LA SOLUZIONE DEI PROBLEMI ECONOMICI NELTEMPO L'ETÀ PALEOLITICA ( 3.000.000-10.000 a.C.) CARATTERI DELL’ETA’PALEOLITICA L’uomo soddisfa i bisogni essenziali per rimanere in vita e riprodursi. (economia di sussistenza) ha con l'ambiente un rapporto di tipo parassitario: raccoglie i fruttispontanei della terra e pratica la pesca. (economia di raccolta) si sposta continuamente alla ricerca del cibo (nomadismo); raccoglie tutto ciò che la terra può offrire per sfamarsi e, quando non c'è più nulla da raccogliere, se ne va. Solo più tardi, quando l'invenzione dei primi rudimentali strumenti glipermette di dedicarsi con più profitto alla caccia, riesce a superare qualcuna delle tante difficoltà per sopravvivere. L’ETÀNEOLITICA (8.000-3.000 a.C.) CARATTERI DELL’ETA’ NEOLITICA l'uomo scopre due tecniche fondamentali: l'agricoltura e l'allevamento (rivoluzione agricola) si trasforma da predatore in produttore, inquanto con il proprio lavoro riesce non solo aprodurre quan to gli è necessario per vivere,ma anche ad accantonare qualche provvista. diventa sedentario Scopre e sviluppa altre attività (molitura, filatura, tessitura). Nascono le prime comunità: per difendere meglio il raccolto e la capanna che si è costruito, dà vita alle prime società organizzate, basate sulla differenziazione dei compiti e con a capo il più anziano del gruppo, cui è affidato l'ordine religioso, giuridico e sociale. Nascono le prime distinzioni di ruolo: con l'affermarsi della specializzazione del lavoro, ha inizio una distinzione del ruolo e dei compiti dell'agricoltore da quelli del pastore, del mercante o dell'artigiano, cui corrisponde una disparità economica che porta alla distinzione in classi. Esempio: L’umile pastore non può essere compensato come colui che forgia i metalli, attività che richiede una grande specializzazione, tanto da essere considerata un'arte. Le differenti condizioni economiche tra un gruppo e l'altro provocano lotte di conquista da parte delle popolazioni più ricche, che mirano a sottomettere quelle rimaste a un livello di vita più basso. I pastori sentono la necessità di occupare nuove terre per i loro pascoli a danno degli agricoltori, mentre questi spesso danno origine a guerre per accaparrarsi terre più fertili o più adatte agli scambi. In seguito a questi scontri sanguinosi, i vinti vengono ridotti in schiavitù e il gruppo al potere, oltre a dominare sugli altri (schiavi), comincia ad appropriarsi della maggior parte dei sovrappiù. LE SOCIETÀ SCHIAVISTE CARATTERI DELLE SOCIETÀ SCHIAVISTE Le conquiste dell'uomo nell'età neolitica segnano una tappa fondamentale verso forme più complesse di vita organizzata: dai villaggi si passa alle prime "città", per cui diventa di fondamentale importanza garantire la sicurezza ai componenti di ogni gruppo e si delineano così i presupposti della nascita degli "Stati". A partire da questa fase storica l'organizzazione della vita si evolve in strutture sempre più complesse: non più famiglie o tribù, ma regni e imperi. Questo determina una vera e propria divisione in classi, secondo una gerarchia ben precisa derivante dai compiti assegnati e dal ruolo ricoperto da ciascun membro all'interno della comunità. Si distinguono così i signori e gli schiavi, gli uomini liberi e i servi. LA SOCIETÀ FEUDALE In seguito al dissolversi dell'Impero romano si forma la società feudale, che abbraccia un periodo di circa mille anni, dalla caduta dell'Impero d'occidente (476 d.C.), alla scoperta dell'America (1492). CARATTERI DELLA SOCIETA’ FEUDALE Abbandono delle città: I barbari preferiscono non insediarsi nelle città e queste, non essendo più il centro delle relazioni economiche e culturali, un poco alla volta perdono la loro vitalità, fino a non esercitare più alcuna influenza sulle campagne circostanti. In città rimangono soltanto pochi artigiani, qualche commerciante e soldati disoccupati: una popolazione eterogenea, appartenente alle classi sociali più diverse e scarsamente produttiva. La struttura gerarchica della società: In seguito al dissolversi degli imperi, la proprietà fondiaria passa alla nobiltà e all'alto clero, che, per la loro ricchezza, sono le classi dominanti, poste al vertice dell'organizzazione sociale. Esse hanno il potere di imporre ai coloni (servi della gleba) il lavoro della terra con regole e vincoli tali da privarli