Persinsala Teatro
Sharon Tofanelli
marzo 30, 2012
Ancora una volta la vita punta il dito contro il teatro: è Sei
personaggi in cerca d’autore, in scena al Teatro Giglio di
Lucca. Il testo forse più famoso dell’Autore siciliano nella regia
immortale di Giulio Bosetti.
«Vogliamo vivere, signore!», dice il Padre.
«Per l’eternità?».
E, immediatamente, il dramma ha inizio.
la
«No, signore: almeno per un momento, in loro».
pe
rs
in
sa
Sei personaggi in cerca d’autore torna sotto i riflettori del Giglio,
venerdì 23 marzo e, ancora una volta, la messa in scena dalla Compagnia
del Teatro Carcano non delude le aspettative. Riprendendo la regia di
Giulio Bosetti (che, come attore, si era già calato nel ruolo del Figlio e,
successivamente, in quello del Padre), il metateatro pirandelliano
(letteralmente, “teatro del cambiamento”) continua a sconvolgere la
platea con quella sua ingenua mordacità e l’incomparabile freschezza.
Ogni cosa è al suo posto: l’assenza del sipario, dove attori e tecnici scenici
preparano il dramma “a carte scoperte”; l’abolizione dei consueti due atti
(l’intervallo pare causato da un evento accidentale nella vicenda); lo
sfondamento della quarta parete: basti osservare l’entrata in scena degli
attori, rigorosamente da una scaletta che collega il palco alla platea. Ecco
che il teatro, l’illusione per eccellenza, acquista la più cruda delle
consistenze. È il pubblico, nell’opera, a ridursi ad apparenza. E le tante
realtà si confondono.
In scena, due frontiere contrapposte: gli attori, candidi negli abiti, algidi
nei gesti, indistinguibili l’uno dall’altro. E poi i personaggi. Vestiti di un
duplice lutto, quello effettivo e quello esistenziale, i sei fantasmi
compaiono d’improvviso, come evocati da una seduta spiritica. Sono i
residui di un autore (lo stesso Pirandello?) che li ha creati e abbandonati
(emergono dal nero, come affioranti dai suoi ricordi).
I poli tentano invano di invertirsi: i personaggi – la vita nel suo caos, nelle
http://teatro.persinsala.it
1/3
Persinsala Teatro
Persinsala Teatro
Sharon Tofanelli
marzo 30, 2012
la
sue passioni – tentano di trovare una forma che possa dar loro
consistenza; gli attori – chiara allegoria della forma – benché si sforzino
non sono in grado di accogliere in se stessi l’essenza della vita. Una vita
che erutta con violenza inaudita nella Figliastra (un’intensissima Silvia
Ferretti), nella cui sprezzante risata si rispecchia il titanismo che il Padre
sente, ma non esprime. Il palco è tutto suo, del Padre. Un ottimo Antonio
Salines che riesce a interpretarne sia il lirismo sia le seccanti lusinghe;
bravo anche Edoardo Siravo (il Capocomico) nell’incarnare un ruolo sobrio
e sdrammatizzante, capace di destare simpatia nei suoi goffi quanto inutili
tentativi di imporsi.
pe
rs
in
sa
E come nel miglior Pirandello, ancora una volta la forma non può mettersi
al di sopra della vita. Lo stesso finale, con la Figliastra che abbandona il
palcoscenico in preda a risate isteriche (quasi rifiutando, a sua volta, ciò
che l’autore le ha negato) ne è una prova. E l’intera opera, orchestrata da
luci molto taglienti, musica suonata dal vivo (perché ogni cosa “ha da
essere reale, non soltanto verosimile”) e scene completamente esposte
all’occhio del pubblico, vede i sei personaggi, in quanto tali, costretti a
vivere nel limbo di un’unica scena, quella dell’incesto mancato. La loro
realtà non cambia perché non può. Mentre ricorrono gli echi dell’eterno
ritorno di Nietzsche.
Il conflitto però non si frappone unicamente tra attori e personaggi. Mentre
tra i primi – come pareggiati dalla maschera della forma – regna una
complicità malata, i sei intrusi sono animati dalla discordia. Ognuno di loro
è personaggio in se stesso e stride con gli altri. Gli stessi movimenti sono
emblematici, dalle gambe piegate del Padre a quelle scoperte della
Figliastra, dal capo chino del Giovinetto e della Bambina a quello altero del
Figlio (Umberto Terruso – poche battute, ma penetranti). E poi c’è Madama
Pace, il personaggio realizzato. Come i sei, anch’essa emerge dal nulla,
evocata però da una fantasia che le ha, almeno parzialmente, concesso
anche una forma, un’identità (la attirano sul palcoscenico servendosi dei
cappelli, che lei vende per professione). Il suo stesso parlato, quell’ispanoitaliano che desta ilarità, è forse una dimostrazione della sua
autoaffermazione come personaggio. Brava, come sempre, Marina
Bonfigli.
La fusione non ha effetto, il proposito cede. L’essere non può sintetizzarsi,
http://teatro.persinsala.it
2/3
Persinsala Teatro
Persinsala Teatro
Sharon Tofanelli
marzo 30, 2012
il teatro non può vivere. Ancora una volta la vita trionfa miseramente
sull’arte. E il Capocomico si allontana: la strada illuminata da un barlume
di sicurezza. La risata della Figliastra irride la forma. E se tanti osannano il
teatro, Pirandello se n’è fatto beffe. Eppure, mai nessuno l’ha esaltato così
profondamente.
pe
rs
in
sa
la
Immortale. Da vedere a ogni costo.
Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro del Giglio
piazza del Giglio, 13/15 – Lucca
venerdì 23 marzo, ore 21.00
La Compagnia del Teatro Carcano presenta:
Sei personaggi in cerca d’autore
regia Giulio Bosetti
regista assistente Francesco Sala
con Antonio Salines (Il Padre), Nora Fuser (La Madre), Silvia Ferretti (La Figliastra), Umberto Terruso (Il
Figlio), Marina Bonfigli (Madama Pace), Edoardo Siravo (Il Capocomico), Giovanna Rossi (La Prima Attrice),
Elio Aldrighetti (Il Primo Attore), Anna Canzi (La Seconda Donna), Caterina Bajetta (L’Attrice Giovane),
Nadia Moretti (Un’Altra Attrice), Dario Merlini (L’Attor Giovane), Giuseppe Scordio (L’Attore-Segretario),
Vladimir Todisco Grande (Il Suggeritore), Mario Andri (Il Direttore di scena), Gregorio Pompei (Il
Macchinista)
costumi Carla Ricotti
movimenti mimici Marise Flach
http://teatro.persinsala.it
3/3
Persinsala Teatro