UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA "TOR VERGATA" Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Fisica A.A. 2013/2014 Tesi di Laurea triennale Analisi del trasporto della radiazione per l'ottimizzazione della sorgente THz a SPARC-LAB RELATORE LAUREANDO Dott. Alessandro Cianchi Arcangeletti Chiara A mio nonno, glio di un contadino... ...scarpe grosse e cervello no 2 Indice Introduzione 1 1 La Radiazione THz 2 1.1 Proprietà e Applicazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 1.2 Sorgenti THz 3 1.2.1 1.3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Sorgenti basate su Acceleratori SPARC-LAB . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 2 La Radiazione di Transizione 2.1 2.2 7 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 2.1.1 Formula di Ginzburg-Frank . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 2.1.2 Metodo dei fotoni virtuali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 La Radiazione di Transizione Coerente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 2.2.1 Utilizzo della CTR per determinare la forma del pacchetto . . . . . . . 10 2.2.2 Eetti di dirazione dovuti alle dimensioni nite della targhetta . . . . 11 3 Analisi del trasporto della radiazione 14 3.1 Descrizione dell'apparato sperimentale 3.2 Programma di simulazione: THz Transport 3.2.1 INDICE La Radiazione di Transizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17 I INDICE 3.3 Elaborazione dati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 3.3.1 Misure Sperimentali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 3.3.2 Simulazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 4 Conclusioni 30 Bibliograa 32 Ringraziamenti 34 INDICE II Introduzione Nell'ultimo decennio si è sviluppato un forte interesse per la radiazione Terahertz (THz) in quanto essa è un potente strumento per studiare il comportamento della materia a basse energie e vede un ampia gamma di applicazioni, che vanno dalla scienza medica, alla ricerca di base no al campo della sicurezza. Questo perché tale radiazione presenta caratteristiche molto interessanti: è una radiazione non ionizzante, è in grado di penetrare alcuni materiali, mentre viene assorbita dai liquidi polari e riessa dai metalli. Per tali ragioni si è cercato di sviluppare sorgenti per questo intervallo dello spettro elettromagnetico e tra queste si distinguono le sorgenti THz basate su un LINAC, che sono in grado di fornire impulsi, sia a banda larga che stretta, estremamente intensi. In questa tesi si è utilizzata la sorgente di Radiazione di Transizione Coerente nella regione del THz alla facility SPARC-LAB (Sources for Plasma Accelerators and Radiation Compton with Lasers And Beams) presso i Laboratori Nazionali di Frascati dell'INFN [1]. Questa radiazione viene prodotta facendo impattare un fascio di elettroni, modulato in pacchetti di brevissima durata temporale (inferiore al ps), su una targhetta posta a direzione di incidenza del fascio. 45◦ rispetto alla In seguito essa viene trasportata, tramite l'utilizzo di elementi ottici, no ad un rivelatore. Lo scopo di questa tesi è stato quello di analizzare la distribuzione spaziale della radiazione THz prodotta a SPARC-LAB e quindi di studiarne la propagazione lungo il cammino ottico. Sono stati quindi analizzati i dati sperimentali acquisiti ed è stato elaborato un modello teorico capace di simulare la risposta del sistema, al ne di ottimizzare l'ottica dell'esperimento. Il seguente lavoro è suddiviso in tre capitoli. Nel primo capitolo viene introdotta la radiazione THz, con una descrizione delle sorgenti basate sugli acceleratori. Il secondo capitolo descrive la sica della Radiazione di Transizione prima in generale, poi entrando nello specico di quella Coerente e commentando gli eetti delle dimensioni nite della targhetta sullo spettro della radiazione. Nel terzo capitolo vi è una descrizione dell'apparato sperimentale e del programma di simulazione utilizzato (THz Transport ), in seguito vengono riportate le misure, ed inne viene illustrata l'analisi dati ed i risultati ottenuti. Introduzione 1 Capitolo 1 La Radiazione THz 1.1 Proprietà e Applicazioni La regione dello spettro elettromagnetico che va dai 100 GHz ai 10 THz, nota come THz gap, è di grande interesse per molti esperimenti in dierenti aree di ricerca. Essa si colloca tra le frequenze della luce all'infrarosso e quelle della regione delle microonde, perciò si trova tra la fotonica e l'elettronica (Figura 1.1). Figura 1.1: Spettro elettromagnetico in cui viene evidenziata la THz gap. Essa è stata studiata molto poco no ad ora data la mancanza di sorgenti sucientemente intense e stabili per questo intervallo di lunghezze d'onda. Dato che questa banda si trova a frequenze più basse di quelle dell'infrarosso, un fotone con un energia pari ad hν , dove ν appartiene alla banda del THz, ha un'energia minore di un raggio luminoso e non riesce a provocare transizioni elettroniche nella materia, tuttavia è risonante con i modi rotazionali e vibrazionali. Questo signica che la radiazione THz presenta una scarsa capacità di interazione con la materia, perciò i fotoni vengono assorbiti pochissimo e sono quindi in grado di 2 Cap. 1 La Radiazione THz 1.2 Sorgenti THz attraversarla. Alcuni materiali (stoa, plastica, ceramica, laterizi) risultano infatti trasparenti a questa radiazione. Per quanto riguarda invece i tessuti biologici, dato che contengono acqua, sono relativamente opachi alla radiazione THz, caratteristica sfruttabile per l'imaging dei tessuti biologici, in quanto quelli malati, come i tumori, appariranno diversamente da quelli sani. Perciò la radiazione THz consente prestazioni un tempo esclusive dei raggi X, ma a dierenza di questi, essa non è ionizzante ed è quindi meno nociva per l'uomo [2]. Essa è inoltre una valida alternativa all'imaging dentale. La possibilità di realizzare sorgenti THz con frequenza di emissione tarata su righe di assorbimento di speciche molecole permette l'analisi composizionale di composti, infatti molte molecole e composti chimici interagiscono con la radiazione a queste lunghezze d'onda, permettendo l'individuazione univoca degli stessi [3]. Un altro ambito applicativo è l'analisi strutturale nalizzata al controllo della qualità dato che molti materiali plastici sono trasparenti alla radiazione THz e questo permette di mettere in evidenza difetti o fratture interne di parti meccaniche senza l'utilizzo di raggi X. I metalli riettono queste lunghezze d'onda: questo è un punto di forza per tutte le applicazioni che fanno riferimento al segmento della sicurezza, come ad esempio i body scanner. Essi sono impiegati negli aeroporti, al posto dei tradizionali raggi X, e presentano la caratteristica di spogliare letteralmente i passeggeri per vericare che cosa nascondono sotto i vestiti [2]. Anche nell' astronomia questa radiazione ha sempre stimolato un ampio interesse dato che circa il 98% dei fotoni emessi dal Big-Bang cade nella regione del THz [4] e gran parte di questa energia è diusa dalla polvere interstellare, contenuta nelle galassie più antiche, come la Via Lattea; quindi i rivelatori che lavorano nel THz possono essere utilizzati per investigare l'origine dell'universo. Un'altra importante applicazione della radiazione THz è nella sica dello stato solido, poichè gran parte delle eccitazioni nella materia condensata, come i modi vibrazionali reticolari, le eccitazioni plasmoniche, le eccitazioni collettive di onde di spin o le gap energetiche dei superconduttori, hanno energie di qualche meV ed è quindi possibile fare spettroscopia tramite l'utilizzo di questa radiazione [2]. Inne sono stati messi a punto procedimenti d'avanguardia per la rivelazione non invasiva di pitture usando frequenze tra 400 e 700 GHz, che hanno consentito di analizzare frammenti pittorici parzialmente coperti con strati di gesso e di ottenerne un'immagine nitida e con un'elevata risoluzione [5]. 