di ogni libertà: i servi della gleba devono produrre non solo per garantire la sussistenza e per ricostituire i mezzi di produzione, ma anche per assicurare un sovrappiù al signore. Economia curtense LE CLASSI SOCIALI E I MODI DI PRODUZIONE La società feudale è caratterizzata da rapporti sociali rigidi: ogni individuo appartiene per nascita a una certa classe sociale e gli è pressoché impossibile cambiare la propria condizione. Al vertice della gerarchia si trova la classe dei nobili e dell'alto clero, un gruppo piuttosto esiguo di privilegiati che non svolge alcuna attività produttiva, mentre la base è costituita da una classe di diseredati, formata da uomini liberi (mercanti, contadini e artigiani) e da servi della gleba, individui non liberi o semiliberi, che rappresenta la maggioranza della popolazione e non ha alcun accesso alla proprietà. I servi della gleba non sono veri e propri schiavi, ma nemmeno uomini liberi. Liberi nella persona, sono degli affittuari a vita, legati indissolubilmente al fondo, che rappresenta lal loro unica fonte di sussistenza. E’ consentito loro di prestare lavoro sia nei fondi servili che hanno in uso e da cui traggono i beni per il proprio sostentamento, sia nei fondi dominici (del signore) da cui ricavano il sovrappiù che appartiene al signore, al quale devono canoni in natura, un'infinità di tributi in denaro e delle corvè (giornate di lavoro gratuite, impiegate a produrre beni per il signore). Tolto tutto ciò, ai servi rimane soltanto il minimo indispensabile per non morire di fame. Come distinguere Gli schiavi i servi della gleba i salariati Appartengono a un padrone che li ha Sono legati al padrone (signore feudale) Sono liberi da ogni vincolo acquistati o ridotti in schiavitù e può da un rapporto di sudditanza di subordinazione di classe. disporre a suo piacimento della loro e non possono riscattarsi. Per contratto cedono lapropria persona e della loro capacità lavorativa La loro capacità di produrre attitudine a produrre ricchezza appartiene al signore al datore di lavoro, che gliela retribuisce in denaro (salario) L’ECONOMIA CURTENSE La società feudale è caratterizzata da un'infinità di piccoli sistemi economici chiusi, a estensione limitata, i cui presupposti sono l'autoconsumo e l'autosufficienza; perciò gli scambi sono scarsi e i mercati quasi assenti. I nobili si ritirano nei loro castelli dando origine all'economia curtense, caratterizzata, oltre che dall'agricoltura, da alcune attività artigianali svolte dai servi della gleba e da lavoratori che prestano la propria attività presso la corte dietro compenso daparte del signore. LA SOCIETA’CAPITALISTICA INIZIA L’ETÀ MODERNA Il 1492, anno della scoperta dell'America, viene indicato come l'inizio di una nuova era: l'età moderna, che porta con sé una vera e propria rivoluzione economica. Dal Nuovo Mondo giungono in Europa nuovi prodotti, tra cui il mais e la patata che consentono di far fronte alle tanto frequenti carestie di grano. Ma è soprattutto l'afflusso di oro e d'argento dal nuovo continenteì che contribuisce ad alimentare i traffici e a rafforzare la classe dei mercanti (borghesia). Un po' alla volta il ceto borghese (mercanti, banchieri, artigiani), favorito dalla mutata realtà economica, comincia a opporsi Con sempre maggior decisione alle vecchie classi feudali (nobili e clero) e ne indebolisce la potenza. Come distinguere I capitalisti Sono i soggetti operativi dell'economia e decidono cosa e come produrre, impiegando i profitti ricavati dall'attività industriale in operazioni commerciali e finanziarie Come distinguere L’ artigiano Provvede a tutte le fasi della lavorazione con i mezzi di produzione semplici di cui è proprietario e conosce . il risultato e il frutto dei suo lavoro I proprietari terrieri Sono una classe improduttiva; tuttavia spetta loro una parte dei sovrappiù (rendita) come compenso per la cessione delle terre ai capitalisti I lavoratori salariati Cedono il loro lavoro in cambio di un salario e sono più oggetti che soggetti della produzione Il salariato Partecipa a una fase limitata del processo produttivo perché gli viene affidata un'unica operazione legata al ritmo della macchina L’AVVENTO DEL CAPITALISMO INDUSTRIALE Sebbene siano gli artigiani a favorire lo sviluppo della società capitalista, la classe vincente risulta essere la