il punto più a sinistra è targato 0.5λ, e quindi il punto B si trova a 0.562 − 0.5 = 0.062 λ dal punto 0 + j0 ariveronaest 18 iz3npz ariveronaest La carta di Smith 19 iz3npz La carta di Smith Altre possibilità della carta di Smith Calcolo del massimo e del minimo di tensione lungo la linea Dalla teoria delle linee si sa che il massimo di tensione è dato da VM AX = V + + V − mentre Vmin = V + − V − intendendo con V+ l'onda incidente e con V− l'onda riessa. Quindi si ha un massimo di tensione quando l'onda diretta e riessa sono in fase; questo signica che il coeciente di riessione deve essere reale e positivo; è logico pensare allora che si ha un minimo quando le due tensioni sono in opposizione di fase, e quindi il coeciente di riessione è reale e negativo. Tutto questo si può visualizzare sulla carta di Smith. Il cerchio centrato nel punto 1 + j0 e passante per l'impedenza normaliz- zata è il cerchio a coeciente di riessione costante. Quando questo è reale (e cioè incontra l'asse orizzontale) si hanno i due punti di massimo o di minimo della tensione; chiaramente, per avere il valore eettivo della tensione bisogna conoscere il valore o della tensione incidente o di quella riessa, e, con il coeciente di riessione (che è il rapporto fra il raggio del cerchio ed il raggio massimo) si calcola l'altra tensione. I due punti segnati sulla carta ci dicono, andando verso il generatore (verso orario), a quale distanza dal carico si trova il massimo ed il minimo di tensione sulla linea. ariveronaest 20 iz3npz ariveronaest La carta di Smith 21 iz3npz La carta di Smith Misura dell'impedenza dell'antenna. Si vuole misurare l'impedenza dell'antenna avendo l'impedenza d'ingresso della linea e la lunghezza della stessa linea. Si procede nel solito modo, normalizzando l'impedenza e sia, per esempio 0.5−j0.3 mentre la linea è lunga 0.3 λ. Si traccia il punto dell'impedenza normal- izzata (punto A) ed il cerchio a coeciente di riessione costante. Così facendo, si individua, sul cerchio esterno, il punto di partenza (punto B). Ruotando di una quantità pari alla lunghezza della linea nel verso del carico (antiorario no ad arrivare al punto C) si legge, sul cerchio tracciato, l'impedenza normalizzata dell'antenna - punto Z. Nel nostro caso l'impedenza normalizzata vale dell'antenna in questione è pari a Z = 45 + j60 ed il ROS, letto sulla carta, è di 2.4:1 ariveronaest 22 0.9+j1.24 e quindi l'impedenza iz3npz ariveronaest La carta di Smith 23