1.2 Sorgenti THz L'utilizzo della radiazione THz permette dunque la realizzazione di molte classi di esperimenti, ognuna delle quali sarà abilitata o ottimizzata utilizzando una sorgente con una particolare serie di speciche. Ci sono esperimenti che richiedono un'alta potenza di picco, mentre altri, per esempio quelli di spettroscopia ad alta risoluzione, richiedono sorgenti con 3 Cap. 1 La Radiazione THz 1.3 SPARC-LAB ampiezza di solo poche centinaia di microwatts di potenza; altri ancora richiedono soprattutto una larghezza di banda al di sotto dell'1%. Nel prossimo paragrafo descriviamo nel dettaglio il tipo di sorgente di radiazione THz che è stata utilizzata in questa tesi, ossia una sorgente basata su acceleratori [6], in particolare su un LINAC. 1.2.1 Sorgenti basate su Acceleratori La gura di merito che denisce la bontà di una sorgente è detta Brillanza [7]: B= F 4πσx σx0 σy σy0 (1.2.1) Dove F rappresenta il usso, ossia il numero di fotoni, per intervallo di tempo e frequenza, σx e σy le dimensioni traverse della sorgente e σ x0 e σy 0 la divergenza angolare del fascio di fotoni . Poichè la radiazione prodotta dagli acceleratori è pulsata, riproducendo nel tempo il prolo del pacchetto di particelle, è particolarmente adatta per esperimenti nei quali è chiesta una elevata risoluzione temporale. Per questi, è desiderabile un'alta potenza di picco in impulsi più corti possibili, quindi alte correnti con durata dei pacchetti di particelle molto breve. In genere questa richiesta è ben soddisfatta dagli acceleratori lineari. Guardando all'energia per impulso, la Radiazione di Transizione Coerente è l'opzione migliore per queste sorgenti. Infatti per aumentare l'intensità nella regione del THz è fondamentale la generazione di radiazione coerente, poiché in questo caso l'intensità cresce come il quadrato delle particelle e non linearmente, ed anchè ciò avvenga è necessario avere pacchetti di particelle più corti temporalmente delle lunghezze d'onda di interesse. Chiamando dIsp dωdΩ la distribuzione dell'intensità di radiazione emessa dalle singole particelle in un angolo solido dΩ ed in un intervallo di frequenza dω e assumendo che la radiazione sia concentrata in uno stretto cono diretto secondo la tangente alla traiettoria della particella nella direzione g(z) in avanti, l'emissione di radiazione prodotta da un pacchetto di prolo longitudinale è data da: in cui N è il numero dIsp dI = [N + N (N − 1)F (ω)] dωdΩ dωdΩ R 2 i( ω )z totale di particelle e F (ω) = dzg(z)e c (1.2.2) è il fattore di forma, denito come la trasformata di Fourier del prolo longitudinale del pacchetto [8]. Il fattore di forma esprime il grado di coerenza della radiazione ad una data lunghezza d'onda e agisce come peso per il secondo termine nelle parentesi quadre della formula. Infatti, il primo rappresenta la produzione di radiazione incoerente ed è proporzionale al numero di particelle nel pacchetto, mentre il secondo tiene conto della produzione coerente e va come N 2. 4 Cap. 1 La Radiazione THz 1.3 SPARC-LAB Figura 1.2: Schema della facility SPARC-LAB 1.3 SPARC-LAB Nella parte sperimentale di questa tesi è stata utilizzata la sorgente THz prodotta attraverso fasci di elettroni relativistici, di durata temporale del sub-ps, caratteristici del fotoiniettore di alta brillanza di SPARC-LAB, presso i Laboratori Nazionali di Frascati [9]. Questo genera ed accelera fasci di elettroni di bassa emittanza e alta corrente di picco, ossia di breve durata temporale così da estendere lo spettro della radiazione prodotta nelle frequenze del THz. In un foto-iniettore, il fascio di elettroni è generato per eetto fotoelettrico, illuminando con un impulso laser di lunghezza d'onda opportuna un fotocatodo posto all'interno del cannone a radio-frequenza (gun RF). A SPARC-LAB all'uscita del gun RF, il pacchetto di elettroni così generato e accelerato no pochi MeV, viene iniettato nelle tre sezioni acceleranti, ad onda viaggiante, operanti in banda S come il foto-iniettore, ed accelerato no ad un'energia massima di 150-180 MeV. Per generare radiazione di alta intensità, in uno spettro di frequenze che si estende no alla regione del THz, sono necessari pacchetti di elettroni di durata temporale al di sotto del picosecondo, ed è quindi necessario comprimere longitudinalmente il fascio di elettroni. La compressione longitudinale è ottenuta attraverso il metodo del velocity bunching [10]. A SPARC-LAB la radiazione viene generata mandando i pacchetti di elettroni su una targhetta metallica inclinata a 45◦ rispetto alla linea del fascio. La radiazione di transizione, generata nell'attraversamento della targhetta, emerge nella direzione a 90◦ rispetto alla pro- pagazione del fascio e viene estratta tramite una nestra di qualità ottica. A seconda della distribuzione di elettroni all'interno del pacchetto, la coerenza dell'emissione di radiazione 5 Cap. 1 La Radiazione THz 1.3 SPARC-LAB si può ottenere a diverse lunghezze d'onda. Come alternativa alla radiazione THz a banda larga, prodotta dal singolo pacchetto, si può produrre una radiazione THz a banda stretta coerente mediante fasci di elettroni longitudinalmente modulati. A tale scopo si utilizza un impulso a forma di dente di sega per illuminare il catodo. Si ottiene così una distribuzione a pettine del fascio di elettroni. Questa tecnica consente di generare impulsi nella banda THz a banda stretta e presenta notevoli vantaggi in termini di potenza massima di picco. Infatti quando una struttura di elettroni a pettine impatta su una targhetta metallica, si produce un impulso di radiazione tanto più monocromatico quanto maggiore è il numero di pacchetti alla lunghezza d'onda uguale alla spaziatura tra i micro-impulsi. Il principale vantaggio nell'utilizzo di questo tipo di struttura è che la larghezza di banda è inversamente proporzionale al numero di impulsi, la lunghezza d'onda alla separazione tra questi e l'intensità totale alla somma delle cariche presenti nei singoli pacchetti. In questo modo cambiando le caratteristiche del treno di impulsi si riesce a cambiare lo spettro e l'intensità della radiazione. 6 Capitolo 2 La Radiazione di Transizione 2.1 Introduzione Se la particella si muove di moto uniforme e attraversa una discontinuità tra due mezzi con dierenti proprietà ottiche, si produce Radiazione di Transizione (TR). In questo caso il campo elettromagnetico che la particella trasporta viene modicato a causa della dierenza di velocità di propagazione o delle proprietà di assorbimento del secondo mezzo. Infatti una particella che si muove di moto rettilineo uniforme in un mezzo omogeneo non irraggia a meno che essa non si muova con velocità superiori a quella della luce nel mezzo, in tal caso si avrà Radiazione di Vavilov-Cerenkov [11]. Quindi, anchè essa irraggi, è necessario creare un'eterogeneità nel mezzo ed il modo più semplice per realizzare tale condizione è porre un interfaccia tra due mezzi omogenei. La radiazione prodotta è dovuta quindi alla presenza di una disomogeneità nello spazio, dove il campo della particella che viaggia induce, sulla supercie della targhetta metallica, una corrente variabile nel tempo, e tale corrente genera la radiazione. Ginzburg e Frank analizzarono il processo della radiazione di transizione risolvendo le equazioni di Maxwell assumendo che la discontinuità fosse un piano di dimensioni innite, innitamente sottile e idealmente piatto, di un materiale perfettamente conducente e utilizzarono l'approssimazione di campo lontano, che trascura le dierenze di fase sulla sorgente in quanto si suppone l'osservatore a grande distanza da essa. In questo modo si giunse alla formula dello spettro e della distribuzione spaziale dell'energia data da un singolo elettrone [12]: d2 U e2 β 2 sin2 θ = 3 dωdΩ 4π ε0 c (1 − β 2 cos2 θ)2 Dove β = v/c e θ (2.1.1) è tra la direzione di incidenza della particella e l'osservatore. Si vede che l'intensità si annulla quando θ = 0, mentre è massima per θ = 1/γ , come mostra anche la Figura 2.2. La radiazione di transizione si propaga in due direzioni principali lungo la traiettoria della particella, quella in avanti (Forward Transition Radiation, FTR), e quella all'indietro 7 Cap. 2 La Radiazione di Transizione 2.1 Introduzione (Backward Transition Radiation, BTR), all'interno di un cono il cui asse coincide con la direzione di propagazione e con apertura angolare proporzionale ad 1/γ . Figura 2.1: Distribuzione angolare dell'intensità della radiazione di transizione secondo la formula di Ginzburg-Frank. 