borghesia (costituita dai mercanti e dagli artigiani più abili) che si appropria di buona parte del sovrappiù (profitto) da destinare, in prevalenza, a nuovo capitale per attivare il processo produttivo. Ai lavoratori viene distribuito il reddito strettamente indispensabile per i consumi di sussistenza (salario) e ai proprietari terrieri viene destinata la rendita, come compenso per le terre date in concessione. Le fabbriche, dove si trovano le macchine, diventano l'unico luogo dove è possibile realizzare la produzione, e le imprese, di proprietà dei capitalisti, utilizzano proprio la forza lavoro degli ex artigiani, divenuti nel frattempo salariati, perché non riuscivano a reggere la concorrenza delle macchine e non avevano i mezzi per procurarsene una. Si produce per la comunità (socialità della produzione) e il prodotto viene commercializzato, perché il fine della produzione non è il diretto soddisfacimento dei bisogni (autoconsumo), come in passato, ma il mercato, che rappresenta il punto d'incontro tra produzione e consumo. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE L'industria moderna, nata in Inghilterra nella seconda metà del XVIII secolo, si diffonde rapidamente nel resto d'Europa e negli Stati Uniti e provoca mutamenti economici e sociali di così vasta portata da assumere la denominazione di rivoluzione industriale. Con l'espressione rivoluzione industriale si intende il processo di trasformazione economica e sociale provocato dalla nascita delle prime industrie, nel periodo a cavallo tra il Settecento e l'Ottocento, e che , partendo dall'Inghilterra si diffuse poi nel resto d'Europa e negli Stati Uniti LA QUESTIONE SOCIALE Fin dal primo diffondersi del capitalismo, aumenta in modo considerevole il numero dei contadini sradicati dalle terre e degli artigiani privati del loro lavoro dalla concorrenza della fabbrica: queste persone, pur di lavorare, devono piegarsi a qualsiasi condizione (quattordici-sedici ore di lavoro giornaliere) e a qualunque salario. I lavoratori non sono organizzati e non esistono norme per la loro tutela; di conseguenza, nel primo periodo dell'industrializzazione, devono assoggettarsi a condizioni di vita inumane, non solo per gli orari e i ritmi della fabbrica, ma anche per le condizioni sociali. Vivono ai margini delle zone urbane in agglomerati privi di ogni norma igienica, o più spesso in cantine, in condizioni terribili. Tuttavia, avendo necessità di lavorare per acquistare i beni essenziali per vivere, pur di avere un salario, si fanno concorrenza tra loro e accettano compensi anche estremamente miseri. Il lavoro stressante, svolto in ambienti nocivi e con il costante pericolo di incidenti, nonché la ferrea disciplina cui sono assoggettati, inducono i salariati a riflettere sulla loro condizione per limitare il potere dei capitalisti. Inizialmente, i lavoratori sono disuniti e non trovano altra soluzione che ribellarsi contro l'introduzione delle macchine (Luddismo); dopo la prima metà del XIX secolo, però, danno vita al osiddetto associazionismo operaio (società di mutuo soccorso, sindacati, partiti politici) e formulano rivendicazioni precise (riduzione dell'orario di lavoro, migliori condizioni igienicosanitarie nelle fabbriche), ricorrendo anche allo sciopero. LUDDISMO: il termine si riferisce al movimento di protesta degli operai inglesi che prese il nome da Ned Ludd, un operaio che nel 1779 si dice che per protesta abbia distrutto un telaio. Tra il 181 1 e il 1816 le agitazioni operaie si manifestarono con atti di sabotaggio e la distruzione delle macchine tessili, considerate la causa della disoccupazione. La repressione fu molto dura e alcuni manifestanti furono condannati a morte; questo servi a frenare la protesta, ma da allora tutte le lotte violente dei lavoratori contro l'introduzione di nuove tecnologie hanno preso il nome di luddísmo. SOCIETA’ DI MUTUO SOCCORSO: Sorte in Inghilterra nel XVIII secolo con fini di assistenza reciproca tra lavoratori salariati, le società di mutuo soccorso sono la prima forma di organizzazione operaia, soppiantata poi dai sindacati. SINDACATO: Il termine sindacato viene usato per indicare le organizzazioni sindacali, associazioni professionali dei lavoratori appartenenti a una determinata categoria produttiva (es.- sindacato dei metalmeccanici) o dei datori di lavoro