ECCE HOMO (VOGLIAMO BARABBA) (1850) Honoré Daumier (1808-1879) Pittore francese Museum Folkwang - Essen XIX secolo Olio su tela cm. 160 x 127 Si tratta di uno dei rari esempi di pittura a soggetto religioso di Daumier che, coinvolto nei fermenti repubblicani, solitamente si occupò di tutt'altri generi pittorici. Proprio per questa sua poca dimestichezza con l'opera sacra, e soprattutto per il suo carattere laico, sorprende la straordinaria capacità dell'artista di comunicare il messaggio religioso. Con le parole "Ecco l'uomo" Ponzio Pilato offrì Cristo, flagellato, al giudizio popolare. In questo dipinto la concitata azione, estremamente drammatica, è risolta con esasperata gestualità: la figura di Pilato si sporge arditamente in avanti, proteso verso la folla assetata di vendetta; alle sue spalle sono Cristo, che malgrado le torture subite si erge dritto in tutta la sua dignità, e Barabba, in posa arrogante, col mento sollevato in segno di sfida. In basso, intanto, tra il popolo gesticolante alcune teste emergono sulle altre, mentre la luce mette risalto il dorso di due bambini. L'opera appare come un monocromo, dai cuoi toni bruni. Le luci e le ombre si scontrano, come il bene e il male, e si incrociano sul corpo di Gesù, risolto come una massa bruna, così come il popolo i cui contorni sono evidenziati dalla decisa linea nera. La straordinaria rapidità dell'esecuzione induce a credere che si tratti di un'opera incompiuta. Proprio questa considerazione lascia stupito lo spettatore, sicuramente affascinato dall'inusuale capacità espressiva, forse superiore ad un dipinto finito. L'Argan dice in proposito "come serpi nel fango" (ed aggiungo) i contorni deformati esplicano la deformazione morale di questi uomini che urlano, incitati da Pilato, il nome di Barabba, dunque il quadro perde il titolo iconografico di Ecce Homo in favore di "vogliamo Barabba", l'urlo degli uomini. La figura del Cristo meravigliosa, in ombra, profondamente malinconia con le sue mani giunte, il profilo espressivo che accetta la volontà del padre, che non si ribella alle catene lente che lo legano, il volto chino ed umile. Il momento rappresentato è quando Ponzio Pilato chiede al popolo se vuole la grazia per Gesù o per Barabba. Il quadro, realizzato intorno al 1850, è un esempio straordinario della qualità artistica di Daumier ed anche della sua modernità troppo in anticipo sui tempi. Per ritrovare qualcosa di così potentemente espressivo si dovrà aspettare Van Gogh, ma soprattutto l’espressionismo e la cultura seguente che sarà finalmente in grado di apprezzare una pittura di così intensa semplificazione formale senza rinunciare alla forza espressiva.