2.1.1 Formula di Ginzburg-Frank La formula di Ginzburg-Frank della distribuzione angolare dell'intensità della radiazione si ricava fondamentalmente risolvendo un problema di condizioni al contorno. Analizzando il caso di una particella che attraversa un'interfaccia con velocità perpendicolare ad essa si possono denire due campi elettrici, uno legato alla radiazione prodotta nel primo mezzo per riessione (backward ), e l'altro alla radiazione nel secondo mezzo (forward ), i quali si ricavano risolvendo le equazioni di Maxwell [13]. La soluzione generale è: E1,2 tot = E1,2 +E1,2 ph , dove E1,2 è la soluzione particolare mentre E1,2 ph è quella della equazione omogenea. Si possono ora imporre le condizioni di continuità al contorno, ossia la conservazione della componente tangenziale del campo elettrico e della componente normale dell'induzione elettrica: E1t + E1t ph = E2t + E2t ph ε1 (E1n + E1n ph ) = ε2 (E2n + E2n ph ) (2.1.2) Si può notare quindi che per garantire la conservazione della componente tangenziale del campo elettrico, poichè quello trasportato dalla particella da solo non si conserva, è necessario un ulteriore campo elettrico. Questo permette di comprendere la necessità della produzione di radiazione di transizione tra due mezzi dierenti, anchè il campo elettrico ad essa associato garantisca la validità delle precedenti condizioni. E1,2 ph risolve l'equazione omogenea, vale ∇·E1,2 ph = 0 , si può imporre ph condizione: k·E1,2 = q·E1t,2t ph + kz E1n,2n ph = 0, dove k è il vettore che Inoltre, dato che un ulteriore 8 Cap. 2 La Radiazione di Transizione 2.1 Introduzione identica la direzione di propagazione della radiazione e dell'interfeccia (x,y). E1 ph e E2 ph q è la sua proiezione nel piano In questo modo si possono determinare in maniera univoca i campi . Denito il campo della radiazione si può calcolare il usso di energia, quindi il vettore di Poynting e da esso ricavare l'espressione per la distribuzione angolare ed in frequenza della radiazione. Considerando una particella carica che viaggia nel vuoto e che incide normalmente su una targhetta costituita di un materiale conduttore perfetto (ε2 → ∞), si ottiene la formula 2.1.1 di Ginzburg-Frank. Cariche Immagine Un'altra interpretazione del processo della radiazione di transizione risolve il problema delle condizioni al contorno introducendo il concetto di carica immagine. Se ho una particella di carica Ze che si muove con velocità v nel primo mezzo lungo la direzione di volo (asse z), dato che per le condizioni al contorno, la componente tangenziale del campo elettrico deve annullarsi sulla supercie del conduttore, bisogna introdurre una carica immagine -Ze, che si muove sempre nella direzione z del moto ma con velocità −v all'interno del secondo mezzo. Si è così ridotto il problema delle condizioni al contorno ad un problema con due cariche, reale ed immagine [14]. Determinata la radiazione generata dalle due cariche che si muovono l'una verso l'altra con velocità v e −v, e che si arrestano improvvisamente al tempo t=0, si può ricavare la distribuzione angolare dello spettro dell'energia emessa: 2 2 2 d2 U Z 2 e2 β 2 1 1 β 2 sin2 θ =Z e = [ n · v ] − ω − k·v ω + k·v dωdΩ π2c π 2 c (1 − β 2 cos2 θ)2 ω poichè nel vuoto k = c n ed n·v = vcosθ . (2.1.3) 2.1.2 Metodo dei fotoni virtuali Il meccanismo di emissione della radiazione può essere descritto con il metodo di WeizsackerWilliams o metodo dei fotoni virtuali [13]. Il punto cruciale in tale metodo sta nel sostituire il campo della particella con il campo di un'onda piana. Consideriamo un elettrone che si muove uniformemente con velocità v lungo l'asse z, chiamiamo con K' il sistema di riferi- mento a riposo della particella e K il sistema solidale con l'osservatore che si trova nel punto P ≡(0, ρ, 0) dalla carica. I campi elettrici e magnetici nel sistema K' risentono del boost di Lorentz lungo l'asse z e vengono trasformati secondo le trasformazioni di Lorentz, come anche le coordinate del punto P: Ex 0 = γ(Ex + βBy ) Bx 0 = γ(Bx + βEy ) x0 = x = 0 Ey 0 = γ(Ey − βBx ) By 0 = γ(By − βEx ) y0 = y = ρ Ez 0 = Ez Bz 0 = Bz z 0 = γ(z − vt) = −γvt v t0 = γ t − 2 z = γt c (2.1.4) 9 Cap. 2 La Radiazione di Transizione 2.2 La Radiazione di Transizione Coerente Da queste relazioni e da quelle inverse è possibile ricavare le espressioni delle componenti non nulle dei campi. Dato che in K' il campo magnetico e la componente x del campo elettrico sono nulli, il campo elettrico in K presenterà due componenti, Ep (Ez ) ed En (Ey ), rispettivamente parallela e normale alle direzione del moto. Dalle trasformazioni di Lorentz Ey = γEy 0 ; Ez = Ez 0 , perciò l'intensità del campo nella direzione traversa quella longitudinale di un fattore γ , il che conferma l'ipotesi di sostituire il dei campi si ha che è maggiore di campo di una particella con quello di un'onda di luce in quanto il campo elettromagnetico di un'onda di luce presenta solo componente traversa, mentre quello di una particella anche una γ 1. componente longitudinale che però si può trascurare per Perciò, dalla trasformata di Fourier del campo elettrico radiale otteniamo il contenuto armonico del campo elettrico che varia nel tempo: Z e ρ ∞ e−iωt ρω eω En (ω) = γ dt (2.1.5) = K1 3 2 4πε0 2π −∞ (ρ2 + γ 2 v 2 t2 ) 23 γv (2π) 2 ε0 γv ρω Dove K1 è la funzione di Bessel modicata, il cui andamento è decrescente. Se γv assumiamo β ∼ 1, viene emessa radiazione se è soddisfatta la seguente condizione: ρω γλ < 1 ⇐⇒ ρ ≤ γv 2π Il campo è dunque connato in un disco di raggio (2.1.6) γλ. Questo risultato porrà dei limiti sull'applicazione della formula per una targhetta di dimensioni innite. Se la targhetta presenta dimensioni nite, una particella che passa ad una distanza vicina ai suoi bordi produce Radiazione di Dirazione (DR) se la distanza ρ≤ ρ dalla targhetta è tale che: γλ 2π Essendo dunque l'estensione del campo di una particella dell'ordine di (2.1.7) γλ, per elettroni ad alte energie che emettono radiazione di lunghezze d'onda lunghe, tale valore potrebbe superare le dimensioni della targhetta, e ciò comporterà un taglio alle basse frequenze nello spettro di emissione misurato. 