Azione - Settimanale di Migros Ticino Una politica fiscale di successo

Una politica fiscale di successo
Le più recenti statistiche dell’OCSE dimostrano gli influssi positivi della politica
fiscale svizzera, sia per i gettiti a favore delle comunità pubbliche, sia per la
crescita economica
/ 12.12.2016
di Ignazio Bonoli
Ancora una volta il popolo svizzero sarà chiamato a pronunciarsi su un soggetto di non facile
comprensione e che si presta a interpretazioni divergenti: la riforma III dell’imposizione delle
imprese, oggetto di un referendum.
Quello delle perdite fiscali per la Confederazione è l’argomento principale dei referendisti (vedi
«Azione» del 17.10.2016). Ma – ancora una volta – il problema non può essere limitato alle sole
perdite fiscali per la Confederazione. È già noto da tempo che il sistema di privilegi fiscali concessi
da alcuni Cantoni alle società di sede è mal visto tanto a livello dell’Unione Europea, quanto a livello
dell’OCSE. Inoltre, sul piano interno, si rimprovera ad alcuni Cantoni di praticare – con questo
strumento – una concorrenza fiscale eccessiva nei confronti dei loro vicini.
D’altro canto non si può nemmeno negare che queste società privilegiate fiscalmente offrono in
cambio posti di lavoro pregiati (e quindi anche buoni contribuenti, nonché importanti ricadute
economiche), al punto che la Confederazione risarcirà i Cantoni che più soffriranno dall’eliminazione
di questi privilegi.
Ogni riforma – e in particolare quelle fiscali – tende a migliorare una data situazione, tenendo conto
degli interessi particolari (in questo caso dei Cantoni), ma soprattutto dell’interesse generale (quello
dell’economia nazionale), evitando nella misura del possibile conseguenze spiacevoli. Saranno infatti
interessate in Svizzera 24’000 aziende con 150’000 posti di lavoro. Il rischio che si corre è di
provocare la partenza di alcune di esse verso lidi più attraenti, ciò che comprometterebbe anche
l’attuale gettito fiscale per la Confederazione, che è di circa 4 miliardi di franchi.
Che questa politica del compromesso (anche fiscale) abbia ottenuto in Svizzera notevoli successi, lo
dimostrano le cifre delle più recenti statistiche fiscali pubblicate dall’Organizzazione per la
cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) per i 35 paesi più ricchi dell’Organizzazione. Sono
stati qui valutati sia l’influsso delle strategie fiscali sullo sviluppo dell’economia, sia quello sui gettiti
a favore dello Stato. Stando ai dati per l’anno 2014, la Svizzera ottiene buone note proprio per
quanto concerne i gettiti fiscali dovuti alla tassazione delle aziende. Gettiti che assommavano al 2,8
per cento del prodotto interno lordo. Dieci anni prima erano del 2,2 per cento e nel 1990 soltanto
dell’1,7 per cento. A dipendenza della congiuntura, questi dati variano leggermente di anno in anno.
Nonostante tassi d’imposta per le aziende piuttosto bassi, la quota dei gettiti sul PIL era nettamente
superiore a quella dei quattro paesi confinanti (eccetto il Liechtenstein) ed era nella media dei paesi
dell’OCSE. Inoltre il PIL per abitante in Svizzera, anche tenendo conto del livello dei prezzi
sensibilmente più alto, era notevolmente superiore a quello della maggior parte degli altri paesi. Ciò
è sicuramente dovuto a parecchi fattori, ma anche alla politica fiscale.
Il successo della politica fiscale svizzera per le aziende si manifesta con i gettiti delle imposte sugli
utili, commisurato al numero di abitanti. Nel 2014, questi introiti in Svizzera erano di circa il 50 per
cento superiori a quelli della media dei paesi dell’OCSE e quasi il doppio di quelli dei paesi
confinanti, nonostante nel confronto internazionale presenti sempre aliquote di imposta sugli utili
inferiori. Se, inoltre, si considera la media ponderata delle aliquote sugli utili nei capoluoghi di ogni
cantone, si constata che la tassazione degli utili delle aziende è di circa un terzo inferiore a quella
media dei paesi confinanti.
Rispetto alla situazione attuale, il pacchetto di riforme in votazione il 12 febbraio provocherà un
leggero aumento di imposte per aziende internazionali molto mobili. A breve scadenza si potrebbero
quindi registrare gettiti superiori, ma le imprese piccole e medie del mercato svizzero beneficeranno
di riduzioni d’imposte.
Il successo del sistema fiscale svizzero è evidente non solo nel confronto internazionale. Anche sul
piano puramente interno i gettiti sono infatti aumentati da 6 a 18 miliardi di franchi per le tasse
sugli utili aziendali (per Confederazione, cantoni e comuni) con una crescita superiore al PIL. La
cosa non è passata inosservata all’estero, per cui le pressioni sul sistema fiscale svizzero sono
aumentate.
Sistema che conferma che le imposte elevate aumentano i gettiti a breve scadenza, ma poi gli utili
tassabili tendono a diminuire, a causa sia di manovre di aggiramento, sia di partenze, sia di minori
arrivi di aziende, soprattutto se le aziende internazionali godono di una grande mobilità. La riforma
attuale tende a ridurre al minimo questi inconvenienti.