I ”MISTERI” DEL MALE, DELLA CREAZIONE DAL NULLA. IL PROBLEMA DEL TEMPO. Introduzione a S. Agostino 1 La filosofia cristiana. Il Dio cristiano è, per certi aspetti, antitetico rispetto alla concezione greca della divinità: Dio ama gli uomini, si preoccupa di loro, provvede a loro (a differenza della concezione aristotelica della divinità). Addirittura il Dio-Cristo soffre e muore sulla croce (qualcosa di inaudito per la cultura greca). Dio, poi (secondo sempre il patrimonio cristiano) crea dal nulla. E' il filosofo S. Agostino che lo sottolinea fortemente contro il manicheismo che sosteneva l'esistenza di due principi. S. Agostino, tuttavia, si trova di fronte al problema di spiegare l'esistenza del male nel mondo. Come risolve il problema? Considerando il male semplicemente come “non bene” e, quindi (dato che l’essere è bene e viceversa), come “non essere”: se il male è semplicemente deficienza di bene, perché mai dovrebbe avere bisogno di essere spiegato? Cosa dici dell'impostazione agostiniana del male? Condivido il rifiuto del manicheismo, ma non la motivazione: non è un'arrampicata sui vetri dire che il male è "non essere" in quanto è deficienza di bene (bene che per sua natura è essere)? Forse che l’abbattimento delle Torri Gemelle è un… “non essere”? Mi sembra un'osservazione pertinente. Tieni, comunque, presente la logica agostiniana che è sulla lunghezza d'onda di quella neoplatonica (Plotino). Le guerre - secondo S. Agostino - essendo un prodotto della libertà umana, non presuppongono alcun Dio del male: la loro fonte è l'uomo. Senti: per S. Agostino quello che egli chiama "male fisico" (ad esempio la cecità, una malattia) non è un male in sé in quanto rientra in un disegno divino che è sicuramente a fin di bene. Cosa ne dici? Mi pare l'ottica tipicamente manzoniana, un'ottica che, però, oggi non ha più alcun fondamento: i mali fisici hanno un'origine fisica! Un punto di vista "scientifico”: di sicuro più che legittimo. Riprendiamo il discorso. Dio crea dal nulla. Ma qui sorge un altro problema (che può sembrare scherzoso, ma non lo è): cosa faceva Dio prima della creazione del mondo? Come lo risolve S. Agostino? Prova ad intuire. Ci provo. Immagino che la risposta sia la seguente. Non esiste un "prima" della creazione del mondo: Dio è immutabile (sulla stessa lunghezza d'onda di Aristotele) ed è un eterno presente (sulla stessa lunghezza d'onda di Parmenide). E' quanto pensa S. Agostino: il tempo nasce solo col mondo, col mondo, cioè, che muta. Come potrebbe esserci il tempo in Dio se Dio è immutabile? Proseguiamo. S. Agostino sostiene la concezione di Dio come Verità, come Luce: come mai? Prova ad intuire. 1 Agostino nasce a Tagaste (nell'Africa romana) nel 354. Il padre è pagano, la madre (Monica) cristiana. Temperamento passionale, conduce la giovinezza in modo disordinato (nelle Confessioni", una sua opera immortale, confesserà a Dio i peccati di questo periodo). Passa dall'amore per gli studi di grammatica alla filosofia (grazie ad un'opera di Cicerone l'Ortensio -). Abbraccia il Manicheismo. Dai 19 ai 29 anni insegna retorica a Cartagine. Nel 383 si reca a Roma con la speranza di fare carriera come insegnante di retorica. Dopo un anno si reca a Milano dove il vescovo Ambrogio lo conquista e si converte al Cristianesimo (grazie anche all'influenza della madre Monica che lo raggiunge a Milano) Nel 386 si ritira con parenti ed amici in una villa a Cassiciaco, nei pressi di Milano. Qui, grazie alla meditazione ed alle conversazioni con amici e parenti, matura le sue prime opere: Contro gli Accademici, Sull'Ordine, Sulla beatitudine, Soliloqui). Nel 387 riceve il battesimo dallo stesso vescovo Ambrogio. Decide di tornare in patria con l'intenzione di diffondere il messaggio cristiano. Sulla via del ritorno, a Ostia, muore la madre Monica. Nel 391 viene consacrato prete e nel 395 vescovo di Ippona. La sua missione: difendere la fede cristiana conto i nemici della fede e della Chiesa. Dopo il celebre sacco di Roma ad opera di Alarico, re dei Goti, il suo capolavoro: "La città di Dio". Agostino muore nel 430 a Ippona, mentre la città è assediata dai Vandali di Genserico. Ci provo. Vi arriva partendo dall'interiorità dell'uomo dove esistono idee - quali, ad esempio, le idee di uguaglianza e di giustizia - che sarebbero non spiegabili se non fossero oggetto di un ricordo (reminiscenza platonica) di verità eterne. S. Agostino è indubbiamente sulla stessa lunghezza d'onda di Platone, ma questo non significa che ripeta la dottrina della reminiscenza: come potrebbe, se per il Cristianesimo l'anima non preesiste al corpo? Per S. Agostino la presenza nella mente umana di principi immutabili e perfetti (come, ad esempio, l'idea di uguaglianza) che ci consentono di valutare le cose sensibili può essere spiegata solo con l’“Illuminazione” di Dio inteso appunto come Verità, come Luce interiore. Al di là delle differenze, comunque, sia la dottrina della reminiscenza che quella agostiniana della illuminazione intendono risolvere lo stesso problema. Vi è un'altra classica analogia con Platone. Dove colloca S. Agostino il mondo platonico delle Idee? Prova ad intuire. Ci provo. Non vedo altro luogo se non la Mente divina, in sintonia con quanto già detto da Aristotele con la sua concezione di Dio come "pensiero di pensiero": Dio crea il mondo sulla base di questi "modelli" che ha nella sua mente. Non è corretto affermare che Aristotele inserisce le Idee platoniche nella mente divina. E’ comunque vero che Aristotele considera l’Atto Puro (Dio) come “Pensiero di Pensiero”. Cosa dici dell'idea agostiniana secondo cui Dio crea in base a delle idee presenti eternamente nella Sua mente? Mi pare un'idea esaltante. Mi esalta, infatti, l'idea che io non sono figlio del caso, ma di uno specifico progetto divino! Tieni presente, però, anche una possibile obiezione: perché non dovremmo avere il coraggio di guardare in faccia alla cruda realtà che ci mette davanti la scienza?