2.2 La Radiazione di Transizione Coerente La radiazione di transizione prodotta dagli elettroni che appartengono ad una distribuzione di cariche di un pacchetto più corto della lunghezza d'onda misurata mostra caratteristiche di coerenza che derivano dal fatto che la separazione in fase delle sorgenti è trascurabile rispetto al periodo dell'onda. 2.2.1 Utilizzo della CTR per determinare la forma del pacchetto Si può calcolare la radiazione di transizione coerente scrivendo lo spettro di energia di radiazione dovuto agli eetti di coerenza dati dalla presenza di più particelle in questo modo: 10 Cap. 2 La Radiazione di Transizione dove R F (ω) = 2.2 La Radiazione di Transizione Coerente d2 U d2 U Itot (ω) = ' N (N − 1)F (ω) dωdΩ dωdΩ sp 2 ω drS(r)ei( c )n·r è il fattore di forma del pacchetto, S(r) di distribuzione normalizzata delle particelle all'interno del pacchetto, θ ∼ 0, nkr cosicchè: è la funzione n è il versore lungo r il vettore posizione dell'elettrone rispetto la direzione di osservazione della radiazione ed al centro del pacchetto. (2.2.1) A piccoli angoli di osservazione, dove avviene la misura, si ha R 2 ω F (ω) = dzS(z)ei( c )z dove, S(z) = R r) è la funzione di ⊥ dxdyS( distribuzione longitudinale, e l'integrazione viene fatta su tutte le fette perpendicolari a z. In un tipico esperimento che utilizza un interferometro per misurare lo spettro in frequenza della radiazione si può ricavare il fattore di forma longitudinale e quindi avere informazioni sulla funzione di distribuzione longitudinale del pacchetto, che può essere ricavata dalla trasformata inversa di Fourier del fattore di forma: S(z) = 1 πc Z ∞ dω 0 ωz p F (ω) cos c Resta solo il termine del coseno in quanto S(z) (2.2.2) è reale. Perciò in questo modo non si possono avere informazioni su eventuali asimmetrie del pacchetto proprio perché il coseno è una funzione pari [15]. 2.2.2 Eetti di dirazione dovuti alle dimensioni nite della targhetta Le dimensioni della targhetta usata per produrre radiazione possono essere un fattore che denisce lo spettro e le caratteristiche angolari della radiazione emessa [16]. L'eetto sullo spettro dovuto ad esse si ha quando il parametro trasversali della targhetta. Per CTR a λ ≈ 1 mm γλ è maggiore delle dimensioni esso si verica anche a γ di poche decine. Lo spettro TR dovuto ad una targhetta nita è una funzione complessa dell'energia del fascio, dell'estensione della targhetta, della frequenza, dell'angolo di emissione, ed è quindi comunque molto diversa dallo spettro piatto dato dalla formula di Ginzburg-Frank. Infatti, in tal caso, nello spettro vengono soppresse le basse frequenze e questo taglio dello spettro porta un incertezza considerevole sulla determinazione della lunghezza e della forma del pacchetto. Si può analizzare il problema supponendo che le dimensioni della targhetta inuiscano solo sulla radiazione emessa ed applicando la teoria della dirazione di Kircho, che descrive la propagazione del campo generato da una carica sul conne tra una zona di vuoto ed un materiale perfettamente conduttore. Considerando una targhetta circolare si può ricavare un espressione per la sorgente analizzando le componenti del campo TR prodotto da una particella di carica q che colpisce con velocità v il centro della targhetta, ad un punto arbitrario P (x, y) nel piano del rivelatore nell'approssimazione di Fresnel. Un modo per poterlo calcolare è posizionare un diaframma ad una distanza a dalla targhetta e poi porre un rivelatore ad una distanza b dal diaframma, e si ottiene la formula 2.2.3: 11 Cap. 2 La Radiazione di Transizione 2.2 La Radiazione di Transizione Coerente Z Z κ2 J1 (κρs ) kρ 2q k cos χ dρs ρs dκ 2 Ex,y (P, ω) = − J1 ρs v am sin χ κ + α2 am Dove χ è la coordinata polare del punto P sul piano del rivelatore, ρs (2.2.3) è la coordinata κ quella della radiazione che si sta propagando dopo la targhetta, ω α = vγ . L'integrale in κ fornisce la formula che identica la sorgente radiale della sorgente, mentre m = 1+ b a e del campo: Z k dκ 0 Dove K1 κ2 J1 (κρs ) J0 (kρs ) ' αK1 (αρs ) − κ2 + α2 ρs (2.2.4) è la funzione di Bessel di prima specie modicata. L'analisi della formula rivela che il secondo termine sulla destra ha maggior peso nella regione il comportamento irregolare del primo termine per ρ → 0, ρs ≤ λ, dove esso compensa mentre oltre questa regione esso fornisce solo una modulazione decrescente del primo termine. Inne integrando su ρs , il campo prodotto risulta essere: 2q k cos χ Ex,y (P, ω) = − Φ(r, α, k, δ) v am sin χ (2.2.5) con Φ(r, α, k, δ) = δ αr − 2 [δK1 (αr)J0 (δr) + αJ1 (δr)K0 (αr)] + 2 α + δ2 Z+ δ α2 r − (2.2.6) dρs J0 (kρs )J1 (δρs ) 0 e δ= kρ am (2.2.7) Lo spettro di potenza dierenziale è dato da: Sω,P (ρ) = q2 k2 Φ2 (r, α, k, δ) π 2 c β 2 a2 m2 (2.2.8) Lo spettro totale registrato dal rivelatore si trova integrando sull'apertura del rivelatore: Z Sω,P = 2π d dρρSω,P (ρ) (2.2.9) 0 Se si va ad analizzare lo spettro a dierenti energie del fascio, si vede una distorsione dello spettro che cresce ad alte energie. Questo si può spiegare con il fatto che il campo della particella, che scala come γλ nella direzione trasversa, crescendo con l'aumentare dell'energia, diventa più largo delle dimensione della targhetta, in modo che la sua porzione più esterna, che contiene le componenti a basse frequenze, contribuisca sempre di meno alla TR. Dalla 12 Cap. 2 La Radiazione di Transizione condizione: γλ ≥ r (ω ≤ cγ/r) 2.2 La Radiazione di Transizione Coerente che fornisce la regione dello spettro inuenzata da tale eetto, segue che questo dominio si espande verso le alte frequenze linearmente con Figura 2.2: Spettro Sω γ. della TR per una targhetta di raggio 20 mm, normalizzato sul corrispondente spettro dato nel caso di schermo innito Sω inf per dierenti valori di energia del fascio. 13 Capitolo 3 Analisi del trasporto della radiazione 3.1 Descrizione dell'apparato sperimentale Figura 3.1: Schema delle sorgenti THz a SPARC-LAB. La stazione THz dove sono state eettuate le misure per questa tesi è posizionata alla ne del LINAC di SPARC. La radiazione viene generata facendo impattare i pacchetti di elettroni, accelerati a velocità relativistiche dal foto iniettore, su una targhetta di silicio, ricoperta con uno strato di alluminio spesso 40 nm di dimensioni 30 mm x 30 mm, che è posta all'interno di una camera mantenuta in vuoto. Essa è orientata rispetto alla direzione di propagazione degli elettroni con un angolo pari a 45◦ . In questo modo, la radiazione THz generata all'indietro è diretta ortogonalmente rispetto alla direzione incidente del fascio di elettroni. Ricordiamo che le dimensioni nite della targhetta e la geometria della camera introducono un taglio a bassa frequenza nello spettro della radiazione THz prodotta. Successivamente, la radiazione THz generata attraversa una nestra di cristallo di quarzo, tagliato lungo il suo asse z e posta a 72 mm dalla targhetta, che lascia passare circa l'80% della radiazione. 14 Cap. 3 Analisi del trasporto della radiazione 3.1 Descrizione dell'apparato sperimentale Figura 3.2: Foto dell'apparato sperimentale adottato per caratterizzare la radiazione THz prodotta a SPARC-LAB: (1)secondo parabolico, (2) rivelatore con ltro montato (3) (a sinistra ). Rappresentazione schematica dello stesso apparato (a destra ). ◦ In seguito la radiazione viene raccolta da un primo specchio parabolico fuori asse (90 ), posto a 75 mm dalla nestra e con una focale di 152 mm, che la collima su uno specchio piano posto a 45◦ rispetto al piano del banco ottico di dimensioni 5 cm x 5 cm, distante 100 mm dal parabolico. Il fascio di radiazione THz collimato percorre altri 100 mm dove incontra un secondo specchio parabolico, sempre fuori asse come il primo e con una focale di 100 mm, che lo focalizza su un rivelatore piroelettrico (posto infatti a 100 mm dall'ultimo specchio parabolico), sensibile a frequenze comprese nell'intervallo tra 0.1 e 30 THz, grazie al quale è possibile misurare l'intensità della radiazione incidente (vedi Figura 3.2). Nel punto di ingresso della radiazione sul rivelatore è montato un ltro passa-banda centrato attorno alla frequenza nominale di 1 THz, così da selezionare la porzione dello spettro THz che si intende misurare. Il rivelatore è posizionato in modo tale che la radiazione THz, convogliata dallo specchio parabolico, risulti focalizzata sul sensore piroelettrico. Il segnale in uscita dal rivelatore è proporzionale al valore dell'intensità della radiazione integrata sull'intervallo di frequenze acquisito. Figura 3.3: Funzione di trasferimento del ltro ad 1 THz. 15 Cap. 3 Analisi del trasporto della radiazione 3.2 Programma di simulazione: THz Transport Il rivelatore piroelettrico utilizzato è una Pyrocam T M III e si basa su un cristallo di LiTaO3 e rientra nella categoria dei rivelatori termici. Al di sotto della temperatura di Curie i materiali ferromagnetici mostrano un'ampia polarizzazione elettrica spontanea. Se la temperatura viene alterata da una radiazione incidente, la polarizzazione cambia e, posizionando degli elettrodi nei due lati opposti di un sottile dielettrico, formando un condensatore, la variazione di polarizzazione può essere osservata come un segnale elettrico. La Pyrocam TM III fornisce una matrice bidimensionale costituita da 124 x 124 pixels, ognuno di dimensioni 100 µm 3.2 x 100 µm, da convertire in un'immagine nale di dimensioni 12.4 mm x 12.4 mm. Programma di simulazione: THz Transport THz Transport è un codice sviluppato in ambiente Mathematica da Bernhard Schmidt presso i laboratori di DESY ad Amburgo. Lo scopo di THz Transport è quello di propa- gare radiazione elettromagnetica delle lunghezze d'onda del THz attraverso una sequenza di elementi ottici piani. La sua applicazione principale è la generazione ed il trasporto di CTR prodotta da schermi metallici. Si rivela perciò un utile strumento per ottimizzare i parametri di ogni componente ottico così da massimizzare la trasmittanza (rapporto tra intensità incidente ed intensità trasmessa) alla posizione nale nell'intervallo spettrale del THz. La trasmittanza di un sistema THz Transport cambia con la frequenza, infatti nella propagazione della radiazione il codice tiene conto delle dimensioni nite dei vari elementi ottici, come anche delle dimensioni nite della targhetta, che limitano la trasmittanza alle basse frequenze. Il concetto fondamentale su cui si basa questo codice per generare e propagare la radiazione è la formulazione di Kirchho della teoria della dirazione scalare. Se Q indica un punto nel piano sorgente e P un punto del piano di destinazione (immagine), la componente di Fourier con frequenza ω del campo elettrico è data da: ik Ẽ(P, ω) = − 2π dove η e ξ ZZ dηdξ source 1 ikR e Ẽ(Q, ω) R (3.2.1) sono le coordinate della sorgente e R la lunghezza del vettore tra il punto sorgente Q e il punto immagine P. Questa formulazione si basa su due approssimazioni: la prima prevede che kR = 2πR λ 1, ossia che la distanza tra la sorgente e il piano immagine sia sucientemente grande rispetto alla lunghezza d'onda, la seconda espande la distanza R no al secondo ordine intorno D, che identica la distanza tra la sorgente e il piano dell'immagine lungo l'asse ottico (approssimazione di Fresnel). Perciò, nchè osserviamo la radiazione a grandi distanze dalla sorgente, l'approssimazione di Fraunhofer funziona più che bene, ma quando la distanza diminuisce bisogna tener conto delle formule di dirazione di Fresnel. Questo ntanto che le dimensioni trasversali di sorgente e immagine sono piccole rispetto alla loro distanza e nché tutte le distanze (longitudinale e trasversale) sono grandi rispetto alla lunghezza d'onda. Ma quando ci troviamo a distanze più corte, dobbiamo analizzare il problema come l'espansione di onde piane. Il campo di radiazione che arriva è spazialmente 16 Cap. 3 Analisi del trasporto della radiazione 3.2 Programma di simulazione: THz Transport descritto da una trasformata di Fourier 2D, cioè si passa dallo spazio delle congurazioni {x, y} allo spazio dei vettori d'onda {kx , ky } . Ognuno di questi componenti di Fourier rap- presenta un'onda piana che viaggia nella direzione {kx , ky , kz } con kz = q k 2 − kx 2 − ky 2 . Dal momento che le diverse componenti viaggiano in direzioni diverse, questo tipo di espansione è talvolta detta angolare. La propagazione del campo viene ora eseguita nello spazio di Fourier moltiplicandolo √con il corretto propagatore o termine di fase che viene semplicemente dato da eikz z = ei k2 −kx 2 −ky 2 z . Applicando ora la trasformata di Fourier inversa si riscrive il campo risultante nello spazio delle congurazioni. E 'una buona approssimazione se il raggio di curvatura delle superci d'onda è molto più grande della distanza tra sorgente e osservatore. 3.2.1 La Radiazione di Transizione Consideriamo un fascio di elettroni di 100 MeV 0.1 mm, che incide su una targhetta quadrata 45◦ rispetto alla direzione incidente del fascio, (γ ≈ 195.6), uniforme, di raggio rb = (3x3) cm. Se la targhetta viene ruotata di la FTR e la BTR si propagano come nella Figura 3.4. Figura 3.4: Propagazione della radiazione di transizione in caso di targhetta orientata a Fissata la frequenza di 1 THz (λ = 300 µm), 45◦ . osserviamo lo spettro della radiazione che si ha ad una distanza d=10 cm nel caso in cui il fascio incida normalmente sulla targhetta come riportato in Figura 3.5. Osservando invece lo spettro della FTR prodotta nel caso in cui il fascio impatta sulla targhetta con un angolazione di 45◦ (Figura 3.6), si può notare un'asimmetria nei picchi di intensità. Questo perché nel caso di incidenza obliqua, la distribuzione angolare ha una dipendenza dalla coordinata azimutale, ossia dalla coordinata nel piano xy ortogonale all'asse del fascio, e quindi ha una asimmetria in tal direzione. Poiché il fascio ha un'incidenza obliqua sulla targhetta nel piano xz, questa asimmetria si ha solo lungo l'asse x, e non lungo l'asse y. 17 Cap. 3 Analisi del trasporto della radiazione 3.2 Programma di simulazione: THz Transport Figura 3.5: Distribuzione della intensità in funzione dell'angolo normalizzato in unità di lungo l'asse x ad una distanza di 10 cm dalla targhetta di dimensioni (3x3) cm posta a γθ, 90◦ rispetto al fascio incidente. Figura 3.6: Distribuzione della intensità in funzione dell'angolo normalizzato in unità di lungo l'asse x ad una distanza di 10 cm dalla targhetta di dimensioni (3x3) cm posta a γθ, 45◦ rispetto al fascio incidente. 18 Cap. 3 Analisi del trasporto della radiazione 3.2 Programma di simulazione: THz Transport Formula di Ginzburg-Frank Finora abbiamo mostrato come si comporta la radiazione quando ci troviamo a distanze piccole in confronto alle dimensioni della targhetta. La formula di Ginzburg-Frank è valida nel limite in cui la dimensione della targhetta sia molto maggiore della dimensione del campo della particella r γλ ed in cui valga la relazione γ 2 λ R, dove R è la distanza del punto di osservazione dalla targhetta. Sulla base di quest'ultima relazione possiamo stimare il limite tra l'approssimazione di campo vicino e quella di campo lontano. Facendo un confronto tra lo spettro dell'intensità della radiazione prodotta da una targhetta di dimensioni nite nel caso di campo vicino, con la distribuzione angolare dell'intensità TR data dalla formula di Ginzburg-Frank, si vede che quest'ultima non è una buona approssimazione, in quanto a piccole distanza il fatto che la targhetta abbia dimensioni nite inuisce sull'intensità producendo anche un allargamento dei picchi. Nell'approssimazione di campo lontano invece lo spettro dell'intensità dato da una targhetta nita ha un andamento molto più simile a quello dato dalla formula di Ginzburg-Frank, come mostra la Figura 3.7. Figura 3.7: Confronto tra la formula di Ginzburg-Frank e lo spettro della radiazione dato da un fascio che incide normalmente su una targhetta di dimensioni nite (3x3) cm ad una distanza di 10 cm (a sinistra ) e ad una distanza di 2 m (a destra ). Eetti dovuti alla targhetta nita Poichè il campo della particella, che è la sorgente di quello di radiazione, ha una dimensione traversa dell'ordine di γλ, se la coordinata r identica le dimensioni della targhetta, avremo che l'estensione della targhetta inuenzerà lo spettro se essa è minore o dell'ordine di questa lunghezza caratteristica. Se r γλ, allora gli eetti della targhetta sullo spettro possono considerarsi quasi trascurabili. Infatti si può osservare che se si va a frequenze più alte (ottiche), quindi lunghezze d'onda minori, mantenendo sse le dimensioni della targhetta, l'asimmetria tra i picchi di intensità nel caso della targhetta a 45◦ non è più presente. Eetto analogo si ha se variamo l'energia del fascio, infatti anche a valori di γ molto bassi non si ha più asimmetria. Osserviamo quindi il confronto tra i due spettri prima nel caso che la frequenza sia pari a 100 THz e poi nel caso che l'energia del fascio sia di 1MeV come riportato nella Figura 3.8. 19 Cap. 3 Analisi del trasporto della radiazione 3.3 Elaborazione dati Figura 3.8: Confronto tra gli spettri della radiazione prodotta da una targhetta (3x3) cm orientata a 45◦ e a 90◦ nel caso che la frequenza sia 100 THz (a sinistra ) e nel caso che l'energia del fascio sia di 1 MeV (a destra ). 3.3 Elaborazione dati L'ottica di trasporto descritta nel paragrafo 3.1 è stata realizzata al ne di studiare la propagazione della radiazione lungo tale cammino ottico, per questo si è misurata la radiazione che emerge dal secondo paraboloide a varie distanze da quest'ultimo per capire l'evoluzione della radiazione. In particolare in questa tesi è stata fatta l'analisi dati e la simulazione per le misure prese nella posizione che corrisponde al fuoco del secondo paraboloide. Infatti gli specchi sono stati posizionati in maniera tale che la targhetta si trovasse nel fuoco del primo paraboloide (di focale 152 mm), mentre il rivelatore si trovasse nel fuoco del secondo (di focale 100 mm). In questo modo, il sistema ottico realizzato è in grado di fornirci l'immagine della sorgente del campo di radiazione, come mostra la Figura 3.9. Figura 3.9: Schema del trasporto della radiazione attraverso il sistema ottico utilizzato, in cui sono specicate le distanze tra i diversi elementi. Nei seguenti paragra è descritta l'analisi delle misure e la simulazione realizzata anchè si possa fare un confronto tra i dati sperimentali ed un modello teorico del sistema. 20 Cap. 3 Analisi del trasporto della radiazione 3.3 Elaborazione dati 3.3.1 Misure Sperimentali Inizialmente è stato caratterizzato il fascio, denendo l'energia a cui si è lavorato,114 MeV, la carica del pacchetto di 410 pC e la dimensione trasversale del pacchetto, circa 200 µm, assumendo la distribuzione di carica gaussiana. In seguito sono state eettuate 20 misurazioni con il rivelatore posizionato nel fuoco del secondo paraboloide. L'elaborazione dei dati è stata svolta con l'ausilio del software MATLAB, un programma di elaborazione numerica. Il rivelatore fornisce una matrice bidimensionale 124x124, dove ogni elemento di matrice ha dimensioni 100 µm x 100 µm e corrisponde ad un pixel. Per migliorare il rapporto segnale rumore è stata fatta una media tra le varie misure e si è scelta una regione di interesse dell'ordine di 101x101 pixels (Figura 3.10). Per quanto riguarda gli errori, per le coordiante spaziali è stata stimata un'incertezza pari alla metà della dimensione del pixel, ossia ∆x = 50 µm. Per l'intensità invece, considerando il fatto che l'intensità misurata corrisponde ad un conteggio di fotoni della radiazione, il numero di fotoni raccolti dal rivelatore segue la statistica di Poisson, perciò si è valutato un errore pari alla radice quadra del numero di conteggi, quindi al valore dell'intensità corrispondente ad ogni punto. Quello che si osserva è l'immagine del campo della sorgente. Da questa è stato possibile estrarre il prolo lungo la diagonale della distribuzione, quindi a 45◦ , riportato in Figura 3.11. È importante estrarre il prolo sulla diagonale perchè la ◦ distribuzione è ruotata di 45 dal sitema ottico e su questa linea sono presenti i massimi di intensità del segnale. Figura 3.10: Distribuzione dell'intensità della radiazione misurata sperimentalmente utilizzando un ltro ad 1THz e posizionando il rivelatore nel fuoco del secondo paraboloide. Sugli assi sono rappresentati i pixels di dimensioni 100 µm x 100 µm e la scala dell'intensità è in unità arbitrarie. 21 Cap. 3 Analisi del trasporto della radiazione 3.3 Elaborazione dati Figura 3.11: Prolo estratto lungo la diagonale della distribuzione d'intensità della radiazione misurata sperimentalmente. 3.3.2 Simulazione Utilizzando il programma THz Transport, note le informazioni sul fascio, si è potuta simulare l'ottica di trasporto. Esso è in grado di ricostruire il trasporto della radiazione per una sola frequenza alla volta. Per tale motivo è stato realizzato un ciclo per generare la radiazione alle dierenti lunghezze d'onda, ed altri cicli per simulare il trasporto, in particolare uno per ogni componente ottico del sistema. In questo modo si sono ricavate le matrici delle distribuzioni d'intensità a dierenti frequenze. In seguito è stata fatta una media pesata delle varie distribuzioni usando come peso per ogni frequenza la corrispondente trasmittanza del ltro. In questo modo si è potuta elaborare una simulazione che tenesse conto del fatto che la radiazione osservata non è monocromatica, considerando così anche la presenza del ltro. Elaborata l'immagine nale, come per i dati sperimentali, ne è stato estratto il prolo a 45◦ , per ottenere un prolo consistente con quello ricavato dalle misure. Osservando la Figura 3.12 della distribuzione simulata, si può notare che essa appare estremamente più uniforme rispetto a quella misurata sperimentalmente. La discrepanza si nota anche facendo il confronto tra i due proli (Figura 3.13), da questo infatti si vede che il prolo teorico presenta due picchi praticamente simmetrici a dierenza del prolo sperimentale, dove essi sono fortemente asimmetrici. Un'altra osservazione che si può fare su questo confronto riguarda il fatto che la radiazione misurata non vada a zero al centro. La radiazione deve essere nulla al centro in quanto il sistema sta emettendo in maniera coerente, perciò le componenti del campo delle particelle del fascio si annullano nell'origine. Quindi, il fatto che nelle misure sperimentali ciò non accada può esser spiegato considerando che l'intensità della radiazione ha sì una dipendenza dalla produzione di radiazione coerente che va come N 2, ma ha una dipendenza anche da 22 Cap. 3 Analisi del trasporto della radiazione 3.3 Elaborazione dati quella incoerente, lineare in N, quindi il fatto che le particelle non presentino una dierenza di fase può far sì che la radiazione non sia nulla nell'origine. L'obbiettivo quindi ora è cercare di capire cos'è che causa l'asimmetria dei picchi e cercare di riprodurla tramite la simulazione. Figura 3.12: Confronto tra la distribuzione dell'intensità della radiazione sperimentale e quella simulata con THz Transport utilizzando un ltro ad 1THz ed osservando la radiazione nel fuoco del secondo paraboloide. Sugli assi sono rappresentati i pixels di dimensioni 100 µm x 100 µm e la scala dell'intensità è in unità arbitrarie. Figura 3.13: Confronto tra il prolo sperimentale ed il prolo estratto lungo la diagonale della distribuzione d'intensità della radiazione simulata. Molto probabilmente l'asimmetria potrebbe esser causata da un mancato allineamento dei vari elementi. Infatti se la radiazione impatta sugli specchi parabolici con una certa angolazione rispetto al loro asse, o in una posizione leggermente decentrata, questo può dar vita a delle aberrazioni, distorcendo così l'immagine. Per avvalorare questa ipotesi sono state apportate delle modiche alla simulazione anchè si riuscisse a riprodurre il prolo 23 Cap. 3 Analisi del trasporto della radiazione sperimentale. 3.3 Elaborazione dati Il sistema è costituito da due specchi parabolici, perciò è possibile che la distorsione dell'immagine sia causata dal disallineamento di uno o di entrambi gli specchi. Si è provato in un primo momento a lavorare sul primo specchio, ma è risultato dalla simulazione che anche un piccolissimo disassamento (meno di 0.5 mm) restituiva un'immagine completamente distorta, in nessun modo corrispondente ai dati sperimentali. In questo modo si può aermare con suciente certezza che il primo paraboloide non può essere disallineato. Questa constatazione è ragionevole in quanto allineare il primo parabolico con la nestra della camera da vuoto e la targhetta è molto più semplice date le inferiori distanze che lo separano dalla sorgente, mentre allineare gli altri due specchi risulta più complicato. Per tale ragione si è deciso di operare solo sul secondo specchio parabolico. Innanzitutto bisogna dire che il programma di simulazione consente di spostare il centro dello specchio lungo il piano perpendicolare al suo asse (shift ) rispetto al punto di incidenza, e di ruotare lo specchio attorno al proprio asse verticale e attorno a quello orizzontale (tilt ), non intorno a quello di incidenza. Perciò per prima cosa sono state eettuate diverse prove per capire in che modo l'immagine veniva distorta al variare dei dierenti parametri. Quindi sono stati prima variati tutti singolarmente in tutte le direzioni possibili (sia lungo valori positivi che negativi), poi sono stati variati a coppie per vedere l'eetto combinato. In questo modo si è potuto evidenziare che uno spostamento del centro dello specchio lungo la direzione negativa in x e positiva in y, in particolare (−5 mm; 5 mm), produce un'asimmetria dell'intensità della radiazione lungo la direzione della diagonale (Figura 3.14a); mentre con una rotazione oraria attorno all'asse verticale insieme ad una antioraria attorno a quello orizzontale, (−0.1 rad; 0.1 rad), l'eetto che si ottiene è una separazione dell'intensità in due lobi, ma estende notevolmente le dimensioni dell'immagine, eetto che lo shift non produce. Perciò si sono ridotti i valori degli angoli anchè si riducessero anche le dimensioni dell'immagine. Scegliendo come valori per il tilt (−0.05 rad; 0.05 rad), oltre ad un ridimensionamento si ha che i lobi più intensi in cui si separa la radiazione si trovano proprio lungo la diagonale (Figura 3.14b). Figura 3.14: Distribuzione dell'intensità della radiazione simulata, variando alcuni parametri del secondo paraboloide: shift :(−5 mm; 5 mm) (a),tilt :(−0.05 rad; 0.05 rad) (b). Sugli assi sono rappresentati i pixels di dimensioni 100 µm x 100 µm e la scala dell'intensità è in unità arbitrarie. 24 Cap. 3 Analisi del trasporto della radiazione 3.3 Elaborazione dati A questo punto si sono combinati insieme gli eetti, sia di shift che di tilt per osservare in che modo l'immagine venisse modicata. Sono stati trattati diversi casi variando i parametri no ad ottenere una buona corrispondenza tra la simulazione ed i dati sperimentali, e sono mostrati in Figura 3.15, insieme al confronto tra i diversi proli ed il prolo sperimentale. Il primo caso (shift =(−5 mm; 5 mm);tilt =(−0.05 rad; 0.05 rad)) non mostra una buona correlazione con i dati sperimentali, in quanto presenta un'asimmetria troppo pronunciata e le dimensioni sono maggiori. Figura 3.15: Distribuzione dell'intensità della radiazione simulata, combinando insieme mm; 5 mm), tilt :(−0.05 rad; 0.05 rad); (2) shift :(−2 mm; 2 mm), tilt :(−0.05 rad; 0.05 rad); (3) shift :(−2 mm; 2 mm), tilt :(−0.02 rad; 0.02 rad). Sugli assi sono rappresentati i pixels di dimensioni 100 µm x 100 µm e la scala dell'intensità è in unità arbitrarie. dierenti valori dei paramentri del secondo paraboloide: (1) shift :(−5 Nel secondo caso si è ridotto il valore dello shift per cercare di diminuire l'asimmetria, scegliendo come valori (−2 mm; 2 mm). Si nota un miglioramento rispetto a prima, infatti l'asimmetria è diminuita, ma ancora non è perfettamente riprodotta ed inoltre il picco più debole presenta ancora una discrepanza con il dato sperimentale per quanto riguarda la larghezza e la posizione. Nel terzo caso si è ridotto anche il valore del tilt a (−0.02 rad; 0.02 rad) ottenendo così un miglior accordo con le misure sperimentali per quanto riguarda l'ampiezza dei picchi, ma senza riprodurne ancora bene l'asimmetria. Un' ultima operazione di rinitura ha permesso di riprodurre anche l'asimmetria dei picchi, si è infatti variato leggermente lo shift : (−2 mm; 1.5 mm). 25 Cap. 3 Analisi del trasporto della radiazione 3.3 Elaborazione dati Figura 3.16: Confronto tra i dierenti proli estratti lungo la diagonale della distribuzione d'intensità della radiazione simulata, combinando insieme dierenti valori dei paramentri del secondo paraboloide. Figura 3.17: rimentale e de:shift =(−2 pixels di Confronto quella tra simulata la distribuzione variando i dell'intensità paramentri del della radiazione secondo spe- paraboloi- mm; 1.5 mm);tilt =(−0.02 rad; 0.02 rad) . Sugli assi sono rappresentati dimensioni 100 µm x 100 µm e la scala dell'intensità è in unità arbitrarie. i 26 Cap. 3 Analisi del trasporto della radiazione 3.3 Elaborazione dati Figura 3.18: Confronto tra il prolo sperimentale ed il prolo estratto lungo la diagonale della distribuzione d'intensità della radiazione simulata variando i paramentri del secondo paraboloide:shift =(−2 mm; 1.5 mm);tilt =(−0.02 rad; 0.02 rad) . In Figura 3.17 è mostrata l'immagine nale ottenuta dalla simulazione con il secondo paraboloide disallineato e relativo prolo, sempre preso lungo la diagonale(Figura 3.18). In conclusione è stato possibile riprodurre il prolo sperimentale a patto di modicare l'allineamento del secondo paraboloide. Per vericare che i parametri utilizzati per disallineare il secondo paraboloide abbiano una certa validità, è stato fatto un controllo incrociato confrontando delle altre misure sperimentali prese utilizzando un ltro 3 THz con il rivelatore posizionato a 97 mm dal secondo paraboloide (quindi non nel fuoco, come nel caso precedente), in quanto in questa posizione, con questo ltro, l'immagine presentava una risoluzione migliore così da poter fare un confronto ottimale. Anche in questo caso sono state eettuate 20 misurazioni di cui si è poi fatta la media ed è stata ricostruita e centrata l'immagine (Figura 3.19). Ne è stato inne estratto il prolo lungo la diagonale (Figura 3.20). È stata quindi fatta una seconda simulazione a 3 THz impostando sul secondo paraboloide i parametri trovati in precedenza e dal confronto, mostrato in Figura 3.22, si vede che il prolo della simulazione, estratto sempre lungo la diagonale, riproduce abbastanza bene il prolo sperimentale. Questo controllo avvalora l'ipotesi che l'asimmetria presente nei dati sperimentali sia causata da un mancato allineamento del secondo paraboloide. 27 Cap. 3 Analisi del trasporto della radiazione 3.3 Elaborazione dati Figura 3.19: Distribuzione dell'intensità della radiazione misurata sperimentalmente utilizzando un ltro a 3 THz e posizionando il rivelatore a 97 mm dal secondo paraboloide. Sugli assi sono rappresentati i pixels di dimensioni 100 µm x 100 µm e la scala dell'intensità è in unità arbitrarie. Figura 3.20: Prolo estratto lungo la diagonale della distribuzione d'intensità della radiazione misurata sperimentalmente utilizzando un ltro a 3 THz e posizionando il rivelatore a 97 mm dal secondo paraboloide. 28 Cap. 3 Analisi del trasporto della radiazione Figura 3.21: 3.3 Elaborazione dati Confronto tra la distribuzione dell'intensità della radiazione sperimentale e quella simulata a 3 THz ed a 97 mm dal secondo paraboloide, variando i paramentri del secondo paraboloide:shift =(−2 mm; 1.5 mm);tilt =(−0.02 rad; 0.02 rad) . Sugli assi sono µm x 100 µm e la scala dell'intensità è in unità rappresentati i pixels di dimensioni 100 arbitrarie. Figura 3.22: Confronto tra il prolo sperimentale ed il prolo estratto lungo la dia- gonale della distribuzione d'intensità della radiazione simulata a 3 THz e posizionando il rivelatore a 97mm dal secondo paraboloide, paraboloide:shift =(−2 variando i paramentri del secondo mm; 1.5 mm);tilt =(−0.02 rad; 0.02 rad) . 29 Capitolo 4 Conclusioni La radiazione THz presenta numerose caratteristiche che l'hanno resa di grande interesse in dierenti aree di ricerca. Lo sviluppo tecnologico in questo contesto ha permesso di superare i problemi che ne rendevano dicile la produzione, ampliandone così il campo di applicazione. Per tale motivo, alla facility SPARC-LAB è stata sviluppata una sorgente THz basata su un LINAC, che produce radiazione THz di alta intensità ed ampiezza di banda regolabile, tramite Radiazione di Transizione Coerente, facendo impattare un fascio di elettroni su di una targhetta metallica posta a 45◦ rispetto alla direzione di volo. In questo lavoro di tesi è stata studiata la propagazione della radiazione lungo il cammino ottico realizzato per il trasporto della stessa. L'ottica di raccolta prevede un primo specchio parabolico che raccoglie la radiazione emessa dalla targhetta, seguito da uno specchio piano che la trasporta, e termina con un secondo parabolico che la collima nel rivelatore, su cui è possibile montare dei ltri passa banda a dierenti frequenze. Tale sistema è in grado di fornire l'immagine del campo della sorgente. Sono state quindi analizzati i dati delle misure della distribuzione spaziale d'intensità alla ne del sistema, e si è cercato di elaborare un modello teorico che fosse in grado di simularne la risposta. Dato che il programma di simulazione utilizzato è in grado ricostruire il trasporto della radiazione per una sola frequenza alla volta, per tener conto della presenza di un ltro, e quindi della non monocromaticità della radiazione, è stato necessario produrre diversi cicli per varie frequenze, i cui risultati nali sono stati poi pesati sulla trasmittanza del ltro. Si è realizzata una prima simulazione con tutti gli elementi ottici allineati, con ltro ad 1 THz e si è osservata una discrepanza con i dati sperimentali. Per tale motivo si è ipotizzata la possibilità che gli elementi non fossero perfettamente allineati. Sono state quindi sviluppate ulteriori simulazioni in cui sono stati volta per volta decentrati e ruotati i vari elementi, prima singolarmente per capire gli eetti di ogni movimento sull'immagine nale, e poi sono stati combinati per cercare di riprodurre l'immagine misurata sperimentalmente. Alla ne si è giunti alla conclusione che il primo parabolico non è disallineato, mentre il secondo presenta un decentramento rispetto all'asse d'incidenza del campo di (−2 mm; 1.5 mm) ed una lieve 30 Cap. 4 Conclusioni angolazione rispetto al tale direzione di (−0.02 rad; 0.02 rad). Per vericare la validità di tale assunzione è stato eettuato un controllo incrociato con delle altre misure prese a 3 THz ed è stata realizzata una simulazione a tale frequenza in cui il secondo parabolico presentava i parametri di disallineamento ricavati precedentemente. Anche in questo caso si è osservato un ottimo accordo tra i dati sperimentali e la simulazione, sostenendo l'ipotesi che sia presente un disallineamento del secondo paraboloide. 31 Bibliograa [1] M. Ferrario et al., SPARCLAB present and future, Nuclear Instruments and Methods in Physics Research B 309 (2013) 183188 [2] M. S. Sherwin, C. A. Schmuttenmaer, and P. H. Bucksbaum, Opportunities in THz science, Report of a DOE-NSF-NIH Workshop (2004). [3] Ali Rostami,Hassan Rasooli,Hamed Baghban, Terahertz Technology: Fundamentals and Applications, Springer (2011) [4] Peter H. Siegel, Fellow, IEEE (2002), Terahertz Technology, IEEE transactions on microwave theory and techniques, Vol. 50, No.3 March (2002). [5] ENEA, Rivelazione di pitture al di sotto di coperture ed analisi dei pigmenti e dello stato di conservazione , http://patrimonioculturale.enea. it/ambiti-di-ricerca/diagnostica- avanzata-per-la-conservazione-ed-il-restauro/diagnostiche-thz-per-i-beni-culturalischeda-sintetica. [6] A. S. Müller, Accelerator-Based Sources of Infrared and Terahertz Radiation, Reviews of Accelerator Science and Technology, Vol. 3 (2010) 165-183 11 [7] G. Margaritondo, Y. Hwu and G. Tromba, Synchrotron light: From basics to co- herence and coherence-related applications in Synchrotron Radiation: Fundamentals, Methodologies and Application, SIF Conference Proceedings Vol 82. [8] E. Chiadroni et al., Characterization of the THz source at SPARC, Proceedings of IPAC 2010, Kyoto (Japan) [9] E. Chiadroni, M. Bellaveglia, M. Castellano, et al., The SPARC linear accelerator based terahertz source, Applied Physics Lett. 102, 094101 (2013). [10] L. Serani, M. Ferrario, Velocity Bunching in Photo-Injectors, AIP Conf. Proc. No. 581 (AIP, New York) (2001). [11] I.M. Frank, Transition radiation and the Cerenkov eect, Sov. Phys. Usp. 4 740746 (1961) [12] J.D. Jackson, Classical Electrodynamics, Third Edition, J.Wiley & Sons, Inc. 32 BIBLIOGRAFIA [13] M.L. Ter-Mikaelian, BIBLIOGRAFIA High-Energy Electromagnetic Processes in Condensed Media, Wiley-Interscience [14] J.B.Rosenzweig, A. Murokh and A. Tremaine, Coherent transition radiation-based diagnosis of electron beam pulse shape, AIP Conference Proceedings 07/1999 [15] R. Lai, A.J. Sievers, On using the coherent far IR radiation produced by a charged- particle bunch to determine its shape: I Analysis, NIM A 397 (1997) 221-231 [16] M. Castellano, A. Cianchi, G. Orlandi, V. Verzilov, Eects of diraction and target fnite size on coherent transition radiation spectra in bunch length measurements, Nucl. Instr. and Meth. A, 435, 297 (1999). [17] E. Chiadroni, Bunch Length Characterization at the TTF VUV-FEL, PhD thesis [18] B. Marchetti, Development of high energy tunable THz source at SPARC, PhD thesis [19] A. Rovere, Spettroscopia Terahertz non lineare su isolanti topologici, Master thesis 33 Ringraziamenti Desidero ringraziare tutte le persone che hanno collaborato alla stesura di questa tesi, chi mi ha supportato, e soprattutto sopportato, in questi mesi molto intensi e chi mi è stato accanto in questi tre anni. Vorrei quindi innanzitutto ringraziare il Dottor Alessandro Cianchi per avermi assistito in questo lavoro di tesi, per le tante approfondite spiegazioni sull'argomento, per i suoi consigli sul presente e sul futuro, per la sua professionalità e la sua meticolosità che mi ha incentivata a dare sempre di più, e per avermi dato la possibilità di collaborare con un gruppo di ricerca di alto livello, tra i cui membri tengo a ringraziare la Dottoressa Enrica Chiadroni e Flavio per la loro disponibilità nel fornirmi informazioni e chiarimenti, fondamentali per lo svolgimento di questa tesi. Un grazie speciale alla mia mamma, che mi ha sempre sostenuto nelle mie scelte, sia professionali che di vita, per essere sempre orgogliosa di me e per volermi bene come solo una mamma può fare. Un grazie di cuore al mio danzato, per la sua presenza costante, anche nei momenti di sconforto, per il suo sostegno e per avermi permesso di raggiungere questo traguardo con serenità ed amore. Un grazie a tutta la mia famiglia, in particolare a mio nonno Mimmo, a cui è dedicata questa tesi, che mi ha sempre spronata a studiare poichè lui non aveva avuto le mie stesse possibilità, ma al quale non sono mai mancati intelligenza e sapere, e che sarà sempre orgoglioso di me. Un grazie a tutti i miei amici, ai miei colleghi che hanno arontato questo cammino insieme a me, alle persone fantastiche che ho conosciuto in questi anni, a quelle che già conoscevo e che ancora sono qui con me, ma anche a quelle persone perse di vista e a chi è stato solo di passaggio, perchè ogni persona incontrata mi ha insegnato qualcosa di nuovo, direttamente o indirettamente, che mi ha permesso di giungere a questo traguardo. 34